La mia esperienza da Venti Punto Zero è stata a dir poco esaltante. Avevo in agenda da qualche tempo questo locale aperto da pochi mesi, ma che avevo già avuto modo di conoscere e visitare in precedenti occasioni. Non mi ero ancora fermato per provare la loro cucina. Ecco giunto il momento. San Vitaliano è un ameno paese della provincia di Napoli, Nola dista davvero un tiro di schioppo. Siamo sulla importante Via Nazionale delle Puglie. Venti Punto Zero si raggiunge con estrema facilità sia che si provenga via autostrada (uscita Nola) sia che si decida di arrivare attraverso la Via Nazionale delle Puglie provenendo dal napoletano o dal baianese. Il locale dispone di un ampio parcheggio (cosa davvero importante). La location è davvero bella: c’è un giardino curato e ben tenuto antistante la struttura che è luminosissima. All’interno entrando sulla sinistra, c’è l’angolo bar, poi pareti in tufo, larghe vetrate, tavoli e sedute dal tocco glam. L’arredo è sobrio, minimal ma curatissimo, così come essenziale e curata è la mise en place. Noi abbiamo prenotato il nostro tavolo con un po’ di anticipo. Come sempre prima di ordinare diamo uno sguardo alle proposte in carta.
Venti Punto Zero. San Vitaliano - Insegna interna
C’è il menù ristorante, e quello dell’aperitivo gastronomico. Si, perché da Venti Punto Zero si può anche optare per l’aperitivo gastronomico, e abbinare una buona bottiglia o un calice ai loro meravigliosi taglieri, o alle superbe pizze al padellino. Uno dei must di Venti Punto Zero sono proprio i taglieri. Quello della Campania, del Centro Italia o Sud Italia con salumi, formaggi e prodotti tipici regionali. Una fantastica idea che sta riscuotendo grande successo. Così si può davvero compiere un viaggio tra i sapori (regionali), quello che poi è il claim di Venti Punto Zero. Nel menù dell’aperitivo gastronomico anche la pizza al padellino, i fritti (da non perdere in particolare la frittatina porchetta e friarielli, i crocchè o i rocher di genovese), e i bao & buns. Poi c’è il menù ristorante con cinque proposte di antipasti, quattro primi e quattro secondi. Le proposte sono stagionali e celebrano la diversità delle regioni italiane grazie all’uso di prodotti provenienti da ogni regione italiana che vengono esaltati da una cucina sapiente e curata. Arriva il pane e da bere ordiniamo una minerale e due calici di rosato E’Arte di Torrevento, un vino ottenuto da uve Bombino Nero e Nero di Troia, di un bel colore rosa intenso, fresco, fruttato, piacevolmente equilibrato. Prima dell’antipasto ho voglia di provare la loro pizza al padellino (che avevo intravisto nel menù dell’aperitivo gastronomico). C’erano tra opzioni, quella ai tre pomodori, alla zucca e lardo di Colonnata con cremoso al pecorino e quella con porchetta di Ariccia, provola, porcini e mayo al limone. Noi optiamo per la pizza al padellino ai tre pomodori.
Pizza al padellino ai Tre Pomodori
La prima cosa da sottolineare è l’impasto, di una leggerezza unica. Un impasto multicereali che viene lavorato sapientemente e proposto in doppia cottura (prima al vapore e poi statica). Il risultato è un’alveolatura marcata, la pizza al padellino è morbida, profumata ma al contempo fragrante e saporita.
Pizza al padellino ai Tre Pomodori - Dettaglio trancio e alveolatura
Sopra un trionfo di sapore mediterraneo con salsa di pomodorino, pomodoro ciliegino giallo semi-dry, ciliegino rosso semi-dry, cremoso al basilico e grana padano, polvere di olive nere e basilico cristallizzato. Semplicemente divina.
Pizza al padellino ai Tre Pomodori - Dettaglio
Come antipasto scegliamo l’uovo croccante con fonduta di grana padano, tartufo nero, funghi pioppini, spinaci saltati al burro e jus di manzo. Una vera poesia, l’uovo è croccante all’esterno, morbido e godurioso all’interno, si sposa a meraviglia con la fonduta di grana padano che l’avvolge in un voluttuoso abbraccio, il tartufo poi regala quella spinta in più. Anche i funghi ci stanno a meraviglia così come gli spinacini saltati e ingentiliti dal burro. Una vera esplosione dei sensi questo piatto.
Uovo croccante con fonduta di parmigiano reggiano, tartufo nero, funghi pioppini, spinaci saltati al burro e jus di manzo
Passiamo ai primi. Abbiamo optato per il piatto denominato in carta Miseria e Nobiltà ossia pasta mista di Gragnano IGP e patate con spuma di provola affumicata, gamberi di Mazara, polvere di crostacei ed olio al basilico. Per la serie: come nobilitare un piatto del povero del territorio in questo incontro tra terra e mare, con i voluttuosi e profumati gamberi e la suadente spuma di provola affumicata a legare il tutto e donare delicatezza ad un piatto che seduce e si lascia ricordare.
Miseria e Nobiltà - Pasta e patate con spuma di provola, gamberi, polvere di crostacei ed olio al basilico
L’altro primo è un inno all’Autunno. Sul menù è l’Origami ossia ravioli ripieni di genovese con fonduta di provolone del Monaco DOP, mela annurca e castagne alla brace. A dir poco sorprendente il raviolo con il suo intenso ripieno di genovese, la morbidezza della fonduta di provolone del Monaco e la mela annurca e la castagna alla brace che raccontano meglio di mille parole la magia della stagione autunnale.
Origami - Raviolo ripieno di genovese con fonduta di provolone del Monaco, mela annurca e castagne alla brace
Prendiamo anche un secondo in due e la scelta cade sulla pancia di suino cotto a bassa temperatura con laccatura all’acqua di peperoni, millefoglie di patate alle erbe aromatiche, funghi cardoncelli, crema di peperoni e jus di manzo. Il maialino era morbidissimo l’abbinamento con i peperoni è un matrimonio d’amore, così come a meraviglia ci sta la millefoglie di patata alle erbe aromatiche. Un secondo da Oscar.
Maialino CBT con millefoglie di patate e funghi cardoncelli
Che Pranzo sarebbe senza un bel dessert? Ecco il cannolo cilentano, ossia: sfoglia di cannolo con mousse di ricotta di pecora, confettura di fichi bianchi, riduzione di caramello salato al rum e arancia, cioccolato fondente anacardi e fava tonka. Uno dei dolci più buoni gustati di recente, una vera esplosione dei sensi, in particolare mi ha conquistato la mousse di ricotta di pecora e la confettura ai fichi bianchi. Emozioni vere……
Cannolo Cilentano scomposto
Chiudiamo il nostro pranzo con un giro di caffè e amaro Jefferson e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo da Venti Punto Zero poco più di 45 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo e comunque commisurato alla grande qualità della proposta gastronomica.
Venti Punto Zero è stato davvero una rivelazione. La location è molto bella e curata con un suggestivo giardino. Qui puoi concederti un meraviglioso aperitivo gastronomico con i fantastici taglieri con prodotti ed eccellenze provenienti da ogni parte d’Italia e ancora le pizze al padellino, i bao e i Bun oppure puoi pranzare o cenare. La mission di Venti Punto Zero è quella di offrire agli ospiti un’esperienza da ricordare, grazie ad una cucina che segue il ritmo e lo scorrere delle stagioni e celebra la grandezza del nostro paese attraverso l’uso di prodotti e materie prime provenienti da diverse regioni. Qui da Venti Punto Zero trovi una cucina di assoluto livello, perfetto mash-up di tradizione e creatività. La Pizza al Padellino è spaziale, l’impasto morbido, profumato e fragrante. L’uovo croccante è una carezza avvolgente. Miseria e Nobiltà, la pasta mista di Gragnano IGP e patate con spuma di provola affumicata, gamberi di Mazara, polvere di crostacei ed olio al basilico è un piatto da ricordare I ravioli ripieni di genovese con fonduta di provolone del Monaco DOP, mela annurca e castagne alla brace anche da soli valgono il viaggio. E che dire del Cannolo Cilentano? Poesia dei sensi. Ho trovato la carta dei vini fornita e curata. Impeccabile il servizio. Corretto il rapporto qualità – prezzo, comunque adeguato al contesto e al tipo di proposta gastronomica. Venti Punto Zero a San Vitaliano entra in modo perentorio nella nostra guida sul web dei migliori indirizzi, quelli da non perdere.
