E’ una bella Domenica di sole, siamo nella verde Irpinia in un territorio dove il verde quasi “urla” e la fa da padrone, un verde abbagliante in cui ci sono tanti piccoli paesi incastonati (alcuni davvero suggestivi). Siamo a Gesualdo, molto caratteristico con il borgo, il suo centro storico dominato dal maestoso castello che fu di Carlo Gesualdo principe di Venosa e celebre madrigalista del 500, il famoso principe dei “musici”.
Dopo aver girato un po’ci accorgiamo che è quasi ora di pranzo. Decidiamo di concederci una bella esperienza gastronomica e prenotiamo al ristorante La Pergola. Non è la prima volta che veniamo qui. La cucina di Franca De Filippis e l’accoglienza, l’entusuamo ed il garbo di Antonio Ferrante sono a noi già note.
Siamo fortunati, c’è un tavolo libero. Il ristorante è in campagna ai piedi del borgo.Arriviamo, c’è un comodo parcheggio. Dall’esterno l’impatto è suggestivo, ha l’aria di un locale di campagna toscano, per intenderci è a parer mio simile a quelli che trovi nella campagna senese. Intorno c’è tanto verde e ci incuriosisce degustare le proposte del menù di stagione.
La Pergola. Gesualdo (Av) - Esterno
Ci accoglie Antonio, sempre gentilissimo. Ci saluta calorosamente e ci accompagna al nostro tavolo (per scelta abbiamo deciso di pranzare all’interno). C’è una piccola cerimonia ma si sta comunque tranquilli.
Il menù è vario e calibrato ed è improntato alla tradizione irpina (off course!), cucina di terra dunque ma non mancano il baccalà e le alici.
Si può optare anche per i menù degustazione da loro proposti (a 25 e 35 euro vini esclusi), ma noi scegliamo pranzare alla carta.
Da bere prendiamo una minerale e ( su consiglio di Antonio) un ottimo vino: l’aglianico Masseria Cacciagalli (Roccamonfina IGT) dell’azienda vinicola I Cacciagalli. Un vino eccellente da agricoltura biologica e biodinamica, un vino non filtrato, non chiarificato, con sentori di prugna, di frutti rossi e una nota lieve di tabacco. Perfetto per accompagnare il nostro pranzo.
L’aglianico Masseria Cacciagalli
Arriva un piccolo benvenuto con due trancetti di pizza al pomodoro in forno e due di pizza con patate e cipolle (molto buoni).
Trancetti di pizza
Ci servono il pane locale (ottimo) ed il fantastico olio extravergine di oliva di ravece (monovarietale) un vero “must” del territorio. L’olio è dell’oleificio FAM di Venticano.
il Ravece dell'Oleificio FAM
Non possiamo esimerci e allora buon pane con un ottimo olio cosa chiedere di più come incipit? Adoro il ravece con la sua personalità, la sua robustezza, il suo fruttato intenso e quelle note di pomodoro verde. Un signor extravergine.
Pane locale e olio di ravece
E’ il turno degli antipasti. Prendiamo gli orti di Gesualdo a tavola, un antipasto che vede protagoniste le verdure di stagione: uno sformatino con ricotta e zucchine (delicatissimo), una piccola polpetta di rape e patate (altro classico irpino) su gazpacho di pomodoro, un fiore di zucca ripieno, e un peperone imbottito su salsa di prezzemolo. Ottimo piatto e bella e scenografica presentazione.
Gli orti di Gesualdo a tavola
Altro antipasto: pane soffritto con scarola, pinoli, uvetta, alici e burrata. Una proposta goduriosa, perfettamente equilibrata. Un gioco di contrasti, di sapori, di consistenze che si sposano a meraviglia e rendono questo piatto assolutamente sorprendente.
Pane soffritto con scarola, pinoli, uvetta, alici e burrata
Antonio poi ci fa assaggiare una chicca: un formaggio stracchinato di capra del Caseificio Patrizio Della Polla di Bagnoli Irpino. Un formaggio commovente. A pasta molle che in bocca quasi si scioglieva e dal sapore delicato. L’ho trovato eccellente … e poi ben si sposava con il nostro vino. Connubio perfetto.
Stracchinato di capra
Ordiniamo due primi diversi: dei meravigliosi spaghetti con baccalà, crema di patate, pan grattato aromatizzato con i peperoni cruschi, polvere di capperi e pomodorini infornati. Un piatto eccezionale, delicato ma al contempo con una spiccata personalità.
Spaghetti con baccalà, crema di patate, pan grattato aromatizzato con i peperoni cruschi, polvere di capperi e pomodorini infornati
Poi dei ravioli fatti da loro ripieni di ricotta con fave, mentuccia, pecorino e qualche pomodorino infornato. Semplicemente divini.
