Campania

Brian Liotti

Brian Liotti

Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.

Giovedì, 12 Maggio 2022 12:28

Rocco Caggiano Braceria. Grottaminarda (Av)

Se è vero che si ritorna sempre dove si è stati bene, non potevamo non tornare da Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda. Memori della meravigliosa esperienza passata, siamo tornati in questo piccolo gioiello irpino. Adoriamo l’atmosfera senza tempo che si respira in questo locale, un edificio storico, un’antica ex dogana aragonese datata addirittura 1467. Il recupero è stato certosino e meticoloso, fatto con cura e amore. Domina la rassicurante pietra, il pavimento in pietra e legno con delle meravigliose e antiche doghe provenienti dalla Toscana. Ci sono due ambienti, uno al piano inferiore a cui si accede con delle scale in pietra.

Ingresso
Ingresso

Tutto è curato nei dettagli, ogni singolo oggetto è originale e recuperato, anche le posate, le sedute, i tavoli raccontano storie passate e affascinanti. Il resto lo fa la luce calda e il “mood” che regala questo luogo, un luogo che ha una sua “anima” capace di trasmettere una piacevole sensazione, quasi atemporale.

Insegna esterna
Insegna esterna

Naturalmente qui si viene anche e soprattutto per la carne, di qualità eccellente. Carni selezionate e provenienti da allevamenti allo stato brado e semibrado e scelte con cura da Rocco Caggiano che negli anni ha acquistato una maestria, una perizia e una conoscenza che hanno pochi eguali. In particolare Rocco coltiva e alimenta quella che si potrebbe definire una vera e propria arte portata avanti di generazione in generazione: la frollatura. Essa esalta la qualità, le caratteristiche e le proprietà della carne. Rocco Caggiano con passione padroneggia questa arte, con uno studio costante e continuo per dare ai suoi clienti un prodotto di qualità superiore.

Un angolo della meravigliosa sala
Un angolo della meravigliosa sala

Ma torniamo alla nostra cena. Ci accomodiamo al nostro tavolo da due (prenotato per tempo). E diamo il solito sguardo al menù. Noto con piacere che rispetto alla nostra precedente esperienza il menù è stato arricchito con altri piatti e proposte soprattutto di antipasti. Adesso mi pare perfettamente calibrato e in grado di accontentare un po’ tutti.
Naturalmente in carta la carne la fa da padrona e non potrebbe che essere così. Dalla Chianina alla Rubia Gallega, dalla Maremmana alla Marchigiana, dall’Angus alla Scottona, dalla Simmenthal al prezioso Wagyu e via discorrendo. Tutte carni selezionate e trattate con cura con una grande attenzione alla frollatura. Da notare poi la presenza dei filetti e di proposte di carne alternative alla bistecca.
Si comincia. Ordiniamo una minerale e due calici di un ottimo rosso, l’Aglianico Antonio Bruno di Fontana del Re Azienda Agricola di Mariella Roselli, un rosso che mi ha sorpreso, corposo, intenso, di un bel colore rosso rubino, note speziate e sentori di frutti rossi.

Aglianico Fontana del Re
Aglianico Fontana del Re

Intanto ci arriva il pane. Ottimo. Anche questo selezionato da Rocco Caggiano, scopriremo poi che proviene da un forno tradizionale di Bonito. 

Il buonissimo pane di Bonito
Il buonissimo pane di Bonito

In attesa dell’antipasto ecco una loro entreé: bruschettina con ‘nduja di loro produzione e bietola grigliata. Stuzzicante è la parola giusta, la ‘nduja è magnifica, piccantina il giusto.

Entreé
Entreé

Ci servono anche dell'acqua aromatizzata al melone e rosmarino, che rinfresca il palato. 

Acqua aromatizzata con melone e rosmarino
Acqua aromatizzata con melone e rosmarino

Tra gli antipasti mi aveva colpito l’uovo di Paolo Parisi, proposto con asparagi in tripla consistenza. Non è la prima volta nei nostri viaggi gastronomici che mi imbatto nelle uova di Paolo Parisi. Una vera eccellenza, sono uova che nascono da galline livornesi, allevate all’aria aperta che bevono latte di capra. Esse hanno una particolarità: sono bianche all’esterno e hanno un tuorlo di colore giallo intenso. Sono gustose ma al contempo delicate.

Luovo di Paolo Parisi
L'uovo di Paolo Parisi

Come detto l’uovo di Paolo Parisi viene proposto cotto al Josper (il mitico forno brace) con asparagi in tre consistenze. Un piatto meraviglioso. Accompagno il tutto con il buon pane di Bonito.

Uovo di Paolo Parisi con asparagi in tre consistenze
Uovo di Paolo Parisi con asparagi in tre consistenze

Non poteva mancare un tagliere di salumi: salamino, soppressata, prosciutto e capocollo. I salumi sono eccezionali, paradisiaca la soppressata, da svenimento il capocollo, per non parlare del prosciutto, si scioglieva letteralmente in bocca. Spettacolo.

Tagliere di salumi
Tagliere di salumi

Accompagniamo i salumi con del pane azzimo senza lievito buonissimo, condito con un pizzico di sale, olio Ravece irpino e origano.

Pane azzimo cotto al Josper
Pane azzimo cotto al Josper

E’ il momento della carne. Noi optiamo per una bistecca di capocollo con cascata di parmigiano reggiano stagionato 62 mesi e olio Ravece irpino. Meravigliosa la bistecca di capocollo, sorprendente l’abbinamento con il parmigiano capace con la sua spinta di esaltarne il sapore. Gran piatto davvero.

Bistecca di capocollo con cascata diparmigiano reggiano stagionato 62 mesi e olio Ravece
Bistecca di capocollo con cascata di parmigiano reggiano stagionato 62 mesi e olio Ravece

Non poteva mancare una tagliata, in questo caso optiamo per una tagliata di Maremmana con il suo gusto deciso e saporito soprattutto nel grasso che la accompagna.

Tagliata di Maremmana
Tagliata di Maremmana

Accompagniamo la carne con un tagliere di verdure di stagione braciate. Buonissime e belle anche da vedere.

Tagliere di verdure di stagione braciate
Tagliere di verdure di stagione braciate

In carta avevo adocchiato anche il mitico cotechino irpino. Decido di gustarlo. Il cotechino, insieme al classico “mugliatiello”, sono dei must della Macelleria Colomba (adiacente alla braceria). Non potevo non assaggiare il loro cotechino cotto sotto la cenere. Sprigiona un profumino incredibile, piccante il giusto, gusto deciso ma non stucchevole, assolutamente godurioso. Una vera bontà.

Antico cotechino irpino piccante cotto sotto la cenere
Antico cotechino irpino piccante cotto sotto la cenere

Decidiamo di rendere dolce la nostra serata con due proposte di dessert davvero interessanti e con una particolarità: anche i dolci sono cotti al Josper. Intrigante la zuppetta di crema al cardamomo con ananas braciata e menta.

Zuppetta di crema al cardamomo con ananas braciata e menta
Zuppetta di crema al cardamomo con ananas braciata e menta

Fresco, aromatico e sorprendente il gelato al pepe bianco Sarawak con fragola braciata a donare una piacevole nota fruttata. Ribadisco il mio pensiero, proporre la frutta così, alla brace e come dessert è davvero un’idea innovativa e geniale.

