La Pignata è un indirizzo storico della ristorazione irpina, per noi è un vero “Santuario gastronomico”, non a caso spesso e volentieri torniamo qui, a volte per pranzare o cenare, altre per gustare la loro pizza (di assoluto livello). Siamo nella parte alta, nel cuore di Ariano Irpino, la città del Tricolle. Siamo ritornati al Ristorante La Pignata a cena, desiderosi di gustare le loro proposte di cucina. Dopo aver parcheggiato l’auto a pochi metri dal locale, ci accomodiamo. Abbiamo prenotato il nostro tavolo per tempo. Entrando la sensazione è sempre piacevole, il locale è ampio, gradevole, bel gioco di luci, un mix di calore rustico e stile, atmosfera familiare e raffinatezza. Ci accoglie Ezio Ventre, meraviglioso padrone di casa, sempre pronto a consigliare gli ospiti su abbinamenti e prodotti.
Diamo come sempre uno sguardo al menù, ci sono tre percorsi degustazione (più il menù bimbi), tutti molto interessanti ma noi decidiamo di ordinare “a la carte”. C’è davvero l’imbarazzo della scelta con piatti che sono espressione del territorio e materie prime accuratamente scelte da Ezio con molti presìdi Slow Food.
Intanto da bere ordiniamo una minerale e una nostra vecchia conoscenza, il Rasott dell’Azienda Agricola Boccella di Castelfranci. Un rosso meraviglioso, un aglianico con sentori di frutti rossi, un vino intenso, quasi speziato, gradevole al palato con tannini evidenti e una spiccata personalità. Perfetto compagno di viaggio per la nostra serata.
Rasott Irpinia Campi Taurasini dell'azienda agricola Boccella
Arrivano i loro pani, che possiamo gustare per provare alcuni oli Extravergine d'oliva che Ezio Ventre ci fa degustare, su tutti mi ha colpito un olio eccezionale: Erede Olio extravergine di oliva dell’Azienda Agricola Francesco Pepe. Un olio ottenuto dalla molitura di olive Marinese al 100 %, un momocultivar quindi. La sua particolarità è che le olive Marinese hanno poca polpa, tradotto: poca resa ma grandissima qualità. Un olio “possente” caratterizzato da note erbacee e piccanti.
Olio Evo Erede dell'Azienda Agricola Francesco Pepe
Cominciamo con gli antipasti, la nostra scelta cade su due piatti di filetto di baccalà affumicato con legno di faggio con giardiniera di verdure sott’olio, tartufo nero irpino e pane a bruschetta. Gustosissimo il baccalà con la sua nota affumicata, la giardiniera handmade è paradisiaca, il tartufo ci sta divinamente e gli regala una nota di “terra”, ad accompagnare il tutto il pane bruschettato che dona la nota croccante e rende questo piatto praticamente perfetto.
Filetto di baccalà con pane tostato, giardiniera sott'olio e tartufo nero
L’altro antipasto che ordiniamo è un piccolo capolavoro. Ecco due piatti di ravioli fritti al baccalà con due consistenze di broccoli, peperone crusco e paprika. Un piatto studiato e concepito alla perfezione, qui tutto gioca un ruolo ben definito: il godurioso ripieno di baccalà, la consistenza tenace del raviolo fritto, il broccolo in duplice consistenza (la crema, quasi una vellutata su cui solo adagiati i ravioli e "nature" semplicemente passato in padella), il “crunch” aromatico del peperone crusco con la nota speziata della paprika. E in più questo piatto ha una bellezza cromatica assurda. Cosa chiedere di più?
I ravioli fritti al baccalà con due consistenze di broccoli, peperone crusco e paprika
La nostra cena alla Pignata procede alla grande, il clima è rilassato, l’atmosfera conviviale, molto gradevole anche la musica di sottofondo. E’ il momento dei primi. Ecco i paccheri ai grani antichi al ragù di baccalà con datterino giallo e basilico. Perfetta la cottura della pasta, riuscitissimo l’equilibrio del baccalà con la sua nota lievemente sapida e il sentore dolce dei pomodorini datterini gialli.
Paccheri ai grani antichi al ragù di baccalà, datterino giallo e basilico
Poi ordiniamo i panciotti di provola e melanzane con ragù di pomodoro e melanzane, fonduta di caciocavallo affumicato e pane fritto al basilico. Semplicemente buoni.
panciotti ripieni di provola e melanzane
Il top lo raggiungiamo con i due piatti di tagliolini alle ortiche con funghi porcini, tartufo nero, fonduta di pecorino Carmasciano e funghi cardoncelli. Delicati, profumati, inebrianti questi tagliolini, esaltati dai funghi porcini e dai cardoncelli, il potente tartufo nero è presente ma non invadente e a legare il tutto l’avvolgente fonduta di pecorino Carmasciano. Chapeau!
Tagliolini alle ortiche con funghi porcini, tartufo nero, fonduta di pecorino Carmasciano e funghi cardoncelli
Decidiamo anche di prendere un secondo e ci dividiamo le costine di maiale alle spezie con patate. La porzione è super abbondante, le costine cotte a bassa temperatura sono morbide e gustosissime. La carne è spettacolare le patate come contorno ci stanno una meraviglia.
Costine di maiale alle spezie con patate
Che cena sarebbe senza dolce finale? Qui andiamo su due certezze, dei dessert che insieme al mitico “Scazzamariello”, spesso ordiniamo. Ossia due cannoli siciliani con mousse di ricotta, cioccolato, pistacchio e amarene. Nota di merito per la mousse di ricotta, fantastica.
Cannolo siciliano con mousse di ricotta cioccolato, pistacchio e amarene
E la sfera di cioccolato fondente con cuore di pannacotta all’amarena, sbriciolona alle mandorle, slasa al lampone e frutti del melograno. Un dolce che ti assicuro, ti farà l’effetto “wow”, soprattutto quando arriva la colata della salsa calda di lampone che scioglie la sfera. Che bontà…!
Sfera di cioccolato fondente con cuore di panna cotta e amarene
Accompagniamo il dolce con due caffè e due bicchierini di Nocino E’Curti. Il Nocino della famiglia Ceriello (titolare della storica Osteria E’Curti a Sant’Anastasia) è una vera eccellenza. Siamo arrivati all’epilogo di questa nostra bella serata, per la nostra cena alla Pignata abbiamo pagato 50 euro a persona. Rapporto qualità – prezzo assolutamente corretto.
Il Ristorante La Pignata è un punto di riferimento assoluto. Indirizzo storico della ristorazione irpina. Tappa fondamentale per chi ama la grande cucina irpina. La famiglia Ventre è maestra nella nobile arte dell’accoglienza e nel proporre piatti del territorio presentati con interessanti spunti di originalità. Ezio Ventre è preparato, dinamico e sempre pronto a consigliare gli ospiti su prodotti, piatti e i migliori abbinamenti. In cucina le sapienti mani della signora Carmela danno vita a dei capolavori assoluti, che sono un perfetto mix di tradizione e creatività. Il servizio in sala è preciso ed informale. Interessante e fornitissima la carta dei vini e dei distillati. Il filetto di baccalà affumicato con legno di faggio con giardiniera di verdure sott’olio, tartufo nero irpino e pane a bruschetta, ci ha emozionato, i ravioli fritti al baccalà con due consistenze di broccoli, peperone crusco e paprika restano nella memoria. Ottimi i primi con una menzione speciale per i tagliolini alle ortiche con funghi porcini, tartufo nero, fonduta di pecorino Carmasciano e funghi cardoncelli, davvero super. Altra cosa da rimarcare è l’ottima pizza che si può gustare qui, ve ne abbiamo già parlato in passato e troneremo a farlo, grazie ad Antonio eccellente maestro pizzaiolo. Il conto è adeguato al contesto, alla qualità e al livello delle proposte. La Pignata ad Ariano Irpino è assolutamente imperdibile. Garanzia.
