E’ un Sabato autunnale ma baciato dal sole, siamo in Irpinia, abbiamo scelto per pranzo di tornare dopo un pò alla Corte dei Filangieri. Siamo a Candida, borgo ad una decina di Km da Avellino, siamo a poco meno di 600 metri di altitudine. Ci si arriva facilmente sia da Avellino Est che Avellino Ovest con uscita sull’ofantina. Candida ha una storia antichissima e per molti anni fu feudo dei Filangieri, grazie alla grande considerazione che questi avevano presso la corte di Federico II, Candida divenne universitas e conobbe anni di splendore e sviluppo sia economico sia demografico. Il nome del ristorante richiama appunto la nobile famiglia dei Filangieri. Siamo all’inizio del centro storico del paese, in prossimità della piazza.
La Corte dei Filangieri. Candida (Av) - Insegna locale
Parcheggiamo l’auto a pochi metri dal locale ed entriamo. L’impatto è notevole. Il locale si trova in una cantina del ‘700, c’è la bella pietra viva bene in vista, un mix di rustico ed antico, oggetti antichi di vita contadina e quotidiana alle pareti. Luce soffusa, bella e gradevole musica di sottofondo.
La Corte dei Filangieri. Candida (Av) - Particolare della Sala
L’atmosfera è davvero piacevole. Ci accomodiamo e ci servono il menù. Per una precisa scelta, ci sono poche portate. Pochi piatti ma strettamente legati al territorio. Trionfa sua maestà il baccalà, ma ci sono anche le carni, i formaggi locali, i salumi, la pasta tirata a mano. Insomma qui c’è la vera cucina del territorio, senza compromessi.
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Aglianico di Salvatore Molettieri. Un rosso corposo, di personalità, giustamente tannico e perfetto per accompagnare il nostro pranzo. Cominciamo con l’antipasto. Arriva un piccolo tagliere con capocollo locale, caciocavallo podolico e salame “pezzente” di Veticano. Accompagnati con una focaccia di frumento di riso e mais.
Il Tagliere
Ecco una fantastica zuppa di fagioli quarantini di Voluturara Irpina, presidio Slow food (chiamati così per la durata del loro ciclo di maturazione) e castagne. Chapeau!
Zuppa di fagioli quarantini di Voluturara irpina e castagne
Optiamo poi per un must della zona: il mallone, rape e patate accompagnati dal tartufo. Piatto eseguito benissimo. Siamo nel pieno della tradizione.
Rape e patare con tartufo
Finito qui l’antipasto? No, no…. Ecco un meraviglioso baccalà con insalata di rinforzo. Goduria….
Baccalà e insalata di rinforzo
Il nostro pranzo fila via che è una bellezza. L’ambiente raffinato ma rustico nel contempo invita alla convivialità. L’atmosfera è davvero piacevole, e apprezziamo anche il sottofondo musicale. Intanto ecco che arrivano i primi..
Una puttanesca di baccalà: ziti spezzati, pomodoro San Marzano, baccalà, olive e capperi. Un piatto che ci ha convinto, davvero ben fatto. Cottura della pasta perfetta, e quel sugo cos’era! E che profumo …
Puttanesca di baccalà
E degli spaghetti aglio, olio, peperoncino, granella di nocciola e pan grattato. Un piatto davvero ben eseguito. Buonissimi!
Spaghetti quadrati aglio olio peperoncino granella di nocciole e pan grattato
Intanto esce a salutarci lo chef, bravissimo, che ci racconta un po’ quella che è la sua filosofia di cucina: riproporre i piatti del territorio, quelli della tradizione contadina locale, fatti con materie prime fresche e selezionate. Le migliori carni irpine ricercate, i prodotti dell’orto, i salumi locali e i formaggi con su tutti sua maestà il pecorino Carmasciano, il baccalà. Insomma un vero “santuario della cucina territoriale contadina”.
Dopo un po’ arriva il secondo: baccalà alla “pertecaregna” . Tradizione irpina pura... Poesia… La nostra è stata proprio un’ottima scelta.
Baccalà alla pertecaregna
Non possiamo chiudere il nostro pranzo senza un dessert e allora optiamo per un “castagnaccio”. Delicatissimo...
Castagnaccio
E la mitica “coviglia”, (semifreddo alla nocciola), accompagniamo il dolce con del barolo chinato.
Coviglia semifreddo alla nocciola
Chiediamo il conto e per il nostro pranzo paghiamo 60 euro in due. Davvero un ottimo rapporto qualità-prezzo.
La Corte dei Filangieri si conferma come un indirizzo sicuro, la creatura di Antonio Pertillo continua a crescere e va avanti non tradendo quelli che sono i suoi principi: qualità, tradizione ed attenzione maniacale alla scelta delle materie prime. Mauro Reda in cucina è il valore aggiunto. E’ un grande talento ed ha la capacità innata di dare un’anima moderna agli antichi piatti della tradizione contadina. Grazie alla sue sapienti “mani” il mallone, la trippa e fagioli, i mugnatielli, il baccalà in tutte le sue declinazioni, le zuppe, le paste fatte a mano, si vestono di una luce nuova, “moderna” senza dimenticarsi però della loro origine e della loro storia. E’ questa la forza della Corte dei Filangieri: la ricerca, la difesa, il culto della tradizione a tavola, senza compromessi. Una scelta che alla lunga paga. Chi viene qui sa cosa troverà e per cosa ritornerà, una grande cucina del territorio, ben eseguita con spunti di modernità e creatività. Il servizio è preciso e veloce. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo.
E’ un indirizzo da segnare in agenda senza “se” e senza “ma”. Garanzia.
La Corte dei Filangieri
Via Fontanelle n.4
Candida (Av)
Tel. 0825 986414
Visita il sito web della Corte dei Filangieri
Come un vecchio amico che non ti tradisce mai.