Gelato al pepe bianco sarawak con fragola braciata
Gelato al pepe bianco sarawak con fragola braciata

Accompagno il dessert con un bicchierino di Chartreuse Verte, liquore francese che apprezzo molto, creato in un’antica Abbazia, e ottenuto dall’infusione di oltre 130 diverse tipologie di piante officinali. Il suo profumo è inebriante, il colore è accattivante, forte, possente ma con un finale dolce che conquista.

Amaro francese
Amaro francese Chartreuse Verte

Chiudiamo qui la nostra esperienza da Rocco Caggiano e chiediamo il conto. Paghiamo 65 euro a persona.

Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda si conferma alla grande sulla nostra guida web di quelli che sono gli indirizzi da non perdere. E’ un vero gioiello. Si trova in un edificio storico, una ex dogana aragonese del 1467 dove un tempo i viandanti e i pellegrini si ristoravano. In un certo senso anche oggi è così. Chi viene qui potrà godere di un’esperienza unica nel suo genere. Il locale è curatissimo e suggestivo. Domina la pietra e poi c’è il legno. Ogni oggetto, ogni dettaglio è studiato nei particolari con elementi e oggetti di recupero. Entrare qui significa tuffarsi in una dimensione “fuori dal tempo” e rivivere un passato rurale, contadino nella sua accezione più bella e nobile. I meat lovers qui avranno di che divertirsi. La carne qui è eccellente, selezionata e scelta con cura e passione da Rocco Caggiano che negli anni ha affinato la conoscenza dell’arte della frollatura per poter dare ai suoi ospiti un prodotto di assoluta qualità e garantire un’esperienza da ricordare. Il servizio è veloce e professionale, il conto è adeguato al contesto e al tipo di proposta. Piccola raccomandazione: all’interno ci sono poco meno di una quarantina di posti, quindi consiglio sempre di prenotare in anticipo. Rocco Caggiano Braceria ti emozionerà come ha emozionato noi. Imperdibile….

 


Rocco Caggiano Braceria
C.so Vittorio Veneto, n.320
Grottaminarda (Av)
Tel. 351 753 2244
Visita la pagina FB di Rocco Caggiano Braceria

Giovedì, 05 Maggio 2022 22:15

Osteria Boccolicchio. Manfredonia (Fg)

Torniamo sempre volentieri a Manfredonia, città di consolidate e antichissime tradizioni marinare. Quando siamo in zona è un piacere fare un salto qui. Ci concediamo una piacevole passeggiata sul lungomare, che si trova tra il porto e il centro storico, e un poi facciamo giro su Corso Manfredi, dedicato a Manfredi di Sicilia, colui che fondò la città nel XIII secolo. Ci fermiamo a pranzo in uno dei nostri posticini preferiti qui: l’Osteria Boccolicchio.

Insegna esterna
Insegna esterna

Il vecchio porto dista pochi passi, siamo al principio del centro storico di Manfredonia, il locale prende il nome dall’arco sotto cui si passa per arrivare all’Osteria a piedi (l’arco Boccolicchio appunto).
Arrivare qui è semplice, anche per parcheggiare l’auto non ci sono problemi, ci sono infatti comodi parcheggi pubblici nelle vicinanze. L’atmosfera è bella come la ricordavamo, il vicoletto dove si trova l’Osteria è caratteristico, fuori c’è anche un bel patio allestito in una piccola piazzetta, per poter pranzare e cenare all’aperto durante la bella stagione. Domina il bianco, colore che abbaglia e seduce.
E poi accanto all’ingresso, ci sono delle pittoresche scale che invitano a scattare foto e seflie. 

La caratteristica scala esterna
La caratteristica scalinata esterna

Noi abbiamo prenotato il nostro tavolo da due all’interno. Ci accomodiamo. L’Osteria Boccolicchio è il regno dello chef e patron Williams Tespi umile e talentuoso che propone una cucina in prevalenza di mare che parte dalla tradizione e presenta interessanti e creative rivisitazioni.
Da bere prendiamo una minerale e due calici di Mezzarosa Salento IGP Rosato di Cantine Morella, una cantina relativamente giovane, una delle più interessanti del panorama vitivinicolo pugliese. Il Mezzarosa è ottenuto da uve negroamaro e primitivo. Di un bellissimo colore rosa, con note e sentori floreali e di frutti rossi. Con una buona persistenza e personalità. Arrivano anche i loro pani e i tarallucci con semi di finocchietto (attenzione sono buonissimi, creano dipendenza).

I pani e i tarallucci
I pani e i tarallucci

Il menù presenta piatti e proposte prevalentemente di mare (con qualche piatto anche di terra). Sette antipasti, cinque primi, quattro secondi di mare, due di terra e i dessert. Non tantissime proposte quindi, ma tutte ben concepite e studiate.
Noi cominciamo ordinando due antipasti. Ecco uno dei miei piatti preferiti, e che scelgo spesso quando vengo a trovare Williams Tespi: il polpo arrosto con soffice di patate al limone. Il polpo è meraviglioso, morbidissimo. Fantastico il soffice di patate con quella nota di limone presente ma non invadente che donava freschezza. Chapeau!

Polpo arrosto con soffice di patate al limone
Polpo arrosto con soffice di patate al limone

Meravigliosa e golosa la tartare di tonno con chips di patate vitelotte e zeste di arancia. Freschissimo e delicato il tonno, interessante la presenza delle chips di patate vitelotte (antica e rara patata viola non semplice da trovare con grandi proprietà e molto bella da vedere grazie al suo colore). A chiudere il piatto la nota dolciastra della scorzetta di arancia.

Tartare di tonno cn chips di patate viola e zeste di arancia
Tartare di tonno cn chips di patate viola e zeste di arancia

Siamo partiti come sempre alla grande. Lo chef Williams Tespi non delude le nostre attese e non da meno sono i primi. Ecco un classico pugliese, anzi potremmo dire un classico della tradizione garganica, uno dei piatti da sempre presenti in carta all’Osteria Boccolicchio e sempre richiestissimo: i troccoletti allo scoglio. I troccoli sono un tipo di pasta tipica del Gargano, fatta a mano con acqua e farina di grano duro, qui conditi con tanto ben di Dio e con una porzione capace di soddisfare anche i più affamati.

Troccoletti allo scoglio
Troccoletti allo scoglio

L’altro primo che abbiamo scelto è un delicatissimo risotto con scampi e lime, combinazione a dir poco perfetta.

Il risotto scampi e lime
Il risotto scampi e lime

Nel frattempo i calici di vino da due passano a quattro…Decidiamo di prendere anche un secondo in due, e optiamo per una (abbondante) fritturina mista di calamari e moscardini. Il fritto è ottimo, asciutto, non unto.

Frittura mista
Frittura mista

Ci concediamo anche due dessert, dei tiramisù fatti a regola d’arte.

Il tiramisù
Il tiramisù

Accompagniamo il dolce con un caffè e un amaro Jefferson.

Amaro Jefferson
Amaro Jefferson

Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo all’Osteria Boccolicchio, 50 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità - prezzo.

