Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Siamo tornati nel baianese precisamente a Mugnano del Cardinale, conosciuta tra le altre cose per essere la patria del famoso e buonissimo salame di Mugnano. Qui c’è un indirizzo che abbiamo già in passato recensito e che non ha mai deluso le nostre aspettative: Maialumeria. Questo è un concept che abbiamo trovato interessante sin dal principio, qui puoi acquistare prodotti di qualità, prodotti bio, salumi e formaggi grazie al loro market, puoi concederti un aperitivo con uno stupendo tagliere e un calice, puoi pranzare o cenare perché la cucina è interessante e la carne eccellente. La novità rispetto all’ultima nostra visita è che hanno introdotto anche il forno e la pizzeria. Quindi puoi trovare un’offerta gastronomica a 360 gradi.
Dopo la pandemia si è ripartiti, riorganizzando il tutto ma come sempre al timone c’è Simone Schettino, alfiere di una famiglia che da anni produce salumi. E’ lui l’anima di questo luogo.
Noi siamo in due, arriviamo senza problemi. Infatti raggiungere Mugnano del Cardinale e Maialumeria è davvero semplice. Via autostrada poi è comodissimo farlo, l’uscita di Baiano della Napoli - Bari dista davvero pochi km. Parcheggiamo comodamente in strada a pochi metri dal locale. Entrando l’impatto è notevole, il locale è davvero bello. Entrando a sinistra c’è il forno con l’angolo “Pizzeria”. Per il resto è come lo ricordavamo. Ci sono un centinaio di coperti, spazio a volontà. L’arredo è sobrio e curato, domina il legno che regala al tutto un tocco di rassicurante familiarità. Bellissima la cucina a vista e il maestoso banco con la vetrina dei salumi e dei formaggi.
La cucina a vista
Fortunatamente c'è sempre quella deliziosa stanza che fin dalla prima volta in cui siamo venuti qui, ci ha colpito. Un ambiente unico nel suo genere, con dei mattoncini alle pareti. Qui avviene la stagionatura e l’affinamento di prosciutti e culatelli. Quando entri il profumo è meraviglioso, intenso, paradisiaco. Poi è sempre bello guardare prosciutti, culatelli e salumi appesi in bella mostra. Qui si appaga la vista e l'olfatto in attesa di soddisfare la gola...
Stanza per affinamento e la stagionatura di prosciutti e culatelli
Ci accomodiamo e diamo un’occhiata al menù. Ci sono chiaramente i salumi e formaggi. Alcuni davvero notevoli e di pregio dal prosciutto di Parma DOP 24 mesi di stagionatura, al culatello di Zibello DOP, con incursioni anche all’estero, su tutti il jambon iberico de Bellota Pata Negra con ben 48 mesi di stagionatura tagliato al coltello, una vera delizia. E poi tre proposte di antipasti, le fritturine, cinque primi in carta e poi la carne, vera grande protagonista. Noi ordiniamo una minerale e una bottiglia di lambrusco e che lambrusco ! Il mitico Otello nerodilambrusco, forse il vino di punta di Cantine Ceci e che porta tra le altre cose il nome del fondatore (Otello appunto). Un super lambrusco di un bel colore rubino, profumo intenso, note di frutti rossi ma con un’importante mineralità. Fantastico soprattutto con salumi e formaggi. Davvero un’ottima scelta...
Otello Ceci Lambrusco Emilia IGT
Noi cominciamo con un gran tagliere Maialumeria: un meraviglioso prosciutto di Parma DOP 24 mesi, coppa artigianale, una commovente e aromatica pancetta in cotenna naturale, un salamino di prosciutto bello saporito e 4 tipologie di formaggi con miele e confettura. Il mio preferito decisamente il Blu di capra, pazzesco, una vera esplosione di profumo e gusto.
Tagliere di salumi e formaggi
Non paghi del tagliere abbiamo voglia di degustare un po’ di mortadella artigianale di Bologna. Una vera poesia, profumata, delicata, si scioglieva in bocca....
Mortadella Bologna IGP
Devo dire che il tagliere è spettacolare, meravigliosi i salumi, notevoli i formaggi. Ce li siamo gustati accompagnati dal mitico lambrusco Otello Ceci. La serata promette davvero bene…..Si brinda e intanto passa a salutarci Simone Schettino, il padrone di casa. E’ stato un piacere rivederlo bello carico e propositivo, ci parla della nuova organizzazione e dei nuovi progetti di Maialumeria. Personalmente ho grande stima di Simone: tenace, magari all’apparenza schivo, ma lungimirante e visionario. E’ stato lui qualche anno fa a creare questo concept, facendo leva sulla sua passione e sull'esperienza pluriennale della sua famiglia nella produzione di salumi.
Spazio ai primi. Ecco uno dei piatti simbolo di Maialumeria, confesso che ogni volta che vengo qui non posso non gustarlo. Sono i tagliolini con caciocavallo podolico, pepe, mortadella IGP e granella di pistacchio. Una caciocavallo e pepe che inebria e ammalia. Delicati, equilibrati ma belli saporiti e sapidi grazie alla presenza del caciocavallo e poi che meraviglia quella mortadella IGP Bologna…. A completare il piatto la nota croccante della granella di pistacchio. Un piatto che è entrato nella mia personale “Hall of fame” (qui però fame non è inglese ma sta proprio per fame).
Tagliolini caciocavallo e pepe con mortadella
L’altro primo è un assaggio di Autunno ormai alle porte. Dei tortelli di patate fatti a mano con i porcini. Che profumo e che bontà ! Anche questo piatto ci ha convinto.
Tortelli artigianali ai porcini
Siamo super sazi ma siamo alla Maialumeria, il regno dei salumi e della carne. Non vuoi gustare un po’ di "ciccia"? Optiamo per una tagliata di Angus argentino con rucola, scaglie di Parmigiano Reggiano 36 mesi e aceto balsamico di Modena IGP. La carne è ottima anche il mio collega e caro amico templare Gianni apprezza.
Tagliata di angus
Accompagniamo la tagliata con delle buonissime patate artigianali con la buccia. Adesso si che siamo pieni !
Patate artigianali con la buccia
Ahimè non c’è spazio per il dessert ma per due amari (Jefferson) si.
Amaro Jefferson
Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena alla Maialumeria 50 euro a testa. Rapporto qualità prezzo direi corretto, considerato che alla fine di bottiglie di vino ne abbiamo prese due.
