Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Ecco un primo piatto che in Sicilia porta felicità a tavola nel pranzo della Domenica, delle feste, una pasta che piace tantissimo a grandi e a “picciriddi”(bambini): gli anelletti al forno, meglio conosciuta a Palermo come “a Pasta cu furnu”(la Pasta con il forno). Ti proponiamo una ricetta d’autore, quella di Salvo Terruso famoso sui social come Il Pastaio matto.
I suoi anelletti sono la versione di Nonno Pippinu con la sua Taverna di Monreale, naturalmente l’ha personalizzata per via di alcuni ingredienti e per la versione del ragù speciale di Salvo. Uno spettacolo. Prova a farli!
Ingredienti per 4 persone:
- 400 gr di anelletti di grano duro
- 150 gr di caciocavallo Palermitano grattugiato
- 300 gr di Tuma dei Nebrodi (a fette)
- 300 gr di mozzarella fette
- 200 gr di prosciutto cotto a dadini
- 30 gr di burro (per imburrare la teglia)
- 20 gr di burro (da mettere negli anelletti)
- Pangrattato q.b.
- 1 uovo sbattuto
Per il Ragù:
- Olio Evo q.b.
- 1 cipolla
- 1 carota
- 1 costa di Sedano
- 2 foglie di alloro
- Pepe nero q.b.
- 250 gr piselli
- 350 gr di lombo di maialino macinato
- 350 gr di muscolo di manzo macinato
- 125 ml di vino bianco secco
- 125 ml di latte Intero
- 500 gr di passata di pomodoro
Procedimento:
La prima operazione da fare è sbucciare e tritare le cipolle, le carote e il sedano. Mettere il trito di verdure in una casseruola con l’olio extravergine d’oliva, farle soffriggere a fuoco moderato.
Quando la cipolla diventa trasparente, aggiungere “u tritatu” (il macinato) di manzo e di maialino, e le foglie di alloro. Fare dorare, quindi sfumare con il vino bianco secco.
A questo punto, aggiungere i piselli e versare la passata di pomodoro nonché un bicchiere d’acqua, il sale ed il pepe.
Trascorsi dieci minuti aggiungere il latte, mescolare il tutto per bene, fare cuocere per 20 minuti a fiamma vivace, e proseguire la cottura a fiamma molto moderata per circa 2 ore.
Si dovrà ottenere una salsa omogenea e densa. A questo punto cuocere gli anelletti per circa 3-4 minuti e scolarli.
In un contenitore mescolare gli anelletti rapidamente con il ragù, una noce di burro, e il caciocavallo grattugiato. Imburrate la teglia e spolverate con un po’ di pangrattato, quindi versarvi la metà degli anelletti conditi.
Fare degli strati con il prosciutto, la mozzarella e la tuma ridotte a dadini e delle cucchiaiate di ragù. Definire lo sformato aggiungendo la pasta rimasta.
Infine nella parte superiore delle sformato aggiungere un poco di “sucu ri pumaruoru” (salsa di pomodoro) mescolata precedentemente con un uovo sbattuto, quindi spolverate con po’ di caciocavallo grattugiato ed il pangrattato.
Infornare a 180° per circa mezz’ora. Prima di in piattare lasciare raffreddare per circa 5 minuti.
Che dirvi…Buon Appetito, e…. come dice Salvo Terruso “Mancìa e liccati u piattu” (Mangia e leccati il piatto).
Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto
Siamo in Irpinia, un territorio che adoriamo e che ci regala sempre emozioni. Siamo tornati a Gesualdo, uno dei borghi più belli e suggestivi della provincia di Avellino. Il centro storico di Gesualdo è sempre spettacolare, dominato dall’imponente castello che fu di Carlo Gesualdo, Principe di Venosa e famoso madrigalista del 500, conosciuto il Principe dei “musici”. Il borgo e il paesaggio circostante sono di una bellezza mozzafiato e cambiano colore e prospettiva seguendo il corso delle stagioni. Venire qui è sempre bello, così come è bello ed è tappa obbligata fermarsi a pranzo o a cena al Ristorante La Pergola.
Qui la cucina irpina trova la sua esaltazione, una cucina “di terra” che conquista perché rappresenta il giusto mix fra la tradizione e modernità. Le proposte della bravissima chef-architetto Franca De Filippis esalta i prodotti dell’orto e le eccellenze irpine in maniera sublime. La Pergola si trova in Via Freda, in campagna ai piedi del paese e del borgo. L’impatto è meraviglioso come sempre, dall’esterno la struttura in pietra regala un senso di pace, all’interno rispetto all’ultima volta che ci siamo stati ho notato dei cambiamenti nell’arredo e nel colore delle pareti, molto bella poi l’idea di creare un angolo (con tavolo) concepito per la degustazione ma comunicante con il resto della sala, unica differenza la scelta del pavimento di questo ambiente (la scelta del parquet trovo sia azzeccata). In pratica questo è una sorta di salotto del gusto inserito comunque in un ambiente che regala un senso di familiare convivialità e di benessere. Ci accoglie il padrone di casa Antonio Ferrante, un signore sotto tutti i punti di vista, educato, appassionato cultore del territorio irpino e dei prodotti meravigliosi che esso regala. Ci accomodiamo al nostro tavolo da due.
Il menù non delude ed è improntato alla tradizione irpina. Mentre decidiamo arriva un piccolo benvenuto, due trancetti di pizza al pomodoro e due di focaccia.
Benvenuto
Abbinati ad un Fiano della Cantina Di Prisco, interessante realtà di Fontanarosa a pochi km da Gesualdo. Questo Fiano è davvero intrigante, di un bel giallo paglierino, sentori fruttati e floreali, con una bellissima nota minerale.
Il Fiano di Di Prisco
In attesa degli antipasti Antonio Ferrante ci serve il pane locale (ottimo) ed il meraviglioso olio extravergine di oliva di ravece (monovarietale), un vero “must” del territorio. L’olio è dell’oleificio FAM di Venticano.