Ravioli fatti da loro ripieni di ricotta con fave, mentuccia, pecorino e qualche pomodorino infornato
Ordiniamo anche un secondo, nell’attesa usciamo un po’ all’esterno e ci sediamo a chiacchierare su una bellissima panchina tra fiori, gerani e tanto verde. Dobbiamo dire che si sta davvero bene.
Rientriamo in sala ecco il mio secondo: maiale a cottura lenta, con purè di patate al limone e liquirizia con foglioline di rucola. Commovente, la carne morbidissima. La cottura lenta del maiale denota una tecnica sopraffina. Chapeau!
Maiale a cottura lenta, con purè di patate al limone e liquirizia con foglioline di rucola
Siamo sazi ma abbiamo voglia di un dessert fresco. Antonio ci viene in soccorso e ci propone una sorta di fior di fragola “rivisitato”: sorbetto ai frutti di bosco, gelato alla panna e fragole saltate in padella con foglioline di melissa.
Sorbetto ai frutti di bosco
Per finire, un buon caffè e per me un Rum. Chiediamo il conto. Per il nostro pranzo ( due antipasti, due primi, un secondo e due dolci con acqua e vino) abbiamo pagato 80 euro.
Normalmente alla carta per un pasto completo alla Pergola di Gesualdo si spendono in media 35 euro esclusi i vini. Direi costo più che giusto se rapportato alla qualità dei prodotti utilizzati, al tipo di proposte e all’accoglienza professionale che troverete.
Salutiamo La bravissima Franca de Filippis la chef- architetto, capace di dar vita ad una cucina che esalta come in un’esplosione i prodotti irpini, una cucina che ha un’anima e una sua personalità ben definita. Salutiamo anche Roberto Buglione De Filippis altra validissima presenza in cucina. E ci congediamo da Antonio Ferrante.
La Pergola (Av) - Scorcio esterno
Qui si vive davvero l’esperienza del buon cibo degustato con il giusto ambiente ed il giusto tempo. La vera filosofia Slow Food.
Del resto La Pergola aderisce all’alleanza tra cuochi e presidi Slow Food, l’alleanza è una rete di chef e ristoratori che valorizza i prodotti dell’Arca del Gusto di Slow Food e le piccole produzioni locali. Lodevole.
Trovate prodotti del territorio ben cucinati e presentati, delle proposte di cucina capaci di sorprendere, un ambiente rilassante e sereno che invita alla convivialità. Interessante e non banale la carta dei vini. Abbiamo trovato poi un’ottima accoglienza, un servizio puntuale ed attento e (cosa non secondaria) un corretto rapporto qualità-prezzo.
La Pergola è davvero un indirizzo sicuro dove degustare ottima cucina del territorio con punte di eccellenza. Un piccolo scrigno di accoglienza, buona cucina e relax. Da provare. Parola dei Templari del Gusto!
Ristorante La Pergola
Strada comunale Freda, n.35
Gesualdo (Av)
Tel. 0825 401435
Visita la pagina Fb del ristorante La Pergola
Siamo a Manfredonia, la città fondata nel XIII secolo da Manfredi di Sicilia (da cui deriva il suo nome). Manfredonia è città di antiche tradizioni marinare. Tante sono le cose da vedere qui, tanti i monumenti di interesse a partire dal bellissimo Castello. Passeggiamo alla scoperta della città, cominciando dal Lungomare Sauro che si trova tra il porto vecchio ed il centro storico, immancabile poi una pausa caffè in uno dei bar di Corso Manfredi, la via principale di Manfredonia, dove negozi, palazzi di interesse storico e locali si alternano. Qui c’è sempre un piacevole viavai di gente.
Osteria Boccolicchio - Insegna
Per pranzo abbiamo scelto l’Osteria Boccolicchio. Siamo a due passi dal vecchio porto, all’inizio del centro storico, il locale si chiama così perché per arrivarci si passa sotto un antico arco (l’arco Boccolicchio appunto). Arrivare qui è molto semplice, anche per l’auto non ci sono problemi, c’è infatti un comodo parcheggio pubblico nelle vicinanze. Il vicolo dove si trova l’Osteria è grazioso, pieno di fiori. Il locale è accogliente, sobrio, domina il bianco. Si può pranzare anche all’esterno, infatti c’è un caratteristico patio abbellito con fiori e piante. Immagino che soprattutto cenare qui la sera sia davvero molto bello.
Osteria Boccolicchio - Il grazioso patio esterno
Noi ci accomodiamo all’interno. Siamo in tre. Diamo un’occhiata al menù. Ci sono proposte interessanti, intanto da bere ordiniamo una minerale e un buon bianco, un Bombino bianco Catapanus di D’Alfonso del Sordo. Un vino ideale per accompagnare il nostro pranzo, con belle note fruttate ed una buona mineralità.
