E’ Domenica e siamo tornati nella nostra amata Irpinia, siamo ad Ariano Irpino, per il nostro pranzo abbiamo deciso di andare sul sicuro e siamo tornati al Ristorante la Pignata, da noi più volte già visitato e recensito.
La Pignata è ormai un indirizzo storico della ristorazione irpina, una bella storia che continua dal 1980 grazie a Guglielmo Ventre, a sua moglie e al figlio Ezio, la Pignata mostra una crescita e una evoluzione continua grazie a proposte di cucina eccellenti e a un’attenzione maniacale alla scelta dei prodotti e delle materie prime. Altra cosa che rende La Pignata speciale è il fatto di non perdere mai di vista le radici, la tradizione irpina. Qui infatti si possono gustare sempre anche piatti del territorio e della cucina arianese.
Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due in modo da avere la certezza di trovare posto. Parcheggiamo senza problemi a pochi metri dal locale. Ci accomodiamo, veniamo accolti con grande gentilezza da Ezio Ventre e dal suo team. Ci accompagnano al nostro tavolo. L’atmosfera è sempre gradevole: connubio di eleganza e stile rustico, un luogo che a noi piace molto e dove ritorniamo sempre volentieri. Il personale è gentile e professionale ed Ezio Ventre è un impeccabile padrone di casa.
Come al solito diamo un rapido sguardo al menù, un vero trionfo della cucina del territorio. C’è la possibilità di optare per un menù due degustazione ma noi decidiamo di pranzare a la carte: antipasti e tra questi le tradizioni dell’Appennino con meravigliosi salumi, gli evergreen del territorio (minestra maritata, pancotto e trippa all’arianese in primis) e poi i primi, i secondi, i dolci. Insomma c’è davvero da divertirsi. Molto fornita la carta dei vini con proposte anche estere e una scelta oculata di cantine e aziende con la predilezione per vini i biologici.
Prima dell’antipasto ci servono uno stuzzicante entrèe: croissant ai 5 cereali con pancetta irpina. Buono, fragrante e profumatissima e delicata la pancetta.
Entrèe
Ci portano i loro pani tra cui spicca un pane ai 5 cereali e uno con semi di chia e semi di girasole.
I Pani
E per godere appieno anche un signor olio (irpino anche questo chiaramente): Zahir del frantoio San Comaio di Zungoli, monocultivar ravece, un olio fruttato, dal gusto intenso e persistente, con chiare note erbacee e profumatissimo. Adoro quest’olio che conosco molto bene.
Zahir del frantoio San Comaio di Zungoli
Da bere una minerale e per accompagnare gli antipasti due calici di Greco di Tufo DOCG Colle Serrone di Cantine di Marzo, un bianco fresco, intenso, con una buona nota minerale, con una giusta nota sapida. Un vino intrigante, sorprendente. Ottima scelta e ottimo consiglio di Ezio Ventre.
Greco di Tufo DOCG Colle Serrone di Cantine di Marzo
Intanto arriva il primo degli antipasti, un commovente sformatino di patate e baccalà con broccoli, peperoni e pinoli su vellutata di broccoli. Morbido, delicato, gustoso, con un perfetto equilibrio di sapori e consistenze, un gran piatto.
Sformatino di patate e baccalà
Non da meno la bomba di burrata fritta ripiena di alici su vellutata di pomodoro e melanzane e alici di Cetara. Una proposta goduriosa e interessante, la burrata con le alici è un abbinamento a noi noto e azzeccatissimo, la vellutata di pomodori e melanzane ci parla anche della Sicilia e le alici di Cetara richiamano la tradizione gastronomica mediterranea. Spettacolare.
Burrata fritta ripiena di alici su vellutata di pomodoro e melanzane
Poi ecco un cannolo in crosta di pane al forno con ripieno di patate, salsiccia secca, peperoni e uova su vellutata di peperoni e rosmarino. Una rivisitazione di un piatto della tradizione contadina, peperoni, patate e uova. Anche questo da ricordare ….