Ristorante La Pignata
Viale dei Tigli n.7
Ariano Irpino (Av)
Tel. 0825 87 25 71
Visita il sito web del Ristorante La Pignata
Se la nostra intenzione è quella di condividere con chi ci segue, emozioni e piacevoli esperienze enogastronomiche non posso non raccontarvi della mia cena alla Porta Restaurant a Bologna. La prima cosa che sorprende l’ospite e chi per la prima volta viene qui, è la location assolutamente unica, un vero gioiello di design, un gioiello di architettura moderna che seduce. Domina il legno, ci sono ampi spazi, arredi curati, i tavoli sono ben distanziati tra loro e questo garantisce agli ospiti un’assoluta privacy. Adeguata anche l’illuminazione non troppo forte, c’è anche una gradevole musica di sottofondo. Il ristorante ha anche una zona dedicata agli aperitivi e ai cocktail e una bellissima “cigar room”, oltre ad una cantina “opulenta” con tante etichette e vini italiani ma anche esteri. Altra nota di merito è per il parcheggio riservato e gratuito se mangi al ristorante o bar. L’accoglienza è super, ci accoglie una gentile ragazza che si occupa dei cappotti e ci accompagna al nostro tavolo prenotato con largo anticipo. Noi siamo in due, e siamo curiosi di provare la loro proposta gastronomica. Il menù presenta tre possibili percorsi di degustazione denominati: i sapori della tradizione, i sapori dell’Appennino (quindi proposte di terra) e i sapori del Mediterraneo (piatti e proposte di pesce). Ovviamente si può anche ordinare alla carta, ci sono cinque proposte di antipasti, cinque primi, cinque secondi e i dessert proposti anche con calici in abbinamento. Intanto arrivano i loro pani (con tanto di focaccia e grissini ovviamente fatti da loro). Noi decidiamo di gustare due menù degustazione "i sapori della tradizione" ma con una piccola “variante” che ti spiegherò tra poco.
Si comincia con l’antipasto, ecco una delicata battuta di manzo “selezione erba” con spuma di parmigiano reggiano, uovo marinato e quinoa soffiata. Molto interessante la presenza dell’uovo marinato e della spuma di parmigiano a legare il tutto con la quinoa soffiata a dare il "crunch". Davvero un bel piatto.
Battuta di manzo con spuma di parmigiano reggiano, uovo marinato e quinoa soffiata
Come primo cè un classico, ecco un “must” della tradizione bolognese: i tortellini “al mignolo” in doppio brodo di cappone. I tortellini sono davvero eccezionali, al mignolo in riferimento alla grandezza del dito (il mignolo appunto) sul quale si avvolge la pasta per formare il tortellino. Il doppio brodo di cappone, saporito e sapido il giusto è il classico brodo delle feste, quello che ti riconcilia con il mondo e ti fa venire in mente tanti ricordi di famiglia.
Tortellini al mignolo in doppio brodo di cappone
La nostra cena procede alla grande. Tra poco ecco la “variazione” sul menù degustazione di cui parlavo prima, perché abbiamo preso una meravigliosa e appagante cotoletta di vitello alla bolognese con erbette ripassate. Anche qui siamo di fronte ad un classico sempre amato. La cotoletta è fatta davvero a regola d’arte, resa golosissima grazie al prosciutto crudo e al parmigiano reggiano che viene sciolto con del brodo. Di fronte a questo piatto il “wow” è garantito.
Cotoletta di vitello alla Bolognese con erbette ripassate
Io invece scelgo di prendere un secondo un po’ meno calorico e chiedo lo sgombro con crema di pane ai cereali aioli e prezzemolo. Anche questo piatto ben fatto, mi ha pienamente soddisfatta.
Sgombro con crema di pane ai cereali aioli e prezzemolo
La nostra cena alla Porta Restaurant merita il finale dolce. Scegliamo il dessert “a la carte” e prendiamo un delicato e profumato babà con crema pasticcera e amarene Fabbri.
Babà con crema crema pasticcera e amarene Fabbri
E un sablè al pistacchio con gelée ai frutti di bosco. Morbida e profumata la pasta sablè, una frolla molto friabile che ben si accompagnava al pistacchio, particolare poi e anche bella da vedere la gelée ai frutti di bosco.
Sablè al pistacchio con gelée ai frutti di bosco
Un’altra cosa che mi è piaciuta molto alla Porta Restaurant è che puoi variare il menù degustazione scegliendo un piatto diverso. Loro ti calcoleranno poi la differenza sul conto finale. Il menù degustazione “i sapori della tradizione” ha un costo di 50 euro a persona escluso i vini. Per la piccola variazione di portata (uno sgombro al posto di una cotoletta) noi abbiamo pagato paghiamo 54 euro a persona (vini esclusi).
La Porta Restaurant è un vero gioiello di design, un progetto di architettura che seduce l’ospite. La location è raffinata, elegante ma senza eccessi. La cucina non è da meno, con proposte che esaltano le materie prime scelte e selezionate con cura grazie anche ad una tecnica di tutto rispetto. Il menù degustazione “Sapori della tradizione” che abbiamo provato farà la gioia di chi vuole gustare alcuni dei piatti tipici bolognesi. Meravigliosi i tortellini al mignolo in doppio brodo di cappone. La cotoletta alla Bolognese qui è “mitologica”. Curatissima e vasta la carta dei vini. Il servizio è professionale, veloce e attento. Il personale elegante e cortese. Corretto il rapporto qualità prezzo e comunque adeguato al contesto. Indirizzo consigliato per una bella serata romantica o un evento importante. La Porta Restaurant a Bologna è da segnare assolutamente in agenda. Da non perdere.
La Porta Restaurant
Piazza Vieira de Mello, n.4 (la piazza sopraelevata su via Stalingrado)
Bologna
Tel. 051 415 9491
Visita il sito web della Porta Restaurant
E’ una serata autunnale di quelle che invitano alla convivialità. Abbiamo deciso per cena di tornare dopo qualche tempo alla Corte dei Filangieri. Siamo a Candida, borgo che dista una decina di Km da Avellino. Ci si arriva facilmente anche via Autostrada sia da Avellino Est che Avellino Ovest con uscita sull’Ofantina.
La Corte dei Filangieri - Insegna esterna
Candida oggi si presenta al visitatore come un borgo interessante e tranquillo, qui la storia racconta di fatti e vicende che hanno visto questo luogo per molti anni fu feudo dei Filangieri. Al tempo di Federico II, Candida divenne universitas e visse anni di grande splendore e crescita anche demografica. Anche il nome del ristorante richiama la nobile famiglia dei Filangieri. Siamo non lontani dalla piazza principale di Candida, proprio all’inizio del centro storico. Dopo aver parcheggiato l’auto a pochi metri dal locale, entriamo. All’interno il locale è come lo ricordavamo, ricavato in un’antica cantina del ‘700. Belle pareti in pietra viva, un riuscito mash up di rustico con oggetti antichi e di vita contadina alle pareti e di antico. Bella anche la scelta delle luci calde e soffuse, e della gradevole musica di sottofondo. Bisogna dire che l’atmosfera è davvero piacevole e invita alla calda convivialità. Ci accomodiamo e come sempre diamo uno sguardo al menù. Per una precisa scelta, ci sono poche portate in cui si evince la “tradizione irpina”. Pochi piatti ma strettamente legati al territorio. Ovviamente c’è sua maestà il baccalà, ma ci sono anche le carni, i formaggi locali, i salumi, la pasta tirata a mano. Insomma qui trovi la vera cucina del territorio irpino, senza fronzoli ma con tanta sostanza e qualità.
La Corte dei Filangieri - Particolare della sala
Da bere ordiniamo una minerale e come vino facciamo una deviazione fuori dall’Irpinia e prendiamo una bottiglia di Otto Uve Gragnano della Penisola Sorrentina di Salvatore Martusciello, un rosso vivace, con piacevoli note fruttate, e al naso sentori di frutti rossi, ma anche floreali. Davvero una bella scelta.
