Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
La curiosità:
La Gricia è uno dei piatti tipici della cucina romana e laziale. E’ un piatto squisito nella sua semplicità purché si utilizzino ottime materie prime, partendo un buon guanciale di Amatrice e poi è d’obbligo il pecorino romano DOP. La Gricia è chiamata anche “amatriciana bianca” perché in pratica in questo piatto ci sono gli stessi ingredienti della amatriciana ad eccezione del pomodoro. Ecco la ricetta dello chef Antonio de Stefano dell'Osteria di Antonio a San Michele di Serino. Prova a cucinarla.
Ingredienti:
– 400 gr. di Spaghetti
– 300 gr. di guanciale di Amatrice
– 150 gr. di pecorino romano
– sale q.b. – pepe q.b.
Procedimento:
In una padella di ferro ben calda mettiamo il nostro guanciale, facciamolo cuocere a fuoco alto in modo da far sciogliere tutto il grasso che farà le veci dell’olio (qualcuno utilizza l’olio per soffriggere ma la vera Gricia prevede come condimento lo stesso grasso del guanciale). Facciamo attenzione a non bruciarlo. Dovremo ottenere una consistenza semi-croccante.
Intanto caliamo gli spaghetti in acqua bollente e leggermente salata. Teniamo da parte un bicchiere di acqua di cottura della pasta. Versiamo gli spaghetti nella padella col guanciale e amalgamiamo bene aggiungendo pecorino, pepe e po’ di acqua di cottura per creare l’emulsione.
Impiattiamo e mettiamo un’altra generosa manciata di pecorino grattugiato. Buon appetito !
L’Osteria di Antonio
Via Viaticale n. 19
San Michele di Serino (Av)
Tel. 0825 595776
Visita la pagina Fb dell'Osteria di Antonio
Grande cucina in un borgo incantato.
Siamo a Rocca San Felice. Il borgo è ricco di fascino con le sue piccole casette in pietra ai piedi della Rocca che maestosa dall’alto sovrasta il paese. Rocca San Felice si trova nella “mitica” Valle d’Ansanto il luogo dove c’è la “mefite”, il laghetto sulfureo menzionato anche da Virgilio e che secondo gli antichi era la porta degli inferi. Siamo anche nel territorio del famoso pecorino Carmasciano. Insomma siamo davvero in un luogo ricco di suggestioni capace di abbinare storia, cultura e squisita gastronomia.
Parcheggiamo attraversiamo la piazza dove troneggia un maestoso tiglio secolare (piantato nel 1799 al tempo della Rivoluzione napoletana come simbolo di libertà) e ci rechiamo al Ristorante Museo La Ripa, il locale si trova nel borgo medievale lungo la stradina e le scalinate che conducono verso la parte alta e più antica del borgo, verso la rocca.
Abbiamo prenotato il tavolo per la nostra cena, veniamo accolti in modo molto garbato. Ci accompagnano al nostro tavolo.
Il locale è molto bello, l’atmosfera è piacevole, pareti di pietra viva, bella musica smooth jazz e lounge di sottofondo.
Diamo un’occhiata al menù alla carta. C’è la possibilità di pranzare scegliendo dalla carta o di provare “la proposta dello chef” che consiste in 2 assaggi di antipasti , 2 assaggi di primo e il dolce.
Decidiamo di ordinare “a la carte”, intanto arriva un graditissimo pre-antipasto: una popettina su letto di insalatina e balsamico (stuzzicante).
Entrée - Polpettina
Da bere una minerale e due calici di Aglianico di Montemarano.
Come antipasti scegliamo uno sformatino di patate di montagna, fonduta di caciocavallo e funghi porcini. Un piatto di una delicatezza unica, equilibrato e ben eseguito. Meraviglioso lo sformatino e da svenimento la fonduta di caciocavallo. Davvero ottimo!
Sformato di patate fonduta di caciocavallo e funghi porcini
A seguire il secondo antipasto: tortino di verza con salsiccia rossa di Castelpoto. Buonissimo...
Tortino di verza con salsiccia rossa di Castelpoto
Siamo nel territorio del pecorino Carmasciano e allora non posso non assaggiarne un po’. Ci facciamo portare un po’ di Carmasciano fresco e un po’ semistagionato . E’ un formaggio che adoriamo e ci concediamo questo ulteriore “peccatuccio”.
Pecorino di Carmasciano
La nostra serata trascorre piacevolmente. Abbiamo ordinato due primi.
Ecco degli interessanti ravioloni farciti di patate e provola affumicata con crema di bietola e prosciutto croccante. Buoni.
Ravioli farcito con patate e provola affumicata crema di bietola e prosciutto croccante
L’altro primo è davvero fantastico: sedanini con baccalà mantecato e peperone crusco. La pasta è notevole (usano quella di Cavalier Cocco). Signori siamo di fronte ad un piatto bene eseguito: un gusto, un equilibrio, un’armonia di sapori difficilmente replicabile. Davvero ottimi!
Sedanini con baccalà mantecato e peperone crusco
Possiamo esimerci dal prendere almeno un secondo? Certo che no! E allora scegliamo un piatto dal menù che ci stuzzica: bocconcini di entrecote glassati al Taurasi e spinaci all’aglio, olio e peperoncino. Il nostro intuito non ci inganna anche questo è un piatto fantastico. La carne tenerissima, divina la glassa al Taurasi. Chapeau!
