E’ Domenica, siamo in giro nella zona del baianese. Per il nostro pranzo abbiamo deciso di ritornare in un ristorante già visitato due mesi fa e che ci ha davvero colpito: Porta Riva. Siamo in cerca di conferme, l’occasione è propizia.
Abbiamo prenotato senza problemi il nostro tavolo da due. Arriviamo e parcheggiamo agevolmente l’auto nell'ampio parcheggio privato. E’ una bella giornata di sole, fredda ma il cielo è limpido. Di giorno da qui si può godere di una vista davvero niente male. Siamo nella zona alta di Avella. Ci accoglie la gentilissima padrona di casa Michela che ci accompagna al nostro tavolo, con vista su una graziosa cascatella. Come sempre diamo un’occhiata al menù e ordiniamo. Da bere una minerale e una bottiglia di aglianico irpino delle Cantine Di Marzo. Un buon aglianico irpino.
Ci servono uno stuzziacante entreé : lollipop di salmone e piscacchio da intingere in una fonduta di caciocavallo locale. Proposta originale e riuscitissima. Che profumo quella fonduta di caciocavallo!
Lollipop di salmone e pistacchio in fonduta di caciocavallo
Ordiniamo come antipasto quello per noi qui è ormai una piacevole consuetudine: il mallone avellinese. Un mantecato di cime di rapa e patate, servito con pancetta croccante su colatura di caciocavallo irpino con dischi di polenta fritta. Cari amici le immagini amici parlano da sole. Piatto a dir poco meraviglioso, gustoso il mallone, fantastico l’abbinamento con la fonduta e interessante la nota croccante della pancetta. Abbiamo fatto centro. Ottima scelta.
Mallone avellinese con pancetta e colatura di Caciocavallo
Tra una chiacchiera e l’altra arrivano i primi che abbiamo ordinato: tagliolini all’uovo con burro di Normandia, pecorino e tartufo irpino. Delicati, equilibrati. Piatto riuscitissimo.
Tagliolini alluovo con burro di Normandia pecorino e tartufo irpino
L’altro primo è il classico piatto della Domenica, degli scrigni ripieni di cacio e pepe con ragù di salsiccia e scaglie di caciocavallo podolico. Altro piatto goloso, eseguito benissimo e che idea gli scrigni di cacio e pepe.
Scrigno di cacio e pepe con ragù di salsiccia e caciocavallo
Prima dei secondi passa a salutarci Michela Spoletta per assicurarsi che tutto stia andando per il meglio. La risposta non può che essere affermativa!
Ma il ritmo ormai è incalzante...
Ecco una entrecote di scottona Prussiana con porcini del partenio, rucola e scaglie di caciocavallo podolico. Fantastica la carne, cotta perfettamente, commovente il connubio con i porcini.
Entrecote di scottona prussiana con porcini del partenio rucola e scaglie di caciocavallo
L’altro secondo è da applausi un filetto di maialino nero irpino che si scioglieva in bocca servito con la scarola saltata con le noci, purea di mela annurca (con la carne di maiale ci sta da Dio) e polvere di caffè. Secondo piatto eccellente. Chapeau!
Filetto di maialino nero irpino, scarola saltata e purea di mele annurche e polvere di caffè
Come contorno abbiamo preso una padella di patate e porcini. Ottimi davvero.
Patate e porcini
A dire il vero siamo sazi ma lo chef Andrea Pagano ci vizia con un pre-dessert: mousse di castagne e amaretti. Deliziosa. La accompagniamo con due grappe barricate.
Mousse di castagne e amaretti
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 70 euro in due. Un rapporto qualità prezzo corretto.
Siamo tornati con piacere da Porta Riva. La prima volta ci era piaciuto molto adesso se possibile ancora di più. E’ stata una grandissima conferma. Il locale è grande, luminoso, arredato con gusto, ti trasmette una sensazione di familiarità. Ci si sente a casa in pratica. Semplice ma d’effetto la mise en place. Il servizio è puntuale e attento. Fantastica l’accoglienza di Michela, davvero un’ottima padrona di casa che cura la sua “creatura” con passione, amore e grande impegno.
A costo di ripeterci dobbiamo dire che il valore aggiunto di questo ristorante è lo chef Andrea Pagano. Sentirete molto parlare di lui semplicemente perché merita, ha talento e ha dalla sua un'umiltà senza pari. La sua è una cucina di livello che riesce a valorizzare alla perfezione i prodotti del territorio, le sue proposte che possono sembrare semplici denotano invece una spiccata personalità. Direi che la sua cucina è il giusto mix tra tradizione, innovazione e creatività. Il servizio è preciso e professionale. Molto buono poi il rapporto qualità prezzo. Porta Riva ad Avella è un indirizzo da segnare in agenda senza “se” e senza “ma”.. Cosa aspettate? Andateci e ci darete ragione. Parola dei Templari del Gusto.
Porta Riva Ristorante
Via dei Mulini n.47
Avella (Av)
Tel. 081 510 38 03
Visita la pagina Fb di Porta Riva
Ho scoperto questo ristorante grazie al consiglio di alcuni colleghi amanti del buon cibo e sempre alla ricerca di nuovi posti da visitare. Vi dico subito che questo è uno di quei locali che si possono definire “alla moda” ma anche di grande sostanza. Fuoco è situato nel cuore del quartiere Prati, a due passi da Piazza Cavour, ed è il posto ideale dove trascorrere una serata tra amici o in famiglia. Il menù proposto è infatti di quelli che offrono grande scelta, capace di soddisfare veri e propri carnivori quanto vegetariani. Troverete la cucina romana, ma anche quella europea.
Il clima avvolgente, l’atmosfera calda di questo ristorante dove il personale ha sempre il sorriso (dettaglio per me di grande importanza ma per niente scontato) ha accompagnato la nostra serata. Nonostante il locale fosse pieno (la prenotazione è d’obbligo) non c’era quel frastuono che impedisce di ascoltare i propri pensieri. Altro punto a favore. Abbiamo iniziato dal settore “fritti”, con una tempura di gamberi. Eccellente nella sua croccantezza, esaltata dalla salsa tartara.
Veniamo ai primi. I tonnarelli cacio e pepe, un must della cucina romana, sono stati reinventati con limone e gamberoni. Un accostamento che può sembrare azzardato, ma solo sulla carta perché la nota fresca e acidula del limone conferisce una marcia in più al piatto.
Tonnarelli cacio e pepe con limone e gamberoni
Cremose al punto giunto, anche le fettuccine di kamut con baccalà, pomodorini e olive nere hanno superato a pieni voti la prova degustazione.
Fettuccine di kamut con baccalà pomodorini e olive nere
Fuoco è famoso anche per la sua carne, tutta proveniente dalla storica macelleria Annibale di via di Ripetta (i romani, ma non solo loro, la conoscono bene e sanno che propone solo carni pregiate). Da provare sicuramente la tartare di filetto di manzo danese. Può essere un antipasto ma anche un secondo piatto.