Domenica è un giorno in cui spesso andiamo in giro desiderosi di esperienze gastronomiche interessanti. Stavolta siamo stati a Marigliano da N’ata Storia, già segnalato da noi in passato per la pizza (di buona fattura), ma N’ata storia è soprattutto un signor ristorante. Era da un po’ che mancavamo dovevamo rimediare.
Arrivare al locale è semplicissimo, siamo infatti sulla strada statale variante 7 bis, altra cosa importantissima è la presenza di un ampio parcheggio custodito, per cui non avrete mai problemi con l’auto.
N’ata storia è un locale gradevole, moderno, curato nei dettagli, c’è uno spazio esterno attrezzato con piante e una bella fontana dove potersi rilassare, fare foto o anche organizzare piccoli eventi. All’interno ci sono diverse sale molto curate ed anche un grazioso dehor esterno. Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo, arriviamo puntuali, siamo in due. Ci accoglie con garbo e gentilezza Agostino Molaro, perfetto padrone di casa che ci accompagna al nostro posto.
Diamo un’occhiata al menù, molto interessante con diverse proposte di terra e di mare. Decidiamo però di consultarci con Agostino che ci consiglia anche qualche fuori menù. Optiamo per proposte prevalentemente di mare e allora da bere prendiamo un vino sorprendente: Star Grillo e Muller Thurgau di Duca di Salaparuta, un bianco fruttato, intenso, fresco, beverino ma con una buona nota minerale, ideale per accompagnare il nostro pranzo.
Star Grillo e Muller Thurgau di Duca di Salaparuta
Ordiniamo un antipasto di mare. Sei proposte, tre fredde e tre calde.
Arriva il primo antipasto (il freddo): carpaccio di spada, insalatina di mare e un bruschettone con pomodorino, cipolla di Tropea caramellata e baccalà. Ottimo il carpaccio di spada, morbida e goduriosa l’insalatina di mare (davvero il polpo si scioglieva quasi in bocca), interessante la bruschetta, nota di merito per il baccalà, compatto, saporito.
Antipasti freddi di mare
Siamo partiti alla grande. Neanche il tempo di finire ed ecco la seconda proposta (antipasti caldi): calamaretti fritti, polpettina di tonno su pomodorino del piennolo, e conchiglia al salmone gratinato. Delicati i calamaretti, buona la polpettina di tonno (spettacolare in particolare il piennolo usato), delicata la conchiglia gratinata.
Antipasti caldi di mare
Tra una chiacchiera e l’altra sorseggiamo il nostro vino, e ci godiamo l’atmosfera rilassata di questa Domenica autunnale. Abbiamo intanto ordinato i primi che poco dopo arrivano. Due piatti davvero interessanti.
Gnocchi di patata viola con frutti di mare e pesto di pistacchio. Deliziosi. Ben fatti gli gnocchi, meravigliosi i frutti di mare. Un piatto davvero top.
Gnocchi di patata viola con frutti di mare e pesto di pistacchi
Non da meno l’altro primo: gemelli (un formato di pasta particolare) con tonno, melanzane, pomodorini e olive di Gaeta. Tonno e melanzane un abbinamento dal sapore siculo. Anche questo piatto ci ha convinti.
Gemelli con tonno melanzane pomodorini e olive di Gaeta
Di tanto in tanto passa a trovarci Agostino per sincerarsi che tutto sia di nostro gradimento. Decidiamo di prendere anche un secondo (in due). La nostra scelta cade sulla frittura di calamari, non abbiamo sbagliato infatti erano deliziosi. Morbidi, preparati alla perfezione, una frittura asciutta e senza unto in eccesso. Prendiamo anche un’insalata.
Frittura di calamari
Siamo sazi, saltiamo il dolce e chiediamo il conto. Intanto ci offrono un delizioso liquore alla mela annurca.
Paghiamo per il nostro pranzo 70 euro in due. Rapporto qualità prezzo direi corretto. Salutiamo e andiamo via soddisfatti.
N’ata Storia merita decisamente una visita per la pizza (ve ne abbiamo parlato anche in passato, a proposito complimenti a Carmine Molaro che nel tempo è diventato un validissimo pizzaiolo), ma questo luogo è imperdibile soprattutto per la cucina: qui tutto è curato nei minimi dettagli, le materie prime utilizzate sono di qualità, il pesce ottimo, lo chef Vincenzo Pagano sa il fatto suo, ha talento e propone piatti davvero interessanti.
Il resto lo fanno la cortesia e la disponibilità del personale. Il locale è perfetto anche per eventi e piccole cerimonie. Non resterete delusi, N’ata Storia è il risultato dell’esperienza nel campo della ristorazione della famiglia Molaro. Complimenti a papà Pasquale a Carmine ed Agostino per aver portato avanti le loro idee e aver creato questo luogo dove mangiar bene e di qualità è una regola. Chi ci viene la prima volta ci torna sempre volentieri ed il motivo è presto spiegato: questo luogo è come un vecchio amico che non ti tradisce mai anche se non lo vedi sempre. Garanzia.
N’ata Storia
Via Variante 7 bis / Via Cadorna
80034 Marigliano (Na)
Tel. 081 8855559
Visita il sito web di N’ata Storia
Grande cucina in un borgo incantato.
Siamo a Rocca San Felice. Il borgo è ricco di fascino con le sue piccole casette in pietra ai piedi della Rocca che maestosa dall’alto sovrasta il paese. Rocca San Felice si trova nella “mitica” Valle d’Ansanto il luogo dove c’è la “mefite”, il laghetto sulfureo menzionato anche da Virgilio e che secondo gli antichi era la porta degli inferi. Siamo anche nel territorio del famoso pecorino Carmasciano. Insomma siamo davvero in un luogo ricco di suggestioni capace di abbinare storia, cultura e squisita gastronomia.