Bocconcini di entrecote glassati al Taurasi e spinaci allaglio olio e peperoncino
È il momento del dolce. Ne prendiamo uno in due: un delizioso pasticcio di millefoglie con crema chantilly e salsa ai frutti rossi, un dolce da 10 e lode.
Accompagniamo il dolce con 2 passiti di Pantelleria.
Pasticcio di millefoglie con crema chantilly e salsa di frutti di bosco
Chiediamo il conto: paghiamo 60 euro in due. Prezzo equo e soprattutto onesto se rapportato alla qualità di quanto degustato. Complimenti davvero. Andiamo via felici e soddisfatti.
Il ristorante Museo La Ripa è un posticino “templare” assolutamente da consigliare. La location è fantastica, inserita nel contesto del borgo medievale. Il servizio puntuale, professionale e all’altezza della location. La cucina merita davvero, il menù presenta poche ma interessanti proposte. Le materie prime sono di assoluto livello, molte sono presidi Slow food. Corretto il rapporto qualità-prezzo. Cosa volere di più? Andateci senza “se” e senza “ma”. Un’esperienza dei sensi in un borgo incantato. Da provare..
Ristorante Museo La Ripa
Via Ospedale, n. 1
Rocca San Felice (Av)
Tel. 0827 215023
Visita il sito del Ristorante Museo La Ripa
Un compendio di sapori irpini e tradizione.
Rieccoci in Irpinia, terra che amiamo. Siamo al centro di San Michele di Serino a pochi passi dalla sede del comune, siamo tornati in un posticino già provato più volte: la Tavernetta Marinella. Per noi questo indirizzo rappresenta una certezza, quella di gustare una cucina che esalta le materie prime del territorio nel rispetto della tradizione.
Il ristorante ha l’aspetto di una locanda, semplice ma allo stesso tempo fine, semplicità e familiarità sono gli elementi dominanti. L’accoglienza è discreta e cordiale. Ci fa da “Cicerone” Giovanni Romano, il proprietario, che mette passione in tutto ciò che fa e ci racconta. Due le sue grandi passioni, la musica (è un cantautore di talento) e la buona cucina.
Diamo un’occhiata al menù. E intanto ordiniamo una minerale e un ottimo aglianico dell’azienda Villa Raiano, azienda che ha sede a San Michele di Serino. In particolare questo aglianico è davvero un bel vino, strutturato il giusto, di un bel colore rosso rubino, con sentore di frutti rossi, tabacco ed una bella nota aromatica di fondo. Un vino ideale per accompagnare il nostro pranzo.
L'aglianico di Villa Raiano
Prima dell’antipasto ci servono una stuzzicante entrée: bocconcini di ricotta fritta in pastella di fiano e delle polpettine alla vecchia maniera. Ottimo incipit….
Entrée
Prendiamo due antipasti “Marinella”, una serie di portate una più buona dell’altra. Cominciano le danze…
Ecco gli spiedini con porro e prosciutto affumicato … molto buoni nella loro semplicità (ah quanto è importante la qualità della materia prima..).
Involtini con porro con prosciutto affumicato
Ci vengono serviti degli involtini di verza con maiale, deliziosi uno dei must nell’antipasto di stagione della Tavernetta Marinella…
Involtino di verza
Poi ecco il "mallone", Il mitico piatto di rape e patate (qui siamo proprio nel pieno della tradizione irpina).
Il mallone irpino
L’antipasto prosegue con un sorprendente purè di patate e porcini, talmente delicato e morbido da sembrare una vellutata..
Purè di patate con porcini
E ancora un cannolo di melanzane con ricotta e San Marzano….
Cannoli di melanzane e ricotta con pomodoro San Marzano
E per terminare il nostro antipasto degli involtini di peperone con pane raffermo e acciughe. Mitici!
Involtino di peperone con pane raffermo ed acciughe
Gli antipasti ci hanno soddisfatto in pieno, sono ricchi e vari, rispettano in pieno il territorio grazie anche al costante utilizzo di prodotti stagionali.
E’ Domenica, il locale è pieno e i tempi sono chiaramente un po’ dilatati (anche perché qui la cucina è tutta espressa). Usciamo un po’ all’esterno per goderci il piacevole tempore del sole d’Autunno.
Abbiamo ordinato due primi. Rientriamo ed ecco che arrivano.
Un travolgente piatto di tagliatelle con lardo, noci e rosmarino, uno dei piatti caratteristici della Tavernetta, un cavallo di battaglia presente da anni nel menù. Ben assemblato, equilibrato, gustoso. Che bontà!
Tagliatelle lardo e noci
>L’altro primo sono dei ravioli (fatti da loro con farcia di ricotta e basilico) al ragù fatto “alla vecchia maniera”. Posso dire che qui ci siamo quasi commossi. Erano anni che non mangiavamo un ragù così buono. Fatto a regola d’arte, bello “azzeccoso”, quasi impertinente perché ci ha costretto alla scarpetta.
Ravioli al ragù alla vecchia maniera
Facciamo i complimenti a Giovanni Romano per tutto ma in particolare per questo ragù e lui ci racconta fiero che viene fatto con amore e prodotti scelti accuratamente: 10 ore di cottura lente lente, pomodoro San Marzano, carne di maiale e scottona. Davvero una poesia!
Il nostro pranzo sta andando alla grande. In un crescendo rossiniano arrivano i secondi. Abbiamo preso una “maialata”, altro must della Tavernetta Marinella: in pratica una tagliata di maiale cotta al forno con scalogno, burro ed erbette aromatiche.
