Molise

Brian Liotti

Brian Liotti

Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.

Domenica, 10 Gennaio 2021 21:43

Bistrot Zì Rosa. Sant'Anastasia (Na)

Torniamo sempre volentieri al Bistrot Zì Rosa, forse perché questo per noi è molto più di un semplice locale. Hai presente quando sei in un posto dove ti senti a casa? Entrando in questa piccola bomboniera ti sembra di essere sospeso tra casa tua e un’atmosfera vagamente francese con un arredo sobrio, curato, un po’ shabby, pochi posti a sedere e una piacevole cura del cliente che diventa ospite, da coccolare.
Qui puoi dimenticare lo scorrere del tempo, puoi venire a colazione, per una fantastica pausa pranzo o a cena. Oppure puoi acquistare prodotti di eccellenza e i meravigliosi prodotti di loro produzione (pane, biscotti, dolci e crostate su tutti).

Bistrot Zi Rosa Particolare interno
Bistrot Zi Rosa Particolare interno

Ma andiamo con ordine, siamo nella zona vesuviana tra Sant’Anastasia e Pomigliano, in Via Archi Augustei. Questa non è una strada di passaggio o centrale (anzi), devi venirci di proposito, ma questo non ha condizionato chi da anni ha reso questo indirizzo una vera istituzione. Il motore di tutto è Lello, guidato da passione, maniacale preparazione e volontà, chiamato qualche anno fa dalla mamma a rilevare quella che era la vecchia caffetteria di famiglia. Grazie a Lello, nel tempo questo è diventato un vero e proprio angolo di buon gusto e buon cibo: un po’ caffetteria, un po’ bistrot, un po’ ristorante, un po’ osteria, un po’ bottega. Il filo conduttore è l’attenzione nella scelta dei prodotti e la qualità delle materie prime.
Siamo venuti qui per una veloce pausa pranzo. Abbiamo prenotato il nostro tavolo da due qualche ora prima. Consiglio sempre di prenotare il tavolo se devi pranzare o cenare, visto che i posti a sedere non sono tantissimi.
Altra cosa che mi piace di questo posto è che la cucina è espressa. Il menù è segnato su una grande lavagna in sala e cambia quotidianamente.
Ci portano il loro pane (delizioso) da accompagnare con il fantastico olio extravergine di Alfredo Cetrone, estratto esclusivamente da olive monocultivar itrana. Un olio dall’inebriante profumo, sentore di pomodoro e una grande eleganza.

Il pane
Il pane

Da bere un prendiamo un calice di Chianti ''Bernardino'' della Fattoria La Striscia, un vino che nasce sui colli aretini e ottenuto da Sangiovese (90%) e l’altro 10% Merlot e Canaiolo. Di un bel colore rubino intenso, dai sentori fruttati e speziati e di un interessante corpo. Davvero un bel rosso per accompagnare il nostro pranzo veloce.

Chianti Bernardino della Fattoria La Striscia
Chianti Bernardino della Fattoria La Striscia

Ordiniamo due antipasti, delle alici fritte con burrata e zucchine alla scapece. Le alici freschissime letteralmente si scioglievano in bocca, il fritto leggero, non invadente, ben si accompagnavano alla burrata con la sua morbidezza e delicatezza, a chiudere questa esplosione di gusto le zucchine alla scapece che completavano alla grande il piatto.

Alici burrata e zucchine alla scapece
Alici burrata e zucchine alla scapece

L’altro antipasto è un classico qui: la tradizione di Zì Rosa, in pratica un assaggio di parmigiana di melanzane, fatta come Dio comanda, profumata, morbida e avvolgente. Poi una commovente polpetta buona come quelle che faceva mia nonna e con un sughetto che mi ha costretto alla scarpetta. E poi una delicatissima parmigiana di patate. Una tripletta degna del miglior goleador.

Tradizione di Zì Rosa
Tradizione di Zì Rosa

Prendiamo poi un primo e un secondo. La scelta ricade su un piatto della tradizione: pasta e patate con provola. Semplicemente divina. Perfetta la cottura della pasta (“ammiscata” come tradizione vuole), delicata, profumata, morbida, avvolgente con la provola a legare il tutto. Sicuramente questa pasta e patate è per me tra le cinque più buone mai mangiate, complimenti.