Maialumeria a Mugnano del Cardinale merita la visita. E’ un indirizzo da non perdere per chi ama carni, salumi e formaggi. Il locale poi è davvero bello. Interessante la novità dell’introduzione della pizza (che verremo presto a gustare). Dopo la pandemia la creatura della famiglia Schettino riprende il suo cammino e rappresenta una garanzia grazie ad una proposta convincente e ad una qualità sempre elevata di materie prime e prodotti.
Meraviglioso il loro tagliere, i tagliolini caciocavallo e pepe creano dipendenza, la tagliata di angus è divina. Il servizio è preciso e puntuale. Corretto il rapporto qualità – prezzo e comunque adeguato al contesto e alla proposta gastronomica. Da segnare in agenda.
Maialumeria
Corso Europa n. 4
Mugnano del Cardinale (Av)
Tel. 081 825 7268
Visita la pagina FB di Maialumeria
Ecco un piatto che abbiamo gustato al Ristorante Malaga ad Atripalda, sono i sedanini con asparagi e vongole. Un piatto gustoso e semplice da preparare. Grazie all’amico Diego Nigro per averci regalato la ricetta. Prova a farli a casa..
Ingredienti per 4 persone:
- 400 gr. di sedanini
- 320 gr. di asparagi
- 500 gr di vongole
- Sale q.b.
- Olio q.b.
- Aglio q.b.
- Prezzemolo tritato q.b.
Procedimento:
Puliamo bene gli asparagi ed eliminiamo la parte inferiore più dura. Tagliamo le cime e teniamole da parte. Facciamo bollire i gambi, in modo da avere un’acqua di cottura aromatizzata. Le cime degli asparagi (che sono più morbide) invece le facciamo saltare in padella con un po’ di olio e un pizzico di sale così le manteniamo belle croccanti.
Dedichiamoci alle nostre vongole. Prepariamo un bel sughetto con olio, aglio e le vongole. Facciamole aprire a fuoco vivace. Quando saranno aperte, aggiungiamo anche un mestolo di acqua di cottura dei gambi degli asparagi così cominciano ad insaporirsi. A metà cottura delle vongole aggiungiamo le cime di asparagi che avevamo saltato in padella e ancora un mestolo di acqua di cottura.
Intanto cuociamo la pasta in abbondante acqua salata. Quando mancano un paio di minuti al termine della cottura della pasta, trasferiamola nella padella con il sugo di asparagi e vongole e ultimiamo la cottura mantecando per bene. Se serve aggiungiamo ancora un po’ di acqua di cottura della pasta che rilasciando amido ci aiuterà a creare una bella e golosa cremina. Una volta cotta la pasta e mantecata per bene, aggiungiamo abbondante prezzemolo tritato e serviamo.
P.s. Si possono aggiungere (a piacere) durante la cottura delle vongole anche dei pomodorini pachino o datterini belli maturi, per dare un po’ di colore in più al piatto.
Il consiglio:
In abbinamento Diego Nigro consiglia di abbinare un bianco con una bella nota minerale e persistente, magari bel Fiano di Avellino
Ristorante Malaga
Via Appia n.95
Atripalda (Av)
Tel. 0825 626045
Visita la pagina Fb del Ristorante Malaga
Ti proponiamo un piatto gustosissimo di Salvo Terruso, il "Pastaio Matto". Sono gli spaghetti con le cozze in bianco, senza pomodorini. (Salvo a dire il vero ha usato i vermicelli).
Questo piatto, la “Cozzata ubriaca”, il Pastaio Matto lo ha dedicato al viaggiatore Paliddu personaggio siculo delle “storie” di Nonno Pippinu con la sua Taverna nella ridente Monreale degli anni ‘60, cittadina poco distante da Palermo.
Potete trovare questa storia e capirne di più, ma anche tanti altri “cunti”(racconti) nelle introduzioni dei suoi piatti sulla pagina Instagram del Pastaio Matto. Ecco la ricetta…..
Ingredienti per 2 persone:
- 200 gr. Vermicelli (Pasta Di Martino)
- Olio Evo q.b.
- 2 Spicchi di aglio
- Prezzemolo q.b.
- Peperoncino q.b.
- Sale q.b.
- 500 gr. di cozze
- 125 ml. di vino bianco (Inzolia)
Procedimento:
Lavare per bene con acqua fresca le cozze, togliendo l’eventuale barbetta. Le cozze rotte toglietele. In un tegame aggiungete le cozze ed il vino, mettere il coperchio nel tegame, quindi a fiamma vivace lasciare aprire le cozze. Quelle che non si aprono toglietele. Filtrate bene il brodo delle cozze.
In una padella aggiungete l’olio extravergine d’oliva, l’aglio, il peperoncino ed il prezzemolo. Accendete il fuoco a fiamma moderata e quando l’olio ha dorato l’aglio, unite le cozze con il loro brodo filtrato. Lasciare cuocere per 2/3 minuti.
A questo punto sgusciate le cozze tenendone da parte qualcuna col guscio, che serviranno per decorare i piatti.
Portate ad ebollizione l’acqua, salate, quindi calate la pasta, facendo una precottura di circa 5 minuti. Trasferite la pasta nella padella, quindi fate il resto della cottura aiutandovi con mestoli di acqua della pasta, mi raccomando non fate asciugare il tutto.
Nella parte finale, mantecate creando una cremina super gustosa. Dopo aver decorato il piatto con le rimanenti cozze e con il trito di prezzemolo fresco, servite il piatto ben caldo!
Buon appetito, e come dice Salvo, il Pastaio Matto: “Mancìa e liccati u piattu” (Mangia e leccati il piatto).
Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto
Un fantastico incontro di terra e di mare in questo piatto colorato e buonissimo del nostro caro amico Salvo Terruso, il famoso Pastaio Matto dei social. Sono i tubetti con crema di peperoni, vongole e granella di pistacchio. “A Paista ra Vita” (La Pasta della Vita), è un piatto che il Pastaio Matto ha dedicato a Don Giannuzzo e Don Carmelo, due personaggi siculi delle “storie" di Nonno Pippinu con la sua Taverna nella bella Monreale, cittadina poco distante da Palermo.
Potete trovare questa storia e tante altre storie nelle caption dei suoi piatti sulla pagina Instagram del Pastaio Matto. Salvo qui ha usato i mezzi occhi di lupo di Pasta Di Martino. Il risultato è eccezionale, delicati, avvolgenti con la nota dolce della crema di peperoni che si sposa alla perfezione con la sapidità delle vongole e la granella di pistacchi a donare croccantezza. Davvero un gran piatto, ti proponiamo la ricetta per farlo a casa….
Ingredienti per 2 persone:
- 200 gr. di Tubetti o Mezzi Occhi di Lupo (Pasta Di Martino)
- Olio Evo q.b
- Sale q.b.