La maialata
Poi due salsicce alla brace (una delle due la “pezzente” tipica della tradizione contadina, saporita, gustosa, goduriosa..). Che bontà…
Salsicce alla brace
E che dire delle patate cotte sotto la cenere…? Che ve lo dico a fare ….
Patate sotto la cenere
Siamo sazi e nostro malgrado saltiamo il dolce. Beviamo un amaro due caffè e chiediamo il conto.. Per tutto questo ben di Dio abbiamo pagato 40 euro a testa. Conto assolutamente coerente in relazione alla quantità ma soprattutto alla qualità di quanto abbiamo degustato.
La Tavernetta Marinella a San Michele di Serino si conferma alla grandissima. Qui trovate una cucina che esalta le materie prime locali e che affonda nella tradizione. La cosa sorprendente è che in cucina c’è una chef meravigliosa che cucina divinamente made in irpinia ma che irpina non è. C’è Svetlana Pisarenko la compagna di Giovanni. Un vero talento in cucina. Ma al di là della cucina un motivo in più (forse il principale) per venire qui è la presenza di Giovanni, un artista a tutto tondo, cantautore, amante della propria terra, un vero istrione. (Può capitare durante la settimana di tanto in tanto anche di vederlo cantare durante esibizioni live). Insomma la Tavernetta Marinella è un indirizzo che non può mancare sulla vostra agenda tra quelli segnalati e consigliati da noi dei Templari del Gusto. Semplicemente garanzia.
Tavernetta Marinella
Via Cotone 3,
San Michele di Serino (Av)
tel. 0825 59 5128
Visita la pagina facebook della Tavernetta
Lo chef Stefano De Matteo del ristorante il Generale a Caiazzo (Ce), ci propone un classico della cucina partenopea: la genovese, fatta in questo caso con le cipolle di Alife e arricchita dalla presenza del buonissimo conciato romano di Manuel Lombardi. Vediamo come si prepara…
Ingredienti per 10 persone:
- di 800 rigatoni
- 400 di prosciutto di suino casertano fresco
- 1 Kg di scamone di carne bovina ( il pezzo di congiunzione tra la lombata e la coscia)
- Trito di una costa di sedano e di una carota
- 3 Kg. di cipolla ramata di Alife
- Olio extra vergine delle colline caiatine q,b,
- Sale e pepe q.b.
- Formaggio conciato romano q.b.
Procedimento:
Prendete la carne e tagliatela a bocconcini grandi circa 1 centimetro. In una pentola fate rosolare in olio extravergine d’oliva la carne in modo che ceda un po’ dei suoi umori liquidi, poi aggiungete il trito di carota e sedano e proseguite per qualche minuto. Mi raccomando di non aggiungere sale in questa fase.
Tagliate finemente la cipolla e aggiungetela, fate cuocere a fuoco bassissimo e aggiungete un poco d’acqua e un po’ di sale. Coprite e continuante la cottura mescolando di tanto in tanto. Dopo quattro ore avrete ottenuto una crema densa dal sapore dolce. Cuocete i rigatoni al dente in acqua bollente salata. Scolateli e uniteli al sugo, mescolando per amalgamare bene gli ingredienti. Pepate, aggiungete il formaggio conciato romano e buon appetito. La carne sarà servita a parte.
Rigatoni alla genovese
Ristorante Il Generale
Largo Plebiscito Veneto n.2
Caiazzo (Ce)
Tel. 0823 862606
Visita il sito web del ristorante Il Generale
L’Cppllat (ceppelliate) è il dolce tipico di Trivento, suggestivo borgo in provincia di Campobasso arroccato su un colle che domina la Valle del Trigno. Sono delle golose mezzelune fatte con una morbidissima pasta frolla ripiene di marmellata artigianale di amarena. Quella che vi proponiamo è la ricetta della bravissima Daniela Carissimo, vero talento nell’arte pasticcera. A Trivento nel suo bar, pasticceria Dolci Tentazioni sforna infinite bontà e trovate anche questi dolcetti. Ecco la ricetta per farli a casa!
Ingredienti per la frolla:
- 1.300g di farina debole
- 12 uova (6tuorli + 6 intere)
- 500 gr. di zucchero
- 500 gr. di strutto (o di sugna)
- Buccia grattugiata di limone
Per la farcitura:
- Marmellata di amarena
Procedimento:
Impastare tutti gli ingredienti, stendere con il mattarello la pasta, “coppare” con il coppapasta (o una tazza se non si ha altro) farcire con marmellata di amarena, chiudere con le dita, dare la tipica forma a mezza luna, mettere in teglia! Cuocere a 160° per 10 minuti circa (dipende poi dal proprio forno). Lasciare raffreddare e spolverare con zucchero a velo!! I C’ppllat sono pronti !
Cppllat di Trivento - Dettaglio ripieno
N.B. Nella ricetta che abbiamo dato c’è lo strutto (molti usano la sugna) ma potete usare tranquillamente anche il burro. Anni fa il burro costava troppo e non si trovava tanto facilmente, così le signore usavano lo strutto animale, meno costoso e più facile da reperire.
Dolci Tentazioni
C/da Macchierio n.97
Trivento (Cb)
Tel. 0874 871263
Visita la pagina Fb della Pasticceria Dolci Tentazioni Trivento
E’ una bella giornata decidiamo di concederci una passeggiata in costiera amalfitana per goderci la magia e l’incanto di questi luoghi. Siamo per pranzo a Vietri sul Mare e decidiamo di fermarci (dopo aver prenotato) al Ristorante Evù.
