Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Siamo a Oratino, a pochi Km da Campobasso. Trascorriamo la mattina in giro per le stradine acciottolate e le case in pietra di questo bellissimo borgo che è un piccolo gioiello. La cosa che ci colpisce è la posizione panoramica: da qui, sul belvedere si può godere di una vista mozzafiato, siamo infatti a quasi 800 metri sul livello del mare. Dopo aver visitato il borgo antico, gli slarghi, le viuzze, le case in pietra e i bei portali, decidiamo di fermarci per pranzo al Ristorante Olmicello.
Il ristorante è davvero suggestivo, ricavato in un antico palazzo in pietra del 1816 dove un tempo c’era un vecchio frantoio. Entriamo in un elegante portone, passiamo poi da un imponente androne in pietra che conduce al ristorante. L’atmosfera è emozionante: sale in pietra e stupende volte a botte che si alternano a volte a crociera.
Ristorante Olmicello Oratino Particolare di una delle sale interne
C’è anche una sala al piano inferiore (in pratica in cantina) che viene utilizzata per eventi particolari e degustazioni di vini e formaggi. Ci accoglie Nicola, il proprietario, garbato e disponibile, e ci accompagna al nostro tavolo (prenotato per tempo).
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Tintilia del Molise DOP Colle Cervino di Cantine Catabbo, ottenuto da uve Tintilia in purezza. Questo è un rosso che ammalia con le sue note di frutta rossa matura, liquirizia e spezie, il suo tannino elegante e la sua personalità. Sarà il nostro compagno di viaggio per il pranzo.
Colle Cervino Tintilia del Molise DOP di Cantine Catabbo
Arriva anche il buon pane di Oratino, a "metro zero" potremmo dire visto che è il pane del fornaio accanto al ristorante. Non c’è un menù alla carta, Nicola Iafelice ci illustra quelli che sono i piatti del giorno un po’ come si faceva nelle vecchie e a noi tanto care osterie di paese. L’antipasto è quello della casa e poi ci sono i salumi, i formaggi e la polenta. Poi possiamo scegliere tra sei primi e sei secondi. Noi optiamo per un antipasto denominato del “trappito”. In un piatto ci vengono serviti del primosale panato fatto al forno e non fritto, del pecorino molisano stagionato, dell’ottimo prosciutto locale, del capocollo, dei tocchetti di pizza di patate con i carciofi, sformatino di zucchine, la frittatina, un pezzetto di rustico con uova, fomaggio e salumi, del cavolfiore panato, dei peperoni in agrodolce e delle palline di patate e formaggio.
Antipasto del Trappito
Poi gustiamo un classico della cucina contadina, un must della tradizione gastronomica molisana e abruzzese: pallotte cacio e uova. Sono delle buonissime palline, delle polpettine fatte con mollica di pane, uova formaggio cotte in un delizioso sugo al pomodoro.
Pallotte cacio e uova
Visto che la giornata fredda lo permette chiediamo di assaggiare anche la meravigliosa polenta del ristorante Olmicello, ottenuta con farine di mais molisane macinate a pietra in un mulino della zona. Polenta in questo caso condita con broccoli e guanciale croccante. Eccezionale.
Polenta con broccoli e guanciale croccante
L’antipasto ci ha davvero soddisfatto ma stanno arrivando i primi che abbiamo scelto. Ecco le pappardelle con porcini e tartufo, gustose e profumate.
Pappardelle con porcini e tartufo
Poi i ravioli di ricotta con le noci, davvero delicati. Da notare come la pasta qui al ristorante Olmicello venga fatta sempre a mano.
Ravioli ricotta e noci
L’altro primo sono le fettuccine con porcini e guanciale. Belle gustose, profumate, appaganti.
Fettuccine con porcini e guanciale
Passiamo ai secondi. Scegliamo il baccalà pomodorini e olive (delizioso). Il baccalà è quello che qui viene chiamato il “pesce di montagna”, legato alla tradizione gastronomica locale cucinato davvero alla perfezione.
Baccalà con pomodorini e olive
Poi una bella tagliata di manzo. Davvero buona la carne anche questa locale.
Tagliata
L’agnello alla brace poi era davvero strepitoso e tenero, grazie alla cottura perfetta avvenuta a fuoco medio e per non più di dieci minuti.
Agnello alla brace
Come contorno prendiamo tre porzioni di patate cotte sotto la coppa con pepe e lardo. Quando si dice sapori contadini……
Patate cotte sotto la coppa
Terminiamo il pranzo in bellezza con il dessert, anzi i desset: una millefoglie con crema e amarena (notevole) e dei dolcetti davvero buonissimi della Pasticceria Sorriso di Loretta Fatica, che si trova in Piazza Giordano proprio ad Oratino. Ti consigliamo questa pasticceria dove troverai dolcetti sempre freschissimi, dei mignon super e una millefoglie meravigliosa (noi l’abbiamo provata). Accompagniamo il dessert con due giri, uno di nocino, l'altro di nespolino (un liquorino alle nespole davvero interessante).