Bombino bianco Catapanus di D’Alfonso del Sordo
Intanto ci servono delle pagnottelle calde di loro produzione. Molto buone …
Pagnottelle calde
Ci confrontiamo con il personale di sala e optiamo come antipasto per tre “Voglio tutto di mare”, uno dei piatti forti dell’Osteria Boccolicchio, richiestissimo. In pratica sono otto proposte dello chef, rigorosamente di mare molto stuzzicanti.
Antipasto Voglio tutto di mare
Nell’ordine pane e pomodoro con salmone aromatizzato, insalatina di gamberi con pomodorini secchi e capperi, tonno in carpione con patate, arancino riso patate e cozze su fonduta di canestrato, gambero impanato su salsa bernese, polpo alla griglia su purè di patata, patata viola con salsa al salmone e una triglietta con una giardiniera.
Abbiamo trovato l’antipasto davvero eccellente, tante proposte stuzzicanti, nota di merito per il gambero impanato e l’arancino riso patate e cozze. Divino…
Come primi abbiamo preso un piatto di tortelli di sgombro con vellutata di mare.
Tortelli di sgombro con vellutata di mare
Un risotto con tartare di gamberi, lime e mazzancolla scottata. Semplicemente perfetto, equilibrato e gustoso.
Risotto con tartare di gamberi, lime e mazzancolla scottata
E un piatto di orecchiette di grano arso con broccoli, canestrato e polvere di peperone crusco. Davvero superlative …
Orecchiette di grano arso con broccoli, canestrato e polvere di peperone crusco
Il nostro pranzo scorre via piacevolmente, tra una chiacchiera e un calice, l’atmosfera è davvero gradevole. Decidiamo di accompagnare il nostro vino con una bella fritturina di paranza, calamari e gamberi.
Frittura di paranza, calamari e gamberi
Siamo davvero sazi ma decidiamo di assaggiare un dolce (diviso 3): setteveli con cioccolato bianco e frutti di bosco. Notevole…
Setteveli con cioccolato bianco e frutti di bosco
Poi due caffè e due limoncelli. Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 125 euro (poco più di 40 euro a persona).
L’Osteria Boccolicchio è stata davvero una grande scoperta. Abbiamo trovato un ambiente gradevole, sobrio, curato. Una cucina di assoluto livello con proposte non banali ed una materia prima freschissima. Dobbiamo fare i complimenti allo chef (e patron) Williams Tespi, umile e pieno di talento. Nota di merito per il personale di sala gentilissimo e per il servizio impeccabile. Corretto il rapporto qualità – prezzo. Indirizzo da non perdere. Parola dei Templari del Gusto!
Osteria Boccolicchio
Vicolo Arco Boccolicchio n.15
Manfredonia (Fg)
Tel. 0884 090317
Visita la pagina Fb dell'Osteria Boccolicchio
Siamo tornati ad Ariano Irpino per provare nuovamente la pizza alla Pignata. E’ sempre piacevole venire da queste parti. Siamo in una zona dell’Irpinia che presenta davvero interessanti indirizzi e parecchie cose da segnalare al nostro pubblico.
Nella parte alta di Ariano c’è La Pignata, questo è in assoluto un luogo del buon bere e mangiare. Per noi rappresenta una certezza. Quando si viene qui non si sbaglia mai. E’ un ristorante di ottimo livello con una meravigliosa cucina del territorio sapientemente proposta e leggermente rivisitata ma anche la pizza come vedrete si conferma di ottima fattura. Una pizza che merita assolutamente, ma andiamo per gradi.
Parcheggiamo agevolmente a pochi metri dal locale, ci accomodiamo all’interno visto che la serata non presenta una temperatura mite e dopo qualche minuto di attesa ci accompagnano al nostro tavolo. Il personale è gentile e solerte e ci mette a nostro agio con Ezio Ventre perfetto padrone di casa.
L’atmosfera è piacevole, è Sabato sera e pur essendo pieno il locale regala comunque la necessaria privacy ai commensali.
Da bere prendiamo una minerale ed una splendida belga (non siate maliziosi, parliamo di birra). Prendiamo una Moneuse, una belgian Ale non filtrata. Una birra artigianale pazzesca, strutturata ma nel contempo piacevole da bere (pure troppo), 8 gradi di puro piacere..
Moneuse, birra artigianale belga
Intanto diamo un’occhiata al menù pizza, interessante e notiamo l’uso di prodotti prevalentente del territorio irpino. Ci sono una trentina di proposte e due categorie le pizze La Pignata (quelle più tradizionali) e le pizze denominate “speciali La Pignata”, con un tocco “gourmet”.
