Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Lo chef Williams Tespi dell’Osteria Boccolicchio a Manfredonia ci regala la ricetta di questo primo piatto davvero gustoso e molto semplice da preparare: orecchiette di grano arso con cime di rapa (broccoli), canestrato e peperone crusco in polvere.
Ingredienti per 4 persone:
- 400 gr di orecchiette (di grano arso)
- 1 Kg di cime di rapa (broccoli)
- 200 ml di latte
- 100 gr. di Canestrato
- Un Peperone crusco frullato ridotto in polvere
- Olio Evo q.b.
- Aglio q.b.
- 4 acciughe sott’olio (se piacciono)
Per le orecchiette fatte a mano:
- 150 ml Acqua tiepida
- Sale fino q.b.
- 140 gr semola di grano duro rimacinata
- 70 gr di farina di grano arso
- Per fare le orecchiette a mano.
Formiamo sulla spianatoia una fontana con la semola e la farina di grano arso. Mettiamo al centro un pizzico di sale e l’acqua tiepida. Lavoriamo l’impasto per una decina di minuti fino ad ottenere una bella pagnottella omogenea. Facciamola riposare venti minuti sotto un canovaccio. Trascorso questo tempo, formiamo tanti bastoncini del diametro di poco più di un cm. Tagliamoli a pezzettini di circa due centimetri.
Con un coltello a lama liscia formiamo le nostre orecchiette facendo scorrere il coltello sui pezzettini d’impasto trascinandoli sulla spianatoia con un movimento del braccio nella nostra direzione. Formiamo le orecchiette. Una volta pronte mettiamole su un vassoio. Tra poco ci serviranno ….
Per la fonduta di canestrato:
In un pentolino mettiamo il latte facciamo leggermente bollire e aggiungiamo il canestrato facendo sciogliere e mixando a crema. Una volta pronta, spegniamo e teniamo da parte
Per la polvere di peperone crusco:
Prendiamo un peperone crusco o due peperoni di media grandezza (già essiccati) e frulliamolo, prima una volta in pezzi più grossolani, facciamo riposare 5 minuti e poi rifrulliamo fino ad ottenere una sorta di polvere.
Procedimento:
Puliamo per bene e mondiamo le nostre cime di rapa, asciughiamole. Facciamo bollire in una padella l’acqua leggermente salata e caliamo le cime di rapa. Facciamole cuocere. Dopo circa 5/7 minuti caliamo nella stessa padella con le cime di rapa anche le orecchiette e aspettiamo che cuociano.
Intanto in una padella facciamo soffriggere Olio Evo, l’aglio, (e se piacciono le acciughe schiacciandole con una forchetta).
Una volta cotte le orecchiette scoliamole insieme alle cime di rapa e facciamole saltare nella padella con aglio e olio, aggiustandole nel caso di sale. Una volta fatta questa operazione, impiattiamo con la fonduta di canestrato, un filo di olio Evo a crudo e la polvere di peperone crusco. Il piatto è pronto!
- Chef Williams Tespi -
Osteria Boccolicchio
Vicolo Arco Boccolicchio n.15
Manfredonia (Fg)
Tel. 0884 090317
Visita la pagina Fb dell'Osteria Boccolicchio
Vi presentiamo un primo piatto dello chef Andrea Pagano: bottoni di pasta ripieni su crema di funghi, speck croccante e scaglie di parmigiano. Invitante vero? Occhio alla ricetta !
Ingredienti per 4 persone:
- 300 gr di farina 00
- 3 uova
- 150 gr di ricotta
- 150 gr di provola affumicata
- 400 gr funghi misti
- 100 gr speck a fette
- 50 gr scaglie di grana
- Olio evo q.b.
- Burro q.b.
- Panna q.b.
Procedimento
Per prima cosa preparare una pasta classica all'uovo che lasceremo riposare per almeno 30 min. Nel frattempo preparare la farcia mescolando la ricotta con la provola precedentemente grattugiata. Salare e pepare il tutto. Stendere la pasta in sfoglie sottili e poi con l'ausilio di uno stampino creare dei bottoni farcendoli con la ricotta.
Adagiare su una placca foderata con carta forno lo speck a fette.
Accendere il forno a 100 gradi e infornare per un’ora.
Per la crema di funghi bisogna soffriggere uno spicchio d'aglio con olio Evo, rosolare i funghi, aggiungere un po’ di brodo e lasciar cuocere per una ventina di minuti. Frullare il tutto fino a rendere il composto liscio e se necessario aggiungere un goccio di panna.
Cuocere la pasta in abbondante acqua salata e saltarla in una padella con del burro.
Impiattare adagiando sotto la crema di funghi, i bottoni di pasta, le fette croccanti di speck e le scaglie di parmigiano. Il piatto è pronto
- Chef Andrea Pagano -
E’ Domenica e siamo tornati nella nostra amata Irpinia, siamo ad Ariano Irpino, per il nostro pranzo abbiamo deciso di andare sul sicuro e siamo tornati al Ristorante la Pignata, da noi più volte già visitato e recensito.
La Pignata è ormai un indirizzo storico della ristorazione irpina, una bella storia che continua dal 1980 grazie a Guglielmo Ventre, a sua moglie e al figlio Ezio, la Pignata mostra una crescita e una evoluzione continua grazie a proposte di cucina eccellenti e a un’attenzione maniacale alla scelta dei prodotti e delle materie prime. Altra cosa che rende La Pignata speciale è il fatto di non perdere mai di vista le radici, la tradizione irpina. Qui infatti si possono gustare sempre anche piatti del territorio e della cucina arianese.
Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due in modo da avere la certezza di trovare posto. Parcheggiamo senza problemi a pochi metri dal locale. Ci accomodiamo, veniamo accolti con grande gentilezza da Ezio Ventre e dal suo team. Ci accompagnano al nostro tavolo. L’atmosfera è sempre gradevole: connubio di eleganza e stile rustico, un luogo che a noi piace molto e dove ritorniamo sempre volentieri. Il personale è gentile e professionale ed Ezio Ventre è un impeccabile padrone di casa.
Come al solito diamo un rapido sguardo al menù, un vero trionfo della cucina del territorio. C’è la possibilità di optare per un menù due degustazione ma noi decidiamo di pranzare a la carte: antipasti e tra questi le tradizioni dell’Appennino con meravigliosi salumi, gli evergreen del territorio (minestra maritata, pancotto e trippa all’arianese in primis) e poi i primi, i secondi, i dolci. Insomma c’è davvero da divertirsi. Molto fornita la carta dei vini con proposte anche estere e una scelta oculata di cantine e aziende con la predilezione per vini i biologici.
Prima dell’antipasto ci servono uno stuzzicante entrèe: croissant ai 5 cereali con pancetta irpina. Buono, fragrante e profumatissima e delicata la pancetta.
Entrèe
Ci portano i loro pani tra cui spicca un pane ai 5 cereali e uno con semi di chia e semi di girasole.
I Pani
E per godere appieno anche un signor olio (irpino anche questo chiaramente): Zahir del frantoio San Comaio di Zungoli, monocultivar ravece, un olio fruttato, dal gusto intenso e persistente, con chiare note erbacee e profumatissimo. Adoro quest’olio che conosco molto bene.
Zahir del frantoio San Comaio di Zungoli
Da bere una minerale e per accompagnare gli antipasti due calici di Greco di Tufo DOCG Colle Serrone di Cantine di Marzo, un bianco fresco, intenso, con una buona nota minerale, con una giusta nota sapida. Un vino intrigante, sorprendente. Ottima scelta e ottimo consiglio di Ezio Ventre.
Greco di Tufo DOCG Colle Serrone di Cantine di Marzo
Intanto arriva il primo degli antipasti, un commovente sformatino di patate e baccalà con broccoli, peperoni e pinoli su vellutata di broccoli. Morbido, delicato, gustoso, con un perfetto equilibrio di sapori e consistenze, un gran piatto.
Sformatino di patate e baccalà
Non da meno la bomba di burrata fritta ripiena di alici su vellutata di pomodoro e melanzane e alici di Cetara. Una proposta goduriosa e interessante, la burrata con le alici è un abbinamento a noi noto e azzeccatissimo, la vellutata di pomodori e melanzane ci parla anche della Sicilia e le alici di Cetara richiamano la tradizione gastronomica mediterranea. Spettacolare.
Burrata fritta ripiena di alici su vellutata di pomodoro e melanzane
Poi ecco un cannolo in crosta di pane al forno con ripieno di patate, salsiccia secca, peperoni e uova su vellutata di peperoni e rosmarino. Una rivisitazione di un piatto della tradizione contadina, peperoni, patate e uova. Anche questo da ricordare ….
Cannolo in crosta di pane
Ho voluto poi espressamente assaggiare un must della cucina arianese: trippa all’arianese con il pomodoro. Può essere gustata assoluta ed è una favola...
Trippa all'arianese
Oppure con una bella e generosa grattugiata di cacioricotta per donare al piatto un po’ di sapidità. Trippa eccezionale, mi sono davvero “deliziato” con un piatto della tradizione contadina che più contadina non si può.
Trippa all'arianese con cacioricotta
Ci godiamo il nostro pranzo in un clima di assoluto relax e in attesa dei primi, Ezio ci propone due calici di Rasott dell’Azienda Agricola Boccella di Castelfranci. Un rosso fantastico, un aglianico con note di frutti rossi, intenso, speziato, al palato gradevolissimo dal gusto ampio, giusti tannini e tanta personalità. Eccezionale.
Rasott dell'Azienda Agricola Boccella
Ecco i paccheri Camporeale con un ragù delicatissimo di datterini gialli, baccalà e mollica di pane fritto al basilico. Perfetta la cottura della pasta, azzeccatissimo il connubio del baccalà con il pomodirino giallo. Se questo primo ci è piaciuto con l’altro saliamo decisamente di livello.
Paccheri con ragù di datterino giallo baccalà mollica di pane fritto e basilico
Sono una poesia questi tortelli di zucca e amaretto su vellutata di ceci e zucca con fonduta di pecorino Carmasciano e scaglie di tartufo nero. Una sinfonia di sapore, in un equilibrio perfetto. Piatto da Champions League (passatemi la similitudine calcistica ma rende bene l’idea).
Tortelli di zucca e amaretto su vellutata di ceci e zucca con fonduta di pecorino e tartufo
Decidiamo di gustare anche un secondo e scelgo un piatto tradizionale di questa zona che più tradizionale non si può: baccalà fritto con peperoni cruschi, un classico. Bello sodo, compatto e saporito il baccalà, asciutta e non unta la frittura, ammaliante l’abbinamento con i peperoni cruschi (che buoni!), quelli che quando li mangi fanno “crunch”.