Cannolo in crosta di pane
Ho voluto poi espressamente assaggiare un must della cucina arianese: trippa all’arianese con il pomodoro. Può essere gustata assoluta ed è una favola...
Trippa all'arianese
Oppure con una bella e generosa grattugiata di cacioricotta per donare al piatto un po’ di sapidità. Trippa eccezionale, mi sono davvero “deliziato” con un piatto della tradizione contadina che più contadina non si può.
Trippa all'arianese con cacioricotta
Ci godiamo il nostro pranzo in un clima di assoluto relax e in attesa dei primi, Ezio ci propone due calici di Rasott dell’Azienda Agricola Boccella di Castelfranci. Un rosso fantastico, un aglianico con note di frutti rossi, intenso, speziato, al palato gradevolissimo dal gusto ampio, giusti tannini e tanta personalità. Eccezionale.
Rasott dell'Azienda Agricola Boccella
Ecco i paccheri Camporeale con un ragù delicatissimo di datterini gialli, baccalà e mollica di pane fritto al basilico. Perfetta la cottura della pasta, azzeccatissimo il connubio del baccalà con il pomodirino giallo. Se questo primo ci è piaciuto con l’altro saliamo decisamente di livello.
Paccheri con ragù di datterino giallo baccalà mollica di pane fritto e basilico
Sono una poesia questi tortelli di zucca e amaretto su vellutata di ceci e zucca con fonduta di pecorino Carmasciano e scaglie di tartufo nero. Una sinfonia di sapore, in un equilibrio perfetto. Piatto da Champions League (passatemi la similitudine calcistica ma rende bene l’idea).
Tortelli di zucca e amaretto su vellutata di ceci e zucca con fonduta di pecorino e tartufo
Decidiamo di gustare anche un secondo e scelgo un piatto tradizionale di questa zona che più tradizionale non si può: baccalà fritto con peperoni cruschi, un classico. Bello sodo, compatto e saporito il baccalà, asciutta e non unta la frittura, ammaliante l’abbinamento con i peperoni cruschi (che buoni!), quelli che quando li mangi fanno “crunch”.
Baccalà fritto con peperoni cruschi
Saremmo sazi, ma che Domenica sarebbe senza un dolce? Prima però soddisfiamo una voglia che ci era venuta vedendo all’ingresso un barattolone di golose e provocanti ciliegie sotto spirito. Ne abbiamo chieste un po’, mi ricordano mia nonna. Fantastiche….
Ciliegie sotto spirito
Poi una millefoglie con crema di ricotta, amarena e cioccolato. Anche il dolce di assoluto livello. Accompagniamo il dessert con due bicchierini di Amarenico di Antico Castello di San Mango sul Calore. Un liquore fatto con aglianico e aromatizzato all’amarena. Davvero interessante…
Millefoglie
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo poco più di 50 euro a persona. Rapporto qualità prezzo corretto e adeguato alla qualità e al livello delle proposte degustate.
La Pignata ad Ariano Irpino si conferma alla grande. Questo è un indirizzo che non può mancare sulla vostra agenda, è un simbolo della ristorazione irpina che ha saputo nel tempo rinnovarsi e crescere senza mai perdere di vista le radici. La famiglia Ventre porta avanti questo progetto con passione ed entusiasmo proponendo una cucina della tradizione presentata con originalità e spunti creativi. Da rimarcare la grande attenzione ai prodotti e alla qualità delle materie prime utilizzate. Qui la cucina ti lascia sempre qualcosa, ti emoziona, ti coccola, ti abbraccia, infatti quando si va via si ha sempre voglia di ritornare.
Buona e studiata la carta dei vini. Servizio professionale e veloce. Qui poi si può gustare anche una “signora pizza”, ve ne abbiamo parlato in passato ma torneremo a farlo. Conto adeguato al tipo di proposta. La Pignata è una tappa imprescindibile per chi ama mangiar bene e mangiare irpino. Consigliatissimo.
Ristorante La Pignata
Viale dei Tigli n.7
Ariano Irpino (Av)
Tel. 0825 87 25 71
Visita il sito web del ristorante La Pignata