Parcheggiamo attraversiamo la piazza dove troneggia un maestoso tiglio secolare (piantato nel 1799 al tempo della Rivoluzione napoletana come simbolo di libertà) e ci rechiamo al Ristorante Museo La Ripa, il locale si trova nel borgo medievale lungo la stradina e le scalinate che conducono verso la parte alta e più antica del borgo, verso la rocca.
Abbiamo prenotato il tavolo per la nostra cena, veniamo accolti in modo molto garbato. Ci accompagnano al nostro tavolo.
Il locale è molto bello, l’atmosfera è piacevole, pareti di pietra viva, bella musica smooth jazz e lounge di sottofondo.
Diamo un’occhiata al menù alla carta. C’è la possibilità di pranzare scegliendo dalla carta o di provare “la proposta dello chef” che consiste in 2 assaggi di antipasti , 2 assaggi di primo e il dolce.
Decidiamo di ordinare “a la carte”, intanto arriva un graditissimo pre-antipasto: una popettina su letto di insalatina e balsamico (stuzzicante).
Entrée - Polpettina
Da bere una minerale e due calici di Aglianico di Montemarano.
Come antipasti scegliamo uno sformatino di patate di montagna, fonduta di caciocavallo e funghi porcini. Un piatto di una delicatezza unica, equilibrato e ben eseguito. Meraviglioso lo sformatino e da svenimento la fonduta di caciocavallo. Davvero ottimo!
Sformato di patate fonduta di caciocavallo e funghi porcini
A seguire il secondo antipasto: tortino di verza con salsiccia rossa di Castelpoto. Buonissimo...
Tortino di verza con salsiccia rossa di Castelpoto
Siamo nel territorio del pecorino Carmasciano e allora non posso non assaggiarne un po’. Ci facciamo portare un po’ di Carmasciano fresco e un po’ semistagionato . E’ un formaggio che adoriamo e ci concediamo questo ulteriore “peccatuccio”.
Pecorino di Carmasciano
La nostra serata trascorre piacevolmente. Abbiamo ordinato due primi.
Ecco degli interessanti ravioloni farciti di patate e provola affumicata con crema di bietola e prosciutto croccante. Buoni.
Ravioli farcito con patate e provola affumicata crema di bietola e prosciutto croccante
L’altro primo è davvero fantastico: sedanini con baccalà mantecato e peperone crusco. La pasta è notevole (usano quella di Cavalier Cocco). Signori siamo di fronte ad un piatto bene eseguito: un gusto, un equilibrio, un’armonia di sapori difficilmente replicabile. Davvero ottimi!
Sedanini con baccalà mantecato e peperone crusco
Possiamo esimerci dal prendere almeno un secondo? Certo che no! E allora scegliamo un piatto dal menù che ci stuzzica: bocconcini di entrecote glassati al Taurasi e spinaci all’aglio, olio e peperoncino. Il nostro intuito non ci inganna anche questo è un piatto fantastico. La carne tenerissima, divina la glassa al Taurasi. Chapeau!
Bocconcini di entrecote glassati al Taurasi e spinaci allaglio olio e peperoncino
È il momento del dolce. Ne prendiamo uno in due: un delizioso pasticcio di millefoglie con crema chantilly e salsa ai frutti rossi, un dolce da 10 e lode.
Accompagniamo il dolce con 2 passiti di Pantelleria.
Pasticcio di millefoglie con crema chantilly e salsa di frutti di bosco
Chiediamo il conto: paghiamo 60 euro in due. Prezzo equo e soprattutto onesto se rapportato alla qualità di quanto degustato. Complimenti davvero. Andiamo via felici e soddisfatti.
Il ristorante Museo La Ripa è un posticino “templare” assolutamente da consigliare. La location è fantastica, inserita nel contesto del borgo medievale. Il servizio puntuale, professionale e all’altezza della location. La cucina merita davvero, il menù presenta poche ma interessanti proposte. Le materie prime sono di assoluto livello, molte sono presidi Slow food. Corretto il rapporto qualità-prezzo. Cosa volere di più? Andateci senza “se” e senza “ma”. Un’esperienza dei sensi in un borgo incantato. Da provare..
Ristorante Museo La Ripa
Via Ospedale, n. 1
Rocca San Felice (Av)
Tel. 0827 215023
Visita il sito del Ristorante Museo La Ripa
Galeotta fu la fotografia di un bel piatto di ricci. Se dovessi descrivere com’è nata la mia curiosità verso questo ristorante direi proprio così. Grazie ad una foto pubblicata sui social, la mia agenda di “approdi sicuri” si è arricchita con questo ristorante che per genuinità, ricercatezza, location e gentilezza spicca decisamente tra quelli presenti sul litorale laziale.
Pino al mare (che oltre ad essere ristorante è anche un albergo che affaccia direttamente sullaspiaggia di Santa Severa) è gestito con perizia e passione da Simone Vincenzi e dalla sua famiglia dal 1955.
La spiaggia del Ristorante - Albergo Pino al Mare
Un ristorante elegante e spazioso, con ampie vetrate per godersi la vista del mare dalla sala interna nei mesi invernali, ma appena il clima lo consente vengono allestiti anche gli spazi esteri. Il patio (in un angolo le decorazioni strizzano l’occhio a Gaudì) e la “zattera” che con la bella stagione viene sistemata direttamente sulla spiaggia del ristorante (dove c’è il lido per i clienti di Pino al Mare). Senza dimenticare il giardino interno dove poter mangiare immersi nel verde.
La sensazione che proverete è quella di sentirvi in vacanza anche durante un semplice pranzo!
Pronti per il pranzo
In cucina gli chef Yousef Nasef e Angelo Trenga trasformano materie prime d’eccellenza – tutti prodotti locali e pescato del mare laziale – in piatti tanto buoni quanto belli.