Otto Uve Granano della Penisola Sorrentina
Cominciamo con l’antipasto. Optiamo per l’Antipasto Conviviale che comprende una serie di pietanze irpine, tutte legate alla stagionalità, si comincia con un must: rape e patate. Piatto iconico della tradizione contadina irpina eseguito alla perfezione.
Rape e patate
L’atmosfera è davvero piacevole, e apprezziamo anche il sottofondo musicale. Intanto ecco sua maestà il baccalà con insalata di rinforzo. Godimento allo stato puro…
Baccalà e insalata di rinforzo
La nostra soddisfazione aumenta con l’arrivo della papaccella napoletana ripiena di baccalà e mosto cotto, meraviglioso l’equilibrio tra la nota leggermente sapida del baccalà con il dolce del mosto cotto, il tutto all’interno di questo magico scrigno che è la gustosa papaccella che da queste parti chiamano "pepaina".
Papaccella Napoletana ripiena di baccalà e mosto cotto
Buonissima la “focaccia impiccata” con mortadella Igp, provolone e zest di limone sfusato amalfitano.
Focaccia impiccata con mortadella Igp provolone e sfusato amalfitano
Gustiamo anche dei porcini alla griglia, degna chiusura di un antipasto che ci ha pienamente soddisfatto. Di tanto in tanto il patron della Corte dei Filangieri, Antonio Petrillo passa a sincerarsi che tutto stia procedendo per il meglio.
Funghi porcini alla griglia
Abbiamo ordinato anche il primo, dei commoventi tagliolini al tartufo nero di Bagnoli irpino. Delicati, con il burro che avvolge ed esalta il sapore deciso e suadente del nero di Bagnoli. Davvero un gran piatto.
Tagliolini al tartufo nero di Bagnoli Irpino
Ci intriga la zuppa di fagioli quarantini di Volturara Irpina e castagne. E optiamo per questo piatto. I fagioli quarantini (nome che richiama la durata del loro ciclo di maturazione) sono un presidio Slow Food. L’abbinamento con le castagne è vincente e regala emozioni…
Zuppa di fagioli quarantini di Volturara irpina e castagne
Non possiamo chiudere la nostra bella cena senza un dessert e allora optiamo per un delizioso rotolo di castagne con crema casalinga. Dolce stagionale che più stagionale non si può…E che bontà !
Rotolo di castagne e crema casalinga
Sublime la caprese con crema al limoncello, per non parlare della ricotta di pecora mantecata con mosto cotto e nocciola avellana.
Caprese con crema al limoncello
Con gli amari accompagniamo dei cantuccini di ottima fattura.
Cantuccini
Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena 40 euro a persona. Direi un ottimo rapporto qualità – prezzo.
La Corte dei Filangieri è una vera garanzia. Chi viene qui sa bene cosa troverà: i piatti del territorio, quelli della tradizione contadina locale, fatti con materie prime fresche e selezionate. La creatura di Antonio Pertillo si conferma alla grande perché non cambia quelli che sono i suoi cardini: qualità, tradizione e attenzione totale nella selezione delle materie prime. Rape e patate è una poesia, il baccalà alla Corte dei Filangieri trasmette emozioni, il tagliolino al tartufo nero di Bagnoli è il piatto che resta nella memoria, ma tutto qui racconta una bella storia “irpina” dai formaggi ai salumi, dalle zuppe di stagione alle paste. Torneremo per gustare anche la carne. Il servizio è preciso e informale. Antonio Petrillo è un perfetto padrone di casa, pronto a consigliare e proporre abbinamenti. Ottimo il rapporto qualità – prezzo. La Corte dei Filangieri a Candida si conferma nella nostra guida sul web tra quelli che sono secondo noi, gli indirizzi da non perdere. Certezza.
La Corte dei Filangieri
Via Fontanelle n.4
Candida (Av)
Tel. 0825 986414
Visita il sito web della Corte dei Filangieri
Ci sono dei luoghi dove torniamo sempre volentieri, uno di questi senza dubbio è il Ristorante Evù. La magia della Costiera Amalfitana rapisce i turisti e i visitatori in ogni periodo dell’anno, declinando profumi e colori unici. Ci siamo concessi una bella passeggiata a Vietri sul Mare uno dei gioielli della Costiera Amalfitana, località nota anche per la famosa “ceramica vietrese”. Evù si trova proprio al centro in un caratteristico e pittoresco vicoletto che conduce al Duomo. Arriviamo all’orario previsto, dopo aver prenotato il nostro tavolo. Rispetto all’ultima volta in cui siamo stati qui, il locale ha subito un bel restyling, ma l’atmosfera è sempre molto particolare e regala un senso di accoglienza e familiarità. Bella e sobria mise en place con piatti molto caratteristici e con i bicchieri da acqua colorati, così come i vasi ad ogni tavolo. Pochi quadri alle pareti. All’interno il Ristorante Evù conquista con uno stile sobrio ma moderno e di design, ma ci sono anche dei tavoli all’esterno nel vicoletto. Visto che è una bella giornata di sole e la temperatura è mite, ci accomodiamo all’esterno. Fantastica l’accoglienza della signora Anna, sempre presente e prodiga di consigli. Diamo un’occhiata al menù, con proposte prevalentemente di mare, c’è però anche qualche piatto per chi gradisce la cucina di terra, ci sono i crudi tra cui spiccano la tartare di tonno, il carpaccio di dentice e la tartare di gambero rosso, ben nove proposte di antipasti di mare, quattro antipasti di terra, sei i primi di mare, quattro di terra, i secondi di mare (ben otto) e quelli di terra, e poi i contorni e i dessert. Da sottolineare l’ottima e curata carta dei vini. Noi cominciamo ordinando una minerale un rosato Costa d’Amalfi DOC della Tenuta San Francesco, un’azienda agricola di Tramonti, nel cuore della Costiera Amalfitana. Questo rosato ottenuto da uve tintore, piedirosso e aglianico provenienti da vigneti presenti in Costiero ci ha sorpreso. Di un bel colore rosa vivo, è fruttato, floreale con note di frutti rossi e anche di spezie. E’ elegante e delicato e si presenta con un buon equilibrio.
Cominciamo con due antipasti, in primis ordiniamo il Gran Crudo Evù, ben 7 pezzi del miglior pescato accompagnati con varie salsine e maionese handmade. Il crudo di Evù è un piatto fantastico: uno scampo, ostrica, la tartare di tonno con la salicornia, tre gamberi (di cui uno rosso) e il tartare di dentice con sesamo bianco, salsa pontzu e maionese alla colatura. Il Gran Crudo Evù è perfetto per gli amanti del crudo, tutto ottimo e freschissimo. In particolare abbiamo trovato meravigliosa la tartare di tonno con la salicornia, il carpaccio di dentice e il gambero rosso.
Gran crudo Evù
Abbiamo ordinato poi due antipasti, denominati “Antipasto Evù”, si tratta di sei portate che cambiano spesso in base alla disponibilità del pescato e alla stagionalità che mettono insieme il mare e la terra, nel nostro caso ci vengono serviti: calamaretti alla luciana con crostini di pane, parmigiana di pesce bandiera, carpaccio di pesce spada con rucola, capasanta con salsa guacamole, arancino di mare e la tagliata di tonno al sesamo. Anche in questo caso l’antipasto ci ha convinto, davvero di ottima fattura, lodevole la volontà dello chef di unire sempre il pesce alle verdure. Tutto gustoso ed equilibrato, tre menzioni speciali per l’arancino di mare, per la parmigiana (divina), e per calamaretti alla luciana, ma ripeto davvero tutto ben cucinato e prodotti freschissimi.
Antipasto Evù
Si passa ai primi, abbiamo ordinato due piatti di mare, gli spaghettoni cacio e pepe con tartare di gambero rosso e zest di limone, davvero ottimi. Perfetta la cottura della pasta, cremosi il giusto, divina la tartare di gamberi e (cosa non secondaria) porzione abbondante capace di soddisfare i palati più esigenti.