Dolcetti
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 40 euro a persona. Rapporto qualità - prezzo davvero onesto e corretto.
A malincuore dobbiamo andar via ma torneremo di sicuro. Il Ristorante Olmicello guidato in maniera impeccabile da Nicola Iafelice si trova nel centro storico di Oratino in un palazzo antico datato 1816, laddove un tempo c’era un vecchio frantoio. L’atmosfera è bellissima, le sale in pietra con le stupende volte a botte che si alternano a volte a crociera regalano un impatto bellissimo. Qui puoi gustare un’ottima cucina locale con pietanze del territorio cucinate a regola d’arte con ingredienti e prodotti freschissimi.
Salumi e formaggi ottimi, le pallotte cacio e uova da ricordare, la polenta con rape e guanciale ci ha rapito. Buoni i primi, ottimo l'agnello alla brace, morbido e gustoso. Ma in tutta sincerità, ancora più del cibo che comunque merita, a rapirci è stata l’atmosfera ”templare” che si respira in questo posto. Un vero inno alla convivialità. Alla prossima.
Ristorante Olmicello
Via Regina Margherita n.48
Oratino (Cb)
Tel. 0874 38 285
Visita il sito web del Ristorante Olmicello
Si sa che il baccalà va a nozze con le patate. E allora perché non abbinare baccalà e patate in un bel primo piatto? Ecco i tubetti con patate al forno e baccalà, piatto di Carmela Masi, nostra cara amica, nota al grande pubblico come melinaincucina. Preparare questo piatto meraviglioso è semplicissimo, occhio alla ricetta….
Ingredienti per quattro persone:
- 350 gr di tubetti rigati (in questo caso sono stati usati tubetti integrali)
- 4 patate medie
- Prezzemolo q.b.
- Qualche bacca di pepe rosa
- 200 ml di olio
- 300 gr di baccalà dissalato e scaldato
- Sale q.b.
- Pepe a mulinello q.b.
- Pecorino q.b.
Procedimento:
Mettere sul fuoco una pentola con acqua a bollire, tagliare le patate a tocchetti e calarle nell’acqua per 3 minuti circa, sollevarle con una schiumarola e metterle su una placca con carta forno, condire con olio, sale, una macinata di pepe e infornare a 180º per 30 minuti (finché non saranno dorate).
Nella stessa acqua dove si sono scaldate le patate, riportata a bollore, calare i tubetti e salare l’acqua.
In una padella mettere il rimanente olio ,un aglio schiacciato, qualche tocchetto di patata ridotto in purea, il baccalà pulito e ridotto in piccoli pezzetti, dei rametti di prezzemolo e qualche cucchiaio di acqua di cottura della pasta. Lasciar sfriggere leggermente, poi aggiungere le restanti patate.
Scolare la pasta e mantecarla nella padella con le patate e il baccalà. Infine spolverare con prezzemolo tritato e pecorino. Impiattare, decorare con qualche bacca di pepe rosa e aggiungere un filo d’olio a crudo prima di assaggiarla.
Siamo tornati nel baianese a Mugnano del Cardinale alla Maialumeria. Qui siamo stati spesso sia per gustare la loro cucina e anche la loro pizza. Mugnano del Cardinale vanta un’antica tradizione gastronomica ed è la patria del rinomato salame di Mugnano. Maialumeria è la creatura creata da Simone Schettino e dalla sua famiglia che ha una pluriennale e consolidata esperienza nella produzione dei salumi.
Ci è sempre piaciuto questo luogo, un vero e proprio compendio di bontà. E’ sia un market, qui infatti in bottega si può anche comprare, dalla pasta, all’olio Evo, dalle marmellate alle conserve, e ancora legumi, e chiaramente i formaggi e i salumi (sia di produzione propria, sia provenienti da ogni parte d’Italia). Un discorso a parte merita il vino, la proposta è davvero interessante con tante le etichette esposte. Maialumeria è anche ristorante con una proposta di cucina convincente e ottima carne, e novità degli ultimi mesi, anche una valida pizzeria. Insomma qui gli amanti del food (e della carne) hanno davvero di che divertirsi.
Maialumeria - Mugnano del Cardinale - Ode al maiale
Noi siamo in due, arriviamo senza problemi. Parcheggiamo comodamente in strada a pochi passi dal locale. Una volta entrati, l’impatto con il locale è sempre bello. Ci sono ad occhio oltre 100 coperti, spazio a volontà. Nonostante la chiara volontà a voler prediligere l’open space, non mancano le note calde e un tocco di quasi “di casa” con la splendida cucina a vista. Bellissimo il banco e la vetrina dei salumi.
Anche l’angolo pizza è molto ben strutturato. Abbiamo trovato come sempre suggestiva e per certi versi “unica” la camera con pareti in mattoni per l’affinamento e la stagionatura di meravigliosi prosciutti e culatelli.