Tartare di filetto di manzo danese
Merita anche la cantina di pregio a disposizione, con vini (anche al calice), birre e cocktails per tutti i gusti. Noi abbiamo scelto un rosso, il Montecorna Valpolicella Ripasso Classico Superiore 2016 Linea Remo Farina.
Per chiudere, dalla carta dei dolci: consiglio vivamente i biscotti della casa accompagnati dalla crema pasticciera (più che sufficienti per 2 persone).
Biscotti della casa con crema pasticciera
Da non perdere il meraviglioso tiramisù.
Tiramisù
In 3 abbiamo speso 106 euro. Un prezzo più che corretto e commisurato alla qualità del menù. In definitiva un posto decisamente da provare! Fidatevi di noi...
Fuoco. bere - dolce - salato
Via Cicerone n.34
Roma
Tel. 06 3236983
Accetta carte di credito: SI
Orario 12.00 – 02.00
Prezzo medio
Facciamo tappa a Cimitile, cittadina dell’agro nolano nota per le Basiliche paleocristiane. Qui c’è il posticino che abbiamo scelto per la nostra cena: Bocca di Bacco. Arrivare qui non è affatto complicato anche se il ristorante si trova in una stradina non visibilissima. Siamo comunque in una zona centrale.
Parcheggiamo l’auto a pochissimi metri dal locale. Entriamo, veniamo accolti con grande garbo, ci accompagnano al nostro tavolo. L’interno è gradevole, curato, volutamente minimal. Sobria la mise en place. Da bere una minerale e due calici di Negroamaro Salento rosso dell’azienda i Buongiorno, un vino persistente, con intriganti sentori di spezie e frutti rossi. Davvero eccellente.
Negramaro dell'azienda I Buongiorno
Diamo un’occhiata al menù e decidiamo subito di ordinare un antipasto. Prima ci servono uno stuzzicante benvenuto: bon bon di ricotta con panatura allo zafferano. Deliziosa….
Bon Bon di ricotta con panatura di zafferano
Ecco la prima uscita che consiste in tutta una serie di proposte, alcune finger food, ideate dal bravissimo chef Stefano borrelli. Cominciano le danze ci servono uno stracotto di black angus con crema di peperoni, davvero un connubio riuscitissimo, parmigiana all’ortolana con crema di provola (delicatissima), e un commovente gateau di patate con pere e zenzero. Siamo di fronte a proposte originali e ben presentate.
Prima proposta di antipasti
L’antipasto non finisce certo qui, ci servono un piatto con una frittatina di funghi con emulsione di ortiche, dal sapore deciso e intenso, riso venere con crema di pistacchi (ottimo abbinamento), un morbidissimo flan di carciofi con salvia, e del saporito formaggio in crosta di sesamo e speck. Anche queste proposte ci hanno convinto denotando grande sapienza da parte dello chef. La nostra cena procede alla grande.
Seconda uscita di antipasti
Altra sorpresa, arriva un vol-au-vent di polenta bianca dei monti bellunesi macinata a pietra con uno squisito ragù di cinghiale macerato al ginepro. Chapeau!
Vol au vent di polenta con ragù di cinghiale
Decidiamo di degustare un primo piatto e optiamo per uno dei primi più richiesti: panciotti con melanzane e provola con melanzane e pomodoro San Marzano. Eccellenti…. E che sapore suadente quel sughetto!
Panciotti con provola e melanzana con melanzane e pomodoro San Marzano
Bocca di Bacco è rinomata per la carne, potevamo non assaggiarne un po’? Rimediamo al volo..Decido di gustare un morbidissimo maialino nero casertano aromatizzato alla brace. Da svenimento, la carne era bella compatta, profumata, tenera, con una quantità di grasso un po’ più alta della media ma comunque l’effetto è stato gradevolissimo.
Maialino nero aromatizzato alla brace
Accompagniamo la carne con delle meravigliose patate al forno.
Patate al forno
Passa a salutarci al tavolo il padrone di casa Onofrio Dennetta, vero motore della Bocca di Bacco, appassionato, preparato, ci racconta la storia del suo locale che propone una cucina di livello con un’attenzione maniacale in particolare alle carni tutte eccellenti e selezionate. Ci racconta anche del Bed and Breakfast che si trova al primo piano sopra il ristorante.
Chiudiamo in dolcezza e prendiamo un dolce in due. Lo chef Stefano Borrelli ci fa degustare il suo “vulcano buono” nella versione natalizia. Una dolce riproduzione di un alberello di Natale: cono di cioccolato extrafondente con ripieno di stracciatella, sbriciolata di meringa, e cioccolato. Io accompagno il dolce con un bel Rum Don Papa.
Il dessert proposto dallo chef Stefano Borrelli
Chiediamo i l conto e paghiamo per la nostra cena 70 euro in due. Rapporto qualità prezzo corretto se consideriamo la qualità delle materie prime utilizzate e il livello delle proposte.
Bocca di Bacco a Cimitile è un ristorante imperdibile. Qui potete gustare una cucina di livello, ottimi antipasti, originali proposte capaci di valorizzare le verdure e i prodotti di stagione, interessanti primi ma il pezzo forte del locale è la carne. Bocca di Bacco è rinomato per l’ottima carne, qui trovate i migliori tagli italiani e stranieri, carni selezionate. Dall’angus argentino al black angus americano, dal Kobe al maialino iberico, dalla manzetta prussiana al maialino nero casertano ma trovate anche carni insolite come il filetto di cammello, di canguro, di renna, di zebra, di struzzo. Il valore aggiunto è lo chef Stefano Borrelli, un vero talento, la sua cucina è senza fronzoli, ottima tecnica di base e la giusta dose di creatività. Il servizio è preciso e professionale. Buona e fornita la carta dei vini, corretto il rapporto qualità prezzo. Cosa aspettate a farci un salto? Garantiamo noi…..
Bocca di Bacco
Via Croce n.15
Cimitile (Na)
Tel. 320 888 1306
Visita il sito web della Bocca di Bacco
L'atmosfera delle antiche taverne partenopee in terra Irpina.
E’ una bella Domenica autunnale, c’è il sole, il clima è frizzantino, siamo ad Atriplada, centro a pochissimi Km da Avellino. Proprio qui in posizione centralissima sulla Via Appia (proprio di fronte alla clinica Santa Rita) c’è un indirizzo che conosciamo bene: la Via delle Taverne. A distanza di qualche anno siamo tornati per provare nuovamente la loro cucina. Parcheggiamo l’auto agevolmente a pochi metri dal locale. Dall’esterno non si può immaginare cosa si troverà all’interno. Varcato l’ingresso ci si immerge in un altro mondo. Sembra di tornare indietro nel tempo: legno, ferro, pietra, colori caldi, una sorta di corridoio con una serie di salette (le Taverne), e una grande sala in fondo sulla sinistra. Molto caratteristiche le “Taverne”, l’idea è quella di riproporre l’atmosfera della Napoli del settecento, con questi ambienti separati che danno l’idea di spazi ideali per chi oltre all’esperienza di gusto desidera privacy e tranquillità.
