Napoli regala sempre sorprese ed emozioni. Nello splendido scenario di borgo marinari, di fronte al mare e a Castel dell’Ovo, troviamo il Ristorante la Scialuppa. Spesso siamo passati di qui ma non ci eravamo mai fermati, stavolta incuriositi, con la mia famiglia ci siamo stati a pranzo. Abbiamo avuto la fortuna di avere un tavolo in veranda con vista mare. Cosa c’è di più bello che pranzare guardando il blu del mare e sentendo il rumore delle onde? Poche cose direi.
L’atmosfera che si respira è bellissima. E da qui in avanti è stato un crescendo, davvero una piacevole scoperta, ma andiamo per ordine.
Mise en place
Il menù è molto ampio, domina (come ovvio) la cucina partenopea con proposte e piatti sia di carne che di pesce e si può gustare anche la pizza. Insomma qui non si resta delusi e ce n’è davvero per tutti grandi e piccini. Abbiamo optato per un appagante antipasto denominato fritto misto la scialuppa (calamari, gamberetti, sale, pepe, alici, pizze di “cicinielli”, i bianchetti detti anche pesce ghiaccio, arrosticini di totani). Il fritto era eccellente, non unto e asciutto. Sfiziose le frittelle di “cicicnielli”, buonissimi i calamari, interessanti gli arrosticini di totani.
Frittura mista
Come primi abbiamo scelto le linguine all’astice con pomodorini. Ho trovato la cottura della pasta impeccabile, il sapore dell’astice era meraviglioso, l’acidità e la durezza del pomodoro hanno conferito al piatto un sapore incredibile tanto è vero che ho fatto la scarpetta. Non sarà molto chic ma chissenefrega.
Linguine all'astice con pomodorini
L’altro primo che abbiamo degustato sono state le linguine la scialuppa (con gamberoni, scampo, cozze, vongole, taratufi, fasolari, polpo, calamaro e seppie). Già potete immaginare tutto il profumo che sprigionava questo piatto come avere davanti il mare di Napoli.
Linguine La Scialuppa
Non paghi abbiamo preso anche una fritturina di soli calamari. Anche questa fatta come si deve.
Fruitturina di calamari
Come dessert ecco un tiramisù invitante e goloso con quell’aroma di caffè come solo a Napoli lo sanno fare.
Tiramisù
E poi un classico: la delizia limone, morbida, delicata e profumatissima.
Delizia al limone
Non posso poi non descrivere il mio sentimento di gratitudine per lo staff di cucina che con vera maestria ci ha deliziato con pietanze cucinate con amore. Impeccabile il servizio. Mentre, lo staff di sala non si è risparmiato nei sorrisi e nell’accoglienza, professionali e molto attenti alle esigenze della clientela. Arriva l’ora del conto! Vi assicuro che è più che onesto visto che abbiamo pagato 55 euro a persona compreso di coperto e di due calici di bianco della casa a testa che hanno accompagnato il nostro pranzo.
Il ristorante La Scialuppa si trova nel cuore di Borgo Marinari proprio di fronte Castel dell’Ovo. E’ un locale storico con una bella veranda che affaccia sul porticciolo e con vista mare. Qui trovi una buona cucina della tradizione, una cucina senza fronzoli e con porzioni generose. Il menù è ricco e trovi anche la pizza. Meravigliose in particolare le linguine alla Scialuppa e davvero ottimo il fritto misto di pesce. Molto gradevole l’atmosfera, ci siamo sentiti come a casa. Il personale è gentile, disponibile e sempre sorridente. Corretto il rapporto qualità – prezzo. Il ristorante La Scialuppa è stata una piacevole scoperta. Indirizzo da segnare in agenda soprattutto se ami la cucina tradizionale partenopea. Il plus poi è la location davvero bella. Ci rivediamo presto.
Ristorante La Scialuppa
Piazzetta Marinari, n.5
Napoli
Tel. 081 7645333
Visita il sito web del Ristorante La Scialuppa
Se è vero che si ritorna sempre dove si è stati bene, non potevamo non tornare da Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda. Memori della meravigliosa esperienza passata, siamo tornati in questo piccolo gioiello irpino. Adoriamo l’atmosfera senza tempo che si respira in questo locale, un edificio storico, un’antica ex dogana aragonese datata addirittura 1467. Il recupero è stato certosino e meticoloso, fatto con cura e amore. Domina la rassicurante pietra, il pavimento in pietra e legno con delle meravigliose e antiche doghe provenienti dalla Toscana. Ci sono due ambienti, uno al piano inferiore a cui si accede con delle scale in pietra.
Ingresso
Tutto è curato nei dettagli, ogni singolo oggetto è originale e recuperato, anche le posate, le sedute, i tavoli raccontano storie passate e affascinanti. Il resto lo fa la luce calda e il “mood” che regala questo luogo, un luogo che ha una sua “anima” capace di trasmettere una piacevole sensazione, quasi atemporale.
Insegna esterna
Naturalmente qui si viene anche e soprattutto per la carne, di qualità eccellente. Carni selezionate e provenienti da allevamenti allo stato brado e semibrado e scelte con cura da Rocco Caggiano che negli anni ha acquistato una maestria, una perizia e una conoscenza che hanno pochi eguali. In particolare Rocco coltiva e alimenta quella che si potrebbe definire una vera e propria arte portata avanti di generazione in generazione: la frollatura. Essa esalta la qualità, le caratteristiche e le proprietà della carne. Rocco Caggiano con passione padroneggia questa arte, con uno studio costante e continuo per dare ai suoi clienti un prodotto di qualità superiore.
Un angolo della meravigliosa sala
Ma torniamo alla nostra cena. Ci accomodiamo al nostro tavolo da due (prenotato per tempo). E diamo il solito sguardo al menù. Noto con piacere che rispetto alla nostra precedente esperienza il menù è stato arricchito con altri piatti e proposte soprattutto di antipasti. Adesso mi pare perfettamente calibrato e in grado di accontentare un po’ tutti.
Naturalmente in carta la carne la fa da padrona e non potrebbe che essere così. Dalla Chianina alla Rubia Gallega, dalla Maremmana alla Marchigiana, dall’Angus alla Scottona, dalla Simmenthal al prezioso Wagyu e via discorrendo. Tutte carni selezionate e trattate con cura con una grande attenzione alla frollatura. Da notare poi la presenza dei filetti e di proposte di carne alternative alla bistecca.
Si comincia. Ordiniamo una minerale e due calici di un ottimo rosso, l’Aglianico Antonio Bruno di Fontana del Re Azienda Agricola di Mariella Roselli, un rosso che mi ha sorpreso, corposo, intenso, di un bel colore rosso rubino, note speziate e sentori di frutti rossi.
Aglianico Fontana del Re
Intanto ci arriva il pane. Ottimo. Anche questo selezionato da Rocco Caggiano, scopriremo poi che proviene da un forno tradizionale di Bonito.
Il buonissimo pane di Bonito
In attesa dell’antipasto ecco una loro entreé: bruschettina con ‘nduja di loro produzione e bietola grigliata. Stuzzicante è la parola giusta, la ‘nduja è magnifica, piccantina il giusto.
Entreé
Ci servono anche dell'acqua aromatizzata al melone e rosmarino, che rinfresca il palato.
Acqua aromatizzata con melone e rosmarino
Tra gli antipasti mi aveva colpito l’uovo di Paolo Parisi, proposto con asparagi in tripla consistenza. Non è la prima volta nei nostri viaggi gastronomici che mi imbatto nelle uova di Paolo Parisi. Una vera eccellenza, sono uova che nascono da galline livornesi, allevate all’aria aperta che bevono latte di capra. Esse hanno una particolarità: sono bianche all’esterno e hanno un tuorlo di colore giallo intenso. Sono gustose ma al contempo delicate.