Stanza per l'affinamento e la stagionatura di prosciutti e culatelli
Ci accomodiamo al nostro tavolo. Siamo venuti per cenare e per provare qualche proposta del nuovo chef Francesco Ambrosio. Diamo uno sguardo al menù, come sempre ben calibrato e strutturato, protagonista è la carne, con sua maestà il maiale in primis, insieme ai salumi (italiani ed esteri di grande qualità). Qui i “meatlovers” hanno davvero l’imbarazzo della scelta con una selezione di tagli e razze pregiate: su tutte la razza casertana, l’iberico e il pregiato Mangalica ungherese. Ci sono i salumi, i taglieri di salumi e formaggi, tre proposte di antipasti, quattro primi e tantissimi secondi di carne, contorni e dessert. La carta dei vini è studiata alla perfezione.
Da bere ordiniamo una minerale e un vino che a me piace particolarmente in abbinamento ai salumi che arriveranno a breve: Otello nerodilambrusco, probabilmente il vino di punta di Cantine Ceci che porta il nome del fondatore (Otello appunto). Quel che si dice un super lambrusco di un bel colore rubino, profumo inebriante, chiare note di frutti rossi e una bella mineralità. Un vino che conosciamo e prendiamo spesso.
Otello Ceci Lambrusco Emilia IGT
Prima del tagliere arriva un gradito omaggio dello chef, un entrée che abbiamo apprezzato molto. Un assaggio di carciofo a zuppetta. Carciofo di Schito o di Castellamare (eccellente) in umido con scarola e spuma di parmigiano. Ottimo inizio…
Entrée dello chef
Abbiamo ordinato un tagliere “Food Valley” per due: culatello di Zibello DOP, prosciutto di Parma 24 mesi, coppa artigianale, pancetta arrotolata con cotenna e salamino di prosciutto.
Un inno all’Emilia Romagna, patria dei salumi, da Modena a Reggio fino a Parma la patria del mitico prosciutto e del culatello. Il profumo dei salumi è inebriante, intenso. Il prosciutto si scioglieva letteralmente in bocca con la sua proverbiale e suadente dolcezza, e che dire del culatello, poesia pura. Notevole la pancetta arrotolata e buona la coppa. Da rimarcare anche il salamino di prosciutto, morbido e delicato. In definitiva un fantastico tagliere.
Tagliere Food Valley
Abbiamo chiesto anche un assaggio di pecorino Carmasciano stagionato e un commovente blu di mucca.
Assaggio di formaggi
Ordino un primo e scelgo uno dei piatti forti di Maialumeria: ziti alla genovese antica. Una signora genovese, profumata, appagante, equilibrata con una cottura perfetta della pasta. Chapeau.
Ziti spezzati alla genovese antica
E’ il momento dei secondi. Optiamo per un hamburger di marchigiana, semplicemente perfetto. La carne meravigliosa, mordida, succosa, buonissima..
Hamburger di marchigiana
Come contorno con l’hamburger ordiniamo delle belle verdure grigliate, (melanzane, zucchine, peperoni e finocchi).
Verdure grigliate
L’altro secondo è la pancia di maialino cotta a bassa temperatura con dadolata di verdurine dell’agro. Fantastico il maiale, cotto alla perfezione. Si scioglieva letteralmente in bocca. Gradevole l’abbinamento con le verdurine.
Pancia di maialino
Con la pancia di maiale prendiamo delle patate artigianali con la buccia. Adesso siamo sazi !
Patate artigianali con la buccia
Non c’è spazio per il dessert ma per due amari (Jefferson) si. Chiudiamo qui la nostra cena.
Amaro Jefferson
Chiediamo il conto e paghiamo poco più di 50 euro a testa. Rapporto qualità prezzo direi corretto.
Maialumeria a Mugnano del Cardinale si conferma alla grande nella nostra guida on line degli indirizzi da non perdere. E’ un vero Paradiso se ami carni, salumi e formaggi.
I salumi sono una garanzia. Interessanti le proposte di cucina dello chef Francesco Ambrosio, nota di merito per la sua genovese, davvero spettacolare.
Il locale poi è ampio, spazioso, gradevole. Interessante la novità dell’introduzione della pizza (che abbiamo già gustato). Fantastico il loro tagliere food Valley, il prosciutto di Parma 24 mesi crea dipendenza. Il servizio è preciso e veloce. Corretto il rapporto qualità – prezzo, senza dubbio adeguato al contesto e alla proposta gastronomica. Consigliatissimo, garantiamo noi.
Maialumeria
Corso Europa n. 4
Mugnano del Cardinale (Av)
Tel. 081 825 7268
Visita la pagina FB di Maialumeria
Siamo a Napoli, capace sempre di regalare emozioni, un caleidoscopio di colori, di profumi, di arte, di bellezza. Siamo in giro a goderci bellezze della città e l’idea è quella di fermarci per una pausa veloce, a pranzo siamo stati da Pescaria. Da poco meno di un anno infatti, anche a Napoli c’è Pescaria, il famoso “fast food” di mare, specializzato in “panini di pesce”.