Anche il menù parla “napoletano”: tante proposte di stampo partenopeo, dalla parmigiana di melanzane, alle alici ripiene, dalla genovese, ai mitici vermicelli alla scammaro (con olive, acciughe, capperi, pinoli e uvetta), alla pasta e fagioli alla pasta e patate con la provola, tanto per citarne qualcuna.
Ci sono quindi tanti piatti della tradizione partenopea ed alcune proposte mutuate dalla cucina borbonica e dalle ricette di Vincenzo Corrado, grande gastronomo del ‘700, uomo di cultura e cuoco che scrisse la “cucina mediterranea”, valorizzando la cucina tradizionale e regionale italiana. Ci sono tante proposte molto interessanti.
Intanto passa a salutarci il padrone di casa Francesco Pedace, instancabile, appassionato, sempre pronto a consigliare e spiegare proposte, prodotti e menù.
Da bere una minerale e due calici di aglianico Racemus di Giovanni Molettieri, un bel vino rosso, giustamente tannico, corposo, di un bel colore rosso rubino e sentori di frutti rossi. Perfetto per accompagnare il nostro pranzo.
Prendiamo un antipasto con sei pezzi: una parmigiana, un colì con carne di vitello e carciofi in cestino di pasta sfoglia, una alice ripiena di ricotta pecorino e basilico (ottima) e i tre involtini, quello di melanzana con ricotta, mandorle, zucchero e cannella, quello di peperoni con purea di ceci, e quello di zucchine con tonno e mandorle.
Antipasto - Parmigiana, colì di carne e carciofi, alice ripiena e tre involtini
Prendiamo un altro assaggio di colì visto che abbiamo gradito molto. Arrivano i primi: dei commoventi paccheri lardiati, con basilico, passata con pomodorini, lardo e guanciale di nero. Semplicemente perfetti, delicati, equilibrati, profumati, con quel sughetto che mi ha costretto alla scarpetta.
Paccheri lardiati
E un piatto di fusilli (Voiello) con peperoni, peperoni, burrata e pesto. Una proposta (ideata da loro) davvero intrigante.
Fusilli con peperoni burrata e pesto
Il nostro pranzo della Domenica scorre via piacevolmente, il locale è pieno ma il servizio è comunque celere. Ecco i nostri secondi.
Una fricassea di pollastro con insalata su purè di patate, ricetta antica molto particolare. Delicata la carne di pollo cotta nel brodo, con cipolle, patate e carote.
Fricassea di Pollo
Per l’altro secondo ho optato per un classico: le polpette della nonna. Semplicemente divine. A partire dalla grandezza (sono belle grandi!), prima fritte e poi tuffate in un ragù che cuoce ben 10 ore. Questo piatto mi ha commosso ricordandomi la cucina di mamma e di nonna e che meraviglia quel ragù, fatto come si faceva una volta! Profumato, denso.... Sono stato costretto nuovamente alla scarpetta ! (Sigh, sigh..).
Polpette della nonna
Come contorno i tradizionali friarielli napoletani saltati in padella e belli piccanti.
Friarielli saltati in padella
Siamo sazi, saltiamo il dessert e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo 65 euro in due , davvero un fantastico rapporto qualità – prezzo. Bisogna sottolineare una cosa che ci è piaciuta molto: i prezzi sul menù non riservano sorprese, nel senso che qui la somma dei prezzi dei piatti scelti equivale al totale del conto che andrete a pagare, quindi il pane, il coperto, l'acqua così come a fine pasto, il caffè o l'amaro non hanno costi ulteriori ma sono compresi nel prezzo dei singoli piatti scelti. Una scelta lodevole fatta nell'interesse del cliente. Andiamo via davvero sofddisfatti.
La Via delle Taverne ad Atripalda è un indirizzo sicuro. Qui trovate anzitutto un locale molto particolare, la location è caratteristica, suggestiva e ripropone un po’ l’atmosfera delle antiche taverne napoletane del 700, la cucina naturalmente guarda alle tradizioni partenopee, ci cono anche antiche ricette borboniche e piatti mutuati dalle ricette del gastronomo Vincenzo Corrado. Le proposte sono di livello, ottimi i prodotti e le materie prime utilizzate. Il resto lo fa Francesco Pedace, vulcanico ingegnere partenopeo, appassionato di cucina e storia che qui da qualche anno ha realizzato il suo sogno: dare vita ad un locale unico nel suo genere e capace di regalare emozioni. Da provare e riprovare… Garantiamo noi.
La Via delle Taverne
Via Teodoro Mommsen, n. 11/13
Atripalda (Av)
Tel. 0825 622564
Visita la pagina facebook della Via delle Taverne
E’ un Sabato autunnale ma baciato dal sole, siamo in Irpinia, abbiamo scelto per pranzo di tornare dopo un pò alla Corte dei Filangieri. Siamo a Candida, borgo ad una decina di Km da Avellino, siamo a poco meno di 600 metri di altitudine. Ci si arriva facilmente sia da Avellino Est che Avellino Ovest con uscita sull’ofantina. Candida ha una storia antichissima e per molti anni fu feudo dei Filangieri, grazie alla grande considerazione che questi avevano presso la corte di Federico II, Candida divenne universitas e conobbe anni di splendore e sviluppo sia economico sia demografico. Il nome del ristorante richiama appunto la nobile famiglia dei Filangieri. Siamo all’inizio del centro storico del paese, in prossimità della piazza.
La Corte dei Filangieri. Candida (Av) - Insegna locale
Parcheggiamo l’auto a pochi metri dal locale ed entriamo. L’impatto è notevole. Il locale si trova in una cantina del ‘700, c’è la bella pietra viva bene in vista, un mix di rustico ed antico, oggetti antichi di vita contadina e quotidiana alle pareti. Luce soffusa, bella e gradevole musica di sottofondo.
La Corte dei Filangieri. Candida (Av) - Particolare della Sala
L’atmosfera è davvero piacevole. Ci accomodiamo e ci servono il menù. Per una precisa scelta, ci sono poche portate. Pochi piatti ma strettamente legati al territorio. Trionfa sua maestà il baccalà, ma ci sono anche le carni, i formaggi locali, i salumi, la pasta tirata a mano. Insomma qui c’è la vera cucina del territorio, senza compromessi.
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Aglianico di Salvatore Molettieri. Un rosso corposo, di personalità, giustamente tannico e perfetto per accompagnare il nostro pranzo. Cominciamo con l’antipasto. Arriva un piccolo tagliere con capocollo locale, caciocavallo podolico e salame “pezzente” di Veticano. Accompagnati con una focaccia di frumento di riso e mais.
Il Tagliere
Ecco una fantastica zuppa di fagioli quarantini di Voluturara Irpina, presidio Slow food (chiamati così per la durata del loro ciclo di maturazione) e castagne. Chapeau!