Venti Punto Zero
Via Nazionale delle Puglie, KM 49.300
San Vitaliano (Na)
Tel. 344 4810737
Visita il sito web di Venti Punto Zero
Ritorno sempre volentieri A Casa di Dionisio, questo ristorante possiede infatti qualcosa di ancestrale e profondo legato al luogo. Qui un tempo, c’era uno degli indirizzi storici della ristorazione sannita: la Rete, il ristorante della famiglia Mignone e del compianto Don Vincenzo (il papà di Dionisio). Oggi a Beltiglio di Ceppaloni, A Casa di Dionisio rappresenta l’ideale anello di congiunzione tra passato, presente e futuro, con un comune denominatore, una proposta gastronomica di qualità eccelsa capace di esaltare le materie prime locali, presentate con un tocco di modernità. Conosco Dionisio Mignone da anni e ho sempre apprezzato la sua ospitalità, la sua profonda conoscenza dei prodotti e dei vini. Insomma tornare qui è sempre una garanzia. In cucina c’è la bravissima chef Adriana Pawlick con la sua brigata. Come detto siamo a Ceppaloni, precisamente a Beltiglio, Benevento dista solo pochi Km. Noi abbiamo prenotato il nostro tavolo con qualche giorno di anticipo. Veniamo accolti con gentilezza e garbo da Dionisio e da Matheus, giovane e bravissimo maître. A Casa di Dionisio è come lo ricordavamo. All’esterno c’è un giardino con un grande spazio esterno, dove durante la bella stagione si può pranzare, cenare o concedersi un meraviglioso aperitivo. Ci sono poi i due ambienti interni, davvero particolari e accoglienti domina il legno, e poi il cotto, la pietra e un arredo che strizza l’occhio al rustico e allo shabby. La mia saletta preferita è quella con il grande camino in mattoncini che si trova accanto ad una bellissima vetrata che si affaccia sulle colline del Sannio e sul verde. Particolari anche i tavoli e le sedute. La mise en place è semplice ma al contempo raffinata. Ho la fortuna di accomodarmi proprio nella mia saletta preferita.
A Casa di Dionisio - Particolare
Come sempre guardo il menù, c’è la possibilità di optare per un percorso di degustazione molto interessante denominato “A Casa” (costo 42 euro con sei portate escluso vini). Poi ci sono i salumi e i formaggi, gli antipasti, i primi, i secondi, i contorni, e una sezione appositamente dedicata alla brace (altro piatto forte del luogo). Ovviamente ci sono tanti prodotti locali di eccellenza come i salumi e i formaggi del Sannio e sua maestà il tartufo. Noi decidiamo di ordinare “a la carte”. In attesa di scegliere cosa degustare, ci concediamo un aperitivo sotto il porticato che affaccia sul giardino: bollicine e una meravigliosa salsiccia flambè, salsiccia “povera” piccante stagionata 15 giorni, affumicata e scottata alla fiamma con alcool al ribes.
Salsiccia al flambè
Questo è uno dei must di A Casa di Dionisio, che ogni volta che vengo qui devo gustare. Adoro infatti il sapore unico di questa salsiccia, il suo profumo, il piccantino che si spigiona in modo piacevole e delicato, e la sua nota aromatica dovuta al passaggio flambè con alcool al ribes (altra chicca).
Salsiccia e peschiole
Oltre alla paradisiaca salsiccia ci servono anche le mitiche polpettine di tonno con senape al miele, e le peschiole in agrodolce dell’azienda agricola Verticelli. Le peschiole sono in pratica le piccole pesche che vengono colte ancora acerbe prima che si formi il nocciolo, vengono lavorate in modo artigianale e conservate in agrodolce. Davvero una squisitezza.
Popettine di tonno con senape al miele
Rientriamo in sala e ordiniamo, da bere prendiamo una bottiglia di Rosato Beneventano Orchis Purpurea di Masseria Frattasi. Questo vino ottenuto da uve di aglianico in purezza, sorprende, di un bel colore rosa intenso, si presenta piacevolmente fruttato, con sentori floreali di rosa e un bel tannino quasi vellutato. Ottima scelta.
Orchis Purpurea Rosato beneventano di Masseria Frattasi
Come antipasto prendiamo crema di cavolo viola e scalogno con polpettine di patè di filetto di maiale panate e fritte con gel di carote al lime. Questo piatto mi ha conquistato in primis per l’impatto cromatico (notevole), poi per il suo equilibrio e per il suo sapore. Meravigliosa e delicata la crema di cavolo viola, piacevoli e goduriose le polpettine di patè di maialino con la nota interessante del gel di carota e lime.
Crema di cavolo viola e scalogno con polpettine di filetto di maiale e gel di carota al lime
Anche l’altro antipasto mi è piaciuto, i fiori di zucca ripieni con macinato di vitellone, patate e formaggio su crema di zucchine sono delicati e si sposano a meraviglia con la crema e dadolata di zucchine.
Fiori di zucca ripieni di macinato di vitellone patate e formaggio su crema di zucchine
Come primi optiamo per i fusilli ricci freschi con porcini, salsiccia piccante e formaggio, dal sapore rustico e avvolgente.
Fusilli ricci freschi con porcini salsiccia piccante e formaggio
E gli immancabili tagliolini freschi con tartufo e crema di formaggi, di cui a distanza di giorni ricordo ancora il profumo inebriante. Se vieni a Casa di Dionisio soprattutto in questo periodo i tagliolini al tartufo sono uno dei piatti da non perdere.
Tagliolini con tartufo nero e crema di formaggi
Il nostro pranzo procede in modo sereno e piacevole, di tanto in tanto Dionisio passa per sincerarsi che tutto stia andando bene. Noi intanto decidiamo anche di prendere un secondo e un contorno in due. La nostra scelta cade sul filettino di suino chiaro cotto a bassa temperatura con burro affumicato al whisky, il suo fondo e gel di arance. La carne è strepitosa, il maialino morbido ma al contempo piacevolmente tenace, il burro affumicato al whisky insieme al suo fondo gli donano un sapore delicato, piacevole la nota agrumata e fresca del gel di arance.
Filettino di suino chiaro CBT con burro affumicato al whisky il suo fondo e gel di arancia
Come contorno non mi faccio mancare mai qui a Casa di Dionisio le patate al forno alle erbe aromatiche e pepe. Semplicemente sublimi.
Patate al forno alle erbe aromatiche e pepe
Dionisio ci offre poi dei graditissimi cantuccini e dolcetti secchi……
Cantuccini e dolcetti
Li accompagniamo con due bicchierini di Amaro Forte Mazzetti, antico amaro di tredici erbe, radici e bacche di Mazzetti D’Altavilla.
Amaro Forte Mazzetti
Per il nostro pranzo da A Casa di Dionisio paghiamo 80 euro in due, rapporto qualità – prezzo davvero ottimo.
A Casa di Dionisio è uno dei miei indirizzi preferiti. Qui ritorno sempre volentieri. Adoro l’atmosfera che si respira qui, gli ambienti che sono quasi un incontro tra Sannio e Provenza, i dettagli, gli arredi, i tavoli, le sedute. Insomma qui si sta davvero bene. Ovviamente va rimarcata la calda ospitalità di Dionisio, del bravo Matheus e di tutto il team, ma soprattutto le proposte di cucina della chef Adriana Pawlick e della sua brigata. Una cucina che esalta le materie prime locali e i prodotti di eccellenza del territorio (carni e tartufo in primis) grazie anche ad abbinamenti creativi e studiati. Questa è una cucina che ha un’anima, per questo è bello raccontarla. La salsiccia al flambè è un piatto da non perdere e ti conquisterà con il suo gusto intenso, aromatico e rustico. La crema di cavolo viola e scalogno con polpettine di patè di filetto di maiale panate e fritte con gel di carote al lime è sorprendente e delicata, i tagliolini al tartufo nero e crema di formaggi anche da soli valgono la visita. Squisito il filetto di suino chiaro cotto a bassa temperatura con burro affumicato al whisky, il suo fondo e gel di arance. Il servizio è professionale e veloce. La carta dei vini è curata e fornitissima con molte etichette anche straniere, e interessante e sconfinata è la carta dei drinks e dei cocktails. Ho trovato corretto il rapporto qualità – prezzo. A Casa di Dionisio a Ceppaloni si conferma nella nostra guida sul web di quelli che sono a parer nostro i migliori indirizzi e i locali da non perdere. Assoluta certezza. Garantiamo noi.