L’Osteria Boccolicchio a Manfredonia per noi rappresenta una garanzia, non a caso ci torniamo spesso e volentieri perché ci piace l’atmosfera che si respira qui e apprezziamo le proposte di cucina dello chef e patron Williams Tespi tanto umile e schivo quanto pieno di talento. Il pesce è freschissimo, gli ingredienti e le materie prime sono di assoluta qualità. La cucina segue la stagionalità dei prodotti. Nota di merito per il polpo arrosto su soffice di patate al limone (ammetto di avere un debole per questo piatto). Appaganti e rassicuranti i troccoletti allo scoglio, piatto della tradizione garganica che non delude le attese. Super la frittura mista. Il personale in sala è gentile e il servizio veloce e professionale. Corretto il rapporto qualità – prezzo. L’Osteria Boccolicchio a Manfredonia si conferma alla grande sulla nostra guida web dei locali da non perdere. Da provare. Garantiamo noi.

 



Osteria Boccolicchio
Vicolo Arco Boccolicchio n.15
Manfredonia (Fg)
Tel. 0884 090317
Visita la pagina Fb dell’Osteria Boccolicchio

Martedì, 26 Aprile 2022 19:12

La Vecchia Casa. Forino (Av)

Siamo tornati dopo qualche mese a Forino alla Vecchia Casa. Questo indirizzo non è una novità per noi, il locale capitanato da Pellegrino Tolino è una garanzia sia se hai voglia di pranzare o cenare con una buona cucina del territorio, sia che ti vada una buona e appagante pizza. Forino si trova a una decina di Km da Avellino, è un paese ameno immerso nel verde, intorno ci sono boschi e noccioleti. Al centro del paese in Via Roma c’è La Vecchia Casa, arrivare qui è molto semplice.
La location è come la ricordavamo, siamo in pratica in un antico palazzo del 1800, si oltrepassa un portone maestoso, qualche gradino e siamo all’interno. L’ arredo è semplice ma gradevole, i colori delle pareti sono accesi e ci sono diverse salette su più livelli e da poco anche la cantina dove vengono affinati i salumi, (molti di loro produzione) e i formaggi del territorio, insomma tanto ben di Dio.

Tornare qui è per noi è un po’ come ritrovare un vecchio amico che non vedevi da un po’. E' la stessa reazione che abbiamo avuto quando abbiamo incontrato Pellegrino (Rino) Tolino, il padrone di casa, l’anima e il motore di questo luogo che trasmette una piacevole e per certi versi rassicurante sensazione di casa e di buono.
Ci accomodiamo, siamo in due. Diamo uno sguardo al menù dove spiccano piatti e proposte tutte rigorosamente del territorio e prodotti "made in Irpinia" dalla mitica cipolla ramata di Montoro, ai salumi e formaggi. Ovviamente i prodotti seguono tutti la stagionalità. Ci affidiamo ai consigli di Rino e optiamo per un antipasto tipico del territorio. Arrivano i loro pani. Da bere prendiamo una bottiglia Le Origini, vino aglianico DOC di un’azienda locale, con note di frutti rossi e liquirizia e un bel tannino. Ottima scelta giusto per restare anche con il vino a Km Zero.

Le Origini Aglianico Irpino
Le Origini Aglianico Irpino

Arriva il tagliere di salumi tipici: soppressata, uno strepitoso prosciutto crudo al coltello, guanciale di maiale, coppa e pancetta. Molto buoni i salumi tutti rigorosamente del territorio, in particolare da ricordare il guanciale e il salame di loro produzione.

I Salumi
I Salumi

E poi i formaggi di pecora a Km zero, bianco, al pepe e al peperoncino, anche questi notevoli. I formaggi e pecorini locali sono accompagnati da gherigli di nociconfettura di fichi e miele artigianale.

Degustazione di formaggi
Degustazione di formaggi

Si continua con un classico irpino, un piatto povero della tradizione contadina il mallone, ossia le foglie dei friarielli con patate, arricchite con guanciale di maiale a cubetti, con un crostini di pane fritto e fili di peperoncino. In una parola spettacolare, davvero super. Il mallone è un piatto che si prepara da Ottobre in poi fino ad arrivare alla Primavera inoltrata, noi siamo un po’ cultori di questo piatto, ne abbiamo provati tanti in Irpinia e nella zona del salernitano. Questo della Vecchia Casa è decisamente uno dei migliori mai gustati … complimenti.

Il Mallone irpino con pane fritto
Il Mallone irpino con pane fritto

Altra sorpresa è la zuppetta di fagioli quarantini di Volturara Irpina, (presidio Slow food) con funghi porcini, crostini di pane e olio Evo (Fam di Venticano). Commovente questa zuppa, delicata, profumata, avvolgente.

Zuppetta di fagioli e porcini
Zuppetta di fagioli e porcini

Poi arriva una vera chicca: la parmigiana di carciofi di Montoro, cotta nel forno a legna. Il procedimento è lo stesso della classica parmigiana, la particolarità è la presenza dei carciofi a spicchi e poi la cottura nel forno a legna. Superfluo aggiungere che è deliziosa…sorprendente. Grande piatto. Una parmigiana divina.

Parmigiana di carciofo montorese
Parmigiana di carciofo montorese

L’antipasto della Vecchia casa è una passeggiata irpina, una carrellata di proposte legate alla tradizione contadina locale, da sottolineare l’uso di materie prime e prodotti del territorio (spesso a Km zero) ben cucinati. Rino ci sta viziando, non possiamo non degustare due must della vecchia casa. Ecco la pasta e patate cremosa, con provola, porcini e tartufo. Peccato che non ti possa far sentire il profumo. Questa pasta e patate è cremosa che più cremosa non si può, davvero paradisiaca….

Pasta e patate cremosa con provola porcini e tartufo
Pasta e patate cremosa con provola, porcini e tartufo

Altro loro must è la genovese, qui infatti la cucinano in modo eccellente. Queste candele spezzate alla genovese è fatta come tradizione vuole e con sua maestà la cipolla ramata di Montoro. Chapeau !

Candele alla genovese con cipolla ramata di Montoro
Candele alla genovese con cipolla ramata di Montoro

Intanto Rino Tolino passa a salutarci e a sincerarsi che tutto vada per il meglio. Siamo sazi ma decidiamo di degustare anche un secondo in due, e la scelta cade su una costata di scottona podolica allevata nel montorese. La carne frollata alla perfezione è uno spettacolo.

Costata di scottona podolica alla brace
Costata di scottona podolica alla brace

Ci viene servita tagliata su pietra di sale riscaldata che mantiene calore e aromatizza la carne.

La carne sulla pietra di sale rosa
La carne sulla pietra di sale 

La accompagniamo con delle chips di patate, sempre gradite...

Chips di patate
Chips di patate

Con la carne arriva un altro grande olio irpino: zahir di Sacomaio, monocultivar di ravece. Un extravergine meraviglioso, il fiore all’occhiello del frantoio Sancomaio di Zungoli, ottenuto selezionando le migliori olive della qualità ravece (cultivar autoctona irpina). A parer mio una grande eccellenza irpina.

Monocultivar ravece Zahir di San Comaio
Monocultivar ravece Zahir di SanComaio

Nostro malgrado siamo costretti a saltare il dolce. Facciamo un giro di liquorini di mela annurca e chiediamo il conto. Paghiamo 40 euro a testa per la nostra cena alla Vecchia Casa. Ho trovato davvero ottimo il rapporto qualità- prezzo.