- 200 gr. Peperoni sott’olio evo
- 100 gr. Pecorino Siciliano
- 300 gr. Vongole
- Granella di Pistacchi q.b.
- Peperoncino q.b.
Procedimento:
Dopo aver fatto spurgare le vongole in abbondante acqua fresca, sciacquatele e lasciatele sgocciolare. Nel bicchiere del minipimer mettete i peperoni sott’olio, il pecorino, una manciata di granella di pistacchi e l’olio evo. Frullate il tutto fino ad ottenere una densa crema senza grumi, quindi regolate di sale. Portate ad ebollizione l’acqua, salate, quindi calate la pasta. Versate la Crema di peperoni in una padella, quindi aggiungete le vongole ed un mezzo mestolo di acqua di cottura della pasta.
Coprite la padella con un coperchio, quindi lasciatele aprire a fiamma moderata. Quando le vongole saranno tutte aperte sgusciatele tenendone da parte qualcuna col guscio, che serviranno per decorare i piatti.
Trasferite la pasta molto al dente nella padella con la crema di peperoni e vongole, quindi amalgamate e mantecate aiutandovi con l’acqua di cottura della pasta.
Dopo aver decorato il piatto con le rimanenti vongole e con la granella di pistacchi, servite il piatto ben caldo, e buon appetito !
Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso - Il Pastaio Matto
Per noi è sempre una gioia ritornare ad Orsara di Puglia da Peppe Zullo. La prima cosa che ci piace è Orsara, un delizioso e affascinante borgo della Daunia che ci sorprende ogni volta e ci regala colori, sensazioni, profumi unici. Orsara è il centro del mondo per Peppe Zullo, il maestro qui ha creato qualcosa di unico: c’è il ristorante Nuova sala Paradiso con la cantina (che ti consigliamo di visitare perché è davvero magnifica) e ancora l’orto denominato “dei sapori perduti” che è un trionfo di colori e profumi, con gli odori, le erbe spontanee e le coltivazioni bio. C’è il vigneto (da cui si ottengono i fantastici dell'azienda), con tanto di hotel dove ristorare corpo e mente. Poi a pochi Km di distanza, c'è Villa Jamele, struttura immersa nel verde dedicata ai matrimoni, ai ricevimenti e agli eventi. Pensi sia tutto? No, no. Peppe Zullo è un vulcano in perenne movimento. Se ti dicessi caseificio? Corsi di cucina? Fattoria didattica? Insomma un mondo da scoprire e dinnanzi a cui sorprendersi ogni volta come se fosse la prima volta. Lo specchio della vita e del lavoro di un uomo che ha un rapporto vero, viscerale con il suo territorio, con la sua terra e con i prodotti meravigliosi che essa regala.
L' Orto dei sapori perduti - Ingresso
Altra grande caratteristica di Peppe Zullo è la sua contagiosa simpatia, la sua gioia di vivere e la capacità di essere sempre gentile e ospitale. Spesso è ospite in Tv con il suo braccio destro e bravo chef Antonio Robusto, per far scoprire al pubblico piatti e prodotti della bella e misteriosa Daunia. Tutto questo per dire che qui ad Orsara nel “mondo” di Peppe ci torniamo sempre volentieri e già sappiamo che quando andremo via ci verrà nostalgia e voglia di ritornare. Ma andiamo per gradi.
Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due, per fortuna abbiamo trovato posto pur essendo Domenica. Entriamo nel ristorante.
Ristorante Peppe Zullo Orsara di Puglia
L’atmosfera è quella che ricordavamo, bella, intima, raccolta. Un perfetto connubio di antico e moderno, pietra, legno e tavoli in vetro. Tre sale, una più grande, e altre due più piccole, una bella cucina a vista dove si vede la brigata al lavoro e Michele Zullo (il figlio di Peppe) a comandare le operazioni. E anche qui nella Nuova Sala Paradiso una piccola cantina che ha sempre il suo fascino.
La cantina della Sala Paradiso
Ci accomodiamo, il personale è garbato, gentile e affabile. Da bere ordiniamo e una bottiglia di Rosato Amarosa, vino prodotto da Peppe Zullo che personalmente adoro: un rosato ottenuto da uve nero di Troia. Ottima personalità, sentori di frutti e spezie, un vino con una peculiare personalità, che si lascia bere, direi perfetto per accompagnare alla grande il nostro pranzo.
Amarosa di Peppe Zullo
Ci servono i loro pani (pane di grano duro, pane di grano Senatore Cappelli e pane di grano arso). Meravigliosi dal sapore unico.
I pani
Si comincia con il Benvenuto: crackers con caprino e pomodori, fresella con acquasale (meravigliosa e fresca), le famose “ostriche di montagna” ossia foglie di borragine fritta, una fantastica bruschetta con fico, soppressata e scamorza e la strepitosa culaccia della Daunia aromatica, dolce, scioglievole.
Il benvenuto di Peppe Zullo
Poi ci servono “Orsara cheese”. Dei nodini di mozzarella fatti con latte vaccino 100% non scremato dei monti Dauni. Che buoni !
Nodini di mozzarella
Da accompagnare ad un prosciutto della Daunia bello sapido e gustoso.
Il Prosciutto della Daunia
Insomma il benvenuto si è trasformato in una sinfonia del territorio. Ma non finisce qui, l’antipasto continua con la mitica parmigiana di borragine, uno dei “must” di Peppe Zullo, un piatto che riassume in pieno il suo legame con il territorio e con un'erba spontanea che lui usa molto in cucina. La parmigiana è commovente, la accompagniamo con il pane di cui sopra. Che te lo dico a fare. E vogliamo parlare dei fiori di zucca ripieni di caciocavallo? Che buoni! Il dolce dei fiori di zucca ben si sposa con il gusto deciso e sapido del caciocavallo.
Parmigiana di borragine e fiori di zucca ripieni di caciocavallo
Intanto passa a salutarci Peppe Zullo, è sempre bello chiacchierare con lui di territorio, di cucina, di vita e di futuro. Facciamo la conoscenza anche del bravo Michele Zullo (suo figlio), già validissimo e talentuoso chef (buon sangue non mente).
Ecco che arrivano i primi: le orecchiette di grano arso con caponata di verdure, pomodorini e stracciatella. Un piatto che ci ha conquistato, meraviglioso quel sughetto bello tirato con la caponatina di verdure, e poi la stracciatella a donare morbidezza al piatto. Una vera carezza culinaria.
