Puglia

Brian Liotti

Brian Liotti

Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.

Lunedì, 17 Febbraio 2020 21:12

Ro World. Nola (Na)

Nola è un centro ricco di fermento e di interessanti novità per quanto concerne il mondo del food. Non potevamo non venire al Ro World, la nuova e bellissima creatura del vulcanico Giuseppe Tufano, imprenditore e anima del mitico Caffè Rossini, una istituzione da queste parti. Tutto è cominciato da lì e da lì hanno preso forma i suoi progetti, ultimo in ordine di tempo, il Ro World. Noi ci siamo stati di Domenica e abbiamo scelto per pranzo di provare la loro cucina.
Arrivare qui è semplicissimo, siamo infatti sulla SS/7 bis vicinissimi all’uscita dell’autostrada di Nola.
Ro World Experience è davvero spettacolare. La struttura è molto bella. Il locale è modaiolo ma non all’eccesso, studiato alla perfezione: glam ma non troppo, informale ma anche elegante, bellissima poi la scelta dei colori (in prevalenza scuri) e molto belli e curati gli arredi. L’impatto entrando è notevole.
Ro World è caffè, pasticceria, bistrot ideale per un lunch o un pranzo veloce ma è soprattutto un fantastico ristorante. Qui si può venire per un caffè, per la colazione, per l’aperitivo, per un appuntamento di lavoro, per un’uscita con gli amici, per pranzare o cenare.
Il ristorante è nella parte posteriore della struttura e si può accedere ad esso anche per un ingresso laterale indipendente. Noi abbiamo chiaramente prenotato il nostro tavolo, veniamo accolti con garbo e gentilezza.
Se il Ro World quando entri dall’ingresso principale ti colpisce, quando accedi alla zona ristorante il primo commento che ti viene in mente è “wow”. Questo è un luogo di stile, curatissimo con una spettacolare e grandissima cucina a vista sulla sinistra. Ci saranno a occhio una ottantina di coperti. Sembra di essere in un locale di una grande città, se chiudi gli occhi potresti benissimo pensare stare anche a New York o a Londra.

Ci accompagnano al nostro tavolo. Poco dopo ci portano il menù, ben studiato e concepito con proposte sia di carne che di pesce, insomma ci si può divertire, dal crudo di mare alla carne da fare alla brace (i migliori tagli italiani e stranieri). Quattro primi in carta ma anche dei fuori menù (visto che è Domenica): la genovese, il ragù, e lo spaghetto alle vongole (insomma tradizione a piene mani).
Da bere prendiamo una minerale e due calici di Colterenzio Cabernet Sauvignon DOC, un rosso trentino intenso ma non troppo tannico, con bei sentori di frutti rossi, fresco e ideale per accompagnare il nostro pranzo.

Colterenzio Cabernet
Colterenzio Cabernet

Arriva il pane con grissini e tatallucci napoletani (tutto fatto da loro), profumati, friabili. Che buoni !

Grissini e taralli napoletani
Grissini e taralli napoletani

Ci servono poi uno stuzzicante entrèe: carciofi fritti con salsa alla puttanesca.

Entrée
Entrée

E un eccellente vitello tonnato, morbido, gustoso ben condito.

Vitello in salsa tonnata
Vitello tonnato

Come antipasto scegliamo il tonno scottato con puntarelle croccanti e cipolla in agrodolce. Morbido e godurioso il tonno (lo ammetto ho un debole per il tonno), bella la nota croccante delle puntarelle e interessante l’abbinamento con la cipolla caramellata. Un gran bel piatto.

Tonno puntarelle croccanti cipolla in agrodolce e salsa Matsushima
Tonno puntarelle croccanti cipolla in agrodolce e salsa Matsushima

Ecco i primi, ravioli capresi con pomodoro arrosto. Fatti come si deve, buonissima la ricotta del ripieno e sughetto che ci ha costretto alla scarpetta (non sarà elegante ma chissenefrega).

Ravioli capresi con pomodoro arrosto
Ravioli capresi con pomodoro arrosto

E dei commoventi spaghettoni con alici e scarole. Questo piatto mi ha conquistato, perfetto nella sua semplicità. Gli spaghettoni cotti alla perfezione, sapidi al punto giusto grazie alle alici che fanno l’amore con la “scarolella”. Che poesia di sapori, esaltazione della tradizione.

Spaghettoni con alici e scarole
Spaghettoni con alici e scarole

Gustiamo anche un secondo e la nostra scelta cade sul maialino confit con puntarelle alle acciughe. Che meraviglia quel maialino, morbido, saporito e perfetto l’abbinamento con le puntarelle alle acciughe.

Mailaino confit e puntarelle alle acciughe
Mailaino confit e puntarelle alle acciughe

Il tutto accompagnato da un signor purè di patate alla francese.

Purè di patate alla francese
Purè di patate alla francese

Nostro malgrado saltiamo il dessert. Prendiamo due caffè (nota di merito per il caffè che è eccezionale) e chiediamo il conto. Paghiamo 80 euro in due. Rapporto qualità prezzo giusto. Conto adeguato al tipo di cucina e di proposta gastronomica.

Ro World a Nola ha aperto da poco ma mostra già chiare le sue carte: locale concepito per sorprendere a partire dalla location e dagli arredi, tutto è studiato, ogni minimo dettaglio. Posto raffinato che propone una cucina di assoluto livello, un perfetto mix di tradizione e creatività. Ci piace soprattutto l’idea di non abbandonare la tradizione, anzi poter gustare un raviolo, il ragù o uno spaghetto alle vongole fatto a regola d’arte e ben presentato è un plus. La carta dei vini è vasta, importante e curata. Abbiamo trovato il servizio professionale e impeccabile. Corretto il rapporto qualità – prezzo, se consideriamo la tipologia di ristorante e la proposta gastronomica. Dobbiamo fare i complimenti al patron Giuseppe Tufano e a tutto il suo team. Ro World è un gran bel progetto, ambizioso ma studiato e siamo convinti che sarà un grande successo, le premesse ci sono tutte. Da provare senza remore. Garantiamo noi.
Ah dimenticavamo tra qualche mese sarà aperto anche il roof garden al primo piano, (abbiamo sbirciato quello che sta per venire fuori), sarà uno spettacolo nello spettacolo.

Ro World
SS7/bis km 50
Nola (Na)
Tel. 333 211 1322
Visita la pagina Fb di Rò World Nola

Mercoledì, 12 Febbraio 2020 20:56

A Casa di Dionisio. Ceppaloni (Bn)

Quella che vi racconto oggi non è la semplice recensione di un locale che mi è piaciuto e che consiglio ai nostri lettori e follower ma è un racconto emozionale. Dare forma alle emozioni a tavola e metterle per iscritto non è mai cosa semplice ma ci provo cercando di trasmettervi (anche in minima parte) le cose belle e le sensazioni che ho provato. Conosco Dionisio Mignone da un po’ di anni e ho deciso di venire a provare la cucina della sua “creatura”.
Siamo a Casa di Dionisio, nel luogo dove c’era uno dei locali storici della ristorazione sannita, ossia La Rete, il ristorante della famiglia Mignone e del grande e compianto Don Vincenzo (il papà di Dionisio).
Dionisio ha ripreso in mano l’antico ristorante di famiglia che è il posto dove è cresciuto, in pratica la sua casa e gli ha dato nuova vita.

A Casa di Dionisio Ceppaloni Bn
A Casa di Dionisio Ceppaloni 

Il luogo è ameno e rilassante, siamo infatti a pochi Km da Benevento (e dalla Appia), precisamente a Beltiglio, ridente e verdeggiante frazione del comune di Ceppaloni. 
Abbiamo prenotato il nostro tavolo e arriviamo in perfetto orario sulla tabella di marcia. E’ Domenica e siamo qui per pranzo. Veniamo accolti con garbo e gentilezza e a fare gli onori di casa c’è lui, Dionisio.
Ci accompagnano al nostro tavolo. Il locale all’esterno presenta spazi ampi, credo che anche nella bella stagione sia piacevolissimo pranzare o cenare qui all’aperto. Ci sono grandi potenzialità e conoscendo Dionisio e la sua creatività non mi sorprenderei se già stia pensando qualcosa di originale e carino per valorizzarlo ancora di più, altra cosa importante da ricordare c’è anche uno spazio esterno per i bimbi.
All’interno il locale si divide fondamentalmente in due ambienti, entrambi suggestivi. Dominano il legno, il cotto, c’è uno stile rustico, classico e per certi versi shabby: un po’ Sannio e un po’ Provenza. Molto bello e suggestivo il camino posto accanto ad una grande vetrata che dà sulle colline e sul verde. Bellissimi i tavoli e le sedute, semplice ma raffinata la mise en place. Insomma l’atmosfera è fantastica, si sta molto bene, un inno alla convivialità. 