Olio Ravece FAM
Da bere continuiamo con un rosso della Cantina iI Prisco, per restare in Irpinia anche con il vino. Optiamo su consiglio di Antonio per un aglianico Campi Taurasini Doc, un vino corposo, di un bel rosso rubino intenso, con sentori di frutti rossi e note speziate. Ottima scelta davvero.
Irpinia Campi Taurasini di Di Prisco
Si comincia con gli antipasti. Ecco un piatto di salumi irpini: capicollo, pancetta, soppressata, salsiccia, prosciutto (del prosciuttificio Ciarcia) e in più un assaggio di pecorino Carmasciano. Salumi di ottima fattura, nota di merito per la soppressata e la pancetta (si scioglieva in bocca), sul Carmasciano rischio di ripetermi. Chi mi legge da anni, sa bene che è uno dei miei formaggi preferiti.
I Salumi irpini e il pecorino Carmasciano
Esaltante l’altra proposta, una sfoglia di scarola con uvetta, stracciata e alici di Cetara. Un gioco di contrasti, sapori, profumi, consistenze. L’amarognolo della scarola che fa l’amore con la morbidezza della stracciata, la dolcezza dell’uvetta che contrasta con la nota sapida delle alici di Cetara, e poi la lieve nota croccante della sfoglia. Piatto riuscitissimo. Chapeau!
Sfoglia di scarola con uvetta, stracciata e alici di Cetara
Ordiniamo due primi diversi. Ecco dei ravioli di ricotta con pomodorini del piennolo, stracciata e cristalli di basilico. I ravioli sono rigorosamente handmade e fatti come tradizione irpina vuole.
Ravioli di ricotta con pomodorini del piennolo, stracciata e cristalli di basilico
L’altro primo è la maccaronara con crema di broccoli, colatura di alici di Cetara, polpvere di peperoni e pane soffritto. Piatto che mi ha conquistato a partire dalla pasta fatta rigorosamente a mano, poi l’abbinamento dei broccoli con la colatura di alici è una garanzia, così come la nota croccante del pane soffritto. Ottima proposta davvero…
Maccaronara con broccoli colatura di alici di Cetara e pane soffritto
Il nostro pranzo prosegue in modo davvero piacevole. Abbiamo ordinato anche due secondi e nell’attesa, usciamo un po’all’esterno. Ci sediamo a chiacchierare su una bellissima panchina ammirando il verde e la natura intorno. Qui alla Pergola si sta davvero bene. Rientriamo in sala ecco i secondi: maiale a cottura lenta, con funghi cardoncelli, peperoni sott’aceto e arancia. Piatto commovente, la carne era morbidissima e voluttuosa. La cottura lenta del maiale denota una tecnica sopraffina. Che buoni poi i funghi cardoncelli!
Maiale a cottura lenta, funghi cardoncelli, peperoni sottaceto e arancia
Se il maiale ci è piaciuto non è da meno lo stracotto di vitello al Taurasi, con purè di patate e cavolo rosso. Paradisiaco.
Stracotto di vitello al Taurasi
Siamo sazi ma ci concediamo un dessert da dividerci. La nostra scelta cade sulla millefoglie con ricotta mantecata con miele sciroppo d’acero e amarene visciole. Che bontà…
Millefoglie con ricotta mantecata con miele, sciropppo d'acero e amarene visciole
Antonio Ferrante ci serve due liquorini alla mela e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo poco più di 45 euro a persona. Costo più che giusto e corretto se rapportato alla qualità dei prodotti utilizzati, al tipo di proposte di cucina e all’accoglienza professionale che troverai.
Il Ristorante la Pergola a Gesualdo per me rappresenta una certezza. Questo è un punto fermo della ristorazione irpina. Le proposte di cucina della chef Franca de Filippis sono convincenti ed esaltano i prodotti dell’orto e le materie prime come in una sinfonia in cui tutti gli ingredienti sono come strumenti che suonano alla perfezione lo spartito creando un equilibrio perfetto fra la grande tradizione irpina e un tocco necessario di creatività. Una cucina quella di Franca De Filippis che ha una sua “anima”, un carattere ben definito. Antonio Ferrante poi è un perfetto padrone di casa, gentile e sempre pronto a consigliare ed accompagnare gli ospiti nella scelta di piatti e abbinamenti. Buona la carta dei vini in prevalenza campani e irpini.
Altra cosa che adoro della Pergola è l’atmosfera che c’è in questo luogo, un ambiente rilassante e sereno che invita alla convivialità e dove bisogna dimenticare di guardare l’orologio per godersi il momento. Corretto il rapporto qualità - prezzo. Garanzia assoluta. Alla prossima….
Ristorante La Pergola
Strada comunale Freda, n.35
Gesualdo (Av)
Tel. 0825 401435
Visita la pagina Fb del ristorante La Pergola
Siamo nel baianese, un territorio davvero interessante, crocevia di popoli, cultura e tradizioni gastronomiche che come la sua posizione, guardano un po’ all’Irpinia e un po’ al napoletano.
Siamo tornati all’Hosteria Le Gourmet a Sperone, a casa di Peppino Caramiello, l’oste “cacciatore di bontà” (come ama definirsi) con una grande passione: la ricerca di materie prime e prodotti di eccellenza, anche di piccole aziende e produttori. Eravamo in zona e l’occasione era troppo ghiotta per non passare qui. Volevamo tornare a gustare alcune proposte dello chef dell’osteria, il bravo Marco Del Giudice.
Dentro l’atmosfera è quella di sempre, quella che ricordavamo. Adoriamo l’aria familiare che si respira in questa bella osteria. Siamo in un palazzo del primo 900, dove un tempo c’erano i locali della vecchia società elettrica la SER. Ci sono tre sale, di cui una più piccola (concepita per la degustazione), ben due camini. L’arredo è spartano ma di personalità, pavimenti in antica graniglia e soffitti altissimi ed antiche ed imponenti travi in legno. La mise en place è sobria.
