Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
E’ una Domenica primaverile di bel tempo, siamo nella splendida Salerno. Per pranzo abbiamo deciso di fermarci in un posticino che avevamo in agenda: FishArt Ristorante. Siamo qui per provare la loro cucina di mare. Da pochi mesi il locale si è spostato dal centro storico della città per trasferirsi nella zona orientale di Salerno nel cuore di un'area molto dinamica e in continua espansione commerciale e residenziale. Qui da FishArt si arriva facilmente grazie alla vicina uscita della tangenziale e con la strada che collega l’Arbostella a Mercatello. Anche trovare un parcheggio non è un problema, ci sono posti a volontà. Fermiamo l’auto comodamente nei pressi del ristorante, abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due.
Arriviamo, ci accoglie il padrone di casa, il simpatico,genuino e affabile Ciro che ci accompagna al nostro tavolo. Come a solito diamo un’occhiata al menù, semplicissimo e chiaro, pochissimi piatti, due proposte di antipasti, tre primi piatti, tre secondi. C’è una discreta carta dei vini.
Da bere prendiamo una minerale e un signor vino bianco: il Gewurztraminer Alto Adige doc della Cantina Peter Zemmer, un vino di un bel colore paglierino, bello strutturato con una piacevole nota minerale e sentori di frutta secca. Ottimo compagno di viaggio per il nostro pranzo.
Gewurztraminer Alto Adige doc della Cantina Peter Zemmer
Ordiniamo il cosiddetto trionfo di assaggi: tre proposte che cambiano settimanalmente. Ecco che arriva mantecato di baccalà impanato al pistacchio su humus di ceci. Semplicemente eccezionale, delicato, equilibrato. E che sapore quell’humus di ceci, indescrivibile …. Un piatto che ci ha conquistato ….Mantecato di baccalà in granella di pistacchio su humus di ceci
Siamo partiti davvero bene, ecco la seconda proposta, un classico: polpo alla Luciana. Che profumo! Polpo tenerissimo ….Molto buono anche questo.
Polpo alla Luciana
Arriva poi un piatto raffinato e molto interessante: mantecato di baccalà e zafferano, su dadolata di peperoni ed emulsione di basilico. Sorprendente l’abbinamento dello zafferano con il baccalà. Complimenti …
Mantecato di baccalà allo zafferano su dadolata di peperoni ed emulsione di basilico
Di tanto in tanto passa a salutarci Ciro con il suo fare genuino e amichevole per assicurarsi che tutto stia andando bene. Vai con i primi ….
Optiamo per degli gnocchetti con salsa rosa ai gamberetti, con pomodorini, zafferano e limone, deliziosi e delicatissimi …
Gnocchetti con salsa rosa ai gamberetti con pomodorini zafferano e limone
L’altro primo sono i troccoli con cacio, limone e vongole. Piatto davvero riuscito, intrigante il connubio del cacio con il limone e il sapore bello sapido delle vongole (tra l’altro buonissime).
Troccoli cacio limone e vongole
Il nostro pranzo procede alla grande. Decidiamo di assaggiare anche un secondo, sapete che ho un debole per il tonno e allora opto per il tonno in crosta di pistacchio su cipolla caramellata. Eccellente...
Tonno in crosta di pistacchio su cipolla caramellata
Chiudiamo in bellezza e in dolcezza con dei cannolini con crema di limone (fresca e profumatissima).
Cannolini con crema al limone
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 100 euro in due (50 euro a persona). Rapporto qualità prezzo corretto per la qualità delle materie prime e delle proposte.
FishArt Ristorante segue una filosofia ben precisa. Non troverete un menù debordante ma pochi piatti, ricercati e curatissimi, il pesce è freschissimo e c’è un’attenzione maniacale anche all’impiattamento. Complimenti a Ciro per la simpatia e la disponibilità. Vi conviene prenotare perché il locale non è grandissimo (ci sono una trentina di coperti). Il nostro giudizio è assolutamente positivo, FishArt è un ristorante di qualità e molto promettente, può solo crescere.. Da provare. Garantiamo noi Templari del Gusto.
FishArt Ristorante
Viale Giuseppe Verdi n.8
Parco Arbostella
Salerno
Tel. 391 453 7771
Visita la pagina Fb di Fishart Ristorante
Pietro Leonetti, chef del ristorante il Frantoio Ducale a Castel Morrone (Ce), ci propone un primo piatto che vede come ingrediente principale i meravigliosi asparagi selvatici, (tipici della Primavera ma che in realtà, a seconda delle condizioni meteo, riusciamo a trovare e raccogliere anche fino a Giugno a volte). Qui gli asparagi sono presentati in un primo piatto con gli spaghettoni, i pomodorini corbarini e guanciale croccante, una ricetta semplicissima ma che vi regalerà grandi soddisfazioni….. Provate a farla a casa.
Ingredienti per 4 persone:
• 360 gr. di spaghetti
• 250 gr. olio extravergine
• 300 gr. asparagi selvatici
• 100 gr. guanciale
• 8 pomodorini (corbarini)
• Aglio, peperoncino q.b.
• Sale q.b.
Procedimento:
In una casseruola facciamo soffriggere l’aglio e il peperoncino. Dopo poco mettere gli asparagi (la parte tenera) tagliata a pezzi piccoli. A metà cottura aggiungere il guanciale e i pomodori, un pizzico di sale e via..