Spaghetti cacio e pepe con tartare di gambero rosso e zest di limone
L’altro primo è un “must” di Evù: le candele alla genovese di tonno. Profumatissima e goduriosa questa versione di mare della genovese..
Candele alla Genovese di tonno
Saremmo sazi, ma visto che c’è ancora un po’ di rosè, ordiniamo per accompagnare il vino dei deliziosi crostini con burro e alici. C’è spazio anche per il dolce, alla fine decidiamo di prendere una delizia al limone nella versione Evù, delicatissima e profumata.
Delizia al limone di Evù
E poi una sempre gradita caprese al limone. Accompagniamo il dolce con due bicchierini di limoncello (del resto siamo in costiera Amalfitana, non potevamo scegliere altro).
Caprese al limone
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo da Evù Ristorante 80 euro a persona, costo assolutamente corretto e adeguato al contesto (consideriamo che solo il crudo che abbiamo preso in carta costava 40 euro, ed il vino sui 20 euro).
Evù Ristorante a Vietri sul Mare è uno dei nostri posti del cuore. E’ sempre un piacere venire qui. Sarà per l’atmosfera che c’è in questo posto, sarà per l’accoglienza sempre cordiale, sarà per la loro cucina di mare che non delude mai, ma per noi rappresenta una certezza. Locale molto carino posto nel cuore dei vicoletti di Vietri sul Mare dove trovi una cucina all’altezza, con prodotti e materie prime di qualità e pescato freschissimo. Ben studiata e ampia la carta dei vini.
Il Crudo di Evù è una fantastica esperienza, meravigliosa la tartare di tonno, ottimo l’antipasto Evù, buona la parmigiana, e notevole la tagliata di tonno. Divini gli spaghettoni con tartare di gambero rosso e zest di limone. La genovese di tonno è uno dei must di Evù ed è una certezza. Ottima l’accoglienza della signora Anna, il personale è veloce e puntuale, il conto è corretto e comunque adeguato al contesto. Complimenti a tutto il team e al titolare Riccardo. Ci si rivede presto. Evù Ristorante a Vietri sul Mare si conferma nella nostra guida sul web di quelli che a parer nostro sono gli indirizzi da non perdere. Garanzia.
Ristorante Evu'
Via Diego Taiani, n.1
Vietri sul Mare (Sa)
Tel. 089 210237
Visita la pagina FB di Evù Ristorante
Siamo nel baianese, per la precisione ad Avella, paese inserito in un contesto naturalistico interessante e ricco di storia con alcuni monumenti di grande importanza, su tutti lo splendido Anfiteatro di età romana, qui un tempo sorgeva la antica “Abella” che era uno dei centri più vivaci e importanti dell’antica Campania Felix. Qui ad Avella c’è un indirizzo a noi molto caro: Porta Riva Ristorante. Infatti spesso veniamo qui e più volte ti abbiamo raccontato di questo luogo e della sua cucina. Mancavamo da un po’, ci siamo tornati a pranzo di Domenica. Porta Riva Ristorante si trova dove un tempo sorgeva la antica porta Riva nei pressi del fiume Clanio, da qui si passava di qui per andare verso il Castello di Avella che ancora oggi placido e fiero, osserva tutti dall’alto su di una collina. Sistemata l’auto nel comodo parcheggio del ristorante entriamo. Veniamo accolti con garbo e gentilezza e ci accompagnano al nostro tavolo. La sala è bella grande e luminosa grazie alle tante vetrate da cui entra tanta luce, dominano i colori chiari, c’è un arredo curato e sobrio, belli i lampadari, e belli i quadri alle pareti con riferimenti al mondo delle fiabe. L’atmosfera qui da Porta Riva Ristorante è sempre gradevole. Solito sguardo di ordinanza al menù, che presenta due sezioni, una per le proposte di ristorante, l’altra per le pizze, si, perché di sera da Porta Riva si possono gustare anche le pizze realizzate da uno dei decani tra i pizzaioli del territorio: Mario Spoletta, che è insieme alla sua famiglia, alla moglie Annamaria, Angela e in particolare alla gentile e bravissima Michela portano avanti questo progetto. Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Trespadini Irpinia Campi Taurasini DOC dell’Azienda Boccella Rosa, un rosso poderoso, ottenuto da uve di aglianico in purezza, con un colore rosso rubino intenso, sentori di amarene e frutti rossi, pepe e spezie. Un vino con un bel tannino e una grande personalità.
Trespadini Aglianico Irpinia Campi Taurasini Bio di Boccella Rosa
Intanto arriva il buon pane locale....
Il buon pane locale
Ed ecco le pagnottelle handmade di Porta Riva davvero deliziose…..
Pagnottelle handmade
Prima degli antipasti un graditissimo entrée, una mitica montanarina, fragrante e profumata…
Montanarina
E poi un trancio di panino napoletano, che definire buono è riduttivo….
Trancio di panino napoletano
Come antipasti abbiamo scelto, sfogliato di baccalà con crema di scarola e polvere di olive nere. Delicato il baccalà, esaltato dalla crema di scarola e dalla polvere di olive nere. Poi si sa che scarola e baccalà è un matrimonio felice…
Sfogliato di baccalà con crema di scarola e polvere di olive nere
L’altro antipasto è sorprendente, in carta si chiama Tondo e Croccante, in pratica è un uovo sodo impanato e fritto con fonduta al tartufo e scaglie di tartufo nero. Piatto davvero fantastico, paradisiaca la fonduta al tartufo che valorizzava alla grande l’uovo.
Uovo impanato e fritto con fonduta al tartufo
Siamo partiti davvero alla grande, per questo l’attesa e la curiosità per i primi piatti aumenta.. Si comincia con uno dei must di Porta Riva Ristorante e presente da sempre in carta: la genovese irpina. Sono gli eliconi con cipolla ramata di Montoro, spalla di maialino e funghi porcini del Partenio. Piatto che pur avendo ingredienti decisi, risulta equilibrato, davvero felice l’abbinamento della cipolla ramata con i porcini, per non parlare della carne gustosa e tenera, si scioglieva in bocca.
La Genovese Irpina
L’altro primo è un piatto di mare, in carta si chiama “Dal Vesuvio con Amore”, sono i mezzi paccheri con pomodorini del piennolo del Vesuvio, calamarelle e olive caiazzane. Se potessi trasferirti il profumo di questo piatto lo farei volentieri. Inebriante, davvero un soffio di piacere, meravigliosi i pomodorini del piennolo, gustose le calamarelle, a completare il piatto le olive caiazzane che personalmente adoro.
Mezzi paccheri con pomodorini del piennolo, calamarelle e olive caiazzane
Saremmo sazi, ma troviamo lo spazio anche per un secondo. Memori di quanto ci sia piaciuto in passato l’hamburger, prendiamo un burger di marchigiana con chips di patate, caciocavallo e cipolle caramellate. Inutile dire che la carne era super, gustosa, succosa.
Burger di marchigiana con caciocavallo podolico, chips di patate e cipolla caramellata
Come contorno ordino delle patate e porcini. Quando vengo da Porta Riva nella stagione fredda, questo è uno dei miei contorni preferiti insieme agli immancabili friarielli in saltati in padella.
Patate al forno e porcini
Nostro malgrado saltiamo il dolce. Chiudiamo il nostro pranzo con caffè e un amaro Jefferson, servito con fetta di arancia caramellata.