Noi prendiamo una diavola con caciocavallo con pomodoro, fiordilatte, salame piccante e caciocavallo podolico irpino. Buonissima, da notare poi come il caciocavallo messo in uscita venga sciolto al tavolo con un flambé fatto al momento. Uno spettacolo di un certo effetto, molto bello anche da vedere.
Diavola con caciocavallo
E una Simone Verdi nella categoria Pizze speciali con fiordilatte, fiori di zucca, mortadella e stracciatella. Una pizza semplicemente divina.
La pizza Simone Verdi
Abbiamo trovato un impasto di tipo diretto con una lievitazione di almeno 24/36 ore. Una pizza fatta con un impasto tradizionale perfettamente eseguito. Si presenta decisamente fragrante, la qual cosa ci porta a pensare che sia stata realizzata con una farina di tipo 0 o forse più probabilmente una farina di tipo 1. La pizza si presenta compatta al morso con un’idratazione non molto alta ma sicuramente superiore al 65 %. I panetti sono medi e gli ingredienti per la farcitura sono tutti di alta qualità ed abbondanti. Insomma una pizza decisamente appagante!
Il nostro parere:
- Impasto di tipo diretto
- Semplice ma vario menù delle pizze, da notare l’uso prevalente dei prodotti irpini
- Uso di ingredienti di ottima qualità per i topping e la farcitura delle pizze
- Non solo pizzeria ma ristorante di alto livello
- Servizio veloce e preciso
Dettaglio alveolatura
La Pignata si conferma per l’ennesima volta. Andare qui rappresenta una certezza. E’ una tappa irrinunciabile se siete ad Ariano e dintorni. Il ristorante propone una cucina eccellente con piatti del territorio nobilitati da un’ottima tecnica e con spunti di creatività pur restando ancorati alla tradizione irpina. Anche la pizza si conferma alla grande. Buona, fragrante, con un impasto perfettamente eseguito e altamente digeribile. I prodotti utilizzati sono di qualità. Complimenti al pizzaiolo Antonio di Lauro che negli anni è riuscito a migliorarsi mantenendo sempre un livello altissimo. Insomma fate un salto qui alla Pignata anche per la pizza e ci darete ragione, garantiamo noi.
Ristorante La Pignata
Viale dei Tigli n.7
Ariano Irpino (Av)
Tel. 0825 87 25 71
Visita il sito web del ristorante La Pignata
Raccontare la cucina di Peppe Zullo significa raccontare la storia di un uomo profondamente legato alla sua terra e al suo paese. Siamo in provincia di Foggia, ad Orsara di Puglia, un delizioso borgo ricco di storia che fa parte della Comunità montana dei Monti Dauni meridionali.
Qui Peppe Zullo ha realizzato il suo sogno creando qualcosa di speciale, un“unicum”: il ristorante Nuova sala Paradiso, la cantina, l’orto denominato“dei miracoli”con le coltivazioni biologiche e gli odori, il vigneto da cui si producono degli ottimi vini, Villa Jamele, struttura dedicata ai matrimoni, ai ricevimenti ed eventi, la scuola di cucina, la fattoria didattica e poi la novità del caseificio. Insomma siamo di fronte a qualcosa che va al di là del semplice “mangiar bene”, parliamo di un uomo che è un vero e proprio vulcano di idee, un uomo pieno di energia e che ha la passione per il suo lavoro ed un rapporto viscerale con la sua terra e con i prodotti che essa regala. Altra sua grande dote è quella di riuscire a mettere sempre a proprio agio i suoi ospiti.
Da anni Peppe Zullo è anche apprezzato ospite di numerose trasmissioni televisive.
Parcheggiamo comodamente. Ci accoglie Antonio Robusto, gentile, affabile e bravissimo chef braccio destro di Peppe, sarà lui il nostro Cicerone.
Entriamo nel ristorante Nuova sala Paradiso e ci colpisce l’atmosfera molto intima e raccolta che si respira. C’è una meravigliosa cantina, poi due sale colorate con un connubio di moderno e antico molto gradevole, i tavoli con il piano in vetro, la cucina a vista (uno spettacolo nello spettacolo), poi c'è una sala attigua molto più grande.
La Cantina della Nuova Sala Paradiso
Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo. Siamo in due, ci accomodiamo.
Antonio Robusto è prodigo di consigli, ci viene proposto un percorso che naturalmente segue la stagionalità dei prodotti.
Da bere ordiniamo una minerale e due calici del Rosato Amarosa, vino prodotto da Peppe Zullo: un rosato fatto con uve nero di Troia. Un vino con una spiccata personalità, che si lascia bere e capace di accompagnare egregiamente il nostro pranzo.