A Casa di Dionisio
Contrada Masseriola n. 11
Ceppaloni - Frazione Beltiglio (Bn)
Tel. 0824 46574
Visita il la pagina FB del Ristorante A Casa di Dionisio
Siamo nel cuore di Cerignola, non lontano dalla spettacolare Basilica Cattedrale di San Pietro Apostolo (noto anche come il Duomo Tonti). Ci siamo fermati a pranzo da U’Vulesce. Questo indirizzo è imperdibile per una serie di motivi. In primo luogo perché il locale regala una meravigliosa sensazione di familiarità e calda accoglienza: spazi ridotti, una quarantina di coperti all’interno, legno alle pareti, in fondo un maestoso bancone in legno e una sorta di “enoteca a vista” con tantissime bottiglie ed etichette che maestosamente sono in bella mostra. L’altro e non trascurabile motivo che rende U’Vulesce indirizzo imperdibile è che qui mangi divinamente, tanto proposte di terra quanto (soprattutto) piatti di mare e pesce sempre fresco con materie prime e prodotti di qualità assoluta. E poi dove lo trovi un oste come Rosario Didonna? Simpatico, vulcanico, ospitale, preparato e sempre sorridente. Avevo questo indirizzo segnato da qualche tempo in agenda, non vedevo l’ora di passare a provare la loro cucina.
U Vulesce. Cerignola
In principio fu la salumeria di famiglia (con più di 60 anni si storia), che ancora oggi esiste ed è diventata una vera e propria bottega gastronomica dove poter acquistare salumi, formaggi e prodotti di eccellenza (con alcune vere e proprie chicche). Qui la sera si possono gustare aperitivi e piccole proposte di cucina in prevalenza finger food “Puglia Style” abbinate ad ottimi calici. Dal 2001 Rosario Didonna decide di aprire anche il suo Ristorante a pochi passi dalla bottega di famiglia. Nasce così U’Vulesce che nel dialetto di Cerignola significa “la voglia”, “il desiderio”, insomma concetti che ben si coniugano con la buona cucina che qui la fa da padrona. Dando un’occhiata al menù o ascoltando le proposte del giorno “la voglia” ti viene davvero e il “desiderio” cresce sempre di più. Ci sono proposte di terra e di mare, il minimo comune denominatore è la qualità delle materie prime e un pescato sempre fresco.
Da bere ordiniamo una minerale e optiamo per un bianco, un’interessante falanghina IGT Puglia di Antica Enotria. Ottenuto da uva falanghina in purezza, questo vino ha un colore paglierino vivace, un profumo quasi floreale, un gusto pieno, minerale e piacevolmente sapido. Sarà un ottimo compagno di viaggio per il nostro pranzo.
La Falanghina di Antica Enotria
Intanto arrivano i loro pani e degli invitanti tarallucci alle cime di rape (fatti da loro). Attenzione perché sono buonissimi e creano dipendenza….
Pane e taralli alle cime di rape
Il pane lo assaggiamo con l’olio che Rosario ci propone in degustazione: l’olio Evo biologico dell’azienda agricola Cascavilla. Ottenuto da olive biologiche della varietà coratina. Un olio meraviglioso, fruttato, intenso.
Olio Evo bio dell'azienda agricola Cascavilla
Cominciamo ordinando gli antipasti. Ecco un favoloso crudo di pesce, uno dei migliori mai provati…..
Il fantastico crudo di U' Vulesce
Il tonno tonnato, ossia tonno pinna gialla scottato con zucchine alla scapece, salsa tonnata, cipolla IGP e riduzione di soia agli agrumi garganici è sorprendente. Meraviglioso il tonno e inaspettato e azzeccato l’abbinamento con le zucchine alla scapece.
Tonno scottato con zucchine alla scapece, salsa tonnata, cipolla e riduzione di soia agli agrumi garganici
Prendiamo anche due piatti di polpo tiepido in marinatura con patata al limone, olive, cipolla IGP , pomodoro confit e sedano. Qui siamo a livelli siderali, il polpo è morbidissimo, aromatico e si sposa a meraviglia con la voluttuosa patata che viene schiacciata grossolanamente in modo che si senta bene quando di mangia e aromatizzata al limone. Chapeau...
Polpo tiepido in marinatura con patata al limone, olive, cipolla IGP, pomodoro confit e sedano
Gli antipasti ci hanno convinto ed esaltato. I primi non fanno altro che confermare il nostro giudizio positivo. Prendiamo due spaghettoni aglio, olio, peperoncino (‘nduja) con crostacei crudi e cotti. Gustosi, piccantini il giusto, con un sapore di mare che regala emozioni…
Spaghettoni aglio olio e peperoncino con crostacei crudi e cotti
E due risotti (riso carnaroli) al pomodoro datterino giallo e rosso, basilico e gamberi crudi e cotti. Il riso è mantecato alla perfezione, il gusto una vera sinfonia. Il datterino abbraccia il gambero che viene esaltato dalla doppia consistenza (crudo e cotto), come un bacio e una carezza. Questo piatto resta nella memoria…
Riso carnaroli al pomodoro datterino giallo e rosso basilico e gamberi
Intanto di tanto in tanto passa a salutarci Rosario Didonna, simpatico, preparato, viene a controllare che tutto stia andando bene e lo fa con la sua consueta simpatia. Visto che siamo da U’ Vulesce che significa “voglia”, “desiderio”, ci lasciamo tentare da un altro piatto: un branzino a tocchetti, panato e servito con salsa tartara.
Branzino pastellato con salsa tartara e limone
Chiudiamo il nostro pranzo con i dolci. Due tarte tatin alle pesche con gelato al fiordilatte e crema ai frutti di bosco.
Tarte tatin alle pesche con gelato al fiordilatte e crema ai frutti di bosco
E una tartelletta con crema di limone, ganache al cioccolato bianco, cacao amaro, frutta e sedano. Si hai capito bene, sedano. Sorprendente perché regala freschezza finale al dolce.
Tartelletta con crema al limone, ganache al cioccolarto bianco, cacao amaro, frutta e sedano
Ci concediamo un giro di amari all’arancia rossa. E chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro lauto pranzo da U’ Vulesce 65 euro a persona, se consideriamo che alla fine del pranzo le bottiglie di vino che abbiamo preso saranno due, il rapporto qualità – prezzo è assolutamente corretto.
U’ Vulesce a Cerignola è un piccolo tempio della buona cucina, qui trovi prodotti eccellenti e un pescato sempre fresco. La cucina segue i ritmi delle stagioni, le proposte di terra e di mare sono realizzate con attenzione, amore con un occhio anche all’estetica, la qual cosa non guasta mai. Rosario Didonna è un perfetto padrone di casa, simpatico, vulcanico e preparato. La carta dei vini è vasta, curata e fornita. Non a caso nell’insegna esterna si legge U’Vulesce, vini e cucina, perché qui il vino ha un ruolo fondamentale. Il crudo di U’Vulesce è uno deimigliori mai gustati, il polpo tiepido in marinatura con patata al limone, olive, cipolla IGP, pomodoro confit e sedano è una poesia. Tra i primi, il risotto al pomodoro datterino giallo e rosso, basilico e gamberi crudi e cotti anche da solo vale la visita. Il servizio è veloce, il rapporto qualità – prezzo è corretto e comunque adeguato alla proposta gastronomica. Se venite qui, fate anche un salto in salumeria e bottega (quasi adiacente al ristorante) per acquistare qualche bontà. Giusto per la cronaca io sono ritornato a casa con le mitiche olive di Cerignola, i taralli alle cime di rapa (gli stessi gustati al ristorante) e caciocavallo podolico dauno. U’ Vulesce a Cerignola entra nella nostra guida sul web tra quelli che sono i migliori locali, quelli da non perdere. Assoluta certezza.
Hostaria u' Vulesce
Via Cesare Battisti, n.3
Cerignola (Fg)
Tel. 0885 42 57 98
Visita il sito web di U’Vulesce
Al Riccio Ristorante sono già stato anni fa, mi intrigava all’epoca l’idea di un locale che proponesse una cucina di mare in un luogo vocato per tradizione e posizione geografica ad una cucina chiaramente di terra. A distanza di tempo, la curiosità di provare nuovamente le loro proposte era forte e visto che ero in zona, sono ritornato a pranzo. Siamo a Mirabella Eclano, precisamente al Passo di Mirabella. Il casello di Grottaminarda dell’A-16 dista davvero pochi Km, arrivare qui è davvero semplice.
Il Riccio Ristorante. Mirabella Eclano - Insegna esterna
Il locale è come lo ricordavo, anzi anche più bello, perché ha raddoppiato il suo spazio: due belle sale curate e con un arredo sobrio. Dominano la pietra e il legno. Bella, semplice ma al contempo raffinata la mise en place. Molto caratteristica è la parte che da una sala conduce all’altra, qui troneggia un bel camino. D’Inverno o comunque nelle serate fredde con il fuoco acceso deve essere davvero uno spettacolo.