La Vecchia Casa a Forino non delude mai le nostre attese. E’ una garanzia, è un po’ come il classico amico di vecchia data che ritrovi di tanto in tanto e non ti tradisce mai. Qui trovi un’ottima cucina del territorio, con tanti prodotti a Km zero e vere eccellenze irpine (la cipolla ramata di Montoro e i fagioli di Volturara Irpina tanto per citarne due). Buoni i salumi e i formaggi, il mallone della Vecchia Casa è da Oscar, sorprendente la parmigiana di carciofi montoresi, memorabile la pasta e patate cremosa con provola e porcini e di tutto rispetto la genovese. La carne è ottima. Ma la cosa che mi piace ancora di più di questo luogo è l’atmosfera informale e “semplice” che ti mette a tuo agio. Pellegrino (Rino) Tolino è un meraviglioso padrone di casa, molto presente in sala, pronto a spiegare e illustrare piatti e prodotti. Davvero ottimo il rapporto qualità- prezzo. Torneremo a breve anche per provare la loro pizza. La Vecchia Casa a Forino non può mancare nella nostra guida on line di quelli che secondo noi, sono gli indirizzi da non perdere. Conferma.

 


Ristorante La Vecchia Casa

Via Roma 81/85
Forino (Av)
Tel. 328 897 6063
Visita il sito web del ristorante La Vecchia Casa

Venerdì, 15 Aprile 2022 20:41

Monticelli Sapere e Sapori. Campobasso

Siamo a Campobasso nel cuore del suo centro storico. La bellezza sorprendente della parte antica del capoluogo molisano rapisce e incuriosisce il visitatore. Questo è un centro storico di chiara origine medievale, è tutto un susseguirsi di stradine, slarghi, palazzi antichi, chiese e tante scale che conducono via via alla sommità del Colle di Sant’Antonio dove, come un guardiano bonario e maestoso, c’è il Castello Monforte che domina dall’alto la città. Proprio qui tra i vicoletti del centro storico di Campobasso (ma non lontano dalle centralissime Via Roma e Via Pietrunto) c’è Monticelli Sapere e Sapori, a parer mio un piccolo, grande gioiello della gastronomia molisana.

Monticelli Sapere e Sapori Campobasso Insegna
Monticelli Sapere e Sapori. Campobasso. Insegna

Siamo in un edificio del ‘400, il locale si compone di più sale e salette su livelli differenti, dominano la pietra e il legno. Alcune di queste sale sono davvero suggestive, la sala denominata “Civerra” (dove c’era il nostro tavolo), evoca la storia di due innamorati dal destino simile a quello dei più famosi Giulietta e Romeo.

Sala Civerra la storia
Sala Civerra, la storia

La sala nella parte bassa della struttura poi è meravigliosa con tanto di affresco e sculture ricavate nella roccia e nella pietra delle pareti. Insomma la location è davvero particolare e suggestiva.

Monticelli Sapere e Sapori Sala con affresco
Monticelli Sapere e Sapori. Sala con affresco

Non meno suggestive e particolari sono le proposte di cucina della bravissima chef Simona De Castro, ma ne parliamo tra poco. In sala oltre al personale, a fare gli onori di casa c’è Stefano De Castro (Il fratello di Simona), appassionato e valente sommelier.
Come al solito diamo uno sguardo al menù. A colpirmi sono soprattutto le proposte che partono tutte dalla tradizione molisana (con una accurata scelta di ingredienti e prodotti del territorio) ma hanno una veste creativa e un respiro “globale” grazie a reinterpretazioni e abbinamenti studiati e intriganti.
Ordiniamo da bere, la scelta non poteva che ricadere su un vino del territorio: il Tintilia del Molise, vino DOC ottenuto dall’omonimo vitigno. Optiamo per Il Tintilia DOC di Catabbo. Adoro questo rosso che rapisce con le sue note di frutta rossa matura, di spezie e di liquirizia. Mi piace la pacata eleganza del suo tannino. Un rosso che ha davvero un bel carattere.
Cominciamo con gli antipasti, ecco il profumato tartufotto di patate di San Biase e tartufo con cuore filante, crema di parmigiano, spugna ai funghi e tartufo e carpaccio di funghi di stagione. Una proposta denominata in carta “il tartufo quel vagabondo”. Come una passeggiata sensoriale nel bosco questo piatto che mi ha colpito per il suo equilibrio e la sua personalità. Il tartufotto crea dipendenza, davvero delizioso ….

Antipasto Il Tartufo quel vagabondo
Antipasto Il Tartufo quel vagabondo

Non da meno la castagnola di carciofo in crosta, ossia carciofo fondente in crosta croccante, stracciatella, mousse di erborinato e coccolato bianco, crumble salato di nocciola e spugna di mandorle. Che meraviglia l’abbinamento con la mousse di erborinato, sapido, intenso ma al contempo delicato questo piatto sublimato dalla nota croccante della nocciola.

Castagnola di carciofo in crosta
Castagnola di carciofo in crosta

Siamo partiti forte e i primi che abbiamo scelto non fanno altro che confermare l’estro creativo e la “mano” della chef Simona De Castro. Gli spaghetti quadrati all’aglio nero fermentato e olio con crema di spigatelli, acciughe, briciole croccanti, pomodoro secco, bottarga di muggine e stracciatella meritano la standing ovation. Perfetta la cottura della pasta, meraviglioso l’equilibrio tra i vari ingredienti per un piatto che lascia il segno.

Spaghetti allaglio nero con crema di spigatelli acciughe briciole croccanti pomodori secchi bottarga di muggine e stracciatella
Spaghetti all'aglio nero con crema di spigatelli, acciughe, briciole croccanti, pomodori secchi,bottarga di muggine e stracciatella

Così come emozionano e appagano con la loro rassicurante veste i tagliolini laccati alla manteca e tartufo. Tagliolini “laccati” mantecati con il burro, fonduta di caciocavallo e noci caramellate al miele di castagno. Spettacolo allo stato puro, che bontà la fonduta di caciocavallo podolico molisano...

Tagliolini alla manteca e tartufo con fonduta di caciocavallo e noci
Tagliolini alla manteca e tartufo con fonduta di caciocavallo e noci

Decidiamo di gustare anche un secondo in due e la scelta ricade sui cubi di pancia di maialino con peperoncino dolce cotto a bassa temperatura, patata affumicata, agretto di barbatielole, petali di cipolla marinata all’aceto di lamponi e chips di polenta. Proposta convincente con la “avvolgente” nota del peperoncino dolce che abbraccia un maialino tenero e gustoso. Piacevolissimo il sentore della patata affumicata che si sposa alla perfezione con la cipolla marinata. Questo “ricordo di una pampanella” (come è denominato sul menù) è un signor piatto.

Cubi di pancia di maialino
Cubi di pancia di maialino

Chiudiamo in dolcezza con variazioni di cioccolato con cubi di brownies, rocher, gocce di cioccolato bianco e bavarese agli arachidi. Piacevolissima e degna chiusura del nostro pranzo.

Dessert
Dessert

Accompagniamo il dessert con due bicchierini di amaro Vaca Mora, l’amaro veneto di erbe e fiori dalla proprietà digestive con quel piacevole finale che ricorda la mentuccia.

Amaro Vaca Mora
Amaro Vaca Mora

Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 45 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità-prezzo.