Ci portano il menù, c’è la possibilità di scegliere una pietanza in attesa degli antipasti, e poi ci sono gli antipasti, i primi, i secondi, i contorni, chiaramente qui viene proposta una cucina di terra con materie prime e prodotti freschi, quindi c’è dell’ottima carne e tanti prodotti di eccellenza del territorio in primis la salsiccia rossa di Castelpoto, il formaggio del Sannio e dell’Irpinia e il tartufo. C’è anche la possibilità di optare per un menù degustazione ma noi decidiamo di ordinare “a la carte”.

Da bere due calici di un interessante vino: un barbera beneventano IGP Coppacorta della Cantina Bosco Sant’Agnese. Un vino fatto con uve biologiche della varietà Barbera del Sannio, di un bel rosso vivo, con sentori di frutti rossi e note speziate, con una bella nota minerale, un vino di buona personalità, sorprendente.

Coppacorta Barbera beneventano della Cantina Bosco SantAgnese
Coppacorta Barbera beneventano della Cantina Bosco Sant'Agnese

Arriva il pane e uno stuzzicante quanto particolare entrée: una pizzetta di pane arabo con carne di maiale e cipolla.

Pane arabo con carne di maiale e cipollotto
Pane arabo con carne di maiale e cipollotto

Cominciamo con una salsiccia al flambè, una pietanza storica (tra i cavalli di battaglia della Rete) in pratica una salsiccia piccante, semistagionata cotta su un tegame tradizionale di terracotta con una miscela di alcolici e ribes. Credetemi, uno spettacolo: gustosa, goduriosa, giustamente piccante con una lieve nota alcolica di fondo. Che bontà…

Salsiccia al flambè
Salsiccia al flambè

Spazio agli antipasti. Abbiamo scelto un uovo cotto a bassa temperatura con crema parmentier a base di patate e porri, salsa mornay (una sorta di besciamella più consistente), tartufo nero estivo e crostini di pane fritti. Delicato come una carezza.

Uovo cotto a bassa temperatura
Uovo cotto a bassa temperatura

Una originale e creativa parmigiana di melanzane croccante caramellata con crema di formaggi e gelato al pomodoro. Un gioco di consistenze e sapori in un perfetto equilibrio. Gran piatto.

Parmigiana di melanzane croccante caramellata con crema di formaggi e gelato al pomodoro
Parmigiana di melanzane croccante caramellata con crema di formaggi e gelato al pomodoro

E per restare nel territorio sannita un involtino di salsiccia fresca piccante di Castelpoto ripieno di cime di rape e caciocavallo su crema di cime di rape e papaccelle fritte: l’estasi della cucina tradizionale. Come valorizzare in maniera impeccabile i prodotti del territorio in un piatto. Complimenti.

Involtino di salsiccia fresca di Castelpoto con cime di rape e caciocavallo
Involtino di salsiccia fresca di Castelpoto con cime di rape e caciocavallo

 Siamo partiti alla grande. Ma la prova del nove sono i due primi che abbiamo scelto: dei commoventi e buonissimi tagliolini freschi all’uovo con tartufo nero estivo e formaggi. Me li ricordo ancora, fatti a regola d’arte, con una cremosità suadente e un profumo che ancora ricordo.

Tagliolini freschi alluovo con tartufo nero estivo e formaggi
Tagliolini freschi all'uovo con tartufo nero estivo e formaggi

Non da meno l’altro primo che abbiamo gustato: spaghettoni aglio, olio, alici con crema di cime di rapa e noci. Perfetta la cottura della pasta, intrigante la nota sapida data dalle alici.

Spaghettoni aglio olio e alici con crema di cime di rape e noci
Spaghettoni aglio olio e alici con crema di cime di rape e noci

In attesa dei secondi, usciamo un po’ fuori per goderci il tiepido sole e fare due passi, godendo della tranquillità del luogo. Rientriamo poco dopo perché il dovere (piacere) chiama. Ecco il filetto di maiale con patate fritte all’aglio e rosmarino. Morbida e gustosa la carne di maiale (si scioglieva in bocca), meravigliose e giustamente aromatiche le patate che avevano un sapore “antico”.

Filetto di maiale con patate fritte allaglio e rosmarino
Filetto di maiale con patate fritte all'aglio e rosmarino

E che dire delle polpettine di vitello all’aglianico con crema di patate al formaggio? Un piatto da Champions League, che buone le polpette morbidamente “avvolte” dal sughetto all’aglianico, vanno mangiate accompagnandole rigorosamente con la crema di patate. Un piatto che crea dipendenza. Mi è piaciuto davvero tanto, provatelo e mi darete ragione.

Polpette di vitello allaglianico con crema di patate e formaggio
Polpette di vitello all'aglianico con crema di patate e formaggio

Siamo sazi, siamo costretti nostro malgrado a saltare il dolce. Ci offrono un pò di cioccolato extra-fondente e prendiamo due bicchierini di amaro Santa Croce, infuso di agrumi ed erbe spontanee del Sannio prodotto nel borgo di Santa Croce del Sannio. Molto buono.

Amaro Santa Croce
Amaro Santa Croce

Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 35 euro a persona. Rapporto qualità – prezzo a parer mio eccezionale sia per la qualità che per la quantità della proposta gastronomica. 

A Casa di Dionisio a Ceppaloni è una garanzia, si trova dove c’era uno degli indirizzi storici della ristorazione sannita, ossia La Rete, il ristorante della famiglia Mignone a Beltiglio di Ceppaloni. Dionisio Mignone fa rivivere la grande tradizione di famiglia con una proposta gastronomica attenta alla tradizione ma fatta di qualità e spunti di creatività grazie all’abilità e alla bravura di Adriana Pawlick, talento purissimo in cucina.
La location è bellissima, lo stile è rustico, classico e anche un po’ shabby. Il tutto crea un’atmosfera che invita alla convivialità e trasmette una sensazione di benessere. Questa è una location calda e rassicurante come l’abbraccio di una mamma.
E’ un luogo ameno, immerso nel verde e nella tranquillità. Il servizio è preciso, professionale. Il rapporto qualità - prezzo sorprendente. La cucina affonda le radici nella tradizione sannita ma si concede interessanti e originali abbinamenti.
Quando siete qui, dimenticate l’orologio e assaporate il tempo godendo di una grande cucina del territorio. Esperienza imperdibile. Che ci fate ancora lì? Provatela, ve ne innamorerete. Parola dei Templari del Gusto.

A Casa di Dionisio
Contrada Masseriola n. 11/13
Ceppaloni (Frazione Beltiglio)
Tel. 0824 46574
Visita la pagina Fb del ristorante A Casa di Dionisio

Questo è uno dei primi piatti più buoni che abbiamo gustato di recente: mezze maniche rigate lardiate su crema di borlotti e pecorino bruciato, gustate da Mirù Cantina Nova a Frattamaggiore. Il bravissimo chef Ruggiero Ganzerli ci ha regalato la ricetta di questa meraviglia. Proviamo a farla a casa.

Ingredienti per 4 persone:

- 320 gr di mezze maniche rigate
- 10 pomodorini tagliati a metà
- 200 gr di lardo
- 120 gr di pecorino
- 250 gr di fagioli borlotti (precorri)
- 1 scalogno
- Sedano e carota q.b.
- 250 ml di brodo vegtale
- 1 peperoncino
- Sale q.b.
- Rosmarino

Per la crema di borlotti:

Sul fondo di una casseruola mettiamo un filo di olio Evo, un cucchiaio di sedano e uno di carota tritati finemente, un rametto di rosmarino e fare imbiondire per 5 minuti. Aggiungiamo i borlotti, giriamo e copriamo con il brodo vegetale. Lasciamo a fuoco lento per circa 30-40 minuti. Trascorso questo tempo spegniamo, aggiustiamo di sale, aggiungiamo l’olio Evo a filo e passiamo con un frullatore a immersione ottenendo una purea liscia.