Le orecchiette di grano arso con caponatina di verdure e stracciatella
L’altro primo è un piatto tipico della Domenica di Ferragosto a Foggia e dintorni: gli schiaffoni con il ragù di Ferragosto, ossia il tipico ragù di galluccio. Quando si dice rispettare le tradizioni…
Schiaffoni con il ragù di Ferragosto
Il nostro pranzo procede alla grande. Usciamo giusto il tempo di fare due passi in attesa del secondo, al nostro ritorno ecco che arriva la sella di maialino alle erbe aromatiche con chips di patate e misticanza di verdure. Altra proposta convincente, meravigliosa la carne di maiale, stuzzicanti le chips di patate (fresche tagliate e fritte al momento), perfetto l’abbinamento con la misticanza di verdurine. Gran piatto.
Maialino alle erbe aromatiche con chips di patate e misticanza di verdure
Al secondo abbiniamo due calici di Aliuva, un fantastico rosso prodotto da Peppe Zullo, un blend ottenuto da uve Nero di Troia, Tuccanese e Cabernet. Il risultato è un vino sorprendente, pieno, profumato con sentori di spezie e frutti rossi e che ti lascia al palato una gradevole e intensa persistenza.
Aliuva di Peppe Zullo
Si chiude in dolcezza con una tagliata di frutta fresca e il pasticciotto orsarese fatto con crema e sambuco (semplicemente delizioso).
Pasticciotto orsarese con crema e sambuco e frutta fresca
Accompagniamo il dolce con due caffè e due bicchierini di “Amaribel”, liquore fatto con foglie di amarene.
Amaribel - Liquore con foglie di amarene
Costo del pranzo 40 euro a persona (vini esclusi). Fantastico il rapporto qualità-prezzo.
"Repetita Iuvant" recitava un detto latino, qui giova ripeterci. Chi ci segue sa bene che torniamo sempre volentieri da Peppe Zullo e ogni volta è una scoperta, una conferma assoluta. Non puoi non fare tappa qui. Troverai una cucina che esalta i sapori e i prodotti del territorio. La sua è una cucina contadina nell’accezione più bella e nobile, che poi diventa gourmet grazie all’attenzione alla presentazione e alla ricerca di abbinamenti intriganti.
Il motto di Peppe è “dalla terra alla tavola”, ed è quello che Peppe e la sua azienda agricola fanno quotidianamente. Dal pane, ai salumi, ai formaggi, alla pasta, alle verdure: proporre in tavola ciò che la terra offre, anche le erbe spontanee, lavorare i prodotti in modo genuino, trasparente, con processi produttivi tracciabili. A questo aggiungi la bravura di Peppe e della sua brigata, una location da sogno, una cantina (la Cantina del Paradiso) che è un luogo magico, ancestrale, poetico. Il risultato è pura poesia del territorio. Alla prossima maestro.
Peppe Zullo – Nuova Sala Paradiso
Via Piano Paradiso
Orsara di Puglia (Fg)
tel. 0881 964763
Visita il sito web di Peppe Zullo
Siamo a Battipaglia, cuore pulsante della Piana del Sele e centro famoso per essere uno dei maggiori produttori di mozzarella di bufala campana DOP. Qui a Battipaglia c’è un indirizzo che non può mancare sulla tua agenda dove gustare una fantastica cucina e un’ottima pizza: Battilapaglia Ristorante e Pizzeria.
La posizione del locale è felice e strategica, si trova infatti nei pressi dell’uscita autostradale di Battipaglia della A2 Salerno – Reggio Calabria, ed è proprio di fronte allo stadio “Luigi Pastena”. Non avrai problemi a parcheggiare l’auto perché proprio davanti al ristorante c’è un comodo parcheggio (altra cosa molto importante). Il locale è davvero bello, luminoso, domina il legno, molto bello il bancone che si intravede entrando. Mi ha colpito in particolare l’idea di creare una sorta di controsoffittature sospese di legno qua e là per creare un gioco visivo di spazi e profondità, così come molto belle sono le luci a sospensione che si trovano in tutto il locale.
Insomma c’è tanta cura anche all’estetica in questo luogo che comunque mantiene un’aria familiare e rassicurante. Particolare è già il suo nome: Battilapaglia, perché pare che anticamente in zona esistessero dei casolari dediti alla trebbiatura del grano. La paglia che derivava da questo processo veniva regalata agli operai che la battevano in cerca di qualche residuo. Da ciò deriverebbe il nome “Batti la paglia” che si è tramandato per anni.
Questo luogo vede in cucina il bravissimo chef Alessandro Serafino. Imponente e simpatico, napoletano Doc ma da qualche anno trasferitosi con la famiglia qui. Alessandro è uno chef preparato scrupoloso e molto attento alla scelta e alla lavorazione delle materie prime. Carne o pesce per lui non fa differenza purché sia un prodotto di eccellenza. Ci accomodiamo al nostro tavolo.
E diamo uno sguardo attento al menù, semplicemente favoloso. C’è davvero l’imbarazzo della scelta, antipasti di terra e di mare, i primi di terra, quelli di mare e due primi piatti definiti “caserecci” ossia i ravioli artigianali di ricotta di bufala al sugo e gli gnocchi di patate (rigorosamente fatti a mano) con il sugo di pomodoro. E ancora i secondi, un trionfo di carne con la loro selezione di carni scelte tra i migliori produttori e poi i secondi di mare, poi contorni e insalatone. E per chiudere in dolcezza i dolci (fatti da loro) di cui ti parlerò dopo. Tutto questo per dire che davvero c’è tanto da scegliere. Noi decidiamo di pranzare con pietanze di mare e cominciamo ordinando un piatto della tradizione partenopea: polipetti alla Luciana con crostini di pane.
Polipetti alla Luciana
I polipetti sono strepitosi, serviti in un pentolino con un sugo di pomodoro pazzesco e profumato. Vengono poi adagiati sui crostini di pane aromatizzato. E che te lo dico a fare, un vero spettacolo. Non dovrei dirlo ma oltre ai crostini ci è scappata pure la scarpetta con il loro pane. Non potevamo esimerci…
Polipetti alla Luciana con crostini di pane
L’altro antipasto è un polpo arrostito con maionese allo zenzero e briciole di pane. Adoro il polpo cucinato così, questo è super, si mantiene abbastanza morbido nonostante sia bello grande e poi la mayo allo zenzero con quella sua nota quasi "limonata" e le briciole di pane completano un piatto che mi ha soddisfatto.
Polpo arrostito maionese allo zenzero e briciole di pane
Sorseggiamo un bel calice di Falanghina del Beneventano in attesa dei primi. Abbiamo preso delle linguine alle vongole veraci. Meravigliose, fatte davvero a regola d’arte. Ho apprezzato la scelta dello chef Alessandro Serafino di “sporcarle” con qualche datterino che dava ancora più colore e sapore al piatto.