Monticelli Sapere e Sapori è tappa obbligata se sei a Campobasso e dintorni. A parer mio è un vero gioiello della gastronomia molisana. Qui tutto colpisce, dalla location che è davvero unica, un edificio del ‘400 e tante salette in pietra che ti riportano al medioevo, all’atmosfera particolare che un posto così regala. Le proposte di cucina poi sono convincenti, piatti della tradizione debitamente rivisitati con abbinamenti creativi e sorprendenti.
La Chef Simona De Castro è talentuosa e Stefano in sala è un perfetto Cicerone capace di consigliare i piatti in carta e gli abbinamenti. Il servizio è veloce e professionale. Vasta e curata la carta dei vini con proposte italiane ed estere. Meravigliosi gli spaghetti quadrati aglio nero fermentato e olio con crema di spigatelli, commoventi i tagliolini laccati al tartufo con la fonduta di caciocavallo, morbido e aromatico il maialino. Interessanti i dessert. Monticelli Sapere e Sapori a Campobasso è una garanzia assoluta ed entra di diritto nella nostra guida on line degli indirizzi da non perdere. Eccellenza.

 


Monticelli Sapere e Sapori

Via Sant’Antonio Abate n.33
Campobasso
Tel. 0874 418460
Visita il sito web di Monticelli Sapere e Sapori

La bravissima Carmela Masi conosciuta sui social come melinaincucina torna a regalarci una fantastica ricetta. Questi sono gli spaghetti con le cozze e agrumi del mediterraneo, sapidi, gustosi e profumati.
Un piatto buonissimo nella sua semplicità. Vediamo come si preparano….

Ingredienti per 4 persone:

- 380 gr di spaghetti
- 1 limone
- 1 cedro
- 1 bergamotto
- 2 spicchi di aglio schiacciato
- q.b. di gambi e foglie di prezzemolo tritati
- q.b. di peperoncino
- q.b. Sale
- q.b. Olio
- q.b. acqua
- 1 cucchiaio di passata di pomodoro
- 1 kg di cozze pulite

Procedimento:

Mettere a bollire l’acqua in una pentola per la pasta, intanto grattugiare la scorzetta dei tre agrumi e sistemare la polvere ottenuta in tre ciotoline separate; sciacquare le cozze e farle aprire (non del tutto) in un’ampia padella, dove avremo fatto soffriggere precedentemente olio e aglio.
Una volta aperte, sgusciare le cozze e tagliarle a pezzetti, lasciandone una decina intere, filtrare l’acqua di cottura e tenere tutto da parte.
In una padella dai bordi alti mettere olio, aglio, peperoncino e gambi di prezzemolo, far imbiondire l’aglio e poi eliminarlo. Aggiungere l’acqua delle cozze e il cucchiaio di passata di pomodoro, lasciar sobbollire per pochi minuti. Ora calare la pasta e salare l’acqua,3 minuti prima della cottura, scolarla e versarla nella padella per per la mantecatura; aggiugere le cozze e qualche mestolino della loro acqua, da usare quando si asciuga, mantecare fino a formare una cremina, aggiungere 1 cucchiaino di polvere di limone,1 di cedro, metà circa di bergamotto e il prezzemolo tritato. Amalgamare bene e servire decorando con le cozze intere.



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Giovedì, 07 Aprile 2022 11:47

Piana delle Mandrie. Bovino (Fg)

Tornare a Bovino per me è sempre un piacere. Adoro questo borgo della Daunia, mi piace passeggiare nel suo stupendo centro storico, tra vicoletti suggestivi e antichi palazzi. Qui a Bovino si respira la storia e sono ancora vive le tradizioni contadine scandite dal lento rincorrersi delle stagioni. La Daunia è un territorio che amo proprio per questo, qui ci sono dei borghi bellissimi che sono testimoni di fatti storici notevoli e sono ancora presenti le “radici”. Tradizione e identità sono i tratti distintivi di questa terra. A Bovino torno sempre volentieri anche per fermarmi a pranzo all’Agriturismo Piana delle Mandrie dove queste tradizioni contadine sono fortissime e il legame con il territorio viene esaltato grazie alla passione e alla preziosa opera di Nicola Consiglio e della sua famiglia.

Agriturismo Piana delle Mandrie Ingresso alla sala
Agriturismo Piana delle Mandrie Ingresso alla sala

L’agriturismo Piana delle Mandrie si trova poco fuori il paese sulla Sp121 in contrada Padula, in pratica siamo all’altezza dell’incrocio Accadia - Panni. Qui si può trascorrere davvero una giornata all’insegna della natura e del relax. Piana delle Mandrie è anche un’azienda agricola con caseificio (meravigliosi i loro formaggi), poi c’è l’orto. Quasi tutti i loro prodotti sono a Km 0 (oserei dire a metri 0), presso la bottega dell’azienda si possono acquistare olio, salumi, formaggi e legumi.

Agriturismo Piana delle Mandrie caratteristici cartelli
Agriturismo Piana delle Mandrie caratteristici cartelli

Nicola Consiglio è l’anima di questo luogo. Lo conosciamo da anni perché sua è anche “La Cantina” un piccolo ristorante che si trova nel cuore del centro storico di Bovino, anche lì siamo stati spesso.
Ma tutto nasce qui alla Piana delle Mandrie (anche i piatti e i prodotti della Cantina). Arriviamo e parcheggiamo nel comodo e ampio parcheggio dell’Agriturismo. La location è bella come la ricordavamo, un’antica struttura in pietra con porte color pastello, e poi l’edificio centrale con le sale, la presenza di erbe spontanee regalano una bellissima atmosfera.

Agriturismo Piana delle Mandrie Caratteristico scorcio esterno
Agriturismo Piana delle Mandrie Caratteristico scorcio esterno

L’azienda agricola comprende, l’orto, la stalla con gli animali: mucche, asini, cavalli e maiali. E poi il caseificio con il punto vendita, un vero Paradiso per chi ama i formaggi, su tutti un meraviglioso caciocavallo podolico stagionato nelle antiche grotte di Bovino e una fantastica ricotta. Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due. Ci accomodiamo al nostro tavolo. Le sale interne e gli ambienti sono tre, tanti i dettagli che restano impressi, il legno, i bellissimi i pavimenti in pietra, tanti oggetti di vita contadina alle pareti e un maestoso camino rivestito con delle cementine antiche.

Scorcio di una delle sale con il bel camino antico rivestito di cementine
Scorcio di una delle sale con il bel camino antico rivestito di cementine

Il menù è “a la carte”, cosa abbastanza inusuale trattandosi di un agriturismo. Normalmente siamo abituati a trovare menù fissi. Qui alla Piana delle Mandrie la scelta è differente e per certi versi anche impegnativa per la cucina soprattutto la Domenica e nei giorni festivi. C’è l’antipasto del contadino (una serie di pietanze fredde e calde che variano a seconda della stagionalità e reperibilità di prodotti e materie prime). Poi in carta ci sono addirittura cinque proposte di primi e sei secondi, oltre ai contorni e ai dessert.
Da bere ordiniamo una minerale e un buonissimo Nero di Troia locale, un rosso corposo e genuino così come la cucina di questo posto.
Cominciamo ordinando due antipasti del contadino. Ecco un assaggio di formaggi di loro produzione, da sottolineare la particolarità del formaggio all’aglio dal sapore deciso ma gradevolissimo e del formaggio al limone. Ottimo il salame di maialino nero..

Salamino e formaggi
Salamino e formaggi

Paradisiaca la ricotta, delicata, morbida, profumata.. Come detto i formaggi come tanti altri prodotti che gusteremo nel nostro pranzo si possono acquistare al punto vendita dell’azienda. Come a dire “prima li degusto e poi, se voglio, posso comprarli”.