Pescaria è sicuramente uno dei progetti italiani legati al food, più rivoluzionari e di successo degli ultimi decenni. Tutto nacque a Polignano nel 2015 grazie alla creatività, all’impegno e allapassione di tre amici: Bartolo L’abate, Domingo Iudice e Lucio Mele.
L’idea di base era semplice, in effetti è presente anche nel loro slogan “un nuovo modo di mangiare il pesce cotto e crudo”.
Il segreto è un prodotto di qualità, “easy”, poco impegnativo (per questo l’idea del fast food). Riproponendo ciò che in Puglia da anni è presente nella tradizione gastronomica: i panini di pesce. Da quel momento, grazie anche ad una riuscitissima opera di marketing e comunicazione, Pescaria è diventata un vero fenomeno.
Negli anni dopo Polignano ha aperto in tantissime città: due punti a Milano, e poi Torino, Roma, Bologna, Verona e naturalmente anche a Napoli.
Ci andava un bel panino di pesce e ci siamo fermati qui per pranzo.
Siamo in Piazza Vittoria a pochi passi da Piazza dei Martiri e dal Lungomare Caracciolo. Arriviamo dopo le 14, fortunatamente non c’è molto da attendere. Il locale dentro è suddiviso in tre ambienti, lo spazioso ingresso con il banco del pescato e la cassa e due sale interne, (c’è anche un comodo dehors all’aperto sempre pienissimo).
Pescaria. Napoli - Una delle sale interne
Noi ci accomodiamo al nostro tavolo da due ma prima (come da prassi) ordiniamo in cassa. Sguardo d'ordinanza al menù, ci sono i grandi classici (che abbiamo più volte già gustato da Pescaria a Polignano). Il pesce crudo (dalle ostriche alle cozze, dagli scampi ai gamberi, noci, tagliatelle di seppie e tanto altro ben di Dio), le tartare di mare con o senza crostini, i carpacci, le insalate e poi il pesce cotto, le fritture e chiaramente i mitici panini di pesce.
Da notare che c’è anche un menù stagionale che cambia in base al periodo dell’anno con friselle, focacce, panzerottini, terrine con pesce e verdure di stagione (tra queste la mitica riso patate e cozze, un must della tradizione pugliese).
Da bere ordiniamo una minerale e due calici di aglianico rosato.
Rosato Aglianico
Cominciamo con una bella frittura mista (300 gr di frittura con gamberi, seppie, polpo e totani), giusto per preparaci ai panini. La frittura è buona, il fritto non pesante e non unto.
Frittura mista
Ecco dopo pochissima attesa i due panini che abbiamo ordinato. Un panino tartare di tonno con 100 gr di tartare di tonno, burrata, pomodoro fresco, olio al cappero e pesto al basilico. Conoscevo bene questo panino, l’ho gustato spesso a Polignano (insieme a quello al polpo fritto). Il tonno è di ottima qualità, c'è il pomodoro a donare freschezza, la burrata morbida e suadente a legare il tutto e con la nota interessante dell’olio al cappero e del pesto al basilico. Un panino che è una certezza.
Panino tartare di tonno
Anche l’altro panino non ha deluso le nostre aspettative. Il panino tartare di salmone con 100 gr. di salmone marinato, zucchine fritte, il fiordilatte, lattuga, pesto di pomodoro secco e maionese al peperone arrosto. Un panino che ci è piaciuto davvero tanto, con un perfetto equilibrio di tutti gli ingredienti della farcitura. Ho trovato eccellente l’abbinamento del salmone con le zucchine fritte.
Il panino Tartare salmone
Paghiamo per il nostro pranzo “fast” da Pescaria poco più di 18 euro a persona. Davvero ottimo il rapporto qualità – prezzo.
Pescaria rappresenta una certezza. Questa catena di fast food di pesce è davvero un’ottima soluzione quando vuoi gustare del buon pesce in modo informale e senza spendere tanto.
Pescaria a Napoli presenta gli stessi “must”, i grandi classici che avevamo già trovato da Pescaria a Polignano: dai crudi ai fritti, dalle tartare alle insalate, dalle friselle ai mitici panini. In effetti il menù è lo stesso e offre tante proposte interessanti. Noi siamo venuti qui perché avevamo voglia di gustare i loro buonissimi panini di pesce, (voglia più che soddisfatta).
Da sottolineare la grande attenzione anche nei confronti di chi ha intolleranze con dei menù studiati per chi è intollerante al glutine, i panini ad esempio, sono disponibili anche senza glutine o con mozzarella e fiordilatte senza lattosio. Lodevole la scelta fatta da Pescaria già dal 2018, di essere “plastic free” e di rinunciare alla plastica monouso (bicchieri, stoviglie, posate e bottiglie), scelta che in un certo senso ha anticipato i tempi, visto che ormai piano piano siamo in quella direzione per tutti. Il servizio è veloce e professionale. Ottimo il rapporto qualità – prezzo. Pescaria rappresenta un accattivante modo di gustare il pesce, crudo, fritto, o dentro ad un meraviglioso panino il tutto con prodotti di assoluta eccellenza e materie prime di qualità ma in modo “easy” e poco impegnativo. Aperto tutti i giorni dalle 12 alle 24. Esperienza da fare assolutamente. Ci si rivede presto.