Linguine alle vongole veraci
L’altro primo ci lascia a bocca aperta, un risotto ai gamberi rossi: riso Carnaroli classico Meracinque, gamberi rossi, pomodoro datterino, prezzemolo, aglio e olio Evo. Et voilà il risultato è un risotto paradisiaco. Mantecatura perfetta e un sapore incredibile, delicato ma deciso allo stesso tempo. Chapeau!
Risotto con gamberi rossi
Intanto passa a salutarci lo chef Alessandro Serafino con cui parliamo. Noto dalle sue parole e da quello che ci racconta, una smodata passione per le materie prime, per i prodotti del territorio e per il suo lavoro, la passione di una vita. Decidiamo di prendere anche un secondo in due, la scelta cade sul tonno scottato con crema di yogurt greco, menta e limone fermentato. Pregevole il tonno, gradisco la cottura e devo dire che l’abbinamento alla crema di yogurt è meraviglioso.
Tonno scottato con crema allo yogurt greco menta e limone fermentato
Non possiamo non chiudere in dolcezza anche perché ci avevano incuriosito i dessert che erano in carta anche per i nomi. Prendiamo un “Battimisù”, in pratica un tiramisù in barattolo fatto dallo chef Alessandro Serafino (per questo il nome originale e simpatico), davvero eccellente.
Il Tiramisù di Battilapaglia Battimisù
Ma il top lo raggiungiamo con il “Batticannolo”, un cannolo scomposto sempre in barattolo con ricotta di bufala, cioccolato fondente e pistacchio. Godimento allo stato puro.
Il cannolo scomposto di Battilapaglia Batticannolo
Fantastici i dolci degna chiusura di un grande pranzo. Ah dimenticavo, accompagniamo i dolci con un caffè e due limoncelli handmade gentilmente offerti. Costo del nostro pranzo poco meno di 45 euro a persona. Direi assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
Battilapaglia Ristorante Pizzeria è stata una fantastica scoperta. Questo è il regno dello chef Alessandro Serafino, la sua cucina si può riassumere in 3 parole: tecnica, passione e selezione. Alessandro ha una tecnica invidiabile (tant'è vero che insegna anche in alcuni istituti), una passione enorme per il suo lavoro e per i prodotti del territorio, e qui a Battipaglia e nella Piana del Sele ce ne sono in quantità invidiabile basti pensare al pesce del vicino mar Tirreno, la carne, gli ortaggi, quello che possiamo chiamare “oro rosso”, i meravigliosi pomodori della piana del Sele e poi l’oro bianco ossia la meravigliosa mozzarella di bufala. La terza parola è selezione perché Alessandro ama scegliere personalmente e selezionare ciò che porta in tavola e offre ai suoi clienti. Complimenti davvero, sentirete parlare di lui. Nota di merito per il servizio, veloce e professionale, simpatico, affabile e sorridente Claudio (il fratello di Alessandro) che ci ha servito. Torneremo di sicuro per provare la carne e qualche proposta di terra ma soprattutto la pizza, altro must del locale. Assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo. Cosa aspetti? Fai un salto da Battilapaglia Ristorante Pizzeria. Garantiamo noi. Scoperta…..
Battilapaglia Ristorante Pizzeria
SS 18 Tirrena Inferiore, n.80
Battipaglia (Sa)
Tel. 340 215 8861
Visita la pagina Fb di Battilapaglia Ristorante Pizzeria
Il borgo di Pisciotta è senza dubbio uno dei più belli e suggestivi del Cilento. Domina un colle da cui si scorge il blu intenso del mare. Intorno c’è una natura rigogliosa e ulivi secolari. Il paese sembra sospeso nella storia e nel tempo con il suo impianto tipicamente medievale, con il castello in alto e attorno le case come abbracciate le une alle altre quasi a volersi difendere a vicenda. Evidentemente negli anni qui si combatteva contro le incursioni di barbari e saraceni. Pisciotta ha qualcosa di particolare che la pervade. Soprattutto d’Estate di sera, questo luogo diventa magico: luci soffuse, profumi, colori e un’atmosfera che è difficile da raccontare. Proprio nel centro storico di Pisciotta abbiamo scoperto un posticino davvero interessante: Cantina Lamadè.
Cantina Lamadè Insegna esterna
Il locale si trova in un bell’edificio in pietra è piccolo e d’Estate i tavoli sono tutti all’aperto in due vicoletti proprio davanti all’ingresso. L’atmosfera è davvero bella. Noi abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due.
Cantina Lamadè Vicolo con tavolini
Cantina Lamadè è il sogno di una famiglia che ha preso forma. Enza e Daniele (cilentani Doc, lei di Lentiscosa, lui di Pisciotta) con i figli hanno messo su questa realtà che ha come obiettivo trasmettere e raccontare il Cilento attraverso i prodotti, le materie prime, la cucina e anche le antiche tradizioni. In Cantina si possono anche acquistare prodotti di piccole aziende agricole locali e artigiani: formaggi, salumi, olio, conserve, prodotti cilentani a Km 0. Ma qui si viene anche e soprattutto per gustare la loro cucina. Qui alla Cantina Lamadè si trova una genuina e rustica cucina di terra e di mare. Dimentica la forma e gli orpelli e goditi tanta sostanza. Dopo tanti giorni alle prese con cucina di mare e visto che siamo comunque in collina, decidiamo stasera di concederci piatti e proposte di terra.
Da bere prendiamo una minerale e due calici di Corsaro DOP Cilento Aglianico di Cantine Polito. Un bel rosso cilentano con un sentore di spezie e vaniglia e una buona persistenza.
Diamo un’occhiata al menù che qui alla Cantina Lamadè cambia quotidianamente in base alla stagionalità e alla reperibilità di prodotti e materie prime. Per questo il menù è scritto su una lavagnetta che ti portano al tavolo. Passa Daniele a spiegarci nel dettaglio le proposte in carta. Come scritto in precedenza, stasera desideriamo pietanze di terra. Cominciamo con un must della Cantina: le crocchette della nonna, sono spettacolari, fatte con le patate, formaggio e qualche pezzetto di salume. Attenzione sono come le ciliegie, una tira l’altra e sarà difficile fermarsi.
Crocchette della nonna
Poi un tris di formaggi alla piastra: una fettina di mozzarella nella mortella ossia avvolta nel mirto selvatico proveniente dal basso Cilento dall’azienda agricola Cicco di Buono di San Nicola di Centola, poi un formaggio di latte vaccino semi stagionato proveniente dalla stessa azienda e un caprino. Tutti eccellenti. Nel piatto anche una verdurina pastellata e un’altra crocchetta della nonna (sparita in un amen).