Per il lardo:

Mondiamo con il coltello i 200 gr di lardo e uno spicchio di aglio, sminuzziamo e tritiamo finemente fino a quando non avremo raggiunto la consistenza di una pomata. Formiamo una palla. Chiudiamo la nostra palletta di lardo in una pellicola e conserviamola in frigo.

Procedimento:

Caliamo la pasta in abbondante acqua salata. In una padella invece facciamo scaldare un filo di olio Evo, aggiungiamo i pomodorini, il peperoncino e facciamo andare per 5 minuti. Poi aggiungiamo il lardo, mezzo mestolo di acqua di cottura della pasta, facciamo sciogliere il lardo e spegniamo.
Appena cotta la pasta uniamola al nostro sughetto, aggiungiamo a crudo un altro cucchiaio di lardo che con il calore si scioglierà e giriamo. Togliamo dalla fiamma, aggiungiamo il pecorino e completiamo la mantecatura.

Preparazione:

Sul fondo di un piatto ampio e fondo mettiamo parte della crema di borlotti, battiamo sotto il piatto come si fa con i risotti per distenderla bene su tutta la superficie, aggiungiamo poi sopra la pasta già mantecata avendo cura di disporla al centro e lasciare a vista sui bordi la crema di fagioli.
Mettiamo una generosa manciata di pecorino. Poi prendiamo un cannello da cucina e bruciamo il pecorino direttamente nel piatto regalando allo stesso nota di affumicatura molto interessante. Il piatto è pronto

Difficoltà: medio-bassa
Tempo: 30 minuti

N.B. Vino in abbinamento consigliato dallo chef Ruggiero Ganzerli:  Asprinio brut Trentapioli di Salvatore Martusciello

 

Mirù Cantina Nova
Via Padre Mario Vergara n.216
Frattamaggiore (Na)
Tel. 081 19255529
Visita la pagina Fb di Mirù Cantina Nova

Lunedì, 10 Febbraio 2020 18:01

Bocca di Bacco. Cimitile (Na)

Siamo nell’agro nolano a Cimitile, cittadina famosa per le Basiliche paleocristiane. Proprio qui c’è un indirizzo a noi già noto e che non può mancare in agenda: Bocca di Bacco.
Ci siamo tornati a distanza di un po’ di tempo desiderosi di provare nuovamente le loro proposte di cucina e l’eccellente carne per cui sono rinomati e conosciuti. Abbiamo prenotato il nostro tavolo da due per essere sicuri di trovare posto.
Parcheggiamo l’auto a pochi metri dal locale. Ci accomodiamo. Veniamo accolti con grande gentilezza da Onofrio Dennetta il patron, sempre sorridente e prodigo di consigli.
L’interno di Bocca di Bacco è ancora più bello rispetto all’ultima volta che in cui siamo stati qui. Oltre alla sala che ricordavamo c’è anche una seconda sala più piccola con un’altra quindicina di coperti. L’arredo è semplice, minimal ma c’è cura dei dettagli e dei particolari, pareti color tortora, una mise en place semplice ma d’effetto.
Come al solito do uno sguardo al menù, ci sono gli antipasti, i primi del giorno (sono in genere tre e cambiano sempre in base alla stagionalità e reperibilità dei prodotti e delle materie prime). E poi chiaramente è un tripudio e trionfo di carne: dall’angus irlandese a quello danese, dalla chianina scottona alla marchigiana, dal Kobe al maialino iberico razza pluma, dalla manzetta prussiana al maialino nero casertano, a quello di razza magalica ungherese ma ci anche carni insolite come l’entrecote di bisonte texano, il filetto di cammello, di canguro, di renna, di zebra, di struzzo (solo per citarne qualcuna). Insomma avrete capito che qui c’è solo l’imbarazzo della scelta e i “meat lovers” hanno di che divertirsi.
Da bere una minerale e due calici di Falerno del Massico di Moio, ottenuto da uve 100 % primitivo, un rosso delicato ma corposo con sentori di frutti rossi, con una bella nota minerale e dal gusto pieno. Sempre una certezza.

Falerno del massico di Moio
Falerno del Massico di Moio

 Cominciamo con un antipasto che prevede 4 proposte molto interessanti…

Antipasto
Antipasto

 C’è una parmigiana di melanzane con crema di provola e San Marzano, deliziosa.

Parmigianina di melanzane con crema di provola e San Marzano
Parmigianina di melanzane con crema di provola e San Marzano

Un bon bon di ricotta di bufala in tempura allo zafferano, spettacolare, delicata, fritto non unto e asciutto e bella la nota aromatica data dalla tempura allo zafferano.

Ricotta di bufala in tempura allo zafferano
Ricotta di bufala in tempura allo zafferano

 Una elegante e suadente sfera di riso venere con crema e granella di pistacchi.

Sfera di riso venere con granella e crema di pistacchi
Sfera di riso venere con granella e crema di pistacchi

E una frittatina fatta con uova di quaglia, broccoli e porcini nappata con una crema di fagioli e tartufo. Eccezionale.

Frittatina di uovo di quaglia con broccoli porcini e una crema di fagioli e tartufo
Frittatina di uovo di quaglia con broccoli porcini e una crema di fagioli e tartufo

Avevo voglia anche di una degustazione di formaggi, ed eccoli! Pecorini stagionati, due sono allo zafferano, uno al pepe verde, e due sono formaggi di latte vaccino.

Degustazione di formaggi
Degustazione di formaggi

 Siamo partiti alla grande, ma le sorprese non finiscono qui. Prendiamo due primi, uno più buono dell’altro. Un piatto di panciotti con provola e melanzane con salsa allo zafferano. Divini. Ottimi i panciotti di pasta fresca sorprendente, morbida e delicata la salsa allo zafferano per un grande primo piatto. Qui lo chef Stefano Borrelli si è superato.

Panciotti con provola e melanzane in salsa allo zafferano
Panciotti con provola e melanzane in salsa allo zafferano

Non da meno l’altro primo che abbiamo degustato: fagottini con gorgonzola e noci. Che buona quella cremina di gorgonzola! Suadente, profumata, avvolgente. Davvero un gran piatto.

Fagottini con gorgonzola e noci
Fagottini con gorgonzola e noci

Visto che siamo da Bocca di Bacco che è un vero “tempio della carne”, possiamo esimerci dal gustare un secondo di carne? Certo che no. La nostra scelta cade su una manzetta prussiana alla brace. Che spettacolo. La carne è saporita, morbida con un’ottima marezzatura (la parte grassa) che la rende tenera (si taglia come il burro).

Manzetta prussiana
Manzetta prussiana

Accompagniamo la carne con delle ottime patate (tagliate fresche) al forno.

Patate al forno
Patate al forno

Saltiamo il dolce, prendiamo due amari e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo poco più di 40 euro a persona. Rapporto qualità – prezzo corretto soprattutto se consideriamo la grande qualità dei prodotti e delle materie prime utilizzate e la carne che è eccezionale.

Bocca di Bacco a Cimitile si conferma alla grande. Negli anni fin dalle prime nostre visite, abbiamo visto crescere e affermarsi questo locale che oggi è un punto di riferimento assoluto per chi ama la buona cucina e soprattutto la carne. Qui i “meat lovers”, gli amanti della carne hanno davvero di che divertirsi, c’è l’imbarazzo della scelta con i migliori tagli italiani e stranieri, le migliori carni selezionate e la proposta di cucina non è da meno grazie alla bravura dello chef Stefano Borrelli, grande talento capace di presentare piatti con la giusta creatività avvalendosi di un’ottima tecnica di base. Qui alla Bocca di Bacco si fa sempre centro. Complimenti a Onofrio Dennetta che nel tempo porta avanti con grande passione e competenza questa bella storia. Buona la carta dei vini, il servizio è veloce e professionale. Rapporto qualità –prezzo adeguato al tipo di proposta gastronomica. Da non perdere. Garantiamo noi

 
Bocca di Bacco
Via Croce n.15
Cimitile (Na)
Tel. 320 888 1306
Visita il sito web della Bocca di Bacco

Giovedì, 06 Febbraio 2020 13:58

Mirù Cantina Nova. Frattamaggiore (Na)

Siamo a Frattamaggiore, città che da un po’ di anni vive un fermento importante per quello che riguarda il settore food con locali interessanti, alcuni davvero degni di nota. Qui c’è un indirizzo imperdibile, un piccolo compendio di ottima cucina e accoglienza: Mirù Canina Nova. Ci siamo già passati qualche anno fa ed eccoci tornati.