Pescaria
Piazza Vittoria n.6
Napoli
Tel. 081 633 6136
Visita il sito web di Pescaria
La minestra maritata è un meraviglioso piatto campano della tradizione tipico della stagione fredda. Per tradizione in molte case la si prepara spesso anche nel pranzo di Santo Stefano. E’ una sorta di minestra chiamata “maritata” perché le verdure, la carne e il brodo si “sposano”, “maritano” appunto creando una sinfonia di sapori e gusto inimitabili che riporta alla tradizione contadina e al passato.
Carmela Masi, nota su IG come melinaincucina ci propone la ricetta tramandatale dalla cara nonna Ada.
Da non perdere, ecco come si prepara….
Ingredienti per 4 persone:
- 500 gr di corazza o muscolo
- 300 gr di gallinella di maiale
- 2 costine
- 2 salsicce
-1 cotica
-1 “noglia” di maiale (salsiccia di ventre)
-1 cotica
1/2 gallina
- verdure miste -5 fasci di scaroline,5 di bietoline, 5 di cicorietta, 3 fasci di torzelle, 3 di broccoli neri, 3 di borragine, 1/2 cavolo verza
- 2 cipolle (grandezza media)
- 2 carote
- 2 coste di sedano
- Q.b. di passata di pomodoro
- Sale q.b.
- Parmigiano grattugiato q.b.
- 1 rametto di maggiorana q.b.
- Scorzette di parmigiano pulite q.b.
Procedimento:
La prima cosa da fare è preparare i due brodi. Se si usano la cotica e la noglia, è necessario farle bollire in un pentolino, cambiando l’acqua due volte. A questo punto, per preparare i brodi, mettere la carne maiale, le salsicce, la cotica e la noglia in una pentola e quella di pollo in un’altra. In entrambe le pentole aggiungere acqua, sedano, carota, cipolla e salsa di pomodoro, coprire e far cuocere due ore circa a fiamma media e poi salare. Nel brodo di pollo aggiungere il rametto di maggiorana per insaporire maggiormente. A questo punto, scaldare separatamente tutte le verdure per pochi minuti, scolarle e tenerle da parte. Filtrare i due brodi e farli riposare, una volta freddi, in frigo. Il giorno seguente sgrassare, se necessario, il brodo di carne, poi unirlo a quello di pollo e alle verdure in una sola pentola, aggiungere le scorzette di parmigiano e i pezzi di carne. Riscaldare bene il tutto. Impiattare e spolverare con il parmigiano.
Il consiglio: Per mantenere il colore acceso delle verdure, dopo averle scaldate, tuffatele in acqua e ghiaccio e strizzatele velocemente.
N.B. La nonna Ada per renderla più gustosa preparava un battuto di lardo e aglio e lo aggiungeva alla minestra.
Si è vero il procedimento è un po’ laborioso ma ne vale davvero la pena…
La Valle Telesina negli ultimi tempi ci sta regalando graditissime sorprese e indirizzi davvero interessanti. Ci sono alcuni locali senza dubbio meritevoli e piacevoli scoperte che ovviamente segnaliamo a chi ci segue con tanta passione e affetto. Ad esempio a Telese Terme, cuore pulsante della Valle Telesina e rinomata località termale, c’è un indirizzo che da tempo avevamo segnato in agenda: #Amemipiace Osteria Contemporanea.
Amemipiace Osteria Contemporanea Telese Terme Insegna esterna
Visto che eravamo in zona non potevamo lasciarci sfuggire l’occasione di provare la loro cucina. Siamo proprio al centro di Telese Terme in Viale Minieri, la strada principale dove è piacevole passeggiare e ci sono anche tanti negozi e attività commerciali. Siamo a poca distanza dalla Stazione. #Amemipiace Osteria Contemporanea è il ristorante dello storico Albergo D’Onofrio, che da poco ha visto nuova luce grazie ad una sapiente opera di ristrutturazione. Qui “accoglienza” è la parola d’ordine, gli ospiti vengono coccolati e anche a tavola non si scherza.
Infatti la grande novità (oltre al nuovo look dell’Albergo) è proprio questa Osteria definita “contemporanea”. Mai definizione fu più calzante e appropriata ma riavvolgiamo il nastro cominciamo dal principio.
Dopo aver parcheggiato comodamente la nostra auto a pochi metri dal locale, entriamo. Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due. Veniamo accolti con garbo e gentilezza da colui che scopriremo poi essere il titolare. La location è decisamente gradevole: tre sale con un arredamento sobrio, minimal, essenziale ma di design, in stile quasi industriale. Dominano i colori scuri, il legno e l’acciaio.