Tavolo da due, solita gentile e calorosa accoglienza dell’oste Peppino che ci illustra il menù. Qui all’Hosteria Le Gourmet non c’è un menù scritto. Quest’ultimo ti viene declamato al momento perché cambia spesso a volte anche ogni due settimane; ci sono due proposte di antipasti freddi (un’ottima selezione di formaggi e salumi) e caldi (con verdure, carne, pesce e prodotti di stagione), 4 proposte di primi, 4 secondi e i dessert. Insomma un menù settimanale che è garanzia di materie prime fresche, prodotti scelti e di qualità, quelli selezionati con cura del cacciatore di bontà Peppino, un vero “segugio”.
Arriva un gradito benvenuto. Un prosecco e un entrèe davvero interessante. Ecco le tartellette con tartare di vitello e mayo con erba cipollina. Sorprendenti…
Tartelletta con tartare di vitello e maionese allerba cipollina
Delle stuzzicanti polpettine con caciocavallo e pepe.
Polpettine con caciocavallo e pepe
E pan brioche con burro e alici. Sono innamorato dell’abbinamento del burro con la sapidità delle alici, matrimonio d’amore per il palato.
Pan brioche con burro e alici
Ordiniamo anche il vino, su consiglio di Peppino optiamo per una bottiglia di Elio Irpinia Campi Taurasini di Altavigna, dedicato al fondatore di questa azienda Emanuele Sepe, conosciuto con il nome di “Elio”. Ottenuto da aglianico in purezza, di un bel colore rosso rubino, ben strutturato, elegante, morbidamente tannico con note di frutta rossa e spezie. Davvero un ottimo consiglio quello di Peppino.
Elio Irpinia Campi Taurasini DOP di Alta Vigna
Abbiamo ordinato l’antipasto dell’osteria. Si tratta di quattro proposte dello chef capaci di stupire. Si comincia con la trota salmonata con rapa bianca, rapa rossa, arancia e uova di trota.
Trota salmonata con rapa bianca rapa rossa arancia e uova di trota
Delicato il baccalà mantecato con spuma all’aglio, cavolfiore e polvere di alghe.
Baccalà mantecato con spuma all'aglio e cavolfiore e polvere di alghe
La cosa che mi ha colpito è l’equilibrio, bello l’abbinamento dell’eterea spuma all’aglio con il delicato e morbido baccalà mantecato.
Baccalà mantecato dettaglio
Continuiamo con un bon bon di quaglia con cipolla caramellata e maionese al tartufo.
Bon bon di quaglia con cipolla caramellata e maionese al tartufo
Chiudiamo l’antipasto in bellezza con un carciofo ripieno con pane soffritto e adagiato su una sapida e gustosa crema di pecorino. Che bontà…
Carciofo ripieno su salsa di pecorino
Si passa ai primi. Arriva un piatto di linguine con vongole veraci, cipollotto, ‘nduja e formaggio Fiore Sardo. Eccezionali, avvolgenti, gustose, con una leggera nota sapida stemperata dal cipollotto. Davvero un gran piatto.
Linguine con 'nduja, vongole, cipollotto e formaggio Fiore Sardo
E che dire del risotto al pesto di erbette, Castelmagno e nocciola avellana? Spettacolare. Siamo rimasti sbalorditi degustando questo risotto. Perfetta la mantecatura del riso, inconfondibile il sapore del Castelmagno che dona al risotto grande personalità.
Risotto al pesto di erbette, Castelmagno e nocciola
L’oste Peppino passa di tanto in tanto per accertarsi che tutto proceda per il meglio. L’atmosfera è piacevole, il clima di convivialità che c’è all’Hosteria Le Gourmet è un’altra delle cose che adoriamo di questo luogo. Siamo sazi, ma troviamo lo spazio per i secondi. Ecco il brasato di guancia di vitello con crema di patate e broccoli. Semplicemente paradisiaco. Scelta azzeccata.
Brasato di guancia di vitello
Abbiamo provato anche il maialino con funghi cardoncelli, alloro, nocciola avellana e zenzero. Letteralmente strepitoso. La carne di maiale cotta a bassa temperatura per oltre 10 ore si scioglieva letteralmente in bocca. Complimenti allo chef Marco del Giudice, Chapeau!
Maialino con funghi cardoncelli
Come contorno una bella porzione di patate al forno.
Patate al forno
Chiediamo il conto e per la nostra cena paghiamo poco più di 40 euro a persona. Ottimo il rapporto qualità - prezzo!
L’Hosteria le Gourmet a Sperone è sempre una garanzia. Il nostro ritorno a casa di Peppino Caramiello ci ha riservato come sempre emozioni. Da molti anni di tanto in tanto veniamo qui. L’Oste Peppino Caramiello negli anni si è specializzato nella ricerca di prodotti eccellenti, tenendo fede alla grande al suo soprannome di “cacciatore di bontà”. Ogni settimana va alla ricerca del meglio e mette tutto nelle mani sapienti dello chef Marco del Giudice che rappresenta un plus: bravissimo. Grande tecnica di base, preparazione, tanta passione, buona creatività. Venite a trovare Peppino, non ve ne pentirete. Garantiamo noi …..Certezza.
Hosteria Le Gourmet
Via Ferrovia n.28
Sperone (Av)
Tel . 338 215 46 56
Visita la pagina Fb dell’Hosteria Le Gourmet
Ti proponiamo un piatto davvero delizioso, sono le linguine con crema di friarielli e salsiccia. L’abbinamento salsiccia e friarielli è un “must” della cucina napoletana, sono qualcosa di meraviglioso. In questo caso questo “matrimonio” viene valorizzato in un primo piatto che ti sorprenderà per la sua bontà e soprattutto perché è semplice da preparare. Ecco la ricetta della bravissima Carmela Masi, conosciuta sui social come melinaincucina. Prova a farla….