Intanto in abbondante acqua salata avremo fatto cuocere i nostri spaghettoni. Tiriamo la pasta al dente, padelliamo nel nostro sughetto di asparagi e mantechiamo con un po’ di acqua di cottura della pasta. Et voilà, il piatto è pronto, semplice e buono.
Il Frantoio Ducale
Via Altieri n. 50
Castel Morrone (Ce)
Tel. 0823 399167
Visita il sito web del ristorante il Frantoio Ducale
Siamo in uno dei gioielli della Puglia, a Trani famosa per la sua splendida Cattedrale affacciata sul mare, esempio mirabile dello stile romanico pugliese e poi il suo centro storico pieno di vicoletti lastricati con palazzi storici, con scorci meravigliosi, e poi il Castello Svevo e il porto racchiuso tra il molo di Santa Lucia e quello di Sant’Antonio. Questo è il centro della movida e del passeggio. Dopo aver visitato questa meraviglia ci fermiamo a pranzo da Giulia Ristorante & Bottega. Siamo a pochi passi dalla maestosa Cattedrale, nel cuore del centro storico.
Giulia Ristorante Bottega. Trani (Bt) - Ingresso
Il locale è piccolo ma curatissimo, semplice ma al contempo raffinato, è tutto in pietra pugliese con soffitto a volte, l’atmosfera è davvero piacevole. Ci accompagnano al nostro tavolo prenotato per tempo. Siamo in due. Diamo un’occhiata al menù. La particolarità di Giulia Ristorante & Bottega è quella di proporre la tipica cucina lucana. La storia parte dal borgo lucano di Aliano dove è nata in contrada Piano D’Amore è vissuta la signora Giulia che amava la cucina e preparava piatti e ricette della tradizione autenticamente lucane, fatte con ingredienti della terra, ingredienti sinceri, generosi.
La signora Giulia ha trasmesso la passione per le tradizioni e per la cucina a suo nipote Vito, chef e ideatore del marchio e promotore dell’idea di far conoscere e diffondere la cucina lucana. Oggi i locali sono due uno a Matera (Giù al Sud), l’altro qui nel cuore di Trani. In più si può far provvista dei genuini e buonissimi prodotti lucani, gli stessi che vengono utilizzati in cucina a partire dai peperoni cruschi e dal meraviglioso pane di Matera.
Cominciamo ordinando una minerale e due calici di aglianico del Vulture imbottigliato e prodotto da loro nei vigneti di famiglia. Prima degli antipasti arriva un graditissimo entreé: riso e verdure al limone, fresco, aromatico, interessante idea.
Riso con verdure al limone
Poi arriva il pane di Matera con l’olio bio: connubio perfetto. Attenzione amici perché il pane di Matera crea dipendenza. E’ un prodotto IGP, fatto con semola di grano duro, frutto di una certosina lavorazione, profumato, fragrante, con la crosta gustosa e consistente e la mollica suadente e morbida. In poche parole è un sapore che difficilmente potrete dimenticare. Eccellenza.
Il meraviglioso pane di Matera con olio biologico
Ordiniamo gli antipasti. Ecco le uova al tegamino con salsiccia lucana sbriciolata e peperone crusco. Commovente …. degna di nota la salsiccia con il finocchietto e la nota aromatica del peperone crusco. Davvero buone..
Uova al tegamino con salsiccia sbriciolata e peperone crusco
Poi un classico della cucina contadina lucana: purea di fave con erbe di campo saltate. Qui siamo proprio nella piena tradizione. Ottima scelta..
Purea di fave con erbe di campo saltate
Altro antipasto che gustiamo è un tortino di patate e salsiccia pezzente su fonduta di formaggio. Delicatissimo il tortino di patate che ben si sposa con la fonduta, anche qui abbiamo dovuto cedere e accompagnarlo con il pane di Matera. Non potevamo esimerci ….
Tortino di patate e salsiccia pezzente su fonduta di formaggi
Il nostro pranzo prosegue alla grande, decidiamo di prendere come primi gli strascinati con salsiccia, pomodorino, cacio ricotta e peperone crusco.
Strascinati con salsiccia pomodorino, cacioricotta e peperone crusco
E poi un altro must: le orecchiette con cimette di rapa, mollica fritta e polvere di crusco. Eccellenti. Perfetta la cottura della pasta e che sapore !
Orecchiette con cimette di rapa, mollica fritta e polvere di crusco
Siamo quasi sazi ma il desiderio di degustare un secondo è forte. Prendiamo uno stinco di maiale laccato al miele e mandorle tostate. Davvero notevole, la carne si scioglie letteralmente in bocca..
Stinco di maiale laccato al miele con mandorle tostate
Accompagniamo il secondo con delle patate saltate.
Patate saltate
Siamo sazi, saltiamo il dessert e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo 75 euro in due. Rapporto qualità – prezzo assolutamente corretto e in linea con la proposta di cucina e con il contesto.
Giulia Ristorante & Bottega è stata una fantastica scoperta, il format così come l’idea è interessante: la cucina della tradizione lucana per far conoscere una regione ricca di storia, di tradizioni e di prodotti meravigliosi. L’idea dello chef e patron Vito Sansanelli è vincente. Il servizio è puntuale e preciso, la cucina è davvero eccellente realizzata con una materia prima e prodotti di assoluta qualità. Qui si può anche fare provvista di buoni e genuini prodotti lucani. Corretto il rapporto qualità – prezzo. I ragazzi sono davvero bravi e faranno strada. Dopo il locale a Matera (Giù a Sud), Giulia Ristorante & Bottega a Trani è una tappa obbligata. Da tornare e ritornare se siete da queste parti. Parola dei Templari del Gusto!