Veniamo al menù. A parte i grandi classici che in un ristorante di pesce non devono mancare mai (come i crudi, gli spaghetti alle vongole o la frittura di pesce), la carta proposta segue le stagioni e l’estro dello chef.
Polpo Grigliato con Patate
E cosi, superata l’indecisione iniziale tra gli antipasti, ci siamo fatti tentare dal polpo grigliato con patate e da un altro grande classico della stagione primaverile, i carciofi crudi con gamberi e scaglie di parmigiano.
Carciofi con gamberi e scaglie di parmigiano
Ovviamente li ho assaggiati entrambi ma non saprei dire quale fosse il più buono!
Optiamo per un primo che ci suggerisce Simone. Gnocchi di patate ripieni di pesce azzurro conditi con zucchine e gamberi. Una piatto semplicemente strepitoso, dove gli ingredienti sono ben equilibrati tra loro.
Gnocchi di patate ripieni di pesce azzurro serviti con zucchine e gamberi
Dal cesto del pescato scegliamo anche una bellissima gallinella di mare proposta in guazzetto con olive, pomodorini e patate.
Gallinella di mare in guazzetto con olive, pomodori e patate
Decidiamo di toglierci anche un ultimo sfizio e prendiamo le patate fritte (un must).
Patate fritte
Dalla carta dei vini, completa e ben strutturata, abbiamo scelto un eccellente Berlucchi rosè.
Venendo al conto, in due, con questo menù abbiamo speso 180 euro. Non è economico, certo, ma i prezzi sono rapportati alla qualità delle materie prime offerte, alle porzioni e soprattutto alla grande perizia dello chef.
Se decidete di andare a Santa Severa d’obbligo la tappa al Castello – sito di interesse storico archeologico – che è stato recentemente riaperto al pubblico.
Ristorante Pino al Mare
Via Cneo Domizio n.32
Santa Severa – Santa Marinella (Rm)
Orario: aperto a pranzo e cena – Prezzo medio/alto
Accetta carte di credito SI
Tel. 0766 570027 – 0766 571998
Visita il sito del Ristorante Hotel Pino al Mare
E’ una bella giornata decidiamo di concederci una passeggiata in costiera amalfitana per goderci la magia e l’incanto di questi luoghi. Siamo per pranzo a Vietri sul Mare e decidiamo di fermarci (dopo aver prenotato) al Ristorante Evù.
Non è la prima volta che veniamo qui, siamo tornati a distanza di un anno e mezzo per provare nuovamente la loro cucina.
Evù, ristorante. Vietri sul Mare (Sa)
Il locale si trova al centro di Vietri in un caratteristico e colorato vicoletto, quello che porta al Duomo, pieno di negozietti di artigiani ceramisti, (del resto la ceramica vietrese è un “must" ed è famosa nel mondo).
Arriviamo poco dopo le 14.00, ci accoglie la gentilissima signora Anna che ci accompagna al nostro tavolo, siamo in due. Pranziamo all’interno ma va detto che ci sono durante la bella stagione anche molti tavoli all’esterno. Decidiamo di pranzare all’interno. (Va detto che ci sono anche diversi tavoli all’esterno ma era tutto pieno).
Il locale dentro è piccolo ma regala un senso di accoglienza e familiarità, c’è una bella e sobria mise en place, adatta al contesto con i bicchieri da acqua colorati, così come i vasi ad ogni tavolo. Pochi quadri alle pareti. Ci accomodiamo al nostro tavolo….
Subito ordiniamo una minerale, due calici di Falanghina e ci viene portato il pane con dei fantastici grissini artigianali.
Diamo un’occhiata al menù e ci confrontiamo con Anna (che scopriamo essere la mamma del titolare, Riccardo).
Il menù prevede oltre alla possibilità di scegliere alla carta anche di optare per alcune proposte fuori menù.
Noi decidiamo di pranzare ”à la carte” e per cominciare, optiamo per due antipasti Evù, si tratta di sei portate (che cambiano settimanalmente in base alla disponibilità e stagionalità dei prodotti) che mettono insieme il mare e la terra, nel nostro caso ci vengono serviti : Gateau di patate con insalata di mare, polpettina fritta di ricotta tonno e limone (divina..), taccole con pomodorini e seppie (molto buone), peperoncini verdi con il totano, calamaretti alla luciana, e peperoni con pesce spada.
L’antipasto Evù
Un antipasto davvero notevole, di ottima fattura, davvero intrigante la volontà dello chef di unire sempre il pesce alle verdure. Tutto gustoso ed equilibrato, due menzioni speciali per la polpetta di ricotta, tonno e limone (delicatissima) e per calamaretti, ma ripeto davvero tutto ben eseguito.
Anche per i primi scegliamo due primi “Evù” fuori menù: io scelgo degli spaghetti cacio, pepe, vongole e polvere di peperoni cruschi. Un primo inusuale ma intrigante …
Spaghetti cacio, pepe, vongole e polvere di peperoni cruschi
Ancora più particolare è l'altro primo che abbiamo scelto: spaghettoni con crema di broccoli, colatura di alici di Cetara e tartare di gamberi crudi. Entrambi i primi sono davvero ben eseguiti con una perfetta cottura della pasta.
Spaghettoni con crema di broccoli, colatura di alici di Cetara e tartare di gamberi crudi
Siamo sazi, ma non possiamo esimerci dall’assaggiare almeno un secondo, e allora vada per un tonno grigliato con scarole saltate con olive e capperi. Davvero eccellente, di ottima fattura il tonno e azzeccato l’abbinamento con la scarola.
Tonno grigliato con scarole saltate con olive e capperi
Ci fermiamo qui, saltiamo il dolce. Prendiamo un limoncello e chiediamo il conto. Paghiamo 80 euro in due. Conto giustissimo commisurato alla qualità dei prodotti e alla cucina proposta.