Baccalà fritto con peperoni cruschi
Saremmo sazi, ma che Domenica sarebbe senza un dolce? Prima però soddisfiamo una voglia che ci era venuta vedendo all’ingresso un barattolone di golose e provocanti ciliegie sotto spirito. Ne abbiamo chieste un po’, mi ricordano mia nonna. Fantastiche….
Ciliegie sotto spirito
Poi una millefoglie con crema di ricotta, amarena e cioccolato. Anche il dolce di assoluto livello. Accompagniamo il dessert con due bicchierini di Amarenico di Antico Castello di San Mango sul Calore. Un liquore fatto con aglianico e aromatizzato all’amarena. Davvero interessante…
Millefoglie
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo poco più di 50 euro a persona. Rapporto qualità prezzo corretto e adeguato alla qualità e al livello delle proposte degustate.
La Pignata ad Ariano Irpino si conferma alla grande. Questo è un indirizzo che non può mancare sulla vostra agenda, è un simbolo della ristorazione irpina che ha saputo nel tempo rinnovarsi e crescere senza mai perdere di vista le radici. La famiglia Ventre porta avanti questo progetto con passione ed entusiasmo proponendo una cucina della tradizione presentata con originalità e spunti creativi. Da rimarcare la grande attenzione ai prodotti e alla qualità delle materie prime utilizzate. Qui la cucina ti lascia sempre qualcosa, ti emoziona, ti coccola, ti abbraccia, infatti quando si va via si ha sempre voglia di ritornare.
Buona e studiata la carta dei vini. Servizio professionale e veloce. Qui poi si può gustare anche una “signora pizza”, ve ne abbiamo parlato in passato ma torneremo a farlo. Conto adeguato al tipo di proposta. La Pignata è una tappa imprescindibile per chi ama mangiar bene e mangiare irpino. Consigliatissimo.
Ristorante La Pignata
Viale dei Tigli n.7
Ariano Irpino (Av)
Tel. 0825 87 25 71
Visita il sito web del ristorante La Pignata
Pappardelle con gorgonzola e noci, un primo piatto semplice da preparare e che vi regalerà soddisfazioni. Vi proponiamo la ricetta dello chef Stefano Borrelli del ristorante Bocca di Bacco a Cimitile per farle a casa.
Ingredienti per 4 persone:
- 320 g di pappardelle all'uovo
- 60 g di noci tritate fresche
- 80 g di gorgonzola blue
- 80 g di crema di latte
- Sale e pepe q.b.
- Basilico e olio extravergine q.b.
Procedimento:
Far bollire la pasta in acqua sapida per dieci minuti.
Intanto preparare la salsa di gorgonzola. Far sciogliere il gorgonzola con la crema di latte mettendo un pentolino sul fuoco molto basso, girare di continuo per evitare che attacchi e fino a che il gorgonzola non si sia sciolto.
A cottura ultimata fare mantecare le pappardelle con la salsa precedentemente preparata. Aggiustare di sale e pepe (ma senza esagerare).
Impiattare le pappardelle aggiungendo al piatto le noci tritate che darà al tutto una interessante nota croccante, poi aggiungere un filo di olio extravergine e basilico per decorare.
Bocca di Bacco
Via Croce n.15
Cimitile (Na)
Tel. 320 888 1306
Visita il sito web della Bocca di Bacco
Ecco gli spaghetti aglio, olio e alici con crema di broccoli, noci e mollica di pane aromatizzato con peperoncino e aglio, un bel primo piatto della chef Adriana Pawlick. Li abbiamo gustati al ristorante A Casa di Dionisio a Beltiglio di Ceppaloni dal nostro amico Dionisio Mignone. Ecco la ricetta per farli a casa.
Ingredienti per 4 persone:
- 500 grammi spaghettoni Pastificio Rummo
- 2 spicchi di aglio
- 4 filetti di alici
- Olio evo q.b.
- Mezzo peperoncino piccolo fresco
- 400 gr di broccoli di rape
- 2 fette di pane raffermo
Procedimento:
Mettere a bollire l’acqua per la pasta. Nel frattempo pulire i broccoli, lasciando soltanto le foglie tenere e le cime. Sbollentare e poi raffreddare in acqua e ghiaccio per farli rimanere belli verdi.
Quando sono raffreddati, frullare il broccoli con mezzo bicchiere di acqua fredda e un pizzico di sale. Mentre frulliamo aggiungere piano piano 3 cucchiai di olio Evo.
Quando l'acqua che (nel frattempo avremo salato) bolle, calare la pasta.
Intanto prendere il pane raffermo, tritare in modo grossolano. In una padella aggiungere 50 ml di olio Evo, 1 spicchio di aglio tagliato a piccoli pezzi e mezzo peperoncino intero.
Quando l'aglio inizia a soffriggere, mettere le mollica di pane tenendo il fuoco basso, girare sempre fino a farlo diventare croccante. Una volta pronto, tenere da parte.
In una padella aggiungere 50 ml di olio, 1 spicchio schiacciato. Far dorare l’aglio e poi toglierlo, aggiungere le alici. Appena iniziano a soffriggere le alici, aggiungere un mestolo d'acqua di cottura della pasta.
Appena gli spaghettoni sono al dente, quando manca un minuto alla cottura ideale, calare la pasta nella padella con le alici e terminare lì la cottura. Lasciare su fuoco basso finché l'acqua non evapori e gli spaghetti prendano sapore delle alici.
