Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Bistrot Zì Rosa per me rappresenta una garanzia. Del resto conosco bene la filosofia di Lello Cantone e la passione che mette nel suo lavoro. Un percorso che lo ha portato negli anni a costruire un “unicum”, un locale che è un po’ un mondo a parte, a cominciare dalla location. Già entrando qui ti senti “altrove”, si respira quasi l’atmosfera di un bistrot provenzale, grazie anche ad un arredo curato ma semplice, che strizza l’occhio allo stile shabby ma senza eccessi. Deliziosi in particolare i tavoli di legno grezzo e le sedie dal sapore vintage e retrò, tutte diverse. Entrando sulla sinistra colpisce il bancone con la “storica macchina da caffè” e tante cose buone in vetrina: dolci, crostate, biscotti, meravigliose poi le sbriciolate (fatte da loro): alla nocciola, all’albicocca, ai frutti di bosco e poi la caprese, la caprese al limone, crostate, biscottini, pan cake e torte vegane. Insomma c’è davvero l’imbarazzo della scelta. I cornetti poi vanno a ruba, e se vuoi gustarli ti conviene venire presto a fare colazione. Si, partiamo proprio dalla colazione. Qui al Bistrot Zì Rosa anche la colazione è emozionante con una varietà di proposte più unica che rara. Da provare così come da provare è il caffè. Si fa presto a dire caffè. Da Lello il caffè è un rito, lasciati guidare da lui e prova i suoi blend di caffè frutto di studio e passione.
Insomma Bistrot Zì Rosa è un po’ caffetteria, un po’ bottega (con la possibilità di acquistare prodotti di eccellenza), un po’ bistrot, un po’ ristorante. E che ristorante!
Spesso mi fermo a pranzo o a cena qui e non resto mai deluso. Ma andiamo per gradi. Siamo in due, abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo. Ci accomodiamo.
Ci servono un prosecco di benvenuto. Da bere ordiniamo una minerale e due calici di primitivo Rosato "Petruscio" della cantina Marco Ludovico. Ottenuto da uve Primitivo in purezza, questo vino ha un bel colore rosa intenso, sentori di frutti rossi, una bella nota sapida e una buona mineralità. Ottima scelta.
Petruscio Rosato di Marco Ludovico
Il menù è segnato su una grande lavagna in sala e ti viene portato anche su una piccola lavagnetta al tavolo. Cambia quotidianamente in base alla disponibilità di materie prime e prodotti, segno questo di una cucina espressa e fatta con studio e amore. Ci sono poche proposte ma tutte ben studiate: tre antipasti, due primi, tre secondi.
I pani e i grissini artigianali
Ci portano il loro pane (delizioso) e dei buonissimi grissini artigianali da accompagnare con il meraviglioso olio extravergine di Alfredo Cetrone, estratto esclusivamente da olive monocultivar itrana. Un olio dal profumo intenso, con sentore di pomodoro e una grande eleganza. Un signor olio italiano.
L'Olio Evo di Alfredo Cetrone
Pane e buon olio evo, cosa c’è di più buono? Questa era la merenda dei nostri nonni e rappresenta il trionfo della dieta mediterranea, del resto l’olio e il pane stanno benissimo insieme, lo sostiene anche la scienza. L’olio Evo infatti riduce l’indice glicemico del pane e quindi rappresenta la merenda per eccellenza.
Pane e olio
Si comincia con due antipasti, optiamo per le alici fritte con burrata e zucchine alla scapece. Le alici erano freschissime e si scioglievano letteralmente in bocca. Nota di merito per il fritto, semplicemente perfetto, non unto e asciutto. Azzeccatissimo l’abbinamento con le zucchine alla scapece e con la voluttuosa burrata. Ottima proposta davvero.
Alici fritte con burrata e zucchine alla scapece
Non da meno sono le polpette di melanzane su salsa di formaggio con prezzemolo e pomodoro. Sarà che ho un debole per le melanzane ma queste polpette creano davvero dipendenza….
Le polpette di melanzane su salsa di formaggio e prezzemolo
E’ il momento dei primi. Abbiamo scelto il risotto con crema di peperoni, con salsa di burrata e peperone crusco. Meraviglioso il riso, mantecato alla perfezione, deliziosa la crema di peperoni che si sposava alla in modo mirabile alla burrata. Davvero un gran piatto.
Risotto con crema di peperoni con salsa di burrata e peperone crusco
Alla calamarata con ragù di mare mancava solo la parola per quanto era buona. Perfetta la cottura della pasta, sublime e saporito il ragù di mare. Da tempo non gustavo un sugo di mare così buono. Chapeau.
Calamarata al ragù di mare
Decidiamo di concederci anche un secondo in due e optiamo per il pesce spada con bietola e pomodoro bruciato. Delicatissimo e fresco il pesce spada, interessante l’abbinamento con la bietolina e intrigante la nota “affumicata” della salsa di pomodorino bruciato.
Pesce spada con bietola e pomodoro bruciato
Saltiamo (ahimè) il dolce, prendiamo un amaro artigianale siciliano all’arancia.
Amaro siciliano all'arancia
E il mitico caffè di Lello. Il caffè qui da Zì Rosa rappresenta un plus e merita un discorso a parte, ve ne parlerò a breve. Perché sono anni che Lello Cantone studia il caffè e ha “realizzato” dei blend unici frutto di passione e competenza. Per questo il mio consiglio quando vieni a guatare il caffè qui, è lasciarti guidare da Lello per vivere una vera esperienza sensoriale.
Il mitico caffè di Lello Cantone
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo poco più di 35 euro a persona. Ho trovato assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
Bistrot Zì Rosa a Sant’Anastasia per noi è una garanzia, un luogo di eccellenza. Un po’ caffetteria, un po’ bottega, un po’ ristorante e un po’ bistrot. Qui si può venire sempre, per gustare una strepitosa colazione (dolce e salata), meraviglioso il caffè di Lello (di cui ti parlerò a breve), buonissimi i dolci, le torte, le crostate e le sbriciolate. La cucina poi ti sorprenderà: poche le proposte in carta, Un menù che cambia ogni giorno in base alla disponibilità di prodotti e materie prime, tutte scelte con cura e amore.
Meravigliose le alici con la burrata e le zucchine alla scapece. Emozionante il risotto con crema di peperoni, burrata e peperoni cruschi, da Oscar la calamarata al ragù di mare.
Veloce, professionale e informale in servizio. Ho trovato assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo. Piacevole l’atmosfera che si respira in questo luogo. Bistrot Zì Rosa a Sant’Anastasìa è davvero un piccolo gioiello, frutto della passione e della filosofia di Lello Cantone. Tutto qui è curato nei dettagli, a partire da una scelta accurata e selezionata di prodotti e fornitori. Qui si bada alla qualità e non ai grandi numeri. Questo indirizzo non può mancare in agenda. Conferma assoluta. Alla prossima Lello…..