L'uovo di Paolo Parisi
Come detto l’uovo di Paolo Parisi viene proposto cotto al Josper (il mitico forno brace) con asparagi in tre consistenze. Un piatto meraviglioso. Accompagno il tutto con il buon pane di Bonito.
Uovo di Paolo Parisi con asparagi in tre consistenze
Non poteva mancare un tagliere di salumi: salamino, soppressata, prosciutto e capocollo. I salumi sono eccezionali, paradisiaca la soppressata, da svenimento il capocollo, per non parlare del prosciutto, si scioglieva letteralmente in bocca. Spettacolo.
Tagliere di salumi
Accompagniamo i salumi con del pane azzimo senza lievito buonissimo, condito con un pizzico di sale, olio Ravece irpino e origano.
Pane azzimo cotto al Josper
E’ il momento della carne. Noi optiamo per una bistecca di capocollo con cascata di parmigiano reggiano stagionato 62 mesi e olio Ravece irpino. Meravigliosa la bistecca di capocollo, sorprendente l’abbinamento con il parmigiano capace con la sua spinta di esaltarne il sapore. Gran piatto davvero.
Bistecca di capocollo con cascata di parmigiano reggiano stagionato 62 mesi e olio Ravece
Non poteva mancare una tagliata, in questo caso optiamo per una tagliata di Maremmana con il suo gusto deciso e saporito soprattutto nel grasso che la accompagna.
Tagliata di Maremmana
Accompagniamo la carne con un tagliere di verdure di stagione braciate. Buonissime e belle anche da vedere.
Tagliere di verdure di stagione braciate
In carta avevo adocchiato anche il mitico cotechino irpino. Decido di gustarlo. Il cotechino, insieme al classico “mugliatiello”, sono dei must della Macelleria Colomba (adiacente alla braceria). Non potevo non assaggiare il loro cotechino cotto sotto la cenere. Sprigiona un profumino incredibile, piccante il giusto, gusto deciso ma non stucchevole, assolutamente godurioso. Una vera bontà.
Antico cotechino irpino piccante cotto sotto la cenere
Decidiamo di rendere dolce la nostra serata con due proposte di dessert davvero interessanti e con una particolarità: anche i dolci sono cotti al Josper. Intrigante la zuppetta di crema al cardamomo con ananas braciata e menta.
Zuppetta di crema al cardamomo con ananas braciata e menta
Fresco, aromatico e sorprendente il gelato al pepe bianco Sarawak con fragola braciata a donare una piacevole nota fruttata. Ribadisco il mio pensiero, proporre la frutta così, alla brace e come dessert è davvero un’idea innovativa e geniale.
Gelato al pepe bianco sarawak con fragola braciata
Accompagno il dessert con un bicchierino di Chartreuse Verte, liquore francese che apprezzo molto, creato in un’antica Abbazia, e ottenuto dall’infusione di oltre 130 diverse tipologie di piante officinali. Il suo profumo è inebriante, il colore è accattivante, forte, possente ma con un finale dolce che conquista.
Amaro francese Chartreuse Verte
Chiudiamo qui la nostra esperienza da Rocco Caggiano e chiediamo il conto. Paghiamo 65 euro a persona.
Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda si conferma alla grande sulla nostra guida web di quelli che sono gli indirizzi da non perdere. E’ un vero gioiello. Si trova in un edificio storico, una ex dogana aragonese del 1467 dove un tempo i viandanti e i pellegrini si ristoravano. In un certo senso anche oggi è così. Chi viene qui potrà godere di un’esperienza unica nel suo genere. Il locale è curatissimo e suggestivo. Domina la pietra e poi c’è il legno. Ogni oggetto, ogni dettaglio è studiato nei particolari con elementi e oggetti di recupero. Entrare qui significa tuffarsi in una dimensione “fuori dal tempo” e rivivere un passato rurale, contadino nella sua accezione più bella e nobile. I meat lovers qui avranno di che divertirsi. La carne qui è eccellente, selezionata e scelta con cura e passione da Rocco Caggiano che negli anni ha affinato la conoscenza dell’arte della frollatura per poter dare ai suoi ospiti un prodotto di assoluta qualità e garantire un’esperienza da ricordare. Il servizio è veloce e professionale, il conto è adeguato al contesto e al tipo di proposta. Piccola raccomandazione: all’interno ci sono poco meno di una quarantina di posti, quindi consiglio sempre di prenotare in anticipo. Rocco Caggiano Braceria ti emozionerà come ha emozionato noi. Imperdibile….
Rocco Caggiano Braceria
C.so Vittorio Veneto, n.320
Grottaminarda (Av)
Tel. 351 753 2244
Visita la pagina FB di Rocco Caggiano Braceria
Lungo le falde occidentali del Monte Taburno, incastonato come un gioiello e così bello da sembrare un presepe, c’è il borgo medioevale di Sant’Agata de Goti, città antichissima che ha vissuto tante dominazioni ma che, quasi per magia, ha conservato intatto tutto il suo centro storico tanto da essere definita la Perla del Sannio; Veniamo spesso da queste parti attirati dalla bellezza di questo luogo ma anche per alcuni indirizzi che non deludono mai le nostre attese. In questo luogo circondato da una natura rigogliosa e selvaggia e che sembra sospeso nel tempo, decidiamo di concederci una pausa pranzo presso l’Agriturismo Buro. Non è la prima volta che veniamo qui, anche la nostra precedente esperienza è stata entusiasmante.
Comprendiamo subito, sin dalle viuzze che salgono sulle colline che anche questa volta siamo nel posto giusto; giunti all’azienda agricola Buro veniamo subito rapiti dal belvedere spettacolare. Infatti dai giardini che circondano questo luogo è possibile ammirare l’incanto del centro storico di Sant’Agata de Goti; Intorno poi ci sono campagne sconfinate, sentieri di collina, boschi e paesaggi mozzafiato. Insomma un vero spettacolo per gli occhi!
L’Agriturismo Buro è un vero agriturismo nel senso letterale del termine. Infatti la cucina è realizzata con prodotti coltivati dall’azienda agricola a carattere familiare o in alternativa con prodotti delle zone limitrofe il tutto secondo le tradizioni culinarie del Sannio e rispettando rigorosamente la stagionalità dei prodotti. Prima di entrare veniamo accolti con simpatia e ospitalità dal proprietario Mario e dal personale di sala. Ci accomodiamo al tavolo e iniziamo il nostro pranzo.
Nei giorni festivi l’Agriturismo Buro propone un menù fisso (scelta inevitabile considerata la grande presenza di ospiti). Da bere c’è un ottimo aglianico locale e arriva anche il loro pane.
L’antipasto presenta una carrellata di ben 9 pietanze.
Si comincia con un must di Sant’Agata de’ Goti le famose ‘nfrennule, i tarallini tipici del luogo fatti con farina, olio, vino bianco e finocchietto selvatico, in questo caso fatte da loro. Le ‘nfrennule sono buonissime e creano dipendenza.
Le 'nfrennule santagatesi
Ecco in un crescendo di bontà un piatto di salumi di Sant’Agata: prosciutto del Sannio (sapido e delicatissimo), pancetta (dolce e soave), il capocollo e una soppressata davvero buona. Al centro del piatto una invitante ricottina nappata con il miele di Sant’Agata (altra eccellenza locale).
Salumi e ricottina
Poi arrivano dei mitici friarielli sott’olio di un buono pazzesco…
Friarielli sott'olio
Una bella e invitante insalata di patate, olive e pomodori, i sapori dell’orto esaltati da un olio davvero buono…
Insalatina di patate olive e pomodori
Ecco un classico, delle pizzettine che sono sempre gradite e sanno di casa, sanno di buono.
