Siamo a Trastevere in Via Natale del Grande, proprio di fronte all’ex Cinema America c’è un indirizzo che vi consiglio di non perdere se siete nella Capitale: Eggs. Già dal nome si comprende la genesi e il senso di questo progetto nato dalla collaborazione tra Zum, (il regno del Tiramisù che si trova in Piazza del Teatro di Pompeo zona Campo de’ Fiori) e il sito gastronomico Puntarella Rossa.
Eggs è un piccolo gioiello che propone una ristorazione che strizza l’occhio al gourmet in modo sobrio e mantiene salde le radici nella tradizione. Da Eggs il protagonista principale è l’uovo, in tutte le sue varianti, uova di gallina ma non solo. C’è un’attenzione maniacale alla qualità della materia prima, fornitori di eccellenza selezionati con cura (uova Peppovo che sono anche in vendita nel ristorante, pasta del pastificio Agricolo Mancini, caviale italiano Calvisius tanto per fare degli esempi) che si affiancano alle uova biologiche che provengono dal Bio Orto Eggs con annesso pollaio, da qui arrivano anche le verdure biologiche e sane utilizzate in cucina.
Il locale è piccolo, accogliente avrà una sessantina di coperti c’è poi un piccolo dehors fronte strada da usare quando il clima lo consente. Entrando c’è un bel bancone, tavoli e sedie sono molto carine e dal tocco un po’ retrò, studiata anche l’illuminazione. Insomma c’è l’atmosfera giusta per godersi una bella esperienza gastronomica.
Siamo in due, ci accomodiamo dopo aver prenotato il nostro tavolo. Il menù è uno spettacolo, molto bello anche da vedere. Somiglia un po’ alle vecchie rubriche telefoniche. C’è un po’ la storia del locale, il concept e le varie proposte, gli antipasti, il cosiddetto gioco dell’ova ossia la degustazione servita in gusci d’uovo svuotati e riempiti con abbinamenti fantastici: zabaione e tartufo nero, burrata e uova di salmone, caviale erba cipollina e patate, crema di pecorino, zucchine marinate e bottarga di gallina, gelatina di martini bianco, tuorlo di quaglia e perle di yuzu e tonno, alici, nocciole tostate e rosso d’uovo al limone. E ancore le tartare, le paste e le zuppe, uova e verdure, i secondi di carne e pesce e udite udite: la carta delle carbonare.
Ce ne sono diverse, la classica, la viola con cipolla rossa caramellata, la arancione con la zucca, la verde con il broccolo romanesco, la nera con tartufo nero, la rosso fuoco con ‘nduja e stracciatella, la porpora con petto d’anatra e caciocavallo, la bianca fatta con spaghetto di patate, guanciale, crema di pecorino e uovo 64°, la torbata con zabaione salato al whisky Oban e la carbonara 1954 fatta con pancetta e gruviera. Ci sono anche tre proposte di carbonara per chi non mangia carne. Avrete capito che qui si fa sul serio e c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Ovviamente ci sono i dolci e troneggia tra gli altri sua maestà il tiramisù.
Noi ordiniamo una minerale e due calici di rosso, un Cirò Rosso di Librandi ottenuto da uve di gaglioppo in purezza, e un calice di Rosso Arcaico di Andrea Occhipinti da uve Aleatico e Grechetto, un vino sorprendente. Arrivano i pani, dall'antico forno Roscioli: pan noci, pan olive, scrocchiarella, pane integrale, e bottoncino e dal forno a legna di Peppo al Cosimato pane casereccio al lievito madre.
I pani
Ordiniamo per cominciare un uovo carbonaro: crema di pecorino romano, uovo 64°, guanciale croccante, crostini di pane e pepe. Spettacolare. Ho trovato indovinato l’equilibro che si crea tra l’uovo e la sapida e suadente crema di pecorino romano (che buona).
Uovo carbonaro
Con questa meraviglia i crostini ci stanno un amore per donare la giusta e necessaria nota croccante al piatto. Confesso che abbiamo fatto anche la scarpetta (non sarà elegante ma chissenefrega).
Crostini
Non vediamo l’ora di assaggiare i primi abbiamo scelto una carbonara rosso fuoco con ‘nduja e stracciatella. In una parola: favolosa. Perfetta e al dente la cottura della pasta, piccantina al punto giusto grazie alla ‘nduja che faceva l’amore con la morbida stracciatella. Mi è piaciuta tantissimo.