Bistrot Zì Rosa
Via degli Archi Augustei n.15
Sant’Anastasia (Na)
Tel. 339 342 3954
(Chiuso la Domenica)
Visita la pagina Fb di Bistrot Zì Rosa
Termoli è senza ombra di dubbio il gioiello della costa Molisana, località turistica rinomata con un bellissimo centro storico, centro vivace con un mare cristallino e tante attrazioni. Ma Termoli regala sempre piacevoli sorprese anche per quanto concerne il food. Sul centralissimo Corso Nazionale, quindi in pieno centro, e a pochi passi dal centro storico e dal Lungomare Cristoforo Colombo c’è Marea Fish Bar, indirizzo ideale per un break, un pranzo o una cena veloce, un calice e una fritturina o un buon panino di pesce. Cominciamo col dire che la location è giovanile e informale, il locale si sviluppa su due livelli, entrando domina il bancone dove servono cocktail e aperitivi. Molto bello il piano superiore con bel soffitto con volta in mattoncini. Ci sono tavoli esterni e interni. Ovviamente all’interno la fanno da padrona richiami alla vita marinaresca. Noi ci siamo fermati qui da Marea Fish Bar per un pranzo veloce dopo una mattina al mare.
Marea Fish Bar. Termoli - Insegna esterna
Il menù alla carte è interessante, ci sono poche proposte ma ben studiate, ci sono i panini Marea, proposte interessanti dal Ritonnerò con tartare di tonno rosso al Pescacino con pescatrice arrosto, dal Marea Pulp con polpo verace (ovvio) al Testadirapa, panino concepito per vegetariani. In tutto sono sei le proposte di panini di pesce. Poi si cono i crudi e le tartare (sublime quella di tonno rosso con senape soia e asparago fermentato), le insalate, due proposte di poke bowl, i fritti, gli sfizi (polpo e patate, il tris di friselle e le polpette) e i dessert. Insomma una proposta smart, veloce e interessante ovviamente tutta a base di pesce.
Da bere ordiniamo una minerale e due calici di Mjere bianco, Salento bianco IGP di Michele Calò, ottenuto da uve Chardonnay al 30 % e Verdeca al 70 %. Questo vino ha unbel colore giallo paglierino, sentori fruttati di ananas e frutta a polpa gialla, piacevolmente sapido e fermo, profumato e con una buona intensità. Sarà perfetto per accompagnare il nostro pranzo “smart” a base di pesce.
Cominciamo con uno sfizio. Ecco il tris di friselle, una con baccalà mantecato in olio di oliva e pomodorino candito, la seconda con tartare di tonno, pomodoro e fior di latte, la terza con alici del Cantabrico, burrata e cime di rapa. Inutile dire che le friselle erano davvero ottime. Ben studiati gli abbinamenti proposti. Delicata quella con il baccalà mantecato, voluttuosa quella con la tartare di tonno e la nota fresca e mediterranea dei pomodori. Spettacolare quella con le alici del Cantabrico, la burrata e le cime di rapa. Siamo partiti alla grande in attesa dei nostri panini di pesce.
Tris di friselle
La scelta cade sul panino Oratino, che non ha niente a che fare con il delizioso borgo di Oratino che si trova a pochi Km da Campobasso, ma deve il suo nome all’orata che è presente nel panino. Panino all’olio con semi di papavero, filettino di orata alla piastra, cicorietta, carpaccio di caciocavallo e mayo leggera al pepe nero. Panino delicato e particolare. Molto buono il filetto di orata e geniale l'abbinamento con la cicorietta e la sua nota amarognola, è la prima volta che gusto l'orata dentro un panino, bella scoperta.
Panino Oratino
L’altro panino che prendiamo è il Ritonnerò con tartare di tonno rosso, melanzana grigliata, maionese al basilico e misticanza di campo. Sarà che abbiamo un debole per il tonno e quindi siamo un po’ di parte ma questo panino ci è piaciuto davvero.
Panino Ritonnerò
Il tonno di ottima fattura e poi ho trovato azzeccatissimo l’abbinamento con la melanzana grigliata.
Panino Ritonnerò - Dettaglio ripieno
Si dice che l’appetito vien mangiando. Decidiamo di concederci anche una fritturina di calamari e abbiamo fatto benissimo: fritto asciutto, non unto. Calamari ottimi, porzione bella generosa. Insomma promossa a pieni voti.
Fritturina di calamari
Saltiamo nostro malgrado il dessert. Prendiamo due amari e chiediamo il conto. Per in nostro pranzo da Marea Fish Bar paghiamo poco più di 26 euro a persona. Davvero un ottimo rapporto qualità – prezzo.
Marea Fish Bar è un indirizzo ideale se vuoi concederti un pranzo, una cena veloce o vuoi gustarti un calice, un aperitivo o un drink in compagnia magari con un fritto o una tartare. Il locale è centralissimo, si trova sul corso principale di Termoli a pochi passi dal centro storico e dal Lungomare Cristoforo Colombo. Il locale è carino, gradevole e giovanile. Il servizio è veloce e informale. Ottima la qualità dei prodotti, buoni i panini di mare, da provare la tartare di tonno, in particolare sublime quella di tonno rosso con senape soia e asparago fermentato. Frittura di calamari davvero super e generosa. Onesto e corretto il rapporto qualità – prezzo. Marea Fish Bar a Termoli è un indirizzo consigliato. Da provare.
Marea Fish Bar
Corso Nazionale n. 9
Termoli (Cb)
Tel. 347 9072689
Visita la pagina Fb di Marea Fish Bar
Siamo a Termoli, il più importante centro della costa del Molise. Termoli è una rinomata località turistica con spiagge attrezzate, tante attività ma il cuore della città è il suo borgo antico, sicuramente tra i più caratteristici e belli d’Italia. Il centro storico di Termoli si affaccia direttamente sul mare e conquista grazie alla sua semplice ma austera bellezza di antico villaggio di pescatori con le case colorate, il Castello Svevo, la bellissima Cattedrale in stile romanico, insomma questo borgo è un piccolo gioiello. Proprio nel cuore del centro storico a pochi passi dalla Cattedrale si trova il Ristorante Svevia dove ci siamo fermati a cena.
Ristorante Svevia. Termoli - Insegna Esterna
Comincio dalla location che è bellissima. Siamo in un antico edificio del 1700, all’interno antico e moderno convivono mirabilmente, l’arredo è sobrio, bello il gioco di luci e l’illuminazione, pareti chiare con richiami ricercati alla vita marinaresca, suggestivo in particolare il soffitto a volte con i mattoncini. L’atmosfera è davvero particolare. Ci accompagnano al nostro tavolo prenotato con dovuto anticipo.
Il menù alla carte è interessante e presenta quasi tutte proposte di mare con qualche piatto e proposta anche di terra. Interessante è la selezione di crudi, di carpacci, le tartare, i frutti di mare e poi ci sono gli antipasti tra cui spiccano le delizie di mare fredde e calde, poi ci sono sei proposte di primi e ben nove secondi. Ovviamente a farla da padrona il pescato del giorno. Poi i dessert fatti da loro ovviamente.