Tris di formaggi
Chiediamo anche un po’ di salame e soppressata cilentana, per accompagnare il nostro aglianico. Profumati, gustosi, dal sapore inconfondibile. La prossima volta prenderemo un bel tagliere visto che i salumi e i formaggi qui sono così buoni…
Salamino e soppressata cilentana
La serata trascorre davvero in maniera piacevole. Stanno per arrivare i primi. La pasta qui alla Cantina Lamadè è fatta rigorosamente a mano con farine derivate da un grano antico, il grano “carosella” riscoperto e coltivato nel Cilento. Un grano che ha origini talmente antiche che sembra venisse coltivato dai Romani. E’ un grano che ben si presta alla preparazione di pane e pasta. La farina utilizzata alla cantina Lamadè proviene dal molino Demetra di Torre Orsaia.
Noi abbiamo preso due primi. Un piatto della tradizione cilentana le mitiche lagane e ceci con qualche pezzetto di pancetta. La pasta è bella consistente al morso, tenace. Questo piatto ha il sapore della tradizione contadina.
Lagane ceci e pancetta
L’altro primo sono le cortecce con salsiccia, melanzane e caciocavallo. Un bel primo piatto appagante. La pasta fatta rigorosamente a mano è il plus in più e ti regala l’idea di mangiare a casa di mammà o della nonna.
Cortecce con salsiccia melanzane e caciocavallo
Siamo sazi ma non possiamo esimerci dal provare una bella grigliata mista di carne in due. Nota di merito per la salsiccia (super) e per la carne di pollo, paesano e saporito. Come contorno delle deliziose zucchine alla scapece.
Grigliata mista con zucchine alla scapece
Saltiamo il dolce e prendiamo due liquorini, uno al finocchietto e fico bianco, l’altro liquirizia e menta. Buonissimi e chiaramente made in Cilento. Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena alla Cantina Lamadè solo 65 euro in due. Davvero un ottimo rapporto qualità – prezzo.
Cantina Lamadè a Pisciotta ti darà la possibilità di vivere una bella esperienza. Cenare qui è qualcosa di particolare, un po’ per la location, un po’ per l’atmosfera, un po’ perché potrai gustare una genuina e verace cucina cilentana senza fronzoli. Poca apparenza e tanta sostanza. Lodevole la loro idea di raccontare il Cilento attraverso prodotti (che si possono acquistare nella loro dispensa), e piatti della tradizione che ti riporteranno alla cucina di mamma e nonna. Noi abbiamo provato delle proposte di terra ma c’è sempre anche la possibilità di gustare qualche pietanza di mare. Meravigliose le crocchette della nonna, notevoli i formaggi e i salumi, ottima la pasta fatta a mano, così come la carne. Ma la cosa più bella è la passione di Enza, Daniele e della loro famiglia per questo progetto e per questa creatura, che merita anche solo per l’amore che ci mettono, tanto successo. Servizio da migliorare un po’, ottimo il rapporto qualità – prezzo. Cantina Lamadè è un indirizzo da non perdere se vieni a Pisciotta. Ci rivediamo presto.
Cantina Lamadè
Via Giardini
Pisciotta (Sa)
Tel. 3486085838 – 3488802912
Visita il sito web di Cantina Lamadè
Siamo nella bella Palinuro, frazione del comune di Centola e rinomata località turistica e balneare del Cilento: mare cristallino e paesaggi mozzafiato sono le sue caratteristiche peculiari oltre alla genuina ospitalità degli abitanti. Palinuro lega indissolubilmente il suo nome alla leggenda e al mito, infatti il suo nome deriva da quello del mitico nocchiero di Enea citato nell’Eneide di Virgilio, Palinuro appunto.
Siamo stati qui per qualche giorno di mare e di relax. Il rischio quando si viene in posti di vacanza è quello di imbattersi in locali e indirizzi turistici ma il nostro fiuto non ci ha ingannato. Abbiamo scoperto un indirizzo fantastico: Pescarì Hostaria.
Insegna esterna
Ci siamo stati a cena. Partiamo dalla location davvero fantastica, siamo sul porticciolo di Palinuro che soprattutto al tramonto di sera è uno spettacolo incredibile. Il locale è proprio sulla spiaggia a pochi passi dal mare. Il consiglio è quello di prenotare sempre con un po’ di anticipo come abbiamo fatto noi. Arriviamo puntuali e ci hanno riservato uno dei tavoli più ambiti: vista mare che più vista mare non si può.
La vista dal nostro tavolo
La serata è gradevole, così come la musica in sottofondo, una discreta e studiata illuminazione fa il resto. Curata e discreta anche la mise en place. L’atmosfera è davvero particolare e ha un non so che di romantico. Come sempre diamo un attento sguardo al menù. Ci sono poche ma studiate proposte chiaramente di mare: i crudi, cinque proposte di antipasti, cinque primi e otto secondi, oltre a contorni e dessert. La carta dei vini è discreta con prevalenza di etichette regionali.
Da bere prendiamo due minerali e due calici di prosecco. Intanto arrivano i loro pani e un graditissimo entrée: mozzarellina nel mirto (la famosa mozzarella nella mortella, tipica del Cilento) alice salata e polvere di peperone crusco. Davvero interessante e perfetto l’equilibrio dei sapori, la morbida e avvolgente mozzarella ben si sposa con la sapida alice e la polvere di peperone crusco le dava una bella nota di terra.
Entrée
Cominciamo con gli antipasti. Ecco il polpo arrostito servito con mozzarella nella mortella (sempre lei), aceto balsamico al fico bianco del Cilento. Buonissimo e morbido il polpo. Ottima proposta.
Polpo arrostito
L’altro antipasto è un piatto che mette insieme terra e mare, barchette di malanzane con pomodorino giallo e rosso, bocconcini di tonno fresco e timo. C’è tutto il sapore dell’orto e del mare in questo piatto da sapore mediterraneo.
Barchette di melanzane
Ci godiamo la bella serata sorseggiando il vino e ammirando il porto di Palinuro che di sera assume un fascino pazzesco. Intanto arrivano i primi che abbiamo scelto.
Ecco i vermicelli con crema di zucca, gambero rosso, burrata pugliese, mollica saporita al pomodorino Marzanino e prezzemolo. Questo piatto ci ha conquistato, semplicemente perfetto dalla cottura dei vermicelli, alla dolce e avvolgente crema di zucca, al nobile gambero rosso, alla suadente burrata e meravigliosa la mollica aromatizzata a dare ulteriore spinta al piatto. Davvero complimenti.