Diamo uno sguardo al menù, “essenziale” anche questo. Ci sono non tantissime proposte ma curate e studiate: tre antipasti, sei primi, otto secondi di carne, il baccalà e poi la pinsa e contorni e i dessert. I piatti ovviamente seguono la stagionalità dei prodotti e delle materie prime. Chi mi segue sa che non amo i menù chilometrici, mi piacciono i menù concepiti così, pochi orpelli, tanta sostanza e piatti che “parlano” del territorio ma lo fanno con un tocco di contemporaneità.
Cominciamo ordinando una minerale e una bottiglia di Barbera del Sannio DOP Alkeys di Ca’Stelle viticultori in Castelvenere. Ottenuto dal vitigno Camaiola, autoctono della zona e di Castelvenere è un vino interessantissimo con un profumo intenso di spezie e frutti rossi, un buon tannino e una struttura notevole. Davvero un ottimo compagno di viaggio per il nostro pranzo.
Barbera del Sannio DOP Alkeys
Come antipasti ordiniamo delle buonissime polpettine di bufala in salsa “Petchup” e fonduta di parmigiano reggiano. Piccola raccomandazione, attenzione a non esagerare: creano dipendenza.
Polpette di bufala
L’altro antipasto fa tornare l’effetto wow: cappuccino e cornetto rigorosamente salati e serviti come il cappuccino e il cornetto che prendiamo a colazione. La differenza è che nella tazza c’è una avvolgente e morbida vellutata di zucca mantovana con una delicata spuma di parmigiano reggiano Gran Riserva (meraviglioso) e un sorprendete cornetto salato ai porcini che i più gaudenti potranno inzuppare in cotanto ben di Dio.
Cappuccino e Cornetto salati
L’incipit è stato davvero notevole. Ma continuiamo alla grande con i due primi che abbiamo scelto. Ecco la “fedora” ripiena fatta in casa con la ricotta, mortadella di bufala e pesto di pistacchio. Si tratta in pratica di una sorta di ravioloni “oversize”, davvero eccezionali. La pasta tirata alla perfezione, il ripieno di ricotta è appagante. Interessante il pesto di pistacchio e la mortadella di bufala. Piatto nel complesso convincente.
Fedora ripiena di ricotta con mortadella di bufala e pesto di pistacchio
L’altro primo è un inno al territorio e alla stagione fredda. Sono le tripoline con i porcini e la crema tartufata. Un connubio vincente. Deliziosi i porcini, non stucchevole la crema tartufata che non copre affatto il tutto, ma regala un piacevole equilibrio ad un piatto che denota una grande personalità.
Tripoline ai funghi porcini e crema tartufata
Come secondi ecco una commovente guancia di vitello cotta a bassa temperatura, con jus di vitello, souffle di patate e topinambur. La guancia è paradisiaca, si scioglieva letteralmente in bocca e faceva l’amore con il suo Jus, il suo succo pieno di gusto. Delicato come una carezza il souffle di patate. Un secondo piatto che si lascia ricordare.
Guancia di vitello
Non paghi ecco anche una tagliata di black angus argentino. Appagante, tenera e saporita la carne che volutamente abbiamo chiesto con cottura media.
Tagliata di black angus
Accompagniamo la carne con delle deliziose patate al forno che hanno sempre il loro perché, soprattutto quando solo così buone.
Patate al forno
Siamo davvero sazi. Saltiamo nostro malgrado il dessert. Prendiamo due amari (Jefferson) e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo 45 euro a persona. Abbiamo trovato assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
Sarebbe facile e scontato il richiamo al loro nome #Amemipiace ma ci è piaciuto davvero tanto questo posto, ci ha convinto. #Amemipiace Osteria Contemporanea è il ristorante che si trova all’interno dell’Albergo D’Onofrio. Qui la parola d’ordine è accoglienza, anche a tavola. L’Osteria propone un’ottima cucina del territorio ma riproposta in chiave contemporanea. Qui trovi poche ma studiate proposte, materie prime scelte e prodotti d’eccellenza di questa fortunata area geografica (basti pensare al rinomato prosciutto di Pietraroja, alle patate di Cusano Mutri ai porcini del vicino Matese) e tanta attenzione e rispetto della stagionalità. Pranzare o cenare qui è davvero una piacevole esperienza. Il servizio è discreto e puntuale. Assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
#Amemipiace Osteria Contemporanea a Telese Terme entra di diritto nella nostra guida “on line” degli indirizzi che a parer nostro sono da non perdere. Consigliatissimo, provare per credere diceva qualcuno. Rivelazione. Alla prossima...