La carta dei vini è curata, ben studiata e calibrata con numerose etichette (oltre 200) provenienti da tutta Italia, bollicine, champagne, rossi, bianchi e rosati. Ci sono anche vini francesi e tedeschi.
Ordiniamo una minerale e una bottiglia di Lame del Sorbo, Tintilia del Molise DOC Rosato bio dell’Azienda Agricola Vinica di Ripalimosani. La particolarità di questa azienda è che produce vini in modo biologico, usando tecniche e processi esclusivamente naturali. Il Lame del Sorbo è ottenuto da uve Tintilia in purezza, di un bel colore rosa carico, con sentori di fragola e frutti rossi, una piacevolissima freschezza, pulizia e un finale che conquista. Sarà lui il compagno di viaggio della la nostra cena.
Tintilia Rosato Lame del Sorbo di Agricola Vinica
Si comincia. Ordiniamo due antipasti. Ecco la passata di fave con cicoria e mazzancolle al lardo. Terra e mare si incontrano in un piatto equilibrato e riuscitissimo. Deliziosa e delicata la passata di fave che si sposa alla perfezione con la nota amarognola della cicoria e accompagna alla grande le mazzancolle avvolte nel voluttuoso lardo.
Passata di fave con cicoria e mazzancolle al lardo
L’altro antipasto cha abbiamo gustato è un must. Il polpo con patate arrosto, germogli e crema di sedano rapa fumè. Morbidissimo il polpo, meravigliosa la crema di sedano con il suo sentore di affumicato e poi la patata arrosto chiude in maniera mirabile questo piatto che mi ha conquistato.
Polpo e patate arrosto con germogli e crema di sedano rapa fumè
La nostra cena procede alla grande. Ci godiamo l’atmosfera rilassante e raffinata di questo luogo dove si respira la storia. E intanto aspettiamo i primi. La nostra scelta cade sulle chitarrine con genovese di totani, gamberi rosa e bottarga. Piatto riuscitissimo, gustosa la genovese di totani, delicati i gamberi rosa e piacevole la nota sapida della bottarga.
Chitarrine con genovese di totani gamberi rosa e bottarga
L’altro primo è un classico qui da Svevia, le chitarrine ai frutti di mare con pomodorini infornati. Saporite, gustose, appaganti, questi spaghetti alla chitarra ai frutti di mare hanno un bel carattere e si sposano alla perfezione con i pomodorini infornati e la loro nota dolce. Davvero un gran piatto.
Chitarrine ai frutti di mare e pomodorini infornati
Decidiamo anche di gustare un secondo in due. E la mia scelta case sulla tagliata di tonno spadellato con julienne di verdurine e misticanza con riduzione di Tintilia. Meraviglioso il tonno, morbido, gustoso, interessante la presenza della riduzione di Tintilia, il vino tipico del Molise.
Tagliata di tonno con julienne di verdurine e riduzione di Tintilia
Ahimè saltiamo il dessert, prendiamo un amaro e chiediamo il conto. Paghiamo per la nostra cena 50 euro a persona. Ho trovato il rapporto qualità prezzo assolutamente corretto.
Il Ristorante Svevia nel centro storico di Termoli è una garanzia. Il locale è raffinato e suggestivo, si trova in un palazzo storico a pochi passi dalla Cattedrale. Oltre alle belle sale interne c’è anche un cortile esterno dove poter mangiare durante la bella stagione. Qui trovi una cucina di assoluto livello con piatti della tradizione ma ricercati e studiati, preparati con ingredienti e prodotti di assoluta qualità, freschi e nel rispetto della stagionalità. Freschissimo il pesce, da provare le loro tartare e i crudi. Le chitarrine ai frutti di mare e pomodorini infornati creano dipendenza, meravigliosa la tagliata di tonno. Piacevole l’atmosfera di questo luogo, il servizio è professionale, attento e veloce. Il personale di sala è gentile e garbato. Assolutamente corretto il rapporto qualità - prezzo. Il Ristorante Svevia a Termoli non può mancare sulla nostra “guida sul web” dei locali da non perdere. Fantastico indirizzo. Garantiamo noi.
Ristorante Svevia
Via Giudicato Vecchio, n.24
Termoli (Cb)
Tel. 0875 550284
Visita il sito Web del ristorante Svevia
Siamo a Frattamaggiore che da un po’ di tempo mostra grande fermento e presenta indirizzi food molto interessanti. Qui nel cuore del centro storico, in Corso Durante, a pochi metri dalla Basilica di San Sossio ma quasi nascosto, in un caratteristico cortile c’è Casa Nostrum. Avevamo questo indirizzo in agenda da un bel po’. Ci siamo fermati a pranzo. Casa Nostrum rappresenta un “unicum” e regala agli ospiti la piacevole sensazione di trovarsi quasi in un’oasi, una piccola oasi nel cuore della città. Il locale è gradevole, grazioso, curato ma il plus è certamente lo spazio esterno e il giardino dove è piacevole pranzare o cenare durante la bella stagione. Noi abbiamo prenotato il nostro tavolo e visto che c’era un piccolo evento in giardino, ci siamo accomodati all’interno. Poco male, si sta benissimo anche qui.
Casa Nostrum. Frattamaggiore - Insegna esterna
Come sempre diamo un’occhiata al menù che presenta interessanti proposte di terra e di mare, i fritti, i salumi, i formaggi, gli antipasti, cinque primi di terra, cinque di mare, quattro secondi di terra, quattro di mare, i contorni e i dessert. Ben studiata anche la carta dei vini. Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Rosato Macchiarosa di Cantine Mier di Taurasi. Ottenuto da une aglianico in purezza, di un bel colore rosa tenue elegante, con sentori di frutti rossi, intensamente aromatico e deciso. Intanto arriva anche il pane.
Macchiarosa di Cantine Mier
Cominciamo con gli antipasti. Decidiamo di gustare un taco di parmigiana di melanzane tiepida con ragù della tradizione e colatura di provola. Mi è piaciuta questa rivisitazione della parmigiana. Un mash up intrigante. Servire la parmigiana con il taco è interessante, decisamente un modo originale senza tradire la tradizione.
Taco di parmigiana di melanzane tiepida
Poi ecco due antipasti di mare, un meraviglioso roll di gamberi ripieno di ricotta agrumata, su biscotto di pane colorato, carote viola, bacche di goji e olio all’arancia. Delizioso il roll di gamberi, voluttuoso il ripieno di ricotta agrumata. Anche qui è vincente l’idea di presentare un piatto creativo, originale ma decisamente riuscito.
Roll di gamberi
Se il roll di gamberi mi è piaciuto, con il lingotto di salmone laccato al balsamico, ripieno di zucchine al timo limonato, sbriciolo di tarallo mandorlato e kefir siamo a livelli siderali. Semplicemente delizioso.