Ingredienti per 4 persone:
-360 gr di linguine
-1/2 kg friarielli
-2/3 salsicce
- Olio evo q.b.
- Sale q.b.
- Peperoncino q.b.
- Acqua q.b.
Procedimento:
Per la crema di friarielli: iniziare a pulire la verdura, tenendo da parte le cimette, lessare le foglie e i gambi teneri per pochi minuti, frullarli, aggiungendo un pò di acqua, con il minipimer e poi filtrare e tenere da parte in una ciotolina.
In una padella dal bordo alto, far soffriggere olio, aglio e peperoncino, aggiungere le cimette di friarielli messe da parte e la carne a pezzetti delle salsicce, private del budello. Lasciar cuocere, salando e aggiungendo, se occorre, un mestolino di acqua calda.
In una pentola con acqua salata cuocere le linguine, 5 minuti prima della cottura versarli nella padella con salsiccia e cimette e aggiungere la crema di friarielli, mantecare e lasciare insaporire. Infine, aggiustare di sale, aggiungere un giro di olio evo a crudo e impiattare.
Segui il profilo IG di Melinaincucina
Tornare a Caiazzo è sempre un piacere per noi. Ci piace questo borgo dell’alto casertano con le sue tradizioni, la natura generosa che qui regala spettacolo in ogni periodo dell’anno. Caiazzo è terra di uliveti (rinomata la varietà di olive caiazzane tipiche del posto), di vigneti e di antica cultura contadina ancora presente e viva. Qui a Caiazzo c’è un indirizzo già visitato e recensito in passato ma dove torniamo sempre volentieri: Zest.
Siamo in Via Cattabeni prima dell’ingresso del paese e del centro storico. Il locale è bello come lo ricordavamo, curato in ogni dettaglio, minimal ma raffinato, ferro, vetro e legno si coniugano alla perfezione. Visto che abbiamo prenotato con un po’ di anticipo, siamo stati fortunati e abbiamo trovato posto nella richiestissima sala in veranda, luminosissima con una grande vetrata da cui si ammirano il borgo e il Castello. Chi già è stato qui da Zest sa bene che in questa sala ci sono dei tavoli che hanno la griglia centrale (per la brace). Si può così cuocere la carne scelta, secondo il proprio gusto e con il grado di cottura che piace di più, idea davvero meravigliosa. Grigliare la carne al tavolo è una bella esperienza, crea condivisione, una bella convivialità ed è anche divertente. E il fumo? Nessun problema, la cappa infatti è situata sotto la griglia (ad aspirazione). Quindi zero fumo e non avrai mai problemi con vestiti, abiti e capelli. Per la serie...."griglio ma esco pulito e lindo".
Il nostro tavolo con la brace al centro
Prima di ordinare salutiamo colei che spesso e volentieri è in cucina da Zest la bravissima chef Amelia Falco, una vera certezza, talento, simpatia e l'umiltà dei grandi. E’ sempre bello rivederla, Amelia tra le tante cose è famosa per le sue mitiche polpette che creano dipendenza. Le gusteremo di sicuro anche oggi. Come al solito diamo uno sguardo al menù, concepito per accontentare davvero tutti, chiaramente protagonista è la carne. Ci sono i piatti denominati ghiribizzi ossia gli antipasti (tra questi interessanti la tartare di chianina servita con mayo alle acciughe, cucunci, finocchi ghiacciati, nocciole tostate, chips di mais e polvere di buccia d’arancia e l’uovo pochè). Due sono le proposte di primi piatti, e poi le polpette, quelle di carne, di pesce e quelle vegetariane e poi la carne, con la possibilità di fare degustazioni guidate e da “grigliare” al tavolo. Cominicamo ordinando una minerale e una bottiglia di Trebulanum riserva, Casavecchia di Pontelatone di Alois. Un rosso poderoso, ottenuto da uve Casavecchia in purezza, vitigno tipico della zona con sentori di liquirizia, di spezie e una personalità che conquista.
Trebulanum Casavecchia di Pontelatone di Alois
Cominciamo con due degustazioni di polpette. Ogni degustazione comprende sei polpette (due per ogni tipologia). I percorsi degustazione di polpette sono studiati dalla chef Amelia Falco con lo scopo di creare convivialità e valorizzare e recuperare tradizioni gastronomiche ma con abbinamenti creativi. La prima degustazione è denominata “delicatesse”, ossia polpette vegetariane nell’ordine polpette di rapa rossa e ceci, al centro quelle con quinoa con uvetta e pinoli e poi con friarielli e patate.
Degustazione polpette Delicatesse
L’altra degustazione è denominata Zest con polpette fatte con tre tipologie di carne: le polpette di pollo con crema di piselli e chips di parmigiano, polpette di galiziana su crema di zucca e granella di nocciola e le polpette di maiale affumicato con crema di patate al burro fonduta di pecorino e porro fritto.
Degustazione polpette Zest
Le polpette sono spettacolari, forse definirle semplicemente polpette è anche riduttivo. I due percorsi che abbiamo fatto sono differenti ma entrambi convincenti, le polpette vegetariane sono delicate nel vero senso della parola, nota di merito per quelle con friarielli e patate. Nella degustazione Zest ci sono piaciute tutte ma sul podio decisamente svettano le polpette di maiale affumicato con crema di patate al burro fonduta di pecorino e porro fritto.
Prendo anche un uovo pochè servito con sbrisolona al parmigiano, vellutata di patate al brodo di crudo Sant’Ilario, cremoso di provola affumicata, polvere di nocciole il tutto coperto da una sfoglia di gelatina di spinaci. Una proposta davvero convincente.