Non è la prima volta che veniamo qui, siamo tornati a distanza di un anno e mezzo per provare nuovamente la loro cucina.
Evù, ristorante. Vietri sul Mare (Sa)
Il locale si trova al centro di Vietri in un caratteristico e colorato vicoletto, quello che porta al Duomo, pieno di negozietti di artigiani ceramisti, (del resto la ceramica vietrese è un “must" ed è famosa nel mondo).
Arriviamo poco dopo le 14.00, ci accoglie la gentilissima signora Anna che ci accompagna al nostro tavolo, siamo in due. Pranziamo all’interno ma va detto che ci sono durante la bella stagione anche molti tavoli all’esterno. Decidiamo di pranzare all’interno. (Va detto che ci sono anche diversi tavoli all’esterno ma era tutto pieno).
Il locale dentro è piccolo ma regala un senso di accoglienza e familiarità, c’è una bella e sobria mise en place, adatta al contesto con i bicchieri da acqua colorati, così come i vasi ad ogni tavolo. Pochi quadri alle pareti. Ci accomodiamo al nostro tavolo….
Subito ordiniamo una minerale, due calici di Falanghina e ci viene portato il pane con dei fantastici grissini artigianali.
Diamo un’occhiata al menù e ci confrontiamo con Anna (che scopriamo essere la mamma del titolare, Riccardo).
Il menù prevede oltre alla possibilità di scegliere alla carta anche di optare per alcune proposte fuori menù.
Noi decidiamo di pranzare ”à la carte” e per cominciare, optiamo per due antipasti Evù, si tratta di sei portate (che cambiano settimanalmente in base alla disponibilità e stagionalità dei prodotti) che mettono insieme il mare e la terra, nel nostro caso ci vengono serviti : Gateau di patate con insalata di mare, polpettina fritta di ricotta tonno e limone (divina..), taccole con pomodorini e seppie (molto buone), peperoncini verdi con il totano, calamaretti alla luciana, e peperoni con pesce spada.
L’antipasto Evù
Un antipasto davvero notevole, di ottima fattura, davvero intrigante la volontà dello chef di unire sempre il pesce alle verdure. Tutto gustoso ed equilibrato, due menzioni speciali per la polpetta di ricotta, tonno e limone (delicatissima) e per calamaretti, ma ripeto davvero tutto ben eseguito.
Anche per i primi scegliamo due primi “Evù” fuori menù: io scelgo degli spaghetti cacio, pepe, vongole e polvere di peperoni cruschi. Un primo inusuale ma intrigante …
Spaghetti cacio, pepe, vongole e polvere di peperoni cruschi
Ancora più particolare è l'altro primo che abbiamo scelto: spaghettoni con crema di broccoli, colatura di alici di Cetara e tartare di gamberi crudi. Entrambi i primi sono davvero ben eseguiti con una perfetta cottura della pasta.
Spaghettoni con crema di broccoli, colatura di alici di Cetara e tartare di gamberi crudi
Siamo sazi, ma non possiamo esimerci dall’assaggiare almeno un secondo, e allora vada per un tonno grigliato con scarole saltate con olive e capperi. Davvero eccellente, di ottima fattura il tonno e azzeccato l’abbinamento con la scarola.
Tonno grigliato con scarole saltate con olive e capperi
Ci fermiamo qui, saltiamo il dolce. Prendiamo un limoncello e chiediamo il conto. Paghiamo 80 euro in due. Conto giustissimo commisurato alla qualità dei prodotti e alla cucina proposta.
Facciamo i complimenti a Riccardo Faggiano (il titolare) e a tutta la famiglia.
Siamo stati qui più volte e si conferma alla grande. Evù ristorante merita una visita per la qualità della cucina proposta, per l’accoglienza e per lo sforzo di proporre sempre cose nuove e una cucina che strizza l’occhio all’innovazione sempre nel solco della tradizione. In località di mare c’è sempre il rischio di imbattersi in trappoloni per turisti, con Evù si va sul sicuro. Consigliato.
Evù Ristorante
Via Diego Taiani n.1
Vietri sul Mare (Sa)
Tel. 089 210237
Visita la pagina Fb di Evù ristorante
E’ una bella Domenica, siamo a Bovino, un borgo davvero suggestivo che si trova nel territorio dei Monti Dauni. Siamo poco dopo il confine tra Campania e Puglia, in provincia di Foggia. Bovino a parer mio è uno dei borghi più belli e caratteristici della Puglia.
Visitiamo un po’ il borgo e restiamo sorpresi dalla bellezza del centro storico sorvegliato dal maestoso castello. Tutto intorno a noi ci sono antichi portali, vicoletti, strade acciottolate. Ci fermiamo per qualche foto di tanto in tanto e dopo aver visitato il suggestivo Duomo (la Chiesa di Santa Maria Assunta la cui costruzione risale al X secolo), ci fermiamo per pranzo al Ristorante “La Cantina”.
Ristorante La Cantina – Bovino (Fg) – Ingresso
Siamo in un vicoletto molto caratteristico. Dall’esterno il locale sembra una piccola abitazione, abbiamo prenotato per tempo e meno male direi, visto che il ristorante è molto piccolo, è un unico ambiente tutto in pietra, con un bel camino, soffitto con volte a botte e ci sono pochi tavoli (in tutto avrò contato 25 coperti).