Carbonara con nduja e stracciatella
Per l’altro primo abbiamo preso una carbonara classica. Semplicemente perfetta. Anche qui da rimarcare la cottura perfetta e al dente della pasta (come piace a me), gustoso e croccante il guanciale di Campofelice, poi pecorino (70%) e parmigiano (30%) e pepe del Madagascar. Una delle migliori carbonare mai mangiate in vita mia: cremosa, profumata, goduriosa. Chapeau!
La carbonara
Ho trovato anche molto interessante l’uso del barattolo di vetro, scelta non solo cretiva ed estetica ma funzionale e che ha un suo perché. L’uso del boccaccio di vetro infatti lascia la pasta calda e umida (si sa che il vetro è un ottimo conduttore termico) questo consente alla pasta di mantenersi calda e di restare cremosa fino a quando terminiamo di mangiare la nostra carbonara. Inoltre ogni porzione di carbonara è di 105 gr. quindi direi anche generosa.
Carbonara classica
Siamo davvero estasiati da queste due carbonare. Decidiamo di provare anche un secondo e la nostra scelta ricade su rosti di patate, uova strapazzate, caciocavallo di Scanno e tartufo nero. Ottima scelta anche questa. Delizioso il rosti di patate croccanti, uovo e tartufo poi (si sa) è un connubio garantito.
Rosti di patate uova strapazzate caciocavallo di Scanno e tartufo nero
Purtroppo non riusciamo a prendere il dolce ma ritorneremo di sicuro anche per questo e per gustare altre proposte di Eggs. Prendiamo due amari e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo poco più di 35 euro a persona. Corretto rapporto qualità prezzo se consideriamo la proposta di cucina e l’uso di prodotti selezionati di altissima qualità.
Eggs a Roma è un gioiello. Definirlo ristorante è riduttivo, qui si viene per vivere una bella esperienza gastronomica (a patto che ti piacciano le uova, ovvio). L’ambiente è gradevole e invita alla convivialità. La cucina strizza l’occhio al gourmet ma mantiene sempre salde le radici nella tradizione. La carbonara qui è una filosofia di vita, andrebbero provate tutte le carbonare in carta, dalla classica alle più creative, il risultato non cambia. Da Eggs ho gustato una delle migliori carbonare mai provate fino ad oggi, complimenti davvero. C’è poi grande una attenzione alla qualità delle materie prime e dei prodotti. Il servizio è veloce e professionale ma al contempo informale. Giusto il rapporto qualità-prezzo. Eggs a Roma (Trastevere), da provare e riprovare più volte. Garantiamo noi.
Eggs
Via Natale del Grande n.52
Tel. 06 581 7281
Visita la pagina fb di Eggs
Siamo tornati a Trastevere, ci perdiamo in questo quartiere splendido con le sue case antiche e colorate, i sanpietrini, i portoni antichi, i vicoletti, le piazze, gli slarghi, le chiese e palazzi storici. E’ un luogo ricco di negozietti, botteghe, bistrot, ristorantini, osterie. Un luogo che si ravviva soprattutto di sera e di notte quando si popola di romani, studenti italiani e stranieri, turisti, che inondano le stradine e i vicoletti medievali tra i tanti bar, vinerie e locali. E’ sempre bello immergersi nella “movida trasteverina”. In questo caso siamo tornati a Trastevere per pranzo per andare Tonnarello, una vera istituzione a Roma.
Tonnarello si trova in Via della Paglia in linea d’aria alle spalle della Chiesa di Santa Maria in Trastevere. Qui si fa da mangiare da tempo immemorabile, pensate qui si fa locanda dal 1876. Il locale è quanto di più accogliente ci sia: caldo, ammaliante pieno di oggetti “vintage” e della vita che fu e tanti richiami alla “romanità”. Dominano i colori chiari e il legno, al piano di sopra anche dei bei divanetti e muro e delle sedie che donano un piacevole effetto un po’ retrò.
Altra cosa importante da sottolineare è che Tonnarello è “immenso” con le sue 5 sale su due livelli (oltre 200 i coperti), senza considerare i tavoli all’aperto che nella bella stagione o comunque quando il clima lo consente fanno aumentare e di molto i coperti a beneficio dei clienti desiderosi di accaparrarsi un tavolo.