Giulia Ristorante & Bottega
Piazza Cesare Battisti, n.9
Trani (Bt)
Tel. 0883 198 5213
Visita il sito web di Giulia Ristorante & Bottega
Siamo a Grottaminarda, in pieno centro. Sul corso principale del paese c’è un luogo che fosse anche solo per la sua storia antichissima merita una visita. Un’ antica costruzione in pietra tanto importante da essere dichiarata monumento nazionale: la Stazione di Posta. Tutta in pietra e di una bellezza senza tempo. La parte inferiore risale al 1467 ed era la Dogana aragonese usata per il cambio dei cavalli. La parte superiore risale al 1778 e fu una stazione di posta per corrieri che transitavano lungo la SS delle Puglie. Nella parte inferiore c’è una delle più antiche macellerie della zona, nella parte superiore c’è il posticino che vi consigliamo: La Posta (circolo, vineria, wine bar).
La Posta. Grottaminarda (Av)
Già salire le antiche scale in pietra è emozionante, per entrare si passa su di una loggetta meravigliosa. Entrando l’impatto è fantastico, il locale è tutto in pietra, con dettagli studiati ad arte, luce soffusa, musica di sottofondo. Alle pareti espongono anche opere di artisti (il locale è una sorta di mostra permanente e luogo culturale).
Qui Roberto Buglione de Filippis e Daniele Russo hanno ideato un luogo di eccellenza. Roberto è un bravissimo chef (cresciuto alla Pergola di Gesualdo), Daniele ha grande esperienza nel settore dell’accoglienza. Due ragazzi irpini che hanno investito nella loro passione e professionalità e che intendono portare avanti una filosofia ben precisa. Definire la Posta un wine bar o una vineria è riduttivo. Questo è un luogo dove riconciliarsi con il tempo, con il piacere dello stare insieme in un contesto di grande bellezza architettonica e artistica.
La Posta. Grottaminarda (Av) - Particolare interno
Come ci confida Roberto qui si può “sbicchierare” in allegria o in intimità e accompagnare ad un buon calice ottimi prodotti del territorio. In carta ci sono salumi, formaggi, i taglieri, i carpacci (diversi ogni settimana). Si privilegiano di norma aziende scelte del territorio ma c’è anche qualcosa da fuori regione (come il delizioso stracchino di Amatrice o il gorgonzola dolce al cucchiaio) e poi le focacce (strabuone), e le schiacciate. Insomma qui ci si sazia senza problemi e si beve bene. In carta ci sono circa 130 etichette con un 30/40% di vini irpini, poi campani e una linea nazionale e qualche capatina fuori dall’Italia. La scelta dei vini segue una filosofia ben precisa: vini non convenzionali, non commerciali, un buon 80% sono vini naturali. C’è anche una discreta carta dei distillati.
Noi siamo in due, ci accompagnano al nostro tavolo. Da bere cominciamo con due calici di Fiano Rotole della Cantina Di Prisco, un vino di medio corpo, molto fruttato e con una persistente nota minerale, fresco, sapido il giusto. Ottima Scelta.
Ci portano i carpacci: coppa di testa, valeriana e salsa verde. Deliziosa….
>Coppa di testa, valeriana e salsa verde
E un carpaccio di manzo con misticanza, maionese alla barbabietola rossa e caprino di Bagnoli irpino. Proposta eccellente, abbinamento equilibrato. Davvero buona…
Carpaccio di manzo
Ci godiamo la nostra serata in totale relax, l’atmosfera è davvero incredibile e invita alla intima convivialità. Di tanto in tanto Roberto e Daniele passano a salutarci per accertarsi che stia andando tutto bene.
Decidiamo di gustare qualche focaccia fragrante, realizzata con farina di grano Senatore Cappelli, cominciamo con una focaccia con pastrami (pancia di vitello affumicata e aromatizzata), insalata di cavolo rosso, senape e stracchino di Amatrice. Eccezionale …
Focaccia con pastrami insalata di cavolo rosso senape e stracchino di Amatrice
Non da meno l’altra che abbiamo scelto con gorgonzola dolce al cucchiaio, giardiniera e mortadella IGP in budello. Commovente…. Abbiniamo alle focacce due calici di Aglianico delle Cantine Lonardo Contrade di Taurasi, un vino davvero interessante: grande personalità, con sentori di frutta matura, aromatico e persistente. Davvero un vino eccellente.
Focaccia con con gorgonzola dolce al cucchiaio, giardiniera e mortadella IGP in budello
Pur essendo sazi decidiamo di degustare anche una schiacciata (si possono scegliere in due varianti con impasto di farina bianca o con canapa e cereali). Noi optiamo per una schiacciata con crema di patate, funghi cardoncelli, provola affumicata, pomodorini infornati e olio al prezzemolo.
Schiacciata
Siamo davvero soddisfatti. Ci offrono una grappa barricata e chiediamo il conto. Paghiamo 45 euro in due. Va detto che normalmente per due calici accompagnati da qualcosa da mangiare si spende sui 15/20 euro a persona.