Pasta e patate con provola
Pasta e patate con provola

Il secondo è un buonissimo hamburger con friarielli e provola. La carne è di grande qualità, ottimo l’abbinamento con i friarielli (per i quali ho un debole) e la provola. Un secondo piatto assolutamente convincente.

Hamburger con provola e friarielli
Hamburger con provola e friarielli

Potevo non lasciarmi tentare da un dolcetto? Certo che no, e allora ho preso una fettina della mitica crostata sbriciolata alla nocciola. Per me un must quando vengo qui e che spesso mangio anche a colazione.

Sbriciolata alla nocciola
Sbriciolata alla nocciola

Ad accompagnare il dolce, un amaro alle erbe e il mitico caffè di Lello. Questo caffè merita un discorso a parte e ve ne parlerò più nel dettaglio prossimamente. In pratica si tratta di due tipi di miscele, il caffè crudo vengono selezionati e scelti personalmente da Lello con una cottura non troppo spinta. Il risultato è un caffè unico con un aroma fantastico.

L'inimitabile caffè di Lello
L'inimitabile caffè di Lello

Abbiamo pagato per il nostro pranzo veloce da Bistrot Zì Rosa 50 euro in due.

Volutamente abbiamo voluto provare piatti della tradizione per un percorso che seguisse un filo logico. Piatti cucinati alla grande con una materia prima di qualità. La garanzia della cucina del Bistrot Zì Rosa sta nella scelta dei prodotti tutti di stagione, nella scelta accurata dei fornitori selezionati con cura e attenzione da Lello e nella cucina della chef Valeria Marfelli a cui faccio i complimenti. La creatura di Lello Cantone cresce sempre più.
Bistrot Zì Rosa a Sant’Anastasia è un indirizzo imperdibile, da segnare in agenda e dove andare sempre, sia a colazione per gustare i fantastici caffè e i dolci di produzione propria (strepitosi in particolare i cornetti, i biscotti e le crostate), sia a pranzo o a cena per gustare una grande cucina del territorio con proposte ogni giorno sempre diverse e di grande qualità. Bella l’atmosfera che si respira qui, servizio professionale e preciso, conto corretto. Se capiti da queste parti, questo posticino non puoi fartelo scappare. Parola dei Templari del Gusto.

Bistrot Zì Rosa
Via degli Archi Augustei n.15
Sant’Anastasia (Na)
Tel. 339 342 3954
(Chiuso la Domenica)
Visita la pagina Fb di Bistrot Zì Rosa

Siamo tornati nel baianese ad Avella alla Pasticceria Pesce. Questo è un indirizzo imperdibile per chi ama i dolci. Ve ne abbiamo già parlato spesso in passato, qui trovi la inconfondibile e spettacolare cassata avellana, un trionfo di pan di Spagna, buonissima ricotta di pecora e le nocciole avellane, secondo noi uno dei piaceri da concedersi almeno una volta nella vita.
Poi il maestro pasticcere Pasquale Pesce a parer nostro fa uno dei migliori panettoni artigianali in circolazione. Ma qui alla Pasticceria Pesce trovi anche un dolce che merita assolutamente. Lo abbiamo scoperto quasi per caso e ce ne siamo innamorati: la frolla Sant’Anna.

La Frolla SantAnna
La Frolla Sant'Anna

In effetti si tratta di una rivisitazione originale della sfogliatella frolla, pensata per chi ama il cioccolato. Anche l’aspetto è singolare, praticamente una frolla nera ma la particolarità sta anche nella farcitura: ricotta romana, gocce di purissimo cioccolato, arancia e cannella. Il tutto avvolto in una profumata e golosa frolla al cacao.

La Frolla Sant'Anna Dettaglio ripieno
La Frolla Sant'Anna Dettaglio ripieno

Appena la provi resti rapito dalla sua morbidezza, dal fatto che è profumata, delicata, quasi “speziata” per via della presenza della cannella con quella leggera “nota agrumata” che avvolge il tutto. Ti consigliamo di provarla. La Frolla Sant’Anna è un altro buon motivo per fare un salto qui. La Pasticceria Pesce ad Avella è un un piccolo Paradiso per chi ama i dolci (in particolare quelli con la ricotta). Indirizzo imperdibile, parola dei Templari del Gusto.

