Eccellenze

Brian Liotti

Brian Liotti

Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.

Giovedì, 17 Ottobre 2019 23:08

Hosteria Le Gourmet. Sperone (Av)

Ebbene si, siamo tornati a Sperone all’Hosteria Le Gourmet, per noi ormai è una piacevole abitudine. Di tanto in tanto torniamo a trovare l’oste “cacciatore di bontà” Peppino Caramiello per degustare i nuovi menù dello chef Marco del Giudice, talento purissimo capace di valorizzare alla grande prodotti e materie prime.
Mancavamo da un po’ ma la voglia di gustare le nuove proposte dell’Osteria era troppo forte.
La prima cosa che ci piace molto dell’Hosteria Le Gourmet, una volta arrivati, è la sensazione di calda accoglienza che si respira qui: palazzo antico di inizi 900, tre sale (una per la degustazione), due bei camini. Qui d’Inverno col fuoco acceso l’atmosfera è davvero magica. E poi una volta accomodati al vostro tavolo dimenticate telefonini, orologi e assaporate il tempo che scorre lento come un buon calice di vino.
Ci accoglie in maniera gentile l’oste Peppino. La formula è sempre la stessa, non c’è menù alla carta (perche si può dire che le proposte cambiano settimanalmente in base alla stagionalità e reperibilità dei prodotti). Peppino ci illustra il menù: due proposte di antipasti: tagliere di salumi e formaggi e i caldi (4 proposte di carne, pesce e verdure di stagione), 4 primi, 4 secondi e 3 dessert (formula vincente non si cambia). Questo è un altro plus dell’Osteria: le proposte cambiano spesso questo perché lo chef lavora i prodotti e le materie prime selezionate e scelte insieme a Peppino.
Da bere prendiamo una minerale e un buon aglianico irpino. Prendiamo due antipasti dell’osteria. Intanto arriva un interessante benvenuto: un calice di prosecco una tartelletta mantecato di baccalà e polvere di peperone crusco (eccezionale) e sedano al lampone con maionese di rafano (sorprendente quanto buono).

EntréeEntrée

Ecco gli antipasti: un commovente involtino di verza ripieno di mortadella e caciocavallo, gustosissimo, giustamente sapido con un non so che di voluttuoso.

Involtini di verza ripieni di mortadella e caciocavalloInvoltini di verza ripieni di mortadella e caciocavallo

Un filetto di pesce lampuga con zucchine e crema alle alici. Lo abbiamo trovato meraviglioso, equilibrato,  il sapore del pesce che ben si armonizzava con le zucchine e la nota forte della crema alle acciughe.

Lampuga con zucchine e crema di aliciLampuga con zucchine e crema di alici

Poi un assaggio di un classico: totani e patate serviti in modo originale in un piccolo “boccacciello”. Non avete idea del profumo inebriante quando lo apri … Davvero buoni …

Totani e patateTotani e patate

Per terminare il giro di antipasti un piatto della tradizione contadina locale: sausicchione (la salsiccia irpina) al sugo con la polenta. Un sapore inebriante, e un sugo che ci ha costretto ad una piccola scarpetta.

Salsiccia irpina al sugo con polentaSalsiccia irpina al sugo con polenta

Gli antipasti ci sono piaciuti molto, come sempre le proposte sono studiate e presentate in modo originale. Decidiamo di ordinare due primi: dei bottoni ripieni di funghi porcini e zucca serviti in brodo di faraona. Uno spettacolo.

Bottoni ripieni ai funghi porcini e zucca in brodo di faraonaBottoni ripieni ai funghi porcini e zucca in brodo di faraona

Ma non è da meno l’altro primo, un risotto cacio e pepe lunfo con le cozze a cui mancava solo la parola. Semplicemente perfetto. Mantecato come si deve, cremoso, equilibrato e giustamente sapido. Un piatto meraviglioso, da ricordare.