Non accettano prenotazioni, bisogna armarsi di pazienza e mettere in preventivo un po’ di attesa ma ne vale assolutamente la pena. Noi siamo in due e dopo un’attesa non da poco (40 minuti ma la Domenica a pranzo, arrivati alle 13.40, ci sta), ci accomodiamo su nostra richiesta all’interno. Ci sistemano in una delle salette al piano terra. Nonostante ci sia tantissima gente bisogna dire che il servizio è veloce , rapido ed efficiente.
Ci sono tanti ragazzi che lavorano alacremente e tanto personale e tutti sono sorridenti e disponibili con gli ospiti (cosa importante). Veniamo alla parte che a noi interessa di più: il cibo.
Questo è un tempio della cucina tradizionale romana lo si nota anche dal menù: gli antipasti, i primi, i secondi (con alcuni simboli della tradizione come coda alla vaccinara, l’abbacchio al forno, il pollo alla romana con i peperoni e le patate e i saltimbocca), i contorni, e poi una voce a parte per le polpette (uno dei must del locale insieme ai tonnarelli). Ma si possono prendere anche le “pinse” e le insalatone. Insomma ce n’è per tutti i gusti.
Diamo il via alle danze prendiamo due calici di Merlot Castello di Torre in Pietra, un rosso interessante, fermo, molto piacevole con buoni tannini.
Ordiniamo come antipasto i mitici carciofi alla Giudìa. Che ve lo dico a fare, eccezionali.
Carciofo alla Giudia
Il carciofo alla giudìa è un piatto nato originariamente nel ghetto ebraico della capitale, si tratta di un semplice carciofo fritto aperto a mo’ di rosa. Per questo piatto viene usato il carciofo cimarolo (detto anche mammola) che è tondo e privo di spine. Li ho trovati sublimi, con una frittura perfetta, risultavano teneri, delicati, saporiti, serviti con una stuzzicante focaccia (che si lasciava mangiare alla grande).
Focaccia
E’ tempo di gustare due primi: la scelta cade su due classici: tonnarelli all’amatriciana, fatti come Dio comanda, serviti in una simpatica padellina. Da svenimento il sugo che ho provato: il guanciale che fa l’amore con i pomodori, abbracciati dal sapido e risoluto pecorino romano. Che bontà.
Tonnarello Amatriciana
Non da meno l’altro primo che abbiamo scelto: tonnarelli alla carbonara: cremosi, profumati, ottimi. Davvero una signora carbonara. Ottimi davvero i tonnarelli (fatti a mano) e cosa non da poco molto generosa anche la porzione capace di soddisfare appetiti forti.
Carbonara
Non potevamo esimerci dal gustare anche un secondo e scelgo uno dei loro piatti forti: le polpette, non le classiche al sugo ma quelle alla cacio e pepe con patate al forno e cicorietta ripassata in padella. Sorprendenti. Fantastiche le polpette bagnate con una goduriosa fonduta di cacio e pepe, buonissime le patate, e poi la cicoria ci sta una favola. Scelta azzeccata, secondo piatto degno di nota.
Polpette cacio e pepe
Siamo sazi e purtroppo non riusciamo a gustare il dolce. Tonnarello a Roma pare faccia un tiramisù da paura, torneremo anche per questo. Prendiamo un amaro e chiediamo il conto.
Paghiamo per il nostro pranzo 53 euro in due. Rapporto qualità-prezzo a dir poco fantastico (carbonara a 9 euro, amatriciana a 8 euro e 50).
Tonnarello a Roma nel cuore di Trastevere è una vera istituzione. Locale che non puoi non aver visitato almeno una volta nella vita, tempio della cucina tradizionale romana. Merita la fama che ha e si spiega anche così la fila di romani e turisti che pazientemente aspettano il loro turno per sedersi qui. Ovviamente (lo fa capire anche il nome) il loro piatto forte sono i tonnarelli di pasta fresca, per non parlare dei saltimbocca e delle mitiche polpette che oserei definire “paradisiache” e non esagero. Buona la carbonara, eccellente l’amatriciana. La cosa che mi ha sorpreso è come riescano a mantenere alta la qualità e l'attenzione nonostante il numero quasi industriale di piatti che escono dalla cucina a ritmo incessante. Altra nota di merito è per il servizio rapido e informale e per il personale sempre sorridente, gentile e svelto. Fantastico poi il rapporto qualità prezzo. Se venite qui mettete in preventivo un po’ di attesa ma ne vale assolutamente la pena. Garanzia.