L'Amarosa di Peppe Zullo
Arrivano i pani (pane di grano duro, pane di grano Senatore Cappelli e pane di grano arso).
I pani
Cominciano le danze, arriva un graditissimo “benvenuto”: siamo nel paese del grano e allora un pezzetto di classica focaccia pugliese con pomodoro, cracker artigianale con spalmabile di capra e pomodorino secco, una meravigliosa “frisellina” con l’acquasala di Peppe Zullo, foglie di borragine fritta (chiamate simpaticamente ostriche di montagna), e una commovente bruschetta con fico, soppressata e scamorza.
Il Benvenuto
Poi ci fanno assaggiare dei nodini di mozzarella, prodotti dal caseificio di Peppe Zullo, con latte vaccino 100% non scremato dei monti Dauni: Orsara cheese.
I nodini di mozzarella di loro produzione
Ecco il primo antipasto: fiori di zucca ripieni di caciocavallo (di loro produzione). Che bontà!
Fiori di zucca ripieni di caciocavallo
Poi ancora: la parmigiana di borragine. Uno dei cavalli di battaglia di Peppe Zullo. Delicata, gustosa, accompagniamo questo piatto con il pane di grano duro, restiamo davvero estasiati, siamo di fronte ad un piatto equilibrato, delizioso nella sua semplicità. Da dieci e lode!
Parmigiana di borragine
Stiamo vivendo un meraviglioso percorso gastronomico ma siamo curiosi di scoprire come continuerà il nostro pranzo. Ci vengono serviti due assaggi di primi: orecchiette con cime di zucchine (talli), purea di fave bianche di Carpino (presidio Slow Food) e pomodorini, serviti con cacioricotta grattugiata al momento e troccoli con melanzane, pomodorini e menta e julienne di guanciale croccante.
Peppe Zullo. Orsara di Puglia (Fg) - I due assaggi di primi
Le orecchiette sono fatte con grano arso, servite con pomodorini, talli di zucchine e purea di fave di Carpino. Qui in cucina non usano grassi animali e per legare in questo caso hanno utilizzato la purea di fave che dona al piatto proteine senza grassi. Un primo eccellente servito con una bella grattugiata di cacioricotta.
Orecchiette di grano arso con talli di zucchine, pomodorini e purea di fave di Carpino
I troccoli poi ci hanno conquistati, profumati, delicati, con questo sugo fatto con pomodorini e melanzane, simpatica l’idea di servirli con la Julienne di guanciale croccante.
I troccoli con pomodorini, melanzane, mentuccia e guanciale croccante
Il nostro pranzo procede davvero alla grande. Ecco il secondo: dei “ravioli di vitello”, chiamati così in pratica è il dietro coscia di vitello tagliato molto sottile a mo’ di sfoglia, cotto rapidamente, ripieno di caciocavallo su medaglioni di patate e servito con asparagi. Un secondo piatto fantastico, in cui c’è davvero tutto il territorio in un perfetto e ben studiato equilibrio. Chapeau!
I "ravioli" di vitello ripieni di caciocavallo con asparagi su megaglioni di patata
Antonio Robusto mi propone un assaggio di formaggi, non posso esimermi. Faccio questo percorso da solo. Ecco allora un assaggio di caciocavallo podolico, di cacio “pulìo”, fatto con latte di capra con all’interno la mentuccia (mentha pulegium), e un canestrato di pecora. Accompagnati con cipolla caramellata, miele della Daunia e confettura di zucca e arance.
I formaggi
Ecco poi una vera chicca: caciocavallo podolico stagionato per più di un anno in grotta. Un formaggio notevole, al naso pungente, dal sapore persistente, con i sentori di erba, fieno e una nota minerale molto gradevole. Eccezionale.
Caciocavallo stagionato
E’ il momento del dolce. Arriva un must, il famoso croccante di Peppe Zullo, in pratica una cialda di mandorle caramellate, a noi viene servita con una crema agli agrumi, pesche e frutti di bosco, spettacolo puro! Un dessert di una delicatezza unica.
Cestino di croccante di mandorle
Accompagniamo il dolce con un buonissimo liquore fatto con le foglie d’amarena.
Chiediamo il conto, nel frattempo arriva e si accomoda al nostro tavolo Peppe Zullo. Egli ama definirsi cuoco contadino per il legame con la terra e i suoi prodotti , ci parla della sua vita fatta di viaggi, delle sue esperienze: gli Stati Uniti, il Messico e poi il suo ritorno ad Orsara, dove partendo da un piccolo ristorante ha costruito un piccolo grande mondo da Piano Paradiso a Villa Jamele. Peppe Zullo è un uomo di scelte decise e nette e che è già proiettato alla prossima sfida, a realizzare il prossimo sogno. Dopo il Peppe Zullo Point a Foggia il futuro è cercare di far conoscere in Italia le meraviglie che escono dalla sua azienda.