Risotto cacio e pepe lungo con cozzeRisotto cacio e pepe lungo con cozze

L’oste Peppino di tanto in tanto passa a sincerarsi che tutto stia andando bene. Non potevamo esimerci dall’assaggiare anche i secondi e allora spazio a un petto di faraona (paesana) con indivia e maionese di rafano. Spettacolare..



Petto di faraona con indivia e maionese di rafanoPetto di faraona con indivia e maionese di rafano

E maialino con crema di mela e cipollotto. Delicato, profumato, con la carne di maiale morbidissima grazie alla cottura a bassa temperatura. Un secondo da Champions League !

Maialino con cipollotto e salsa alla melaMaialino con cipollotto e salsa alla mela

Come contorno due porzioni di chips di patate tagliate al momento. Buone anche queste.

ChipsChips

Siamo pieni ma decidiamo di chiudere in bellezza. Del resto si dice “dulcis in fundo”, per cui …. Un dolce da dividerci: ecco una proposta di stagione, prettamente autunnale, quali sono due dei frutti di questo periodo? Castagne e cachi e allora un cremoso di castagne con una confettura di cachi e spuma di cioccolato bianco. Degna chiusura di un grande pranzo. 

DessertDessert

Ad accompagnare il dolce un caffè e un amaro siciliano al limone. Costo del pranzo 75 euro in due. Buono il rapporto qualità – prezzo.

Per noi l’Hosteria Le Gourmet a Sperone rappresenta una certezza. Sono anni che veniamo qui e non ci ha mai deluso. Peppino Caramiello è sempre alla ricerca di materie prime, prodotti di stagione e cerca di premiare anche piccoli produttori locali e irpini che fanno qualità. Lo chef Marco del Giudice è un grande talento, riesce a valorizzare questi prodotti con una cucina che presenta tecnica, perizia e amore, una cucina che parte dalla tradizione (sempre presente qui in Osteria) ma offre anche interesanti spunti creativi e novità. L’atmosfera è gradevole e conviviale, il servizio discreto e preciso. Buono il rapporto qualità – prezzo. Cosa volere di più?
Fate un salto da Peppino e ci darete ragione. Parola dei Templari del Gusto!

Hosteria Le Gourmet
Via Ferrovia n.28
Sperone ( Av)
Tel . 338 215 46 56
Visita la pagina Fb dell’Hosteria Le Gourmet

Mercoledì, 09 Ottobre 2019 22:24

Spaghetti al pomodoro

Noi italiani amiamo la pasta e siamo fortemente legati al culto del grano. Nel mondo quando si parla dell’Italia a tutti viene in mente un piatto su tutti: gli spaghetti al pomodoro.
Un piatto in apparenza semplice, ma non è così. Bisogna stare attenti ai dettagli. La bravissima chef Giusy di Castiglia ci spiega come fare gli spaghetti al pomodoro a regola d’arte. Ecco la ricetta…

Ingredienti per 4 persone:

• 320 gr. di spaghetti pastificio ”Il Mulino “
• 850 gr. di Piennolo Dop in succo “Francaterra “ corrispondente all’antico principe borghese del Vesuvio .
• 30 gr. olio extra vergine di oliva
• 1 spicchio d Aglio
• 8 foglie di basilico
• sale fino q.b.

Procedimento:
 
In una padella riscaldare l’ olio Evo insieme ad uno spicchio d’aglio sbucciato e tritato, dopo circa un paio di minuti di cottura aggiungere i pomodori , qualche foglia di basilico e aggiustate di sale .
Far cuocere per circa 50 minuti a fiamma medio-bassa in modo che il sugo non abbia un contatto violento con il calore, mescolate di tanto in tanto .
Cuocere gli spaghetti in abbondante acqua salata, scolatela al dente e terminate la cottura nella padella insieme al pomodoro aggiungendo un ulteriore filo di olio Evo e foglia di basilico, amalgamate il tutto aiutandovi con l’acqua di cottura della pasta a fiamma alta .
A questo punto gli spaghetti sono pronti.
Il mio consiglio è quello di impiattare gli spaghetti a mo’ di nido in quanto così non ci sarà la dispersione del calore e dei profumi all’interno del piatto piano, ma si può scegliere anche un modo di impiattare più bello da vedere, che più colpisce l'occhio del commensale, metodo sempre più utilizzato dagli chef in quanto è come se si avesse una tavolozza dove poter dipingere. 