Mirù Cantina Nova Frattamaggiore Na
Mirù Cantina Nova Frattamaggiore 

E’ un bel Sabato sera e noi abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo. Parcheggiamo l’auto in strada a pochi metri dal locale, arriviamo. Entrando c’è una sorta di ingresso con salottino, a sinistra si accede in una grande sala divisa in due ambienti, (il secondo più piccolo) con tante bottiglie di vino come se fossimo in un’enoteca, domina il legno. Anche le sedie sono di legno, la mise en place semplice ma d’effetto con le tovaglie che rimandano alle vecchie osterie di paese. Pavimenti in cotto e una luce non eccessiva creano un’atmosfera calda, invitante. Un luogo semplice che sembra accogliere il cliente come l’abbraccio di una mamma. 

Ci saranno una quarantina di posti a sedere. Insomma ci sono tutti gli ingredienti per trascorrere una piacevole serata.
Ma veniamo a quello che ci (e vi) interessa di più ossia la proposta gastronomica. Da Mirù Cantina Nova non c’è di solito il menù alla carta, questo per un motivo ben preciso. Qui la cucina è espressa e cambia di continuo in base alla disponibilità e stagionalità dei prodotti e a quello che il mercato giornaliero offre.
Il bravo Giovanni (che coordina la sala) è una sorta di menù parlante e ci illustra le proposte del giorno. Gli antipasti, in particolare l’antipasto Mirù (tapas in chiave partenopea), poi tre primi, i secondi: stoccafisso, baccalà e la carne, e poi i contorni e i dolci.
Da bere optiamo per due calici di Kajanero dell’Azienda Agricola Vestini Campagnano, un rosso ben strutturato, con sentori di frutti rossi e spezie. Morbido, rotondo e con una buona personalità. Sarà lui ad accompagnare la nostra cena.

Kajanero di Vestini Campagnano
Kajanero di Vestini Campagnano

Decidiamo di cominciare con due antipasti di Mirù: in pratica sono cinque proposte, una sorta di “tapas” ma rivisitate con gli ingredienti e i prodotti del territorio.

Antipasto
Antipasto

Ecco una straordinaria e delicata polentina fritta con mousse di mortadella (che goduria) e fonduta di provolone. Una piccola poesia di sapori, complimenti.

Polenta fritta con mousse di mortadella e fonduta di provolone
Polenta fritta con mousse di mortadella e fonduta di provolone

Un involtino di verza ripiena con la stessa verza e la salsiccia. Sempre un ottimo connubio.

Verza ripiena
Verza ripiena

Una commovente polpettina di baccalà su salsa di pomodori, capperi e olive. Ammetto che abbiamo ceduto alla scarpetta (quando il dovere chiama…).

Polpettina di baccalà su salsa di pomodoro olive e capperi
Polpettina di baccalà su salsa di pomodoro olive e capperi

Un tocchetto di gateau di patate. Un classico della cucina partenopea ma eseguito alla perfezione.

Gateau di patate
Gateau di patate

E infine una lasagnetta con salsiccia sbriciolata, friarielli e provola. Altro classico della cucina napoletana: salsiccia e friarielli è un binomio vincente, questa lasagnetta è stata un’apoteosi di gusto.

Lasagnetta con salsiccia e friarielli
Lasagnetta con salsiccia e friarielli

L’antipasto ci ha colpito per la varietà e per la qualità delle materie prime. Ogni proposta è realizzata con prodotti del territorio perfettamente cucinati. Tutto eccellente, ma quella polentina fritta con mousse di mortadella, quella polpettina di baccalà su quel sugo peccaminoso e profumato e quella lasagnetta salsiccia friarielli e provola me le sognerò di sicuro stanotte.

Decidiamo di provare due primi. Un risotto con vellutata di zucca, funghi porcini, riduzione e polvere di caffè. Decisamente interessante, riso mantecato alla perfezione. Sorprendente l’abbinamento della dolcezza della zucca con il sapore più marcato dei porcini. La chicca è la riduzione e la polvere di caffè che gli donano una spinta maggiore. Tocco gourmet ma che ci sta benissimo.

Risotto con vellutata di zucca porcini e riduzione e polvere di caffè
Risotto con vellutata di zucca porcini e riduzione e polvere di caffè

Ma la vetta più alta a parer mio la raggiungiamo con i tubettoni lardiati su crema di fagioli borlotti e pecorino bruciato. Da tempo non mangiavo un primo piatto così buono: perfetta la cottura della pasta, avvolgente, suadente, meravigliosa la crema di fagioli borlotti con un tocco lievemente piccante, il dolce della crema di fagioli viene equilibrato dalla nota sapida ma al contempo lievemente affumicata del pecorino bruciato. Un piatto con un equilibrio di sapori unico, che nella sua semplicità mi ha stregato. Fantastico. Provatelo e capirete perché sono rimasto così colpito.

Tubettoni lardiati su crema di fagioli borlotti e pecorino bruciato
Tubettoni lardiati su crema di fagioli borlotti e pecorino bruciato

Intanto passa a salutarci Michele D’Ambra titolare (insieme allo chef Ruggiero Ganzerli) di Mirù. Ci racconta come è nato questo ristorante e anche tante altre i dee e progetti in cantiere. Michele è preparato, gentile, appassionato. Un vero imprenditore della ristorazione con un piccolo grande segreto: la passione. Si vede da un miglio lontano che questo è il suo mondo e che ama il suo lavoro.

Prendiamo anche un secondo. Qui si opta per un classico: stoccafisso con pomodori olive e capperi. Un piatto che ho ordinato perché mi ricorda la cucina della mia cara mamma Ada. Amava farlo anche lei e lo adorava. Devo dire che mi sono emozionato gustandolo ripensando anche a mamma. Stoccafisso selezionato e di grande qualità, eccezionale.

Stoccafisso con pomodoro olive e capperi
Stoccafisso con pomodoro olive e capperi

Come contorno prendiamo delle chips di patate fresche tagliate e fritte al momento.

Patate fritte
Patate fritte

Passa a salutarci anche lo chef Ruggiero Ganzerli, loquace, verace, vulcanico, simpatico. Uno chef che ha cominciato da autodidatta, formandosi nel tempo e diventando a parer mio fenomenale. Gli faccio i complimenti perché ho mangiato divinamente. E quando mangi bene e stai bene in un posto, ti viene subito voglia di tornarci. 

Saremmo sazi ma che sarebbe la vita senza un po’ di dolcezza? E allora vai col dessert. Intanto ci offrono un assaggio di ricotta e pera scomposta: in pratica una lingua di gatto al pistacchio con una deliziosa crema di ricotta e riduzione di pera. Very good.

Ricotta e pera scomposta
Ricotta e pera scomposta

E ordiniamo una crostata con crema pasticcera e frutti di bosco. Molto buona anche questa.

Crostata con crema pasticcera e frutti di bosco
Crostata con crema pasticcera e frutti di bosco

Prendiamo due amari (immancabili) e chiediamo il conto. Paghiamo 80 euro in due. Rapporto qualità prezzo corretto.