Uovo pochè
Avvolgente come una carezza l’uovo che si sposa a meraviglia con la vellutata di patata e il cremoso di provola affumicata.
Uovo pochè Dettaglio
Come primi prendiamo due piatti di ravioli ripieni di funghi porcini e patate serviti con riduzione di zucca, speck croccante, fonduta di lingotto e terra di frutta secca tostata. Fantastici i ravioli, belli saporiti grazie alla presenza dei porcini nel ripieno. Perfetto l’abbinamento con la riduzione di zucca, sorprendente poi la fonduta di lingotto, un formaggio fatto con latte 100 % di vacca Frisona del caseificio La Teresina di Piana di Monte Verna, spettacolare…
Ravioli ripieni di funghi porcini e patate con riduzione di zucca e speck croccante
Se i ravioli ci sono piaciuti con gli altri due primi viaggiamo a livelli siderali, abbiamo preso due piatti di risotto ai carciofi con fondo di ragù bianco di vacca podolica, spuma di mozzarella di Frisona, carciofi croccanti e polvere di cipolla bruciata. In una sola parola: eccezionale. Un meraviglioso gioco di consistenze e sapori, delicata la spuma di mozzarella che nasconde un fondo di saporito ragù bianco, bella la nota dei carciofi croccanti. Davvero complimenti.
Risotto ai carciofi con fondo di ragù bianco e spuma di mozzarella
E dopo i primi…Carne, carne carne! Siamo in quattro e optiamo per due percorsi carne. In pratica è una degustazione di varie tipologie da poter cuocere alla brace secondo i nostri gusti.
I percorsi carne sono studiati con attenzione con la supervisione di Amelia Falco, tagli e tipologie che ne esaltino le caratteristiche. La carne viene servita su un vassoio pronta per essere cotta, già tagliata con uno spessore specifico per ogni tipologia in modo da rendere ottimale la cottura sulla griglia che si trova al centro di ogni tavolo.
La carne prima della cottura
Nel nostro caso ecco in sequenza il percorso “Passeggiata italiana”, quattro pezzetti di Podolica, quattro di Pezzata rossa, e quattro di Frisona. Al centro c’è un po’ di pancetta che viene usata per ungere bene la griglia prima di posizionare la carne sulla brace. Poi il percorso Zest ossia quattro pezzetti di Angus, al centro quattro di Galiziana e quattro di Rubia Gallega (una delle carni migliori al mondo a parer mio). Il tutto accompagnato da una salsa di soia e miele e una salsa di olio, prezzemolo e aglio.Cuocere la carne, ognuno secondo il proprio gusto è davvero divertente e crea un bel clima di convivialità. E’ un’esperienza da fare assolutamente. Senza contare che la carne è veramente super.
Carne in cottura
Ci sono piaciute in particolare la Rubia Gallega, la Galiziana e la Frisona. Come scritto già in precedenza, grazie alla cappa situata sotto la griglia (ad aspirazione), non ci saranno contrattempi. Quindi zero fumo e non avrai problemi per vestiti, abiti e capelli.
La carne alla brace
Non potevamo non accompagnare la carne con delle ottime patate fritte artigianali, accompagnate da salsine preparate in cucina e non industriali: finta maionese alla curcuma senza uova e Ketchup artigianale di pomodoro San Marzano.
Le patate artigianali
Dulcis in fundo (è il caso di dire) prendiamo anche due dessert: brownie alle noci con mousse al cioccolato fondente, ganache montata alla vaniglia e composta di amarene.
Brownie alle noci
E il dessert denominato “Dolci consistenze” ossia torta caprese al pistacchio e cioccolato bianco, gelato alla vaniglia, salsa ai frutti rossi e colata di cioccolato fondente.
Dolci consistenze
Per finire anche due caffè e due amari (Jefferson). Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 65 euro a persona. Rapporto qualità – prezzo direi corretto, soprattutto se consideriamo che abbiamo preso ben due bottiglie di vino.
“Repetita iuvant” recita una famosa locuzione latina, ossia ”le cose ripetute aiutano”. Rischiamo di ripeterci ma lo facciamo a fin di bene. Non è la prima volta che veniamo da Zest a Caiazzo e i giudizi sono sempre stati fantastici. Questo indirizzo non deve assolutamente mancare nella tua agenda, per questo lo abbiamo recensito più volte. Bella e particolare la location, curata, moderna ma al contempo calda. Le proposte di cucina sono convincenti, meravigliose le polpette, un vero scrigno di tesori e bontà con abbinamenti creativi, spettacolari i primi con una nota di merito per il risotto ai carciofi che resterà nella memoria, la carne poi è uno dei “must” di Zest e non è difficile capire il perché: grande qualità, attenzione ai dettagli e poi se avrai la fortuna di pranzare o cenare ai tavoli con griglia, ti consigliamo assolutamente l’esperienza di grigliare la carne. E’ divertente e particolare. Complimenti davvero alla chef Amelia Falco e alla brigata di cucina. Il personale è attento e veloce, il servizio professionale. Zest a Caiazzo è super consigliato. Parola dei Templari del Gusto.
Zest
Via G.B. Cattabeni n. 66
Caiazzo (Ce)
Tel. 338 202 03 07 - 0823 862086
Visita il sito web di Zest a Caiazzo
Siamo a pochi km da Benevento, a Pietrelcina. Questo ameno borgo è famoso per aver dato i natali a Francesco Forgione, San Pio. E’ un luogo di origine antica, le prime tracce documentate risalgono al XII secolo. Il centro storico poi è davvero suggestivo con piccole stradine, case in pietra e scorci che restano nella memoria. C’è un senso di pace in questo luogo che ti pervade in ogni angolo. Fuori dal borgo antico, poco fuori dal paese c’è il ristorante che abbiamo scelto per pranzo: Boda De Ciondro.