Intanto arriva il conto. Paghiamo 80 euro in due, prezzo onestissimo con un rapporto qualità prezzo da non credere. Complimenti.
Il ristorante di Peppe Zullo è una tappa irrinunciabile, imperdibile.
Troverete una cucina di assoluta eccellenza capace di esaltare anche i prodotti semplici del territorio, una cucina contadina che diventa cucina da gourmet.
Rendere divino un piatto con la borragine o con i talli non è da tutti. Qui potrete gustare appieno il concetto di territorialità in cucina. Sapienza contadina, tecnica, e passione per la propria terra. Il segreto è tutto qui.
Altra nota di merito va al servizio e all’accoglienza, semplicemente perfetti.
Complimenti maestro!
Peppe Zullo – Nuova Sala Paradiso
Via Piano Paradiso
Orsara di Puglia (Fg)
tel. 0881 964763
Visita il sito web di Peppe Zullo
Se dovessi descrivere con una sola parola questo ristorante, sicuramente direi “genuino”. Genuino perché i piatti che propone sono autentica espressione di un territorio, la Tuscia, che dal punto di vista enogastronomico ha veramente tanto da dire. Genuino perché la sua cucina, seppur non tutta a chilometro zero, offre quanto di buono arriva dai Monti Cimini, come ad esempio funghi porcini e castagne, secondo le stagioni.
A pochi passi dalla maestosa Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino, La Pergoletta è uno di quegli indirizzi che i buongustai devono assolutamente provare.
Il locale è articolato in più sale, interne ed esterne. La location è molto accogliente, tavoli e sedie in legno conferiscono quel tocco che adoro in un ristorante che ha il pregio di farmi sentire a casa. È infatti uno di quei posti dove l’atmosfera familiare, oltre alla cucina, rendono piacevole una cenetta a due ma anche una bella tavolata tra amici.
D’inverno vi consiglio la sala con la griglia a vista. Potrete apprezzare la maestria dei cuochi alle prese con la carne alla brace (ottimi l'agnello e la selvaggina).
Da diversi anni questo ristorante per me rappresenta una tappa d’obbligo nel viterbese e anche in quest'ultima occasione mi ha decisamente soddisfatto. La loro cucina, solo apparentemente semplice, non è affatto scontata e propone piatti molto sfiziosi ad iniziare dagli antipasti.
Per il nostro pranzo abbiamo scelto una insalata di funghi porcini. Nota positiva, ci è stato immediatamente spiegato che i porcini erano piemontesi (data la stagione non potevano essere locali). Erano accompagnati da rucola e scaglie di parmigiano. Altra nota positiva, le porzioni: il piatto poteva facilmente bastare per due persone.
Insalata di funghi porcini
Come secondo antipasto, abbiamo assaggiato i crostini con cicoria e Taleggio. Se potete disporre di cicoria selvatica, quella amarognola, vi consiglio di provare questo abbinamento perché è semplicemente strepitoso.
Tagliolini al tartufo estivo
E un piatto di lombrichelli al ragù di Chianina.
Lombrichelli al ragù di Chianina
Per chi non li conosce, i lombrichelli sono una pasta molto semplice, fatta con acqua e farina, dalla consistenza spessa e callosa che ben si abbina a condimenti importanti, come appunto un ragù di squisita Chianina.
Per accompagnare il tutto, abbiamo scelto il vino rosso della casa ma c’è anche una buona carta dei vini.
Per finire, l’agrumello: un insolito e goloso digestivo, rigorosamente fatto in casa, che racchiude i sapori di tutti gli agrumi, dal limone all'arancia, dal pompelmo al mandarino.
Non abbiamo preso dolci, ma la scelta non manca.
In due abbiamo speso 58.50 euro. Decisamente un ottimo rapporto qualità prezzo che non è scontato trovare. Per me questo indirizzo rappresenta una certezza se siete da queste parti. Consigliato.
La Pergoletta
Via Andrea Doria, n.38
San Martino al Cimino (Vt)
Tel. 0761 378666
Accetta carte di credito: SI
Orario 12.00 – 15.00 /19.00 – 23.00 (mercoledì chiuso)
Prezzo Medio
Visita il sito web della Pergoletta
Siamo nel caratteristico centro storico di Vieste che ha mantenuto quasi intatte le sue caratteristiche originarie: piccole e strette viuzze, molte di queste con gradini, palazzi antichi, slarghi, piazzette, un’architettura caratteristica e scorci da togliere il fiato. Quando possiamo ci rifugiamo qui, amiamo questo luogo, ci sentiamo quasi a casa. In giro ci sono tanti turisti come ovvio dato il periodo. Dopo aver passeggiato a lungo andiamo a cena all’Osteria al Duomo.