Amaro Jefferson con fetta di arancia caramellata
Eravamo in quattro e paghiamo per il nostro pranzo da Porta Riva Ristorante 40 euro a persona per 4 antipasti, 4 primi, due secondi e due contorni. Decisamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
Porta Riva Ristorante rappresenta una piacevole certezza per noi. Il locale è gradevole, luminoso e spazioso. Il menù cambia in base alla stagionalità e disponibilità di prodotti e materie prime. Le proposte di cucina sono convincenti, l’uovo sodo impanato e fritto con fonduta al tartufo e scaglie di tartufo nero lo sogno anche di notte. La genovese irpina è il piatto che resta nella memoria, non a caso è da sempre presente in carta. Ottima la carne. Complimenti alla brigata di cucina e alla signora Annamaria che hanno raggiunto un ottimo standard grazie alla consulenza e ai consigli dello chef Andrea Pagano. Il personale è garbato e gentile, il servizio veloce e informale. Corretto il rapporto qualità – prezzo. Porta Riva Ristorante ad Avella si conferma indirizzo da segnare in agenda. Merita assolutamente la visita. Garantiamo noi…
Porta Riva Ristorante
Via dei Mulini n.47
Avella (Av)
Tel. 081 510 38 03
Visita la pagina Fb di Porta Riva Ristorante
Frattamaggiore da qualche anno rappresenta una meta ambita per i “food lovers”. Qui infatti ci sono diversi indirizzi degni di nota e la proposta gastronomica è variegata e interessante. Ennesima conferma di ciò è 7 Brothers Restaurant, un locale concepito per regalare agli ospiti un’esperienza di assoluto livello. Il locale è carino, arredato con gusto, pareti chiare e sedute comode, molto particolare è il soffitto con un quadto luminoso di un viaggio parigino, pochi posti a sedere e tanta attenzione alla qualità dei prodotti e della materia prima che segue rigorosamente la stagionalità. Il must di 7 Brothers Resaurant è sicuramente la carne, con i migliori tagli italiani ed esteri, scelti e selezionati con cura e con diversi gradi di frollature, tutte provenienti dalle macellerie dei fratelli del titolare. Ah dimenticavo, Seven in inglese è 7, in pratica il numero magico di Valentino Orefice, ultimo di sette figli maschi, che ha deciso di chiamare così il suo ristorante proprio per questo. Dopo tantissime e valide e formative esperienze sul campo (Australia, Spagna, Toscana, Capri, tra le altre), ha deciso di investire in questo progetto coadiuvato dalla sua compagna di vita Fabiana Virenti, talento nel settore dell’ospitalità. Noi ci accomodiamo e diamo un’aocchiata al menù. Ci sono due percorsi degustazione e poi le proposte in carta: sette antipasti, sette primi, sette secondi. Noi ci lasciamo guidare da Valentino e cominciamo la nostra cena. Da bere prendiamo una minerale e una bottiglia di Bolgheri rosso di Michele Satta un buonissimo rosso di media struttura ottenuto da un blend di uve (Cabernet Sauvignon, Sangiovese, Merlot, Syrah e Teroldego), che matura ben 12 mesi in barrique. Un rosso con ottima struttura, note di spezie, cuoio e frutti rossi. Al palato vellutato e pieno. Davvero un’ottima scelta. Cominciamo con due antipasti, l’antipasto denominato Miche’ ossia scrigno di polenta con stracotto di genovese napoletana. Decisamente azzeccato l’abbinamento della polenta con la genovese, profumata e invitante..
Scrigno di polenta con stracotto di genovese napoletana
E l’antipasto denominato Luisanto’, polpette ripiene di ragù napoletano con spuma di datterino giallo e fonduta di grana padano. Bella rivisitazione di un classico napoletano, o’ rrau’.
Polpetta di ragù napoletano con spuma di datterino giallo e fonduta di grana
Già gustando l’antipasto, abbiamo notato la grande qualità della materia prima, lavorata e cucinata in modo impeccabile. Ecco che arrivano i primi. Su consiglio di Valentino Orefice, gustiamo un piatto di fettuccine con funghi porcini, salsiccia e tartufo bianco. Notevole la fettuccina fatta a mano, con una sfoglia alle uova bio, bella ruvida e porosa. Perfetta la cottura e azzeccato l’abbinamento dei porcini con la salsiccia e la delicatezza del tartufo bianco.
Fettucce handmade con salsiccia, funghi porcini e tartufo bianco
L’altro primo ci trasporta in parte nella tradizione, ecco la pasta patate e provola con funghi porcini, piatto fatto a regola d’arte: pasta mista con patata e provola affumicata dei Monti Lattari arricchita con i porcini.
Pasta e patate con funghi porcini
A dare un rocco in più, un po’ di scaglie di tartufo nero grattugiato al momento. Ti assicuro che il profumo era inebriante. Davvero un gran piatto di stagione, una versione della pasta patate e provola convincente.
Pasta e patate con funghi porcini e tartufo nero
Siamo qui da 7 Brothers Restaurant, non possiamo non gustare un po’ di carne. Optiamo per due bistecche di frisona e accompagniamo il secondo con delle squisite patate al forno.
Bistecca di frisona
E anche con un contorno di scarole, olive e capperi.
Scarola olive e capperi
Chiudiamo in dolcezza con il dessert, una deliziosa sfoglia con crema pasticcera e amarena. Accompagniamo il dolce con grappa barricata e amaro. Da rimarcare la carta di liquori e distillati di 7 Brothers Restaurant, vasta e studiata con cura e passione al pari di quella dei vini.
Sfoglia con crema pasticcera e amarena
Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena 55 euro a persona. Decisamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
7 Brothers Restaurant è stata una fantastica scoperta. Carino e accogliente il locale, pochi i posti a sedere e una grande maniacale attenzione alla qualità dei prodotti e delle materie prime. Questi i suoi tratti distintivi: qualità e scelta delle materie prime. A farla da padrona qui è la carne, i migliori tagli italiani ed esteri scelti e selezionati con cura nelle macellerie di famiglia e con diversi gradi di frollatura. Il menù è stagionale e cambia spesso, in base alla stagionalità e disponibilità dei prodotti. Valentino Orefice è un perfetto padrone di casa, pronto a consigliare gli ospiti e proporre idee e abbinamenti. Fantastico lo scrigno di polenta con stracotto di genovese napoletana, memorabile la pasta e patate con provola e porcini arricchita dal tartufo nero, notevole la fettuccina con salsiccia e porcini. Ottima la bistecca di frisona. Il servizio è puntuale, professionale e senza sbavature. La carta dei vini è ampia e studiata con etichette italiane e qualche azienda straniera, super la carta dei liquori e distillati. Corretto il rapporto qualità – prezzo. 7 Brothers Restaurant a Frattamaggiore entra di diritto nella nostra guida sul web di quelli che sono, a parer nostro, gli indirizzi da non perdere. Ad maiora e alla prossima …..
7 Brothers Restaurant
Via Alexander Fleming n.26
Frattamaggiore (Na)
Tel. 334 212 2007
Visita il sito web di 7 Brothers Restaurant
Il progetto di Eccellenze Nolane è lodevole: valorizzare il territorio partendo da un vero e proprio patto etico, che dia valore primario all’agricoltura. Nasce così la Cooperativa agricola con coltivazioni bio, che ha vinto la sua grande scommessa: far crescere il San Marzano DOP sui terreni dell’agro nolano laddove lo coltivavano i nonni. Così, tanti terreni un tempo incolti sono tornati ad essere vivi e a produrre ortaggi e pomodori assolutamente biologici. Poi è nato anche il punto vendita dove è possibile acquistare prodotti, conserve, marmellate e sughi pronti della linea “InDispensabile” dal laboratorio di Eccellenze Nolane e quello che hanno definito “Agriturismo di città”, dove poter degustare la cucina realizzata in prevalenza con gli ortaggi della cooperativa.
Siamo a Nola nella centralissima Via Mario De Sena, a due passi dalla stazione della Circumvesuviana. Il locale è gradevole, non grandissimo, prevale il legno, che dona un senso di rassicurante familiarità e ospitalità “agreste”, eppure siamo in città.