 



Pasticceria Pesce
Via Giacomo Leopardi, n.33
Avella (Av)
Tel. 081 1849 5000
Visita il sito web della Pasticceria Pesce

Lunedì, 19 Dicembre 2022 11:18

Le scarpelle molisane

Le scarpelle molisane sono buonissime e sono una delle ricette tipiche del periodo natalizio e più in generale delle feste di questa regione meravigliosa. Sono semplicissime da fare. Si possono preparare sia nella versione dolce (con lo zucchero) sia nella versione salata. Noi ti proponiamo la ricetta delle scarpelle dolci della brava Daniela Carissimo della Pasticceria Dolci Tentazioni a Trivento. Sono irresistibili, prova a farle anche tu!

Ingredienti per una trentina di scarpelle (dipende anche dalla grandezza che scegliamo):

- Farina 1 kg
- Acqua 500/600 gr.
- Sale 20 gr.
- Lievito di birra 50 gr. (o anche lievito madre)

Per friggere:

- Olio di semi di arachide q.b.

Procedimento: 
Impastiamo la farina, con il sale, il lievito di birra (sciolto in un bicchiere di acqua tiepida) e l’altra acqua in planetaria.

L'impasto
L'impasto

Una volta ottenuto il nostro impasto lasciamolo lievitare coperto da un canovaccio per un paio di ore. Una volta lievitato, lavoriamo l’impasto e formiamo dei pezzi lunghi (o delle palline se preferite).

Le scarpelle prima di essere fritte
Le scarpelle prima di essere fritte

Immergiamoli nell’olio caldo. Appena pronti, scoliamoli su carta assorbente per far perdere l’unto in eccesso e passiamoli nello zucchero. Et voila…..il gioco è fatto.

Momento della frittura
Momento della frittura

Sono buonissimi…Provare per credere.

Le scarpelle Dettaglio
Le scarpelle Dettaglio

N.B.
Le scarpelle si possono fare anche nella versione salata unendo all’impasto quando formiamo le frittelline cime di cavolfiore, alici o baccalà.

Dolci Tentazioni
C/da Macchierio n.97
Trivento (Cb)
Tel. 0874 871263
Visita la pagina Fb della Pasticceria Dolci Tentazioni Trivento

Il nostro desiderio di raccontarvi storie legate al cibo di qualità e di segnalarvi prodotti e luoghi da non perdere ci porta ad Avella. Qui c’è un indirizzo fantastico per chi ama i dolci: la Pasticceria Pesce.
Avella si trova nel baianese e ha una storia antica e affascinate, era l’antica Abella, uno dei centri di maggior prestigio della Campania Felix. Qui ci sono tante cose da vedere come il bellissimo anfiteatro di età romana ma qui ad Avella vi consigliamo di venire anche per provare un dolce che è ormai diventato una prelibata eccellenza del territorio, la cassata avellana.
La Pasticceria Pesce è un indirizzo storico (è nata nel 1896) e da sempre lavora garantendo qualità e scelta accurata delle materie prime, una lavorazione attenta, assenza di prodotti di sintesi, e tanto amore.
Pasquale Pesce maestro pasticcere che porta avanti con orgoglio la tradizione di famiglia, è un talento puro e ha inventato un dolce che si può dire sia la versione irpina della cassata siciliana con una ricetta “segreta e sapiente”.

Cassata avellana della Pasticceria Pesce Dettaglio
Cassata avellana della Pasticceria Pesce - Dettaglio

La cassata avellana è unica: pan di Spagna, pregiata ricotta di pecora e le “mitiche” nocciole avellane (uno dei vanti del territorio). Quindi le nocciole vanno a sostituire quella che nella cassata siciliana è la frutta candita. Non solo, altra caratteristica sta nella parte superiore della cassata che è ricoperta da una cascata di nocciole, che conferiscono una piacevole e meravigliosa nota croccante. L’interno è un trionfo, il suo sapore avvolgente, delicato ma non stucchevole ti conquisterà. Come è capitato a noi.

Noi ogni anno veniamo a gustare la cassata avellana. Ci siamo innamorati di questo dolce che a parer nostro rappresenta uno dei piaceri da concedersi almeno una volta nella vita. Provala e ci darai ragione, crea dipendenza.
Ma qui alla Pasticceria Pesce tutto è notevole, dai meravigliosi panettoni artigianali (pluripremiati) alla sorprendente frolla di Sant’Anna (altra invenzione della casa). Segna in agenda e fai un salto qui, garantiamo noi.