Lingotto di salmone laccato al balsamico
Gli antipasti ci hanno convinto e soddisfatto. Cresce la curiosità di gustare i primi. Scegliamo un piatto di linguine alla Nerano con zucchine e provolone del Monaco. Un classico della tradizione partenopea. Piatto realizzato alla perfezione. Delicate, gustose, avvolgenti, queste linguine alla Nerano ci hanno conquistato.
Linguine alla Nerano
L’altro primo sono i tonnarelli con capperi e olive con crema di peperoncini verdi, crudo di San Marzano e limone. Un primo semplice come concetto, ma buonissimo. Perfetta la cottura dei tonnarelli, sapidi il giusto, bella la nota del limone a donare freschezza al piatto.
Tonnarelli capperi e olive
Decidiamo di gustare anche un secondo e optiamo per un secondo di terra. Scegliamo il filetto di manzo alla liquirizia con cipolla di Tropea in agrodolce, bietolina e frutti rossi. Fantastica la carne, si scioglieva letteralmente in bocca. Piacevole la nota della liquirizia che non copriva assolutamente il sapore della carne ma anzi la arricchiva. Ottimo l’abbinamento con la bietolina e la cipolla rossa di Tropea in agrodolce. Ottimo secondo.
Filetto di manzo alla liquirizia con cipolla di Tropea e bietolina
Come contorno prendiamo delle chips di patate fresche con salsa di panna acida e guacamole. Davvero ottime.
Chips di patate artigianali
Dulcis in fundo per noi non è solo un modo di dire ma un “mantra”, soprattutto quando pranziamo o ceniamo fuori. Chiudiamo con un dessert, un trochetto, ossia una bavarese agli arachidi salati, brownies al cioccolato, doppio strato di caramello mou, base frolla alle mandorle, ricoperto di cioccolato al caramello e nocciole.
Dessert
Accompagniamo il dessert con un amaro Jefferson.
Jefferson
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 54 euro a persona. Rapporto qualità – prezzo direi corretto.
Casa Nostrum a Frattamaggiore è decisamente un indirizzo da segnare in agenda. Il locale è carino, accogliente con uno spazio esterno e un giardino dove è piacevole pranzare o cenare durante le belle giornate. Il locale nasce da una lunga tradizione familiare ben radicata nel mondo della ristorazione. Le parole chiave della loro mission sono accoglienza e sperimentazione di sapori. Infatti le proposte di cucina sono convincenti, creative, originali ma senza forzature, perché tutto parte dalla tradizione. Da sottolineare poi l’uso di materie prime eccellenti, prodotti e presidi slow food, tutto legato ovviamente alla stagionalità. Meraviglioso roll di gamberi ripieno di ricotta agrumata, da standing ovation il lingotto di salmone laccato al balsamico. Le linguine alla Nerano sono fatte come si deve (quando si dice rispetto della tradizione). Interessanti i tonnarelli capperi e olive. Torneremo di sicuro per gustare la loro pizza, siamo curiosi di provarla e come sempre ti racconteremo la nostra esperienza. Casa Nostrum a Frattamggiore merita decisamente la visita. Garantiamo noi. Alla prossima…
Casa Nostrum
Corso Durante, n.222
Frattamaggiore (Na)
Tel. 081 18331851
Visita il sito web di Casa Nostrum
Siamo nel cuore del meraviglioso centro storico di Benevento. A pochi passi da Corso Garibaldi in Piazza Guerrazzi c’è Cocotte Osteria Mediterranea. Ci siamo fermati qui a pranzo.
Entrando le cose che colpiscono sono tante: l’atmosfera che invita alla convivialità, l’arredo curato e studiato nei dettagli, la scelta dei colori, la mise en place sobria ma al contempo raffinata. Insomma questo è davvero un angolo di buon gusto nel cuore del capoluogo sannita. La garanzia poi si chiama Nunzia, si proprio così. Infatti al timone di Cocotte ci sono Antonio e Laura, figli della mitica signora Nunzia, una vera istituzione, capace negli anni con il suo ristorante di deliziare centinaia di migliaia di ospiti con la sua cucina della tradizione. La signora Nunzia di tanto in tanto è presente anche qui, sempre pronta a chiacchierare con ospiti e clienti.
Cocotte Osteria Mediterranea - Insegna
Cocotte rappresenta una chiara evoluzione e ha una filosofia ben precisa: propone una cucina in chiave gourmet ma non troppo spinta. Tutto comincia dalla tradizione, una tradizione che viene esaltata con piatti, proposte e preparazioni che partono da una materia prima eccellente, da un pescato sempre fresco e dal rispetto della stagionalità dei prodotti.
Colpisce anche la scelta del nome, e ne parlerò dopo: Cocotte, osteria mediterranea, perché il Mediterraneo è la culla della nostra civiltà, è storia, è tradizione, è un luogo di accoglienza e ospitalità. La stessa sensazione che si prova venendo qui.
Un particolare della sala interna
Ci accomodiamo e diamo uno sguardo al menù e alla carta dei vini. Il menù è studiato e ben calibrato, in grado di accontentare un po’ tutti con proposte sia di carne che di pesce. Ci sono nove antipasti, poi i fantastici crudi di mare chiamati in carta “gli assoluti di mare”, nove primi, nove secondi e i dessert. La carta dei vini è curata e propone etichette campane, italiane ma anche vini e bollicine francesi.
Ordiniamo da bere due calici. Un calice di Sannio Piedirosso DOP di Fontanavecchia, un rosso che conosciamo bene e apprezziamo, ottenuto da uve Piedirosso in purezza, di un bel colore rosso porpora, profumato, con note di frutti rossi e sentori di liquirizia che presenta dei tannini delicati. Del resto Fontanavecchia, l’azienda di Torrecuso capitanata da Libero Rillo è una garanzia.
Personalmente opto per un calice di Chardonnay della Cantina Puiatti ottenuto da uve 100% Cardonnay cresciute nel territorio di Romans D’Isonzo in provincia di Gorizia. Un bianco del Friuli quindi, di un bel giallo paglierino intenso, con note floreali e di frutta gialla e con una spiccata mineralità.
Chardonnay Puiatti
Cominciamo ordinando gli antipasti. Gustoso il polpo alla paprika dolce con spuma di patate al fumo, nocciola e yuzu. Bella la nota croccante della nocciola, avvolgente la spuma di patate con il suo sentore di fumo, la paprika dolce abbraccia ma non copre il polpo, il tocco in più la presenza dello yuzu, questo meraviglioso agrume aromatico proveniente dall’Asia.
Polpo alla paprika dolce con spuma di patate al fumo nocciola e yuzu
Meravigliosa la burrata con alici del Cantabrico, tarallo sbriciolato, basilico e pomodori confit. Fresca e goduriosa la burrata che fa l’amore con le sublimi alici del Cantabrico. Un connubio che regala emozione quello con la tenue sapidità delle alici. Il tarallo sbriciolato regala la croccantezza e a chiudere il tutto la dolcezza del pomodoro confit. Un piatto studiato alla perfezione.