Tonnarello
Via della Paglia n. 1, 2, 3
Roma
Tel. 06 580 6404
Visita il sito web di Tonnarello
II nostro viaggio “templare” fa tappa nella Capitale. Siamo a Trastevere, questa è una delle zone di Roma che amo di più, un luogo ricco di storia, dove si respira un’atmosfera unica e dove più che in ogni altro posto si capisce cosa significhi il termine “romanità”.
Trastevere fu la casa di Gioacchino Belli, poeta noto in particolar modo per le sue poesie in dialetto romanesco e per il suo legame con questi luoghi. A Gioacchino Belli hanno dedicato una statua nell’omonima piazza, situata all’inizio di Viale Trastevere, questi luoghi furono anche fonte di ispirazione dell’altro grande poeta romanesco Trilussa. Dopo una bella passeggiata tra i vicoletti brulicanti e dopo aver respirato la frizzante atmosfera "trasteverina", abbiamo scelto per cena un indirizzo che per noi rappresenta una certezza. Abbiamo prenotato un tavolo in un luogo a noi ben noto già visitato qualche anno fa: l’ Hosteria dei Numeri Primi.
Il ristorante si trova in Via del Politeama a pochi passi da Via del Moro. Arriviamo (dopo aver prenotato il nostro tavolo da due) intorno alle 21.00. Ci accolgono con garbo e gentilezza. Il locale è come lo ricordavo: semplice ma nel contempo intimo e raffinato, minimal e curato, ci saranno una cinquantina di coperti, dominano i colori chiari, il bianco ed il tortora. Bella, semplice ma d’effetto la mise en place.
Ci accomodiamo al nostro tavolo. Sono curioso di provare di nuovo la loro cucina. Una rapida occhiata al menù: appare vario e ricercato ma ci sono anche dei piatti tipici della cucina romana. Noto anche delle interessanti proposte di pesce.
Arriva un gentilissimo cameriere che ci elenca anche i piatti “fuori menù” disponibili, anche questi praticamente tutti di mare.
Ordiniamo da bere una minerale e due calici di Montefalco Sagrantino DOCG della Cantina Rafin: un rosso carico, intenso, strutturato con una deliziosa nota minerale e sentori di frutti rossi e spezie. Ottima scelta.
Cominciamo con gli antipasti: una burratina di loro produzione con sedano e bottarga e una spettacolare e delicata tartare di tonno con pane croccante e crema di finocchi. Il tonno era meraviglioso, bella la nota croccante conferitagli dai dadini di pane croccante e sorprendente l’abbinamento con la crema di finocchi. Decisamente un gran piatto.
Tartare di tonno pane croccante e crema di finocchi
Divino l’altro antipasto: dei gamberoni con fonduta di cacio e pepe e favette croccanti. Anche in questo caso sono rimasto favorevolmente colpito. Che meraviglia l’abbinamento dei gamberoni con la fonduta di cacio e pepe (attenzione crea dipendenza).
Gamberoni con fonduta di cacio e pepe e fave croccanti
Ci godiamo il piacevole clima che si respira all’Hosteria dei Numeri Primi, sorseggiamo il nostro vino e intanto ordiniamo i primi. Optiamo per un primo della tradizione e un altro di pesce. Ecco un classico: tonnarelli cacio e pepe su cialda di parmigiano. Piatto eccellente, invitante e profumata la cremina con la giusta quantità di pepe, la pasta con cottura perfetta. Insomma un piatto della tradizione fatto a regola d’arte.
Tonnarelli cacio e pepe in cialda di parmigiano
Con l’altro primo abbiamo scelto uno dei loro cavalli di battaglia: tagliolini con vongole, gamberi e tartufo nero. Un piatto meraviglioso che ci ha conquistato. E’ la prima volta che gusto il tartufo accostato al pesce, ma vi posso assicurare che il risultato è commovente. Un piatto equilibrato, gustoso, avvolgente, da dieci e lode. Complimenti!
Tagliolini con vongole gamberi e tartufo nero
Decidiamo di provare anche un secondo, stavolta della tradizione e ordiniamo saltimbocca alla romana. Un classico della cucina romana. Anche questo degno di nota.
Saltimbocca alla romana
Come contorno una bella cicorietta di campo ripassata in padella con aglio e peperoncino. Buona
Cicoria di campo
Per chiudere in dolcezza prendiamo un cannolo scomposto (delicato).