Gli spaghetti al pomodoroGli spaghetti al pomodoro

Utilizzate per guarnire la pietanza una fogliolina di basilico e pomodoro.
 

Difficoltà: bassa
Costo: basso

Martedì, 08 Ottobre 2019 08:59

Il Posticino. Barletta

Siamo a Barletta (la città della famosa e storica Disfida), siamo stati qui per visitare il suo bellissimo centro storico, qui c’è tanto da vedere, tra le tante cose il Castello, la Cantina della Sfida, la bellissima Cattedrale di Santa Maria Maggiore, la Chiesa di Sant’Andrea, il Colosso, ma è tutto l’impianto urbanistico ad essere interessante, da Via Duomo si snodano tanti caratteristici vicoletti che la sera sono pieni di turisti e di barlettani che prendono d’assalto i numerosi locali presenti, una movida colorata e felice che la trasforma il centro storico in un variopinto teatro a cielo aperto. Insomma Barletta è una città viva, pulsante, in pieno fermento, che vi consigliamo davvero di visitare, anche perché ci sono numerosi indirizzi interessanti, uno su tutti: il Posticino.

Ci siamo tornati di Domenica a pranzo, abbiamo prenotato il nostro tavolo da tre al Posticino. Siamo venuti qui a distanza di tempo per gustare le proposte del bravissimo chef Antonio Demattia, un vero talento.
Il ristorante si trova in pieno centro storico ma in luogo appartato, una stradina suggestiva lontana dal caos e dalla ressa, qui si può pranzare o cenare in totale relax. Il locale è piccolo e accogliente, con tre sale molto intime, pavimento con le classiche e sempre belle “chianche pugliesi”, domina la pietra, soffitto con volte e botte e mise en place sobria.
Appena arrivati ci fanno accomodare al nostro tavolo. A differenza degli altri giorni dove si ordina “a la carte”, la Domenica propongono un menù degustazione davvero intrigante. Chiaramente prevale la cucina di mare.
In attesa degli antipasti arriva un graditissimo entrée: frittelle al granchio, stuzzicanti, gustose.

 

Frittelle di granchioFrittelle di granchio 

Da bere un vino bianco, una Falanghina IGT Kiaro della Cantina Mastricci, un bel vino fruttato, morbido, di un bel colore giallo paglierino, dotato di buona sapidità e giusta persistenza. Sarà perfetto per il nostro pranzo con pietanze prevalentemente a base di pesce.

Falanghina IGT Kiaro della Cantina MastricciFalanghina IGT Kiaro della Cantina Mastricci

L’atmosfera è davvero piacevole, cominciano le danze.. Arriva il salmone al mojito con dadini di nettarine. Profumato, avvolgente, delizioso.

Salmone al mojito con nettarineSalmone al mojito con nettarine

Una commovente e freschissima tartare di tonno con cetriolo. In generale ho un debole per il tonno, questo è stato davvero eccellente.

Tartare di tonno con cetrioloTartare di tonno con cetriolo

Ecco poi una porzione di crudi: spettacolari. Pesce freschissimo. Si sa che da queste parti il crudo è una vera istituzione.

I crudiI crudi

Ecco poi una proposta di carne, un carpaccio di black angus con granella di nocciole che gli conferisce una piacevole nota croccante e la nota acidula e fresca dei dadini di mela verde. Anche questa proposta è stata assolutamente convincente, nota di merito per la carne, ottima.

Carpaccio di black angus con granella di nocciole e mela verdeCarpaccio di black angus con granella di nocciole e mela verde

Pensate siano finiti qui gli antipasti? Niente affatto. Lo chef Antonio Demattia ci sorprende con un soufflé di peperoni con una salsa alle olive verdi. Morbido, delicato, equilibrato.