Vermicelli con crema di zucca gambero rosso burrata e mollica
Non da meno le linguine con totanetti, salsa di patata silana e acqua di basilico. Profumate, cremose e invitanti.
Linguine con totanetto salsa di patata silana e acqua di basilico
Saremmo sazi ma non possiamo andare via senza provare un secondo (in due) la scelta ricade su una fritturina di alici, gamberi e calamari, fatta come si deve. Fritto asciutto, non unto e pesce freschissimo (cosa erano quelle alici).
Frittura mista
Ci offrono due amari (Jefferson) il caffè e chiediamo il conto. Paghiamo poco più di 50 euro a persona. Corretto il rapporto qualità – prezzo.
Pescarì Hostaria è stata una bella scoperta. Il ristorante si trova sul Porto di Palinuro, in pratica è una bella veranda, una terrazza di buon gusto affacciata sul mare. Una location particolare e romantica. Troverai il pescato del giorno, pesce fresco e cucinato alla perfezione, da menzionare il polpo arrostito (buonissimo) e i primi con i vermicelli con crema di zucca, gambero rosso, burrata pugliese, mollica saporita al pomodorino Marzanino e prezzemolo su tutti. La cosa che mi ha colpito è la volontà di dare ai piatti sempre un tocco di creatività senza stravolgere la tradizione. Servizio forse un po’ da migliorare ma si tratta di un dettaglio pressoché trascurabile. Conto adeguato alla qualità del cibo e alla location. Pescarì Hostaria è stata per noi una fantastica scoperta ed entra di diritto nella nostra guida on line agli indirizzi a parer nostro da non perdere. Pescarì Hostaria si definisce sui social come “cucina cilentana di mare e d'amare”, mai descrizione fu più calzante. Rivelazione.
Pescarì Hostaria
Via Porto
Palinuro, Centola (Sa)
Tel. 0974 193 2666
Visita la pagina FB di Pescarì Hostaria
Siamo a Marina di Camerota, la perla del Cilento. Un luogo meraviglioso dove mito, storia, natura e un mare cristallino si fondono per creare un mix irresistibile. Questo spiega perché Marina di Camerota soprattutto nel periodo estivo è presa d’assalto da visitatori e turisti che ne apprezzano l’atmosfera, la bellezza, le spiagge e il mare limpido. Proprio in questo luogo baciato dalla fortuna di fronte al Porto si trova la Taverna del Mozzo. Ci siamo fermati qui a cena.
Questo è il regno di Davide Mea, un vero vulcano che negli anni con passione, sacrifici e tanto lavoro ha creato un piccolo gioiello, un ristorante divenuto nel tempo un riferimento sicuro per chi ama gustare la cucina cilentana di mare. Qui infatti è possibile gustare proposte che affondano nella tradizione marinara cilentana più pura. Non a caso l'insegna esterna della Taverna del Mozzo parla chiaro: ristorante marinaro. La curiosità di gustare le loro proposte è tanta.
La Taverna del Mozzo Insegna esterna
Il locale è molto piccolo e i tavoli si trovano (soprattutto in questo periodo di lotta al Covid) tutti all’esterno. La posizione è meravigliosa, praticamente si pranza e si cena dominando il porto di Marina di Camerota. Tutto molto bello. Insomma la location ha sicuramente il suo perché. Ci accomodiamo al nostro tavolo da due prenotato per tempo.
Il menù è interessante, ci sono le tartare, i carpacci, le ostriche e i crostacei. E ancora gli antipasti, sei proposte di primi, cinque proposte di secondi e i dolci della casa. Ci sono anche cinque fuori menù e qui attingerò per il mio primo piatto. Arriva il pane e da bere ordiniamo una minerale e due calici di Tramari Rosé Primitivo Salento IGP di San Marzano vini. Un rosato prodotto esclusivamente da uve Primitivo con un bel sentore fruttato e una spiccata personalità. Ottima scelta davvero.
Tramari Rosé Primitivo Salento IGP di San Marzano
Cominciamo ordinando pane, burro e alici. Ottimo pane locale tostato, burro salato francese e le meravigliose alici di Menaica. Godimento allo stato puro, che bontà. Perfetto l’equilibrio tra la dolcezza del burro e la sapidità delle alici. Grande incipit.
Pane burro salato e alici di Menaica
L’altro antipasto che prendiamo è il polpo con patate e peperone. Sarà pure un classico ma devo dire che il polpo era perfetto, croccante ma morbido, una garanzia l’abbinamento con le patate (a mo’ di purè grossolano) e la salsa al peperone. Anche questa proposta ci ha convinto.
Polpo arrosto patate e peperone
Ci godiamo la bella serata e sorseggiamo il nostro vino ammirando il Porto di Marina di Camerota, intanto arrivano i primi: linguine con burro salato, tartare di gamberi e tartufo nero. Spettacolari, anche qui tutto ruota intorno all’equilibrio pazzesco del burro salato fuso con la delicata e sapida tartare di gamberi. A completare il piatto la nota di terra del tartufo nero estivo. Davvero un gran piatto.
Linguine con burro salato tartare di gamberie tartufo nero
Il connubio tra terra e mare lo ritroviamo anche nell’altro primo, uno dei più richiesti a quanto pare in questo periodo alla Taverna del Mozzo: spaghettoni con vongole e friggitelli. Anche questi notevoli.
Spaghettoni con vongole e friggitelli
Siamo sazi ma un secondo (in due) vogliamo provarlo. La scelta cade sulla frittura di gamberi, alici, calamaretti e qualche verdurina in pastella il tutto accompagnato dalla maionese al limone ovviamente fatta da loro. La frittura è di ottima fattura, asciutta, non unta e soprattutto da sottolineare la freschezza dei gamberi, dei calamari e delle alici. Chapeau.
Fritto con mayo bio
Sarà che stiamo troppo bene e ci dispiace andare via. Per questo ordiniamo anche un dolce: cannolo cilentano scomposto con crema e cioccolato.
Cannolo scomposto cilentano
Un dolce della tradizione cilentana degna chiusura della nostra cena. Accompagniamo il dolce con caffè e un liquorino cilentano al rosmarino.