Partiamo dalla location, molto bella: un antico stabile restaurato in maniera impeccabile. Antico e moderno si abbracciano, dominano il legno e la pietra rendendo l’atmosfera calda e accogliente. All’interno due ambienti, uno suggestivo con pareti in pietra, l’altro luminosissimo con ampie vetrate che danno sull’esterno. C’è anche un altro ambiente molto particolare, una sorta piccolo teatro coperto che con il bel tempo diventa la location di serate a tema ed eventi, ma la cosa che rende ancora più bello il luogo è lo spazio esterno, ampio, curato. Immaginiamo che qui sia bellissimo cenare con la bella stagione.
Noi abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due. Ci accomodiamo e come al solito diamo uno sguardo al menù, ci sono poche proposte ma studiate e curate, quattro antipasti, quattro primi, cinque secondi, e quattro dessert. Il menù segue il corso delle stagioni e cambia in base alla reperibilità di prodotti e materie prime. Da bere prendiamo una minerale e due calici di un vino che conosciamo bene e che abbiamo avuto modo di apprezzare spesso: l’aglianico del Taburno DOCG di Fontanavecchia, ottenuto da uve aglianico in purezza, di un bel colore rosso porpora intenso, con note di frutta rossa, spezie e un equilibrio incredibile. Ottima scelta davvero.
In attesa degli antipasti che abbiamo scelto, ci servono il pane e dei grissini di loro produzione (ottimi) e un graditissimo entrée: vol-au-vent con fonduta di provola e pomodorino confit abbinato ad una bollicina.
Entrée
Si comincia con gli antipasti, ecco il polpo alla piastra con salsa scarpariello e peperone crudo. Meraviglioso il polpo, cotto alla perfezione ma morbido e delicato che ben si sposava con la salsa al pomodoro, lo “scarpariello” che ti impone quasi la scarpetta. Interessante la presenza della julienne di peperone crudo a dare croccantezza al tutto. Nel complesso una proposta davvero convincente.
Polpo alla piastra salsa scarpariello e peperone crudo
L’altro antipasto è un inno alla cucina contadina che tanto amiamo, il pancotto con broccoli, salsiccia e cacioricotta. Delizioso, saporito e che bontà quella salsiccia…!
Pancotto broccoli salsiccia e cacioricotta
Siamo partiti davvero forte e per questo le aspettative crescono. I primi non fanno che confermarle. Scegliamo dei fusilli con salsiccia, porro e tartufo, un piatto di “terra” che ci colpisce. Il sapore è deciso, netto, intenso. Si sente il porro, è prorompente il tartufo, buonissima la salsiccia che avevamo già apprezzato nel pancotto.
Fusilli salsiccia porro e tartufo
L’altro primo è sorprendente, dei tagliolini cacio e pepe con gambero rosso. La cosa che mi ha colpito di questo piatto è l’equilibrio, avvolgente e deciso è il sapore della cacio e pepe, delicato è il gambero che stempera e addolcisce il tutto. Davvero un gran piatto.
Tagliolini cacio e pepe e gambero rosso
Prima dei secondi, usciamo un po’ all’esterno, nel giardino per goderci la bella giornata di sole. La temperatura è gradevole nonostante non siamo ancora in Primavera. Poco dopo rientriamo e arrivano i secondi che abbiamo ordinato. Un meraviglioso brasato su crema di patate e spinaci all’arancio. La carne era morbidissima, tenera, gustosa.
Brasato con crema di patate e spinaci all'arancio
E che dire del filettino di maiale lardellato, patata senapata e purea di mela annurca? Poesia. Da sottolineare la qualità della carne davvero ottima.
Filettino di maiale lardellato
Siamo sazi ma troviamo miracolosamente lo spazio per un dolce: pasta fillo al cacao, pere cioccolato e aglianico. Accompagniamo il dessert con un caffè e due amari.
Pasta fillo al cacao con pere cioccolato e aglianico
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 50 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
il ristorante Boda de Ciodro a Pietrelcina è stata una meravigliosa scoperta. La location è suggestiva, particolare, belli la struttura e gli ambienti interni, un insieme di antico e moderno che si coniugano alla perfezione. Stupendi gli spazi esterni dove durante la bella stagione immaginiamo sia piacevole pranzare o cenare. La cucina poi conquista con piatti e proposte intriganti ma legate comunque al territorio, un perfetto mix tra tradizione e creatività. Buona la carta dei vini. Il servizio è professionale, veloce e preciso con il maître attento e preparato. Assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo. Boda de Ciondro è un indirizzo consigliatissimo. Garantiamo noi… Alla prossima.
Ristorante Boda De Ciondro - Manifattura Sannita
Via Tratturo
Pietrelcina (Bn)
Tel. 0824 997601
Vista la pagina Fb di Boda de Ciondro
Ecco un fantastico primo piatto della nostra amica Carmela Masi, famosa sui social come melinaincucina. Sono gli scialatielli con zucchine e gamberi. Semplici da fare ti faranno fare un figurone. Occhio alla ricetta….
Ingredienti per 4 persone:
- 380 gr di scialatielli
- 3 zucchine tagliate a rondelle
- 400 gr di gamberi rossi freschi (o già abbattuti)
- q.b. di prezzemolo con i gambi
- 1 bicchierino di bisque di crostacei
- 1 cucchiaio di pistacchi tritati
- q.b. di sale
- 1 spicchio di aglio
-1 bicchierino di vino bianco secco
- q.b. olio evo.
Procedimento:
Preparazione della Bisque
Far rosolare in una pentola con olio i carapaci dei gamberi o di altri crostacei (eliminare prima gli occhi perché danno un sapore amaro), insieme a qualche fetta di cipolla, uno spicchio di aglio e gambi di prezzemolo. Poi aggiungere un cucchiaio colmo di concentrato di pomodoro e sfumare con un po’ di vino. Quando il vino è evaporato, aggiungere 1/2 litro di acqua fredda (messa precedentemente in frigo); quando arriva al bollore, salare, abbassare la fiamma e far cuocere fino a che non si riduce a metà, poi frullare e filtrare. Versare nelle vaschette del ghiaccio, congelare. I cubetti di bisque possono così essere utilizzati all’occorrenza.