Soufflè di peperoni e crema di olive verdiSoufflè di peperoni e crema di olive verdi

Se il soufflé mi è piaciuto saliamo ancora di livello con la darna di baccalà con terra di olive nere e pomodoro. Confesso di aver fatto la scarpetta con quel sughetto voluttuoso e profumato!

Baccala in crosta di terra di olive nere e pomodoroBaccala in crosta di terra di olive nere e pomodoro

A chiudere la carrellata di antipasti dei gamberi cotti a bassa temperatura serviti con insalata ai cereali e gazpacho.

Gamberi cotti a bassa temperatura con insalatina di cereali e gazpacho di pomodoroGamberi cotti a bassa temperatura con insalatina di cereali e gazpacho di pomodoro

Le proposte di antipasti (freddi e caldi) sono stati convincenti. Mi ha colpito la grande qualità della materia prima ed il pesce freschissimo, presentato in modo creativo e con preparazioni capaci di esaltarne il sapore. E’ tempo di primi. Ci vengono serviti dei capunti con ragù di ricciola e cernia. Interessante la scelta di questo formato di pasta, i capunti in pratica sono dei cavatelli un po’ più lunghi che ben catturano un ragù di mare da Champions League.

Capunti con ragù di cicala e cerniaCapunti con ragù di cicala e cernia

L’altro primo sono dei bauletti ripieni di friarielli e caciocavallo con cremoso di zucca e speck. Un piatto che mi ha conquistato, davvero buono.

Bauletti ripieni di friarielli e caciocavallo con cremoso di zucca e speckBauletti ripieni di friarielli e caciocavallo con cremoso di zucca e speck

Il nostro pranzo scorre via in modo piacevole. Qui al Posticino si sta davvero bene, c’è una bella atmosfera, intima, raccolta che invita alla convivialità. Il menù degustazione prevede come secondo un turbante di orata ripieno di verdurine con cremoso di zucchine e mentuccia.

Turbante di orata con cuore di verdure e cremoso di zucchina e mentaTurbante di orata con cuore di verdure e cremoso di zucchina e menta

Siamo sazi ma non possiamo esimerci dall’assaggiare un dolce, prima ci viene servito un pre-dessert: un sorbetto al limone. Ci voleva!

Sorbetto al limoneSorbetto al limone

Ed ecco il dessert: semifreddo di arachidi salate con salsa al caramello. Geniale l’idea di abbinare la sapidità delle arachidi salate con il sentore dolce e avvolgente della crema di caramello. Un dolce a parer mio “spaziale”! Mi sono trattenuto ma avrei fatto volentieri il bis.

Semifreddo di arachidi salate e salsa al caramelloSemifreddo di arachidi salate e salsa al caramello



Ci vengono offerti caffè e limoncello e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro menù degustazione 40 euro a persona. Ottimo il rapporto qualità – prezzo.

Il ristorante il Posticino è un indirizzo da segnare in agenda “senza se e senza ma”. Interessante ed intima la location, nel cuore del bel centro storico di Barletta. Già il termine Posticino invita in effetti alla intima convivialità.
La cucina dello chef Antonio Demattia vi conquisterà, di assoluto livello. Dopo aver maturato tanta esperienza in giro per l’Italia, Antonio è tornato da qualche anno a casa e ha deciso di aprire questo locale, che a nostro parere rappresenta un sicuro punto di riferimento in città. Qui troverete una cucina prevalentemente di mare ben eseguita, con interessanti spunti di creatività, una cucina che è il giusto mix tra innovazione e tradizione. In luoghi molto frequentati da turisti e avventori, (ed il centro storico di Barletta lo è), il rischio vero è trovarsi di fronte a ristoranti “comuni” senza personalità o a “trappoloni per turisti”. Fortunatamente qui non si corre alcun pericolo, anzi. La cucina del Posticino ci ha conquistato totalmente. Antonio Demattia è una garanzia. Consigliatissimo!