Comporre il piatto. Mettere sul fondo del piatto 2 cucchiai di crema di broccoli, adagiare gli spaghetti a forma di nido, spolverare con la mollica di pane fritta e decorare con qualche gheriglio sminuzzato di noci. Il piatto è pronto.
- Chef Adriana Pawlick -
A Casa di Dionisio
Contrada Masseriola n. 11/13
Ceppaloni (Frazione Beltiglio)
Tel. 0824 46574
Visita la pagina Fb del ristorante A Casa di Dionisio
I tagliolini freschi al tartufo, li abbiamo gustati al ristorante A Casa di Dionisio a Beltiglio di Ceppaloni, siamo rimasti colpiti dalla bontà di questo piatto. La Chef Adriana Pawlick ci ha regalato la ricetta per provare a farli a casa. Eccola !
Ingredienti per 4 persone:
Per la pasta:
- 400 g di farina 00 setacciata
- 4 uova freschissime
- Sale fino q.b.
Procedimento:
Formare la classica fontana con la farina, aggiungere al centro le uova e il sale (consiglio di rompere le uova una per volta in un piatto prima di aggiungerle alla farina, potrebbe capitare un uovo guasto e si corre il rischio di buttare via tutto).
Con una forchetta iniziare a sbattere le uova e incorporare la farina un po’ alla volta. Quando la consistenza diventa più cremosa impastare il tutto con le mani.
Lavorare l’impasto fino a renderlo bello compatto (non occorre che sia ben amalgamato e liscio, lo lavoreremo con la macchinetta per ottenere un impasto liscio, malleabile e sodo)
Avvolgere l’impasto, non perfettamente lavorato, con pellicola trasparente e far riposare in frigo per circa 15/20 minuti.
Posizionare la macchinetta per tirare la pasta su di un tavolo e fissarla per bene. Preparare una spianatoia e infarinarla leggermente.
Staccare un pezzo piccolo di pasta, infarinarlo leggermente e appiattirlo con le mani.
Posizionare la manopola della macchinetta sullo spessore più largo (tacca numero 1) far passare il pezzo di pasta e ogni volta che uscirà dai rulli piegarlo a libro e introdurlo nuovamente nella macchinetta (questa operazione servirà a lavorare bene l’impasto per renderlo liscio ed elastico). Se occorre, infarinare nuovamente il pezzo di impasto.
Regolare lo spessore dei rulli, posizionando la manopola sulla tacca numero 3 e ripetere l’operazione. A questo punto il pezzo di impasto è bello liscio e compatto.
Posizionare la manopola sulla tacca numero 6/7 (dipende dallo spessore che si vuol dare alla pasta fresca) per ottenere la sfoglia finale. Sistemare la sfoglia sulla spianatoia infarinata.
Formare dei rotoli di sfoglia infarinata.
Tagliare con un coltello affilato sottilmente per ottenere i tagliolini e poi delicatamente con le punta delle dita sciogliere i piccoli dischi ricavati della sfoglia. (Oppure se lo avete, si può usare il rullo per tagliolini).
Ingredienti per cuocere la pasta e il condimento:
- 100 grammi burro
- 100 grammi di grana
- Sale doppio - Tartufo nero q.b.
Procedimento:
Mettere l’acqua a bollire, salarla.
Nel frattempo preparare la base in cui verranno saltati i tagliolini. Far sciogliere il burro in una padella aggiungere 10 gr di tartufo affettato sottilmente, 1 mestolo di acqua di cottura della pasta e lasciare bollire per un minuto affinché il tartufo possa rilasciare il suo profumo e aroma.
Appena l’acqua della pasta inizia a bollire, calare 400 grammi di tagliolini. Una volta cotti, (ci vorranno un paio di minuti) scolare i tagliolini e versarli nella padella con il burro e il tartufo. Far saltare in modo da mantecare bene il tutto. Aggiungere il grana. Facciamo saltare a fuoco spento affinché il formaggio si possa sciogliere delicatamente e completamente...
Formare il nostro nido goloso di tagliolini e servirli in un piatto da portata con delle fette sottili di tartufo.
- Chef Adriana Pawlick -
A Casa di Dionisio
Contrada Masseriola n. 11/13
Ceppaloni (Frazione Beltiglio)
Tel. 0824 46574
Visita la pagina Fb del ristorante A Casa di Dionisio
Nola è un centro ricco di fermento e di interessanti novità per quanto concerne il mondo del food. Non potevamo non venire al Ro World, la nuova e bellissima creatura del vulcanico Giuseppe Tufano, imprenditore e anima del mitico Caffè Rossini, una istituzione da queste parti. Tutto è cominciato da lì e da lì hanno preso forma i suoi progetti, ultimo in ordine di tempo, il Ro World. Noi ci siamo stati di Domenica e abbiamo scelto per pranzo di provare la loro cucina.
Arrivare qui è semplicissimo, siamo infatti sulla SS/7 bis vicinissimi all’uscita dell’autostrada di Nola.
Ro World Experience è davvero spettacolare. La struttura è molto bella. Il locale è modaiolo ma non all’eccesso, studiato alla perfezione: glam ma non troppo, informale ma anche elegante, bellissima poi la scelta dei colori (in prevalenza scuri) e molto belli e curati gli arredi. L’impatto entrando è notevole.
Ro World è caffè, pasticceria, bistrot ideale per un lunch o un pranzo veloce ma è soprattutto un fantastico ristorante. Qui si può venire per un caffè, per la colazione, per l’aperitivo, per un appuntamento di lavoro, per un’uscita con gli amici, per pranzare o cenare.