Burrata con alici del Cantabrico, tarallo, basilico e pomodori confit
L’altro antipasto è un must di Cocotte: i cannoli di burrata su crema di piselli e pistacchio. Una gioia per gli occhi e per il palato. Delicati e buonissimi.
Cannoli di burrata su crema di piselli e pistacchio
Siamo partiti alla grande. Antonio è sempre presente e passa per controllare che tutto stia andando bene, Non potrebbe che essere così. E’ il momento dei primi. Abbiamo scelto un fuori menù, dei fagottini alla Nerano, delicatissimi e gustosi con unbel tocco di sapidità grazie alla generosa presenza del provolone del Monaco.
Fagottini alla Nerano
Se i fagottini ci sono piaciuti con le eliche alla caprese di crudo di gamberi di Mazara raggiungiamo livelli altissimi. Perfetta la cottura della pasta, delicati e freschissimi i gamberi. Un primo che mi ha conquistato. Chapeau.
Eliche alla caprese di crudo di gambero rosso di Mazara
Passiamo ai secondi. Uno di carne e uno di pesce, ecco il maialino porchettato con broccoli, patate e salsa di papaccelle. Il maialino si scioglieva letteralmente in bocca, la salsa di papaccelle e i broccoli l’accompagnavano degnamente così come il delicato purè di patate, quasi una spuma. Spettacolo..
Maialino porchettato con broccoli, patate e salsa di papaccelle
Poi scelgo una fritturina di calamari, davvero ottima. Fritto asciutto, non unto.
Fritturina di calamari
E’ Domenica e il dolce ci sta tutto. Anche qui c’è l’imbarazzo della scelta alla fine ordiniamo un dessert chiamato pistacchio stregato ossia cremoso di cioccolato bianco e strega, biscotto sablè alle mandorle, gelato al pistacchio di Bronte e lamponi.
Pistacchio Stregato
E poi un dessert particolare. La sfera tiramisù, ossia una sfera di cioccolato fondente ripiena di mousse al mascarpone, crumble al cacao e caffè che viene versato su e assembla il tutto.
Sfera di Tiramisù
Accompagno il dolce con un bicchierino di liquore Strega, (of course siamo a Benevento). Da un po’ non lo bevevo, piacevolissimo. Degna chiusura del nostro pranzo.
Liquore Strega
Ci intratteniamo qualche minuto, chiacchierando piacevolmente con Antonio e la mitica signora Nunzia e dopo chiediamo il conto. Paghiamo 60 euro a persona. Rapporto qualità prezzo assolutamente corretto.
Cocotte Osteria Mediterranea a Benevento è un luogo di eccellenza. Il locale è curato e regala una piacevole sensazione di ospitalità. Tutto è studiato alla perfezione, dai colori alle sedute, dallo spazio ampio tra i tavoli alle luci, dagli oggetti d’arredo alla mise en place. La cucina poi è una chiara evoluzione di quella della tradizione, senza eccessi però. Una cucina che emoziona e conquista grazie a piatti studiati, grazie ad una tecnica di base invidiabile e a prodotti e materie prime di assoluta qualità. Il pescato è freschissimo e tutte le proposte seguono rigorosamente la stagionalità dei prodotti. Meravigliosa la burrata con alici del Cantabrico, intrigante il polpo alla paprika dolce, da provare i cannoli di burrata su crema di piselli e pistacchio. Le eliche alla caprese di crudo di gamberi di Mazara sono paradisiache e ancora me le ricordo. Particolari i dessert.
Ah dimenticavo, qualcuno si starà ancora chiedendo perché il nome Cocotte e da dove derivi. Me lo ha spiegato Antonio con un racconto quasi emozionale e sensoriale. La cocotte come è noto, è un’antica e tipica pentola di tradizione francese, e la cocotte in questione era quella della nonna che veniva utilizzata nelle grandi occasioni e nei giorni di festa per cucinare piatti memorabili. Ci si riuniva a tavola, si mangiavano piatti meravigliosi, si stava bene. Quindi l’associazione della “cocotte” con cui la nonna cucinava in quei giorni, con la sensazione di benessere e di felicità è quasi automatica. Ecco quindi la scelta del nome, qualcosa che richiami alla mente la tradizione e la sensazione di benessere e felicità. Da notare poi che la cocotte della nonna ha più di cento anni, esiste ancora ed è gelosamente conservata come una sorta di reliquia del gusto. Queste sono storie che emozionano, storie che fanno bene. Quelle che amo raccontare.
Cocotte Osteria Mediterranea a Benevento è una certezza. Garantiamo noi.
Cocotte Osteria Mediterranea
Piazza Guerrazzi n. 12
Benevento
Tel. 0824 279354
Visita il sito web di Cocotte Osteria Mediterranea
Ti proponiamo la ricetta di questa fantastica pasta e patate cremosa con provola, porcini e tartufo che abbiamo gustato al Ristorante La Vecchia Casa a Forino. Questo piatto è un must della Vecchia Casa, cremosa che più cremosa non si può, davvero paradisiaca. Grazie al nostro amico Pellegrino (Rino) Tolino per la ricetta. Prova a farla a casa….
Ingredienti per 4 persone:
- 6 patate di media grandezza di pasta gialla
- 400 gr di pasta mista
- 100 gr di provola
- 300 gr di porcini freschi
- Aglio q.b.
- Olio q.b.
- Sale e pepe q.b.
- Tartufo nero (di Bagnoli Irpino) q.b.
Procedimento:
Bollire le patate per 15 minuti in abbondante acqua calda con tutta la buccia. Una volta cotte vanno fatte raffreddare, poi le sbucciamo e tagliamo a dadini.
In padella mettiamo un filo di olio, due spicchi di aglio. Quando sarà biondo aggiungiamo i porcini tagliati e facciamo rosolare per 3-4 minuti non di più. Trascorso questo tempo andiamo ad aggiungere le nostre patate a dadini un mestolo di acqua, aggiustiamo di sale e lasciamo cuocere ancora fino a che l’acqua non si asciughi. In una pentola in abbondante acqua caliamo la pasta mista. Dopo 4 minuti di cottura, passiamo la pasta nella padella con i porcini e le patate aggiungendo altra acqua e portiamo a termine la cottura con l’aggiunta prima di impiattare della provola tagliata a dadini e del parmigiano grattugiato.
Impiattiamo aggiungendo a piacere una spolverata di tartufo nero di bagnoli irpino. Il piatto è pronto.