Zuppa di fagioli quarantini di Voluturara irpina e castagne
Optiamo poi per un must della zona: il mallone, rape e patate accompagnati dal tartufo. Piatto eseguito benissimo. Siamo nel pieno della tradizione.
Rape e patare con tartufo
Finito qui l’antipasto? No, no…. Ecco un meraviglioso baccalà con insalata di rinforzo. Goduria….
Baccalà e insalata di rinforzo
Il nostro pranzo fila via che è una bellezza. L’ambiente raffinato ma rustico nel contempo invita alla convivialità. L’atmosfera è davvero piacevole, e apprezziamo anche il sottofondo musicale. Intanto ecco che arrivano i primi..
Una puttanesca di baccalà: ziti spezzati, pomodoro San Marzano, baccalà, olive e capperi. Un piatto che ci ha convinto, davvero ben fatto. Cottura della pasta perfetta, e quel sugo cos’era! E che profumo …
Puttanesca di baccalà
E degli spaghetti aglio, olio, peperoncino, granella di nocciola e pan grattato. Un piatto davvero ben eseguito. Buonissimi!
Spaghetti quadrati aglio olio peperoncino granella di nocciole e pan grattato
Intanto esce a salutarci lo chef, bravissimo, che ci racconta un po’ quella che è la sua filosofia di cucina: riproporre i piatti del territorio, quelli della tradizione contadina locale, fatti con materie prime fresche e selezionate. Le migliori carni irpine ricercate, i prodotti dell’orto, i salumi locali e i formaggi con su tutti sua maestà il pecorino Carmasciano, il baccalà. Insomma un vero “santuario della cucina territoriale contadina”.
Dopo un po’ arriva il secondo: baccalà alla “pertecaregna” . Tradizione irpina pura... Poesia… La nostra è stata proprio un’ottima scelta.
Baccalà alla pertecaregna
Non possiamo chiudere il nostro pranzo senza un dessert e allora optiamo per un “castagnaccio”. Delicatissimo...
Castagnaccio
E la mitica “coviglia”, (semifreddo alla nocciola), accompagniamo il dolce con del barolo chinato.
Coviglia semifreddo alla nocciola
Chiediamo il conto e per il nostro pranzo paghiamo 60 euro in due. Davvero un ottimo rapporto qualità-prezzo.
La Corte dei Filangieri si conferma come un indirizzo sicuro, la creatura di Antonio Pertillo continua a crescere e va avanti non tradendo quelli che sono i suoi principi: qualità, tradizione ed attenzione maniacale alla scelta delle materie prime. Mauro Reda in cucina è il valore aggiunto. E’ un grande talento ed ha la capacità innata di dare un’anima moderna agli antichi piatti della tradizione contadina. Grazie alla sue sapienti “mani” il mallone, la trippa e fagioli, i mugnatielli, il baccalà in tutte le sue declinazioni, le zuppe, le paste fatte a mano, si vestono di una luce nuova, “moderna” senza dimenticarsi però della loro origine e della loro storia. E’ questa la forza della Corte dei Filangieri: la ricerca, la difesa, il culto della tradizione a tavola, senza compromessi. Una scelta che alla lunga paga. Chi viene qui sa cosa troverà e per cosa ritornerà, una grande cucina del territorio, ben eseguita con spunti di modernità e creatività. Il servizio è preciso e veloce. Il rapporto qualità-prezzo è ottimo.
E’ un indirizzo da segnare in agenda senza “se” e senza “ma”. Garanzia.
La Corte dei Filangieri
Via Fontanelle n.4
Candida (Av)
Tel. 0825 986414
Visita il sito web della Corte dei Filangieri
La cucina di Gegè Mangano, talentuoso, vulcanico, creativo.
Siamo a Monte sant’Angelo, una delle perle del Gargano situata su uno sperone di roccia in bella posizione panoramica ad oltre 800 metri sul livello del mare da cui si ammira ad ovest il Tavoliere e a sud il mare e Manfredonia.
Monte Sant’Angelo è un centro dalla storia antichissima con il meraviglioso Santuario di San Michele Arcangelo (patrimonio UNESCO), uno dei luoghi più importanti della cristianità meta di pellegrinaggi e visitato da centinaia di migliaia di fedeli ogni anno. Con un pittoresco centro storico, il Rione Junno caratterizzato dalle sue casette bianche tutte uguali, con i caratteristici comignoli e strette le une vicine alle altre quasi ad abbracciarsi. Un’altra cosa da non perdere è il castello Normanno – Svevo che dall’alto domina il borgo. Qui sono passati in tanti: i Bizantini, i Longobardi, i Saraceni, i Normanni e ciascuno ha lasciato una sua eredità, una sua traccia che è arrivata fino ai giorni nostri.
In questo angolo meraviglioso del Gargano, in questo borgo sospeso tra storia, tradizioni e modernità ha creato la sua oasi Gegè Mangano. Monte Sant’Angelo è il suo paese di origine e qui lui ha realizzato il suo sogno: Li Jalantuùmene è molto di più di un ristorante, oserei dire che è una filosofia, un modus vivendi, un’esperienza dei sensi a 360 gradi. Siamo in Piazza de Galganis nel cuore del centro storico, a due passi dalla Chiesa della Santissima Trinità, che appartenne alle monache clarisse che la fondarono nel Quattrocento.
Qui c’è il ristorante, e qui c’è anche Casa Li Jalantuùmene: 4 stanze e 8 posti letto per chi volesse godersi un soggiorno in questo borgo incantato in ambienti sobri, raffinati, coccolati con una mitica colazione di fatta con le bontà e i prodotti locali.
Abbiamo prenotato il nostro tavolo. Siamo in 3. Arriviamo e ci accomodiamo all’esterno, (per fortuna la Domenica di Ottobre è ancora mite). All’interno il locale è piccolo, raccolto, intimo, raffinato. Colpisce poi il balconcino con tavolo da due posti ideale per un pranzo o una cena romantica. Ci accoglie la signora Anna (detta Ninnì’), la moglie di Gegè. Poco dopo passa a salutarci lui. Conoscevamo già Gegè, lo avevamo visto all’opera in diverse occasioni e ammirato più volte in Tv. Vulcanico, loquace, arguto, è un vero “istrione garganico”, con la battuta sempre pronta e una simpatia contagiosa.
Li Jalantuùmmene. Monte Sant'Angelo (Fg)
Diamo un’occhiata al menù, c’è la possibilità di ordinare “a la carte”, oppure di optare per un interessante menù degustazione di 4 portate (costo 35 euro bevande escluse). Ci affidiamo a lui ed aspettiamo incuriositi. Intanto da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Nero di Troia Torre del Falco dell’azienda Torrevento, un vino IGT che fa affinamento solo in acciaio e bottiglia, ottimo, dal gusto pieno, con sentore di cuoio e frutti rossi, bello corposo, di un bel colore rosso rubino.