Pasticceria Pesce
Via Giacomo Leopardi, n.33
Avella (Av)
Tel. 081 1849 5000
Visita il sito web della Pasticceria Pesce

Martedì, 08 Dicembre 2020 13:47

I cannoli dell'Euro Bar Dattilo (Tp)

E’ già da qualche anno che quando siamo in Sicilia troviamo sempre il modo e un buon pretesto per arrivare fino a Dattilo. Siamo in provincia di Trapani e giusto ad un pugno di km dal capoluogo c’è Dattilo. Chi ci segue anche sui social lo sa, proprio qui, qualche anno fa abbiamo scoperto una meraviglia assoluta: i cannoli dell’Euro Bar.
Venire qui è una sorta di pellegrinaggio per noi appassionati di food e desiderosi di raccontare e condividere le nostre esperienze di gusto.
In questo luogo lontano dagli itinerari turistici tradizionali e poco avvezzo alle luci dei riflettori, tutto ti aspetteresti di trovare ma non quello che per noi, è uno dei migliori cannoli mai gustati.
Inutile girarci intorno perché a parer nostro la realtà è questa. Michele Mazzara (il patron) ormai ha creato intorno a sé e al cannolo dell’Euro Bar quasi una sorta di venerazione, una fama che ha portato turisti, curiosi, golosi e addetti ai lavori da queste parti e questa fama è assolutamente meritata.
Chi già è stato qui può capirci e non può non darci ragione, ma possiamo solo immaginare lo stupore di chi la prima volta dovesse mettere piede qui.
Si resta a bocca aperta già quando ci si trova di fronte a questa meraviglia, la si guarda e si resta colpiti, a cominciare dalla dimensione generosa dei cannoli capaci di soddisfare anche palati più esigenti.
E poi ci si abbandona ai sensi, si chiudono gli occhi e si gusta la poesia, proprio così, perché i mitici cannoli dell’Euro Bar Dattilo, li riconosceresti anche bendato: involucro friabile, ricotta densa, consistente, profumata, avvolgente e misura extralarge.
La ricotta bella granulosa, con poco zucchero, è rigorosamente di pecora e solo delle valli trapanesi. La cialda è fatta a mano, non unta ed è friabile e gustosa. Insomma pochi fronzoli, tanta sostanza e tanta bontà. Noi lo abbiamo gustato in due versioni: semplice con la sola ricotta e anche quello con ricotta e gocce di cioccolato.
I cannoli dell’Euro Bar Dattilo a parer nostro sono uno dei piaceri che bisogna concedersi almeno una volta nella vita. Questo luogo è un vero Paradiso per chi ama i cannoli. Sarà uno dei primi indirizzi in cui torneremo quando si potrà ricominciare a viaggiare.
Intanto segna questo indirizzo in agenda e continua a seguirci….

Euro Bar Dattilo
Via Garibaldi, 11/13
Dattilo (Tp)
Tel. 0923 861434
Visita la pagina Fb dell’Euro Bar Dattilo

Giovedì, 30 Dicembre 2021 17:32

Baccalà fritto

Il baccalà fritto è un delizioso secondo piatto che si prepara in molte regioni ed è uno dei protagonisti di questo periodo dell’anno. E’ molto semplice da preparare, basta solo seguire pochi passaggi. Noi l’abbiamo gustato all’Hosteria Le Gourmet a Sperone e non potevamo non raccontarvi come si prepara. Grazie al caro amico, l’oste Peppino Caramiello, per la ricetta.

Ingredienti:

- Baccalà 500 gr. (per le quantità a persona dipende da quanti pezzi vogliamo ricavarne)
- Farina e semola q.b.
- Olio di semi di arachide (per friggere)
- Un pizzico di sale

Procedimento:

La prima operazione da fare con qualche giorno di anticipo è dissalare il baccalà. Il baccalà va messo in ammollo per 3 giorni avendo cura di cambiare l’acqua ogni 9/10 ore. Trascorsi i giorni necessari il baccalà va sciacquato per bene e sistemato in un recipiente al fresco (anche in figo).
Questa operazione è fondamentale perché come sapete il baccalà (a differenza dello stoccafisso che è essiccato) è conservato sotto sale e per consumarlo e gustarlo occorre fargli perdere gran parte della sua sapidità.
Tagliamo il baccalà in tranci, passiamolo bene nella farina e semola, ripetiamo l’operazione un paio di volte, deve essere ben infarinato.
Intanto mettiamo in una padella abbondante olio di semi di arachide. Quando è alla temperatura giusta, immergiamo il nostro baccalà infarinato, rigiriamolo ogni tanto. Ci vorranno 6/7 minuti per essere cotto.
Una volta pronto, mettiamolo su carta assorbente per fargli perdere l’unto in eccesso e prima di servire aggiungiamo un pizzico di sale.