Mirù Cantina Nova a Frattamaggiore rappresenta una certezza. Qui trovi una cucina semplice come concetto ma eccezionale. Lo chef Ruggiero Ganzerli è a parer mio un fuoriclasse, riesce come pochi ad elevare e valorizzare i fantastici prodotti del territorio. La sua è una cucina espressa che segue la stagionalità, la freschezza e la reperibilità delle materie prime. Ho trovato tutto ottimo, memorabili i tubettoni che ho provato. Ritornerò anche per gustare la sua pasta e patate (pare sia paradisiaca) fatta come tradizione vuole con la crosta del parmigiano. Buona e fornita la carta dei vini. Una menzione poi va al servizio rapido e professionale e a Giovanni (sorridente e preparato) ottimo responsabile di sala e capace di spiegare tutte le proposte nel dettaglio e mettere sempre il cliente a proprio agio. Corretto il rapporto qualità – prezzo.
Da Mirù Cantina Nova si mangia bene, e non ti stancherai mai di andarci perché il menù cambia continuamente. Un indirizzo da provare, provare, provare e riprovare ancora. Garantiamo noi. Rivelazione.

 

Mirù Cantina Nova
Via Padre Mario Vergara n.216
Frattamaggiore (Na)
Tel. 081 19255529
Visita la pagina Fb di Mirù Cantina Nova

Domenica, 02 Febbraio 2020 16:54

Osteria Summa Terra. Somma Vesuviana (Na)

Nel nostro viaggio alla ricerca degli indirizzi da non perdere siamo a Somma Vesuviana, senza ombra di dubbio è uno dei comuni più interessanti di tutta l’area vesuviana. Somma ha origini molto antiche (da queste parti pare sia morto l’Imperatore Cesare Augusto) ed è un comune che mantiene orgogliosamente vive tradizioni contadine che resistono al tempo. Abbiamo scelto per cena l’Osteria Summa Terra.

Osteria Summa Terra Particolare sala interna
Particolare sala interna

Siamo proprio accanto alla bella Chiesa (e al complesso Monumentale) di Santa Maria del Pozzo, un vero gioiello architettonico. Qui trovare posto per l’auto non sarà mai un problema (c’è spazio e parcheggio a volontà). La prima cosa che colpisce dell’ Osteria Summa Terra è la location: siamo in pratica all’interno del Museo della Civiltà Contadina “Michele Russo”, uno spazio suggestivo dove ci si immerge nelle antiche tradizioni rurali e contadine potendo ammirare oggetti e utensili antichi legati al nobile lavoro nei campi. Un luogo che ha qualcosa di ancestrale e che colpisce il visitatore trasportandolo in una realtà antica e sincera. Due sale interne e tanto spazio esterno (immaginiamo sia piacevole pranzare con la bella stagione all’aperto). Alle pareti oggetti e utensili di vita contadina. Arredo semplice ma curato, nel complesso un’atmosfera calda e accogliente.

Osteria Summa Terra Sala interna
Osteria Summa Terra Sala interna

Solito sguardo al menù e alla proposta gastronomica. Un vero trionfo della cucina contadina e del territorio: verdure, prodotti del territorio (molti presidi slow food) e chiaramente sua maestà il baccalà, del resto siamo a Somma Vesuviana la patria del baccalà. L’Osteria aderisce all’alleanza Slow food dei cuochi il cui impegno primario è garantire l’uso in cucina di materie prime di qualità, raccontare l’origine dei prodotti e dei produttori. Si può ordinare a la carte ma c’è anche la possibilità di scegliere un menù tutto dedicato al baccalà. Noi ordiniamo “a la carte”. Da bere prendiamo una minerale e una bottiglia di Ponte Pellegrino Pallagrello Nero Terre del Volturno IGP, un discreto rosso di buon corpo e bella nota fruttata.

Ponte Pellegrino Pallagrello Nero Terre del Volturno IGP
Ponte Pellegrino Pallagrello Nero Terre del Volturno IGP

Intanto ci arriva il pane di San Sebastiano al Vesuvio fatto con il criscito, ossia acqua, farina e parte dell’impasto delle precedenti infornate, lasciato a fermentare per oltre dieci ore. Un pane spettacolare..

Pane di San Sebastiano al Vesuvio
Pane di San Sebastiano al Vesuvio

Optiamo come antipasto per un percorso degustazione di baccalà in cotture e abbinamenti diversi. Si comincia con tartare di baccalà al lime con una ganache di albicocche “pellecchiella”e brodo di polpo. Fresco, suadente, aromatico, buonissimo con il pepe rosa in grani che ben si sposava con il sapore delicato e sapido del baccalà, sorprendente l'abbinamento con l'albicocca pellecchiella. Ottimo inizio…

Tartare di baccalà
Tartare di baccalà

L’antipasto prosegue con una proposta spettacolare: baccalà scottato con crema di peperoni arrostiti, polvere di olive, crena di latte e pancetta croccante. Ho trovato questa proposta incredibile, buonissimo il baccalà, compatto, sapido, perfetto l’abbinamento con la crema di peperoni e la polvere di olive, intrigante la nota croccante della pancetta.

 Baccalà scottato con crema di peperoni arrostiti polvere di olive crema di latte e pancetta
Baccalà scottato con crema di peperoni arrostiti polvere di olive crema di latte e pancetta

Non poteva mancare poi il baccalà fritto proposto su su crema di zucca, chips di carote e cacao. Frittura non unta, asciutta, interessante l’abbinamento con il sentore dolce della crema di zucca.

Baccalà fritto su vellutata di zucca e chips di carota
Baccalà fritto su vellutata di zucca e chips di carota

L’antipasto tutto a base di baccalà ci ha convinto. Abbiamo trovato un’ottima materia prima, di ottima qualità il baccalà cucinato e preparato a dovere in proposte non banali e decisamente interessanti. Complimenti.
La nostra serata prosegue alla grande. Ecco i primi, due piatti di candele con ragù alla genovese di cipolla ramata di Montoro, polpo e pomodoro secco. Le candele non spezzate vengono servite intere e sono belle anche da vedere. Buonissima la genovese.

Candele con ragù alla genovese di cipolla ramata di Montoro e polpo
Candele con ragù alla genovese di cipolla ramata di Montoro e polpo

L’altro piatto sono le eliche con crema di carciofi, pancetta e olio alla menta. Anche queste sono notevoli, delicata la crema di carciofi, interessante il connubio con la pancetta, profumato l’olio aromatizzato alla menta. Un gran bel primo piatto.

Eliche con crema di carciofi pancetta e olio alla menta
Eliche con crema di carciofi pancetta e olio alla menta

La nostra cena prosegue piacevolmente, intanto abbiamo preso anche due secondi: un calamaro con scarole e crema di latte. Molto buono.

Calamaro scottato con scarole e crema di latte
Calamaro scottato con scarole e crema di latte

E un commovente baccalà fritto con pastella al nero di seppia su una vellutata di carote con olive e capperi. Di ottima fattura il baccalà preparato a regola d’arte.

Baccalà in pastella di nero di seppia
Baccalà in pastella di nero di seppia

Siamo sazi e nostro malgrado siamo costretti a saltare il dolce. Prendiamo due amari e chiediamo il conto. Paghiamo in tre 32 euro a persona. Molto buono il rapporto qualità - prezzo.

L’Osteria Summa Terra a Somma Vesuviana vale certamente la visita. La location è caratteristica, calda e suggestiva. La struttura è adiacente alla bellissima Chiesa e al complesso monastico e monumentale di Santa Maria del Pozzo ed è inserita in pratica del Museo della Civiltà Contadina “Michele Russo”. La cucina è un vero trionfo del territorio vesuviano e campano: tradizioni contadine con prodotti di eccellenza (molti presidi slow food come la papaccella riccia tanto per citarne uno) e naturalmente il baccalà che da queste parti è il Re incontrastato. Uno dei loro punti di forza è la valorizzazione di piccoli e validi produttori locali con cui c’è un legame forte e diretto. Una cucina semplice ma di buon livello che in certo senso valorizza il rapporto con questa terra. Le proposte sono interessanti e ben presentate (ottimo davvero il baccalà). Il personale è gentile e garbato, buono il rapporto qualità prezzo, sicuramente da potenziare la carta dei vini. Nel complesso questo è un indirizzo molto interessante da consigliare e visitare. Parola dei Templari del Gusto. 

N.B. Attenzione l'Osteria Summa Terra è aperta il Giovedi a cena, il Venerdì a cena, il Sabato a pranzo e cena e la Domenica a pranzo.