Pizzette
Si continua con un tortello fritto ripieno con ricotta e un funghetto farcito al forno.
Tortello fritto e funghetto ripieno
L’antipasto è infinito, una carrellata di bontà che lasciano il segno. Le bruschette con il lardo conquistano e ammaliano. I vecchi sapori contadini hanno pochi eguali...
Bruschette con olio evo bio e lardo sannita
Notevole il caprino servito a tocchetti.
Formaggio caprino a tocchetti
Cosi come meraviglioso è un piatto della tradizione rurale locale che chiude un antipasto da favola: le tracchie di maiale con patate al forno. Che bontà!
Patate e tracchie al forno
L’antipasto è stato un vero trionfo. Il personale di sala è gentilissimo e attento alle richieste dei clienti. In attesa dei primi, usciamo a goderci la bella giornata e ammirare il panorama e il verde intorno. All’Agriturismo Buro è possibile incontrare anche i simpatici animali ospiti della fattoria, fare un giro sul pony o far divertire i bambini tirando qualche tiro al pallone nel campetto di calcetto in giardino. Torniamo ad accomodarci in sala perché arriva la prima delle due proposte di primi. I paccheri alla Contadina con salsiccia, melanzane e pomodoro (e ricottina) sono eccezionali. Perfetta la cottura della pasta e spaziale la salsiccia usata per il condimento. Piatto super…
Paccheri alla contadina
Non da meno le pacche (formatiodi pasta fresca tipica della zona) alla Zì Teresa con porcini, ceci, aglio e olio. Un piatto dai sapori decisi che non delude le attese.
Pacche alla Zì Teresa con porcini e ceci
Se c’è una particolarità dell’Agriturismo Buro è che qui si mangia tanto e bene. Arriva anche una gradita sorpresa. Dalla cucina ci portano un assaggio di un terzo primo, dei ravioloni “hand made” al pesto bio ripieni di ricotta con cacio e noci. Delicatissimi e gustosi.
Ravioli al pesto bio con cacio e noci
Da notare che spesso il personale di sala passava dal tavolo per proporre un bis, un ripasso. Ero tentato ma ho desistito per godermi la carne. E carne sia. Un classico qui all’Agriturismo Buro (sempre molto richiesto dai clienti): il trittico IGP sannita alla brace: fettina di vitello, salsiccia e agnello con patatine. Buonissima la carne in particolar modo nota di merito per l’agnello.
Trittico di carne alla brace con patatine
Siamo super sazi ma le sorprese non finiscono. Ecco le fragole con lo strega.
Coppa di fragole allo strega
E dulcis in fundo, babà con crema chantilly e fragolina e frutti di bosco. Degna chiusura del nostro pranzo. Dopo vari liquorini artigianali e caffè chiediamo il conto.
Babà con chantilly e frutti di bosco
Paghiamo 35 euro a persona per gli adulti per il menù fisso, compreso di servizio e coperto con acqua e vino rosso della casa, antipasti (ben nove portate), 2 primi + un terzo offerto dalla casa, 1 secondo, 2 contorni, dolce, frutta caffè ed amari mentre il costo del menù bambini è di 15 euro.
Le parole non sempre riescono bene a descrivere l’Agriturismo Buro. Una vera istituzione, chi ci viene una volta ci ritorna sempre e non è difficile capirne il motivo. Qui tutto sembra perfetto, l’atmosfera è rustica e familiare, il luogo è immerso nella natura, ci sono ampi spazi verdi per rilassarsi e staccare la spina, i proprietari sono super ospitali, la cucina raggiunge livelli di eccellenza raramente visti da altre parti, e le porzioni poi sono a dir poco generose. Insomma l’Agriturismo Buro è una tappa obbligata se sei a sant’Agata dei Goti e si conferma alla grande nella nostra guida on line di quelli che a parer nostro sono i migliori agriturismi. Prova e ci darai ragione. Parola dei Templari del Gusto.
Agriturismo Buro
Via Pennino n. 15
Sant’Agata de’ Goti (Bn)
Tel. 0823 717006
Visita il sito web dell’Agriturismo Buro
Torniamo sempre volentieri a Manfredonia, città di consolidate e antichissime tradizioni marinare. Quando siamo in zona è un piacere fare un salto qui. Ci concediamo una piacevole passeggiata sul lungomare, che si trova tra il porto e il centro storico, e un poi facciamo giro su Corso Manfredi, dedicato a Manfredi di Sicilia, colui che fondò la città nel XIII secolo. Ci fermiamo a pranzo in uno dei nostri posticini preferiti qui: l’Osteria Boccolicchio.
Insegna esterna
Il vecchio porto dista pochi passi, siamo al principio del centro storico di Manfredonia, il locale prende il nome dall’arco sotto cui si passa per arrivare all’Osteria a piedi (l’arco Boccolicchio appunto).
Arrivare qui è semplice, anche per parcheggiare l’auto non ci sono problemi, ci sono infatti comodi parcheggi pubblici nelle vicinanze. L’atmosfera è bella come la ricordavamo, il vicoletto dove si trova l’Osteria è caratteristico, fuori c’è anche un bel patio allestito in una piccola piazzetta, per poter pranzare e cenare all’aperto durante la bella stagione. Domina il bianco, colore che abbaglia e seduce.
E poi accanto all’ingresso, ci sono delle pittoresche scale che invitano a scattare foto e seflie.
La caratteristica scalinata esterna
Noi abbiamo prenotato il nostro tavolo da due all’interno. Ci accomodiamo. L’Osteria Boccolicchio è il regno dello chef e patron Williams Tespi umile e talentuoso che propone una cucina in prevalenza di mare che parte dalla tradizione e presenta interessanti e creative rivisitazioni.
Da bere prendiamo una minerale e due calici di Mezzarosa Salento IGP Rosato di Cantine Morella, una cantina relativamente giovane, una delle più interessanti del panorama vitivinicolo pugliese. Il Mezzarosa è ottenuto da uve negroamaro e primitivo. Di un bellissimo colore rosa, con note e sentori floreali e di frutti rossi. Con una buona persistenza e personalità. Arrivano anche i loro pani e i tarallucci con semi di finocchietto (attenzione sono buonissimi, creano dipendenza).
I pani e i tarallucci
Il menù presenta piatti e proposte prevalentemente di mare (con qualche piatto anche di terra). Sette antipasti, cinque primi, quattro secondi di mare, due di terra e i dessert. Non tantissime proposte quindi, ma tutte ben concepite e studiate.
Noi cominciamo ordinando due antipasti. Ecco uno dei miei piatti preferiti, e che scelgo spesso quando vengo a trovare Williams Tespi: il polpo arrosto con soffice di patate al limone. Il polpo è meraviglioso, morbidissimo. Fantastico il soffice di patate con quella nota di limone presente ma non invadente che donava freschezza. Chapeau!
Polpo arrosto con soffice di patate al limone
Meravigliosa e golosa la tartare di tonno con chips di patate vitelotte e zeste di arancia. Freschissimo e delicato il tonno, interessante la presenza delle chips di patate vitelotte (antica e rara patata viola non semplice da trovare con grandi proprietà e molto bella da vedere grazie al suo colore). A chiudere il piatto la nota dolciastra della scorzetta di arancia.
Tartare di tonno cn chips di patate viola e zeste di arancia
Siamo partiti come sempre alla grande. Lo chef Williams Tespi non delude le nostre attese e non da meno sono i primi. Ecco un classico pugliese, anzi potremmo dire un classico della tradizione garganica, uno dei piatti da sempre presenti in carta all’Osteria Boccolicchio e sempre richiestissimo: i troccoletti allo scoglio. I troccoli sono un tipo di pasta tipica del Gargano, fatta a mano con acqua e farina di grano duro, qui conditi con tanto ben di Dio e con una porzione capace di soddisfare anche i più affamati.