Il Riccio Ristorante. Mirabella Eclano - Particolare interno con camino
Veniamo accolti con grande gentilezza e professionalità da Franco (il maître e responsabile di sala). Ci accomodiamo al nostro tavolo. Come al solito riservo un interessato sguardo alle proposte in carta. La prima cosa che mi colpisce è che ci sono poche proposte ma curate, segno di una cucina espressa e di materie prime sempre e un pescato sempre freschi. Ci sono due proposte di tartare, quattro antipasti, tre primi e quattro secondi. Noi cominciamo ordinando una minerale e due calici di rosato Centoviti di Nativ. Un vino ottenuto da uve di aglianico di un bel colore rosa intenso, con sentori floreali e di ciliegia. Al palato è equilibrato e ben strutturato. Davvero un vino interessante.
Rosato Centoviti di Nativ
Intanto arriva un graditissimo benvenuto della chef Imma Dichiara, un cous cous di verdurine e gamberi servita su una maionese vegetale handmade, aromatizzata al limone. Una proposta stuzzicante e fresca. Buonissima...
Entreé
Cominciamo con due antipasti. Il baccalà cotto a bassa temperatura con scarola riccia, alici di Cetara e olive caiazzane è una poesia. Delicato, morbido e saporito il baccalà che fa l’amore con la “scarulella” ed è esaltato dalla sapida alice di Cetara e dalla aromatica oliva caiazzana.
Baccalà cotto a bassa temperatura con scarola riccia, alici di Cetara e olive caiazzane
Di ottima fattura anche il polpo grigliato con pomodorini, stracciata di bufala e olive caiazzane. Non è semplice cuocere il polpo alla griglia, il rischio che resti un po’ duro è alto. Qui la chef Imma Dichiara è stata bravissima, cottura perfetta, polpo morbido e gustoso.
Polpo grigliato con pomodorini, stracciatella, olive caiazzane e pane croccante
L’incipit è stato di tutto rispetto e non fa altro che alzare l’asticella delle aspettative. Ecco i primi che abbiamo scelto. Le linguine con bottarga di muggine, tartare di gamberi viola e lime sono un’esplosione di gusto con un gioco di caldo – freddo sapiente e piacevolissimo, un equilibrio studiato e riuscito tra il dolce della tartare e il sapido marino della bottarga. Davvero un ottimo piatto.
Linguine con bottarga di muggine, tartare di gamberi viola e lime
Gli spaghetti alle vongole e fiori di zucca sono eccezionali: cremosi, profumati. Le vongole (veraci) sono uno spettacolo e l’abbinamento con i fiori di zucca risulta vincente. Ho trovato perfetta anche la cottura della pasta. Che gli vuoi dire ad un piatto così? Bisogna solo gustarlo in religioso silenzio.
Gli spaghetti alle vongole e fiori di zucca
Prendiamo anche un secondo in due e la scelta cade su calamaro alla griglia con zucchine alla scapece.
Calamaro grigliato con zucchine alla scapece
Prendiamo un rinfrescante sorbetto al limone con le fragole bio (dell’azienda agricola Le Rosse di Bosco di Valentina Memmolo, altra bellissima realtà del territorio).
Sorbetto al limone e fragole
Ci concediamo un giro di amari e chiediamo il conto. Per il nostro pranzo al Ristorante il Riccio paghiamo 47 euro a testa. Ho trovato corretto il rapporto qualità – prezzo.
Il Riccio Ristorante è stata una fantastica sorpresa e per certi versi una conferma. La location è intima e curata e trasmette un senso di calore e raffinata familiarità. Poi io ho un debole per la pietra quindi…. Le proposte di cucina della chef Imma Dichiara e della sua brigata sono convincenti, realizzate con materie prime di grande qualità e un pescato sempre fresco che arriva praticamente tutti i giorni. Le origini stabiesi della chef Imma Dichiara vengono fuori alla grande, ed è singolare la sua storia, Imma in pratica è diventata chef con il tempo, coltivando la sua passione e formandosi un passo alla volta. La sua abilità e dote principale a mio avviso stanno nel cucinare in modo semplice, partendo dal rispetto assoluto per la materia prima e per il pesce che viene in questo modo esaltato. Gli ingredienti (tutti freschi e di qualità) si sentono tutti, in ogni piatto e pietanza. Complimenti davvero. Qui al Ristorante il Riccio ho mangiato davvero bene, il baccalà cotto a bassa temperatura con scarola riccia, alici di Cetara e olive caiazzane da solo vale il viaggio, il polpo grigliato è morbido e saporito, tra i primi ho trovato fantastiche le linguine con bottarga di muggine, tartare di gamberi viola e lime, cremose e perfettamente equilibrate. Gli spaghetti alle vongole e fiori di zucca creano dipendenza. Il servizio è professionale e attento. Franco Ballarano è perfetto in sala, preparato e sempre pronto ad ascoltare e consigliare gli ospiti. Ho trovato corretto anche il rapporto qualità – prezzo. Il Riccio Ristorante merita assolutamente la visita, qui oltre a trovare una convincente cucina di mare pare ci sia anche una fantastica pizza (passeremo a provarla a breve). Il Riccio mare e pizza a Mirabella Eclano entra di diritto nella nostra guida sul web tra gli indirizzi da non perdere. Rivelazione.
Il Riccio Ristorante
SS90, Passo di Mirabella-pianopantano. Mirabella Eclano (Av)
Tel. 0825 449469
Visita il sito web del Riccio Ristorante
La “Voria” in dialetto è il vento, quel vento che a Cairano soffia quasi sempre e contribuisce a rendere ancora più magico questo paese, quasi arrampicato su una rupe. Siamo in Irpinia, a pochi km da Calitri, dal lago di Conza e dal confine con la Basilicata. Cairano è un borgo da visitare senza fretta e che ti regalerà emozioni. Qui tutto sembra sospeso nel tempo, certi suoi scorci ti restano dentro, così come gli sguardi dei pochi abitanti che ti regalano sempre una parola e un sorriso. Questo è un borgo quasi ancestrale che parla all’anima e racconta storie passate e un presente che profuma di incanto. Nella parte più alta del paese, inserito alla perfezione nel suggestivo borgo biologico, progetto meraviglioso di rigenerazione urbana, c’è Voria Osteria.
Voria Osteria. Cairano - Ingresso
Voria Osteria è il progetto ed anche il sogno divenuto realtà dello chef Arcangelo Gargano, di sua moglie Pierangela e di tutto un team. Qui si porta avanti una sintesi perfetta di raffinata accoglienza, passione per il proprio lavoro ed un legame fortissimo con il territorio. Il tutto si traduce in proposte di cucina superbe, realizzate con prodotti del territorio, sempre freschi e selezionati, un'invidiabile tecnica e un'attenzione assoluta anche alla presentazione dei piatti.
Voria Osteria. Cairano - Particolare interno
Voria Osteria è un luogo fantastico, la location ti lascerà senza fiato, il locale come già ricordato, si inserisce alla perfezione nel borgo biologico di Cairano, le sale sono accoglienti, intime, calde, dominano i colori naturali, la pietra, il legno. Ogni dettaglio, arredo, oggetto sono stati scelti con cura e amore. Il resto lo fa il panorama davvero spettacolare, siamo infatti nella parte più alta del borgo e da qui sembra quasi di toccare i monti, le colline ed anche la vicina terra lucana.
Voria Osteria. Cairano - Dettaglio tavolo e panorama
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Pinot Noir Rosé “Fallwind” di San Michele Appiano (St. Michael Eppan). Questo rosato ottenuto da uve Pinot Nero è un vino DOC dell’Alto Adige, è sorprendente di un bel colore rosa delicato, presenta sentori di frutti rossi, al palato è equilibrato, con una spiccata personalità. Si rivelerà un meraviglioso compagno per il nostro pranzo.
Pinot Noir Rosé Fallwind DOC della cantina San Michele Appiano (St Michael Eppan)
Diamo uno sguardo al menù. Vale la regola del quattro, infatti quattro sono le proposte di antipasti, quattro i primi, i secondi e i dessert. C’è la possibilità di optare per i percorsi degustazione dello chef (di quattro o sei portate con abbinamento di vini al calice). Noi scegliamo di ordinare “a la carte”. Intanto arrivano i pani e un entreé dello chef Arcangelo Gargano: una versione creativa di pane, pomodoro e mozzarella. Mollica di pane, acqua di pomodoro e spuma di mozzarella. Un entreé di benvenuto fresco e particolare.
Entreé dello chef Arcangelo Gargano
Cominciamo con gli antipasti. La tartare di vitello con colatura di alici, il tuorlo d’uovo marinato ed il tartufo è una poesia. Un piccolo viaggio circolare che parte con la carne eccelsa, profumata, sublimata dalla sapida colatura di alici, il tuorlo d’uovo marinato è il plus di questo piatto che poi ritorna al territorio (e quindi il cerchio si chiude), grazie alla presenza delle lamelle di tartufo. Chapeau.