Facciamo i complimenti a Riccardo Faggiano (il titolare) e a tutta la famiglia.
Siamo stati qui più volte e si conferma alla grande. Evù ristorante merita una visita per la qualità della cucina proposta, per l’accoglienza e per lo sforzo di proporre sempre cose nuove e una cucina che strizza l’occhio all’innovazione sempre nel solco della tradizione. In località di mare c’è sempre il rischio di imbattersi in trappoloni per turisti, con Evù si va sul sicuro. Consigliato.
Evù Ristorante
Via Diego Taiani n.1
Vietri sul Mare (Sa)
Tel. 089 210237
Visita la pagina Fb di Evù ristorante
Siamo all’uscita di Avellino Ovest su via Nazionale Torrette a qualche chilometro dai centri di Mercogliano e di Avellino. Non è visibilissimo dalla strada, si trova in effetti all’interno di un parco, ma non lo dimenticherete facilmente!
Parlo di Sirena Restaurant, con cucina esclusivamente di mare. E’ da diverso tempo che lo conosco e lo frequento. Difficile pensare che un ristorante in mezzo ai monti ed in terra irpina possa offrire prelibatezze marinare tali da riscuotere così tanti consensi. E invece …… ma andiamo per gradi..
Incantevole la location, un mix di raffinatezza ed eleganza ma senza esagerare, un ambiente romantico che regala emozioni. Pochi coperti per cui conviene sempre prenotare il tavolo!
La Sirena. Mercogliano (Av) - Particolare interno
Ad accogliervi Carmen, la titolare, cordialissima e sempre attenta alle esigenze dei clienti.
Faccio una premessa: esiste un menù di riferimento ma conviene confrontarsi con lei per verificare la disponibilità del pescato. Il “valore aggiunto” del ristorante sta nel fatto che le materie prime provengono dalle pescherie della stessa proprietaria.
Per la nostra serata, ad accompagnare la cena, un aglianico dei Campi Taurasini, Rubino – Nobile di Montefusco, vino corposo, persistente e molto gradevole.
Aglianico dei Campi Taurasini, Rubino – Nobile di Montefusco
Benvenuto di bruschette con pomodorini (sempre gradite).
Bruschette
Si scelgono per la serata uno spaghetto alle vongole, un classico, semplice ma preparato divinamente.
Spaghetti alle vongole - un classico
E gli scialatielli ai frutti di mare, piatto delizioso, eseguito anch’esso a regola d’arte. Doverosi i complimenti allo chef.
Scialatielli ai frutti di mare
I primi piatti abbondantissimi ci indirizzano all’assaggio di un solo secondo: gamberi con grana su letto di spinacini, sfiziosissimo e gustoso.
Gamberi con grana su letto di spinacini
Per la serata, vino compreso, paghiamo all’incirca 25 euro a persona.
La Sirena ormai rappresenta una bellissima realtà, che migliora col passar degli anni; un ritrovo enogastronomico di assoluto livello dove poter assaggiare prelibatezze di mare a prezzi decisamente contenuti ed onesti. Un fantastico ristorante di pesce a pochi km da Avellino ? Si può…
Da frequentare e frequentare più volte!
La Sirena
Via Nazionale, n.350
Mercogliano (Av)
Tel. 338 37 32 506
Nell'antico castello un ristorante di buon livello.
Siamo a Sant’Agata de’ Goti, borgo che spesso è protagonista dei nostri itinerari a metà tra storia, arte e gastronomia. Sant’Agata è uno dei borghi più caratteristici della Campania, meraviglioso è il suo centro storico con le case cortina a strapiombo sul fiume Martorano. Un piccolo scrigno che racchiude inestimabili bellezze artistiche ed archeologiche. Dopo una bella passeggiata fermarsi a pranzo è d’obbligo.
Siamo tornati da Fiore 1985 proprio all’inizio del centro storico adiacente al grande parcheggio di Piazza Tiziano della Ratta. La location è molto bella, ci troviamo infatti nel corpo dell’antico castello normanno, laddove un tempo c’erano le stalle. La ristrutturazione è stata realizzata in modo eccellente. Ci sono un centinaio di coperti e si sviluppa su due livelli: pavimento con chianche, pietra a vista e tanto tufo (siamo a Sant’Agata de’ Goti of course!), il soffitto è realizzato con volte a botte, le sedute bianche. Insomma l’atmosfera è davvero intrigante.
Si può pranzare anche all’aperto sotto un gradevole pergolato di glicine ma scegliamo di accomodarci dentro.
Siamo in cinque. Siamo venuti qui per gustare il pesce. “Il pesce?” Direte voi … Si proprio così. Infatti lo chef Fiore delle Fave propone tra l’altro una cucina di mare di ottimo livello, già da noi provata mesi fa e allora…. Si cominci!
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di falangina del Sannio dell’Azienda Cantine Iannella Antonio, un bianco dal bel colore paglierino e fruttato, ideale per accompagnare l’antipasto che sta per arrivare.
Falangina del Sannio dell'Azienda Cantine Iannella Antonio
Abbiamo ordinato 4 insalate di mare … ben presentate e fatte con pesce freschissimo..
Insalata di mare
E un antipasto del pescatore: salmone e pesce spada marinati, alici marinati, insalatina di finocchi, gamberi in salsa rosa, un flan di zucchine e un bel pezzo di baccalà fritto. Davvero tutto ottimo!
Antipasto del Pescatore
Poi due proposte calde: seppie con vellutata di piselli…
Seppie con vellutata di piselli
E un classico: polpi alla luciana…
Polpi alla luciana
Un antipasto che ci ha davvero soddisfatto.