Troccoletti allo scoglio
L’altro primo che abbiamo scelto è un delicatissimo risotto con scampi e lime, combinazione a dir poco perfetta.
Il risotto scampi e lime
Nel frattempo i calici di vino da due passano a quattro…Decidiamo di prendere anche un secondo in due, e optiamo per una (abbondante) fritturina mista di calamari e moscardini. Il fritto è ottimo, asciutto, non unto.
Frittura mista
Ci concediamo anche due dessert, dei tiramisù fatti a regola d’arte.
Il tiramisù
Accompagniamo il dolce con un caffè e un amaro Jefferson.
Amaro Jefferson
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo all’Osteria Boccolicchio, 50 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità - prezzo.
L’Osteria Boccolicchio a Manfredonia per noi rappresenta una garanzia, non a caso ci torniamo spesso e volentieri perché ci piace l’atmosfera che si respira qui e apprezziamo le proposte di cucina dello chef e patron Williams Tespi tanto umile e schivo quanto pieno di talento. Il pesce è freschissimo, gli ingredienti e le materie prime sono di assoluta qualità. La cucina segue la stagionalità dei prodotti. Nota di merito per il polpo arrosto su soffice di patate al limone (ammetto di avere un debole per questo piatto). Appaganti e rassicuranti i troccoletti allo scoglio, piatto della tradizione garganica che non delude le attese. Super la frittura mista. Il personale in sala è gentile e il servizio veloce e professionale. Corretto il rapporto qualità – prezzo. L’Osteria Boccolicchio a Manfredonia si conferma alla grande sulla nostra guida web dei locali da non perdere. Da provare. Garantiamo noi.
Osteria Boccolicchio
Vicolo Arco Boccolicchio n.15
Manfredonia (Fg)
Tel. 0884 090317
Visita la pagina Fb dell’Osteria Boccolicchio
Siamo tornati nel Cilento, precisamente a Casal Velino. A pochi passi dal lungomare in una piccola stradina c’è il ristorante Street Stritt dove ci siamo fermati a pranzo. Il locale è gradevole, piccolo e accogliente con una sala interna (saranno una trentina di coperti) e uno spazio esterno con altri tavoli. E’ arredato con gusto e cura, nel complesso l’ambiente è elegante ma senza eccessi, direi anche informale e dominano i colori legati al mare. Molto belle in particolare le poltroncine blu e i tavoli in legno. Ci si sente assolutamente a proprio agio.
Ristorante Street Stritt Casal Velino - Particolare della sala interna
Il menù presenta proposte e piatti che hanno una costante: una materia prima eccezionale. Pesce freschissimo. In carta ci sono cinque proposte di antipasti, quattro primi e cinque secondi oltre ai dolci.
Non un menù chilometrico, quindi. Segno che la cucina è tutta espressa e i piatti curatissimi.
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di sino Spumante Brut Selim - Viticoltori De Conciliis, uno spumante ottenuto da un assemblaggio di uve aglianico e fiano, con lapresa di spuma ottenuta in acciaio. Con un bel perlage, note agrumate e floreali, fresco, morbido. Uno spumante che accompagnerà alla grande il nostro pranzo.
Si comincia con gli antipasti, che non deludono le attese. Ecco l’antipasto misto dello chef. In un piatto un trionfo vero di bontà: rassicurante il polpo al vapore su patate e olive “ammaccate” di Casal Velino, intrigante il gambero con croccante di Kataifi, avocado e riduzione di mango e habanero, la zuppetta di seppie e ceci al profumo di rosmarino conquista con il suo mix di terra e mare dal carattere mediterraneo, il polpo affogato è un classico, qui cucinato alla perfezione e la fritturina di moscardini e calamaretti seduce nella sua semplicità.
Antipasto misto dello chef
Altro antipasto che abbiamo preso è la tartare di tonno con avocado, composta di mango leggermente piccante, croccante di kataifi, mandorle e balsamico di soia. Eccezionale il tonno, bello il mix con l’avocado e il mango a donare freschezza, interessante la nota croccante di kataifi e mandorle, il balsamico di soia regala un non so che di orientaleggiante a questo piatto che merita applausi.
Tartare di tonno
Il nostro pranzo procede alla grande, l’atmosfera è molto piacevole. Abbiamo scelto due primi in carta. In primis una pasta ripiena, ci intrigavano i ravioli ripieni di bufala e cacioricotta di capra con asparagi selvatici, tartare di gambero rosso e la sua essenza. La scelta si è rivelata felice, assolutamente super. Il ripieno di bufala e cacioricotta è una combinazione vincente così come l’abbinamento con gli asparagi selvatici (è il loro periodo del resto) e la burrosa e sapida consistenza della tartare di gamberi. Anche qui un incontro di terra e di mare assolutamente vincente.
Ravioli ripieni di bufala e cacioricotta di capra con asparagi selvatici e tartare di gambero rosso
L’altro primo è stata una vera esplosione di sapore. Le linguine con ricci, salicornia e scorza di limone regalano gioia a chi ama i piatti mare. Un piatto che esalta il sapore dei ricci. Le linguine sono gustose, saporite, sapide al tempo stesso. Interessante la presenza della scorza di limone che dona freschezza.
Linguine con ricci, salicornia e scorza di limone
Abbiamo preso anche un secondo in due. Una frittura mista fatta come Dio comanda, fritto perfetto, non unto e (cosa non secondaria), generosissimo nella quantità.
Frittura mista
Chiudiamo in dolcezza con un semifreddo sacher con cuore di albicocca e pesca su morbido di pan di spagna. Delizioso anche questo.
Semifreddo sacher
Paghiamo per il nostro pranzo 65 euro a persona. Rapporto qualità-prezzo assolutamente corretto.
Il Ristorante Street Stritt a Casal Velino è stata una meravigliosa scoperta. Il locale è accogliente e curatissimo, davvero un piccolo gioiello. Si vede che qui c’è amore: amore per quello che si fa, amore per il proprio lavoro e per gli ospiti che vengono coccolati. Lo chef Cristian D’Elia sorprende con una cucina della tradizione, debitamente rivisitata ma senza stravolgimenti. Tutto parte da un prodotto freschissimo e da materie prime di eccellenza, la sua bravura sta in una tecnica di base eccellente e nella capacità di proporre abbinamenti non usuali ma riuscitissimi. Il risultato è una cucina della tradizione rivisitata che conquista. Pesce freschissimo e piatti riusciti. Il personale in sala è professionale, attento e presente. Corretto il rapporto qualità – prezzo.
Il Ristorante Street Stritt entra di diritto nella nostra guida on line di quelli che sono secondo noi gli indirizzi da non perdere. Imperdibile….
Ristorante Street Stritt
Via strada Santa, Lungomare Pietro Speranza
Casal Velino (Sa)
Tel. 331 912 4056
Visita la pagina Fb di Street stritt
Nel nostro viaggio per segnalarti gli agriturismi da non perdere e da appuntare in agenda, questa volta siamo stati in Irpinia, precisamente a Forino. Siamo a poco più di una decina di Km da Avellino. Forino è un luogo ameno, il territorio è circondato da verde e da boschi, in contrada Petrosa in un contesto naturale e rurale di grande suggestione si trova La Petrosa Agri Hostaria I Cannaruti. Cominciamo col dire che la location è davvero bella, siamo circondati da verde e dai monti, la natura domina la vista e riempie il cuore. Suggestivo e con un so che di romantico il vialetto che conduce dal parcheggio all’agriturismo.
Scorcio esterno - Ingresso
La struttura è un bellissimo casale in pietra, recuperato a regola d’arte che regala agli ospiti una sensazione di piacevole familiarità e calore.