Il Posticino
Via Baldacchini n. 32
Barletta
Tel. 0883 888618
Visita la pagina Fb del Posticino a Barletta

La bravissima e giovane chef Giusy di Castiglia ci presenta la ricetta di un fantastico primo piatto: paccheri mantecato di baccalà e scarola con colatura di provolone del Monaco e liquirizia. Spettacolari! Prova a farli a casa ….
N.B. Questo piatto nasce dallo studio dei contrasti e l’assoluto dei sapori

Ingredienti per 4 persone:

- 350 gr. di pasta di Gragnano “mezzo pacchero” pastificio Il Mulino

Per L’assoluto di scarola
- 1 pz. di scarola Riccia
- Ghiaccio

Per il mantecato di baccalà
- 200 gr. di baccalà
- 50 gr. di latte
- 30 gr. di olio extra vergine d’oliva “Alfredo Cetrone “
- 1 spicchio d’aglio
- Sale e pepe q.b.

Per la fonduta di Provolone del Monaco e liquirizia
- 100 gr. di provolone del Monaco a cubetti
- 100 gr. di panna fresca
- 30 gr. di latte
- 1 rametto di liquirizia

Procedimento
Assoluto di scarola:
Far bollire dell’acqua salata in casseruola, nel frattempo pulire dalle impurità le scarole,quando l’acqua avrà raggiunto il bollore immergere le scarole; preparare un contenitore con ghiaccio ed acqua.
Il tempo di cottura è di circa 2 minuti dopodiché immergere le scarole in acqua e ghiaccio, raffreddarle velocemente, liberarle dall’ acqua facendo scolare bene e dopodiché con frullatore a immersione creare una cremina che dovrete poi setacciare.

Mantecato di baccalà:
Pulire il baccalà prestando attenzione alle lische e alla pelle. Riscaldare un pentolino nel quale versare il latte insieme al baccalà, impiegare circa 3 minuti per raggiungere la cottura desiderata.
Scolare il baccalà dal latte, preparare una padellina con olio ed aglio in camicia, fare leggermente imbiondire, togliere l’aglio e aggiungere il baccalà con un cucchiaio, aiutatevi così nel creare una bella cremina aggiungendo il latte di cottura.

Fonduta di provolone del Monaco:
Disporre una pentola sul fuoco con ciotola all’interno per adoperare un “bagnomaria “prestando attenzione che al bollore la pentola non faccia fuoriuscire acqua e che rischi di entrare nella ciotola posta sopra .
Versare la panna, il latte ed infine il provolone del Monaco in una ciotola, fare sciogliere il tutto aiutandosi con una con una frusta, dopodiché alzare la bastardella dalla pentola immergere la liquirizia e coprire con pellicola per 30 minuti.

Nel frattempo disporre la casseruola con acqua e portare al bollore per la cottura della pasta ,abbiate cura di non salare eccessivamente l’acqua . Cuocere la pasta
Intanto in una padella disporre il mantecato di baccalà
Scolare la pasta al dente.
Continuare la cottura nella padella insieme al mantecato di baccalà aiutandovi con l’acqua di cottura della pasta, aggiungere al condimento l’assoluto di scarola, un filo di olio extravergine di oliva, spadellare e aggiungere un pizzico di sale e pepe
Disporre la pasta all’interno del piatto in modo allineato e simmetrico, fare in modo che il piatto sia stato riscaldato e non freddo (potrebbe raffreddare troppo la pasta).
Con un cucchiaio far colare la fonduta di provolone del Monaco a mo’ di dressing. Ed il piatto è pronto!