La Posta a Grottaminarda entra di diritto tra gli indirizzi della categoria “imperdibili”. Vi consigliamo di fare un salto qui. E' un'ottima alternativa alla pizza o al panino. Ideale per un aperitivo, per bere in compagnia ma anche per cenare. Le proposte sono interessanti, una sorta di “tapas” in salsa irpina. Interessante e vasta la carta dei vini, ottimi i salumi e i formaggi proposti, da paura le focacce ideate con abbinamenti azzeccati e che strizzano l’occhio al gourmet. Buone le schiacciate. Il resto lo fa la location: assolutamente incredibile. Bere un calice in questo edificio storico, tutto in pietra vi regalerà momenti da ricordare. Complimenti Roberto e Daniele, continuate così. Il futuro è roseo. Luogo di eccellenza. Da non perdere, garantiamo noi.
La Posta (Vineria, wine bar)
Corso Vittorio Veneto n.318
Grottaminarda
Tel. 333 879 8586
Visita la pagina Facebook della Posta a Grottaminarda
Ecco la ricetta per fare a casa la famosa pastiera di grano, il dolce napoletano tipico della Pasqua.
Ingredienti per una pastiera per 10/12 persone:
– Un kg di pasta frolla (se volete farla da voi a parte vi diamo il procedimento)
– 650 gr. di ricotta di pecora
– 500 gr. di zucchero
– 400 gr. di grano cotto
– 1 limone
– 50 gr. di cedro candito
– 50 gr. di arancia candita
– 50 gr. di canditi misti o zucca candita
– 100 gr. di latte
– 30 gr. di burro
– 5 uova intere + 2 tuorli
– una bustina di vanillina (o una bacca di vaniglia)
– un cucchiaio di acqua di fiori d’arancio
Procedimento:
Mettiamo in una casseruola il grano cotto, il burro, il latte e la scorza grattugiata di 1 limone;
Cuociamo per 10 minuti mescolando spesso, e lavoriamo l’impasto fino a che non diventi crema.
Frulliamo a parte la ricotta, lo zucchero, 5 uova intere più 2 tuorli, una bustina di vaniglia, un cucchiaio di acqua di fiori d’arancio.
Lavoriamo bene il tutto. Deve venire fuori un impasto sottile. Mettiamo una grattatina della buccia di un limone e i canditi tagliati a dadini. Mischiamo il tutto con il grano.
Prendiamo la pasta frolla scongelata, o quella fatta a mano e sistemiamo l’impasto dello spessore di circa 1 cm e mezzo- 2 cm con il mattarello. Rivestiamo la nostra teglia (in genere sui 25- 30 cm di diametro) che avremo precedentemente imburrato. Ritagliamo la parte in eccesso e ricaviamone delle strisce.
Sistemiamo il composto di ricotta nella teglia, livelliamolo e pieghiamo verso l’interno i bordi della pasta, decoriamo con le strisce di pasta formando quasi una specie di grata che poi spennelleremo con un tuorlo sbattuto.
Mettiamo in forno a 180° per un’ora e 30 fino a quando la pastiera non avrà preso un bel colore ambrato; Lasciamo raffreddare e spolverizziamo con lo zucchero a velo.
Pastiera - Dettaglio fetta
N.B. Se volete fare la frolla a casa ecco gli ingredienti:
Pasta frolla per pastiera da 10-12 persone:
– 3 uova
– 500 gr. farina
– 200 gr. zucchero
– 200 gr. di strutto o di burro
Procedimento:
Su un tavolo mettiamo la farina e lo zucchero a fontana, facciamo il nostro “cratere” al centro e aggiungiamo il burro ammorbidito, i 3 tuorli d’uovo e la buccia grattugiata di mezzo limone.
Piano piano aiutandoci con una forchetta, sbattiamo le uova al centro della fontana incorporando poco alla volta la farina il burro e lo zucchero.
Quando gli ingredienti saranno ben amalgamati, lavoriamo bene l’impasto ma non troppo. La pasta frolla infatti non va lavorata troppo per non farle perdere la friabilità.
Prima di utilizzare la nostra pasta frolla, facciamo riposare almeno una mezz’ora l’impasto coperto da un canovaccio bagnato e strizzato.
Il nostro viaggio per presentarvi i ristoranti da non perdere ci porta a Mercato San Severino. Siamo in provincia di Salerno. E’ un gradevole Sabato sera abbiamo prenotato il nostro tavolo da due al Ristorante Morese, indirizzo che da parecchio avevamo in agenda. Siamo a pochi Km dal raccordo autostradale dell’A30 Caserta/Salerno, uscita Mercato San Severino.
Parcheggiamo a poche decine di metri dal locale in un comodissimo parcheggio comunale. Il ristorante che si trova proprio di fronte Piazza del Galdo è ricavato in un antico Casale del 700, nella zona adibita un tempo alle stalle.
Ristorante Morese. Mercato San Severino (Sa) - Insegna
L’ingresso non lascia immaginare quello che ci aspetta all’interno: una location davvero bella, calda, raccolta, raffinata il giusto ma senza eccessi. Tre ambienti (uno su soppalco in legno molto intimo e romantico). Arredi scelti con gusto, sobria ma studiata la mise en place. Ci accoglie con garbo Marianna (che poi scopriremo essere la moglie dello chef Gaetano Morese), ci fa accompagnare al nostro tavolo.