Agriturismo La Petrosa. Forino - Esterno
Tutto è curato nei dettagli grazie alla regia e alla passione di Mariapia vera anima di questo luogo. Niente è lasciato al caso, mi ha colpito tantissimo la tavola in legno imbandita in mezzo al giardino con delle belle sedie che mi ha dato proprio l’idea di casa, e intorno poi i colori della Primavera con alberi da frutto in fiore e campi coltivati. Gran parte dei prodotti dell' Agriturismo La Petrosa infatti sono a Km zero, prodotti locali ma anche quelli del loro raccolto.
La natura circostante
L’Agriturismo La Petrosa ha una particolarità, non c’è menù fisso. Il menù è stagionale e cambia ogni settimana in base alla disponibilità dei prodotti delle materie prime.
L’antipasto è quello della casa, poi si può scegliere tra tre primi e alcune proposte di secondi, questa cosa che può sembrare inusuale per un agriturismo a me piace particolarmente perché consente al cliente di poter in qualche modo scegliere e calibrare il menù in base ai propri gusti potendo comunque scegliere qualcuna delle pietanze. Si comincia con un meraviglioso tagliere di salumi e formaggi del territorio, spettacolare il formaggio stagionato e fantastico tra i salumi il capocollo e il salamino.
Tagliere di salumi e formaggi
Continuiamo con gli involtini di melanzane grigliate e ricottina con miele e noci…
Ricottina e melanzane
Invitante il mini panino con carne di maiale e ragù, una sorta di mini bun contadino in salsa irpina.
Panino con carne di maiale e ragù
Sublimi i tocchetti di polenta fritta con paté di funghi. E’ stato arduo contenersi e non chiedere il bis….
Polenta e paté di funghi
L’antipasto continua in un crescendo di sapori e proposte davvero interessanti e curate. La zuppa di legumi mi ha conquistato, equilibrata e gustosissima.
Zuppa di legumi
Ma il non plus ultra è la scamorza nel tegamino cotta nel forno a legna con funghi porcini.
Scamorza e porcini
L’antipasto è stato davvero eccellente, tante proposte con prodotti del territorio, piatti della tradizione contadina, semplici ma curati con materie prime di grande qualità.
Facciamo una bella passeggiata in giardino per rilassarci e godere della natura circostante, poco dopo arrivano i primi. Goduriose le pappardelle con asparagi e pancetta, un bel mix di sapori..
Pappardelle con asparagi e guanciale
Appaganti i ravioli con crema di noci. Due bei primi che ci hanno davvero soddisfatti.
Ravioli con crema di noci
Come secondo un trionfo di arrosto misto di carni locali, agnello, vitello e salsiccia. Davvreo ottima la carne..
Salsiccia irpina alla brace
Come contorno optiamo per delle patate fresche fritte al momento, super buone anche queste..
Patate fresche fritte
Chiudiamo in dolcezza con una buonissima crostata hand made che accompagnamo con caffè e amari.
Crostata
Paghiamo per il nostro pranzo 35 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità à prezzo.
L’Agriturismo La Petrosa a Forino è un piccolo angolo di paradiso per chi ama la natura e il mondo rurale. Struttura molto bella immersa nella natura, tutto anche l’arredo è curato nei dettagli. Le proposte di cucina sono legate alla tradizione contadina locale ma presentati con cura e amore. Tutto è fatto con prodotti e materie prime stagionali e di qualità. Calorosa l’accoglienza di Mariapia (che in questo luogo ci mette cuore e passione) e di Giovanni.
La Petrosa Agri Hostaria I Cannaruti merita la visita ed entra di diritto tra gli agriturismi che a parer nostro sono da non perdere. Complimenti e alla prossima.
Agriturismo La Petrosa
La Petrosa Agri Hostaria I Cannaruti
Contrada Petrosa n.4
Forino (Av)
Tel. 320 2841283
Visita la pagina FB dell’Agriturismo La Petrosa
Siamo tornati dopo qualche mese a Forino alla Vecchia Casa. Questo indirizzo non è una novità per noi, il locale capitanato da Pellegrino Tolino è una garanzia sia se hai voglia di pranzare o cenare con una buona cucina del territorio, sia che ti vada una buona e appagante pizza. Forino si trova a una decina di Km da Avellino, è un paese ameno immerso nel verde, intorno ci sono boschi e noccioleti. Al centro del paese in Via Roma c’è La Vecchia Casa, arrivare qui è molto semplice.
La location è come la ricordavamo, siamo in pratica in un antico palazzo del 1800, si oltrepassa un portone maestoso, qualche gradino e siamo all’interno. L’ arredo è semplice ma gradevole, i colori delle pareti sono accesi e ci sono diverse salette su più livelli e da poco anche la cantina dove vengono affinati i salumi, (molti di loro produzione) e i formaggi del territorio, insomma tanto ben di Dio.
Tornare qui è per noi è un po’ come ritrovare un vecchio amico che non vedevi da un po’. E' la stessa reazione che abbiamo avuto quando abbiamo incontrato Pellegrino (Rino) Tolino, il padrone di casa, l’anima e il motore di questo luogo che trasmette una piacevole e per certi versi rassicurante sensazione di casa e di buono.
Ci accomodiamo, siamo in due. Diamo uno sguardo al menù dove spiccano piatti e proposte tutte rigorosamente del territorio e prodotti "made in Irpinia" dalla mitica cipolla ramata di Montoro, ai salumi e formaggi. Ovviamente i prodotti seguono tutti la stagionalità. Ci affidiamo ai consigli di Rino e optiamo per un antipasto tipico del territorio. Arrivano i loro pani. Da bere prendiamo una bottiglia Le Origini, vino aglianico DOC di un’azienda locale, con note di frutti rossi e liquirizia e un bel tannino. Ottima scelta giusto per restare anche con il vino a Km Zero.
Le Origini Aglianico Irpino
Arriva il tagliere di salumi tipici: soppressata, uno strepitoso prosciutto crudo al coltello, guanciale di maiale, coppa e pancetta. Molto buoni i salumi tutti rigorosamente del territorio, in particolare da ricordare il guanciale e il salame di loro produzione.
I Salumi
E poi i formaggi di pecora a Km zero, bianco, al pepe e al peperoncino, anche questi notevoli. I formaggi e pecorini locali sono accompagnati da gherigli di noci, confettura di fichi e miele artigianale.
Degustazione di formaggi
Si continua con un classico irpino, un piatto povero della tradizione contadina il mallone, ossia le foglie dei friarielli con patate, arricchite con guanciale di maiale a cubetti, con un crostini di pane fritto e fili di peperoncino. In una parola spettacolare, davvero super. Il mallone è un piatto che si prepara da Ottobre in poi fino ad arrivare alla Primavera inoltrata, noi siamo un po’ cultori di questo piatto, ne abbiamo provati tanti in Irpinia e nella zona del salernitano. Questo della Vecchia Casa è decisamente uno dei migliori mai gustati … complimenti.
Il Mallone irpino con pane fritto
Altra sorpresa è la zuppetta di fagioli quarantini di Volturara Irpina, (presidio Slow food) con funghi porcini, crostini di pane e olio Evo (Fam di Venticano). Commovente questa zuppa, delicata, profumata, avvolgente.
Zuppetta di fagioli e porcini
Poi arriva una vera chicca: la parmigiana di carciofi di Montoro, cotta nel forno a legna. Il procedimento è lo stesso della classica parmigiana, la particolarità è la presenza dei carciofi a spicchi e poi la cottura nel forno a legna. Superfluo aggiungere che è deliziosa…sorprendente. Grande piatto. Una parmigiana divina.