Paccheri mantecato di baccalà e scarola con colatura di provolone del Monaco e liquirizia
Paccheri mantecato di baccalà e scarola con colatura di provolone del Monaco e liquirizia

N.B.
- Difficoltà media
- Costo medio -basso

Lo chef Antonio Esposito della Grotta, hostaria e vineria di Casalnuovo (Na) ci regala la ricetta di questo primo piatto squisito. Si tratta di fusilli avellinesi con melanzane, pomodorini, salsiccia e scaglie di cacioricotta, un connubio sorprendente. Vediamo come si preparano…

Ingredienti per 4 persone:

- 400 gr. di Fusilli
- 1 melanzana
- 1 salsiccia già bollita
- 400 gr. di pomodorini
- 100 gr. di cacioricotta
- Qualche foglia di basilico fresco
- 1 spicchio d’aglio
- Sale Q.b.

 

Procedimento:

Cominciamo con la preparazione degli ingredienti. Iniziamo con il lavare i pomodorini e tagliamoli in due parti. In una padella facciamo soffriggere l’aglio in un filo di olio Evo e aggiungiamo i pomodorini tagliati un po di basilico un mestolo d’acqua, regaliamo di sale e facciamo cuocere per qualche minuto. Tagliamo la melanzana a julienne, la infariniamo e la friggiamo in abbondante olio di semi, asciughiamo l’olio in eccesso.
Tagliamo la salsiccia a tocchetti, la facciamo soffriggere in un filo d’olio evo aggiungiamo la julienne di melanzana e il filetto di pomodorini. Cuociamo la pasta in abbondante acqua salata la scoliamo e la saltiamo in padella insieme al condimento. Distribuiamo i fusilli in 4 piatti e serviamo con una grattugiata di cacioricotta e basilico fresco. Il piatto è pronto !

 
La Grotta Osteria Vineria
Corso Umberto I n. 176
Casalnuovo (Na)
Tel. 081 522 47 18

Ecco un piatto che abbiamo gustato alla Tavernetta Marinella a San Michele di Serino (Av): gli involtini di verza. Può essere sia un antipasto sia uno squisito secondo piatto visto che è ripieno di carne di maiale. Ecco la ricetta per farli a casa... 

Ingredienti per 4/6 persone:

– 2 verze grandi
– 600 gr. di pancia fresca di maiale
– 150 gr. di pane raffermo
– 50 gr. di parmigiano
– 50 gr. di pecorino romano
– 50 gr. di uvetta passa
- Pinoli q.b.
– 1 uovo
– sale e pepe q.b.

Procedimento:

Sfogliare le verze, sciacquare le foglie e cuocerle a vapore,lasciandole al dente. Soffriggere il macinato di pancia di maiale in olio extravergine facendolo rosolare bene e aggiungere il pane raffermo sbriciolato, i pinoli tritati, l’uvetta, i formaggi, il sale, il pepe e l’uovo sbattuto.

Mescolare bene il tutto fino ad ottenere una farcia compatta ed omogenea. A questo punto stendere la foglia della verza, mettere al centro un pò della farcia e chiudere arrotolando la foglia, porre in una pirofila e mettere gli involtini al forno per 5-8 min a 180 gradi, servire con un cucchiaio di fonduta di parmigiano.

Buon appetito!


Tavernetta Marinella

Via Cotone 3,
San Michele di Serino (Av)
tel. 0825 59 5128
Visita la pagina facebook della Tavernetta

La storia che vogliamo raccontarvi è tutta racchiusa in un piatto che abbiamo scoperto anni fa e ci ha conquistato, in cui ritroviamo la storia di un territorio quello dell'area trebulana e dell'Alto casertano. Un piatto che rappresenta la massima espressione della cucina contadina locale 
Questo è uno dei piatti che nel corso di questi anni ha rappresentato in maniera più incisiva l’Agriturismo Le Fontanelle a Pontelatone (Ce) : la zuppa dell'Agriturismo Fontanelle con la cipolla Alifana.

Noi dei Templari del Gusto ne parliamo da anni qualche tempo fa nell’ambito del concorso “I Piatti Tipici del Medio Volturno”, organizzato dalla Pro Loco Nino Marcuccio di Caiazzo, abbiamo voluto assegnare un riconoscimento a questo piatto (che rappresenta in pieno il territorio ed è legato alle tradizioni) e all’Agriturismo Le Fontanelle.