Il ristorante è nella parte posteriore della struttura e si può accedere ad esso anche per un ingresso laterale indipendente. Noi abbiamo chiaramente prenotato il nostro tavolo, veniamo accolti con garbo e gentilezza.
Se il Ro World quando entri dall’ingresso principale ti colpisce, quando accedi alla zona ristorante il primo commento che ti viene in mente è “wow”. Questo è un luogo di stile, curatissimo con una spettacolare e grandissima cucina a vista sulla sinistra. Ci saranno a occhio una ottantina di coperti. Sembra di essere in un locale di una grande città, se chiudi gli occhi potresti benissimo pensare stare anche a New York o a Londra.
Ci accompagnano al nostro tavolo. Poco dopo ci portano il menù, ben studiato e concepito con proposte sia di carne che di pesce, insomma ci si può divertire, dal crudo di mare alla carne da fare alla brace (i migliori tagli italiani e stranieri). Quattro primi in carta ma anche dei fuori menù (visto che è Domenica): la genovese, il ragù, e lo spaghetto alle vongole (insomma tradizione a piene mani).
Da bere prendiamo una minerale e due calici di Colterenzio Cabernet Sauvignon DOC, un rosso trentino intenso ma non troppo tannico, con bei sentori di frutti rossi, fresco e ideale per accompagnare il nostro pranzo.
Colterenzio Cabernet
Arriva il pane con grissini e tatallucci napoletani (tutto fatto da loro), profumati, friabili. Che buoni !
Grissini e taralli napoletani
Ci servono poi uno stuzzicante entrèe: carciofi fritti con salsa alla puttanesca.
Entrée
E un eccellente vitello tonnato, morbido, gustoso ben condito.
Vitello tonnato
Come antipasto scegliamo il tonno scottato con puntarelle croccanti e cipolla in agrodolce. Morbido e godurioso il tonno (lo ammetto ho un debole per il tonno), bella la nota croccante delle puntarelle e interessante l’abbinamento con la cipolla caramellata. Un gran bel piatto.
Tonno puntarelle croccanti cipolla in agrodolce e salsa Matsushima
Ecco i primi, ravioli capresi con pomodoro arrosto. Fatti come si deve, buonissima la ricotta del ripieno e sughetto che ci ha costretto alla scarpetta (non sarà elegante ma chissenefrega).
Ravioli capresi con pomodoro arrosto
E dei commoventi spaghettoni con alici e scarole. Questo piatto mi ha conquistato, perfetto nella sua semplicità. Gli spaghettoni cotti alla perfezione, sapidi al punto giusto grazie alle alici che fanno l’amore con la “scarolella”. Che poesia di sapori, esaltazione della tradizione.
Spaghettoni con alici e scarole
Gustiamo anche un secondo e la nostra scelta cade sul maialino confit con puntarelle alle acciughe. Che meraviglia quel maialino, morbido, saporito e perfetto l’abbinamento con le puntarelle alle acciughe.
Mailaino confit e puntarelle alle acciughe
Il tutto accompagnato da un signor purè di patate alla francese.
Purè di patate alla francese
Nostro malgrado saltiamo il dessert. Prendiamo due caffè (nota di merito per il caffè che è eccezionale) e chiediamo il conto. Paghiamo 80 euro in due. Rapporto qualità prezzo giusto. Conto adeguato al tipo di cucina e di proposta gastronomica.
Ro World a Nola ha aperto da poco ma mostra già chiare le sue carte: locale concepito per sorprendere a partire dalla location e dagli arredi, tutto è studiato, ogni minimo dettaglio. Posto raffinato che propone una cucina di assoluto livello, un perfetto mix di tradizione e creatività. Ci piace soprattutto l’idea di non abbandonare la tradizione, anzi poter gustare un raviolo, il ragù o uno spaghetto alle vongole fatto a regola d’arte e ben presentato è un plus. La carta dei vini è vasta, importante e curata. Abbiamo trovato il servizio professionale e impeccabile. Corretto il rapporto qualità – prezzo, se consideriamo la tipologia di ristorante e la proposta gastronomica. Dobbiamo fare i complimenti al patron Giuseppe Tufano e a tutto il suo team. Ro World è un gran bel progetto, ambizioso ma studiato e siamo convinti che sarà un grande successo, le premesse ci sono tutte. Da provare senza remore. Garantiamo noi.
Ah dimenticavamo tra qualche mese sarà aperto anche il roof garden al primo piano, (abbiamo sbirciato quello che sta per venire fuori), sarà uno spettacolo nello spettacolo.
Ro World
SS7/bis km 50
Nola (Na)
Tel. 333 211 1322
Visita la pagina Fb di Rò World Nola
Quella che vi racconto oggi non è la semplice recensione di un locale che mi è piaciuto e che consiglio ai nostri lettori e follower ma è un racconto emozionale. Dare forma alle emozioni a tavola e metterle per iscritto non è mai cosa semplice ma ci provo cercando di trasmettervi (anche in minima parte) le cose belle e le sensazioni che ho provato. Conosco Dionisio Mignone da un po’ di anni e ho deciso di venire a provare la cucina della sua “creatura”.
Siamo a Casa di Dionisio, nel luogo dove c’era uno dei locali storici della ristorazione sannita, ossia La Rete, il ristorante della famiglia Mignone e del grande e compianto Don Vincenzo (il papà di Dionisio).