Parmigiana di carciofo montorese
L’antipasto della Vecchia casa è una passeggiata irpina, una carrellata di proposte legate alla tradizione contadina locale, da sottolineare l’uso di materie prime e prodotti del territorio (spesso a Km zero) ben cucinati. Rino ci sta viziando, non possiamo non degustare due must della vecchia casa. Ecco la pasta e patate cremosa, con provola, porcini e tartufo. Peccato che non ti possa far sentire il profumo. Questa pasta e patate è cremosa che più cremosa non si può, davvero paradisiaca….
Pasta e patate cremosa con provola, porcini e tartufo
Altro loro must è la genovese, qui infatti la cucinano in modo eccellente. Queste candele spezzate alla genovese è fatta come tradizione vuole e con sua maestà la cipolla ramata di Montoro. Chapeau !
Candele alla genovese con cipolla ramata di Montoro
Intanto Rino Tolino passa a salutarci e a sincerarsi che tutto vada per il meglio. Siamo sazi ma decidiamo di degustare anche un secondo in due, e la scelta cade su una costata di scottona podolica allevata nel montorese. La carne frollata alla perfezione è uno spettacolo.
Costata di scottona podolica alla brace
Ci viene servita tagliata su pietra di sale riscaldata che mantiene calore e aromatizza la carne.
La carne sulla pietra di sale
La accompagniamo con delle chips di patate, sempre gradite...
Chips di patate
Con la carne arriva un altro grande olio irpino: zahir di Sacomaio, monocultivar di ravece. Un extravergine meraviglioso, il fiore all’occhiello del frantoio Sancomaio di Zungoli, ottenuto selezionando le migliori olive della qualità ravece (cultivar autoctona irpina). A parer mio una grande eccellenza irpina.
Monocultivar ravece Zahir di SanComaio
Nostro malgrado siamo costretti a saltare il dolce. Facciamo un giro di liquorini di mela annurca e chiediamo il conto. Paghiamo 40 euro a testa per la nostra cena alla Vecchia Casa. Ho trovato davvero ottimo il rapporto qualità- prezzo.
La Vecchia Casa a Forino non delude mai le nostre attese. E’ una garanzia, è un po’ come il classico amico di vecchia data che ritrovi di tanto in tanto e non ti tradisce mai. Qui trovi un’ottima cucina del territorio, con tanti prodotti a Km zero e vere eccellenze irpine (la cipolla ramata di Montoro e i fagioli di Volturara Irpina tanto per citarne due). Buoni i salumi e i formaggi, il mallone della Vecchia Casa è da Oscar, sorprendente la parmigiana di carciofi montoresi, memorabile la pasta e patate cremosa con provola e porcini e di tutto rispetto la genovese. La carne è ottima. Ma la cosa che mi piace ancora di più di questo luogo è l’atmosfera informale e “semplice” che ti mette a tuo agio. Pellegrino (Rino) Tolino è un meraviglioso padrone di casa, molto presente in sala, pronto a spiegare e illustrare piatti e prodotti. Davvero ottimo il rapporto qualità- prezzo. Torneremo a breve anche per provare la loro pizza. La Vecchia Casa a Forino non può mancare nella nostra guida on line di quelli che secondo noi, sono gli indirizzi da non perdere. Conferma.
Ristorante La Vecchia Casa
Via Roma 81/85
Forino (Av)
Tel. 328 897 6063
Visita il sito web del ristorante La Vecchia Casa
Nel nostro viaggio alla scoperta delle pizzerie da non perdere non potevamo non passare a trovare Corrado Alfano che ha aperto la sua Pizzeria a Volla a pochi km da Napoli. PiGreco è un nome scelto non a caso. Ci sono tanti significati dietro questo nome, innanzitutto PiGreco è una costante matematica, il famoso 3.14 con una serie di numeri che si ripetono praticamente all’infinito e dove puoi trovare magari la data di nascita di una persona cara o altre combinazioni incredibili. In geometria PiGreco fa riferimento al rapporto tra la lunghezza della circonferenza e quella del suo diametro, il cerchio inevitabilmente fa venire in mente la pizza. Poi ci sono motivi di carattere familiare e affettivo, PiGreco per creare un legame tra il mondo di Corrado Alfano e gli studi di Umberto (il figlio di Corrado e Giulia), giovane e valido ingegnere. Infine il 14 Marzo si celebra da qualche anno il Pi greco Day, e guarda caso il 14 Marzo è il compleanno di Rossella, la figlia di Corrado e Giulia. Insomma tutto torna, mai scelta del nome fu più adatta. Una scelta precisa, come preciso è lo studio che c’è dietro all’impasto, alla scelta degli ingredienti, ad ogni dettaglio che trovi qui. Corrado Alfano (che conosciamo da anni) ha sempre messo nel suo lavoro costanza, ricerca e passione.
Il locale è gradevole, bello e funzionale, c’è una sala interna e il dehors molto luminoso, l’arredo è minimal, moderno ma allo stesso tempo si respira un’atmosfera di familiare convivialità.
PiGreco La Pizzeria di Corrado Alfano
Come al solito diamo un’occhiata alla carta, ci sono tra gli antipasti, le frittatine, proposte in tre versioni, con il cuore di ragù alla bolognese, con cacio, pepe rosa e lime e quella con cuore di ragù alla genovese, c’è poi il bun fritto con la mozzarella di bufala campana DOC (parmigiana, scapece con crema di zucchine e con friarielli), e ancora i crocchè della tradizione e le montanarine (anche qui tris di proposte, classica, genovese e con pomodorino giallo e pancetta croccante). Poi le pizze: le tradizionali, le innovative, le 3.14, una selezione di 14 proposte pizza con diversi abbinamenti in grado di valorizzare prodotti del territorio e stagionali. Ci sono poi ancora i ripieni e la novità dei padellini, realizzati in doppia cottura e con impasti ad alta idratazione usando farine poco raffinate, ricche di crusca. Insomma c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Cominciamo con un assaggio di fritti.
Non potevamo con cominciare con crocchè e frittatina. Il crocchè è super realizzato con patata gialla di Avezzano e provola. Fritto leggero, non unto e sapore eccezionale.
Crocchè e frittatina cacio, pepe rosa e lime
Tra le frittatine degustiamo quella con cacio, pepe rosa e lime. Ci ha sorpreso e conquistato, particolare la nota del pepe rosa, appagante e riuscitissima la panatura con il pane panko.
Frittatina cacio, pepe rosa e lime - Dettaglio ripieno
E’ il momento delle pizze. Optiamo per una pizza bianca e una rossa. Ecco la Nerano con crema di zucchine, mozzarella di bufala campana DOC, chips di zucchine fritte, scaglie di provolone del Monaco e olio Evo. Una vera poesia, un sublime equilibrio tra la dolce e morbida crema di zucchine, la voluttuosa mozzarella di bufala, le zucchine fritte e la nota sapida e pungente del provolone del Monaco. Davvero fantastica.
La Nerano
L’alveolatura poi è come una nuvola, segno di un impasto ben lavorato e lievitato.
Nerano - Dettaglio alveolatura
L’altra pizza che gustiamo è una Provola e Pepe 2.0 con pomodoro bio italiano, provola affumicata di Agerola, pepe nero, ciuffi di ricotta di pecora, pestato di pomodorino del piennolo e olio Evo. Ci siamo innamorati di questa rivisitazione della provola e pepe, un’esplosione di sapore. Te la consigliamo assolutamente…
La Provola e Pepe 2.0
Non finisce qui perché Corrado Alfano ci fa provare anche un trancio di Padellino in questo caso con stracciatella di bufala, pomodini semi-dry, alici di Cetara, bottarga di muggine e olio Evo. Denominata “Una vita vista mare”.