Tartare di vitello con colatura di alici, tuorlo d'uovo marinato e tartufo
Altra espressione del territorio irpino è il caciocavallo, in questo antipasto viene servito “in carrozza” come si fa con la mozzarella, appoggiato su un soffice letto di maionese "handmade" agli agrumi ed erbette di campo. Un piatto voluttuoso e gustoso.
Caciocavallo in carrozza con maionese agli agrumi ed erbe di campo
I primi che abbiamo scelto sono un vero tripudio. Due piatti di riso carnaroli con ortiche, scampi e barattiere. Questo risotto è bello da vedere e meraviglioso da gustare. Bello l’abbinamento degli scampi con le ortiche ma la chicca è la presenza del barattiere, un ortaggio pugliese a metà strada tra un melone e un cetriolo con proprietà incredibili ma soprattutto rinfrescante. Infatti la sua presenza donava una grande freschezza finale al piatto.
Riso carnaroli con ortiche, scampi e barattiere
Gli spaghettoni con pomodorini gialli e baccalà mantecato rientra a pieno titolo nella categoria di quei piatti che restano nella memoria. Di un buono con pochi eguali.
Spaghettoni con pomodorini gialli e mantecato di baccalà
Le orecchiette di grano arso, scarola, burrata e pane alle acciughe è un altro piccolo capolavoro. Perfetta la cottura della pasta, perfetto anche il matrimonio tra gli ingredienti. Scarola, burrata e pane alle acciughe creano una sinfonia di gusto e un equilibrio assoluto: il sentore quasi amarognolo della scarola, la morbida burrata e la nota sapida del pane alle acciughe che regala anche una piacevole croccantezza. Piatto da copertina.
Orecchiette di grano arso con scarola burrata e pane alle acciughe
Il nostro pranzo da Voria Osteria procede in modo fantastico, di tanto in tanto usciamo per goderci l’aria pura ed il panorama meraviglioso che si ammira dal borgo biologico di Cairano. Intanto arrivano i secondi che abbiamo scelto. L’agnello con cardoncelli e olio al prezzemolo è una solida certezza. Morbida e delicata la carne di agnello, piacevole la presenza dei tenaci e saporiti cardoncelli il tutto legato dall’olio aromatizzato al prezzemolo che esalta il tutto.
Agnello con cardoncelli e olio al prezzemolo
Prendiamo anche due piatti di baccalà al tegamino con pomodorini, capperi e olive taggiasche. Me lo sto ancora sognando questo baccalà, il suo profumo intenso..... e quel sughetto con i capperi e le olive che ci ha costretto alla “scarpetta”. Si lo so, non sarà elegante ma non potevamo esimerci.
Baccalà al tegamino con pomodorini, capperi e olive
Intanto passa a salutarci Pierangela, la moglie di Arcangelo. Una donna colta, raffinata, innamorata di Cairano e di questo progetto: Voria. L’amore per questi luoghi lo si legge sul suo volto e lo si percepisce nel suo sguardo e nelle sue parole.
Non possiamo terminare il nostro pranzo senza un dessert. Scegliamo una ricotta con pesche e biscotto alle mandorle. Delicatissima e soave come una carezza...
Ricotta con pesche e biscotto alle mandorle
E una superlativa millefoglie con crema pasticcera (super) e frutti di bosco.
Millefoglie con crema pasticcera e frutti di bosco
Ci concediamo un giro di amari e chiediamo il conto. Siamo in quattro e per il nostro pranzo da Voria Osteria a Cairano paghiamo circa 57 euro a testa. Ho trovato il rapporto qualità – prezzo corretto e comunque adeguato al contesto e alla proposta di cucina.
Voria Osteria è uno di quegli indirizzi dove davvero puoi vivere un’esperienza. Qui tutto incanta, dal borgo biologico di Cairano con la sua struttura particolare, ai meravigliosi panorami con le verdi colline, le vallate e i monti che si stagliano all’orizzonte. Dal recupero superbo della parte più antica del paese in cui si inserisce il ristorante, alla location di Voria Osteria: un mix di raffinatezza, charme, cura dei dettagli e amore, fino alla cucina dello chef Arcangelo Gargano e della sua brigata. Una cucina che è una sintesi perfetta di tecnica, conoscenza, passione e amore per il territorio. Tra gli antipasti la tartare di vitello con colatura di alici, il tuorlo d’uovo marinato ed il tartufo è una meraviglia assoluta, gli spaghettoni con pomodorini gialli e baccalà mantecato sono il piatto che resta nella memoria, le orecchiette di grano arso con scarola, burrata e pane alle acciughe sono un piccolo compendio di bontà. Tra i secondi il baccalà al tegamino con pomodorini, capperi e olive taggiasche mi ha conquistato. Ottimi anche i dolci. Pierangela poi è una meravigliosa padrona di casa, la sua squisita accoglienza e quella del personale sono senza eguali. Il personale è professionale e veloce, il servizio è impeccabile. Ho trovato fornita e curatissima anche la carta dei vini. Voria Osteria a Cairano a parer mio è un “diamante culinario” di inestimabile valore. Eccellenza irpina.
Voria Osteria
Via S. Leone, n.99
Cairano (Av)
Tel. 347 7032260
Visita il sito web di Voria Osteria
Siamo nella splendida Castel di Sangro, il più importante centro dell’alto Sangro. Qui natura, storia e tradizione sono protagonisti. Castel di Sangro è un borgo da visitare senza fretta per godere di ogni angolo, ammirando palazzi antichi, scorci da cartolina, chiese suggestive e la natura circostante che la fa da padrona assoluta. Se vieni qui, non puoi poi non visitare il borgo medievale di Roccacinquemiglia con le sue viuzze e gli edifici antichi. Noi ci siamo fermati per un pranzo veloce da Beccaccino Osteria. Il locale è centrale e si presenta come una moderna osteria, la location è gradevole con due sale interne e una esterna, gli arredi sono curati con semplicità e gusto, bella e curata anche la mise en place. Nel complesso questo luogo trasmette una piacevole sensazione di accoglienza e familiarità.
Beccaccino Osteria. Castel di Sangro - Particolare interno
Ci accomodiamo e come sempre guardiamo il menù. Ci sono quattro proposte di antipasti, quattro primi, sei secondi, i contorni e i dessert. Il menù è stagionale e cambia spesso in base alla disponibilità dei prodotti e materie prime, è ben studiato e concepito con interessanti piatti e proposte del territorio. Noi da bere ordiamo una minerale e un bianco campano (ah la nostalgia di casa..) il bianco di Bellona Irpinia coda di volpe della Tenuta Cavalier Pepe. Un vino ottenuto da uva coda di volpe in purezza, di un bel giallo paglierino con note di frutti gialli e di erbe. Ha un buon corpo e un sapore intenso e pieno.
Coda di Volpe, Bianco di Bellona di Tenuta Cavalier Pepe
Intanto ci servono un gradito entreé una sorta di polpettina di cacio davvero deliziosa.
Entreé
Decidiamo di saltare gli antipasti e fiondarci sui primi. Prendiamo un piatto di caserecce con pesto di basilico, caponata e crema di ricotta. Perfetto l’abbinamento del pesto rigorosamente bio e “handmade” con la caponatina e la crema di ricotta a rendere delicato il piatto.
Casereccia con pesto di basilico, caponata e crema di ricotta
Poi una chitarrina con scampi, pomodorini e zucchine. La scelta degli spaghetti alla chitarra è azzeccata, un piatto che vede l’incontro di terra e mare che abbiamo apprezzato molto.
Chitarrina scampi pomodorini e zucchine
A chiudere la nostra degustazione di primi, ecco due piatti di gnocchi con piselli, pancetta croccante e fonduta di pecorino. Buoni e appaganti gli gnocchi con la pancetta che va a nozze con la fonduta di pecorino.
Gnocchi con piselli, pancetta croccante e fonduta di pecorino
Il nostro pranzo da Beccaccino Osteria procede alla grande. E’ il momento dei secondi. Prendiamo un entrecote con friggitelli. Gustosa e morbida la carne, mi è piaciuto molto l’abbinamento con i peperoncini verdi.
Entrecote e friggitelli
E tre piatti di filetto di maiale con spuma di patate e zucchine, la carne è tenera e succulenta. Davvero un ottimo secondo.