Diamo un’occhiata al menù, c’è la possibilità di optare per due menù degustazione (di carne o pesce) rispettivamente di 4 o 6 portate. Noi decidiamo però di ordinare a la carte. Il menù cambia stagionalmente e comunque frequentemente durante l'anno, è studiato nella sua semplicità e prevede 5 proposte di antipasti, 5 primi e 5 secondi. C'è poi la carta dei Dessert.
Noi ordiniamo una minerale e due calici di Negramaro . Prima dell’antipasto ci servono un graditissimo entreé: pane con formaggio e uova di salmone, montanarina, calzoncelli ripieni di ricotta e 'o pere e 'o musso. Nota di merito per le montanarine eseguite in maniera mirabile, impasto leggerissimo, non unte, leggerissime e buonissimo il pomodoro. Superbi anche i calzoncelli. Un tuffo nella tradizione contadina l’assaggio di o’ per e o’ muss, erano anni che non lo gustavo.
Entrée
Ecco un’ altra sopresa che lo chef Gaetano Morese ci fa arrivare al tavolo: polenta fritta con crema di baccalà e vellutata di basilico. Semplicemente Eccezionale...
Polenta fritta con crema di baccalà e vellutata di basilico
Ci portano poi dei pezzetti di focaccia calda. Che profumo….
Focaccina calda
Intanto arrivano i loro pani (pane integrale, pane con i cicoli e pagnottelle).
I Pani
Pani da accompagnare al primo dei due antipasti ordinati: soffice di patate, uova in crosta di pane Panko e tartufo di Bagnoli. Il pane Panko mutuato della cucina giapponese è molto più leggero rispetto al nostro pangrattato. Per farlo si usa del pane bianco morbidissimo, e il risultato è una panatura delicata ma al contempo bella compatta.
Questo piatto ci ha commosso. Delicato, equilibrato, profumato …
Soffice di patate uova in crosta di pane Panko e tartufo di Bagnoli
L’uovo dentro resta morbido, una volta aperto il rosso si lega alla patata e al tartufo. Non si può non pucciare il pane. Estasi….
Soffice di patate uova in crosta di pane Panko e tartufo di Bagnoli - Dettaglio
Ecco l’altro antipasto che abbiamo ordinato: capesante su zuppa di scarola, aria all’arancia e polvere di aglio e olio. Anche questo piatto è eccellente. Equilibrato, gustoso. Perfetto l’abbinamento delle capesante dolciastre con il sapore leggermente amarognolo della zuppetta di scarole, a donare una nota aromatica l’aria all’arancia. Insomma il risultato è incredibile.
Capesante su zuppa di scarole aria allarancia e polvere di aglio e olio
La nostra cena va alla grande, l’ambiente ed il contesto invitano alla raffinata convivialità. Dopo l’entreé e l’antipasto che ci hanno stupiti, siamo curiosi di gustare i primi.
Ecco le linguine con pesto di nocciole, colatura di alici e tarallo sbriciolato. Gustose, giustamente sapide, perfetta poi la cottura della pasta.
Linguine con pesto di nocciole colatura di alici e tarallo sbriciolato
Il top lo raggiungiamo con il risotto con pistilli di zafferano e crocché di ragù napoletano. Fantastico. Perfetta la mantecatura. E che buono il crocché fatto con la carne del ragù napoletano! Fantastico. Perfetta la mantecatura.
Risotto con pistilli di zafferano e crocché di ragù napoletano
Prendiamo un solo secondo in due e optiamo per la pluma di maiale laccato con la sua riduzione e purea di avocado. La pluma è un taglio che si ricava tra il lombo e il collo del maiale, si tratta di un taglio molto pregiato. La carne era morbidissima, succosa, interessante l’abbinamento con la purea di avocado che le da un raffinato tocco esotico.
Pluma di maiale laccato con riduzione e purea di avocado
Saltiamo il dessert ma comunque ci portano un pre-dessert, dei dolcetti davvero gustosi: crema soffice al pistacchio in barchetta, tenerella con crema al mascarpone e il tartufo.
I dolcetti
Accompagniamo questi dolcetti con un buon caffè e chiediamo il conto.
Abbiamo pagato per la nostra cena 68 euro in due. Davvero un rapporto qualità prezzo ottimo se consideriamo il tipo di cucina e il livello delle portate gustate.
Il Ristorante Morese è davvero un indirizzo imperdibile. Suggestiva la location, ricavata in un antico casale del 700, servizio puntuale, preciso. Marianna poi è una perfetta padrona di casa. Lo chef Gaetano Morese è un talento puro. Diplomato alla scuola alberghiera di Salerno, dopo aver maturato diverse esperienze all’estero (Parigi, isola della Reunion, Mauritius dove è entrato in contatto con la cucina creola) e in Italia, ha realizzato da un po’ di anni il suo sogno. Il Ristorante Morese è un vero e proprio tempio del gusto, dove Gaetano propone una cucina gourmet ma senza eccessi e profondamente legata al territorio anzi come lo stesso chef la definisce “una cucina di territorio frizzante con rivisitazioni personali, grande rispetto della tradizione interpretate in chiave moderna ma rispettando al massimo i prodotti e la materia prima”. Gaetano Morese è un vero fuoriclasse, perché riesce a dar vita ad una proposta di cucina convincente, di altissimo livello e che ha anche un grande merito: un prezzo decisamente accessibile. Complimenti davvero. Tappa obbligata, fate un salto qui e ci darete ragione. Garantiamo noi Templari del Gusto!