E’ il momento dei primi ….Qui ci siamo divertiti a prenderne di diversi per poterli degustare..
Ecco due piatti di spaghetti alle vongole, eseguiti benissimo, con le vongole veraci a dare un sapore meraviglioso al piatto.
spaghetti alle vongole
Un risotto alla pescatora, anche questo mantecato alla perfezione e gustoso …
Risotto alla pescatora
Un piatto di cavatelli beneventani ai frutti di mare, spettacolari ….
Cavatelli beneventani ai frutti di mare
Ed un piatto di trofie con vongole, gamberi e porcini … uno dei piatti più richiesti dai clienti, e non ci abbiamo messo molto a capire il perché. Ottimi!
trofie con vongole gamberi e porcini
Intanto ordiniamo un’altra bottiglia di vino, altra falangina stavolta dell’azienda Antico Ceppo di Bonea, di un bel giallo vivo, molto fruttato e interessanti note minerali.
Falangina dell'azienda Antico Ceppo di Bonea
Il nostro pranzo continua, arrivano i secondi: tre fritture di calamari, morbidissimi. Una frittura non unta e asciutta.
Frittura di calamari
Così come notevole è stata la frittura di gamberi e calamari..
Frittura di gamberi e calamari
Abbiamo preso anche un misto grigliato: orata, seppia, gamberone e spada. Anche qui la qualità è altissima, nota di merito per l’orata: freschissima e con la carne bella compatta, soda e saporita..
Misto grigliato orata, seppia, gamberone e spada
Siamo strapieni, decidiamo di prendere un sorbetto al limone a testa e poi due caffè, due limoncelli e un nocino artigianale. Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro lauto pranzo poco meno di 40 euro a testa. Un rapporto qualità - prezzo direi eccellente se consideriamo che abbiamo pranzato totalmente a base di pesce!
Sorbetto al limone
Fiore 1985 rappresenta una garanzia, il locale è molto bello, il personale gentile, forse un po’ lento a gestire le comande ma qui la cucina è espressa e tutto è fatto al momento, quindi ci vuole il tempo necessario. La materia prima è di alta qualità, il pesce freschissimo e cucinato alla perfezione. Lo chef Fiore delle Fave ha davvero grande talento ed è anche molto simpatico. Altro particolare non trascurabile è il conto onesto con un rapporto qualità prezzo eccellente.
Sembrerebbe un’eresia pensare di venire a mangiare del buon pesce in collina nel Sannio e invece non lo è affatto. Provate Fiore 1985 e ci darete ragione. Notevoli anche le proposte di terra e le pizze (ve ne abbiamo già parlato). Conferma.
Fiore 1985
Ristorante e pizzeria
Via Caudina n.3
Sant’Agata de’ Goti (Bn)
Tel. 388 92 46 817
Molto più di un ristorante. Esperienza dei sensi a pochi passi dalla Cattedrale.
Siamo nel cuore del centro storico di Otranto a pochi passi dalla Cattedrale. Qui si trova un ristorante di alto livello il cui nome prende spunto proprio dal bellissimo mosaico che ricopre il pavimento delle tre navate della Cattedrale. L’opera fu realizzata tra il 1163 e il 1165, è uno dei più importanti cicli musivi del medioevo ed ha come tema centrale un maestoso Albero della vita. Albero della vita in latino “Arbor vitae”.
Arbor vitae. Otranto (Le) - Ingresso spazio esterno
Il ristorante da noi scelto per la cena è proprio Arbor Vitae. Siamo in un vicoletto che sbuca davanti alla Cattedrale di Otranto. Il locale ha una sala interna e due meravigliose sale esterne su un terrazzo con giardino. Chiaramente vista la serata estiva ci accomodiamo all’esterno.
Arbor Vitae. Otranto (Le) - Un angolo del bel giardino esterno
Ci accompagna al tavolo la gentile Valentina. La location è incantevole, bellissima, due terrazzi circondati da verde con tavoli e sedute bianche, lo stile è lineare ma raffinato. Belli i richiami in legno, bella la mise en place, elegante ed essenziale. Ci accomodiamo e cominciamo ad apprezzare l’atmosfera unica che si percepisce qui. Ci portano i menù e arriva Mattia davvero impareggiabile. Questo ragazzo ha una passione e un talento da vendere nello spiegare per filo e per segno il menù, il pescato del giorno, le pezzature ed il possibile uso in cucina. Poi ci sono le proposte a la carte. Noi siamo in sei. Da bere due minerali e sei calici di Chardonnay Anticaia della Cantina San Donaci e cominciamo ordinando quattro antipasti.
Una classica caprese fatta con pomodorini e burratina (of course!).
Caprese con burrata e pomodorini
Un piatto di purea di fave bianche e cicorie otrantine. Piatto tipico della tradizione contadina pugliese, sublime.
Purea di fave bianche e cicorie otrantine
Un tortino di melanzane con alici, pomodoro e capperino occhiello a crema di zucca. Equilibrato, gustoso giustamente sapido, ho trovato sorprendente l’abbinamento delle melanzane con le alici.
Tortino di melanzane con alici pomodoro e capperino occhiello alla crema di zucca
E un’insalata di seppia arrosto con uvetta, e cicoria insaporita alla citronette. Buonissima la seppia arrosto, morbida, gustosa, geniale l’abbinamento con la cicoria e il dolce dell’uvetta sultanina.
Insalata di seppia arrosto con uvetta e cicoria insaporita alla citronette
La nostra serata procede alla grande. Di tanto in tanto passa a salutarci Mattia per assicurarsi che tutto vada per il meglio. Spazio ai primi. Ordiniamo un piatto di orecchiette con ceci neri, melanzane e pomodoro secco. Una proposta che riporta alla tradizione contadina.