Ci accomodiamo, da bere una minerale e due calici di rosso, abbiamo scelto un vino siciliano, il Merlot di Cusumano, un bel vino rosso ottenuto da uve merlot in purezza, con bella nota di frutti rossi e gusto pieno, morbido e avvolgente. Diamo un’occhiata al menù dove trionfa quella che definiscono cucina “eubiotica”, ossia del vivere bene, tutte proposte realizzate con i prodotti biologici dei loro campi e senza uso di pesticidi chimici. In carta ci sono otto proposte di antipasto, i cozzetielli di pane casereccio (con polpetta, parmigiana e papaccella e caciocavallo). Poi ci sono tre primi piatti di terra e tre di mare, più un primo fuori menù. Poi tre secondi di terra e tre di mare più un fuori menù di mare/terra e poi contorni e dolci. Intanto arrivano pane e grissini di loro produzione al pomodoro (buonissimi). Ecco un graditissimo entrée, una sfera di patate e zucca con fonduta di bufala.
Entrée
Ci servono per accompagnare l'entrée, un singolare spritz al pomodoro.
Spritz al pomodoro
Si comincia con il tagliere Eccellenze Nolane per due presone, con un misto di loro sott’oli, (friarielli, cavoletti di Bruxelles e papaccelle napoletane), ricottina di pecora, mozzarelline di bufala e marmellata di pomodoro. Poi i salumi, salame Napoli, prosciutto e lonzino. Tutto di ottima fattura ma quei sott’oli erano divini….
Il Tagliere Eccellenze Nolane
Poi assaggiamo sua maestà la parmigiana di Melanzane, fatta come tradizione napoletana vuole: melanzane fritte con dite con ragù napoletano, con antico pomodoro di Napoli, pepe, caciocavallo podolico, pecorino e grana. Una parmigiana saporita, goduriosa, a cui mancava solo la parola. Complimenti allo chef Ciro Del Vecchio. Era da tempo che non mangiavo una parmigiana così buona…
Parmigiana di Melanzane
Come antipasto assaggiamo anche la loro “pizza al ruoto”, con un impasto fatto come tradizione vuole e rigorosamente con lievito madre, gustiamo quella con denominata “scarpariello gialla” con pomodorini datterini gialli, pecorino romano e un po’ di piccante, la classica marinara con antico pomodoro di Napoli, olio Evo, origano e aglio, la mitica genovese e la parmigiana.
La pizza al ruoto
L’antipasto ci ha soddisfatto e per questo siamo ancora più curiosi di gustare i primi, la scelta ricade su un primo fuori menù: gli spaghetti con baccalà, fiori di zucca e bottarga. Gli spaghetti sono ben conditi, gustoso il baccalà, e perfetto l’equilibrio tra la delicatezza dei fiori di zucca e la nota sapida e intensa della bottarga.
Spaghetti con baccalà, fiori di zucca e bottarga
Le mezze maniche al ragù di polpo sono rassicuranti come le parole di mammà. Cottura perfetta della pasta, sugo bello tirato e un sapore incredibile grazie al polpo, ai pomodorini datterini, le olive nere itrane e i capperi di Pantelleria. Gran bel piatto.
Mezze maniche al ragù di polpo
Siamo sazi ma decidiamo comunque di prendere un secondo in due. Ecco una il baccalà in cassuola, con datterini. olive nere e capperi di Pantelleria. Il baccalà è davvero eccellente, morbido, non eccessivamente sapido, gustoso.
Baccalà in cassuola
Saltiamo il dolce, prendiamo però due liquorini a base di ciliegia. E chiediamo il conto…Abbiamo pagato per il nostro pranzo da Eccellenze Nolane, 50 euro a persona. Ah dimenticavo, molto gradita e simpatica l’idea di regalare a tutti gli ospiti una confettura bio di loro produzione.
Confettura di prugne bianche
Eccellenze Nolane è un decisamente un indirizzo interessante. I piatti vengono realizzati con prodotti coltivati in modo biologico nei campi della cooperativa agricola, si tratta quindi di una vera cucina a Km 0. Il menù segue chiaramente la stagionalità e la territorialità. Complimenti allo chef Ciro del Vecchio, capace di proporre una cucina della tradizione ma con una buona spinta. La pizza al ruoto è meravigliosa e ha risvegliato in noi ricordi d’infanzia. Paradisiaca la parmigiana di melanzane, notevole anche le mezze maniche al ragù di polpo. Il baccalà in cassuola è stata una vera carezza. Insomma da Eccellenze Nolane il gusto fa rima con benessere. Qui trovi una cucina eubiotica che strizza l’occhio alla salute. L’ambiente è gradevole, il locale pur non essendo molto grande, è bello e rustico. Bella idea quella di dare la possibilità di acquistare i prodotti della cooperativa e carino anche il gentile omaggio delle confetture bio agli ospiti. Servizio veloce e informale. Eccellenze Nolane a Nola, merita la visita. Facci un salto, è davvero un indirizzo da segnare in agenda.
Eccellenze Nolane
Via Mario de Sena n.247
Nola (Na)
Tel. 081 1874 6505
Visita il sito di Eccellenze Nolane
Oratino è sicuramente uno dei borghi più caratteristici e belli del Molise, si trova a pochi Km da Campobasso e accoglie il visitatore dall’alto dei suoi quasi 800 metri sul livello del mare, con il suo suggestivo centro storico di origine medievale dalla caratteristica forma circolare e con la bellezza dei paesaggi e della natura. Infatti grazie alla sua posizione panoramica, dal belvedere di Oratino si può ammirare la Valle del Biferno, e persino i Monti del Matese e la Majella. Se sei da queste parti, non puoi non fare una tappa al Ristorante Olmicello. Il locale si trova proprio nel centro storico, in un antico palazzo datato 1816, dove un tempo c’era un vecchio frantoio (visibile ancora oggi sul terrazzo esterno).
Non è la prima volta che veniamo al Ristorante Olmicello, siamo innamorati dell’atmosfera che si respira in questo luogo, bellissime le sale in pietra con le caratteristiche volte a botte che si alternano a quelle a crociera, ma ci piace anche la genuina accoglienza del padrone di casa Nicola Iafelice e chiaramente la proposta gastronomica. Qui trovi una cucina molisana fatta con amor: paste fatte a mano, verdure fresche e una carne di grande qualità.
Ristorante Olmicello. Oratino - Particolare di una delle sale interne
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Ramitello dell’azienda Di Majo Norante. Un rosso da uve Montepulciano (80 %) e Aglianico (20%). Di un bel colore rosso rubino intenso, al naso presenta sentori di frutta rossa, con un bel tannino e un corpo equilibrato. Ottimo consiglio quello di Nicola.
Ramitello di Di Majo Norante
Cominciamo con il mitico antipasto del territorio del Ristorante Olmicello. Un trionfo di bontà stagionali, salumi e formaggi: fiori di zucca in pastella, formaggio primo sale panato al forno, pecorino stagionato, prosciutto molisano, capocollo, verdurine grigliate, dei funghi di pioppo al gratin, dei tocchetti di pizza di patate e di rustico. E al centro la tradizione contadina le buonissime pallotte cacio e uova. Sono in pratica delle palline, delle polpettine fatte con mollica di pane, uova formaggio cotte in un bel sugo al pomodoro. Uno dei piatti tipici della cucina contadina abruzzese e molisana.
Antipasto del territorio
Ecco che arriva un altro must della tradizione contadina: pizza e minestra, ossia verdure di campo con pizza di mais sbriciolata. Semplicemente deliziosa.
Pizza e minestra
Come sempre l’antipasto del Ristorante Olmicello non delude mai. E’ il momento dei primi. Siamo in quattro e prendiamo un piatto di crioli con pomodorini freschi e guanciale. Buonissimi nella loro semplicità, grazie ad una pasta di ottima fattura e ad ingredienti freschissimi, nota di merito per il guanciale davvero spaziale. I crioli sono un formato di pasta tipico della cucina molisana, fatti con uova e farina e simili per certi versi agli spaghetti alla chitarra.