Filetto di maiale con spuma di patate e zucchine
Purtroppo dobbiamo rientrare. Saltiamo il dessert e chiediamo il conto. Paghiamo per questo nostro pranzo da Beccaccino Osteria quasi 35 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
Beccaccino Osteria è stata una bella scoperta. Il locale è centrale e si raggiunge facilmente, la location è gradevole, l’arredo curato e per certi versi essenziale. Nel complesso ti regala l’idea di essere in un’osteria accogliente e dall’ambiente familiare pur essendo chiaramente un locale contemporaneo. La cucina è convincente con piatti legati al territorio ma proposti in chiave moderna e con un’attenzione anche alla presentazione. Il personale è gentile e professionale, il servizio veloce. Fornita la carta dei vini. Anche il rapporto qualità – prezzo è corretto. Beccaccino Osteria a Castel di Sangro è un indirizzo che non può mancare in agenda, garantiamo noi.
Beccaccino Osteria
Corso Vittorio Emanuele, n.19/21
Castel di Sangro (Aq)
Tel. 334 8060264
Visita il sito web di Beccaccino Osteria
Vieste è un vero spettacolo, non a caso è definita la "perla del Gargano": mare cristallino, scorci da cartolina, un centro storico che regala emozioni, grazie alla sua conformazione unica ed alla struttura tipicamente medievale. Il borgo antico conserva il fascino di un antico villaggio di pescatori affacciato sul mare, con le sue case bianche, i vicoli, i palazzi antichi. Tutto qui a Vieste fa innamorare, anche i profumi, gli odori, e quella sensazione di essere quasi un privilegiato perché sei in un luogo baciato dalla fortuna. Proprio nel centro storico viestano, nella parte più antica in Via Ripe c’è l’Osteria degli Archi, dove ci siamo fermati a cena.
Osteria degli Archi. Vieste - Insegna Esterna
Entrando l’impatto è decisamente piacevole. Il locale si sviluppa in lunghezza, dominano la pietra e il legno. L’atmosfera è informale e rilassante. Veniamo accolti con gentilezza e ci accompagnano al nostro tavolo che avevamo prenotato il giorno prima. Prima di dare uno sguardo al menù, ordiniamo una minerale e una bottiglia di Chardonnay Tormaresca, un bianco a cui siamo molto affezionati. Di un piacevole colore giallo paglierino intenso con sentori di frutta gialla e agrumi, questo vino al palato è pieno, equilibrato e fresco. Sarà lui il nostro compagno di viaggio stasera..
Chardonnay di Tormaresca
Intanto arrivano i loro pani, tarallini ed anche il loro olio Evo bio. Quest’olio usato anche nelle pietanze dell’Osteria degli Archi è prodotto con olive autoctone di loro proprietà. Spettacolare davvero…
L'olio Evo Bio dell'Osteria degli Archi a Vieste
Pane ed olio, merenda antica e sempre gradita, apprezziamo davvero molto quest’olio del Gargano dal sapore piacevolmente fruttato, intenso e profumato.
Il prezioso olio Bio dell'Osteria degli Archi
Intanto passa a salutarci la signora Giovanna, sempre prodiga di consigli per i clienti e gli ospiti dell’Osteria degli Archi. Il menù presenta pietanze in prevalenza di mare, ma ci sono anche diverse proposte di terra. Noi ordiniamo come antipasto delle interessanti alici in pastella di rape con burrata e pomodorino giallo. Le alici sono deliziose e si sposano a meraviglia con la burrata. Particolare è la scelta di usare la pastella di rape, un matrimonio tra mare e terra che risulta vincente.
Le alici in pastella di rape con burrata e pomodorino giallo
l’altro antipasto che prendiamo sono i gamberi scottati in salsa rosa con granella di pistacchio. Anche questi ci sono piaciuti molto, bella la nota croccante dei pistacchi.
Gamberi scottati in salsa rosa con granella di pistacchio
Come primi optiamo per i tortelli ripieni di alici e rape con olio all’aglio fermentato e fonduta di cacioricotta. Deliziosi e goduriosi questi tortelli “handmade” in cui il ripieno di alici e rape è sorprendente e particolare.
Tortelli ripieni di alici e rape con olio allaglio fermentato e fonduta di caciocircotta
Se i tortelli ci sono piaciuti, con le orecchiette di grano arso cacio e pepe con tartare di gamberi e uova di lompo sono spaziali. Non avrei mai pensato di abbinare una cacio e pepe ai gamberi eppure ….. Il risultato è esaltante.
Orecchiette di grano arso cacio e pepe con tartare di gamaberi e uova di lompo
Decidiamo anche di provare un secondo in due e scegliamo calamari alla griglia con pane croccante alle erbe e contorno di verdure. Il calamaro era morbido e gustoso, deliziose anche le verdurine proposte come contorno.
Calalmari alla griglia con pane croccante alle erbe e contorno di verdure
Si è fatto tardi, saltiamo il dessert. Prendiamo un caffè, un amaro alle erbe e chiediamo il conto. Paghiamo per la nostra cena all’Osteria degli Archi circa 53 euro a persona.
L’Osteria degli Archi a Vieste è stata una bella scoperta. Il locale è suggestivo e si trova nella parte più antica e forse più bella del centro storico viestano. All’interno regala una bella sensazione di calda ospitalità grazie alla pietra che domina e ad un arredo semplice ma curato. Le proposte dello chef e patron Michele Vescera sono convincenti. In carta ci sono piatti in prevalenza di mare realizzati con il buon pescato locale ma anche qualche piatto di terra. Le alici in pastella di rape con burrata e pomodorino giallo, le orecchiette di grano arso cacio e pepe con tartare di gamberi e uova di lompo da sole valgono la visita, il calamaro alla griglia era freschissimo, morbido, profumato e delicato. Buona anche la carta dei vini. Il personale è professionale e presente. Il conto è adeguato al contesto, all’ambiente e alle proposte di cucina. Sicuramente questo è un indirizzo da segnare in agenda e da visitare se sei a Vieste.
Osteria degli Archi
Via Ripe, n.2
Vieste (Fg)
Visita il sito web dell’Osteria degli Archi
Peschici è una perla del Gargano, un borgo meraviglioso che si affaccia su un mare cristallino. Peschici regala emozioni uniche in qualsiasi momento della giornata, grazie alla sua architettura, ad un mare meraviglioso, ad una natura incontaminata. Sicuramente una delle maggiori attrattive di Peschici oltre al mare è il suo centro storico, racchiuso all’interno delle mura di epoca medievale. Un centro storico che si staglia sul mare. Vi si accede attraverso un arco con una Torre e la Peschici antica sorprende per i colori, le viuzze strette, i vicoli, le casette bianche, le botteghe, i negozi di artigianato. Proprio nel centro storico peschiciano nella piazzetta (Piazza del Popolo) c’è l’indirizzo di cui ti parlo: la Taverna di Peschici.
La Taverna di Peschici - Insegna all'ingresso
La location è gradevole, all’interno gli ambienti sono curati, l’arredo è sobrio, essenziale. Bella anche la mise en place. Ci sono tavoli anche all’esterno gettonatissimi in questo periodo, molti infatti, durante la bella stagione, amano cenare all’aperto.
La Taverna di Peschici è senza ombra di dubbio un locale caratteristico, di quelli dove ti fermeresti volentieri se ci passi davanti. Noi abbiamo prenotato con un po’ di anticipo e ci accomodiamo all’interno.
Come al solito guardo con attenzione il menù: dominano ovviamente le proposte di mare ma c’è anche qualche piatto di terra. Insomma qui trovi una carta capace di accontentare anche gli “incontentabili”, ce n’è per tutti i gusti. In attesa di scegliere cosa mangiare, ci arriva il loro pane e un olio meraviglioso, in questo caso l’olio Evo biologico di Tenute Donna Vittoria ottenute con monocultivar ogliarola garganica. Un olio fruttato piacevole e delicato, prodotto in modo totalmente biologico.
L'olio Evo del Gargano di Tenute Donna Vittoria
Ovviamente intingo il buon pane locale in questa meraviglia. Pane e olio, merenda antica che mi riporta all’infanzia e che sa di buono, di cose belle, di tempi andati, famiglia, di amore. Davvero un piacevole incipit tutto pugliese. Ovviamente non esagero con il pane perché la serata è appena cominciata…
L'olio Evo del Gargano
Prima di ordinare le pietanze, ecco la minerale e il vino che abbiamo scelto: due calici di Tuffetto, rosato biologico di Tenute Lu Spada. Questo vino è ottenuto da uve Negroamaro in purezza, presenta un bel colore rosa brillante, risulta fresco, fruttato. Al palato risulta equilibrato e pieno. Davvero un meraviglioso rosato che accompagnerà alla grande la nostra cena.
Tuffetto - Rosato biologico di Tenute Lu Spada
Cominciamo con gli antipasti. Scegliamo una parmigiana di mare profumata, gustosa, goduriosa che mi ha costretto alla scarpetta.