Particolare della sala interna
Ci accompagnano al nostro tavolo (piccolo anche questo, ma pazienza lo spazio è quello che è, ma in fondo è anche questa una delle cose belle del locale …).
Altra particolarità, il menù è scritto su una lavagna in bella mostra su di una parete del locale. C’è l’antipasto del Contadino, quattro proposte di primi, quattro proposte di secondi e il dolce del giorno. Mi faccio portare anche la carta dei vini, ci sono vini di piccole aziende pugliesi e domina il Nero di Troia (siamo nel suo territorio del resto). Alla fine decido proprio di prendere un Nero di Troia al calice.
Per cominciare, ordiniamo un antipasto del Contadino (uno basta perché è abbondante e va bene per due persone). Una serie di portate con prodotti del territorio (molti a Km zero) tutti legati ovviamente alla stagione. Cominciano le danze..
Ci portano un tagliere con un delizioso salame di maialino nero, e tre tipi di formaggi di latte vaccino (uno con peperoncino, uno con l’aglio e uno con la scorzetta di arancia). Ottimo incipit…
Il tagliere con salamino e formaggi
Una delicatissima ricotta di mucca, profumata e morbida, davvero eccellente….
Ricottina
Pizzette fritte servite calde calde……
Pizzette fritte
Una insalatina di farro con pomodori secchi e rucola…
Insalatina di farro con pomodori secchi e rucola
Un fungo impanato, un pezzetto di frittatina di asparagi e una prugna ripiena di oliva avvolta nel guanciale di maiale, quest’ultima sorprendente ….
Fungo impanato, frittatina e prugna ripiena
Chiacchieriamo amabilmente e guardiamo un po’ di foto scattate nel borgo, intanto continua il trionfo di sapori contadini …
Zuppa di fave, carciofi e cicoria. Ottima…
Zuppa di fave, cicoria e carciofi
Ecco poi un piatto con un crocchettone al caciocavallo, nido di patate con cipolla, involtino di melanzane con caciocavallo, un tocchetto di pizza di patate, polpettina di pane e ricotta e una torretta di melanzane e caciocavallo.
Antipasto Contadino
Ecco poi una “chicca”, Nicola Consiglio il proprietario, nasce come casaro ed ha un’azienda agricola dove produce anche latticini e formaggi. Con il suo team arriva ai tavoli e lavora la pasta di mozzarella facendo i nodini al momento. Spettacolo puro ! In questo caso non c’era Nicola a fare i nodini (impegnato nell’agriturismo di famiglia) ma il risultato è stato comunque ottimo…
I nodini di mozzarella realizzati al momento
Assaggiamo i nodini appena fatti e dobbiamo ammettere che il sapore è fantastico. Si sente appieno il latte.
Nodino di mozzarella appena fatto
L’antipasto è stato vario e abbondante. Tanti assaggi di piatti legati al territorio, ben cucinati e la nota di merito è per le materie prime tutte freschissime.
Dopo un pò di attesa arrivano i primi. Abbiamo scelto dei ravioli di ricotta e spinaci con pomodorini di collina e caciocavallo (meravigliosi e che goduria quel sughetto con i pomodorini).
Ravioli
E dei fusilli con pomodorini, salsiccia e asparagi selvatici (un must di questo periodo).
Fusilli pomodorini, salsiccia e asparagi selvatici
Buonissimi, poi devo ammettere che ho un debole per gli asparagi selvatici…quindi…fate un po’ voi…
Siamo davvero sazi, ma decidiamo di provare un secondo in due: dei bocconcini di vitello ripieni di cicoria e caciocavallo con patate e insalata. Buono anche questo secondo…
Bocconcini di vitello
Prima del conto, un caffè e un nocino artigianale. Paghiamo per il nostro pranzo 48 euro in due ! Incredibile ma vero… Rapporto qualità – prezzo da non credere!
Il Ristorante la Cantina a Bovino è il classico posticino che non tradisce mai. Chi viene qui sa cosa deve aspettarsi: prodotti del territorio, uso di erbe spontanee, salumi, formaggi di produzione propria e tutto ciò che la Daunia può offrire, insomma una buona e corposa cucina “terragna”. Dobbiamo fare i complimenti a Nicola Consiglio (che ha anche l’agriturismo Piana della Mandrie sempre a Bovino e si divide tra le due strutture).
I prodotti sono genuini e a Km Zero, (c’è anche la possibilità di acquistare qualcuno dei prodotti che si mangiano al ristorante). Qui trovate una cucina generosa e senza fronzoli. E' la classica e buona osteria contadina. Unico consiglio che vi diamo è quello di prenotare visto che i coperti sono pochi e il locale è piccolissimo.
Ristorante La Cantina
Via Giovanni Barone 1,
Bovino (Fg)
Tel. 0881 96 18 49 - 389 78 97 956
Visita la pagina Facebook del ristorante La Cantina a Bovino
Ristorante di livello nel centro storico. Consigliatissimo.
Siamo nel centro storico di Otranto in un vicoletto alle spalle della Cattedrale. Qui ci devi venire apposta e la relativa tranquillità è un valore aggiunto in un centro storico come quello otrantino dove in certi periodi dell’anno c’è un vivavai incredibile di turisti e visitatori che è bello quanto si vuole ma non regala la dovuta tranquillità a chi cena magari nei locali all’aperto.