Dionisio ha ripreso in mano l’antico ristorante di famiglia che è il posto dove è cresciuto, in pratica la sua casa e gli ha dato nuova vita.
A Casa di Dionisio Ceppaloni
Il luogo è ameno e rilassante, siamo infatti a pochi Km da Benevento (e dalla Appia), precisamente a Beltiglio, ridente e verdeggiante frazione del comune di Ceppaloni.
Abbiamo prenotato il nostro tavolo e arriviamo in perfetto orario sulla tabella di marcia. E’ Domenica e siamo qui per pranzo. Veniamo accolti con garbo e gentilezza e a fare gli onori di casa c’è lui, Dionisio.
Ci accompagnano al nostro tavolo. Il locale all’esterno presenta spazi ampi, credo che anche nella bella stagione sia piacevolissimo pranzare o cenare qui all’aperto. Ci sono grandi potenzialità e conoscendo Dionisio e la sua creatività non mi sorprenderei se già stia pensando qualcosa di originale e carino per valorizzarlo ancora di più, altra cosa importante da ricordare c’è anche uno spazio esterno per i bimbi.
All’interno il locale si divide fondamentalmente in due ambienti, entrambi suggestivi. Dominano il legno, il cotto, c’è uno stile rustico, classico e per certi versi shabby: un po’ Sannio e un po’ Provenza. Molto bello e suggestivo il camino posto accanto ad una grande vetrata che dà sulle colline e sul verde. Bellissimi i tavoli e le sedute, semplice ma raffinata la mise en place. Insomma l’atmosfera è fantastica, si sta molto bene, un inno alla convivialità.
Ci portano il menù, c’è la possibilità di scegliere una pietanza in attesa degli antipasti, e poi ci sono gli antipasti, i primi, i secondi, i contorni, chiaramente qui viene proposta una cucina di terra con materie prime e prodotti freschi, quindi c’è dell’ottima carne e tanti prodotti di eccellenza del territorio in primis la salsiccia rossa di Castelpoto, il formaggio del Sannio e dell’Irpinia e il tartufo. C’è anche la possibilità di optare per un menù degustazione ma noi decidiamo di ordinare “a la carte”.
Da bere due calici di un interessante vino: un barbera beneventano IGP Coppacorta della Cantina Bosco Sant’Agnese. Un vino fatto con uve biologiche della varietà Barbera del Sannio, di un bel rosso vivo, con sentori di frutti rossi e note speziate, con una bella nota minerale, un vino di buona personalità, sorprendente.
Coppacorta Barbera beneventano della Cantina Bosco Sant'Agnese
Arriva il pane e uno stuzzicante quanto particolare entrée: una pizzetta di pane arabo con carne di maiale e cipolla.
Pane arabo con carne di maiale e cipollotto
Cominciamo con una salsiccia al flambè, una pietanza storica (tra i cavalli di battaglia della Rete) in pratica una salsiccia piccante, semistagionata cotta su un tegame tradizionale di terracotta con una miscela di alcolici e ribes. Credetemi, uno spettacolo: gustosa, goduriosa, giustamente piccante con una lieve nota alcolica di fondo. Che bontà…
Salsiccia al flambè
Spazio agli antipasti. Abbiamo scelto un uovo cotto a bassa temperatura con crema parmentier a base di patate e porri, salsa mornay (una sorta di besciamella più consistente), tartufo nero estivo e crostini di pane fritti. Delicato come una carezza.
Uovo cotto a bassa temperatura
Una originale e creativa parmigiana di melanzane croccante caramellata con crema di formaggi e gelato al pomodoro. Un gioco di consistenze e sapori in un perfetto equilibrio. Gran piatto.
Parmigiana di melanzane croccante caramellata con crema di formaggi e gelato al pomodoro
E per restare nel territorio sannita un involtino di salsiccia fresca piccante di Castelpoto ripieno di cime di rape e caciocavallo su crema di cime di rape e papaccelle fritte: l’estasi della cucina tradizionale. Come valorizzare in maniera impeccabile i prodotti del territorio in un piatto. Complimenti.
Involtino di salsiccia fresca di Castelpoto con cime di rape e caciocavallo
Siamo partiti alla grande. Ma la prova del nove sono i due primi che abbiamo scelto: dei commoventi e buonissimi tagliolini freschi all’uovo con tartufo nero estivo e formaggi. Me li ricordo ancora, fatti a regola d’arte, con una cremosità suadente e un profumo che ancora ricordo.
Tagliolini freschi all'uovo con tartufo nero estivo e formaggi
Non da meno l’altro primo che abbiamo gustato: spaghettoni aglio, olio, alici con crema di cime di rapa e noci. Perfetta la cottura della pasta, intrigante la nota sapida data dalle alici.
Spaghettoni aglio olio e alici con crema di cime di rape e noci
In attesa dei secondi, usciamo un po’ fuori per goderci il tiepido sole e fare due passi, godendo della tranquillità del luogo. Rientriamo poco dopo perché il dovere (piacere) chiama. Ecco il filetto di maiale con patate fritte all’aglio e rosmarino. Morbida e gustosa la carne di maiale (si scioglieva in bocca), meravigliose e giustamente aromatiche le patate che avevano un sapore “antico”.
Filetto di maiale con patate fritte all'aglio e rosmarino
E che dire delle polpettine di vitello all’aglianico con crema di patate al formaggio? Un piatto da Champions League, che buone le polpette morbidamente “avvolte” dal sughetto all’aglianico, vanno mangiate accompagnandole rigorosamente con la crema di patate. Un piatto che crea dipendenza. Mi è piaciuto davvero tanto, provatelo e mi darete ragione.