Nero di Troia Torre del Falco dell'azienda Torrevento
Intanto ci arriva un graditissimo entreé: rivisitazione di pane e pomodoro, semplicità e bontà. L’ottimo pane di Monte Sant’Angelo, pomodori locali e l’olio prodotto da Gegè. Buonissimo..
Pane e pomodoro
Dopo poco arriva il primo antipasto: pane fritto con friarielli, pomodoro, caprino e salsa di vincotto di fichi. Meraviglioso. Anche qui da notare come gli ingredienti si percepiscano tutti a creare una perfetta armonia, i sapori del territorio, della campagna esaltati con maestria.
Pane fritto con friarielli pomodoro e scaglie di caprino eslsa di vincotto di fichi
Ecco poi una vellutata di “mugnoli”(un raro ortaggio chiamato anche “cavolo povero” con le cime e un’infiorescenza simile a quella delle cime di rapa) con una mousse di ricottina di podolica, pepe rosa in grani e l’olio di Gegè. Una poesia, delicata, avvolgente.
Vellutata di mugnoli con una mousse di vacca podolica pepe rosa in grani e l'olio di Gegè
Siamo davvero soddisfatti, ma siamo curiosi di scoprire il resto del nostro pranzo e le altre proposte. Arriva il primo assaggio di primo: ravioli ripieni di ricotta di podolica con bottarga di muggine. Interessante il contrasto tra il gusto delicato dei ravioli ed il sapore deciso, intenso, sapido della bottarga.
Ravioli ripienidi ricotta di podolica con la bottarga di muggine
Ci servono la seconda proposta di primo: paccheri di Gragnano (del Pastificio dei Campi) con crema di friarielli, mandorle tostate e peperone crusco. Anche qui siamo di fronte ad un piatto eseguito a regola d’arte, pressoché perfetta la cottura della pasta, delicata la crema di friarielli, interessante la nota croccante data dalle mandorle e dal peperone crusco.
Paccheri con crema di friarielli mandorle tostate e peperone crusco
Ritorna da noi lo chef per assicurarsi che tutto proceda per il meglio. Saremmo quasi tentati di fermarci ma non possiamo esimerci dall’assaggiare il secondo.
Optiamo per una guancia di maialino da latte con patate al rosmarino e funghi cardoncelli. La carne era tenerissima e quasi si scioglieva in bocca, divino l’abbinamento con le patate e i funghi cardoncelli. Gran piatto.
Guancia di maialino da latte con patate al rosmarino e funghi cardoncelli
Per pulire e rinfrescare il palato ci servono una sorta di macedonia con frutta e ortaggi.
Piccola macedonia di frutta e ortaggi
"Dulcis in fundo" (è il caso di dirlo), ecco una panacea di ricotta di podolica, con sbriciolo di biscotto alla cannella e salsa all’aleatico, un dolce delicato, suadente, degna chiusura di un pranzo da ricordare. Accompagniamo il dessert con un notevole Rum della Martinica a seguire un caffè.
Panacea di ricotta con sbriciolo di biscotti alla cannella e salsa di aleatico
Chiediamo il conto e per il nostro pranzo paghiamo poco meno di 60 euro a testa . Va detto che il costo medio di un pranzo o cena oscilla tra i 45 e i 60 euro più il vino, costo direi più che adeguato al contesto, alla proposta di cucina ed alla qualità delle materie prime utilizzate.
A fine pranzo Gegè ritorna da noi e ci racconta un po’ la sua storia incredibile, i suoi viaggi, le sue esperienze, (quasi da sceneggiatura, da film, chissà che Gegè non ci pensi prima o poi…).
Poi ci fa visitare una camera del suo B&B (Casa Li Jalantuùmene) e la novità della Vineria – Bistrot il Mò Wine che si trova a pochi passi dal ristorante e che apre di sera per accontentare un’altra fetta di pubblico che vuole magari cenare qualcosa e abbinare un buon calice o comunque bere in compagnia di amici. Qui si possono acquistare anche prodotti del territorio (pasta, vino, olio) e gadget (dalle t-shirt ai grembiuli da cucina e tanto altro) ideati da Gegè.
Li Jalantuùmene è una tappa imperdibile, qui potrete vivere un’esperienza dei sensi ed abbandonarvi ai sapori del territorio sapientemente miscelati da Gegè Mangano: talentuoso, vulcanico, creativo.
Il suo sogno fin da ragazzo era quella casetta abbandonata nel centro storico, dove oggi è nata Casa Li Jalantuùmene gestita da tutta la famiglia con passione e rispetto per gli ospiti. Il ristorante poi è una bomboniera, una chicca. Un luogo per molti ma non per tutti nel senso che chi viene qui, sa quello che troverà: una cucina capace di valorizzare in pieno i prodotti del territorio partendo dalle radici contadine. Dietro ogni piatto c’è ricerca, studio delle materie prime, grande tecnica e “anima”. Quello che adoro quando provo la cucina di uno chef è percepire la sua “anima”, la sua personalità. Non basta solo la tecnica e non tutti ne sono capaci. Gegè Mangano invece ci riesce in pieno trasmettendo con le sue proposte emozione vera. Il resto poi lo fa la sua travolgente simpatia. Li Jalantuùmene, da provare e riprovare. Garantiamo noi …
Li Jalantuùmene
Piazza De’ Galganis n.5
71037 Monte sant’Angelo (Fg)
Tel. 0884 565484
Visita il sito web del ristorante e B&B Li Jalantuùmene
A due passi dal Cisternone un ristorante da non perdere.
Siamo stati a Formia uno dei luoghi turistici più importanti del Lazio. Figlia di un passato antico, Formia non è solo mare e vacanze ma è ricca di storia. Dopo aver visitato il suggestivo centro storico (il Rione Castellone) veniamo rapiti dal Cisternone romano , opera idraulica costruita in età imperiale. Imponente e bellissimo. Dopo questa visita emozionante decidiamo di fermarci a cena in un ristorante a due passi dal monumento: il Satyricon
E’ fine Estate c’e una temperatura ancora piacevole. Giunti al locale veniamo accolti da personale di sala che ci fa accomodare nella piazzetta adiacente al ristorante.
Prima di accomodarci diamo uno sguardo alla struttura interna, un locale semplice in stile moderno dove prevale il bianco. Ci sediamo come detto all’esterno e veniamo accolti con un calice di prosecco e un entrée piacevole: melanzana, pomodoro e mozzarella.
Entrée
Diamo uno sguardo al menù, intanto ordiniamo del vino Fiano, per il resto decidiamo di lasciare libero sfogo alla fantasia creativa dello chef.
Come antipasto ci viene servito un tortino di patata morbida con polpo e una deliziosa rosa di salmone danese affumicato artigialmente al profumo di mirto. Il piatto anche bello da vedere è delicato, il salmone è superlativo e il polpo ha una cottura pressoché perfetta.