 

Osteria Summa Terra
Piazza Santa Maria del Pozzo 1
Somma Vesuviana (Na)
Tel. 081 5318496
Visita il sito web dell’Osteria Summa Terra

Il bravissimo chef Gianpaolo Zoccola di Dimora Nannina a San Cipriano Picentino (Sa) ci regala la ricetta di un bel primo piatto che vi darà grande soddisfazione: gnocchi di patate con frutti di mare e datterini gialli. Vediamo come si preparano.

Ingredienti per 4 persone: 

Per gli gnocchi:

- 1 kg di patate lesse
- 200 gr di semola
- 1 uovo
- Sale e pepe q.b.

Per il condimento:

- 1 kg di frutti di mare (vongole, cozze, fasolari, cannolicchi)
- 250 gr di pomodorini datterini gialli
- Olio EVO
- Sale e Pepe q.b.
- Pomodorini del piennolo
- Uno spicchio di aglio
- Prezzemolo tritato finemente q.b. 

N.B. Zeste di limone (facoltativo)

Procedimento:

Preparare gli gnocchi impastando in una ciotola le patate lesse fredde, la semola, l'uovo e il sale, ottenendo così un impasto liscio. Farlo riposare per qualche minuto e successivamente formare prima dei bastoncini e poi delle "chicche" di patate.
In una padella a parte soffriggere lo spicchio di aglio nell'olio, calare i frutti di mare (dopo averli spurgati) e allungare con un mezzo mestolo di acqua. A parte tenere già pronti i datterini gialli, facendo la medesima operazione: aglio, olio, datterino giallo e un pizzico di sale.
Sgusciare quindi i frutti di mare, filtrare il sughetto e unire alla padella il datterino giallo, il prezzemolo fresco tritato finemente e cuocere gli gnocchi in abbondante acqua bollente salata. Una volta cotti scolare gli gnocchi ed amalgamare al nostro sugo facendo mantecae per bene. Mi piace in questo piatto dare un po’ di freschezza aggiungendo qualche "zeste" di limone. Impattare quindi, a piacere decorare con qualche pomodorino rosso precedentemente appassito al forno. Il piatto è pronto.

 

Dimora Nannina
Via Tora di Filetta, n.34
San Cipriano Picentino (Sa)
Tel. 349 234 6703
Visita la pagina facebook di Dimora Nannina

Martedì, 21 Gennaio 2020 20:39

Agriturismo Buro. Sant'Agata de' Goti (Bn)

Siamo tornati nella splendida Sant’Agata de’ Goti, uno dei borghi più belli della Campania con il suo centro storico, vero gioiello architettonico che viene ammirato da tanti turisti che dal Ponte sul Martorano ammirano e fotografano l’immagine spettacolare delle case cortina a strapiombo sul fiume. Dopo una bella passeggiata ci aiamo fermati per pranzo all’Agriturismo Buro. Ci siamo spostati di poco rispetto al centro storico, siamo in zona Pennino, in posizione dominante da qui si può ammirare la vallata, le colline circostanti, il centro storico di Sant’Agata e l’austero Monte Taburno che come un guardiano bonario e paterno lo guarda dall’alto. Spettacolo puro.
Nonostante sia  Domenica, siamo riusciti miracolosamente a trovare un tavolo da due. Arriviamo e parcheggiamo l’auto nell’ampio e comodo parcheggio dell'Agriturismo.
L’Agriturismo Buro è una bellissima struttura, ci sono due grandi sale interne, una terza più piccola e una veranda luminosissima. L’arredo è semplice ma curato. C’è anche un bel giardino esterno dove potersi rilassare all’aria aperta, per i bimbi c'è un piccolo parco giochi (con tanto campo e porte da calcetto).
Siamo in pratica su una collina verdeggiante e piena di ulivi da cui si può ammirare il centro storico di Sant’Agata dei Goti da un’altra prospettiva, meraviglioso.  
Noi ci accomodiamo nella saletta piccola interna. Veniamo accolti con molto garbo e gentilezza.
La Domenica e nei giorni festivi l’Agriturismo Buro propone un menù fisso (scelta inevitabile data la presenza massiccia di ospiti), negli altri giorni si può invece anche ordinare alla carta.
Arriva la minerale, un ottimo aglianico locale e il loro pane (fatto in casa come tradizione contadina vuole). 
Ci servono subito le 'nfrennule di loro produzione (i tarallini tipici di Sant’Agata de’ Goti fatti con farina, olio, vino bianco e finocchietto selvatico). Le conosciamo bene, buonissime e ottime da mangiare da sole, con i salumi o accompagnandole al vino.

nfrennule
'nfrennule

Diamo il via alle danze. A tambur battente ci servono un piatto di salumi locali: prosciutto del Sannio (sapido e morbido), pancetta (dolce, scioglievole), capocollo e una soppressata davvero notevole. Al centro una buonissima ricottina con miele di Sant’Agata.

Salumi e ricottina
Salumi e ricottina

A seguire delle melanzane grigliate sott’olio con aglio e peperoncino (ah le sapienti mani della signora Teresa…).

Melanzane grigliate sott'olio
Melanzane grigliate sott'olio

Delle pizzette morbide e fragranti (sempre piacevoli).

Pizzette
Pizzette

 Un caprino abbinato ad una marmellata di pere. Buonissimo e poi si sa l’abbinamento pere e formaggio è un must, del resto il proverbio parla chiaro: “al contadino non far sapere quant'è buono il formaggio con le pere”. Pensate l’abitudine di abbinare il formaggio alle pere risale addirittura al Medioevo.

Caprino con marmellata di pere
Caprino con marmellata di pere

Eccezionale la bruschetta con il suadente lardo di Colonnata. Ma non finisce qui ….

Bruschette con lardo di Colonnata
Bruschette con lardo di Colonnata

In un “crescendo rossiniano” ecco dei panzerotti con emmental e mortadella (delizioso), frittella con le alici (leggera e sapida al pinto giusto) e fungo ripieno.

Panzerotti frittelle con le alici e funghi ripieni
Panzerotti frittelle con le alici e funghi ripieni

Qui poi silenzioso e religioso silenzio di fronte a questo piatto succulento della tradizione contadina: tracchie di maiale con patate al forno. Che profumo e che bontà!

Tracchie di maiale con patate al forno
Tracchie di maiale con patate al forno

Poi ci fanno assaggiare una chicca: delle melanzane nane biologiche sott’olio con capperi, aglio e peperoncino. E’ la prima volta che mangio le melanzane nane, sono particolari e buonissime (una rivelazione). 

Melanzane nane con aglio capperi e peperoncino
Melanzane nane con aglio capperi e peperoncino

L’antipasto è stato vario e abbondante. Gentilissima la cameriera che ci ha servito. Da notare poi come Pasqualina Buro sia venuta spesso al tavolo a sincerarsi che tutto andasse per il meglio. 

Da notare come su richiesta si potesse fare il bis di qualche pietanza. Noi abbiamo evitato, visto che il pranzo riservava ancora parecchie sorprese ..
Usciamo 10 minuti per goderci il verde e lo splendido panorama che si può ammirare all’esterno. Resto rapito dal centro storico di Sant’Agata che placido si staglia all’orizzonte, con il maestoso Monte Taburno dietro. Una vera cartolina.

Rientriamo perché è arrivato il primo assaggio di primo: paccheri con pomodori, melanzane, salsiccia con parmigiano e bufala. Davvero buonissime. Perfetta e gradevole la cottura al dente della pasta, nota di merito per la salsiccia usata per il sugo, eccellente.

Paccheri con pomodori melanzane salsiccia bufala e parmigiano
Paccheri con pomodori melanzane salsiccia bufala e parmigiano

Dopo poco arriva il secondo primo: pasta fresca (una versione più piccola delle pacche) con ceci, porcini e un po’ di peperoncino. Molto buona anche questa proposta.

Pasta fatta a mano con ceci e porcini
Pasta fatta a mano con ceci e porcini

Dalla cucina decidono di viziarci e farci assaggiare anche un altro primo piatto: raviolone con ricotta, mela annurca con nocciole e scaglie di caciocavallo. Ho trovato interessante l’abbinamento della ricotta con la nota dolce della mela annurca, e azzeccatissima la presenza del caciocavallo che dona al piatto un po’ di sapidità con la nota croccante delle nocciole tritate. Piatto intrigante.