Siamo stati al ristorante Peccato di Vino. Era da tempo che avevo segnato in agenda questo indirizzo e trovandomi ad Otranto non potevo lasciarmi sfuggire l’occasione di provare la cucina della Chef Simona Stefàno. Al ristorante Peccato di Vino non accettano prenotazioni quindi vi consiglio di trovarvi lì al massimo per le 21.30/21.45. Noi dopo un tentativo andato a vuoto la sera precedente, riusciamo ad accomodarci. Ci accoglie il signor Pasquale che ci fa accomodare al nostro tavolo all’interno.
Il locale è piccolo ma curatissimo, domina la pietra locale, bella la mise en place. Un luogo che mostra un gran carattere. Prima del menù ci servono un graditissimo benvenuto: prosecco e tartellette con mousse di gorgonzola e granella di pistacchi. Ottimo incipit. Cin cin a noi…
Prosecco e tartellette
Arrivano i loro pani, tarallucci e focacce…
Pani focacce e tarallini
Da bere ordiniamo una minerale e due calici di rosato salentino (consigliatoci da Pasquale). Diamo un’occhiata al menù. Ci sono poche proposte ma tutte studiate ed intriganti.
Noi optiamo per un antipasto denominato Peccato di mare e terra. Sono tre proposte davvero originali..
Antipasto - Peccato di mare e terra
Una parmigiana di melanzane con gelato al parmigiano e riduzione di balsamico. Spettacolare e delicata.
Parmigiana con gelato di parmigiano e riduzione di aceto balsamico
Un tortino di riso venere profumato all’arancia con polpo al vino bianco e mandorle a lamelle. Nota di merito per il polpo morbidissimo, si tagliava addirittura con la forchetta.
Tortino di riso venere profumato all'arancia con polpo al vino bianco e mandorle a lamelle
E filetti di sgombro marinati all’aceto di mele su cialda croccante di taralli, con cipolla rossa in agrodolce e salsa di yogurt e capperi. Anche questa proposta è eccellente, ottimi gli abbinamenti e deliziosa la salsa di yogurt e capperi a donare morbidezza e a stemperare un po’ il sapore del pesce.
Sgombro marinato all'aceto di mele su cialda croccante di taralli cipolla in agrodolce e salsa di yogurt e capperi
L’antipasto Peccato di Mare e Terra ci ha colpiti per creatività e raffinatezza. Complimenti.
L’altro antipasto che prendiamo è un po’ un nostro vezzo quando siamo in Puglia e lo troviamo in carta: purè di fave secche con cicorielle e “morzi fritti” (tozzetti di pane fritti). Qui siamo nella piena tradizione pugliese. Ottimo il purè di fave e meraviglioso l’abbinamento con la cicoriella. Anche questo piatto è stato realizzato in modo impeccabile.
Purè di fave secche con cicorielle e morzi fritti
E’ il momento dei primi. Abbiamo scelto un piatto di paccheri in crema di pistacchi con calamari, croccante di pane e capperi di scogliera. Perfetti, gustosi, equilibrati.
Paccheri alla crema di pistacchi con calamari croccante di pane e capperi di scogliera
Ma raggiungiamo vette altissime con il secondo primo: scialatielli alle delizie di mare su vellutata di favette verdi e pecorino sardo. Davvero sublimi, forse il miglior primo che abbiamo degustato in questi giorni pugliesi.
Scialatielli alle delizie di mare su vellutata di favette verdi e pecorino sardo
Saltiamo il secondo, e facciamo la conoscenza della chef Simona Stefàno, con cui ci fermiamo a chiacchierare. Ci racconta della sua scelta di aprire il ristorante ormai già da qualche anno e del suo lavoro, una passione grande e sempre in evoluzione. Mentre parla gli occhi di Simona brillano come quelli di una bimba che si entusiasma di fronte al suo giocattolo preferito. Adoro le persone che fanno le cose con passione e amore. E Simona fa la chef con amore, è questa la carta vincente. Per lei questo non è un semplice lavoro..
Simona poi ci fa assaggiare un dessert fatto da lei: dulce de Lecce, base di pasta frolla fatta rigorosamente con lo strutto, crema frangipane alle mandorle e ricoperta di pan di Spagna al caffè. Servito con salsa a base di panna, latte di mandorla e San Marzano Borsci. Molto buono anche questo.
Il dolce
Accompagno il dolce con un amaro e chiedo il conto. Paghiamo per la nostra cena 77 euro in due. Rapporto qualità prezzo corretto e adeguato al tipo di proposta e alla location.
Il ristorante Peccato di Vino è un indirizzo sicuro. Nelle località di mare o a forte affluenza di turisti o avventori il rischio di imbattersi in locali turistici (quelli che definisco trappoloni) è forte. Qui è stata fatta una scelta totalmente differente. Si bada alla qualità e non alla quantità. Lo si nota già dalla location, fine, discreta, raffinata che si trova in un vicoletto nascosto alle spalle della Cattedrale dove devi passare apposta. La scelta di non accettare prenotazioni è singolare ma è il loro modo di lavorare. Il menù è studiato, calibrato con poche proposte tutte molto interessanti, c’è grande attenzione alla materia prima. La chef Simona Stefàno ha grande talento ed abbina al suo lavoro una grande umanità e passione. Corretto il rapporto qualità prezzo, comunque adeguato al tipo di locale e di proposta. Da non perdere ….
Peccato di Vino
Via Rondachi, n.7
Tel. 0836 801488
Visita il sito web del ristorante Peccato di Vino
Nell'antico castello un ristorante di buon livello.