Parmigiana di mare
E un intrigante pancotto con rape e gamberi rosa. Sapiente incontro di terra e mare dal gusto intenso, quasi rustico per via delle rape, il tutto equilibrato dai delicati gamberi rosa. Piatto davvero eccellente.
Pancotto con rape e gamberi rosa
Gli antipasti hanno inevitabilmente alzato l’asticella delle mie aspettative sui primi. Qui la scelta si è rivelata ardua ma alla fine optiamo per i troccoli con cozze e vongole. Questo piatto è un classico, un must a partire dalla scelta della pasta. I troccoli infatti sono un formato di pasta fresca tipici soprattutto del foggiano e sono perfetti nell’abbinamento con il pesce. In questo caso le cozze e le vongole con il loro sublime sughetto, bello cremoso, sono esaltate dalla presenza di una generosa grattugiata di bottarga che regala al piatto una piacevole nota sapida. Buoni, buoni, buoni.
Troccoli con cozze e vongole
Se i troccoli mi sono piaciuti, non sono da meno gli spaghetti alla carbonara di tonno rosso, una vera delizia: cremosa, profumata, appagante. Non avevo mai provato una carbonara arricchita dal tonno. Eccezionale, chapeau.
Spaghetti alla carbonara di tonno rosso
Non posso non gustare anche un secondo qui alla Taverna di Peschici, così ordino il polpo arrostito con cime di rape e stracciatella. Anche qui l’abbinamento "terra e mare" risulta vincente. Particolarmente interessante il in particolare il connubio polpo – stracciatella, da riprovare…..
Polpo arrostito con cime di rapa e stracciatella
Salto il dessert, chiedo un paio di amari (Jefferson) ed il conto. Per la nostra cena alla Taverna di Peschici paghiamo poco più di 55 euro a persona.
La Taverna di Peschici è stata una rivelazione. Il ristorante si trova nella piazzetta del centro storico della meravigliosa Peschici. E' un caratteristico ristorante con arredi curati e tavoli anche all’esterno, dove trovi un'ottima cucina realizzata con il pescato giornaliero e le fantastiche materie prime del territorio. Lo chef Nicola Martella regala proposte convincenti grazie ad una scelta meticolosa dei prodotti e ad una tecnica di base sopraffina. L'incontro tra mare e terra trova la sua esaltazione in piatti che restano nella memoria come il pancotto con rape e gamberi rosa, la deliziosa carbonara di tonno rosso, oppure i troccoli con cozze, vongole e bottarga. Fornita e ricca la carta dei vini. Nota di merito per il servizio, il personale di sala è giovane, affiatato, professionale e veloce. Corretto il rapporto qualità – prezzo. La Taverna di Peschici entra nella nostra guida sul web degli indirizzi da non perdere. Rivelazione…..
Ristorante La Taverna di Peschici
Piazza del Popolo n.15
Peschici (Fg)
Tel. 0884 962406
Visita la pagina Fb del Ristorante La Taverna di Peschici
Torno nel Sannio beneventano. Puglianello è un piccolo e tranquillo borgo della Valle telesina situato quasi ai confini con la provincia di Caserta. Il suo centro storico raccolto e semplice, si sviluppa intorno all’imponente Castello baronale. Proprio a pochi passi da questo austero e suggestivo maniero, c’è un indirizzo che rappresenta una vera stella polare, un punto di riferimento per gli amanti del buon cibo e del “bien vivre”: il Foro dei Baroni. La storia di questo luogo ha origine una ventina di anni fa grazie all’intuizione dello chef Raffaele D’Addio e di suo fratello Mario. Raffaele è spesso in giro per consulenze ed eventi. Ne è passato di tempo ma il Foro dei Baroni è sempre lì e negli anni si è evoluto grazie al suo team e ai suoi collaboratori, è cresciuto rappresentando un “unicum” nel panorama gastronomico sannita e campano.
Il Foro dei Baroni. Puglianello - Insegna Esterna
Ma comincio dalla location, particolare e raffinata: un antico casale con giardino recuperato con amore e perizia. L’arredo è sobrio e curato, ogni dettaglio, ogni pietra, ogni tavolo, ogni seduta, tutto è studiato per offrire un’atmosfera particolare e bellissima. Il locale si divide in due ambienti, l’arredo è rustico ma essenziale e curato, sobria anche la mise en place. L’Osteria si arricchisce la sera, offrendo oltre alle proposte di cucine anche la pizza, realizzata con un impasto diretto lavorato a regola d’arte dal pizzaiolo Vladymyr. Torneremo di sicuro anche a provare la pizza qui al Foro dei Baroni. Molto gradevole anche lo spazio esterno dove la sera, durante la bella stagione si può cenare.
Il Foro dei Baroni. Puglianello - Dettaglio
Il Foro dei Baroni si identifica come “osteria d’entroterra”, e mai definizione fu più calzante e precisa. Il motivo è semplice: esaltare e celebrare la cucina sannita fatta di sapori semplici come concetto, piatti della tradizione ma debitamente rivisitati e caratterizzati da una meticolosa e costante ricerca delle materie prime. In cucina c’è il talentuoso chef Agostino Vessella con la sua brigata. Ad accoglierci la gentile e professionale Giusy. Arriviamo per tempo dopo aver prenotato, ci accompagnano al nostro tavolo. Il menù è studiato in ogni dettaglio, un piccolo compendio del territorio sannita: piatti scelti, prodotti selezionati e materie prime ed eccellenze del territorio sannita come il meraviglioso prosciutto della non lontana Pietraroja (tanto per citarne uno). Ordiniamo da bere una minerale e due calici di Versacrum Barbera del Sannio DOP di Masseria Vigne Vecchie di Solopaca. Questo rosso è sorprendente, ottenuto da uve Barbera in purezza, si presenta di un bel colore rosso rubino, sentori di frutti rossi e lievi note floreali. Al gusto è pieno, armonioso e con un tannino con prepotente. Davvero un gran vino sannita.
Samnes Sannio Barbera Versacrum della Masseria Vecchie Vigne
Intanto arrivano i loro pani artigianali. Che bontà…..
I pani
Cominciamo con gli antipasti. Prima ho accennato al prosciutto di Pietraroja, meraviglioso quanto difficile da trovare, a meno che tu non vada nel piccolo comune montano di Pietraroja (che è comunque sempre una bella idea). Non potevo non assaggiarlo. Viene presentato con i loro grissini handmade con semi di sesamo e papavero. Una vera poesia, il prosciutto era dolce ma al contempo sapido e si scioglieva letteralmente in bocca. Che meraviglia….
Prosciutto di Pietraroja con grissini ai semi di sesamo e papavero
Poi ecco la Scagnuzzella, una sorta mix tra una bruschetta e una fresellina, tipica del comune di San Lorenzello, presentata con acqua di pomodoro affumicato alla base, due pomodori confit cotti a bassa temperatura, ricotta di mandorle e pomodoro occhio di bue. Proposta fresca e interessante.
La scagnuzzella con acqua di pomodoro, datterini confit, pomodoro cuore di bue e ricotta alle mandorle
Raggiungiamo l’empireo con la loro Parmigiana fatta con melanzana in doppia cottura (prima fritta, poi al forno), alla base una salsa, quasi spuma di pomodoro, fonduta di mozzarella di bufala, tempura e germogli di basilico. E che vuoi dire ad un piatto così. Davvero complimenti. Non sarà elegante ma sono stato quasi costretto alla scarpetta.
La Parmigiana del Foro dei Baroni con melanzana in due cotture
Gli antipasti non hanno fatto altro che alzare l’asticella dell’aspettativa. I primi che abbiamo scelto dalla carta sono i ravioli di faraona con erbe di campo e scaglie di provolone del Monaco. Semplicemente deliziosi, e perfettamente equilibrati con una sorprendente farcitura di faraona che nobilita un piatto da applausi.
Ravioli di faraona con erbe di campo e scaglie di provolone del Monaco
Non da meno la pasta mista mantecata con salsa di pomodoro giallo, pomodorini selvatici e pomodoro verde. Un piatto davvero intrigante, ho apprezzato molto la scelta dello chef Agostino Vessella di optare per la pasta mista che normalmente siamo abituati ad utilizzare per altre ricette. Poi l’idea di preparare un piatto ai pomodori senza il pomodoro rosso è vincente. Il sapore deciso ed estivo rendono questo piatto vincente.
Pasta mista ai pomodori
Prendiamo anche un secondo in due e la mia scelta cade sulla picanha di manzo cotta a bassa temperatura con spaghetti di zucchine alla scapece e gel di salsa ponzu. La picanha è un taglio che adoro, questa è eccellente, morbida, “succosa”, saporita accompagnata egregiamente dalle zucchine alla scapece tagliate a mo’ di spaghetti e bella l’idea dello chef di metterci un tocco di oriente con il gel di salsa ponzu (salsina utilizzata normalmente nella cucina giapponese a base di succo di lime, aceto di riso, salsa di soia e dashi).