Crioli con pomodorini e guanciale
L’altro primo è il piatto della Domenica per eccellenza: cavatelli al ragù della tradizione. Il ragù di carne era bello tirato e profumato, davvero fatto come si deve.
Cavatelli al ragù della tradizione
Poi ordiniamo due primi che hanno con i porcini, i protagonisti della tavola d’Autunno. Precisamente fettuccine con funghi porcini e guanciale. Questo piatto ci ha conquistato, il connubio tra porcini e guanciale è meraviglioso, e la pasta è ben condita e profumata.
Fettuccine con porcini e guanciale
Il nostro pranzo prosegue alla grande. C’è spazio anche i secondi. Optiamo per il baccalà con pomodorini e olive, cucinato alla perfezione. Il baccalà fa parte della tradizione oratinese, in effetti è quello che molti chiamano il “pesce di montagna”, perché grazie al suo metodo di conservazione, poteva essere consumato senza problemi anche durante la stagione invernale.
Baccalà con pomodorini e olive
E poi delle ottime salsicce con semi di finocchietto alla brace. Spesso quando passiamo di qui al Ristorante Olmicello prendiamo tagliata e appunto salsicce, proprio per la grande qualità della carne.
Salsicce alla brace
Come contorni ecco un’insalata e delle fantastiche patate fresche tagliate al momento e fritte.
Patate fresche fritte
Chiudiamo in dolcezza il nostro pranzo. Scegliamo un dolce che quando siamo qui ordiniamo sempre e di cui siamo innamorati. La millefoglie composta al momento con crema chantilly e amarene, della Pasticceria Sorriso di Loretta Fatica, che si trova in Piazza Giordano proprio ad Oratino.
Millefoglie con crema chantilly e amarene della Pasticceria Il Sorriso di Oratino
Accompagniamo il dessert con due giri di nespolino (un liquorino davvero interessante).
Nespolino
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 38 euro a persona. Davvero un ottimo rapporto qualità – prezzo.
Il Ristorante Olmicello è come un vecchio amico che non ti delude mai. Per questo ci torniamo spesso e volentieri. Il locale si trova nel centro storico di Oratino in un palazzo antico datato 1816. L’atmosfera è suggestiva. Qui trovi una cucina molisana realizzata con passione con prodotti e ingredienti stagionali. Buoni i salumi e i formaggi, meravigliose le paste fatte a mano, i crioli con pomodoro fresco e guanciale sono da applausi, le fettuccine con porcini e guanciale restano nella memoria. La carne è un altro dei must di questo luogo. Altra nota di merito per i dolci a dir poco fantastici e provenienti dalla Pasticceria Sorriso di Oratino. Il resto lo fa la sincera e sobria accoglienza del padrone di casa Nicola Iafelice sempre pronto a guidare gli ospiti nella scelta delle pietanze e negli abbinamenti. Altro particolare non da poco, abbiamo trovato un ottimo rapporto qualità – prezzo. Il Ristorante Olmicello ad Oratino è sicuramente un indirizzo da segnare in agenda. Garantiamo noi…
Ristorante Olmicello
Via Regina Margherita n.48
Oratino (Cb)
Tel. 0874 38 285
Visita il sito web del Ristorante Olmicello
Siamo nella Bassa Irpinia a Mugnano del Cardinale, ameno paese circondato da monti e colline noto per il bellissimo Santuario di Santa Filomena e centro conosciuto dagli amanti del food anche per il famoso salame di Mugnano, la cui produzione ha origine addirittura in epoca romana. Noi ci siamo fermati qui a Mugnano a pranzo al Ristorante Pizzeria Dell'Ulivo. Avevamo da un po' di tempo in agenda questo indirizzo ed eravamo curiosi di gustare le loro proposte di cucina. Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due. Il ristorante si trova non lontano dal centro in una tranquilla strada, all'ingresso c’è la grande sorpresa: un ulivo plurisecolare imponente e maestoso che accoglie gli ospiti e i visitatori e che osserva come un guardiano bonario e austero il via vai di persone.
Il monumentale ulivo plurisecolare all'ingresso del locale
Proprio l'Ulivo dà il nome al locale capitanato da Antonio Romano (titolare e chef) e da sua moglie Fiorella. Veniamo accolti con garbo e gentilezza, ci accompagnano al nostro tavolo. Il locale dispone di due sale, una più rustica in pietra con un maestoso camino, (immaginiamo sia davvero piacevole cenare in questa sala nelle fredde serate invernali con il camino acceso). L'altra sala è in una sorta di veranda, molto luminosa e gradevole. Ci accomodiamo e come sempre diamo un'occhiata al menù.
La carta è semplice ma ben studiata e cambia in base alla stagione e alla disponibilità e reperibilità di prodotti e materie prime. Ci sono quattro proposte di antipasti, quattro primi, più alcuni piatti fuori menù, sei i secondi, e poi i contorni e i dolci.
Il comune denominatore è l'uso di prodotti che raccontano questa fetta di Irpinia cominciando dai primi funghi porcini di stagione. Ordiniamo una minerale e due calici di aglianico locale. Cominciamo con un antipasto di montagna con i salumi di Mugnano del Cardinale: coppa, salame al tartufo, pancetta pepata, schiacciata piccante, salamino di cinghiale, al centro una burratina del casaro, bruschetta con caciocavallo, polpette di nonna Maria con crema di melanzane e polvere di pomodoro e il formaggio cacio Moscio tipico di Avella con confettura di prugne. L'antipasto è un piccolo viaggio nella tradizione locale, i salumi sono di ottima fattura, meraviglioso il salame al tartufo, da ricordare il salamino di cinghiale, la pancetta pepata è una vera carezza speziata. Stuzzicanti le polpettine fritte accompagnate dalla crema di melanzane.
L'Antipasto di montagna
L'incipit è stato gradevole, attendiamo con curiosità i primi piatti. Noi abbiamo scelto i ravioli ripieni di burrata con scampi, zafferano, crema di zucchine e i loro fiori alla menta. Deliziosi i ravioli, davvero delicati con il suadente ripieno di burrata, il gusto inconfondibile degli scampi, a parer mio riuscitissimo l'abbinamento con la crema di zucchine.
Ravioli ripieni di burrata con scampi zafferano e crema di zucchine
I paccheri trafilati al bronzo con funghi porcini, nocciole tostate di Avella e cremoso di caciocavallo giovane sono un convincente inno del territorio. A dir poco fantastici, ho trovato perfetta la cottura della pasta, il cremoso di caciocavallo stemperava alla perfezione il gusto deciso dei porcini, interessante la nota croccante data dalle mitiche nocciole di Avella. Un piatto davvero super, complimenti allo chef.
Paccheri con funghi porcini, nocciole tostate di Avella e cremoso di caciocavallo giovane
Decidiamo anche di provare un secondo e la nostra scelta cade sul filetto di maialino cotto a bassa temperatura con la sua salsa e peperoncini verdi al basilico affumicato al legno d’ulivo. La carne si scioglieva letteralmente in bocca, grazie alla sapiente cottura a bassa temperatura, semplicemente perfetto l'abbinamento con i peperoncini verdi, gli ultimi di stagione.
Filetto di maialino cotto a bassa temperatura con la sua salsa e peperoncini verdi al basilico
Accompagniamo il secondo con delle buonissime patate artigianali, fresche, tagliate e fritte al momento.
Patate fritte
Siamo sazi, nostro malgrado saltiamo il dolce e prendiamo due amari Jefferson. Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo al Ristorante Pizzeria Dell'Ulivo, 43 euro a testa. Giusto il conto e assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
Il Ristorante Pizzeria Dell'Ulivo è stata una piacevole sorpresa. Il locale è semplice, gradevole e accogliente. Deve il suo nome al monumentale e imponente ulivo plurisecolare che si trova all'ingresso.