#Amemipiace - Osteria Contemporanea
Viale Minieri n.32
Telese Terme (Bn)
Tel. 0824 975353
Visita il sito web di #Amemipiace Osteria Contemporanea e dell’Albergo D’Onofrio
Da quando abbiamo scoperto lo chef Carmine Farina di ArteGusto Ristorante a Bellizzi, ci siamo innamorati delle sue proposte e dei suoi piatti. Di tanto in tanto ti regaliamo qualcuna delle sue ricette. Questo piatto ad esempio è spettacolare si tratta della pasta mista con cremoso di patate, cozze e pecorino profumato al limone. Pensi sia difficile farla a casa? Assolutamente no. Provare per credere…..
Ricetta per 4 persone:
- 350 gr di pasta mischiata
- 600 gr di cozze
- 3 patate di media grandezza
- Pecorino di ottima fattura
- Olio extravergine
- Pepe
- 1 limone
- Aglio
- Basilico
- Gambi di prezzemolo
Procedimento:
Pelare le patate e farle cuocere in un fondo con olio uno spicchio di aglio e un po’ di pepe, aggiungere un po’ di brodo vegetale (leggero) preparato precedentemente e portarle a cottura.
Nel frattempo pulire le cozze e farle aprire in un tegame con olio, aglio, i gambi di prezzemolo e il pepe. Appena si saranno aperte le cozze, sgusciarle e tenerle da parte. Il guazzetto che si sarà creato va filtrato e aggiunto alle patate che avete cotto precedentemente.
Portare a bollore il brodetto con le patate e l’acqua delle cozze e calare la pasta direttamente dentro, portare a cottura al dente aiutandovi con il resto del brodo vegetale che aggiungerete mano a mano come se fosse un risotto.
A cottura ultimata e quando si avrà una consistenza bella cremosa, aggiungete le cozze che avevate messo da parte, il pecorino grattugiato, un po’ di pepe, la scorza di limone grattugiata è un po’ di basilico spezzettato. Mantecate, fate riposare 2 minuti lontano dal fuoco ed impiattate il tutto. Buon appetito…
ArteGusto Ristorante
Via Roma n. 376
Bellizzi (Sa)
Tel. 0828 354629
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Siamo tornati a Nola da Bertie’s Bistrot, ci siamo già stati in passato e conservavamo un ottimo ricordo delle loro proposte di cucina e del locale. Del resto lo chef Valentino Buonincontri è davvero una garanzia. Il locale è bello come lo ricordavamo, arredo curatissimo, bel gioco di illuminazione. Molto bello quando si entra a sinistra il banco pizza (si perché da Bertie’s Bistrot fanno anche una buonissima pizza grazie al Mestro Pizzaiolo Dominic Russo). L’atmosfera è molto piacevole, stile industrial e shabby si incontrano e regalano un quadro di insieme davvero bello. Mi piacciono molto i tavoli in legno grezzo vissuto e le sedie dal sapore vintage. Bellissime le lampade e il maestoso bancone.
Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due. Ci accomodiamo e come sempre sbirciamo il menù. Ci sono gli antipasti di terra, quelli di mare, cinque proposte di primi, quattro secondi oltre ai contorni. Poi un trionfo di carne alla brace. Qui c’è davvero l’imbarazzo della scelta con tagli e carni selezionate con cura e passione.
Da bere ordiniamo una minerale e due calici di aglianico. Cominciamo con gli antipasti. Ecco la deliziosa mozzarella in carrozza con pesto bio di basilico e pomodoro. Non mangiavo la mozzarella in carrozza da una vita. Davvero ottima e gustosa, mi verrebbe quasi voglia di fare il bis ma mi contengo.
Mozzarella in carrozza pesto di basilico e pomodoro
Se la mozzarella in carrozza ci è piaciuta, i bon bon di friarielli e fonduta di provola ci lasciano senza parole. In una parola: favolosi. Meravigliosa quella voluttuosa fonduta che valorizzava al massimo il sapore leggermente amarognolo dei friarielli creando un equilibrio perfetto.
Bon bon di friarielli e fonduta di provola
Decidiamo anche di gustare il colante di caciocavallo con castagne e funghi. Morbido e delicato il tortino di caciocavallo dal cuore filante. Perfetto l’abbinamento con i funghi. Ottima proposta di stagione.
Colante di caciocavallo castagne e funghi
Tra i primi mi avevano incuriosito le tagliatelle homemade con zucca e porcini. Decidiamo di provarle e mai scelta fu più azzeccata. Partiamo dalle tagliatelle, tirate a dovere belle callose come piacciono a me, accompagnate in modo sublime dalla zucca che con la sua nota dolce si sposava alla grande con il gusto deciso dei porcini. Azzeccatissima poi la scelta di aggiungere la nota croccante dei semi di zucca. Un primo piatto che si lascia ricordare, ottimo proprio perché mette insieme pochi ingredienti ma ben definiti e perfettamente equilibrati. Complimenti.
Tagliatelle handmade con zucca e porcini
Anche il secondo piatto non delude le attese. Morbidissimo e saporito il filetto di maialino da latte con cremoso di patate e frutti di bosco.
