Se è vero che si ritorna sempre dove si è stati bene, non potevamo non tornare da Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda. Memori della meravigliosa esperienza passata, siamo tornati in questo piccolo gioiello irpino. Adoriamo l’atmosfera senza tempo che si respira in questo locale, un edificio storico, un’antica ex dogana aragonese datata addirittura 1467. Il recupero è stato certosino e meticoloso, fatto con cura e amore. Domina la rassicurante pietra, il pavimento in pietra e legno con delle meravigliose e antiche doghe provenienti dalla Toscana. Ci sono due ambienti, uno al piano inferiore a cui si accede con delle scale in pietra.
Ingresso
Tutto è curato nei dettagli, ogni singolo oggetto è originale e recuperato, anche le posate, le sedute, i tavoli raccontano storie passate e affascinanti. Il resto lo fa la luce calda e il “mood” che regala questo luogo, un luogo che ha una sua “anima” capace di trasmettere una piacevole sensazione, quasi atemporale.
Insegna esterna
Naturalmente qui si viene anche e soprattutto per la carne, di qualità eccellente. Carni selezionate e provenienti da allevamenti allo stato brado e semibrado e scelte con cura da Rocco Caggiano che negli anni ha acquistato una maestria, una perizia e una conoscenza che hanno pochi eguali. In particolare Rocco coltiva e alimenta quella che si potrebbe definire una vera e propria arte portata avanti di generazione in generazione: la frollatura. Essa esalta la qualità, le caratteristiche e le proprietà della carne. Rocco Caggiano con passione padroneggia questa arte, con uno studio costante e continuo per dare ai suoi clienti un prodotto di qualità superiore.
Un angolo della meravigliosa sala
Ma torniamo alla nostra cena. Ci accomodiamo al nostro tavolo da due (prenotato per tempo). E diamo il solito sguardo al menù. Noto con piacere che rispetto alla nostra precedente esperienza il menù è stato arricchito con altri piatti e proposte soprattutto di antipasti. Adesso mi pare perfettamente calibrato e in grado di accontentare un po’ tutti.
Naturalmente in carta la carne la fa da padrona e non potrebbe che essere così. Dalla Chianina alla Rubia Gallega, dalla Maremmana alla Marchigiana, dall’Angus alla Scottona, dalla Simmenthal al prezioso Wagyu e via discorrendo. Tutte carni selezionate e trattate con cura con una grande attenzione alla frollatura. Da notare poi la presenza dei filetti e di proposte di carne alternative alla bistecca.
Si comincia. Ordiniamo una minerale e due calici di un ottimo rosso, l’Aglianico Antonio Bruno di Fontana del Re Azienda Agricola di Mariella Roselli, un rosso che mi ha sorpreso, corposo, intenso, di un bel colore rosso rubino, note speziate e sentori di frutti rossi.
Aglianico Fontana del Re
Intanto ci arriva il pane. Ottimo. Anche questo selezionato da Rocco Caggiano, scopriremo poi che proviene da un forno tradizionale di Bonito.
Il buonissimo pane di Bonito
In attesa dell’antipasto ecco una loro entreé: bruschettina con ‘nduja di loro produzione e bietola grigliata. Stuzzicante è la parola giusta, la ‘nduja è magnifica, piccantina il giusto.
Entreé
Ci servono anche dell'acqua aromatizzata al melone e rosmarino, che rinfresca il palato.
Acqua aromatizzata con melone e rosmarino
Tra gli antipasti mi aveva colpito l’uovo di Paolo Parisi, proposto con asparagi in tripla consistenza. Non è la prima volta nei nostri viaggi gastronomici che mi imbatto nelle uova di Paolo Parisi. Una vera eccellenza, sono uova che nascono da galline livornesi, allevate all’aria aperta che bevono latte di capra. Esse hanno una particolarità: sono bianche all’esterno e hanno un tuorlo di colore giallo intenso. Sono gustose ma al contempo delicate.
L'uovo di Paolo Parisi
Come detto l’uovo di Paolo Parisi viene proposto cotto al Josper (il mitico forno brace) con asparagi in tre consistenze. Un piatto meraviglioso. Accompagno il tutto con il buon pane di Bonito.