Ristorante La Vecchia Casa
Via Roma 81/85
Forino (Av)
Tel. 328 897 6063
Visita il sito web del Ristorante La Vecchia Casa
Se è vero che si ritorna sempre dove si è stati bene, non potevamo non tornare da Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda. Memori della meravigliosa esperienza passata, siamo tornati in questo piccolo gioiello irpino. Adoriamo l’atmosfera senza tempo che si respira in questo locale, un edificio storico, un’antica ex dogana aragonese datata addirittura 1467. Il recupero è stato certosino e meticoloso, fatto con cura e amore. Domina la rassicurante pietra, il pavimento in pietra e legno con delle meravigliose e antiche doghe provenienti dalla Toscana. Ci sono due ambienti, uno al piano inferiore a cui si accede con delle scale in pietra.
Ingresso
Tutto è curato nei dettagli, ogni singolo oggetto è originale e recuperato, anche le posate, le sedute, i tavoli raccontano storie passate e affascinanti. Il resto lo fa la luce calda e il “mood” che regala questo luogo, un luogo che ha una sua “anima” capace di trasmettere una piacevole sensazione, quasi atemporale.
Insegna esterna
Naturalmente qui si viene anche e soprattutto per la carne, di qualità eccellente. Carni selezionate e provenienti da allevamenti allo stato brado e semibrado e scelte con cura da Rocco Caggiano che negli anni ha acquistato una maestria, una perizia e una conoscenza che hanno pochi eguali. In particolare Rocco coltiva e alimenta quella che si potrebbe definire una vera e propria arte portata avanti di generazione in generazione: la frollatura. Essa esalta la qualità, le caratteristiche e le proprietà della carne. Rocco Caggiano con passione padroneggia questa arte, con uno studio costante e continuo per dare ai suoi clienti un prodotto di qualità superiore.
Un angolo della meravigliosa sala
Ma torniamo alla nostra cena. Ci accomodiamo al nostro tavolo da due (prenotato per tempo). E diamo il solito sguardo al menù. Noto con piacere che rispetto alla nostra precedente esperienza il menù è stato arricchito con altri piatti e proposte soprattutto di antipasti. Adesso mi pare perfettamente calibrato e in grado di accontentare un po’ tutti.
Naturalmente in carta la carne la fa da padrona e non potrebbe che essere così. Dalla Chianina alla Rubia Gallega, dalla Maremmana alla Marchigiana, dall’Angus alla Scottona, dalla Simmenthal al prezioso Wagyu e via discorrendo. Tutte carni selezionate e trattate con cura con una grande attenzione alla frollatura. Da notare poi la presenza dei filetti e di proposte di carne alternative alla bistecca.
Si comincia. Ordiniamo una minerale e due calici di un ottimo rosso, l’Aglianico Antonio Bruno di Fontana del Re Azienda Agricola di Mariella Roselli, un rosso che mi ha sorpreso, corposo, intenso, di un bel colore rosso rubino, note speziate e sentori di frutti rossi.
Aglianico Fontana del Re
Intanto ci arriva il pane. Ottimo. Anche questo selezionato da Rocco Caggiano, scopriremo poi che proviene da un forno tradizionale di Bonito.
Il buonissimo pane di Bonito
In attesa dell’antipasto ecco una loro entreé: bruschettina con ‘nduja di loro produzione e bietola grigliata. Stuzzicante è la parola giusta, la ‘nduja è magnifica, piccantina il giusto.
Entreé
Ci servono anche dell'acqua aromatizzata al melone e rosmarino, che rinfresca il palato.
Acqua aromatizzata con melone e rosmarino
Tra gli antipasti mi aveva colpito l’uovo di Paolo Parisi, proposto con asparagi in tripla consistenza. Non è la prima volta nei nostri viaggi gastronomici che mi imbatto nelle uova di Paolo Parisi. Una vera eccellenza, sono uova che nascono da galline livornesi, allevate all’aria aperta che bevono latte di capra. Esse hanno una particolarità: sono bianche all’esterno e hanno un tuorlo di colore giallo intenso. Sono gustose ma al contempo delicate.
L'uovo di Paolo Parisi
Come detto l’uovo di Paolo Parisi viene proposto cotto al Josper (il mitico forno brace) con asparagi in tre consistenze. Un piatto meraviglioso. Accompagno il tutto con il buon pane di Bonito.
Uovo di Paolo Parisi con asparagi in tre consistenze
Non poteva mancare un tagliere di salumi: salamino, soppressata, prosciutto e capocollo. I salumi sono eccezionali, paradisiaca la soppressata, da svenimento il capocollo, per non parlare del prosciutto, si scioglieva letteralmente in bocca. Spettacolo.
Tagliere di salumi
Accompagniamo i salumi con del pane azzimo senza lievito buonissimo, condito con un pizzico di sale, olio Ravece irpino e origano.
Pane azzimo cotto al Josper
E’ il momento della carne. Noi optiamo per una bistecca di capocollo con cascata di parmigiano reggiano stagionato 62 mesi e olio Ravece irpino. Meravigliosa la bistecca di capocollo, sorprendente l’abbinamento con il parmigiano capace con la sua spinta di esaltarne il sapore. Gran piatto davvero.
Bistecca di capocollo con cascata di parmigiano reggiano stagionato 62 mesi e olio Ravece
Non poteva mancare una tagliata, in questo caso optiamo per una tagliata di Maremmana con il suo gusto deciso e saporito soprattutto nel grasso che la accompagna.
Tagliata di Maremmana
Accompagniamo la carne con un tagliere di verdure di stagione braciate. Buonissime e belle anche da vedere.
Tagliere di verdure di stagione braciate
In carta avevo adocchiato anche il mitico cotechino irpino. Decido di gustarlo. Il cotechino, insieme al classico “mugliatiello”, sono dei must della Macelleria Colomba (adiacente alla braceria). Non potevo non assaggiare il loro cotechino cotto sotto la cenere. Sprigiona un profumino incredibile, piccante il giusto, gusto deciso ma non stucchevole, assolutamente godurioso. Una vera bontà.
Antico cotechino irpino piccante cotto sotto la cenere
Decidiamo di rendere dolce la nostra serata con due proposte di dessert davvero interessanti e con una particolarità: anche i dolci sono cotti al Josper. Intrigante la zuppetta di crema al cardamomo con ananas braciata e menta.
Zuppetta di crema al cardamomo con ananas braciata e menta
Fresco, aromatico e sorprendente il gelato al pepe bianco Sarawak con fragola braciata a donare una piacevole nota fruttata. Ribadisco il mio pensiero, proporre la frutta così, alla brace e come dessert è davvero un’idea innovativa e geniale.
Gelato al pepe bianco sarawak con fragola braciata
Accompagno il dessert con un bicchierino di Chartreuse Verte, liquore francese che apprezzo molto, creato in un’antica Abbazia, e ottenuto dall’infusione di oltre 130 diverse tipologie di piante officinali. Il suo profumo è inebriante, il colore è accattivante, forte, possente ma con un finale dolce che conquista.
Amaro francese Chartreuse Verte
Chiudiamo qui la nostra esperienza da Rocco Caggiano e chiediamo il conto. Paghiamo 65 euro a persona.
Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda si conferma alla grande sulla nostra guida web di quelli che sono gli indirizzi da non perdere. E’ un vero gioiello. Si trova in un edificio storico, una ex dogana aragonese del 1467 dove un tempo i viandanti e i pellegrini si ristoravano. In un certo senso anche oggi è così. Chi viene qui potrà godere di un’esperienza unica nel suo genere. Il locale è curatissimo e suggestivo. Domina la pietra e poi c’è il legno. Ogni oggetto, ogni dettaglio è studiato nei particolari con elementi e oggetti di recupero. Entrare qui significa tuffarsi in una dimensione “fuori dal tempo” e rivivere un passato rurale, contadino nella sua accezione più bella e nobile. I meat lovers qui avranno di che divertirsi. La carne qui è eccellente, selezionata e scelta con cura e passione da Rocco Caggiano che negli anni ha affinato la conoscenza dell’arte della frollatura per poter dare ai suoi ospiti un prodotto di assoluta qualità e garantire un’esperienza da ricordare. Il servizio è veloce e professionale, il conto è adeguato al contesto e al tipo di proposta. Piccola raccomandazione: all’interno ci sono poco meno di una quarantina di posti, quindi consiglio sempre di prenotare in anticipo. Rocco Caggiano Braceria ti emozionerà come ha emozionato noi. Imperdibile….
Rocco Caggiano Braceria
C.so Vittorio Veneto, n.320
Grottaminarda (Av)
Tel. 351 753 2244
Visita la pagina FB di Rocco Caggiano Braceria
Torniamo sempre volentieri a Manfredonia, città di consolidate e antichissime tradizioni marinare. Quando siamo in zona è un piacere fare un salto qui. Ci concediamo una piacevole passeggiata sul lungomare, che si trova tra il porto e il centro storico, e un poi facciamo giro su Corso Manfredi, dedicato a Manfredi di Sicilia, colui che fondò la città nel XIII secolo. Ci fermiamo a pranzo in uno dei nostri posticini preferiti qui: l’Osteria Boccolicchio.
Insegna esterna
Il vecchio porto dista pochi passi, siamo al principio del centro storico di Manfredonia, il locale prende il nome dall’arco sotto cui si passa per arrivare all’Osteria a piedi (l’arco Boccolicchio appunto).
Arrivare qui è semplice, anche per parcheggiare l’auto non ci sono problemi, ci sono infatti comodi parcheggi pubblici nelle vicinanze. L’atmosfera è bella come la ricordavamo, il vicoletto dove si trova l’Osteria è caratteristico, fuori c’è anche un bel patio allestito in una piccola piazzetta, per poter pranzare e cenare all’aperto durante la bella stagione. Domina il bianco, colore che abbaglia e seduce.
E poi accanto all’ingresso, ci sono delle pittoresche scale che invitano a scattare foto e seflie.
La caratteristica scalinata esterna
Noi abbiamo prenotato il nostro tavolo da due all’interno. Ci accomodiamo. L’Osteria Boccolicchio è il regno dello chef e patron Williams Tespi umile e talentuoso che propone una cucina in prevalenza di mare che parte dalla tradizione e presenta interessanti e creative rivisitazioni.
Da bere prendiamo una minerale e due calici di Mezzarosa Salento IGP Rosato di Cantine Morella, una cantina relativamente giovane, una delle più interessanti del panorama vitivinicolo pugliese. Il Mezzarosa è ottenuto da uve negroamaro e primitivo. Di un bellissimo colore rosa, con note e sentori floreali e di frutti rossi. Con una buona persistenza e personalità. Arrivano anche i loro pani e i tarallucci con semi di finocchietto (attenzione sono buonissimi, creano dipendenza).
I pani e i tarallucci
Il menù presenta piatti e proposte prevalentemente di mare (con qualche piatto anche di terra). Sette antipasti, cinque primi, quattro secondi di mare, due di terra e i dessert. Non tantissime proposte quindi, ma tutte ben concepite e studiate.
Noi cominciamo ordinando due antipasti. Ecco uno dei miei piatti preferiti, e che scelgo spesso quando vengo a trovare Williams Tespi: il polpo arrosto con soffice di patate al limone. Il polpo è meraviglioso, morbidissimo. Fantastico il soffice di patate con quella nota di limone presente ma non invadente che donava freschezza. Chapeau!
Polpo arrosto con soffice di patate al limone
Meravigliosa e golosa la tartare di tonno con chips di patate vitelotte e zeste di arancia. Freschissimo e delicato il tonno, interessante la presenza delle chips di patate vitelotte (antica e rara patata viola non semplice da trovare con grandi proprietà e molto bella da vedere grazie al suo colore). A chiudere il piatto la nota dolciastra della scorzetta di arancia.
Tartare di tonno cn chips di patate viola e zeste di arancia
Siamo partiti come sempre alla grande. Lo chef Williams Tespi non delude le nostre attese e non da meno sono i primi. Ecco un classico pugliese, anzi potremmo dire un classico della tradizione garganica, uno dei piatti da sempre presenti in carta all’Osteria Boccolicchio e sempre richiestissimo: i troccoletti allo scoglio. I troccoli sono un tipo di pasta tipica del Gargano, fatta a mano con acqua e farina di grano duro, qui conditi con tanto ben di Dio e con una porzione capace di soddisfare anche i più affamati.
Troccoletti allo scoglio
L’altro primo che abbiamo scelto è un delicatissimo risotto con scampi e lime, combinazione a dir poco perfetta.
Il risotto scampi e lime
Nel frattempo i calici di vino da due passano a quattro…Decidiamo di prendere anche un secondo in due, e optiamo per una (abbondante) fritturina mista di calamari e moscardini. Il fritto è ottimo, asciutto, non unto.
Frittura mista
Ci concediamo anche due dessert, dei tiramisù fatti a regola d’arte.
Il tiramisù
Accompagniamo il dolce con un caffè e un amaro Jefferson.
Amaro Jefferson
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo all’Osteria Boccolicchio, 50 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità - prezzo.
L’Osteria Boccolicchio a Manfredonia per noi rappresenta una garanzia, non a caso ci torniamo spesso e volentieri perché ci piace l’atmosfera che si respira qui e apprezziamo le proposte di cucina dello chef e patron Williams Tespi tanto umile e schivo quanto pieno di talento. Il pesce è freschissimo, gli ingredienti e le materie prime sono di assoluta qualità. La cucina segue la stagionalità dei prodotti. Nota di merito per il polpo arrosto su soffice di patate al limone (ammetto di avere un debole per questo piatto). Appaganti e rassicuranti i troccoletti allo scoglio, piatto della tradizione garganica che non delude le attese. Super la frittura mista. Il personale in sala è gentile e il servizio veloce e professionale. Corretto il rapporto qualità – prezzo. L’Osteria Boccolicchio a Manfredonia si conferma alla grande sulla nostra guida web dei locali da non perdere. Da provare. Garantiamo noi.