Orecchiette con ceci neri melanzane e pomodoro secco
Un piatto di linguine ai frutti di mare. Notevoli…
Linguine ai frutti di mare
Due piatti di foglie di ulivo con vongole e bieta su vellutata di pomodoro giallo. Proposta intrigante …
Foglie d'ulivo con vongole e bieta su vellutata di pomodorino giallo
E due risotti e quinoa su crema di carciofi con seppia e caciocavallo. Questo risotto è stato sublime, perfetta la mantecatura del riso, bella l’idea di aggiungere la quinoa, equilibrato il sapore, delicata la crema di carciofi, meravigliosa la nota finale del caciocavallo che si è fuso con il calore del riso. Chapeau!
Risotto e quinoa su crema di carciofi con seppia e caciocavallo.
Ci stiamo godendo una serata davvero piacevole. Arbor Vitae regala emozione. Decidiamo di prendere anche due secondi.
Una tagliata di tonno dorata al miglio con contorno di zucca all’agro e olive taggiasche. Ne vogliamo parlare? La foto parla da sola…
Tagliata di tonno dorato al miglio con contorno di zucca e olive taggiasche
E a chiudere un calamaro grigliato con frisa, rughetta, capperi e pomodori. Ho trovato questo secondo davvero di livello. Questa versione mediterranea della frisa con capperi e pomodori è pazzesca
.Calamaro grigliato con frisa, rughetta capperi e pomodori
Saltiamo il dolce e prendiamo 3 amari e due caffè. Chiediamo il conto e paghiamo poco meno di 40 euro a persona.
Arbor Vitae è molto più di un ristorante. E’ una vera e propria esperienza dei sensi. Cenare su questa terrazza nel cuore del centro storico di Otranto è pura magia. La cucina poi è di alto livello. Le materie prime sono di ottima fattura, il pescato freschissimo. Lo chef sa il fatto suo. Le proposte sono ben studiate ed eseguite, forse se proprio dovessi trovare un neo mi sarei aspettato una piccola spinta in più a livello di personalità in qualcuno dei piatti che abbiamo degustato, ma sono piccoli dettagli. Questo in definitiva è un signor ristorante. Il rapporto qualità - prezzo è adeguato alla location e alle proposte di cucina. Nota di merito poi per il servizio semplicemente perfetto. Il personale di sala è impeccabile, professionale, educato, presente ma mai invadente. Mattia poi merita la lode, il prototipo di quello che dovrebbe essere un perfetto maitre. Arbor vitae è una garanzia. Ideale per cene romantiche o importanti e comunque per chi da un ristorante non chiede solo di mangiar bene ma di emozionarsi.
Arbor vitae
Via Giovanni Michele Laggetto n.38
Otranto (Le)
Tel. 0836 806816
Visita il sito web di Arbor Vitae
Cucina di livello fuori le mura del centro storico.
Siamo poco fuori il centro storico di Otranto, a pochi passi dal lungomare. Siamo in Via delle Torri, proprio fuori le mura della città vecchia. Abbiamo scelto di cenare da Pi Greco, indirizzo che avevamo da un po’ in agenda. Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due.
Ci sono posti anche all’esterno ma preferiamo accomodarci nella sala interna. Il locale dentro è molto curato pur essendo minimal, tavoli bianchi con piano color legno, sedute bianche, un bel gioco di luci soffuse, una gradevole musica lounge di sottofondo. C’è anche una caratteristica sala su di un piano soppalcato con pochi tavoli. Insomma l’atmosfera che regala questo luogo è gradevole e di civettuola intimità.
Diamo un’occhiata al menù, ci sono poche proposte ma ben studiate e calibrate, sette proposte di antipasti, quattro primi e 6 secondi, oltre ad una pagina dedicata a quello che scopriremo essere una delle cose più richieste: il sushi.
Ordiniamo da bere una minerale e due calici di Murà, Sauvignon Blanc Bio, IGP prodotto dall’azienda Duca Carlo Guarini, ben strutturato, di buon spessore, con note vegetali di erbe aromatiche e sfumature fruttate alla fine. Ideale per accompagnare la nostra cena.
Arrivano i loro pani artigianali che ci propongono da assaggiare con un olio molto particolare, l’olio Evo salentino aromatizzato al limone dell’azienda agricola Tenore di Otranto.
I loro pani e l'olio
Intanto prendo un antipasto: polpo al rosmarino su crema di patata profumata allo zenzero. Semplicemente fantastico, il polpo morbido ma al contempo croccante ben si sposava con la delicatezza della crema di patata. Piatto davvero eccellente.
Polpo al rosmarino su crema di patate al profumo di zenzero
Poi due primi, le sagne (pasta tipica salentina) con rana pescatrice e lardo “Pata Negra” croccante. Primo piatto interessante come interessante è stato il connubio del pesce con il lardo di Pata Negra.
Sagne con rana pescatrice e lardo Pata negra croccante
Abbiamo raggiunto livelli altissimi con la seconda proposta di primo: gnocchetti di patate su fonduta di taleggio DOP e tartare di scampi. Delicati, ma pieni di personalità. Un primo piatto che ci ha conquistato.
Gnocchetti di patate su fonduta di Taleggio DOP e tartare di scampi
Intanto al nostro tavolo arriva Fabio, perfetto padrone di casa. Per assicurarsi che tutto stesse andando bene.
Abbiamo preso anche un secondo in due: tonno scottato alla griglia con selezione di verdure di stagione. Decisamente buono anche questo.
Tonno scottato alla griglia con selezione di verdure di stagione
Saltiamo il dolce e chiediamo il conto. Paghiamo per la nostra cena 79 euro in due. Rapporto qualità prezzo direi adeguato al locale ed al tipo di proposta.