In questo caso come tradizione campana vuole abbiamo accompagnato il baccalà con le papaccelle sott’aceto. Buon appetito!

Hosteria le Gourmet
Via Ferrovia n.28
Sperone ( Av)
Tel . 338 215 46 56
Visita la pagina Fb dell’Hosteria Le Gourmet

Salvo Terruso, siciliano DOC è un talento innato in cucina, seguendo le orme e la tradizione di famiglia, si diletta in ricette e piatti che sono uno spettacolo, tutti contraddistinti da un particolare: la sicilianità. Protagonisti dei suoi piatti sono i fantastici prodotti di questa regione meravigliosa.
Ideatore del progetto e brand “il Pastaio Matto” sta per dare alla luce il suo locale in quel di Palermo e noi seguiremo e vi racconteremo la sua avventura. Intanto Salvo ci regala una fantastica ricetta: linguine con pomodorini, burrata e granella di pistacchi. Piatto ribattezzato da Salvo “Pumaruoru Siculu”.

Ingredienti per 2 persone:

- Linguine di Grano duro 200 gr
- Olio Evo q.b
- Aglio 2 spicchi
- Peperoncini 2 interi
- 4 Filetti di Acciughe sott’olio
- Pomodorini ciliegini 250 gr.
- Burrata 250 gr.
- Granella di Pistacchi q.b.

Procedimento:

Pulire l’aglio e schiacciarlo in un mortaio.
Tagliare i 2 peperoncini, una parte andrà in padella, mentre una parte servirà per l’impiattamento.
Mettere in una padella un filo di olio abbondante, l’aglio schiacciato, il peperoncino e i filetti di acciughe.
Fare sciogliere le acciughe e dorare l’aglio facendo attenzione di non farlo diventare oro scuro.
Aggiungere i pomodorini tagliati, e tenerli in padella finché non hanno raggiunto la cottura giusta ( ci vorranno circa 5 minuti).
Togliere dalla padella e mettere da parte alcuni pomodorini che serviranno per l’impiattamento.
Intanto nella pentola in ebollizione, aggiungere sale grosso e le Linguine di Grano duro, (è preferibile usare quelle trafilate al bronzo).
Dopo 6 minuti di cottura, completare la cottura in padella con tutto il sughetto precedentemente preparato aiutandosi con l’acqua di cottura della pasta, e facendo sì che si formi una bella cremina.
Quindi impiattare, aggiungere la Burrata, i pomodorini, il peperoncino e una manciata di granella di pistacchi. Che dirvi? Buon Appetito e come dice Salvo con il suo motto ormai diventato un vero must “Mancìa e liccati u piattu”. (Mangia e leccati il piatto).

Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto

 

Martedì, 17 Novembre 2020 21:31

Millefoglie di salsiccia e friarielli

Salsicce e friarielli è un binomio perfetto, uno dei piatti tipici partenopei e campani, una storia d’amore che esiste da sempre. Questo è un secondo meraviglioso che piace davvero a tutti. Lo chef Stefano De Matteo del Ristorante il Generale a Caiazzo ci regala la ricetta di questo piatto, servito e presentato in maniera originale e bella da vedere: millefoglie con salsiccia di razza casertana e friarielli. Prova a farla a casa….

Ingredienti per 4 persone:

- 4 salsicce fresche (di razza casertana pari a 800 gr.)
- 600 gr. di friarielli
- 2 spicchi di aglio
- Olio extravergine di oliva
- Peperoncino
- Sale

Procedimento:

Mondate i friarielli, lasciando le cime più tenere. Mettete in una padella aglio, olio e peperoncino, fate soffriggere per qualche minuto e aggiungete i friarielli, salate e cuocete per una decina di minuti.
In un’altra padella mettete dell’olio e fate rosolare le salsicce da ogni parte, ultimate la cottura insieme ai friarielli. Tagliate le salsicce a fettine e con l’aiuto di un coppapasta alternate strati di salsicce e friarielli. Infine per deliziare il tutto condite con un filo di olio extravergine possibilmente di varietà “caiazzana”. Buon appetito.