Ma come si prepara la zuppa delle Fontanelle ?

Questa è una ricetta semplice, realizzata con prodotti esclusivamente del territorio, oltre alla cipolla, c’è la provola affumicata. Ricordiamo che la cipolla alifana appartiene alla famiglia delle liliacee. Il casertano e basso Lazio sono le zone accreditate per la coltivazione. Preferisce i terreni di medio impasto o sabbioso- limoso, presenta un colore ramato intenso, la forma è sferoidale, la pezzatura media (peso tra i 200 a 400 gr circa); ha sapore dolce e intenso, molto aromatica, eccellente consistenza, polpa croccante e soda, bianca con sfumature violacee.

Zuppa di cipolle delle Fontanelle - Ingredienti
Zuppa di cipolle delle Fontanelle - Ingredienti

Ingredienti per 4 persone:

- 600 gr. di cipolla alifana
- 250 gr. di pane casereccio tagliato a cubetti
- 300 gr. Di Provola affumicata
- 1 litro di brodo di carne di manzo
- Sale q.b.
- 1 cucchiaio di Olio extra vergine di oliva

Procedimento:

Tagliare finemente la cipolla, poi cuocere a fuoco lento a mo’ di genovese, aggiungere il brodo di carne e continuare la cottura fino a farla divenire quasi una crema. Poi versiamo quest’ ultima in un tegamino, sopra aggiungere i crostini di pane, sulla parte superiore adagiare la provola affumicata. Inforniamo il tegamino a 180° per circa 15 minuti. Buon appetito.

La mitica Zuppa di cipolle delle Fontanelle
La mitica Zuppa di cipolle delle Fontanelle




Agriturismo Le Fontanelle
Via Salomoni n. 14
Pontelatone (Ce)
Tel. 0823 659263
Visita il sito web dell’agriturismo Le Fontanelle

Visita la pagina Fb dell'Agriturismo Le Fontanelle 

Ecco un buonissimo secondo piatto che abbiamo gustato al ristorante a Casa di Dionisio a Ceppaloni: polpettine di vitello all'aglianico con crema di patate e formaggio. Grazie all'amico Dionisio Mignone e alla chef Adriana Pawlick  per la ricetta. Da provare…

 
Ingredienti:

– 400 g. di macinato di vitello
– 2 uova
– 150 grammi di mollica di pane raffermo
– 50 g. di grana padano
– 1 spicchio di aglio trito
– Latte, farina, salvia, prezzemolo, basilico q.b.
– Mezza bottiglia di aglianico non barricato
– 60/70 grammi di zucchero (dipende dall’acidità del vino)

Procedimento:

Condire la carne con pepe, sale, salvia trita, prezzemolo, basilico e aglio.
Aggiungere la mollica del pane bagnato nel latte, le uova, il grana grattugiato.
Amalgamare bene gli ingredienti, fare le polpettine da 70/75 grammi e friggere a metà cottura.
Dopo la frittura sistemare una teglia di acciaio e aggiungere mezza bottiglia di vino, zucchero, rametto di salvia intero, mezzo litro d’acqua e un filo di olio extra vergine di oliva.
Coprire con carta forno bagnata e carta stagnola, infornare a 180 gradi per 40 minuti circa.
A fine cottura togliere le polpette dal fondo di cottura, filtrare il fondo stesso e addensare con due o tre cucchiai di farina sciolti in acqua.
Sistemare le polpettine in un piatto da portata e versare abbondante crema di vino sopra.
Volendo si può decorare con salvia fresca e con un contorno che si abbina come un purè di patate ben mantecato con una generosa porzione di formaggio grattugiato.

 

Vino Consigliato:
Aglianico maturo

Acqua Consigliata:
Leggermente frizzante con prevalenza di note salinità e acidità a basso residuo fisso.