Polpette di vitello all'aglianico con crema di patate e formaggio
Siamo sazi, siamo costretti nostro malgrado a saltare il dolce. Ci offrono un pò di cioccolato extra-fondente e prendiamo due bicchierini di amaro Santa Croce, infuso di agrumi ed erbe spontanee del Sannio prodotto nel borgo di Santa Croce del Sannio. Molto buono.
Amaro Santa Croce
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 35 euro a persona. Rapporto qualità – prezzo a parer mio eccezionale sia per la qualità che per la quantità della proposta gastronomica.
A Casa di Dionisio a Ceppaloni è una garanzia, si trova dove c’era uno degli indirizzi storici della ristorazione sannita, ossia La Rete, il ristorante della famiglia Mignone a Beltiglio di Ceppaloni. Dionisio Mignone fa rivivere la grande tradizione di famiglia con una proposta gastronomica attenta alla tradizione ma fatta di qualità e spunti di creatività grazie all’abilità e alla bravura di Adriana Pawlick, talento purissimo in cucina.
La location è bellissima, lo stile è rustico, classico e anche un po’ shabby. Il tutto crea un’atmosfera che invita alla convivialità e trasmette una sensazione di benessere. Questa è una location calda e rassicurante come l’abbraccio di una mamma.
E’ un luogo ameno, immerso nel verde e nella tranquillità. Il servizio è preciso, professionale. Il rapporto qualità - prezzo sorprendente. La cucina affonda le radici nella tradizione sannita ma si concede interessanti e originali abbinamenti.
Quando siete qui, dimenticate l’orologio e assaporate il tempo godendo di una grande cucina del territorio. Esperienza imperdibile. Che ci fate ancora lì? Provatela, ve ne innamorerete. Parola dei Templari del Gusto.
A Casa di Dionisio
Contrada Masseriola n. 11/13
Ceppaloni (Frazione Beltiglio)
Tel. 0824 46574
Visita la pagina Fb del ristorante A Casa di Dionisio
Questo è uno dei primi piatti più buoni che abbiamo gustato di recente: mezze maniche rigate lardiate su crema di borlotti e pecorino bruciato, gustate da Mirù Cantina Nova a Frattamaggiore. Il bravissimo chef Ruggiero Ganzerli ci ha regalato la ricetta di questa meraviglia. Proviamo a farla a casa.
Ingredienti per 4 persone:
- 320 gr di mezze maniche rigate
- 10 pomodorini tagliati a metà
- 200 gr di lardo
- 120 gr di pecorino
- 250 gr di fagioli borlotti (precorri)
- 1 scalogno
- Sedano e carota q.b.
- 250 ml di brodo vegtale
- 1 peperoncino
- Sale q.b.
- Rosmarino
Per la crema di borlotti:
Sul fondo di una casseruola mettiamo un filo di olio Evo, un cucchiaio di sedano e uno di carota tritati finemente, un rametto di rosmarino e fare imbiondire per 5 minuti. Aggiungiamo i borlotti, giriamo e copriamo con il brodo vegetale. Lasciamo a fuoco lento per circa 30-40 minuti. Trascorso questo tempo spegniamo, aggiustiamo di sale, aggiungiamo l’olio Evo a filo e passiamo con un frullatore a immersione ottenendo una purea liscia.
Per il lardo:
Mondiamo con il coltello i 200 gr di lardo e uno spicchio di aglio, sminuzziamo e tritiamo finemente fino a quando non avremo raggiunto la consistenza di una pomata. Formiamo una palla. Chiudiamo la nostra palletta di lardo in una pellicola e conserviamola in frigo.
Procedimento:
Caliamo la pasta in abbondante acqua salata. In una padella invece facciamo scaldare un filo di olio Evo, aggiungiamo i pomodorini, il peperoncino e facciamo andare per 5 minuti. Poi aggiungiamo il lardo, mezzo mestolo di acqua di cottura della pasta, facciamo sciogliere il lardo e spegniamo.
Appena cotta la pasta uniamola al nostro sughetto, aggiungiamo a crudo un altro cucchiaio di lardo che con il calore si scioglierà e giriamo. Togliamo dalla fiamma, aggiungiamo il pecorino e completiamo la mantecatura.
Preparazione:
Sul fondo di un piatto ampio e fondo mettiamo parte della crema di borlotti, battiamo sotto il piatto come si fa con i risotti per distenderla bene su tutta la superficie, aggiungiamo poi sopra la pasta già mantecata avendo cura di disporla al centro e lasciare a vista sui bordi la crema di fagioli.
Mettiamo una generosa manciata di pecorino. Poi prendiamo un cannello da cucina e bruciamo il pecorino direttamente nel piatto regalando allo stesso nota di affumicatura molto interessante. Il piatto è pronto
Difficoltà: medio-bassa
Tempo: 30 minuti
N.B. Vino in abbinamento consigliato dallo chef Ruggiero Ganzerli: Asprinio brut Trentapioli di Salvatore Martusciello
Mirù Cantina Nova
Via Padre Mario Vergara n.216
Frattamaggiore (Na)
Tel. 081 19255529
Visita la pagina Fb di Mirù Cantina Nova
Siamo nell’agro nolano a Cimitile, cittadina famosa per le Basiliche paleocristiane. Proprio qui c’è un indirizzo a noi già noto e che non può mancare in agenda: Bocca di Bacco.