Tortino di patate con polpo e rosa di salmone danese affumicato al profumo di mirto
Ecco un assaggio di primo scelto dallo chef: fettuccine al nero di seppia con fiori di zucca e tartare di gamberi rossi. Credetemi una vera delizia, a cominciare dalla pasta fatta in casa fino alla materia prima e i prodotti di alto livello. Ho gradito molto il contrasto caldo freddo della pasta con la tartare di gamberi delicatissima e gustosa.
Fettucine al nero di seppia con fiori di zucca e tartare di gamberi rossi
Già questo piatto ci conquista e ci appaga. Stiamo trascorrendo una bella serata che continua con l’altro assaggio propostoci: gnocchi di patate con baccalà e pomodorini gialli. Ottimi!
Gnocchi di patate con baccalà e pomodorino giallo
Come secondo piatto decidiamo di prendere 2 pietanze differenti: una frittura di gamberi e calamari.
Frittura di gamberi e calamari
E un’ intrigante spigola fritta. La frittura è asciutta con un’ impanatura perfetta, il pescato freschissimo, morbido e saporito. Nota di merito per la spigola. Eccezionale … L’abbiamo gustata altrove in mille modi ma mai così. Meravigliosa ci fa godere appieno del sapore del mare..
Spigola fritta
Lo chef dalla cucina ci chiede un nostro parere visto che questa è una ricetta antica tramandata dal padre. La risposta non può che essere positivo. Davvero buona..
Per finire chiediamo un solo dessert, optiamo per un vasetto di cheesecake ai frutti di bosco con base di biscotto. Terminiamo così in dolcezza nel migliore dei modi una serata davvero piacevole. Abbiamo trovato un bel centro storico ed un ristorante interessante. Chiediamo il conto e paghiamo 35 euro a persona per 3 antipasti, 3 assaggi di fettuccine, 3 assaggi di gnocchi, due secondi, un dessert, vino della casa e 2 minerali. Direi un corretto rapporto qualità – prezzo.
Abbiamo scoperto un ristorante davvero notevole. Si nota la volontà del giovane chef di proporre una cucina di livello con una attenzione importante alle materie prime. Il pesce poi è freschissimo e cucinato alla perfezione. Sapete bene che in località molto frequentate non è semplice trovare ristoranti non turistici. Satyricon merita una visita, provatelo e ci darete ragione.
Satyricon
Via Traiano n. 32
Rione Castellone. Formia (Lt)
Tel. 391 401 9842
Visita la pagina Facebook di Satyricon Formia
E’ una bella Domenica, siamo a Bovino, un borgo davvero suggestivo che si trova nel territorio dei Monti Dauni. Siamo poco dopo il confine tra Campania e Puglia, in provincia di Foggia. Bovino a parer mio è uno dei borghi più belli e caratteristici della Puglia.
Visitiamo un po’ il borgo e restiamo sorpresi dalla bellezza del centro storico sorvegliato dal maestoso castello. Tutto intorno a noi ci sono antichi portali, vicoletti, strade acciottolate. Ci fermiamo per qualche foto di tanto in tanto e dopo aver visitato il suggestivo Duomo (la Chiesa di Santa Maria Assunta la cui costruzione risale al X secolo), ci fermiamo per pranzo al Ristorante “La Cantina”.
Ristorante La Cantina – Bovino (Fg) – Ingresso
Siamo in un vicoletto molto caratteristico. Dall’esterno il locale sembra una piccola abitazione, abbiamo prenotato per tempo e meno male direi, visto che il ristorante è molto piccolo, è un unico ambiente tutto in pietra, con un bel camino, soffitto con volte a botte e ci sono pochi tavoli (in tutto avrò contato 25 coperti).
Particolare della sala interna
Ci accompagnano al nostro tavolo (piccolo anche questo, ma pazienza lo spazio è quello che è, ma in fondo è anche questa una delle cose belle del locale …).
Altra particolarità, il menù è scritto su una lavagna in bella mostra su di una parete del locale. C’è l’antipasto del Contadino, quattro proposte di primi, quattro proposte di secondi e il dolce del giorno. Mi faccio portare anche la carta dei vini, ci sono vini di piccole aziende pugliesi e domina il Nero di Troia (siamo nel suo territorio del resto). Alla fine decido proprio di prendere un Nero di Troia al calice.
Per cominciare, ordiniamo un antipasto del Contadino (uno basta perché è abbondante e va bene per due persone). Una serie di portate con prodotti del territorio (molti a Km zero) tutti legati ovviamente alla stagione. Cominciano le danze..
Ci portano un tagliere con un delizioso salame di maialino nero, e tre tipi di formaggi di latte vaccino (uno con peperoncino, uno con l’aglio e uno con la scorzetta di arancia). Ottimo incipit…
Il tagliere con salamino e formaggi
Una delicatissima ricotta di mucca, profumata e morbida, davvero eccellente….
Ricottina
Pizzette fritte servite calde calde……
Pizzette fritte
Una insalatina di farro con pomodori secchi e rucola…
Insalatina di farro con pomodori secchi e rucola
Un fungo impanato, un pezzetto di frittatina di asparagi e una prugna ripiena di oliva avvolta nel guanciale di maiale, quest’ultima sorprendente ….
Fungo impanato, frittatina e prugna ripiena
Chiacchieriamo amabilmente e guardiamo un po’ di foto scattate nel borgo, intanto continua il trionfo di sapori contadini …
Zuppa di fave, carciofi e cicoria. Ottima…
Zuppa di fave, cicoria e carciofi
Ecco poi un piatto con un crocchettone al caciocavallo, nido di patate con cipolla, involtino di melanzane con caciocavallo, un tocchetto di pizza di patate, polpettina di pane e ricotta e una torretta di melanzane e caciocavallo.
Antipasto Contadino
Ecco poi una “chicca”, Nicola Consiglio il proprietario, nasce come casaro ed ha un’azienda agricola dove produce anche latticini e formaggi. Con il suo team arriva ai tavoli e lavora la pasta di mozzarella facendo i nodini al momento. Spettacolo puro ! In questo caso non c’era Nicola a fare i nodini (impegnato nell’agriturismo di famiglia) ma il risultato è stato comunque ottimo…
I nodini di mozzarella realizzati al momento
Assaggiamo i nodini appena fatti e dobbiamo ammettere che il sapore è fantastico. Si sente appieno il latte.
Nodino di mozzarella appena fatto
L’antipasto è stato vario e abbondante. Tanti assaggi di piatti legati al territorio, ben cucinati e la nota di merito è per le materie prime tutte freschissime.
Dopo un pò di attesa arrivano i primi. Abbiamo scelto dei ravioli di ricotta e spinaci con pomodorini di collina e caciocavallo (meravigliosi e che goduria quel sughetto con i pomodorini).
Ravioli
E dei fusilli con pomodorini, salsiccia e asparagi selvatici (un must di questo periodo).