Ricottina prodotta da Piana delle Mandrie
Ricottina prodotta da Piana delle Mandrie

Ecco poi delle frittelle di pasta cresciuta, mangiate calde calde appena fatte, sempre gradite…

Frittelle di pasta cresciuta
Frittelle di pasta cresciuta

Si continua alla grande con un protagonista assoluto della cucina contadina della Daunia: il pancotto. Il vero sapore della tradizione, con la presenza anche delle patate come si faceva una volta…

Pancotto
Pancotto

E che dire delle patate con olive infornate e peperoni cruschi? Altro commovente esempio di sapienza contadina..

Patate olive infornate e peperoni crischi
Patate, olive infornate e peperoni cruschi

Poi, come in un crescendo rossiniano ecco una serie di assaggi: rosti di patate e cipolla, due tocchetti di frittata con funghi e tartufo, due funghetti ripieni, due crocchette di patate ricoperte di guanciale, due tocchetti di pizza di mais con caciocavallo e crema di tartufo e due polpettine di pane e ricotta. Che bontà! Nota di merito per la buonissima frittata, i tocchetti di pizza di mais con caciocavallo e tartufo e le polpette di pane e ricotta (deliziose).

Antipasti caldi e finger food
Antipasti caldi e finger food

Chiudiamo alla grande l’antipasto del contadino con delle fantastiche bruschette con fagioli, olio evo della Daunia e polvere di peperone crusco.

Bruschette con olio della Daunia fagioli e pepeone crusco
Bruschette con olio della Daunia fagioli e pepeone crusco

L’antipasto del contadino è abbondante e ricco, al punto che potremmo già essere sazi. Un vero inno alla cucina contadina della tradizione con tanti prodotti e piatti dai sapori di un tempo. Quel pancotto poi meriterebbe l’Oscar….In attesa che arrivino i due primi che abbiamo ordinato, facciamo un giro all’esterno anche se la giornata non è propriamente primaverile (anzi). Scattiamo qualche foto e ci rilassiamo godendo della bellezza di questo luogo agreste dove anche il tempo sembra scorrere più lento. Rientriamo ed ecco le orecchiette con broccoli, salsiccia croccante e pomodoro secco. Piatto ben strutturato e dai sapori decisi.

Orecchiette con broccoli salsiccia croccante e pomodori secchi
Orecchiette con broccoli, salsiccia croccante e pomodori secchi

Ma il top lo raggiungiamo con i fusilli irpini alla bersagliera con capocollo, pomodorini e cubetti di caciocavallo fuso. Uno dei piatti più amati e richiesi dai clienti e dagli ospiti di Piana delle Mandrie, un vero e proprio must. Talmente buoni che poi ci siamo fatti regalare la ricetta da Nicola Consiglio.

Fusilli irpini alla Bersagliera con capocollo pomodorini e caciocavallo
Fusilli irpini alla Bersagliera con capocollo, pomodorini e caciocavallo

Siamo sazi ma decidiamo di gustare anche un secondo da dividerci, la scelta cade sull’arrosto di maialino cotto a bassa temperatura con patate novelle. La carne era morbidissima e succosa, si scioglieva letteralmente in bocca. Davvero un ottimo secondo.

Maialino con patate
Maialino con patate

Che pranzo è senza un dolcetto? Prendiamo un bel tiramisù in due.

Tiramisù
Tiramisù

Accompagniamo il dolce con due bicchierini di nocino di loro produzione (ovvio!) e chiediamo il conto. 

Nocino
Nocino

Per il nostro pranzo da Piana delle Mandrie paghiamo 35 euro a persona. Corretto il rapporto qualità prezzo. 

Piana delle Mandrie a Bovino si conferma alla grande. Fantastico agriturismo immerso nella natura, dove ritemprarsi assaporando piatti della cucina contadina della Daunia. Una cucina sincera fatta con prodotti eccellenti (quasi tutti prodotti dalla loro azienda agricola o comunque di piccoli produttori locali). Qui nel loro punto vendita è possibile anche acquistare olio, salumi, legumi e i meravigliosi formaggi che vengono fatti nel caseificio aziendale, dove nascono nodini di mozzarella, ricotta, caciocavalli e formaggi di ottima fattura. Per i bambini poi ci sono divertimento e attività ludiche, grazie alla fattoria con gli animali, ad iniziative didattiche, con la presenza, la Domenica e nei giorni festivi, di un’animatrice che li segue e si occupa di loro.
La cucina poi è la vera protagonista alla Piana delle Mandrie, una cucina che affonda le radici nella tradizione contadina locale, si possono degustare piatti e prodotti con sapori d’altri tempi. Buonissimi i formaggi di loro produzione, meraviglioso il pancotto, fantastico il piatto con patate, olive infornate e peperoni cruschi, le bruschette con i fagioli creano dipendenza. I fusilli alla bersagliera sono un must e sono richiestissimi. Gustandoli non faticherai a capire il perché. Il maialino poi era delizioso. Insomma provare per credere. A completare il tutto c’è l’accoglienza calorosa del patron Nicola Consiglio, gentile e sempre presente e di sua moglie Agata. Il servizio è veloce e senza sbavature. Corretto il rapporto qualità – prezzo con porzioni capaci di soddisfare anche i palati più esigenti. Insomma non ti ho ancora convinto? Prova e mi darai ragione. L’Agriturismo Piana delle Mandrie a Bovino è una certezza. Garantiamo noi.
Ci rivediamo presto, magari di sera, per gustare la loro pizza di cui si dice un gran bene….

 

Piana delle Mandrie
Sp. 121 – Incrocio Panni Accadia
Contrada Padula
Bovino (Fg)
Tel. 0881966406 – 3897897956
Visita la pagina Fb dell’Agriturismo Piana delle Mandrie

A grande richiesta ti proponiamo la ricetta dei fusilli irpini alla “bersagliera” con capocollo, pomodorino e cubetti di caciocavallo fuso. Un piatto gustoso di Nicola Consiglio dell’Agriturismo Piana delle Mandrie a Bovino. Questi fusilli sono ormai diventati un “must” dell’Agriturismo Piana delle Mandrie, richiesti e amatissimi dai clienti e dagli ospiti. Prova a farli per scoprire come sono buoni…

Ingredienti per 4 persone:

- 400 gr di fusilli irpino (lavorati al ferretto)
- 200 gr di capocollo di maiale nero dei monti dauni
- Cipolla rossa q.b.
- 250 gr di caciocavallo semi-stagionato
- 400 gr di pomodorini freschi
- Basilico q.b.
- Sale q.b.
- Uno spicchio di aglio
- Olio di oliva q.b.
- Se piace un po’ di rucola per guarnire il piatto

Procedimento:

Cominciamo preparando un sughetto con i pomodorini, laviamoli per bene, tagliamoli a metà. In una casseruola mettiamo un filo di olio, poi uno spicchio di aglio. Quando l’aglio sarà dorato aggiungiamo i pomodorini, qualche fogliolina di basilico e facciamo cuocere per 5/6 minuti aggiustando di sale. Trascorso questo tempo spegniamo il fuoco e teniamo il nostro sugo da parte.
Adesso in un’altra padella facciamo rosolare in un filo d’olio, un po’ di cipolla tagliata sottilmente, poi aggiungiamo il capocollo a pezzettini. Ci vorranno davvero pochi minuti.
Intanto facciamo cuocere i fusilli in abbondante acqua salata, quando sono quasi cotti, scoliamoli e aggiungiamoli nella padella con il capocollo, poi aggiungiamo i dadini di caciocavallo e il nostro sughetto con i pomodorini, facciamo mantecare bene, ultimando la cottura e amalgamando la pasta fino a quando il caciocavallo non si sarà sciolto. Serviamo e se piace, guarniamo i piatti con un po’ di rucola.
Prova questo piatto, è gustosissimo e semplice da preparare.