Ristorante Morese
Via Cirillo Via Cirillo, 55/1-57 / Piazza del Galdo
Mercato San Severino (Sa)
Tel. 089 893946
Visita la pagina Fb del Ristorante Morese
Ecco una ricetta tipica irpina proposta dallo chef Andrea Pagano di Porta Riva Ristorante ad Avella. Il Mallone (rape e patate) è un classico. Noi lo abbiamo gustato qui più volte, è delizioso e viene servito con fonduta di caciocavallo e guanciale croccante.
Ingredienti per 4 persone:
- 1 kg di "Rape" (foglie di broccoli)
- 500gr di patate
- 1 aglio
- Olio evo q.b.
- Peperoncino q.b.
- Sale q.b.
- Guanciale q.b.
Per la fonduta:
- 500 gr. di panna fresca
- 300 gr. di caciocavallo
- 20 gr. di fecola di patate
Procedimento:
Pulire e successivamente sbollentare le rape e trasferirle in acqua e ghiaccio. Bollire e schiacciare le patate. A parte in una pentola molto capiente mettere abbondante olio evo, l’aglio tritato e il peperoncino. Lasciar rosolare e aggiungere le rape belle strizzate, far insaporire e salare. Aggiungere le patate ed energicamente amalgamare il tutto insaporendo con altro sale se necessario. Servire caldo. Accompagnare con una fonduta al caciocavallo e guarnire con del guanciale croccante e dischi di polenta fritta.
Procedimento per la fonduta:
Mettere a bagnomaria o nel bimby 500 gr. di panna fresca, 300 gr. di caciocavallo e 20 gr. di fecola di patate e portare il tutto a 84c fino a quando il tutto sia ben sciolto e amalgamato.
Una volta pronta la fonduta aggiungerla al nostro “mallone” e guarnire con strisce di guanciale rese croccanti in padella.
Porta Riva Ristorante
Via dei Mulini n.47
Avella (Av)
Tel. 081 510 38 03
Visita la pagina Fb di Porta Riva
Ecco la ricetta per fare la famosa torta mimosa, bella, colorata e buonissima.
Ingredienti:
Per 2 Pan di Spagna:
– Farina 200 g
– Fecola di patate 40 g
– Uova 4 intere ed 6 tuorli
– Zucchero 200 g
Per la crema pasticcera:
– Farina 50 g
– Latte fresco intero 250 ml
– Panna fresca liquida 250 ml
– 7 tuorli
– Mezza bacca di vaniglia
– La buccia di mezzo limone
– Zucchero 180 g
Per la panna montata:
– Panna liquida fresca 200 ml
– Zucchero a velo 20 g
Per la bagna:
– Sciroppo di ananas
Procedimento :
Impastiamo le uova intere e lo zucchero e montiamo gli ingredienti per almeno 10 -15 minuti fino ad ottenere un composto bello spumoso. Aggiungiamo i tuorli e continuiamo a montare per altri 5 minuti. Uniamo al composto la farina e la fecola dopo averle setacciate: amalgamiamole con dolcezza, con dei movimenti che vanno dal basso verso l’alto per far entrare aria nel composto. Versiamo l’impasto in due teglie imburrate ed infarinate e cuociamo in forno statico a 180° per una mezz’oretta.
Una volta cotti, facciamo raffreddare i pan di spagna capovolti su un canovaccio. Intanto prepariamo la crema pasticcera. Versiamo in un tegame il latte, aggiungiamo la panna e portiamo a bollore. In un’altra padella mettiamo lo zucchero, i tuorli, giriamo con un cucchiaio di legno poi aggiungiamo la farina e i semini della bacca di vaniglia, incisa precedentemente. Mescoliamo con un mestolo di legno e poi uniamo il composto di latte e panna. Aggiungiamo la buccia del limone.
Riaccendiamo il fuoco e facciamo addensare, quando vediamo che la crema comincia a bollire, spegniamo il fuoco e versiamo la crema in una teglia larga. Ricopriamo la crema pasticcera con della pellicola trasparente e mettiamola a raffreddare in frigo.
Prepariamo la bagna. Montiamo la panna ben fredda, appena si gonfia uniamo lo zucchero a velo e continuiamo a montare, poi mettiamo tutto in frigo. Quando la crema pasticcera sarà fredda versiamola in una ciotola, lavoriamola con un mestolo e incorporiamo la panna montata, tranne due cucchiaiate che terremo da parte. Puliamo il pan di spagna della parte scura esterna e dividiamo uno dei pan di spagna e ricaviamo da uno di essi tre dischi di uguale spessore, dall’altro tagliamo delle fettine dello spessore di un centimetro che poi taglieremo in 3 striscioline e poi in cubetti.
Ora assembliamo la nostra torta mimosa: prima un disco di pan di spagna che bagniamo con la “bagna” e sul quale mettiamo un velo di panna montata zuccherata. Sopra la panna stendiamo la crema pasticcera mescolata alla panna e quindi sistemiamo sopra il secondo disco di pan di spagna: ripetiamo quindi tutta l’operazione fino a quando non avremo sistemato il terzo disco. Ricopriamo tutta la torta con la crema avanzata. Dopo aver ricoperto tutta la torta con la crema, decoriamo facendo aderire i cubetti alla crema. Una volta terminata, mettiamo la torta in frigo, meglio se coperta per non farla seccare troppo
Uno dei dolci tipici di Carnevale sono le castagnole, golose palline fritte spolverate di zucchero. Noi qui ve le proponiamo nella versione ripiena di golosa crema pasticcera. Occhio alla ricetta!