Cannolo scomposto
Accompagniamo il dolce con un mirto di Sardegna, il mirto del Fondatore di Silvio Carta. Un liquore di mirto spettacolare, in cui si respira davvero l'anima ancestrale della Sardegna.
Il mirto di Silvio Carta
Chiedo il conto e paghiamo poco più di 45 euro a persona. Prezzo corretto ma soprattutto commisurato alla qualità di quanto degustato.
L’Hosteria dei Numeri Primi a Trastevere è davvero un indirizzo che non può mancare in agenda. Troverai una cucina sorprendente con alcuni dei classici della cucina romana ben eseguiti e nuove e innovative proposte (molte di mare). Tradizione e innovazione vanno a braccetto in un tripudio di sapori e in un ambiente che intriga e conquista. Piatti mai banali e in continua evoluzione, ottime e studiate le proposte sia di carne che di pesce. Ho trovato tutto eccellente ma quei tagliolini con vongole, gamberi e tartufo nero quasi da soli valgono il viaggio. Esperienza da non perdere. Rapporto qualità-prezzo corretto con un costo commisurato alla qualità dei prodotti e delle materie prime utilizzate. Altra nota di merito è per il servizio (preciso e veloce) e per il personale gentilissimo ed educato. Complimenti a Stefano Dominici e a tutto il suo team. Indirizzo imperdibile.
Hosteria dei Numeri Primi
Via del Politeama n. 8. Roma
Tel. 06 6456 26 93
Visita il sito web dell’Hosteria dei Numeri Primi
Ho scoperto questo ristorante grazie al consiglio di alcuni colleghi amanti del buon cibo e sempre alla ricerca di nuovi posti da visitare. Vi dico subito che questo è uno di quei locali che si possono definire “alla moda” ma anche di grande sostanza. Fuoco è situato nel cuore del quartiere Prati, a due passi da Piazza Cavour, ed è il posto ideale dove trascorrere una serata tra amici o in famiglia. Il menù proposto è infatti di quelli che offrono grande scelta, capace di soddisfare veri e propri carnivori quanto vegetariani. Troverete la cucina romana, ma anche quella europea.
Il clima avvolgente, l’atmosfera calda di questo ristorante dove il personale ha sempre il sorriso (dettaglio per me di grande importanza ma per niente scontato) ha accompagnato la nostra serata. Nonostante il locale fosse pieno (la prenotazione è d’obbligo) non c’era quel frastuono che impedisce di ascoltare i propri pensieri. Altro punto a favore. Abbiamo iniziato dal settore “fritti”, con una tempura di gamberi. Eccellente nella sua croccantezza, esaltata dalla salsa tartara.
Veniamo ai primi. I tonnarelli cacio e pepe, un must della cucina romana, sono stati reinventati con limone e gamberoni. Un accostamento che può sembrare azzardato, ma solo sulla carta perché la nota fresca e acidula del limone conferisce una marcia in più al piatto.
Tonnarelli cacio e pepe con limone e gamberoni
Cremose al punto giunto, anche le fettuccine di kamut con baccalà, pomodorini e olive nere hanno superato a pieni voti la prova degustazione.
Fettuccine di kamut con baccalà pomodorini e olive nere
Fuoco è famoso anche per la sua carne, tutta proveniente dalla storica macelleria Annibale di via di Ripetta (i romani, ma non solo loro, la conoscono bene e sanno che propone solo carni pregiate). Da provare sicuramente la tartare di filetto di manzo danese. Può essere un antipasto ma anche un secondo piatto.
Tartare di filetto di manzo danese
Merita anche la cantina di pregio a disposizione, con vini (anche al calice), birre e cocktails per tutti i gusti. Noi abbiamo scelto un rosso, il Montecorna Valpolicella Ripasso Classico Superiore 2016 Linea Remo Farina.
Per chiudere, dalla carta dei dolci: consiglio vivamente i biscotti della casa accompagnati dalla crema pasticciera (più che sufficienti per 2 persone).
Biscotti della casa con crema pasticciera
Da non perdere il meraviglioso tiramisù.
Tiramisù
In 3 abbiamo speso 106 euro. Un prezzo più che corretto e commisurato alla qualità del menù. In definitiva un posto decisamente da provare! Fidatevi di noi...
Fuoco. bere - dolce - salato
Via Cicerone n.34
Roma
Tel. 06 3236983
Accetta carte di credito: SI
Orario 12.00 – 02.00
Prezzo medio