Preparazione del piatto
Mettere una pentola colma d’acqua sul fuoco, quando bolle, salare e calare la pasta; versare l’olio in una padella, aggiungere l’aglio schiacciato, i gambi di prezzemolo e il peperoncino, far sfrigolare e aggiungere le zucchine, poi 2/3cubetti di bisque e far insaporire bene. Aggiungere i gamberi dopo averli ben lavati e puliti. Far cuocere fin quando le zucchine non saranno morbide.
Scolare la pasta 3 minuti prima della cottura e mantecare, ultimando la cottura nella padella con le zucchine, se occorre aggiungere acqua di cottura della pasta.
(Se usiamo i gamberi già abbattuti aggiungere ora i gamberi tagliati a pezzetti, giusto un paio di minuti) e mantecare bene con gli scialatielli, impiattare e spolverare con prezzemolo e granella di pistacchi.
Questo è un primo piatto che abbiamo gustato all’Hosteria Le Gourmet a Sperone e ci ha conquistato. Sono le mezze maniche con crema di broccoli, ‘nduja e lattica. Avvolgente, equilibrate con la nota piccante della ‘nduja di Spilinga e la morbidezza della lattica, (prodotta da Francesco Savoia a Roccabascerana). Ti proponiamo la ricetta del bravissimo chef Marco del Giudice per farla a casa….
Ingredienti per 4 persone:
- 1.5 kg di broccoli (friarielli)
- 200 gr lattica
- 80 gr ‘nduja
- 40 gr parmigiano
- 320 gr di mezze maniche
- Olio evo
- Aglio
- Sale
Procedimento:
Stemperare la lattica e metterla in sac a poche (ci servirà per completare il piatto). Cuocere i friarielli stufati con olio aglio e sale, una volta cotti frullare il tutto con un goccio d'acqua per rendere la crema fluida e liscia.
Calare la pasta in acqua salata e nel frattempo, sciogliere la ‘nduja in un pentolino con un goccio d'acqua.
A fine cottura saltare la pasta nella crema di friarielli mantecando con del parmigiano, aggiustare di sale ed impiantare.
Completare il piatto con la ‘nduja calda aggiungendola con un cucchiaio a colare sulla pasta e spuntoni di lattica alternati. Il piatto è pronto!
- Chef Marco del Giudice –
N.B.
La lattica è un formaggio cremoso probiotico spalmabile ottenuto dal latte di pezzata rossa e in questo caso prodotto dall’Azienda Agricola Savoia di Francesco Savoia a Roccabascerana (Av).
Hosteria Le Gourmet
Via Ferrovia n.28
Sperone ( Av)
Tel . 338 215 46 56
Visita la pagina FB dell’Hosteria Le Gourmet
Ti proponiamo la ricetta di un piatto semplice e delizioso, sono gli spaghetti all’olio di oliva, limone e gamberi. Il Pastaio Matto per questo primo piatto semplice ma super gustoso, ha preso spunto da una ricetta degli spaghetti all’olio di oliva e limone, di suo Nonno Pippinu con la sua Taverna di Monreale, cittadina a pochissimi chilometri da Palermo. Naturalmente come fa spesso, il Pastaio Matto questo piatto lo ha rivisitato, aggiungendo dei freschissimi gamberi rossi di Mazara marinati.
Ingredienti per 2 persone:
- 200 gr. di spaghetti
- Olio Evo q.b.
- 3 Spicchi di Aglio di Nubia
- 250 gr Gamberi di Mazara
- 1 Peperoncino intero
- Prezzemolo q.b
- 1/2 Succo di limone
Procedimento:
Sciacquate bene i gamberi con acqua fredda e sgocciolateli. Pulite i gamberi eliminando il carapace, la testa ed il filo intestinale. Mettete i gamberi così puliti in una ciotola capiente, quindi condite con olio di oliva, peperoncino intero, trito di prezzemolo fresco e succo di limone. Lasciate riposare per circa 30 minuti. In una padella mettete l’olio evo, l’aglio, ed i gambi del prezzemolo.
Lasciate soffriggere per 2 minuti, giusto il tempo che l’olio assorba gli aromi dell’aglio e dei gambi del prezzemolo. Togliete dalla padella l’aglio ed i gambi del prezzemolo.
Quando bolle la pentola salate con sale grosso, quindi calate la pasta. A metà cottura trasferite la pasta nella padella. Ultimate la cottura della pasta nella padella aiutandovi con l’acqua di cottura.
Mi raccomando di non far asciugare troppo la pasta in padella.
A cottura ultimata, spegnete nella padella, quindi aggiungete i gamberi con il loro condimento della ciotola, quindi amalgamate il tutto, definendo il piatto con altro trito di prezzemolo fresco.
Servite e che dirvi…? “Mancìa e liccati u piattu” (Mangia e leccati il piatto).
Siamo nel centro storico di Avellino. Il capoluogo irpino regala sempre spunti e indirizzi interessanti, spesso veniamo qui per vivere esperienze gastronomiche. Stavolta siamo stati a pranzo da Alma Gourmet d’Irpinia. Già il nome dice tutto, l’intento del giovane chef Mattia Del Gaudio e del suo team è chiaro: proporre una cucina legata al territorio in chiave gourmet, ma senza eccessi. Qui trovi una cucina fatta di ricerca, tecnica, passione e una scelta accurata di ingredienti e prodotti. Ma andiamo per gradi.
Noi abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due. L’interno è molto spazioso, ci sono due sale molto ampie e ho contato un centinaio di coperti. Il locale è arredato in chiave moderna con sedute particolari e gioca fondamentalmente su due colori: il bianco e nero. Colori netti, definiti, così come è la cucina dello chef Mattia del Gaudio, una cucina che esalta le materie prime con una perfetta tecnica di base.