Ingredienti per 20/22 castagnole:
- 3 uova
- 60 gr di burro
- 250 gr di farina 00
- Zucchero 65 gr.
- Poco più di mezza scorza di limone grattugiata
- 20 gr. di liquore all’anice
- Due pizzichi (piccoli) di sale
- 10 gr. di lievito per dolci
- 1 baccello di vaniglia
- Zucchero per spolverare le castagnole
Per friggere:
- Olio di semi di arachide
Ingredienti per la crema pasticcera:
- 300 gr. di latte
- 3 tuorli d’uovo
- 70 ml di panna liquida
- 1 baccello di vaniglia
- Zucchero 90 gr.
- Maizena 30 gr.
Procedimento:
La prima operazione da fare è preparare il nostro impasto. In una ciotola mescoliamo lo zucchero con i semi di vaniglia, dopo che li avremo liberati dal baccello. Mescoliamo bene ed in modo uniforme, così da distribuire bene la vaniglia. A questo punto uniamo la farina e le uova, cominciano a mescolare energicamente, aggiungiamo la scorza di limone grattugiata, il burro ammorbidito (che potrà così essere lavorato più agevolmente), due pizzichi (scarsi) di sale, il liquore all’anice ed il lievito in polvere per dolci. Cominciamo a mescolare, quando l’impasto sarà più consistente togliamolo dalla nostra ciotola e continuiamo a lavorarlo energicamente a mano su una spianatoia leggermente infarinata. Dovremo lavorarlo per bene fino a quando non sarà bello morbido ma nello stesso tempo compatto. Una volta pronto l’impasto, lasciamolo riposare in un contenitore almeno 40 minuti coperto da una pellicola.
Preparare la crema pasticcera:
Mettiamo sul fuoco un pentolino con il latte, la panna e i semi di vaniglia liberati ed estratti dal baccello scaldiamo (ma attenzione il latte non deve bollire). Mentre il nostro latte è sul fuoco uniamo i rossi allo zucchero ed alla maizena, sbattiamo il tutto per bene. Mescoliamo con cura. Quando il latte sarà quasi a bollore aggiungiamolo al nostro composto di uova e mescoliamo energicamente. Rimettiamo tutto sul fuoco e continuiamo a lavorare con una frusta fino a quando la crema non avrà la giusta consistenza e non si sarà ben addensata. Fatta questa operazione, lasciamo raffreddare a fornello spento. Poi trasferiamola in frigo.
A questo punto l’impasto è pronto e anche la crema pasticcera.
Mettiamo una padella capiente con l’olio che dovrà arrivare a temperatura (sui 180°). Per capire se l’olio è a temperatura giusta possiamo aiutarci con uno stuzzicadenti, buttiamolo nell’olio se vedete che si formano intorno tante bollicine d’aria vuol dire che ci siamo. Prendiamo un po’ di impasto, formiamo un cordoncino e tagliamo tanti piccoli pezzi, formando delle palline. Mettiamole nell’olio e facciamole friggere. Quando saranno belle colorate, togliamole con una schiumarola e facciamole scolare su un foglio. Poi passiamole nello zucchero in un’altra ciotolina mentre sono ancora calde e con un “sac à poche” che avremo riempito con la nostra crema pasticcera farciamo le palline una ad una e serviamole. Le castagnole ripiene sono uno spettacolo !
P.s. Le castagnole si possono farcire a piacere anche con cioccolato, marmellata o crema Chantilly.
Siamo tornati sul luogo del delitto. Eh già, non potevamo far passare altro tempo. La cucina del Ristorante del Borgo, la calda e sincera ospitalità di Pasquale Izzo sono per noi sinonimo di garanzia.
Siamo tornati a distanza di tempo per riprovare la loro cucina in cerca di conferme e per raccontarvi la nostra esperienza. Ma riavvolgiamo il nastro e andiamo per gradi …
Il Ristorante del Borgo si trova nell’antico borgo di Sasso, piccola frazione del comune di Castel di Sasso in provincia di Caserta.
Qui la vita scorre tranquilla, il tempo sembra rallentare. Poche case in pietra, strette e pittoresche viuzze, alcune percorribili solo a piedi, una torre medievale suggestiva, una chiesa. Siamo in posizione dominante, la vista da qui è meravigliosa e di giorno nelle giornate terse e prive di foschia è possibile vedere in lontananza anche l’Isola d’Ischia. Nella piazzetta si trova il ristorante.
Parcheggiamo comodamente a pochi metri dal locale. Entriamo, ci accompagnano al nostro tavolo (prenotato per tempo). Siamo proprio vicino al bel camino. Abbiamo voglia di provare la loro cucina, una cucina della tradizione, leggermente rivisitata con l’uso di splendidi prodotti del territorio (molti a km zero o quasi). Qui c’è la possibilità di riassaporare davvero il gusto della tradizione, con pietanze e sapori difficili da ritrovare nelle grandi città.