Siamo a Sant’Agata de’ Goti, borgo che spesso è protagonista dei nostri itinerari a metà tra storia, arte e gastronomia. Sant’Agata è uno dei borghi più caratteristici della Campania, meraviglioso è il suo centro storico con le case cortina a strapiombo sul fiume Martorano. Un piccolo scrigno che racchiude inestimabili bellezze artistiche ed archeologiche. Dopo una bella passeggiata fermarsi a pranzo è d’obbligo.
Siamo tornati da Fiore 1985 proprio all’inizio del centro storico adiacente al grande parcheggio di Piazza Tiziano della Ratta. La location è molto bella, ci troviamo infatti nel corpo dell’antico castello normanno, laddove un tempo c’erano le stalle. La ristrutturazione è stata realizzata in modo eccellente. Ci sono un centinaio di coperti e si sviluppa su due livelli: pavimento con chianche, pietra a vista e tanto tufo (siamo a Sant’Agata de’ Goti of course!), il soffitto è realizzato con volte a botte, le sedute bianche. Insomma l’atmosfera è davvero intrigante.
Si può pranzare anche all’aperto sotto un gradevole pergolato di glicine ma scegliamo di accomodarci dentro.
Siamo in cinque. Siamo venuti qui per gustare il pesce. “Il pesce?” Direte voi … Si proprio così. Infatti lo chef Fiore delle Fave propone tra l’altro una cucina di mare di ottimo livello, già da noi provata mesi fa e allora…. Si cominci!
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di falangina del Sannio dell’Azienda Cantine Iannella Antonio, un bianco dal bel colore paglierino e fruttato, ideale per accompagnare l’antipasto che sta per arrivare.
Falangina del Sannio dell'Azienda Cantine Iannella Antonio
Abbiamo ordinato 4 insalate di mare … ben presentate e fatte con pesce freschissimo..
Insalata di mare
E un antipasto del pescatore: salmone e pesce spada marinati, alici marinati, insalatina di finocchi, gamberi in salsa rosa, un flan di zucchine e un bel pezzo di baccalà fritto. Davvero tutto ottimo!
Antipasto del Pescatore
Poi due proposte calde: seppie con vellutata di piselli…
Seppie con vellutata di piselli
E un classico: polpi alla luciana…
Polpi alla luciana
Un antipasto che ci ha davvero soddisfatto.
E’ il momento dei primi ….Qui ci siamo divertiti a prenderne di diversi per poterli degustare..
Ecco due piatti di spaghetti alle vongole, eseguiti benissimo, con le vongole veraci a dare un sapore meraviglioso al piatto.
spaghetti alle vongole
Un risotto alla pescatora, anche questo mantecato alla perfezione e gustoso …
Risotto alla pescatora
Un piatto di cavatelli beneventani ai frutti di mare, spettacolari ….
Cavatelli beneventani ai frutti di mare
Ed un piatto di trofie con vongole, gamberi e porcini … uno dei piatti più richiesti dai clienti, e non ci abbiamo messo molto a capire il perché. Ottimi!
trofie con vongole gamberi e porcini
Intanto ordiniamo un’altra bottiglia di vino, altra falangina stavolta dell’azienda Antico Ceppo di Bonea, di un bel giallo vivo, molto fruttato e interessanti note minerali.
Falangina dell'azienda Antico Ceppo di Bonea
Il nostro pranzo continua, arrivano i secondi: tre fritture di calamari, morbidissimi. Una frittura non unta e asciutta.
Frittura di calamari
Così come notevole è stata la frittura di gamberi e calamari..
Frittura di gamberi e calamari
Abbiamo preso anche un misto grigliato: orata, seppia, gamberone e spada. Anche qui la qualità è altissima, nota di merito per l’orata: freschissima e con la carne bella compatta, soda e saporita..
Misto grigliato orata, seppia, gamberone e spada
Siamo strapieni, decidiamo di prendere un sorbetto al limone a testa e poi due caffè, due limoncelli e un nocino artigianale. Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro lauto pranzo poco meno di 40 euro a testa. Un rapporto qualità - prezzo direi eccellente se consideriamo che abbiamo pranzato totalmente a base di pesce!
Sorbetto al limone
Fiore 1985 rappresenta una garanzia, il locale è molto bello, il personale gentile, forse un po’ lento a gestire le comande ma qui la cucina è espressa e tutto è fatto al momento, quindi ci vuole il tempo necessario. La materia prima è di alta qualità, il pesce freschissimo e cucinato alla perfezione. Lo chef Fiore delle Fave ha davvero grande talento ed è anche molto simpatico. Altro particolare non trascurabile è il conto onesto con un rapporto qualità prezzo eccellente.
Sembrerebbe un’eresia pensare di venire a mangiare del buon pesce in collina nel Sannio e invece non lo è affatto. Provate Fiore 1985 e ci darete ragione. Notevoli anche le proposte di terra e le pizze (ve ne abbiamo già parlato). Conferma.
Fiore 1985
Ristorante e pizzeria
Via Caudina n.3
Sant’Agata de’ Goti (Bn)
Tel. 388 92 46 817
Molto più di un ristorante. Esperienza dei sensi a pochi passi dalla Cattedrale.