 

- Chef Adriana Pawlick -

A Casa di Dionisio
Contrada Masseriola n. 11/13
Ceppaloni (Frazione Beltiglio)
Tel. 0824 46574
Visita la pagina Fb del ristorante A Casa di Dionisio

Giovedì, 03 Ottobre 2019 22:40

Coniglio alla Marinella

Ecco un bel secondo piatto del ristorante Tavernetta Marinella a San Michele di Serino (Av), la chef Svetlana Pisarenko ci propone il coniglio alla "Marinella". Grazie al caro amico Giovanni Romano per la ricetta che trovate qui...

Ingredienti per 6 persone:

– un coniglio tagliato a pezzi medi
– 200 gr di pomodorini del Vesuvio
– 2 cipolle medie
– un bicchiere di vino bianco
– 4 cucchiai di olio extravergine di oliva
– sale e pepe q.b
– rosmarino – alloro – salvia – aceto

Procedimento:

Riempire una bacinella con 2 litri di acqua fredda, versarci 4 cucchiai di aceto bianco e mezzo limone premuto, aggiungere il coniglio tagliato a pezzi nell’acqua e lasciarlo in ammollo per circa due ore in frigo. Trascorso questo tempo scolare i pezzi di coniglio e asciugarli bene con carta da cucina. In un tegame capiente versare l’olio con uno spicchio di aglio e gli odori, far rosolare e aggiungere i pezzi di coniglio, facendoli ben dorare, sfumare con il vino e aggiungere i pomodorini tagliati e la cipolla tagliata a julienne, aggiustare di sale e di pepe e aggiungere un bicchiere e mezzo di acqua.
Girare bene il tutto e coprire il tegame e far cuocere per circa 30 minuti a fuoco lento. Servire ben caldo con una spruzzata di prezzemolo.

 

Tavernetta Marinella
Via Cotone, n.3
San Michele di Serino (Av)
Tel: 0825 595128
Visita la pagina fb della Tavernetta Marinella 

Questa è una ricetta del famoso e bravissimo chef Daniele Persegani, anche noto volto televisivo. La trippa alla Parmigiana è un piatto della tradizione contadina, fatto di ingredienti poveri ma che non penalizzano profumi e sapori. Si possono trovare due versioni della trippa alla Parmigiana, una “liscia” ed una con l’aggiunta di fagioli borlotti che la rendono un piatto unico sia dal punto di vista del gusto che da quello nutrizionale. Ancora oggi la si può trovare nelle osterie e trattorie tipiche della zona Parmense dalla “bassa” alla collina.

Questa versione che Daniele Persegani ci propone è con i fagioli borlotti. Vediamo come si prepara.

 
Ingredienti per 10 persone:

- Trippa bovina: 1,5 Kg
- Carote: 150 gr.
- Sedano 100 gr.
- Cipolle 200 gr.
- Grasso pesto: 50 gr.
- Olio d’oliva: 50 gr.
- Fagioli borlotti: 200 gr.
- Pomodoro concentrato: 70 gr.
- Parmigiano reggiano 150 gr.
- Un bicchiere di vino bianco (Malvasia)
- Alloro, Rosmarino, Salvia: un rametto
- Sale e pepe: q.b.

 
Procedimento:

Lessare la trippa in acqua bollente salata e leggermente acidulata con aceto bianco. Una volta fredda tagliarla a julienne, preparare il trito di sedano carote e cipolle. In una rondeau scaldare l’olio ed il grasso pesto, e soffriggere il trito, unire la trippa e dopo una breve rosolatura bagnare con il malvasia. Aggiungere il concentrato sciolto in acqua e regolare di sale e pepe. Cuocere a fuoco lento per circa un ora, aggiungere i borlotti cotti e proseguire la cottura lenta per un’altra oretta. Servire cospargendo di parmigiano abbondante, e buon appetito !

 
Tempo di preparazione:

30’ + 2 h cottura

Abbinamento vino:

Si consiglia un Rosso delle Colline di Parma dal sapore bilanciato di barbera e bonarda con note fruttate e aspre della frutta acerba, sgrassano la bocca e ben si sposano a piatti ed intingoli come la trippa. Temperatura di servizio 18°C.

 

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