Liquorino al rosmarino
Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena alla Taverna del Mozzo 90 euro in due. Assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
La Taverna del Mozzo a Marina di Camerota è una tappa imperdibile. Davide Mea chef e patron, in pochi anni a parer nostro ha trasformato questo indirizzo in uno dei luoghi di riferimento della ristorazione cilentana. Il locale è piccolo e spartano e nella bella stagione con i tavoli all’aperto si può godere di una vista splendida sul mare e sul Porto turistico di Marina di Camerota. Ristorante marinaro vero e puro, con la possibilità di gustare il pescato del giorno (che ti viene presentato ogni giorno), meravigliose le tartare e i crostacei. Mitici i piatti con le alici. Da leggenda il loro pane burro e alici e la linguina con burro salato tartare di gamberi e tartufo. Lodevole la volontà di mettere insieme soprattutto nei primi piatti, terra e mare del meraviglioso Cilento. Assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo. Garanzia.
La Taverna del Mozzo
Lungomare Trieste, n. 95
Marina di Camerota (Sa)
Tel. 0974 932774
Visita il sito web della Taverna del Mozzo
Il Cilento è molto più che un territorio. E’ uno stato d’animo, è poesia, è un posto che negli anni è rimasto autentico e per certi versi rassicurante. Ci sono certi luoghi che hanno mantenuto immutata la loro ancestrale bellezza come Marina di Pisciotta, la frazione marinara del comune di Pisciotta con il piccolo e caratteristico porto, le case dei pescatori e certi tramonti che ti lasciano senza fiato. Marina di pisciotta è famosa per le alici di Menaica, una vera prelibatezza. Del borgo di Pisciotta che domina dall'alto ti parleremo in un altro momento. Qui a Marina di Pisciotta c’è un indirizzo che è diventato storia della ristorazione cilentana e che ogni anno si conferma alla grande: il Ristorante Angiolina.
Il Ristorante si trova a pochi passi dal mare poco prima dell’area pedonale del piccolo lungomare. Soprattutto d’Estate bisogna prenotare con un po’ di anticipo. Noi abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due. Entrando mi colpisce l’atmosfera che trovo davvero particolare: un bel giardino con tanti tavoli, una sala e una veranda in legno, un bel gioco di luci, un ambiente al contempo familiare e raffinato che invita alla convivialità. Ci accomodiamo all’interno in una sala che in pratica è una veranda, si sta molto bene. I tavoli sono ben distanziati tra loro così come le sedute.
Diamo un’occhiata al menù. C’è il menù con proposte della tradizione e piatti che se passi di qui non puoi non provare come le mitiche alici (non possono mancare) fatte alla scapece, o ‘mbuttunate, con gli spaghetti, o piatti della tradizione pisciottana ma di terra come le melanzane ‘nchiappate, il cauraro (cicoria, bietola, fave, patate, finocchietto selvatico e alici). E poi ci sono le proposte del menù da cui scegliere: sei antipasti, cinque primi, otto secondi e poi i contorni e gli invitanti dolci di loro produzione.
Mentre decidiamo cosa gustare ordiniamo da bere una minerale e due calici di Vignolella – Cilento fiano delle cantine Barone. Fiano in purezza per un vino dai sentori di fiori, note fruttate, una bella nota minerale e una buona personalità.
Fiano Vignolella di Cantine Barone
Si comincia con gli antipasti. Gustiamo l’insalata di polpo su crema di cavolfiore con patè di olive e capperi. Il polpo è morbido e delicato, azzeccato l’abbinamento con la crema di cavolfiore non stucchevole e interessante la nota sapida dei capperi e del patè di olive. Davvero buonissimo...
Insalata di polpo con crema di cavolfiori e patè di olive nere e capperi
L’altro antipasto è la briciola di frisella con ricotta di bufala e alici salate di Menaica (ancora loro, ovvio). Anche questa proposta ci convince. Fresca, estiva, equilibrata grazie alla ricotta che ben sposa la sapidità delle alici.
Briciola di frisella con ricotta di bufala e alici salate di Menaica
La nostra cena procede alla grande, tra una chiacchiera e un sorso di Fiano. L’atmosfera qui al Ristorante Angiolina è il quid in più. Si sta davvero bene, va detto. E’ tempo di primi. Ecco la calamarata con crema di ceci di Cicerale, totanetti e rosmarino. Che buona! Un intrigante connubio di terra e mare tutto made in Cilento con la delicata crema di ceci. E ci stava da Dio la nota aromatica del rosmarino.
Calamarata con crema di ceci di Cicerale totanetti e rosmarino
Ma la standing ovation la meritano gli spaghetti con le alici. Ho scelto un piatto della tradizione pisciottana. Spettacolari davvero gli spaghetti con alici fresche diliscate, alici salate di Menaica, aglio, cipolla, pepe, prezzemolo, origano e mollica di pane tostata. Ho goduto davvero mentre li mangiavo. Che gli vuoi dire ad un piatto così? Solo applausi.
Spaghetti con le alici
Visto che le alici sono le protagoniste della serata, proseguiamo con due proposte della tradizione che le vedono protagoniste. Le alici ‘mbuttunate con uova, ricotta pepe e una cascata di salsa di pomodoro. Piatto verace, appagnate e gustoso.
Alici mbuttunate
E le polpette di alici con panatura di grissini. Accompagnate da una mayo all’arancia. Super anche queste.
Polpette di alici
Chiudiamo in dolcezza con il loro gelato al cioccolato bianco e zenzero. Particolare e freschissimo.
Gelato al cioccolato bianco e zenzero
Ci offrono un amaro e un caffè e chiediamo il conto. Paghiamo per la nostra cena 82 euro in due. Ho trovato assolutamente corretto il rapporto qualità prezzo.
Il Ristorante Angiolina a Marina di Pisciotta è un indirizzo storico della ristorazione cilentana. Locale carino a pochi passi dal mare, atmosfera rilassante e discreta. Le proposte di cucina sono convincenti. Se vieni qui non puoi non gustare i piatti con le buonissime alici di Menaica. Del resto proprio Marina di Pisciotta è la patria di queste alici che si chiamano così dal nome della rete (Menaica appunto) a maglie strette che viene usata per pescarle e che fa rimanere intrappolate solo le alici dalla pezzatura più grande. Ho gustato da Angiolina un meraviglioso spaghetto con le alici che mi resterà nella memoria. Ma qui trovi anche le alici alla scapece, ‘mbuttunate e in altre proposte. Non trovi solo alici ma ci sono anche altri piatti davvero ben eseguiti con pesce freschissimo e il pescato del giorno. Buona la carta dei vini (con una prevalenza di vini del territorio). Servizio preciso e professionale, e cosa non trascurabile ho trovato un ottimo rapporto qualità – prezzo. Insomma se sei da queste parti è una tappa obbligatoria, ed entra di diritto nella nostra guida on line ai locali da non perdere. Garanzia.
Ristorante Angiolina
Via Passariello n.2
Marina di Pisciotta (Sa)
Tel. 0974 973188