Raviolone con ricotta e mela annurca
Raviolone con ricotta e mela annurca

Il nostro pranzo prosegue davvero alla grande. E’ il momento del secondo. Ci servono un ottimo tris di carne: vitello, agnello e salsiccetta di maiale con patatine e un contorno di insalata. La carne era ottima, in particolare spettacolare e morbido l’agnello.

Tris di carne
Tris di carne

La carne era ottima, in particolare spettacolare e morbido l’agnello. Siamo sazi e soddisfatti, ma il nostro pranzo non è ancora terminato. Ci portano la frutta: mandarini, due mele e due mele annurche di Sant’Agata de’ Goti, uno dei prodotti d’eccellenza della zona. Squisite. 

Frutta
Frutta

E per chiudere in dolcezza un pan di Spagna ai frutti di bosco e dei brutti ma buoni con gocce di cioccolato. Accompagniamo il dolce con limoncello, mandarinetto di loro produzione e due caffè.

Dolce
Dolce

Paghiamo per il nostro pranzo 32 euro a persona. Questo è il costo del menù à fisso adulti nei giorni festivi (li vale tutti perché è un menù vario e ricco). Negli altri giorni si può anche scegliere alla carta.

L’Agriturismo Buro a parer nostro rappresenta una certezza. Nato da un’azienda agricola ne porta avanti con passione e tenacia i principi. La famiglia Buro accoglie i suoi ospiti con gentilezza e cortesia facendoli sentire come a casa. La location è bellissima soprattutto grazie alla sua posizione panoramica: una verdeggiante collina da cui si può ammirare dall’alto il bellissimo borgo antico di Sant’Agata de’ Goti.
La cucina propone piatti della tradizione contadina e locale e si avvale delle sapienti mani della signora Teresa, custode di ricette e preparazioni antiche. Da non perdere la sua pasta fresca (cavatelli, tagliatelle, pacche e pappardelle) conditi con ogni ben di Dio dal sugo di pomodoro, alle verdure ai funghi porcini del vicino Taburno. I prodotti e le materie prime utilizzate provengono dall’azienda agricola di famiglia o da piccoli contadini, produttori e allevatori locali, quindi sono garantiti qualità e freschezza a Km zero. Per i dolci oltre a Teresa scende in campo anche Pasqualina che la affianca in cucina con fantasia e creatività.
L’Agriturismo Buro a Sant’Agata de’ Goti è una garanzia, indirizzo sicuro per mangiare bene, in un contesto piacevole e sentirsi a casa. Un signor agriturismo, da non perdere.

 

Agriturismo Buro
Via Pennino n. 101
Sant’Agata de’ Goti (Bn)
Tel. 0823717006
Visita il sito web dell'Agriturismo Buro

Sabato, 15 Febbraio 2020 17:10

Eggs. Roma

Siamo a Trastevere in Via Natale del Grande, proprio di fronte all’ex Cinema America c’è un indirizzo che vi consiglio di non perdere se siete nella Capitale: Eggs. Già dal nome si comprende la genesi e il senso di questo progetto nato dalla collaborazione tra Zum, (il regno del Tiramisù che si trova in Piazza del Teatro di Pompeo zona Campo de’ Fiori) e il sito gastronomico Puntarella Rossa.
Eggs è un piccolo gioiello che propone una ristorazione che strizza l’occhio al gourmet in modo sobrio e mantiene salde le radici nella tradizione. Da Eggs il protagonista principale è l’uovo, in tutte le sue varianti, uova di gallina ma non solo. C’è un’attenzione maniacale alla qualità della materia prima, fornitori di eccellenza selezionati con cura (uova Peppovo che sono anche in vendita nel ristorante, pasta del pastificio Agricolo Mancini, caviale italiano Calvisius tanto per fare degli esempi) che si affiancano alle uova biologiche che provengono dal Bio Orto Eggs con annesso pollaio, da qui arrivano anche le verdure biologiche e sane utilizzate in cucina.

Il locale è piccolo, accogliente avrà una sessantina di coperti c’è poi un piccolo dehors fronte strada da usare quando il clima lo consente. Entrando c’è un bel bancone, tavoli e sedie sono molto carine e dal tocco un po’ retrò, studiata anche l’illuminazione. Insomma c’è l’atmosfera giusta per godersi una bella esperienza gastronomica.

Siamo in due, ci accomodiamo dopo aver prenotato il nostro tavolo. Il menù è uno spettacolo, molto bello anche da vedere. Somiglia un po’ alle vecchie rubriche telefoniche. C’è un po’ la storia del locale, il concept e le varie proposte, gli antipasti, il cosiddetto gioco dell’ova ossia la degustazione servita in gusci d’uovo svuotati e riempiti con abbinamenti fantastici: zabaione e tartufo nero, burrata e uova di salmone, caviale erba cipollina e patate, crema di pecorino, zucchine marinate e bottarga di gallina, gelatina di martini bianco, tuorlo di quaglia e perle di yuzu e tonno, alici, nocciole tostate e rosso d’uovo al limone. E ancore le tartare, le paste e le zuppe, uova e verdure, i secondi di carne e pesce e udite udite: la carta delle carbonare. 
Ce ne sono diverse, la classica, la viola con cipolla rossa caramellata, la arancione con la zucca, la verde con il broccolo romanesco, la nera con tartufo nero, la rosso fuoco con ‘nduja e stracciatella, la porpora con petto d’anatra e caciocavallo, la bianca fatta con spaghetto di patate, guanciale, crema di pecorino e uovo 64°, la torbata con zabaione salato al whisky Oban e la carbonara 1954 fatta con pancetta e gruviera. Ci sono anche tre proposte di carbonara per chi non mangia carne. Avrete capito che qui si fa sul serio e c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Ovviamente ci sono i dolci e troneggia tra gli altri sua maestà il tiramisù.

Noi ordiniamo una minerale e due calici di rosso, un Cirò Rosso di Librandi ottenuto da uve di gaglioppo in purezza, e un calice di Rosso Arcaico di Andrea Occhipinti da uve Aleatico e Grechetto, un vino sorprendente. Arrivano i pani, dall'antico forno Roscioli: pan noci, pan olive, scrocchiarella, pane integrale, e bottoncino e dal forno a legna di Peppo al Cosimato pane casereccio al lievito madre. 

I pani
I pani

Ordiniamo per cominciare un uovo carbonaro: crema di pecorino romano, uovo 64°, guanciale croccante, crostini di pane e pepe. Spettacolare. Ho trovato indovinato l’equilibro che si crea tra l’uovo e la sapida e suadente crema di pecorino romano (che buona).

Uovo carbonaro
Uovo carbonaro

Con questa meraviglia i crostini ci stanno un amore per donare la giusta e necessaria nota croccante al piatto. Confesso che abbiamo fatto anche la scarpetta (non sarà elegante ma chissenefrega).

Crostini
Crostini

Non vediamo l’ora di assaggiare i primi abbiamo scelto una carbonara rosso fuoco con ‘nduja e stracciatella. In una parola: favolosa. Perfetta e al dente la cottura della pasta, piccantina al punto giusto grazie alla ‘nduja che faceva l’amore con la morbida stracciatella. Mi è piaciuta tantissimo.

Carbonara con nduja e stracciatella
Carbonara con nduja e stracciatella

Per l’altro primo abbiamo preso una carbonara classica. Semplicemente perfetta. Anche qui da rimarcare la cottura perfetta e al dente della pasta (come piace a me), gustoso e croccante il guanciale di Campofelice, poi pecorino (70%) e parmigiano (30%) e pepe del Madagascar. Una delle migliori carbonare mai mangiate in vita mia: cremosa, profumata, goduriosa. Chapeau!

La Carbonara
La carbonara

Ho trovato anche molto interessante l’uso del barattolo di vetro, scelta non solo cretiva ed estetica ma funzionale e che ha un suo perché. L’uso del boccaccio di vetro infatti lascia la pasta calda e umida (si sa che il vetro è un ottimo conduttore termico) questo consente alla pasta di mantenersi calda e di restare cremosa fino a quando terminiamo di mangiare la nostra carbonara. Inoltre ogni porzione di carbonara è di 105 gr. quindi direi anche generosa. 