Fusilli pomodorini, salsiccia e asparagi selvatici
Buonissimi, poi devo ammettere che ho un debole per gli asparagi selvatici…quindi…fate un po’ voi…
Siamo davvero sazi, ma decidiamo di provare un secondo in due: dei bocconcini di vitello ripieni di cicoria e caciocavallo con patate e insalata. Buono anche questo secondo…
Bocconcini di vitello
Prima del conto, un caffè e un nocino artigianale. Paghiamo per il nostro pranzo 48 euro in due ! Incredibile ma vero… Rapporto qualità – prezzo da non credere!
Il Ristorante la Cantina a Bovino è il classico posticino che non tradisce mai. Chi viene qui sa cosa deve aspettarsi: prodotti del territorio, uso di erbe spontanee, salumi, formaggi di produzione propria e tutto ciò che la Daunia può offrire, insomma una buona e corposa cucina “terragna”. Dobbiamo fare i complimenti a Nicola Consiglio (che ha anche l’agriturismo Piana della Mandrie sempre a Bovino e si divide tra le due strutture).
I prodotti sono genuini e a Km Zero, (c’è anche la possibilità di acquistare qualcuno dei prodotti che si mangiano al ristorante). Qui trovate una cucina generosa e senza fronzoli. E' la classica e buona osteria contadina. Unico consiglio che vi diamo è quello di prenotare visto che i coperti sono pochi e il locale è piccolissimo.
Ristorante La Cantina
Via Giovanni Barone 1,
Bovino (Fg)
Tel. 0881 96 18 49 - 389 78 97 956
Visita la pagina Facebook del ristorante La Cantina a Bovino
Raccontare la cucina di Peppe Zullo significa raccontare la storia di un uomo profondamente legato alla sua terra e al suo paese. Siamo in provincia di Foggia, ad Orsara di Puglia, un delizioso borgo ricco di storia che fa parte della Comunità montana dei Monti Dauni meridionali.
Qui Peppe Zullo ha realizzato il suo sogno creando qualcosa di speciale, un“unicum”: il ristorante Nuova sala Paradiso, la cantina, l’orto denominato“dei miracoli”con le coltivazioni biologiche e gli odori, il vigneto da cui si producono degli ottimi vini, Villa Jamele, struttura dedicata ai matrimoni, ai ricevimenti ed eventi, la scuola di cucina, la fattoria didattica e poi la novità del caseificio. Insomma siamo di fronte a qualcosa che va al di là del semplice “mangiar bene”, parliamo di un uomo che è un vero e proprio vulcano di idee, un uomo pieno di energia e che ha la passione per il suo lavoro ed un rapporto viscerale con la sua terra e con i prodotti che essa regala. Altra sua grande dote è quella di riuscire a mettere sempre a proprio agio i suoi ospiti.
Da anni Peppe Zullo è anche apprezzato ospite di numerose trasmissioni televisive.
Parcheggiamo comodamente. Ci accoglie Antonio Robusto, gentile, affabile e bravissimo chef braccio destro di Peppe, sarà lui il nostro Cicerone.
Entriamo nel ristorante Nuova sala Paradiso e ci colpisce l’atmosfera molto intima e raccolta che si respira. C’è una meravigliosa cantina, poi due sale colorate con un connubio di moderno e antico molto gradevole, i tavoli con il piano in vetro, la cucina a vista (uno spettacolo nello spettacolo), poi c'è una sala attigua molto più grande.
La Cantina della Nuova Sala Paradiso
Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo. Siamo in due, ci accomodiamo.
Antonio Robusto è prodigo di consigli, ci viene proposto un percorso che naturalmente segue la stagionalità dei prodotti.
Da bere ordiniamo una minerale e due calici del Rosato Amarosa, vino prodotto da Peppe Zullo: un rosato fatto con uve nero di Troia. Un vino con una spiccata personalità, che si lascia bere e capace di accompagnare egregiamente il nostro pranzo.
L'Amarosa di Peppe Zullo
Arrivano i pani (pane di grano duro, pane di grano Senatore Cappelli e pane di grano arso).
I pani
Cominciano le danze, arriva un graditissimo “benvenuto”: siamo nel paese del grano e allora un pezzetto di classica focaccia pugliese con pomodoro, cracker artigianale con spalmabile di capra e pomodorino secco, una meravigliosa “frisellina” con l’acquasala di Peppe Zullo, foglie di borragine fritta (chiamate simpaticamente ostriche di montagna), e una commovente bruschetta con fico, soppressata e scamorza.
Il Benvenuto
Poi ci fanno assaggiare dei nodini di mozzarella, prodotti dal caseificio di Peppe Zullo, con latte vaccino 100% non scremato dei monti Dauni: Orsara cheese.
I nodini di mozzarella di loro produzione
Ecco il primo antipasto: fiori di zucca ripieni di caciocavallo (di loro produzione). Che bontà!
Fiori di zucca ripieni di caciocavallo
Poi ancora: la parmigiana di borragine. Uno dei cavalli di battaglia di Peppe Zullo. Delicata, gustosa, accompagniamo questo piatto con il pane di grano duro, restiamo davvero estasiati, siamo di fronte ad un piatto equilibrato, delizioso nella sua semplicità. Da dieci e lode!
Parmigiana di borragine
Stiamo vivendo un meraviglioso percorso gastronomico ma siamo curiosi di scoprire come continuerà il nostro pranzo. Ci vengono serviti due assaggi di primi: orecchiette con cime di zucchine (talli), purea di fave bianche di Carpino (presidio Slow Food) e pomodorini, serviti con cacioricotta grattugiata al momento e troccoli con melanzane, pomodorini e menta e julienne di guanciale croccante.
Peppe Zullo. Orsara di Puglia (Fg) - I due assaggi di primi
Le orecchiette sono fatte con grano arso, servite con pomodorini, talli di zucchine e purea di fave di Carpino. Qui in cucina non usano grassi animali e per legare in questo caso hanno utilizzato la purea di fave che dona al piatto proteine senza grassi. Un primo eccellente servito con una bella grattugiata di cacioricotta.
Orecchiette di grano arso con talli di zucchine, pomodorini e purea di fave di Carpino
I troccoli poi ci hanno conquistati, profumati, delicati, con questo sugo fatto con pomodorini e melanzane, simpatica l’idea di servirli con la Julienne di guanciale croccante.
I troccoli con pomodorini, melanzane, mentuccia e guanciale croccante
Il nostro pranzo procede davvero alla grande. Ecco il secondo: dei “ravioli di vitello”, chiamati così in pratica è il dietro coscia di vitello tagliato molto sottile a mo’ di sfoglia, cotto rapidamente, ripieno di caciocavallo su medaglioni di patate e servito con asparagi. Un secondo piatto fantastico, in cui c’è davvero tutto il territorio in un perfetto e ben studiato equilibrio. Chapeau!
I "ravioli" di vitello ripieni di caciocavallo con asparagi su megaglioni di patata
Antonio Robusto mi propone un assaggio di formaggi, non posso esimermi. Faccio questo percorso da solo. Ecco allora un assaggio di caciocavallo podolico, di cacio “pulìo”, fatto con latte di capra con all’interno la mentuccia (mentha pulegium), e un canestrato di pecora. Accompagnati con cipolla caramellata, miele della Daunia e confettura di zucca e arance.