Da bere prendiamo una minerale e una bottiglia di “Petronilla”, un vino prodotto da uve Casavecchia, insieme al San Laro sono i due vini prodotti dall’azienda agricola Le Fontanelle. Il Casavecchia Petronilla è un rosso giovane, fruttato, morbido e fresco al palato. Un vino del territorio giustamente tannico, vigoroso, con un’ottima personalità
Petronilla Casavecchia
Un signor vino adatto per accompagnare degnamente l’intero pasto. Diamo un’occhiata al menù, c’è la possibilità di optare per due menù degustazione noi però ordiniamo a la carte. Cominciamo, ordinando un antipasto del Borgo per due. Si aprono le danze. Ecco che arrivano in rapida successione: un tortino ricotta e zucca, molto buono …
Tortino ricotta e zucca
Un tortino patate e cicoria selvatica. A dir poco eccezionale …..
Tortino patate e cicoria selvatica
Un fiore di ricotta (freschissima e profumata) con marmellata di vino rosso.
Fiore di ricotta con marmellata di vino rosso
Ecco una meravigliosa vellutata di ceci con guanciale croccante. Abbiamo apprezzato molto questa proposta. La vellutata è densa, corposa, morbida e che sapore quel guanciale croccante che “cantava” ad ogni morso.
Vellutata di ceci con guanciale croccante
Il nostro antipasto continua senza sosta, mentre sorseggiamo il nostro Casavecchia Petronilla. Arriva una gustosa minestra con verza, scarola, spezzatino di maiale e vitello servita in pagnotta. Veri sapori contadini…
Minestra con verza, scarola, spezzatino di maiale e vitello in pagnotta
Poi ci servono una zuppa di farro e fagioli ….
Zuppa di farro e fagioli
A chiudere il nostro antipasto un classico: la zuppa di cipolle di Alife. Qui dovremmo aprire un capitolo a parte. La zuppa di cipolle gustata al ristorante del Borgo è eccellente: morbida, delicata e avvolgente la cipolla e assolutamente gradevole. La zuppa di cipolle che servono qui al ristorante del Borgo è una ricetta differente rispetto a quella che servono nell’altra struttura di famiglia (Agriturismo Le Fontanelle a Pontelatone), lì prevale il pane e il sapore è più contadino e rustico. Questa (altrettanto buona) ha un sapore più delicato.
Zuppa di cipolle
Dopo questo infinito e gustoso antipasto dove trionfano i sapori contadini del territorio ci aspettano i primi.
Prendiamo un piatto di pappardelle al vino Casavecchia con sugo di cinghiale. Un piatto che ci ha conquistato, ottima la pasta e gustoso il sugo di cinghiale perfettamente marinato. Un piatto che esprime davvero una grande personalità e non a caso è tra i più richiesti. Complimenti.
Pappardelle al vino Casavecchia con sugo di cinghiale
L’altro primo sono i sassolni (gnocchetti) con radicchio, salsiccia di maialino nero e croccante di parmigiano. Altra proposta davvero convincente. Belli da vedere e buonissimi da mangiare. Chapeau !
Sassolni con radicchio salsiccia di maialino nero e croccante di parmigiano
Siamo in piena “trance gastronomica”. Il ristorante del Borgo è rinomato per la sua carne e non possiamo esimerci dal provarla. Ecco una tagliata. Credetemi la carne morbidissima si scioglieva in bocca…
Tagliata
E un buonissimo cosciotto di vitello ai funghi porcini. Come contorno una porzione di patate. Dobbiamo dire che la materia prima è di grande qualità. Ottima davvero la carne.
Cosciotto di vitello ai porcini
Siamo sazi ma non possiamo di certo fermarci, due dolci per chiudere. Una millefoglie scomposta al cioccolato: delicatissima…
Millefoglie scomposta al cioccolato
E una cheesecake cioccolato e pistacchio. A chiudere un caffè e un amaro.
Cheesecake
Per una cena del genere abbiamo pagato poco meno di 70 euro in due comprese le bevande, (la bottiglia di vino è costata12 euro, quindi 58 euro senza vino). Un rapporto qualità prezzo fantastico!
Il Ristorante del Borgo si conferma alla grande, è un riferimento sicuro, un luogo dove ritemprarsi e riassaporare una cucina del territorio sincera, senza orpelli, senza fronzoli, una cucina contadina nell’accezione più nobile e bella del termine ma presentata in una veste moderna.
L’ambiente è accogliente e l’atmosfera invita alla convivialità. Personale cortese, servizio puntuale e preciso. Se poi avrete la fortuna di trovare il patron Pasquale Izzo, saprà guidarvi al meglio da perfetto padrone di casa.
Qui troverete ottimi prodotti del territorio, alcune chicche, dei piatti della tradizione in alcuni casi leggermente rivisitati, una carne eccezionale e quella pace che solo un borgo come Sasso può regalarvi. Al ristorante del Borgo si viene apposta anche perché la frazione di Sasso (comune di Castel di Sasso) è un po’ fuori dai flussi turistici tradizionali. La strada almeno la prima volta sembra quasi indurre a pensare: ma dove stiamo andando? Eppure, arrivati lì vi si schiuderà un tesoro di sapori, una cucina genuina e una cordialità di altri tempi. Tappa obbligata. Consigliatissimo, parola dei Templari del Gusto!
Ristorante Del Borgo
Piazzetta San Biagio n. 7
Castel di Sasso (Ce)
Tel : 0823 87 80 51 – 347 29 26 204 – 340 51 42 579
Visita il sito web del ristorante del Borgo