Questo è il regno dello chef Antonio Romano che propone una cucina del territorio che esalta questa parte di Irpinia con l'uso di prodotti rigorosamente di stagione, i meravigliosi salumi locali, le paste fatte a mano, un'accurata selezione di carni. I paccheri trafilati al bronzo con funghi porcini, nocciola tostate di Avella e cremoso di caciocavallo giovane sono il piatto da ricordare, deliziosi e delicati i ravioli ripieni di burrata con scampi, zafferano e crema di zucchine. Tenero e succoso il filetto di maiale cotto a bassa temperatura. Il servizio è informale e veloce. Corretto il rapporto qualità – prezzo. Torneremo a breve per provare anche la loro pizza e gustare anche questa. Il Ristorante Pizzeria Dell'Ulivo a Mugnano del Cardinale è un indirizzo da segnare in agenda, qui puoi gustare un'ottima cucina del territorio in un ambiente informale. Da provare, Garantiamo noi.
Ristorante Pizzeria dell'Ulivo
Via dell'Uguaglianza n. 9
Mugnano del Cardinale (Av)
Tel. 081 825 7650
Visita il sito web del Ristorante Pizzeria dell'Ulivo
Maratea non ha bisogno di presentazioni, Perla del Tirreno, amata da turisti e visitatori che ne apprezzano le straordinarie bellezze paesaggistiche e i suoi panorami stupendi, dovuti ad un territorio che ha una morfologia unica. E poi c’è il suo mare cristallino e il centro storico con la sua affascinante conformazione. Maratea è famosa per la statua del Cristo Redentore che è posta sulla cima del Monte San Biagio e domina dall’altro l’abitato e la costa, ma è conosciuta anche come la città delle 44 Chiese, questo fa capire quanto qui sia forte e radicata la spiritualità. Maratea è uno scrigno di tesori da scoprire e gustare lentamente riscoprendo il valore del tempo. Noi dopo una bella visita al centro storico ci siamo fermati per cena al Ristorante La Cambusa.
La Cambusa. Maratea - Ingresso locale
Il locale si trova nella frazione di Fiumicello a pochi Km dal centro. La prima cosa che colpisce entrando è l’atmosfera, davvero unica: luci calde, un arredo sobrio con tanti oggetti e dettagli d’epoca, grande attenzione ai particolari, una mise en place curata ma al contempo sobria. Insomma alla Cambusa si sta davvero bene. Come sempre diamo un’occhiata al menù, semplice ma curato. Poche proposte ma studiate alla perfezione: ci sono quattro antipasti, quattro primi, cinque proposte di secondi, quattro dessert. Il comune denominatore è la qualità dei prodotti e un pescato freschissimo. Il menù cambia spesso in base alla stagionalità e alla disponibilità di prodotti e del pesce. Del resto qui è la cucina di mare a farla da padrona e non potrebbe che essere così. Basti pensare anche al nome, la cambusa che nel linguaggio nautico per estensione era la cucina delle navi ma più nel dettaglio il deposito dei viveri delle imbarcazioni, la dispensa spesso con annessa cucina. Da bere ordiniamo una minerale e due calici di vino rosato, Titolo Pink Edition della Cantina Elena Fucci, un vino ottenuto da uve aglianico del Vulture raccolte manualmente e con cura. Di un bel colore rosa brillante, presenta note fruttate molto marcate, ma in parte anche note agrumate. Un vino strutturato con una grande personalità e buona mineralità. Davvero un’ottima scelta.
Titolo Rosato di Elena Fucci
Cominciamo con gli antipasti e scegliamo un Croccantino, ossia un croccante di baccalà e patate con ketchup di peperone crusco di Senise IGP, chips di baccalà e peperone crusco. Alla vista sembra proprio un gelato, in realtà è un originale e creativo modo di servire il baccalà. L’abbinamento con la patata è una garanzia, meravigliosa la presenza del peperone crusco.
Croccantino
L’altro antipasto ci ha emozionato, denominato Pulp fiction, è un polpo scottato con crema di zucchine alla menta, zucchine marinate e una salsa alle alici di Menaica. Il polpo è morbido e gustoso, l’avvolgente crema di zucchine con la sua morbidezza lo esalta e si sposa alla perfezione in un gioco di equilibrio riuscitissimo, con la salsa alle alici di Menaica e la sua delicata sapidità. Questo è un piatto da applausi. Complimenti.
Pulp Fiction
La nostra cena prosegue in maniera piacevole, grazie anche all’atmosfera di questo luogo che rilassa e invita alla raffinata convivialità. Dopo un incipit così importante siamo ancora più curiosi di degustare i primi. La nostra scelta cade su un piatto della tradizione quello che in carta hanno denominato “spaghetto avvongole”, un classico, spaghettoni alle vongole veraci, fatti come si deve. Perfetta la cottura degli spaghetti, sapidi il giusto e ben conditi.
Spaghetti alle vongole
L’altro primo è un piatto a dir poco particolare, denominato Omaggio, la pasta (gli abbracci) con datterini gialli, battuto di gambero rosso crudo, stracciatella di bufala e briciole di tarallo napoletano. Un piatto seducente, anche qui ho trovato un equilibrio riuscitissimo grazie al crudo di gambero rosso, alla morbidezza e delicatezza della stracciatella di bufala, e alla nota croccante del tarallo napoletano.
Omaggio, pasta con datterini gialli, battuto di crudo di gamberi rossi, stracciatella di bufala e briciole di tarallo napoletano
Decidiamo di prendere anche un secondo in due. Scegliamo il piatto denominato “Te lo ricordi il vitello tonnato”? Ossia tonno rosso scottato, con melanzane bianche, cipolla rossa caramellata e salsa tonnata. Il tonno è meraviglioso. Davvero un grande piatto.
Tonno rosso scottato con melanzane bianche, cipolla rossa caramellata e salsa tonnata
Saltiamo il dolce e chiediamo un amaro. Su loro consiglio assaggiamo l’amaro Moderno, prodotto a Tito in provincia di Potenza.
L'amaro Moderno
Questo amaro è stata una fantastica scoperta, un liquore digestivo realizzato grazie ad un'antica ricetta di famiglia riportata ai giorni nostri. Bello il sentore di agrumi , e poi radici ed erbe, l’arancia e il rabarbaro.
Amaro Moderno, davvero una bella scoperta
Chiediamo il conto. Per la nostra cena al Ristorante la Cambusa paghiamo 50 euro a persona. Ho trovato assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
La Cambusa a Maratea è un gioiello di accoglienza e buon gusto. La storia di questo luogo comincia negli anni 50 e arriva ai giorni nostri. Il ristorante è a gestione familiare, e si ripropone di trasmettere la tradizione in chiave contemporanea. Le proposte di cucina sono di assoluto livello, da rimarcare l’uso di prodotti di grande qualità e del pescato sempre fresco. Anche i piatti che abbiamo provato sono un mash-up perfetto tra passato e presente, con pietanze legate alla tradizione ma presentate con un abito contemporaneo. Sorprendente il croccantino di baccalà e patate con peperoni cruschi, il polpo scottato con crema di zucchine alla menta, zucchine marinate e una salsa alle alici di Menaica resta nella memoria, lo spaghetto alle vongole veraci è fatto come tradizione vuole, il tonno rosso scottato, con melanzane bianche, cipolla rossa caramellata e salsa tonnata è un altro piatto da non perdere. Molto curata la carta dei vini, con etichette interessanti. Nota di merito per il servizio semplicemente perfetto e per il personale di sala a dir poco impeccabile e sempre pronto a spiegare piatti e a proporre abbinamenti. Ho trovato corretto il rapporto qualità – prezzo. La Cambusa a Maratea entra di diritto nella nostra guida sul web dei locali da non perdere. Da segnare in agenda senza indugi. Eccellenza.
La Cambusa
Via Santavenere, n.23
Maratea (Pz)
Tel. 340 971 4623
Visita il sito web del Ristorante La Cambusa a Maratea