Pi Greco è un indirizzo sicuro, un signor ristorante ben lontano dalle tante trappole per turisti che si trovano nei luoghi di vacanza o con molto flusso di visitatori e turisti. Davvero una piacevole scoperta. Qui la cucina è raffinata, studiata nei dettagli. Poche proposte ma fatte come si deve. La chef Maria Rosaria Peluso è in un talento naturale ed è in continua evoluzione. C’è grande attenzione alla materia prima, alla scelta dei prodotti. I piatti sono eseguiti tecnicamente in modo impeccabile. Il servizio è preciso, puntuale e non invadente. Torneremo di sicuro per provare il sushi (ho visto su altri tavoli che andava forte). Il conto è adeguato al tipo di cucina proposta e di ristorante. Altra nota di merito per Fabio, compagno di Maria Rosaria, sempre attento, presente e perfetto padrone di casa.
Pi Greco
Via delle Torri, n.40
Otranto (Le)
Tel. 0836 237312
Visita il sito web di Pi Greco
Una Fantastica osteria salentina
Abbiamo fatto un bel giro nel centro storico di Lecce, abbiamo ammirato palazzi, chiese, monumenti di quella che a giusta ragione viene definita la “Firenze del Sud”: la bella Piazza Sant’Oronzo, il salotto del capoluogo salentino con i resti dell’anfiteatro romano, Palazzo del Seggio, la Cattedrale, il Duomo e la sua piazza, qui a Lecce domina il Barocco, un barocco sfavillante ma senza orpelli. E’ piacevole passeggiare nel centro storico tra negozi, locali e tanta gente, ma vale la pena allontanarsi da qui per raggiungere un posticino che non possiamo non segnalarvi. E’ ora di cena e abbiamo prenotato all’Osteria L’Arzilla Furcina.
Siamo non lontani dalla centrale Piazza Mazzini, dove abbiamo parcheggiato l’auto. Il locale ha qualche tavolo esterno ma il bello è all’interno. E’ curato, carino, ben arredato (belli soprattutto i tavoli con il piano con le classiche cementine salentine). Un’atmosfera calda e familiare. C’è una bella musica di sottofondo che però permette di conversare senza difficoltà.
Ci accomodiamo, da bere prendiamo una minerale e una bottiglia piccola di Mjere Salento Rosso Igp da uva Negroamaro 100% dell’azienda Michele Calò. Un rosso spettacolare, corposo con un bel sentore di frutti di bosco.
Mjere rosso Salento di Michele Calò
In sala c’è Adriano, il padrone di casa, cortese, affabile e pronto a consigliarci per il meglio. Ti da l’idea di un vecchio amico che si prende cura di te. La cucina di questa Osteria è particolare, presenta piatti e proposte legate al territorio quasi tutte di terra (con l’eccezione di un paio di portate di mare ma non di più), la scelta è voluta, si privilegiano infatti prodotti dell’orto, i salumi e i formaggi locali. Insomma una cucina a Km zero ma ben eseguita. Arriva un loro benvenuto: delle bruschettine con cipolla salentina in agrodolce e songino. Interessanti.
Bruschettine con cipolla caramellata e songino
Poi prendiamo un antipasto denominato “Scrocchio soffice”: crumble di pane speziato, burratina affumicata, capocollo di Martina Franca, pomodori scattarisciati e fuso di caciocavallo stagionato in grotta.
Scrocchio soffice
Tutto eccellente, nota di merito per quel capocollo di Martina che si scioglieva in bocca e la burratina affumicata davvero ottima. Interessanti i pomodori scattarisciati, in pratica pomodori passati in padella con le cipolle, contorno tipico della tradizione contadina di queste parti.Prendiamo un solo primo ma eccellente: le orecchiette con crema di peperoni, burrata fredda e granella di pistacchio. Le ho trovate meravigliose, sorprendente l’abbinamento della crema di peperoni con la burrata e la granella di pistacchio a regalare una piacevole nota croccante.
Orecchiette con crema di peperoni burrata fredda e granella di pistacchio
La nostra serata trascorre in maniera piacevole, tra una chiacchiera e l’altra. Di tanto in tanto Adriano viene al nostro tavolo per accertarsi che tutto vada per il meglio.
Abbiamo ordinato anche due secondi: medaglioni di filetto di maialino al balsamico con salsa fredda agrodolce e patate al forno. Un secondo commovente, credetemi i medaglioni di maialino si scioglievano letteralmente in bocca e cosa erano quelle patate al forno ! Divine, croccanti fuori e morbide dentro.
Medaglioni di filetto di maialino
L’altro secondo è una proposta di pesce denominata “Tuffo nel blu”: polpo cotto a bassa temperatura su crema di fave e cipolle rosse caramellate. Un polpo morbido e gustoso su una suadente crema di fave. Promosso a pieni voti.
Polpo cotto a bassa temperatura
Saltiamo il dolce e ci viene offerto il mirto artigianale fatto da loro. Buonissimo. Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena 65 euro in due.
Ci passa a salutare anche la chef Lina, la moglie di Adriano (è lei l’arzilla perché davvero è un vulcano). La cucina è la sua grande passione, l’altra è Adriano. E’ una vita che sono insieme ed insieme portano avanti anche questa osteria. Lo fanno con passione ed entusiasmo.
Qui trovate la tradizionale cucina salentina prevalentemente di terra, con l’uso di prodotti dell’orto, salumi, formaggi locali. Insomma qui c’è tanto Km zero. Lina in cucina sa il fatto suo, proponendo piatti della tradizione ben interpretati e presentati anche in chiave moderna. Il locale è gradevole, il prezzo onesto. L’Arzilla furcina merita una visita, fate una deviazione fuori dal centro storico e venite qui, non ve ne pentirete. Parola dei Templari del Gusto.
L’Arzilla Furcina
Via Filippo Bacile, n.25
Lecce
Tel. 391 332 0419
Visita il sito web dell’Osteria Arzilla Furcina