La particolarità dei Padellini è anzitutto nell’impasto, ad alta idratazione (siamo al 90 %), ottenuto con un blend di farine poco raffinate e ricche di crusca (con la farina tipo 1 al 70%). L’altra particolarità è la doppia cottura, la prima avviene in un padellino per 7 minuti, poi l’impasto cuoce altri 3 minuti a 270°. Qui il “crunch” è garantito. Fragrante e croccante al morso, profumatissimo l’impasto e poi meraviglioso è l’abbinamento degli ingredienti e l’equilibrio tra la stracciatella di bufala e la sua morbidezza, con il sapido delle alici e della bottarga, e la nota dolce del pomodoro semi-dry. Spettacolo allo stato puro..
Trancio di Padellino con stracciatella, pomodorini semi-dry, alici di Cetara, bottarga di muggine e olio Evo
Chiudiamo in dolcezza con una fetta della mitica (e originale) crostata della “babbaiola”, viene prodotta in un piccolo laboratorio di Posillipo e la sua particolarità è la crema al limone che emana un profumo incredibile. Da provare…
Fetta di crostata della Babbaiola
Qui da PiGreco abbiamo trovato una “signora pizza”, di quelle che restano nella memoria. Corrado Alfano non si smentisce, l’impasto è un bel diretto, realizzato con un blend di farine (di tipo 0, di tipo 1 macinata a pietra e tipo 1 con germe di grano) con una lievitazione minimo di 48 ore. L’idratazione è abbastanza spinta (siamo intorno al 73 %), il peso dei panetti è di 270 gr. Gli ingredienti scelti per topping e farciture sono di grande qualità, grazie alla continua ricerca e selezione di Corrado Alfano. Il risultato è una pizza profumata, fragrante, morbida ma allo stesso tempo bella compatta al morso. Del resto basta guardare l’alveolatura per rendersene conto…. Davvero complimenti.
La Provola e pepe 2.0 - Dettaglio alveolatura
Il nostro parere:
- Impasto di tipo diretto
- Grande attenzione alla scelta dei prodotti e delle materie prime tutte di grande qualità
- Fritti super
- Corretto il rapporto qualità – prezzo
C’è una massima del grande drammaturgo romano Publilio Sirio che ho sempre amato e che credo calzi a pennello per quello che fa Corrado Alfano e per la sua filosofia di vita: “virtuti melius quam fortunae creditur”, ossia “è meglio affidarsi alle proprie capacità che alla fortuna”. E’ quello che ha fatto Corrado Alfano, mettendosi in gioco, contando sulle sue capacità e realizzando il sogno di una vita: una pizzeria tutta sua. PiGreco è una pizzeria a conduzione familiare dove tutti sono coinvolti nel progetto, la moglie Giulia, i figli Umberto e Rossella. Un progetto che siamo sicuri raggiungerà alte vette.
Le premesse ci sono tutte, il locale è gradevole, moderno, giovanile ma trasmette comunque un’atmosfera di calda familiarità, la pizza poi merita davvero, realizzata con un bel diretto lavorato a regola d’arte. Gli ingredienti usati per topping e farciture sono di grande qualità. Buonissima la Nerano che abbiamo gustato ma con la Provola e Pepe 2.0 siamo a livelli siderali.
Nota di merito anche per i fritti, davvero ottimi, (il crocchè da standing ovation, la frittatina con una panatura al pane panko eccezionale). Corretto il rapporto qualità – prezzo (Marinara a 4 euro e 50, margherita a 5 euro) e nessuna pizza (tranne i padellini) superano i 10 euro. PiGreco Pizzeria a Volla non può mancare in agenda, garantiamo noi. Prova e ci darai ragione. Alla prossima Corrado e ad maiora…
PiGreco Pizzeria
Via Famiglietti n.6
Volla (Na)
Tel. 081 399 92 33
Visita la pagina Fb di PiGreco Pizzeria
L’Irpinia ci sta regalando grandi conferme e piacevoli sorprese per quello che riguarda gli indirizzi pizza. C’è fermento, voglia di stupire e di sorprendere. Noi siamo stati a Mercogliano a provare la pizza da Casa Daniele. Siamo davvero vicinissimi all’uscita di Avellino Ovest della A-16, quindi la posizione è davvero comoda anche per chi decide di venire qui, via autostrada anche dal napoletano.
Casa Daniele ha un comodo parcheggio, il locale è gradevole, moderno, quasi in stile industrial, c’è una bella sala con arredo contemporaneo e un grande spazio esterno ideale per le sere durante la bella stagione.
Il padrone di casa è Danilo Maglione, di origini napoletane (precisamente di Poggioreale), con lui la moglie Dalila e poi il suo team volenteroso e dinamico. Daniele è il cognome della nonna materna, custode dell’antica arte del fare la pizza, arte e passione ereditata anche da Danilo che dopo altre esperienze lavorative, da un po’ di anni si è dedicato all’arte bianca. E dopo tanta gavetta nel 2019 ha aperto questo locale in cui ha messo passione e sacrifici.
Casa Daniele. Mercogliano - Insegna Esterna
Noi ci accomodiamo (dopo aver prenotato), siamo in due. Diamo un’occhiata al menù delle pizze. In primis ci sono i fritti: arancini, montanare, i crocchè e i crocchettoni presentati in varie chiavi, con mortadella e pistacchio, con salsiccia e fonduta, con salsiccia e broccoli e ancora le frittatine. Poi patatine, taglieri e le chiaramente le pizze, dalle classiche a quelle “creative”, con ingredienti e abbinamenti studiati.
Ci sono anche le pizze del mese, pizze fuori menù che cambiano sempre in base alla stagionalità dei prodotti. Noi cominciamo con qualche sfizio e ci concediamo una porzione generosa di patate fritte.
Patatine fritte
Le patate sono molto buone, la frittura leggera e non unta. Le accompagniamo con salsine bio.
Mayo e Ketchap handmade
D’ordinanza per noi prendere un crocchè di patate, in questo caso bello sostanzioso, di ben 180 gr con parmigiano e pepe e una frittatina di pasta alla carbonara con guanciale croccante.
Crocchettone e frittatina
Godurioso e appagante il crocchettone con mortadella “Favola”, granella e pesto di pistacchio.
Crocchettone mortadella e pistacchio
Continueremmo volentieri ma vogliamo gustare la pizza. Optiamo per una Nerano con vellutata di zucchine, guanciale croccante, in uscita ciuffetti di stracciatella pugliese, cialda di provolone del Monaco e olio Evo Bio. Una versione tutta personale di Danilo Maglione della classica Nerano che definire sorprendente è poco.
La Nerano
L’altra pizza che gustiamo è la Maialina con melanzane della nonna, salsiccia di maialino nero, provola affumicata e in uscita scaglie di caciocavallo irpino, basilico e olio Evo. Questa Mailaina è deliziosa, equilibrata con la nota saporita e sapida delle scaglie di caciocavallo irpino che stemperano il dolce delle melanzane.
La Maialina
La pizza che abbiamo gustato da Casa Daniele è realizzata con un impasto con la biga, con un processo di lievi-maturazione (tra fermo biga e maturazione) di ben 48 ore. Un impasto a cui Danilo Maglione è arrivato dopo mesi e mesi di studio. L’idratazione è del 74 %, il peso dei panetti di circa 270 gr. Tutto si può dire ma non che la pizza di Danilo Maglione non abbia personalità e carattere. Il risultato è un impasto leggero e profumato. Ci piace poi soprattutto la sua volontà di creare un “mash-up” tra Napoli e l’Irpinia, grazie all’uso di tanti prodotti di eccellenza irpini che si sposano alla perfezione sul disco pizza. Il servizio è informale e veloce. Corretto il rapporto qualità – prezzo.