Picanha di manzo con spaghetti di zucchine alla scapece e salsa ponzu
Possiamo non chiudere il nostro pranzo al Foro dei Baroni con un bel dessert? Certo che no ! E infatti scelgo la loro versione della ricotta e pera: deliziosa. In pratica un biscotto tipo lingua di gatto cotto al forno a forma di cannolo, ripieno di crema di ricotta e pera.
Ricotta e pera del Foro dei Baroni
Accompagniamo il dessert con due distillati alla mela annurca. Del resto Sant’Agata de’ Goti e Valle di Maddaloni (luoghi dove la mela annurca è coltivata) sono vicine. E chiedo il conto. Costo del nostro pranzo al Foro dei Baroni è stato di 60 euro a persona.
Il Foro dei Baroni a Puglianello è un luogo imperdibile. La location è particolare e bellissima, un antico casale con giardino ristrutturato con cura, amore e attenzione ai dettagli, a pochi passi del Castello dei Baroni di Puglianello nel centro storico.
La creatura dello chef Raffaele D’Addio gode di ottima salute, grazie ad un progetto ben definito che parte dalla valorizzazione e rivisitazione dei piatti del territorio in chiave contemporanea con una scelta e selezione meticolosa e accurata di prodotti e delle materie prime. La brigata di cucina sa il fatto suo, in cucina lo chef Agostino Vessella mostra tutto il suo talento e padroneggia e mixa alla grande tecnica e passione. La sua versione della parmigiana me la ricorderò a lungo, così come quella pasta mista mantecata con salsa di pomodoro giallo, pomodorini selvatici e pomodoro verde. I ravioli farciti di faraona alle erbe e scaglie di provolone del Monaco da soli valgono la visita. Il servizio è preciso e puntuale, fantastica l’accoglienza di Giusy in sala. Corretto il rapporto qualità – prezzo e comunque adeguato al contesto. Tornerò a breve a provare la loro pizza di cui si dice un gran bene. Il Foro dei Baroni non può mancare nella nostra guida sul web di quelli che sono gli indirizzi da non perdere. Eccellenza sannita.
Il Foro dei Baroni
Via Chiesa n.2
Puglianello (Bn)
Tel. 0824 946033
Visita il sito web del Foro dei Baroni
Ogni anno di solito faccio tappa a Vieste. Questo è uno dei miei luoghi del cuore. In generale amo il Gargano, territorio allo stesso tempo aspro e generoso, intriso di storia, tradizioni, leggende, una natura rigogliosa e un mare cristallino. Vieste poi, con il suo centro storico a picco sul mare, conserva un fascino incredibile. E’ bello passeggiare tra vicoli e stradine, tra scalinate e palazzi antichi, piazzette e scorci da cartolina. Proprio nel centro storico viestano nei pressi del Duomo c’è uno dei miei ristoranti preferiti. Più volte ho raccontato dell’Osteria Al Duomo e della cucina dello chef Vincenzo Bua e lo faccio anche stavolta, perché tornarci è stata per me una meravigliosa esperienza gastronomica ed emotiva.
Osteria al Duomo. Vieste - Ingresso
Un vicoletto con delle scale ci porta all’Osteria Al Duomo. La prima cosa che cattura l’occhio è la struttura del locale, unica nel suo genere: un edificio che risale addirittura al ‘400 recuperato a regola d’arte, con attenzione ai dettagli e a quella che era la sua struttura originaria. Ci sono quattro salette in pietra viva, più una quinta distaccata che si raggiunge attraversando il vicoletto. Noi ci accomodiamo proprio in quest’ultima, deliziosa e intima, anche qui c’è il pavimento con le chianche (originali d’epoca), pietra dovunque e un arredamento sobrio, semplice e adeguato al contesto. Come al solito diamo uno sguardo al menù, l’ho trovato ancora più ricco e studiato. Chiaramente dominano le proposte di pesce, ma anche chi ama la cucina di terra troverà cose interessanti. Da bere ordiniamo una minerale e due calici di Tuffetto, rosato biologico di Tenute Lu Spada, ottenuto da uve Negroamaro in purezza, questo rosato dal colore ammaliante si presenta fresco, piacevolmente fruttato con sentori di frutti rossi, spezie e con una spiccata personalità. Scelta perfetta per la nostra cena.
Tuffetto Rosato Salento IGT biologico Negroamaro di Tenute Lu Spada
Cominciamo con due antipasti, il polpo in doppia conttura su maionese dell’acqua sua stessa. Spesso quando vengo qui assaggio il polpo, semplicemente divino, morbido, umido, gustoso, l’accompagnamento con la mayo è originale, infatti la maionese è fatta esclusivamente con l’acqua di cottura del polpo e senza uova. Davvero un gran piatto.
Polpo in doppia cottura su maionese dell'acqua sua stessa
L’altro antipasto è davvero particolare, ricordo di parmigiana, in pratica delle baby melanzane a barchetta farcite con parmigiana e polpa di gambero rosa.
Ricordo di parmigiana
La nostra cena scorre via che è una meraviglia: l’atmosfera intima e raccolta della sala, la pietra, la luce soffusa, la candela al tavolo rendono l’attesa dei primi decisamente piacevole. Ed eccoli i primi che abbiamo scelto. Troccoli all’essenza di mare. Piatto che ormai è diventato un cult, da sempre presente in carta. Ha cambiato nome negli anni ma la sostanza è sempre la stessa: troccoli (pasta tipica pugliese) con ogni ben di Dio che il mare ci dona, vongole, cozze, totani, moscardini, gamberi e via dicendo. A chiudere il tutto dei piacevolissimi cristalli di pane aromatizzato croccante che regalano un minimo di “crunch”. Una vera bontà …Non a caso questo è uno dei piatti più amati dai clienti e dagli ospiti dell’Osteria Al Duomo.
I buonissimi troccoli essenza di mare
L’altro primo per me è stata una rivelazione, un risotto ai due crostacei con scampi, mazzancolle, crema di burrata affumicata e limone femminiello del Gargano. Una vera poesia.
Risotto ai due crostacei dello chef Vincenzo Bua
Prendiamo anche un secondo in due e la nostra scelta cade su tonno rosso pinne gialle con semi di sesamo e crema pasticcera salata, ketchup di datterino e salsa di peperone rosso. Il tonno è divino, fresco, esaltato da questa crema pasticcera salata e dal ketchup di pomodoro e salsa di peperone a donare un gusto più rustico. Chapeau.
Tonno rosso pinna gialla con semi di sesamo, crema pasticcera salata, ketchup di datterino e salsa di peperone rosso
Saltiamo il dessert. Prendiamo due bicchierini di limoncello artigianale fatto dallo chef Vincenzo Bua. Un signor limoncello, quasi uno sciroppo, servito freddo in bicchierino ghiacciato. Così si fa.
Limocello artigianale ghiacciato dello chef Vincenzo Bua
Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena poco più di 40 euro a persona.
Sono tornato all'Osteria al Duomo nel cuore della Vieste antica ed è stata una conferma assoluta. Il locale è meraviglioso, una location unica nel suo genere ubicata in un edificio risalente addirittura al ‘400. Dominano la pietra ed il legno. Questo è il regno della famiglia Bua. Lo chef Vincenzo, grande talento, presenta proposte di grande livello, abbinamenti studiati, materie prime di assoluta eccellenza, pescato fresco cucinato a regola d’arte, grande cura nella presentazione dei piatti. Il polpo in doppia cottura su maionese dell’acqua sua stessa è buonissimo, i troccoli essenza di mare da soli valgono il viaggio, così come il risotto ai due crostacei, un piatto che ricorderò a lungo.Complimenti allo chef Vincenzo Bua, coadiuvato in cucina dalla sua brigata e da sua moglie la dolce Isa . Il servizio poi come al solito è stato impeccabile, Pasquale in sala è un perfetto Cicerone, Natalia e Anna instancabili e presenti. Fornita la carta dei vini con etichette interessanti (molte ovviamente pugliesi) e interessante la carta dei distillati. Ho trovato corretto il rapporto qualità prezzo. Magari sembrerò ripetitivo, ma lo dicevano i latini “Repetita iuvant”. Ribadisco il mio giudizio e sottoscrivo ciò che ho sempre scritto. L’Osteria Al Duomo è tappa irrinunciabile. Se sei a Vieste e dintorni non fartela scappare.
Osteria Al Duomo
Via Alessandro III n. 23
Vieste (Fg)
Tel. 0884 708243
Visita la pagina Fb dell’Osteria Al Duomo