Ristorante Il Generale
Largo Plebiscito Veneto n.2
Caiazzo (Ce)
Tel. 0823 862606
Visita il sito web del ristorante Il Generale

Siamo a Monte Sant’Angelo, uno dei gioielli del Gargano. Dal borgo, situato su uno sperone di roccia in bella posizione panoramica ad oltre 800 metri sul livello del mare, si ammira ad ovest il Tavoliere e a sud il mare e Manfredonia. Monte Sant’Angelo è un centro dalla storia antichissima con un centro storico caratteristico, il Rione Junno caratterizzato dalle sue casette bianche tutte uguali, Il castello Normanno – Svevo e soprattutto il bellissimo Santuario di San Michele Arcangelo (patrimonio UNESCO), uno dei luoghi più importanti della Cristianità, meta di pellegrinaggi e visitato da centinaia di migliaia di fedeli ogni anno.
Proprio qui, nel suo paese, In questo meraviglioso borgo del Gargano, in bilico tra tradizione, storia, anima popolare e modernità, nel cuore del centro storico in Piazza de’ Galganis, c’è il regno di Gegè Mangano, chef geniale, vulcanico, creativo e di una simpatia prorompente.

Li Jalantuùmene
Li Jalantuùmene

Qui c’è Li Jalantuùmene che è un mondo a parte, quasi una filosofia di vita, è molto di più di un ristorante, è una vera esperienza sensoriale e storica, qui puoi sostare e restare a dormire a Casa Li Jalanuùmene e goderti un soggiorno unico in ambienti che profumano di storia e nel contempo eleganti e raffinati.
Poi pranzare o cenare da Gegè Mangano è qualcosa che resta nella memoria e ti regala sempre emozioni uniche. L’ultima creatura di Gegè è Tirami Sud, un progetto e un portale che ti dà la possibilità di ordinare e avere a casa tua eccellenze del territorio e i prodotti selezionati da Gegè, come le mitiche Ostie ripiene di Monte Sant’Angelo, dolce tipico del luogo. 

Le Ostie ripiene di Gege Mangano
Le Ostie ripiene di Gege Mangano

Ti proponiamo la ricetta dello Chef Gegè Mangano e qualche curiosità su questo dolce dalle origini antiche.

Ingredienti per 10 ostie:
 
- 300 gr di mandorle abbrustolite in forno
- 250 gr di miele millefiori
- 50 gr zucchero
- Pizzico di cannella in polvere
- Qualche chiodo di garofano
- Scorza di limone femminello grattugiata
- Scorza di arancia grattugiata

Procedimento:

In un tegame metto le mandorle abbrustolite, mescolo qualche attimo con un cucchiaio di legno. Subito aggiungo il miele e lo zucchero. Mescolo spesso in modo che possano sciogliersi e amalgamarsi con le mandorle. Proseguo la cottura a fiamma dolce per circa 40 minuti. Continuo a mescolare spesso per non fare attaccare il composto. Terminata la cottura, tolgo dal fuoco e aggiungo la polvere di cannella, i chiodi di garofano, la scorza di limone e di arancia grattugiata. Continuo a mescolare e amalgamare bene il composto. Intanto stendo le ostie che ho preparato precedentemente con il cucchiaio di legno incomincio e posizionare il composto sulle ostie e le ricopro con un altra ostia (come se fossero dei sandwich). Per fare in modo che si attacchino posiziono in superficie una tavoletta di legno con dei pesi. Si lasciano riposare per circa un'ora in modo che possano attaccarsi l'una all'altra. Dopo un'ora saranno pronte per essere gustate.

Preparazione delle ostie:

Per fare le ostie occorrono semplicemente acqua, farina e un filo di olio Evo, si lavora il tutto e si crea una pastella. Indispensabile un utensile “il ferro a tenaglia” che si mette a scaldare sul fuoco. Poi quando è caldo, con un cucchiaio si posiziona un po’ di quella pastella e così si crea l’ostia. Bisogna stare attenti a non farle bruciare e quindi girare rapidamente da una parte all'altra.
N.B. Se vi manca il tempo e l’attrezzo adatto, potete anche comprare delle ostie già pronte.