 

Agriturismo Piana delle Mandrie
Contrada Padula SP 121 Incrocio Accadia Panni
Bovino (Fg)
Tel. 0881 966406 - 389 789 7956
Visita la pagina FB dell’Agriturismo Piana delle Mandrie

Mercoledì, 30 Marzo 2022 12:37

Mezze maniche con crema di zucca e bresaola

Oggi ti proponiamo un piatto semplice e leggero, ma nello stesso tempo gustoso e cremosissimo, stiamo parlando della pasta con crema di zucca e bresaola, un primo piatto “assái bonu” (molto buono) come lo definisce il Pastaio Matto. Salvo Terruso ci ha regalato una ricetta semplicissima da fare che ti sorprenderà…

Ingredienti per 2 persone:

- 200 gr di mezzi rigatoni (Salvo ha usato pasta di Martino)
- Olio Evo q.b.
- 2 spicchi di aglio
- 1 rametto di salvia
- 1 rametto di rosmarino
- Pepe nero q.b.
- 150 gr di bresaola

Per la crema di zucca

- 250 gr di zucca sbollentata
- Cipolla ½
- Olio evo q.b.
- 50 gr di pecorino siciliano

Procedimento:

Sbollenta la zucca e la cipolla tagliata a pezzetti, metti da parte l’acqua di cottura servirà per cuocere la pasta. Nel frullatore mettere la zucca, la cipolla, l’olio evo ed il pecorino siciliano grattugiato (se non lo trovi, va benissimo anche quello romano).
La crema ottenuta va messa nella padella insieme all’olio evo ad un rametto di rosmarino e di salvia, lasciando sul fuoco a fiamma bassa per 5 minuti.
Intanto taglia un tocchetto di bresaola a pezzetti e lascia 5 minuti nell’olio. Trascorsi i 5 minuti, versa la bresaola nella crema della zucca. A questo punto cala la pasta, e 3 minuti prima della cottura, versala nella padella ultimando il tutto a fiamma dapprima moderata, successivamente a fiamma bassa.
Raggiunta la cremosità pari ad una carbonara, aggiusta di pepe, quindi servi il piatto, e…..Buon Appetito ricordando il motto del Pastaio Matto: “Mancìa e liccati u piattu” (Mangia e leccati il piatto).
Prova questo piatto, è sorprendente…



Visita il profilo IG di Salvo Terruso - Il Pastaio Matto 

 

Martedì, 22 Marzo 2022 21:31

Raraterra. Frattamaggiore (Na)

Raraterra ha aperto da pochi mesi al centro di Frattamaggiore e rappresenta senza ombra di dubbio già un riferimento per chi cerca in un ristorante, una location affascinante, delle proposte di cucina convincenti e un servizio senza sbavature.
La prima parola che mi viene in mente se penso a Raraterra è “emozione”, si perché qui mi sono emozionato in un contesto dove tutto è concepito e studiato per mettere l’ospite a proprio agio e per “coccolarlo”, ma partiamo dal principio.
Avevamo già da qualche settimana in agenda questo indirizzo, finalmente ci siamo stati a pranzo. Siamo al centro di Frattamaggiore in Via Pezzullo. Il locale si trova in quella che un tempo era un’area industriale e un c’era un ex canapificio. Entrando l’impatto è notevole, c’è una sorta di ambiente di accoglienza, con in terra pavimentio in graniglia che regala un’aria vissuta all’ambiente, lasciamo cappotti e soprabiti e ci accompagnano al nostro tavolo (prenotato con un certo anticipo).
Ci sono due sale di cui una con vetrata che dà sul curato e bel giardino dove immaginiamo nella bella stagione sia piacevole pranzare o cenare. L’atmosfera è incredibile, c’è un non so che di “chic” ma nel contempo l’ambiente è familiare e trasmette calore. I colori sono netti, decisi, alle pareti ci sono mattoncini a vista, rivestimenti di pietra, legno in terra e come boiserie. Nella sala c’è anche un particolare camino che rappresenta un plus e un fantastico elemento di arredo. Ci sono comode sedute con divano lungo il perimetro delle pareti e belle sedie in legno a completare il tutto.
La sala che si affaccia sul giardino è luminosissima grazie alle grandi vetrate che creano un “continuum” con l’esterno. Del giardino mi ha colpito la cura del verde e poi l’orto con le erbe aromatiche. Insomma la location è da urlo e l’atmosfera decisamente piacevole.

Dettaglio Sala interna
Dettaglio Sala interna

Dobbiamo adesso provare la loro cucina. Come prima cosa si dà un rapido sguardo al menù. Quello che colpisce è la presenza di proposte e piatti che affondano le radici nella tradizione partenopea ma anche con interessanti rivisitazioni. Tra gli antipasti ci sono i salumi al taglio, la mozzarella di bufala e la provola di Agerola e un’interessante degustazione di 3 parmigiani. Le proposte calde sono interessanti, su tutte intrigano il crocchè farcito con cozze marinate e scaglie di grana, il sautè di vongole con broccoli, cavolfiore e noci, la frittata di cipolle con pancetta, mostarda e arancia candita, la zeppola di baccalà e la scarola imbottita. Primi e secondi come detto si rifanno prevalentemente alla tradizione culinaria partenopea. Si comincia…
Da bere due calici di un bel rosso l’Irpinia DOC Ischa Piana di Salvatore Molettieri, un aglianico in purezza di un colore rosso rubino intenso, sentori di spezie, frutta rossa, con una piacevole mineralità ed eleganti tannini. Un perfetto compagno di viaggio per in nostro pranzo, che comincia con la degustazione di polpette, quelle fritte con provolone e pancetta e maionese al pomodoro, le polpette alla sorrentina con pomodoro e mozzarella e quelle con fonduta di pecorino e scorzetta di limone. Tutte ottime le polpette, si sente anche la grande qualità del macinato, ma quelle alla sorrentina sono davvero da premio Oscar…

Tris di polpette
Tris di polpette

L’altro antipasto è una vera carezza, una zeppola di baccalà leggera come una nuvola e gustosissima con mayo al lime sulla scarola saltata e polvere di olive. Baccalà e scarola sono un vero matrimonio d’amore, uno dei miei preferiti e qui viene sublimato…

Zeppola di baccalà fritto con maionese al lime e scarola saltata
Zeppola di baccalà fritto con maionese al lime e scarola saltata

E poi ci concediamo lo sfizio di un crocchè di patate fatto come si deve e con una panatura perfetta.