Siamo nel cuore del centro storico di Otranto a pochi passi dalla Cattedrale. Qui si trova un ristorante di alto livello il cui nome prende spunto proprio dal bellissimo mosaico che ricopre il pavimento delle tre navate della Cattedrale. L’opera fu realizzata tra il 1163 e il 1165, è uno dei più importanti cicli musivi del medioevo ed ha come tema centrale un maestoso Albero della vita. Albero della vita in latino “Arbor vitae”.
Arbor vitae. Otranto (Le) - Ingresso spazio esterno
Il ristorante da noi scelto per la cena è proprio Arbor Vitae. Siamo in un vicoletto che sbuca davanti alla Cattedrale di Otranto. Il locale ha una sala interna e due meravigliose sale esterne su un terrazzo con giardino. Chiaramente vista la serata estiva ci accomodiamo all’esterno.
Arbor Vitae. Otranto (Le) - Un angolo del bel giardino esterno
Ci accompagna al tavolo la gentile Valentina. La location è incantevole, bellissima, due terrazzi circondati da verde con tavoli e sedute bianche, lo stile è lineare ma raffinato. Belli i richiami in legno, bella la mise en place, elegante ed essenziale. Ci accomodiamo e cominciamo ad apprezzare l’atmosfera unica che si percepisce qui. Ci portano i menù e arriva Mattia davvero impareggiabile. Questo ragazzo ha una passione e un talento da vendere nello spiegare per filo e per segno il menù, il pescato del giorno, le pezzature ed il possibile uso in cucina. Poi ci sono le proposte a la carte. Noi siamo in sei. Da bere due minerali e sei calici di Chardonnay Anticaia della Cantina San Donaci e cominciamo ordinando quattro antipasti.
Una classica caprese fatta con pomodorini e burratina (of course!).
Caprese con burrata e pomodorini
Un piatto di purea di fave bianche e cicorie otrantine. Piatto tipico della tradizione contadina pugliese, sublime.
Purea di fave bianche e cicorie otrantine
Un tortino di melanzane con alici, pomodoro e capperino occhiello a crema di zucca. Equilibrato, gustoso giustamente sapido, ho trovato sorprendente l’abbinamento delle melanzane con le alici.
Tortino di melanzane con alici pomodoro e capperino occhiello alla crema di zucca
E un’insalata di seppia arrosto con uvetta, e cicoria insaporita alla citronette. Buonissima la seppia arrosto, morbida, gustosa, geniale l’abbinamento con la cicoria e il dolce dell’uvetta sultanina.
Insalata di seppia arrosto con uvetta e cicoria insaporita alla citronette
La nostra serata procede alla grande. Di tanto in tanto passa a salutarci Mattia per assicurarsi che tutto vada per il meglio. Spazio ai primi. Ordiniamo un piatto di orecchiette con ceci neri, melanzane e pomodoro secco. Una proposta che riporta alla tradizione contadina.
Orecchiette con ceci neri melanzane e pomodoro secco
Un piatto di linguine ai frutti di mare. Notevoli…
Linguine ai frutti di mare
Due piatti di foglie di ulivo con vongole e bieta su vellutata di pomodoro giallo. Proposta intrigante …
Foglie d'ulivo con vongole e bieta su vellutata di pomodorino giallo
E due risotti e quinoa su crema di carciofi con seppia e caciocavallo. Questo risotto è stato sublime, perfetta la mantecatura del riso, bella l’idea di aggiungere la quinoa, equilibrato il sapore, delicata la crema di carciofi, meravigliosa la nota finale del caciocavallo che si è fuso con il calore del riso. Chapeau!
Risotto e quinoa su crema di carciofi con seppia e caciocavallo.
Ci stiamo godendo una serata davvero piacevole. Arbor Vitae regala emozione. Decidiamo di prendere anche due secondi.
Una tagliata di tonno dorata al miglio con contorno di zucca all’agro e olive taggiasche. Ne vogliamo parlare? La foto parla da sola…
Tagliata di tonno dorato al miglio con contorno di zucca e olive taggiasche
E a chiudere un calamaro grigliato con frisa, rughetta, capperi e pomodori. Ho trovato questo secondo davvero di livello. Questa versione mediterranea della frisa con capperi e pomodori è pazzesca
.Calamaro grigliato con frisa, rughetta capperi e pomodori
Saltiamo il dolce e prendiamo 3 amari e due caffè. Chiediamo il conto e paghiamo poco meno di 40 euro a persona.
Arbor Vitae è molto più di un ristorante. E’ una vera e propria esperienza dei sensi. Cenare su questa terrazza nel cuore del centro storico di Otranto è pura magia. La cucina poi è di alto livello. Le materie prime sono di ottima fattura, il pescato freschissimo. Lo chef sa il fatto suo. Le proposte sono ben studiate ed eseguite, forse se proprio dovessi trovare un neo mi sarei aspettato una piccola spinta in più a livello di personalità in qualcuno dei piatti che abbiamo degustato, ma sono piccoli dettagli. Questo in definitiva è un signor ristorante. Il rapporto qualità - prezzo è adeguato alla location e alle proposte di cucina. Nota di merito poi per il servizio semplicemente perfetto. Il personale di sala è impeccabile, professionale, educato, presente ma mai invadente. Mattia poi merita la lode, il prototipo di quello che dovrebbe essere un perfetto maitre. Arbor vitae è una garanzia. Ideale per cene romantiche o importanti e comunque per chi da un ristorante non chiede solo di mangiar bene ma di emozionarsi.
Arbor vitae
Via Giovanni Michele Laggetto n.38
Otranto (Le)
Tel. 0836 806816
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