I formaggi
Ecco poi una vera chicca: caciocavallo podolico stagionato per più di un anno in grotta. Un formaggio notevole, al naso pungente, dal sapore persistente, con i sentori di erba, fieno e una nota minerale molto gradevole. Eccezionale.
Caciocavallo stagionato
E’ il momento del dolce. Arriva un must, il famoso croccante di Peppe Zullo, in pratica una cialda di mandorle caramellate, a noi viene servita con una crema agli agrumi, pesche e frutti di bosco, spettacolo puro! Un dessert di una delicatezza unica.
Cestino di croccante di mandorle
Accompagniamo il dolce con un buonissimo liquore fatto con le foglie d’amarena.
Chiediamo il conto, nel frattempo arriva e si accomoda al nostro tavolo Peppe Zullo. Egli ama definirsi cuoco contadino per il legame con la terra e i suoi prodotti , ci parla della sua vita fatta di viaggi, delle sue esperienze: gli Stati Uniti, il Messico e poi il suo ritorno ad Orsara, dove partendo da un piccolo ristorante ha costruito un piccolo grande mondo da Piano Paradiso a Villa Jamele. Peppe Zullo è un uomo di scelte decise e nette e che è già proiettato alla prossima sfida, a realizzare il prossimo sogno. Dopo il Peppe Zullo Point a Foggia il futuro è cercare di far conoscere in Italia le meraviglie che escono dalla sua azienda.
Intanto arriva il conto. Paghiamo 80 euro in due, prezzo onestissimo con un rapporto qualità prezzo da non credere. Complimenti.
Il ristorante di Peppe Zullo è una tappa irrinunciabile, imperdibile.
Troverete una cucina di assoluta eccellenza capace di esaltare anche i prodotti semplici del territorio, una cucina contadina che diventa cucina da gourmet.
Rendere divino un piatto con la borragine o con i talli non è da tutti. Qui potrete gustare appieno il concetto di territorialità in cucina. Sapienza contadina, tecnica, e passione per la propria terra. Il segreto è tutto qui.
Altra nota di merito va al servizio e all’accoglienza, semplicemente perfetti.
Complimenti maestro!
Peppe Zullo – Nuova Sala Paradiso
Via Piano Paradiso
Orsara di Puglia (Fg)
tel. 0881 964763
Visita il sito web di Peppe Zullo
Siamo nel caratteristico centro storico di Vieste che ha mantenuto quasi intatte le sue caratteristiche originarie: piccole e strette viuzze, molte di queste con gradini, palazzi antichi, slarghi, piazzette, un’architettura caratteristica e scorci da togliere il fiato. Quando possiamo ci rifugiamo qui, amiamo questo luogo, ci sentiamo quasi a casa. In giro ci sono tanti turisti come ovvio dato il periodo. Dopo aver passeggiato a lungo andiamo a cena all’Osteria al Duomo.
Osteria al Duomo. Vieste (Fg) - Insegna
Non è la prima volta che veniamo qui ma di tanto in tanto torniamo per provare la cucina dello chef Vincenzo Bua.
Siamo nel cuore della Vieste Medievale a pochi gradini dal Duomo, il locale si trova in un piccolo e caratteristico vicolo viestano. La gentilissima Federica ci accompagna al nostro tavolo all'interno.
L’impatto entrando è sempre notevole, ci sono quattro sale tutte in pietra viva più una quinta sala (sempre in pietra) di fronte dall'altro lato del vicoletto e un po’ di tavoli all’esterno (presi d’assalto). L’Osteria al Duomo è molto bella, la struttura risale addirittura al ‘400 e una sapiente opera di restauro e riqualificazione ha portato alla luce, pietra, chianche e tutta la bellezza di un edificio pieno di storia.
Ingresso Osteria
Da bere ordiniamo una minerale e due calici di rosato di Negramaro del Salento. Arrivano pani e tarallini pugliesi, intanto diamo un’occhiata al menù.
Ci sono piatti e proposte notevoli, mi colpisce la presenza di eccellenti prodotti del territorio. Chiaramente domina il pesce ma c’è anche qualche intrigante proposta di carne.
Noi prendiamo un polpo "rosticciato" sulla sua acqua di cottura montata al barbecue. Semplicemente eccellente, il polpo croccanti ma al contempo morbido e gustoso, fantastica poi la maionese fatta esclusivamente con la sua acqua di cottura e senza uova. Chapeau!
Polpo rosticciato
L’altro antipasto è un sorprendente sformatino di alici, zucchine e provola, equilibrato, giustamente sapido. Davvero notevole.
Sformatino di alici zucchine e provola
Sorseggiamo il nostro vino tra una chiacchiera e l’altra. Di tanto in tanto si avvicina Pasquale perfetto padrone di casa, per controllare che tutto sia di nostro gradimento.
E’ il momento dei primi. Ecco i troccoli con crema di cacioricotta e peperoncino su salsa di pomodoro grigliato. Un piatto sorprendente, ricorda (come gusto) i tonnarelli cacio e pepe della tradizione romana arricchiti dalla salsa di pomodoro grigliato.
Troccoli con crema di cacio ricotta e peperoncino su salsa di pomodoro grigliato
L’altro primo è uno dei nostri piatti preferiti (ma a giudicare dalla presenza sui tavoli vicini, è uno dei più amati anche dagli altri clienti): i troccoli alle delizie dell’Adriatico, un piatto ricco con cozze, gamberi, cicale, scampi, polpi e calamari. Fantastici…
Troccoli alle delizie dell'Adriatico
Non possiamo esimerci dal provare anche un secondo e allora ne prendiamo uno in due. Anche qui la nostra scelta è stata più che azzeccata: calamari farciti con ortaggi e mousse di lenticchie. Divini…
Calamari ripieni di ortaggi con mousse di lenticchie
Nostro malgrado saltiamo il dolce. Per finire un caffè un limoncello e chiediamo il conto. Paghiamo in due 72,00 euro. Ottimo rapporto qualità prezzo.
Ogni volta che torniamo qui, l’Osteria Al Duomo non solo si conferma ma se è possibile migliora addirittura. La cucina dello chef Vincenzo Bua mette insieme i sapori della tradizione viestana nobilitati da tecniche innovative e la giusta dose di creatività. Ottime proposte, abbinamenti riusciti ed un’attenzione importante anche alla presentazione dei piatti. Complimenti Vincenzo! Preziosissimo anche il supporto in cucina di sua moglie Isa.
Il servizio è attento, veloce e professionale. Buona la carta dei vini e notevole quella dei distillati, insomma qui anche a fine pasto ci si può divertire. Corretto il rapporto qualità – prezzo. L’Osteria al Duomo rappresenta una certezza. Da provare e riprovare … Garantiamo noi.
Osteria Al Duomo
Via Alessandro III n. 23
Vieste (Fg)
Tel. 0884 708243
Visita il sito web dell’Osteria Al Duomo di Vieste