Ci siamo tornati a distanza di un po’ di tempo desiderosi di provare nuovamente le loro proposte di cucina e l’eccellente carne per cui sono rinomati e conosciuti. Abbiamo prenotato il nostro tavolo da due per essere sicuri di trovare posto.
Parcheggiamo l’auto a pochi metri dal locale. Ci accomodiamo. Veniamo accolti con grande gentilezza da Onofrio Dennetta il patron, sempre sorridente e prodigo di consigli.
L’interno di Bocca di Bacco è ancora più bello rispetto all’ultima volta che in cui siamo stati qui. Oltre alla sala che ricordavamo c’è anche una seconda sala più piccola con un’altra quindicina di coperti. L’arredo è semplice, minimal ma c’è cura dei dettagli e dei particolari, pareti color tortora, una mise en place semplice ma d’effetto.
Come al solito do uno sguardo al menù, ci sono gli antipasti, i primi del giorno (sono in genere tre e cambiano sempre in base alla stagionalità e reperibilità dei prodotti e delle materie prime). E poi chiaramente è un tripudio e trionfo di carne: dall’angus irlandese a quello danese, dalla chianina scottona alla marchigiana, dal Kobe al maialino iberico razza pluma, dalla manzetta prussiana al maialino nero casertano, a quello di razza magalica ungherese ma ci anche carni insolite come l’entrecote di bisonte texano, il filetto di cammello, di canguro, di renna, di zebra, di struzzo (solo per citarne qualcuna). Insomma avrete capito che qui c’è solo l’imbarazzo della scelta e i “meat lovers” hanno di che divertirsi.
Da bere una minerale e due calici di Falerno del Massico di Moio, ottenuto da uve 100 % primitivo, un rosso delicato ma corposo con sentori di frutti rossi, con una bella nota minerale e dal gusto pieno. Sempre una certezza.
Falerno del Massico di Moio
Cominciamo con un antipasto che prevede 4 proposte molto interessanti…
Antipasto
C’è una parmigiana di melanzane con crema di provola e San Marzano, deliziosa.
Parmigianina di melanzane con crema di provola e San Marzano
Un bon bon di ricotta di bufala in tempura allo zafferano, spettacolare, delicata, fritto non unto e asciutto e bella la nota aromatica data dalla tempura allo zafferano.
Ricotta di bufala in tempura allo zafferano
Una elegante e suadente sfera di riso venere con crema e granella di pistacchi.
Sfera di riso venere con granella e crema di pistacchi
E una frittatina fatta con uova di quaglia, broccoli e porcini nappata con una crema di fagioli e tartufo. Eccezionale.
Frittatina di uovo di quaglia con broccoli porcini e una crema di fagioli e tartufo
Avevo voglia anche di una degustazione di formaggi, ed eccoli! Pecorini stagionati, due sono allo zafferano, uno al pepe verde, e due sono formaggi di latte vaccino.
Degustazione di formaggi
Siamo partiti alla grande, ma le sorprese non finiscono qui. Prendiamo due primi, uno più buono dell’altro. Un piatto di panciotti con provola e melanzane con salsa allo zafferano. Divini. Ottimi i panciotti di pasta fresca sorprendente, morbida e delicata la salsa allo zafferano per un grande primo piatto. Qui lo chef Stefano Borrelli si è superato.
Panciotti con provola e melanzane in salsa allo zafferano
Non da meno l’altro primo che abbiamo degustato: fagottini con gorgonzola e noci. Che buona quella cremina di gorgonzola! Suadente, profumata, avvolgente. Davvero un gran piatto.
Fagottini con gorgonzola e noci
Visto che siamo da Bocca di Bacco che è un vero “tempio della carne”, possiamo esimerci dal gustare un secondo di carne? Certo che no. La nostra scelta cade su una manzetta prussiana alla brace. Che spettacolo. La carne è saporita, morbida con un’ottima marezzatura (la parte grassa) che la rende tenera (si taglia come il burro).
Manzetta prussiana
Accompagniamo la carne con delle ottime patate (tagliate fresche) al forno.
Patate al forno
Saltiamo il dolce, prendiamo due amari e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo poco più di 40 euro a persona. Rapporto qualità – prezzo corretto soprattutto se consideriamo la grande qualità dei prodotti e delle materie prime utilizzate e la carne che è eccezionale.
Bocca di Bacco a Cimitile si conferma alla grande. Negli anni fin dalle prime nostre visite, abbiamo visto crescere e affermarsi questo locale che oggi è un punto di riferimento assoluto per chi ama la buona cucina e soprattutto la carne. Qui i “meat lovers”, gli amanti della carne hanno davvero di che divertirsi, c’è l’imbarazzo della scelta con i migliori tagli italiani e stranieri, le migliori carni selezionate e la proposta di cucina non è da meno grazie alla bravura dello chef Stefano Borrelli, grande talento capace di presentare piatti con la giusta creatività avvalendosi di un’ottima tecnica di base. Qui alla Bocca di Bacco si fa sempre centro. Complimenti a Onofrio Dennetta che nel tempo porta avanti con grande passione e competenza questa bella storia. Buona la carta dei vini, il servizio è veloce e professionale. Rapporto qualità –prezzo adeguato al tipo di proposta gastronomica. Da non perdere. Garantiamo noi
Bocca di Bacco
Via Croce n.15
Cimitile (Na)
Tel. 320 888 1306
Visita il sito web della Bocca di Bacco