Dettaglio alveolatura
Il nostro parere:
- Impasto realizzato con biga
- Uso di ingredienti di grande qualità
- Servizio veloce
- Corretto il rapporto qualità prezzo
Casa Daniele a Mercogliano è sicuramente un indirizzo pizza da segnare in agenda. Il locale è moderno, informale e gradevole. Piacerà soprattutto a chi ama lo stile industrial. Comodo il parcheggio esterno davanti al locale. La pizza di Danilo Maglione ha un suo carattere ben definito, noi abbiamo gustato un impasto realizzato con la biga. Il risultato è una pizza profumata, morbida, digeribile. La Maialina che abbiamo gustato merita l’applauso.
Fritti di buona fattura. Il servizio è veloce e informale. Corretto il rapporto qualità-prezzo. Lodevole la sua intenzione di creare un riuscito mix tra la tradizione partenopea e i meravigliosi prodotti del territorio irpino (come il caciocavallo podolico irpino, il broccolo di Paternopoli tanto per citarne due). Ci si rivede presto per gustare altre pizze e qualche propota di cucina…
Casa Daniele
Via Nicola Santangelo 27
Mercogliano (Av)
Tel. 348 442 1589
Visita la pagina Fb di Casa Daniele
Siamo a Campobasso nel cuore del suo centro storico. La bellezza sorprendente della parte antica del capoluogo molisano rapisce e incuriosisce il visitatore. Questo è un centro storico di chiara origine medievale, è tutto un susseguirsi di stradine, slarghi, palazzi antichi, chiese e tante scale che conducono via via alla sommità del Colle di Sant’Antonio dove, come un guardiano bonario e maestoso, c’è il Castello Monforte che domina dall’alto la città. Proprio qui tra i vicoletti del centro storico di Campobasso (ma non lontano dalle centralissime Via Roma e Via Pietrunto) c’è Monticelli Sapere e Sapori, a parer mio un piccolo, grande gioiello della gastronomia molisana.
Monticelli Sapere e Sapori. Campobasso. Insegna
Siamo in un edificio del ‘400, il locale si compone di più sale e salette su livelli differenti, dominano la pietra e il legno. Alcune di queste sale sono davvero suggestive, la sala denominata “Civerra” (dove c’era il nostro tavolo), evoca la storia di due innamorati dal destino simile a quello dei più famosi Giulietta e Romeo.
Sala Civerra, la storia
La sala nella parte bassa della struttura poi è meravigliosa con tanto di affresco e sculture ricavate nella roccia e nella pietra delle pareti. Insomma la location è davvero particolare e suggestiva.
Monticelli Sapere e Sapori. Sala con affresco
Non meno suggestive e particolari sono le proposte di cucina della bravissima chef Simona De Castro, ma ne parliamo tra poco. In sala oltre al personale, a fare gli onori di casa c’è Stefano De Castro (Il fratello di Simona), appassionato e valente sommelier.
Come al solito diamo uno sguardo al menù. A colpirmi sono soprattutto le proposte che partono tutte dalla tradizione molisana (con una accurata scelta di ingredienti e prodotti del territorio) ma hanno una veste creativa e un respiro “globale” grazie a reinterpretazioni e abbinamenti studiati e intriganti.
Ordiniamo da bere, la scelta non poteva che ricadere su un vino del territorio: il Tintilia del Molise, vino DOC ottenuto dall’omonimo vitigno. Optiamo per Il Tintilia DOC di Catabbo. Adoro questo rosso che rapisce con le sue note di frutta rossa matura, di spezie e di liquirizia. Mi piace la pacata eleganza del suo tannino. Un rosso che ha davvero un bel carattere.
Cominciamo con gli antipasti, ecco il profumato tartufotto di patate di San Biase e tartufo con cuore filante, crema di parmigiano, spugna ai funghi e tartufo e carpaccio di funghi di stagione. Una proposta denominata in carta “il tartufo quel vagabondo”. Come una passeggiata sensoriale nel bosco questo piatto che mi ha colpito per il suo equilibrio e la sua personalità. Il tartufotto crea dipendenza, davvero delizioso ….
Antipasto Il Tartufo quel vagabondo
Non da meno la castagnola di carciofo in crosta, ossia carciofo fondente in crosta croccante, stracciatella, mousse di erborinato e coccolato bianco, crumble salato di nocciola e spugna di mandorle. Che meraviglia l’abbinamento con la mousse di erborinato, sapido, intenso ma al contempo delicato questo piatto sublimato dalla nota croccante della nocciola.
Castagnola di carciofo in crosta
Siamo partiti forte e i primi che abbiamo scelto non fanno altro che confermare l’estro creativo e la “mano” della chef Simona De Castro. Gli spaghetti quadrati all’aglio nero fermentato e olio con crema di spigatelli, acciughe, briciole croccanti, pomodoro secco, bottarga di muggine e stracciatella meritano la standing ovation. Perfetta la cottura della pasta, meraviglioso l’equilibrio tra i vari ingredienti per un piatto che lascia il segno.
Spaghetti all'aglio nero con crema di spigatelli, acciughe, briciole croccanti, pomodori secchi,bottarga di muggine e stracciatella
Così come emozionano e appagano con la loro rassicurante veste i tagliolini laccati alla manteca e tartufo. Tagliolini “laccati” mantecati con il burro, fonduta di caciocavallo e noci caramellate al miele di castagno. Spettacolo allo stato puro, che bontà la fonduta di caciocavallo podolico molisano...
Tagliolini alla manteca e tartufo con fonduta di caciocavallo e noci
Decidiamo di gustare anche un secondo in due e la scelta ricade sui cubi di pancia di maialino con peperoncino dolce cotto a bassa temperatura, patata affumicata, agretto di barbatielole, petali di cipolla marinata all’aceto di lamponi e chips di polenta. Proposta convincente con la “avvolgente” nota del peperoncino dolce che abbraccia un maialino tenero e gustoso. Piacevolissimo il sentore della patata affumicata che si sposa alla perfezione con la cipolla marinata. Questo “ricordo di una pampanella” (come è denominato sul menù) è un signor piatto.
Cubi di pancia di maialino
Chiudiamo in dolcezza con variazioni di cioccolato con cubi di brownies, rocher, gocce di cioccolato bianco e bavarese agli arachidi. Piacevolissima e degna chiusura del nostro pranzo.
Dessert
Accompagniamo il dessert con due bicchierini di amaro Vaca Mora, l’amaro veneto di erbe e fiori dalla proprietà digestive con quel piacevole finale che ricorda la mentuccia.
Amaro Vaca Mora
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 45 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità-prezzo.
Monticelli Sapere e Sapori è tappa obbligata se sei a Campobasso e dintorni. A parer mio è un vero gioiello della gastronomia molisana. Qui tutto colpisce, dalla location che è davvero unica, un edificio del ‘400 e tante salette in pietra che ti riportano al medioevo, all’atmosfera particolare che un posto così regala. Le proposte di cucina poi sono convincenti, piatti della tradizione debitamente rivisitati con abbinamenti creativi e sorprendenti.
La Chef Simona De Castro è talentuosa e Stefano in sala è un perfetto Cicerone capace di consigliare i piatti in carta e gli abbinamenti. Il servizio è veloce e professionale. Vasta e curata la carta dei vini con proposte italiane ed estere. Meravigliosi gli spaghetti quadrati aglio nero fermentato e olio con crema di spigatelli, commoventi i tagliolini laccati al tartufo con la fonduta di caciocavallo, morbido e aromatico il maialino. Interessanti i dessert. Monticelli Sapere e Sapori a Campobasso è una garanzia assoluta ed entra di diritto nella nostra guida on line degli indirizzi da non perdere. Eccellenza.
Monticelli Sapere e Sapori
Via Sant’Antonio Abate n.33
Campobasso
Tel. 0874 418460
Visita il sito web di Monticelli Sapere e Sapori