Uovo di Paolo Parisi con asparagi in tre consistenze
Non poteva mancare un tagliere di salumi: salamino, soppressata, prosciutto e capocollo. I salumi sono eccezionali, paradisiaca la soppressata, da svenimento il capocollo, per non parlare del prosciutto, si scioglieva letteralmente in bocca. Spettacolo.
Tagliere di salumi
Accompagniamo i salumi con del pane azzimo senza lievito buonissimo, condito con un pizzico di sale, olio Ravece irpino e origano.
Pane azzimo cotto al Josper
E’ il momento della carne. Noi optiamo per una bistecca di capocollo con cascata di parmigiano reggiano stagionato 62 mesi e olio Ravece irpino. Meravigliosa la bistecca di capocollo, sorprendente l’abbinamento con il parmigiano capace con la sua spinta di esaltarne il sapore. Gran piatto davvero.
Bistecca di capocollo con cascata di parmigiano reggiano stagionato 62 mesi e olio Ravece
Non poteva mancare una tagliata, in questo caso optiamo per una tagliata di Maremmana con il suo gusto deciso e saporito soprattutto nel grasso che la accompagna.
Tagliata di Maremmana
Accompagniamo la carne con un tagliere di verdure di stagione braciate. Buonissime e belle anche da vedere.
Tagliere di verdure di stagione braciate
In carta avevo adocchiato anche il mitico cotechino irpino. Decido di gustarlo. Il cotechino, insieme al classico “mugliatiello”, sono dei must della Macelleria Colomba (adiacente alla braceria). Non potevo non assaggiare il loro cotechino cotto sotto la cenere. Sprigiona un profumino incredibile, piccante il giusto, gusto deciso ma non stucchevole, assolutamente godurioso. Una vera bontà.
Antico cotechino irpino piccante cotto sotto la cenere
Decidiamo di rendere dolce la nostra serata con due proposte di dessert davvero interessanti e con una particolarità: anche i dolci sono cotti al Josper. Intrigante la zuppetta di crema al cardamomo con ananas braciata e menta.
Zuppetta di crema al cardamomo con ananas braciata e menta
Fresco, aromatico e sorprendente il gelato al pepe bianco Sarawak con fragola braciata a donare una piacevole nota fruttata. Ribadisco il mio pensiero, proporre la frutta così, alla brace e come dessert è davvero un’idea innovativa e geniale.
Gelato al pepe bianco sarawak con fragola braciata
Accompagno il dessert con un bicchierino di Chartreuse Verte, liquore francese che apprezzo molto, creato in un’antica Abbazia, e ottenuto dall’infusione di oltre 130 diverse tipologie di piante officinali. Il suo profumo è inebriante, il colore è accattivante, forte, possente ma con un finale dolce che conquista.
Amaro francese Chartreuse Verte
Chiudiamo qui la nostra esperienza da Rocco Caggiano e chiediamo il conto. Paghiamo 65 euro a persona.
Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda si conferma alla grande sulla nostra guida web di quelli che sono gli indirizzi da non perdere. E’ un vero gioiello. Si trova in un edificio storico, una ex dogana aragonese del 1467 dove un tempo i viandanti e i pellegrini si ristoravano. In un certo senso anche oggi è così. Chi viene qui potrà godere di un’esperienza unica nel suo genere. Il locale è curatissimo e suggestivo. Domina la pietra e poi c’è il legno. Ogni oggetto, ogni dettaglio è studiato nei particolari con elementi e oggetti di recupero. Entrare qui significa tuffarsi in una dimensione “fuori dal tempo” e rivivere un passato rurale, contadino nella sua accezione più bella e nobile. I meat lovers qui avranno di che divertirsi. La carne qui è eccellente, selezionata e scelta con cura e passione da Rocco Caggiano che negli anni ha affinato la conoscenza dell’arte della frollatura per poter dare ai suoi ospiti un prodotto di assoluta qualità e garantire un’esperienza da ricordare. Il servizio è veloce e professionale, il conto è adeguato al contesto e al tipo di proposta. Piccola raccomandazione: all’interno ci sono poco meno di una quarantina di posti, quindi consiglio sempre di prenotare in anticipo. Rocco Caggiano Braceria ti emozionerà come ha emozionato noi. Imperdibile….
Rocco Caggiano Braceria
C.so Vittorio Veneto, n.320
Grottaminarda (Av)
Tel. 351 753 2244
Visita la pagina FB di Rocco Caggiano Braceria