Diamo il solito sguardo al menù che segue il corso delle stagioni e cambia 4/5 volte l’anno. Ci sono poche ma studiate proposte sia di terra che di mare.
Prima di ordinare arriva un entrée di benvenuto dello chef: pacchero soffiato con alice di Cetara marinata, confettura di zenzero e cipolla. Bel gioco di equilibrio tra il gusto sapido e deciso dell’alice, la dolcezza della confettura stemperata dalla nota marcata e quasi agrumata dello zenzero e il pacchero a donare croccantezza.
Entrée
Perfetto in abbinamento a questo entrée il calice che ci hanno proposto. Un grande vino, il rosato frizzante beneventano IGT Regina Sofia sui lieviti di Mustilli. Ottenuto da uve di aglianico dei vigneti dell’azienda a Sant’Agata de’Goti. Questo vino vede una prima fermentazione in tini d’acciaio a temperatura controllata e poi una rifermentazione spontanea in bottiglia. Questo processo crea dei lieviti naturali che si trovano sul fondo della bottiglia. Il vino una volta agitato leggermente prima del servizio, conquista grazie al suo colore inimitabile, un bel rosa tenue e grazie ai suoi profumi e sentori che ricordano frutti rossi, la fragola in particolare. Il vino è piacevole con una bella nota salina e grande personalità. Insomma un piccolo capolavoro. Da provare davvero.
Mustilli Regina Sofia sui lieviti
Cominciamo con gli antipasti, ordiniamo un piatto di carciofi fondenti ripieni su crema di topinambur, gel di prosciutto crudo e maggiorana. Morbidi e delicati i carciofi, piatto con un perfetto equilibrio di tutti gli ingredienti.
Carciofi fondenti ripieni
L’altro antipasto è il filetto di baccalà all’insalata su crema di sedano e velo di papaccelle sott’aceto. La bellezza di questo piatto sta tutta nella sua semplicità, almeno come concetto.
Filetto di baccalà all'insalata su crema di sedano e velo di papaccelle
Ottima la materia prima, sapori netti, decisi e geniale il velo di papaccelle, in pratica è una sorta di baccalà all’insalata rivisitato grazie alla vena creativa dello chef Mattia del Gaudio.
Filetto di baccalà Dettaglio
Chi ben comincia è a metà dell’opera. L’incipit ci ha regalato piacevoli sorprese, attendiamo conferme con i primi. Prendiamo un risotto acquerello con zucca bruciata, porcini e pecorino Carmasciano. Perfetta la mantecatura del riso, interessante la nota della zucca “bruciata” che si sposava a meraviglia con il gusto deciso dei porcini, a chiudere il tutto il pecorino Carmasciano bello sapido e deciso.
Risotto acquerello con zucca bruciata porcini e pecorino Carmasciano
L’altro primo è davvero spettacolare, sono le linguine con rapa rossa, tartare di gamberi viola e stracciata di bufala. Belle al dente (come piacciono a noi) le linguine del pastificio Caccese, interessante pastificio con annessa azienda agricola di Ariano Irpino. Meravigliosa la tartare di gamberi viola che ben si accompagna alla voluttuosa e ricca stracciata di bufala.
Linguine con rapa rossa tartare di gamberi viola e stracciata di bufala
Non possiamo esimerci dall’assaggiare un secondo. Ordiniamo del tonno scottato con una maionese di alici e capperi con una salsa di fondo di manzo e salsa di soia. Sarà che abbiamo un debole per il tonno ma l’abbiamo trovato davvero spaziale, bellissimo l’abbinamento con la mayo di alici e capperi con la sua salinità e interessante la presenza del fondo di manzo ad insaporire il tutto.
Tonno rosso con maionese alle acciughe
Come contorno optiamo per dei buonissimi friarielli fatti non in padella ma addirittura al forno con un metodo di cottura ideato dallo chef che li rende morbidi, gustosi e delicati.
Friarielli
Siamo sazi, nostro malgrado saltiamo il dessert. Prediamo due amari (Jefferson) e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo 50 euro a persona. Costo assolutamente corretto, in linea con la qualità della proposta di cucina e delle materie prime utilizzate.
Alma Gourmet d’Irpinia ad Avellino è un indirizzo davvero interessante. Lo chef Mattia del Gaudio (che ha studiato alla scuola di cucina ALMA del grande Gualtiero Marchesi) ha talento, padroneggia alla grande la tecnica e propone una cucina del territorio, tradizionale debitamente rivisitata in chiave gourmet ma senza eccessi ed orpelli. Diciamo che è un giusto compromesso davvero interessante. Lodevole poi la volontà di valorizzare aziende e prodotti irpini. Un inno all’Irpinia e al “Made in Italy” ma con la volontà di proporre qualcosa di nuovo. Il servizio è impeccabile, discreta la carta dei vini. Corretto il rapporto qualità – prezzo. Da sottolineare come la sera Alma Gourmet d’Irpinia proponga anche una pizza di assoluto rispetto (di cui parleremo in un altro momento).
Nata poco prima dello scoppio della pandemia, in un periodo oggettivamente difficile per tutti (e in particolare per la ristorazione) Alma Gourmet d’Irpinia resiste con ostinazione e tenacia. E’ una bella scommessa che merita di avere successo. Crediamo molto nei giovani capaci e appassionati. Questo è il posto ideale se vuoi regalarti una piacevole esperienza gastronomica, godendo delle proposte gourmet dello chef Mattia del Gaudio e del suo team. Da provare. Bella scoperta….
Alma Gourmet d’Irpinia
Via SantissimaTrinità n.109
Avellino
Tel. 333 909 6272
Visita il sito web di Alma Gourmet d’Irpinia