Carbonara classica
Carbonara classica

Siamo davvero estasiati da queste due carbonare. Decidiamo di provare anche un secondo e la nostra scelta ricade su rosti di patate, uova strapazzate, caciocavallo di Scanno e tartufo nero. Ottima scelta anche questa. Delizioso il rosti di patate croccanti, uovo e tartufo poi (si sa) è un connubio garantito.

Rosti di patate uova strapazzate caciocavallo di Scanno e tartufo nero
Rosti di patate uova strapazzate caciocavallo di Scanno e tartufo nero

Purtroppo non riusciamo a prendere il dolce ma ritorneremo di sicuro anche per questo e per gustare altre proposte di Eggs. Prendiamo due amari e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo poco più di 35 euro a persona. Corretto rapporto qualità prezzo se consideriamo la proposta di cucina e l’uso di prodotti selezionati di altissima qualità.

Eggs a Roma è un gioiello. Definirlo ristorante è riduttivo, qui si viene per vivere una bella esperienza gastronomica (a patto che ti piacciano le uova, ovvio). L’ambiente è gradevole e invita alla convivialità. La cucina strizza l’occhio al gourmet ma mantiene sempre salde le radici nella tradizione. La carbonara qui è una filosofia di vita, andrebbero provate tutte le carbonare in carta, dalla classica alle più creative, il risultato non cambia. Da Eggs ho gustato una delle migliori carbonare mai provate fino ad oggi, complimenti davvero. C’è poi grande una attenzione alla qualità delle materie prime e dei prodotti. Il servizio è veloce e professionale ma al contempo informale. Giusto il rapporto qualità-prezzo. Eggs a Roma (Trastevere), da provare e riprovare più volte. Garantiamo noi.



Eggs
Via Natale del Grande n.52
Tel. 06 581 7281
Visita la pagina fb di Eggs

Sabato, 18 Gennaio 2020 00:01

Tonnarello. Roma

Siamo tornati a Trastevere, ci perdiamo in questo quartiere splendido con le sue case antiche e colorate, i sanpietrini, i portoni antichi, i vicoletti, le piazze, gli slarghi, le chiese e palazzi storici. E’ un luogo ricco di negozietti, botteghe, bistrot, ristorantini, osterie. Un luogo che si ravviva soprattutto di sera e di notte quando si popola di romani, studenti italiani e stranieri, turisti, che inondano le stradine e i vicoletti medievali tra i tanti bar, vinerie e locali. E’ sempre bello immergersi nella “movida trasteverina”. In questo caso siamo tornati a Trastevere per pranzo per andare Tonnarello, una vera istituzione a Roma.

Tonnarello si trova in Via della Paglia in linea d’aria alle spalle della Chiesa di Santa Maria in Trastevere. Qui si fa da mangiare da tempo immemorabile, pensate qui si fa locanda dal 1876. Il locale è quanto di più accogliente ci sia: caldo, ammaliante pieno di oggetti “vintage” e della vita che fu e tanti richiami alla “romanità”. Dominano i colori chiari e il legno, al piano di sopra anche dei bei divanetti e muro e delle sedie che donano un piacevole effetto un po’ retrò.
Altra cosa importante da sottolineare è che Tonnarello è “immenso” con le sue 5 sale su due livelli (oltre 200 i coperti), senza considerare i tavoli all’aperto che nella bella stagione o comunque quando il clima lo consente fanno aumentare e di molto i coperti a beneficio dei clienti desiderosi di accaparrarsi un tavolo.
Non accettano prenotazioni, bisogna armarsi di pazienza e mettere in preventivo un po’ di attesa ma ne vale assolutamente la pena. Noi siamo in due e dopo un’attesa non da poco (40 minuti ma la Domenica a pranzo, arrivati alle 13.40, ci sta), ci accomodiamo su nostra richiesta all’interno. Ci sistemano in una delle salette al piano terra. Nonostante ci sia tantissima gente bisogna dire che il servizio è veloce , rapido ed efficiente.
Ci sono tanti ragazzi che lavorano alacremente e tanto personale e tutti sono sorridenti e disponibili con gli ospiti (cosa importante). Veniamo alla parte che a noi interessa di più: il cibo.

Questo è un tempio della cucina tradizionale romana lo si nota anche dal menù: gli antipasti, i primi, i secondi (con alcuni simboli della tradizione come coda alla vaccinara, l’abbacchio al forno, il pollo alla romana con i peperoni e le patate e i saltimbocca), i contorni, e poi una voce a parte per le polpette (uno dei must del locale insieme ai tonnarelli). Ma si possono prendere anche le “pinse” e le insalatone. Insomma ce n’è per tutti i gusti.

Diamo il via alle danze prendiamo due calici di Merlot Castello di Torre in Pietra, un rosso interessante, fermo, molto piacevole con buoni tannini.
Ordiniamo come antipasto i mitici carciofi alla Giudìa. Che ve lo dico a fare, eccezionali.

Carciofo alla Giudia
Carciofo alla Giudia

Il carciofo alla giudìa è un piatto nato originariamente nel ghetto ebraico della capitale, si tratta di un semplice carciofo fritto aperto a mo’ di rosa. Per questo piatto viene usato il carciofo cimarolo (detto anche mammola) che è tondo e privo di spine. Li ho trovati sublimi, con una frittura perfetta, risultavano teneri, delicati, saporiti, serviti con una stuzzicante focaccia (che si lasciava mangiare alla grande).

Focaccia
Focaccia

E’ tempo di gustare due primi: la scelta cade su due classici: tonnarelli all’amatriciana, fatti come Dio comanda, serviti in una simpatica padellina. Da svenimento il sugo che ho provato: il guanciale che fa l’amore con i pomodori, abbracciati dal sapido e risoluto pecorino romano. Che bontà.

Tonnarello Amatriciana
Tonnarello Amatriciana

Non da meno l’altro primo che abbiamo scelto: tonnarelli alla carbonara: cremosi, profumati, ottimi. Davvero una signora carbonara. Ottimi davvero i tonnarelli (fatti a mano) e cosa non da poco molto generosa anche la porzione capace di soddisfare appetiti forti.

Carbonara
Carbonara

Non potevamo esimerci dal gustare anche un secondo e scelgo uno dei loro piatti forti: le polpette, non le classiche al sugo ma quelle alla cacio e pepe con patate al forno e cicorietta ripassata in padella. Sorprendenti. Fantastiche le polpette bagnate con una goduriosa fonduta di cacio e pepe, buonissime le patate, e poi la cicoria ci sta una favola. Scelta azzeccata, secondo piatto degno di nota.

Polpette cacio e pepe
Polpette cacio e pepe

Siamo sazi e purtroppo non riusciamo a gustare il dolce. Tonnarello a Roma pare faccia un tiramisù da paura, torneremo anche per questo. Prendiamo un amaro e chiediamo il conto.
Paghiamo per il nostro pranzo 53 euro in due. Rapporto qualità-prezzo a dir poco fantastico (carbonara a 9 euro, amatriciana a 8 euro e 50).

Tonnarello a Roma nel cuore di Trastevere è una vera istituzione. Locale che non puoi non aver visitato almeno una volta nella vita, tempio della cucina tradizionale romana. Merita la fama che ha e si spiega anche così la fila di romani e turisti che pazientemente aspettano il loro turno per sedersi qui. Ovviamente (lo fa capire anche il nome) il loro piatto forte sono i tonnarelli di pasta fresca, per non parlare dei saltimbocca e delle mitiche polpette che oserei definire “paradisiache” e non esagero. Buona la carbonara, eccellente l’amatriciana. La cosa che mi ha sorpreso è come riescano a mantenere alta la qualità e l'attenzione nonostante il numero quasi industriale di piatti che escono dalla cucina a ritmo incessante. Altra nota di merito è per il servizio rapido e informale e per il personale sempre sorridente, gentile e svelto. Fantastico poi il rapporto qualità prezzo. Se venite qui mettete in preventivo un po’ di attesa ma ne vale assolutamente la pena. Garanzia.

Tonnarello
Via della Paglia n. 1, 2, 3
Roma
Tel. 06 580 6404
Visita il sito web di Tonnarello

Articoli di Tendenza

nasce con una finalità ben precisa: proporsi come un nuovo modo di raccontare il food, dinamico, creativo, accattivante, fuori dai soliti schemi.

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