Osteria al Duomo. Vieste (Fg) - Insegna
Non è la prima volta che veniamo qui ma di tanto in tanto torniamo per provare la cucina dello chef Vincenzo Bua.
Siamo nel cuore della Vieste Medievale a pochi gradini dal Duomo, il locale si trova in un piccolo e caratteristico vicolo viestano. La gentilissima Federica ci accompagna al nostro tavolo all'interno.
L’impatto entrando è sempre notevole, ci sono quattro sale tutte in pietra viva più una quinta sala (sempre in pietra) di fronte dall'altro lato del vicoletto e un po’ di tavoli all’esterno (presi d’assalto). L’Osteria al Duomo è molto bella, la struttura risale addirittura al ‘400 e una sapiente opera di restauro e riqualificazione ha portato alla luce, pietra, chianche e tutta la bellezza di un edificio pieno di storia.
Ingresso Osteria
Da bere ordiniamo una minerale e due calici di rosato di Negramaro del Salento. Arrivano pani e tarallini pugliesi, intanto diamo un’occhiata al menù.
Ci sono piatti e proposte notevoli, mi colpisce la presenza di eccellenti prodotti del territorio. Chiaramente domina il pesce ma c’è anche qualche intrigante proposta di carne.
Noi prendiamo un polpo "rosticciato" sulla sua acqua di cottura montata al barbecue. Semplicemente eccellente, il polpo croccanti ma al contempo morbido e gustoso, fantastica poi la maionese fatta esclusivamente con la sua acqua di cottura e senza uova. Chapeau!
Polpo rosticciato
L’altro antipasto è un sorprendente sformatino di alici, zucchine e provola, equilibrato, giustamente sapido. Davvero notevole.
Sformatino di alici zucchine e provola
Sorseggiamo il nostro vino tra una chiacchiera e l’altra. Di tanto in tanto si avvicina Pasquale perfetto padrone di casa, per controllare che tutto sia di nostro gradimento.
E’ il momento dei primi. Ecco i troccoli con crema di cacioricotta e peperoncino su salsa di pomodoro grigliato. Un piatto sorprendente, ricorda (come gusto) i tonnarelli cacio e pepe della tradizione romana arricchiti dalla salsa di pomodoro grigliato.
Troccoli con crema di cacio ricotta e peperoncino su salsa di pomodoro grigliato
L’altro primo è uno dei nostri piatti preferiti (ma a giudicare dalla presenza sui tavoli vicini, è uno dei più amati anche dagli altri clienti): i troccoli alle delizie dell’Adriatico, un piatto ricco con cozze, gamberi, cicale, scampi, polpi e calamari. Fantastici…
Troccoli alle delizie dell'Adriatico
Non possiamo esimerci dal provare anche un secondo e allora ne prendiamo uno in due. Anche qui la nostra scelta è stata più che azzeccata: calamari farciti con ortaggi e mousse di lenticchie. Divini…
Calamari ripieni di ortaggi con mousse di lenticchie
Nostro malgrado saltiamo il dolce. Per finire un caffè un limoncello e chiediamo il conto. Paghiamo in due 72,00 euro. Ottimo rapporto qualità prezzo.
Ogni volta che torniamo qui, l’Osteria Al Duomo non solo si conferma ma se è possibile migliora addirittura. La cucina dello chef Vincenzo Bua mette insieme i sapori della tradizione viestana nobilitati da tecniche innovative e la giusta dose di creatività. Ottime proposte, abbinamenti riusciti ed un’attenzione importante anche alla presentazione dei piatti. Complimenti Vincenzo! Preziosissimo anche il supporto in cucina di sua moglie Isa.
Il servizio è attento, veloce e professionale. Buona la carta dei vini e notevole quella dei distillati, insomma qui anche a fine pasto ci si può divertire. Corretto il rapporto qualità – prezzo. L’Osteria al Duomo rappresenta una certezza. Da provare e riprovare … Garantiamo noi.
Osteria Al Duomo
Via Alessandro III n. 23
Vieste (Fg)
Tel. 0884 708243
Visita il sito web dell’Osteria Al Duomo di Vieste
Una scoperta di cui andiamo fieri. Da non perdere.
Siamo a Brusciano a pochi Km da Napoli, siamo tornati al ristorante l’Antipasteria memori della bellissima esperienza che avevamo vissuto tempo fa. Qui trovate una cucina di mare di alto livello. Avavamo voglia di riprovare le proposte dello chef Ciro Panacea.
Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due. Il locale è piccolo saranno al massimo 40 coperti tra la sala interna e la veranda. Toni chiari, grande senso di pulito e armonia. Arredamento minimal.