Ostie Ripiene
Ostie Ripiene

La Curiosità: le ostie ripiene (ostie ckjene) sono una specialità tipica di Monte Sant Angelo, nel cuore del parco nazionale del Gargano.
La leggenda narra che un giorno nelle cucine del Monastero della Santissima Trinità (convento delle Clarisse), alcune suore stessero preparando alcuni dolci con il miele. A un certo punto una mandorla cadde nel miele e una di queste suore per riprendere la mandorla usò due ostie. Chiaramente la mandorla rimase attaccata tra le due ostie grazie al miele.
Nel frattempo entrò un parroco e guardando quella scena disse alla suora che era un peccato di gola. La suora rispose al parroco che si sbagliava, non era un peccato di gola bensì erano le OSTIE RIPIENE.

 

Li Jalantuùmene
Piazza De’ Galganis n.5
71037 Monte sant’Angelo (Fg)
Tel. 0884 565484

Visita il sito web del ristorante e B&B Li Jalantuùmene

Visita il sito Tirami Sud il portale Shop di Gegè Mangano

Siamo a San Marco dei Cavoti, nel Fortore beneventano. Venire a San Marco significa immergersi in un’atmosfera unica, questo delizioso borgo infatti ha origini antichissime. In particolare il nucleo antico e il nome attuale si devono ai Provenzali che fra il 1353 e il 1355 si stabilirono sul territorio. I coloni provenzali venivano dalla cittadina di Gap e chiamarono il borgo San Marco in onore del loro santo patrono, la denominazione di Cavoti deriva da Gavots, che indicava la provenienza appunto dalla cittadina provenzale di Gap. Da non perdere il borgo antico, sapientemente tenuto e ricostruito in pietra, il borgo Vicidomini, il Palazzo Marchesale, le tre porte di accesso: Porta di Rose, Porta Palazzo e Porta Grande, la Torre Provenzale nel punto più alto del borgo, Palazzo Ielardi, la Chiesa del Carmine risalente al 1600. Non può mancare una capatina al Museo degli orologi da torre unico in Italia.

San Marco dei Cavoti Panorama dal Belvedere Grazionella Oggi Belvedere Mons Michele Marinella
San Marco dei Cavoti Panorama dal Belvedere 

San Marco dei Cavoti è conosciuto nel mondo come “il paese del torrone e del croccantino”. Un altro motivo per venire a San Marco dei Cavoti è quello di passare da Innocenzo Borrillo.
Indirizzo storico e mecca per gli appassionati di dolci bontà. Proprio il cav. Innocenzo Borrillo inventò quello che negli anni è diventato un must, il torrone Baci: un croccantino squisito di mandorle e nocciole ricoperto di goloso e pregiato cioccolato fondente extrafine. La storia cominciò nel 1891, quel piccolo laboratorio di bontà è ancora qui a san Marco e nel tempo si è diventata la Premiata Fabbrica di torroni Innocenzo Borrillo conosciuta in Italia e anche all’Estero.

La mitica cassatina di Innocenzo Borrillo
La mitica cassatina di Innocenzo Borrillo

Se passate da queste parti non potete non assaggiare la mitica cassatina: pan di Spagna, all’interno finissima ricotta di latte vaccino lavorata abilmente con gocce di cioccolato e sopra una pasta di mandorle delicata.

Sua Maestà la cassatina
Sua Maestà la cassatina

La cassatina è come una carezza, morbida, avvolgente, delicata. Ad ogni morso ti trascina in un vortice di bontà. Personalmente me ne sono innamorato e ogni anno venire qui è diventata quasi un’abitudine.

Le cassatine di Innocenzo Borrillo
Le cassatine di Innocenzo Borrillo

Poi l’atmosfera che si respira entrando in questo piccolo negozio è unica. Attendere il proprio turno e di essere servito al banco nella buvette è pura magia. Indirizzo da non perdere. Appena ne avrete modo, fate tappa qui e mi direte…..

Innocenzo Borrillo Interno Un fascino senza tempo
Innocenzo Borrillo Interno Un fascino senza tempo

 

Innocenzo Borrillo
Via Roma, 64
San Marco dei Cavoti (Bn)
Tel. 0824 984060
Visita il sito web di Innocenzo Borrillo

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