Crocchè
Crocchè

L’atmosfera è rilassante, piacevole, il tempo scorre via mentre osserviamo dettagli di questo posto così bello, e senza quasi accorgercene, arrivano i primi. Paradisiaci i mezzanelli con crema di tre pomodori, lardo di maialino nero e pecorino. Perfetta la cottura della pasta, avvolgente la “crema” di pomodori. In pratica è una lardiata arricchita dal sugo che regala un profumo pazzesco. Vengono usati i pomodorini piccadilly, i pomodori datterini e quelli ciliegini messi quasi a crudo. Il risultato è spettacolare. Un piatto strepitoso nella sua semplicità..

Mezzanelli con crema di tre pomodori lardo di maialino nero casertano e pecorino
Mezzanelli con crema di tre pomodori, lardo di maialino nero casertano e pecorino

Gli ziti spezzati alla genovese meritano un discorso a parte. Chi mi legge sa che sono un cultore della genovese, questa di Raraterra è senza dubbio tra le migliori mangiate ultimamente. A dir poco perfetta, inebriante, quasi stordente il profumo di questo piatto che conquista al primo boccone. Se non fosse che ho ordinato il secondo avrei volentieri fatto il bis. Una genovese da applausi, complimenti.

Genovese
Genovese

I primi ci hanno pienamente convinto. Ordiniamo anche un secondo da dividerci e optiamo per lo stracotto con crema di zucca e caciocavallo. Inusuale ma riuscitissimo l’abbinamento dello stracotto con la zucca, proposta sia in crema (una sorta di golosa vellutata) sia a dadini, la carne era davvero morbidissima, interessante la nota sapida del caciocavallo che ben stemperava il dolce della zucca.

Stracotto con crema di zucca e caciocavallo
Stracotto con crema di zucca e caciocavallo

Come contorno prendiamo delle patate al forno. Si fa presto a dire patate al forno. Qui da Raraterra anche le patate al forno hanno il loro perché, sono deliziose e servite in modo accattivante.

Patate al forno
Patate al forno

Potevamo non chiudere in dolcezza? Certo che no. E allora ecco il dolce di punta della casa, quello che è già un must e assaggiandolo non fatichiamo a capirne il motivo: bavarese al caramello salato e crumble alla vaniglia. A dir poco spettacolare, pazzesco. Attenzione, crea dipendenza (non dire che non ti avevo avvisato).

Bavarese al caramello salato e crumble alla vaniglia
Bavarese al caramello salato e crumble alla vaniglia

L’altro dessert è un signor Tiramisù, fatto davvero a regola d’arte e delicatissimo.

Tiramisù
Tiramisù

Accompagniamo il dessert con un amaro Jefferson servito con scorzetta d’arancia e rosmarino. Degna chiusura del nostro pranzo.

Amaro Jefferson
Amaro Jefferson

Chiediamo il conto e paghiamo in due 120 euro. In pratica 60 euro a testa, rapporto qualità-prezzo corretto e commisurato al tipo di proposta gastronomica e di ambiente.

Raraterra a Frattamaggiore è stata una meravigliosa scoperta. Il locale è affascinante, curato nei dettagli, raffinato ma al contempo regala un’atmosfera calda e familiare grazie alla scelta dei materiali e ad una illuminazione studiata ad hoc. Meravigliosa la luminosissima sala che dà sul giardino. Le proposte di cucina sono convincenti e affondano le radici nella grande tradizione gastronomica napoletana. Del resto la scelta del nome dice tutto, il significato di Raraterra sta proprio qui, prodotti (alcuni a Km zero) e piatti di una terra “rara e bellissima” quella che i romani chiamavano Campania Felix. Memorabile la loro genovese, da non perdere i mezzanelli con crema di tre pomodori, lardo di maialino nero e pecorino. Da sballo la bavarese al caramello salato e crumble alla vaniglia. Nota di merito per il personale di sala, professionale e gentile. Raraterra a Frattamaggiore già oggi rappresenta una certezza assoluta. Indirizzo imperdibile, garantiamo noi…

 

Raraterra
Via Carmelo Pezzullo, n.18
Frattamaggiore (Na)
Tel. 333 255 90 26
Visita il profilo IG di Raraterra

Mercoledì, 16 Marzo 2022 12:50

Anelletti al forno

Ecco un primo piatto che in Sicilia porta felicità a tavola nel pranzo della Domenica, delle feste, una pasta che piace tantissimo a grandi e a “picciriddi”(bambini): gli anelletti al forno, meglio conosciuta a Palermo come “a Pasta cu furnu”(la Pasta con il forno). Ti proponiamo una ricetta d’autore, quella di Salvo Terruso famoso sui social come Il Pastaio matto.
I suoi anelletti sono la versione di Nonno Pippinu con la sua Taverna di Monreale, naturalmente l’ha personalizzata per via di alcuni ingredienti e per la versione del ragù speciale di Salvo. Uno spettacolo. Prova a farli!

Ingredienti per 4 persone:

- 400 gr di anelletti di grano duro
- 150 gr di caciocavallo Palermitano grattugiato
- 300 gr di Tuma dei Nebrodi (a fette)
- 300 gr di mozzarella fette
- 200 gr di prosciutto cotto a dadini
- 30 gr di burro (per imburrare la teglia)
- 20 gr di burro (da mettere negli anelletti)
- Pangrattato q.b.
- 1 uovo sbattuto

Per il Ragù:

- Olio Evo q.b.
- 1 cipolla
- 1 carota
- 1 costa di Sedano
- 2 foglie di alloro
- Pepe nero q.b.
- 250 gr piselli
- 350 gr di lombo di maialino macinato
- 350 gr di muscolo di manzo macinato
- 125 ml di vino bianco secco
- 125 ml di latte Intero
- 500 gr di passata di pomodoro

Procedimento:

La prima operazione da fare è sbucciare e tritare le cipolle, le carote e il sedano. Mettere il trito di verdure in una casseruola con l’olio extravergine d’oliva, farle soffriggere a fuoco moderato.
Quando la cipolla diventa trasparente, aggiungere “u tritatu” (il macinato) di manzo e di maialino, e le foglie di alloro. Fare dorare, quindi sfumare con il vino bianco secco.
A questo punto, aggiungere i piselli e versare la passata di pomodoro nonché un bicchiere d’acqua, il sale ed il pepe.

Trascorsi dieci minuti aggiungere il latte, mescolare il tutto per bene, fare cuocere per 20 minuti a fiamma vivace, e proseguire la cottura a fiamma molto moderata per circa 2 ore.
Si dovrà ottenere una salsa omogenea e densa. A questo punto cuocere gli anelletti per circa 3-4 minuti e scolarli.
In un contenitore mescolare gli anelletti rapidamente con il ragù, una noce di burro, e il caciocavallo grattugiato. Imburrate la teglia e spolverate con un po’ di pangrattato, quindi versarvi la metà degli anelletti conditi.

Fare degli strati con il prosciutto, la mozzarella e la tuma ridotte a dadini e delle cucchiaiate di ragù. Definire lo sformato aggiungendo la pasta rimasta.
Infine nella parte superiore delle sformato aggiungere un poco di “sucu ri pumaruoru” (salsa di pomodoro) mescolata precedentemente con un uovo sbattuto, quindi spolverate con po’ di caciocavallo grattugiato ed il pangrattato.
Infornare a 180° per circa mezz’ora. Prima di in piattare lasciare raffreddare per circa 5 minuti.

Che dirvi…Buon Appetito, e…. come dice Salvo Terruso “Mancìa e liccati u piattu” (Mangia e leccati il piatto).

 

 

Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto

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