Veniamo accolti con garbo e gentilezza da Merope, perfetta padrona di casa.
Il menù cambia sempre sulla base del pescato e della disponibilità dei prodotti. Ci sono comunque poche e studiate proposte, buon segno, diffido sempre quando trovo menù “chilometrici”, vuol dire che qui tutto è cucinato al momento e i prodotti sono freschissimi.
Il locale si chiama Antipasteria perché il loro punto forte sono gli antipasti. E allora non possiamo esimerci dal provare la loro degustazione di antipasti.
Da bere prendiamo una minerale e un eccellente Fiano Ciaca Bianca Mandrarossa Sicilia Doc – Cantine Settesoli Mandrarossa, un vino di buon corpo, fruttato, morbido e con una bella nota minerale. Perfetto per accompagnare la nostra cena.
Fiano Ciaca Bianca Mandrarossa Sicilia Doc
Diamo il via alle danze con un entreé di benvenuto una deliziosa polpettina di pesce su fonduta di burrata e granella di pistacchio, stuzzicante incipit.
Polpetta di tonno con crema di bufala
Continua la serie di antipasti in un crescendo rossiniano, crudo di tonno ripieno di ricotta al limone, con cialda di parmigiano e confettura di mele, zenzero e arancia. Una proposta interessantissima, un equilibrio di sapori sublime.
Crudo di tonno ripieno di ricotta al limone, con cialda di parmigiano e confettura di mele, zenzero e arancia
Arriva poi una seppia di Mazara cotta al vapore con crema di cannellini, fagioli di Spagna, cipolla di Tropea candita e pane tostato alle erbe. Altra proposta che ci ha decisamente conquistato.
Seppia di Mazara con crema di cannellini, fagioli di Spagna, cipolla di Tropea candita e pane tostato alle erbe
La nostra cena prosegue tra una chiacchiera sorseggiando il nostro buon Fiano sicliano, intanto arriva una proposta sorprendente: una fresella di mare scomposta con una buonissima maionese di polpo fatta da loro.
Fresella di mare scomposta
Anche qui ci ha colpito la freschezza dei frutti di mare, e il perfetto equilibrio di sapori. Bellissima l’idea di ricreare la fresella composta.
Fresella scomposta di mare- dettaglio
A chiudere la serie di antipasti un delizioso tortino di zucchine, ripieno di spigola e provolone del monaco con crema di zucca, scaglie di parmigiano reggiano e basilico. Questo tortino è una poesia. Meraviglioso, perfettamente equilibrato, realizzato con cura. Nota di merito per la spigola sfilettata all’interno. Davvero un piatto top.
Tortino di zucchine, ripieno di spigola e provolone del monaco
Scambiamo due chiacchiere con la gentile Merope. Ci racconta della loro idea di aprire questo ristorantino con lo scopo ben chiaro di offrire una cucina di grande fattura in un ambiente non impegnativo.
Dopo tanti antipasti decidiamo di proseguire e ordiniamo due piatti di tortiglioni alla genovese di tonno, sublimi. Ad arricchire il piatto anche del crudo di tonno.
Genovese di tonno
Siamo sul punto di alzare bandiera bianca, ma ci è venuta voglia di una fritturina. E allora ecco una frittura di calamari (da dividerci). Anche questa realizzata con cura, una frittura asciutta, fragrante, i calamari poi sono morbidi e saporiti.
Frittura di calamari
Saltiamo il dolce (non ce l’avremmo fatta!). Prendiamo due limoncelli belli ghiacciati e ci facciamo portare il conto. Paghiamo 98 euro in due . Soldi ben spesi per una cena di mare di altissimo livello con proposte interessanti, materie prime e prodotti freschi e un pesce lavorato e cucinato a regola d’arte.
La cucina proposta al ristorante l’Antipasteria è davvero convincente. Questo ristorantino gourmet, è una delle scoperte più interessanti che abbiamo fatto e ve lo consigliamo davvero con convinzione.
Lo chef Ciro Panacea, napoletano Doc, propone una cucina di mare eccellente che possiede una spiccata personalità: pesce freschissimo, proposte curate, equilibrate, armoniose. Piatti di grande fattura e presentati benissimo (per la serie anche l’occhio vuole la sua parte) con la giusta dose di creatività. Anche il rapporto qualità prezzo come detto anche prima , è corretto se consideriamo la qualità dell’offerta. Servizio preciso e professionale.
L’Antipasteria è un ristorante da segnare in agenda, consigliato senza “se” e senza “ma”. E’ d’obbligo farci un salto. Garantiamo noi…
L’Antipasteria
Via Camillo Cucca n. 242
Brusciano (Na)
Tel. 392 798 9852