Dolci

Le Seadas o Sebadas sarde Le Seadas o Sebadas sarde © I Templari del Gusto

Le Seadas o Sebadas sarde (dolce tipico)

Ecco la ricetta delle Seadas o Sebadas, dolci tipici della tradizione sarda e tipica in particolare del nuorese. Un omaggio ad una regione meravigliosa come la Sardegna

Quella che vi propongo è una ricetta alla quale sono particolarmente affezionata.
Perché mi riporta alla mente tanti ricordi e affetti. Mi rivedo bambina accanto a mia madre, nuorese doc, chemi spiegava come si preparano le seadas.  Rivedo quei gesti, quella sapienza delle mani, quell’esperienza che contribuivano a rendere unico e speciale questo dolce tipico della Sardegna.
Una sorta di “raviolone” fritto farcito di formaggio da accompagnare rigorosamente con miele di corbezzolo, dalla tipica nota amarognola, e di castagno, dal gusto intenso.
Va detto che c’è chi non disdegna una generosa spolverata di zucchero per creare il contrasto dolce con il sapido del formaggio.
Per fare le seadad, o sebadas, la ricetta è semplice ma c'è qualche accorgimento da seguire.
Premetto che si possono realizzare sia con il formaggio “crudo” (basterà grattugiarlo) sia con il formaggio cotto e quindi lavorato.
Questa che vi propongo è la ricetta con il formaggio cotto, esattamente come la faceva mia madre.

Seadas - Dolce tipico Sardo

Ingredienti
Per la “pasta violada”:  
- 500 gr  semola di grano duro
- 3 cucchiai di strutto
- un pizzico di sale
- un bicchiere di acqua tiepida  (qb). 

Ripieno:
- 400 gr di  formaggio fresco, meglio se di pecora (primo sale)
- 20 gr di semola rimacinata di grano duro
- La scorza di un limone
- 100 gr di acqua

Per friggere:
- olio evo

Per condire:
- Miele di castagno o corbezzolo (qb)

Seadas con Miele

Preparazione:
Preparate la pasta  mischiando semola e strutto, aggiungete acqua q.b., fino ad ottenere una pasta liscia e morbida che farete riposare per almeno mezz’ora.
Passiamo ora al formaggio. Come detto, questa è la  ricetta con il formaggio cotto.
Tagliatelo a dadini e ponetelo in una ciotola, coperto da un canovaccio, per qualche giorno. Con tre o quattro giorni di stagionatura diventerà più acido e fonderà meglio.
Per capire quando è pronto, basta prendere un dadino di formaggio e passalo sulla fiamma. Se fila, è fatta.

In un tegame capiente ponete il formaggio con la scorza di un limone (o di un 'arancia se preferite), acqua e un pizzico di sale, fatelo sciogliere a fiamma dolce. Se l’impasto risulta acquoso aggiungete la semola.

A questo punto, rovesciatelo su una base inumidita (una teglia da forno andrà benissimo) e create con l’aiuto di un coppapasta le formine che saranno il cuore delle vostre seadas.
Lasciate raffreddare.
Per la dimensione consiglio un diametro di circa 6/7 cm, ma in realtà potete farli anche molto più grandi o più piccoli, in versione, finger food.
Prendete l’impasto e stendetelo finemente. Tagliate dei dischi e ponete al centro il formaggio. Ricoprite e chiudete avendo cura di eliminare l’aria premendo bene i bordi.
Taglia con l’aiuto della rotella.
In una capiente padella friggete le vostre seadas in abbondante olio evo e condite a piacere. Miele o zucchero.
Nel caso non voleste cuocere il formaggio, basterà grattuggiato e metterne una generosa cucchiaiata al centro del dischetto di pasta.

Seadas - Presentazione

Buon appetito!

Ultima modifica il Mercoledì, 23 Ottobre 2019 13:24
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Mariele Floris

Sono una giornalista con una autentica, sfrenata passione per la buona tavola. Da più di dieci anni vivo a Roma, ma dalla mia amata Sardegna ho portato con me l’amore per il mare, il vento, la genuinità e quei sapori della tradizione che cerco di riproporre sempre nei miei piatti. Onnivora e alla continua ricerca di eccellenza eno-grastronimiche, la mia curiosità mi spinge a cercare luoghi dove assaggiare piatti tradizionali e innovativi in ambienti che ben accompagnino un viaggio attraverso sapori nuovi. Da buon sagittario ho un’inesauribile voglia di viaggiare, che siano borghi italiani, capitali europee , mete esotiche…la valigia è sempre pronta! Perché la vita è un’avventura, che adesso continua con i Templari del Gusto.

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