Filetto di maialino con cremoso di patate e frutti di bosco
Lo accompagniamo con delle patate fritte a spicchi con la buccia. Ci andava un contorno dal sapore rustico.
Patata fritta a spicchi con buccia
E il poi ecco il nostro contorno di stagione preferito in questo periodo: i friarielli. Adoriamo il loro inconfondibile sapore amarognolo.
Friarielli
Prendiamo un amaro (Jefferson) e chiediamo il conto. Paghiamo per la nostra cena 40 euro a persona.
Bertie’s Bistrot a Nola per noi rappresenta una certezza. Bella e curata la location, il menù è vario e farà la gioia soprattutto di chi ama la carne di qualità. Lo chef Valentino Buonincontri propone una cucina creativa ma che si muove nel solco della tradizione con una maniacale attenzione e cura nella scelta di prodotti e materie prime nel rispetto della stagionalità. Il servizio è preciso e professionale. Corretto il rapporto qualità-prezzo. Come detto a breve torneremo per gustare e valutare anche la loro pizza.
Bertie’s Bistrot si conferma alla grande e resta senza dubbio tra gli indirizzi da segnare in agenda nella nostra guida degli indirizzi da non perdere. Quelli visitati e consigliati dai Templari del Gusto. Garanzia.
Bertie’s Bistrot
Via dei Mille n.50
Nola (Na)
Tel. 081 512 7000
Visita il sito web di Bertie’s Bistrot
Non si può resistere davanti a queste candele alla genovese di tonno con le olive, una meravigliosa sinfonia di profumi e di gusto. Ecco la ricetta della bravissima Carmela Masi, famosa su Instagram come Melinaincucina, nostra cara amica e follower. E’ davvero una ricetta semplicissima, prova a farla a casa …..
Ingredienti per 4 persone:
- 400 gr di pasta (candele o ziti)
Per il condimento:
- 6 cipollotti bianchi o cipolle ramate piccole
- Olio evo q.b.
- Sale q.b.
- Pepe q.b.
- 15 olive itrane denocciolate
- 1 cucchiaio di capperi dissalati piccoli
- 200 gr di tonno sgocciolato
- 1 mazzetto di prezzemolo tritato finemente
- 1 cucchiaio di pecorino grattugiato
Per decorare:
Qualche foglia di prezzemolo o di basilico
Procedimento:
Portare a bollore l’acqua per la cottura della pasta. Tagliare a fettine le cipolle e metterle a stufare in una padella con olio evo, se occorre aggiungere un mestolo di acqua calda per evitare che le cipolle friggano regolare di sale e pepe. Le cipolle devono stufare e rimanere morbide, per questo ci vorranno una ventina di minuti se abbiamo usato le cipolle ramate, una quindicina di minuti nel caso dei cipollotti freschi.
Intanto calare la pasta e salare l’acqua; in un’altra padella ampia mettere un filo di olio evo, le olive e i capperi e far sfrigolare a fiamma bassa. Poi aggiungere un mestolo di acqua calda, il tonno sminuzzato e le cipolle ridotte quasi a crema. Scolare la pasta tre minuti prima del tempo di cottura, versare la pasta nella padella e ultimare la cottura nel condimento.
Aggiungere il prezzemolo sminuzzato, mantecare bene, aggiungere un bel cucchiaio di pecorino e continuare a mantecare. Infine impiattare.
Mettere un filo di olio a crudo, una macinata di pepe, decorare con foglioline di basilico e prezzemolo. È consentita (anzi è d’obbligo) “la scarpetta”.
Ti proponiamo un primo piatto davvero delizioso della bravissima Carmela Masi, famosa su Instagram come Melinaincuina, nostra cara amica e follower. Sono gli spaghetti del Partenio con porcini e nocciole. Un primo piatto di stagione che ti conquisterà. Occhio alla ricetta …..
Ingredienti per 4 persone:
- 350 gr. di spaghetti XXL
Per preparare il condimento:
- Olio evo q.b.
- Uno spicchio d’aglio schiacciato
- Sale q.b.
- Prezzemolo tritato q.b.
- Peperoncino q.b.
- 300 gr di funghi porcini
- 100 gr di nocciole tritate
Per decorare:
- Fiori eduli
- 5/6 nocciole intere
Procedimento:
Portare a bollore l’acqua per la cottura della pasta. In un’ampia padella poi, soffriggere l’aglio e il peperoncino in olio evo, appena l’aglio si è dorato eliminarlo e aggiungere i funghi puliti e tagliati non troppo sottili. Salare e far cuocere per cinque minuti a fiamma media.
Aggiungere un mestolino di acqua calda.
Intanto salare l’acqua e calare la pasta. Far cuocere i funghi ancora per 5 minuti e aggiungere le nocciole tritate.
Scolare gli spaghetti 3/4 minuti prima della cottura, versarli nella padella e terminare la cottura nel condimento, mantecare bene, (se occorre aggiungere un poco di acqua di cottura della pasta), spolverare con prezzemolo tritato. Impiattare e servire. Il piatto è pronto!