Osteria Boccolicchio
Vicolo Arco Boccolicchio n.15
Manfredonia (Fg)
Tel. 0884 090317
Visita la pagina Fb dell’Osteria Boccolicchio
Siamo tornati dopo qualche mese a Forino alla Vecchia Casa. Questo indirizzo non è una novità per noi, il locale capitanato da Pellegrino Tolino è una garanzia sia se hai voglia di pranzare o cenare con una buona cucina del territorio, sia che ti vada una buona e appagante pizza. Forino si trova a una decina di Km da Avellino, è un paese ameno immerso nel verde, intorno ci sono boschi e noccioleti. Al centro del paese in Via Roma c’è La Vecchia Casa, arrivare qui è molto semplice.
La location è come la ricordavamo, siamo in pratica in un antico palazzo del 1800, si oltrepassa un portone maestoso, qualche gradino e siamo all’interno. L’ arredo è semplice ma gradevole, i colori delle pareti sono accesi e ci sono diverse salette su più livelli e da poco anche la cantina dove vengono affinati i salumi, (molti di loro produzione) e i formaggi del territorio, insomma tanto ben di Dio.
Tornare qui è per noi è un po’ come ritrovare un vecchio amico che non vedevi da un po’. E' la stessa reazione che abbiamo avuto quando abbiamo incontrato Pellegrino (Rino) Tolino, il padrone di casa, l’anima e il motore di questo luogo che trasmette una piacevole e per certi versi rassicurante sensazione di casa e di buono.
Ci accomodiamo, siamo in due. Diamo uno sguardo al menù dove spiccano piatti e proposte tutte rigorosamente del territorio e prodotti "made in Irpinia" dalla mitica cipolla ramata di Montoro, ai salumi e formaggi. Ovviamente i prodotti seguono tutti la stagionalità. Ci affidiamo ai consigli di Rino e optiamo per un antipasto tipico del territorio. Arrivano i loro pani. Da bere prendiamo una bottiglia Le Origini, vino aglianico DOC di un’azienda locale, con note di frutti rossi e liquirizia e un bel tannino. Ottima scelta giusto per restare anche con il vino a Km Zero.
Le Origini Aglianico Irpino
Arriva il tagliere di salumi tipici: soppressata, uno strepitoso prosciutto crudo al coltello, guanciale di maiale, coppa e pancetta. Molto buoni i salumi tutti rigorosamente del territorio, in particolare da ricordare il guanciale e il salame di loro produzione.
I Salumi
E poi i formaggi di pecora a Km zero, bianco, al pepe e al peperoncino, anche questi notevoli. I formaggi e pecorini locali sono accompagnati da gherigli di noci, confettura di fichi e miele artigianale.
Degustazione di formaggi
Si continua con un classico irpino, un piatto povero della tradizione contadina il mallone, ossia le foglie dei friarielli con patate, arricchite con guanciale di maiale a cubetti, con un crostini di pane fritto e fili di peperoncino. In una parola spettacolare, davvero super. Il mallone è un piatto che si prepara da Ottobre in poi fino ad arrivare alla Primavera inoltrata, noi siamo un po’ cultori di questo piatto, ne abbiamo provati tanti in Irpinia e nella zona del salernitano. Questo della Vecchia Casa è decisamente uno dei migliori mai gustati … complimenti.
Il Mallone irpino con pane fritto
Altra sorpresa è la zuppetta di fagioli quarantini di Volturara Irpina, (presidio Slow food) con funghi porcini, crostini di pane e olio Evo (Fam di Venticano). Commovente questa zuppa, delicata, profumata, avvolgente.
Zuppetta di fagioli e porcini
Poi arriva una vera chicca: la parmigiana di carciofi di Montoro, cotta nel forno a legna. Il procedimento è lo stesso della classica parmigiana, la particolarità è la presenza dei carciofi a spicchi e poi la cottura nel forno a legna. Superfluo aggiungere che è deliziosa…sorprendente. Grande piatto. Una parmigiana divina.
Parmigiana di carciofo montorese
L’antipasto della Vecchia casa è una passeggiata irpina, una carrellata di proposte legate alla tradizione contadina locale, da sottolineare l’uso di materie prime e prodotti del territorio (spesso a Km zero) ben cucinati. Rino ci sta viziando, non possiamo non degustare due must della vecchia casa. Ecco la pasta e patate cremosa, con provola, porcini e tartufo. Peccato che non ti possa far sentire il profumo. Questa pasta e patate è cremosa che più cremosa non si può, davvero paradisiaca….
Pasta e patate cremosa con provola, porcini e tartufo
Altro loro must è la genovese, qui infatti la cucinano in modo eccellente. Queste candele spezzate alla genovese è fatta come tradizione vuole e con sua maestà la cipolla ramata di Montoro. Chapeau !
Candele alla genovese con cipolla ramata di Montoro
Intanto Rino Tolino passa a salutarci e a sincerarsi che tutto vada per il meglio. Siamo sazi ma decidiamo di degustare anche un secondo in due, e la scelta cade su una costata di scottona podolica allevata nel montorese. La carne frollata alla perfezione è uno spettacolo.
Costata di scottona podolica alla brace
Ci viene servita tagliata su pietra di sale riscaldata che mantiene calore e aromatizza la carne.
La carne sulla pietra di sale
La accompagniamo con delle chips di patate, sempre gradite...
Chips di patate
Con la carne arriva un altro grande olio irpino: zahir di Sacomaio, monocultivar di ravece. Un extravergine meraviglioso, il fiore all’occhiello del frantoio Sancomaio di Zungoli, ottenuto selezionando le migliori olive della qualità ravece (cultivar autoctona irpina). A parer mio una grande eccellenza irpina.
Monocultivar ravece Zahir di SanComaio
Nostro malgrado siamo costretti a saltare il dolce. Facciamo un giro di liquorini di mela annurca e chiediamo il conto. Paghiamo 40 euro a testa per la nostra cena alla Vecchia Casa. Ho trovato davvero ottimo il rapporto qualità- prezzo.
La Vecchia Casa a Forino non delude mai le nostre attese. E’ una garanzia, è un po’ come il classico amico di vecchia data che ritrovi di tanto in tanto e non ti tradisce mai. Qui trovi un’ottima cucina del territorio, con tanti prodotti a Km zero e vere eccellenze irpine (la cipolla ramata di Montoro e i fagioli di Volturara Irpina tanto per citarne due). Buoni i salumi e i formaggi, il mallone della Vecchia Casa è da Oscar, sorprendente la parmigiana di carciofi montoresi, memorabile la pasta e patate cremosa con provola e porcini e di tutto rispetto la genovese. La carne è ottima. Ma la cosa che mi piace ancora di più di questo luogo è l’atmosfera informale e “semplice” che ti mette a tuo agio. Pellegrino (Rino) Tolino è un meraviglioso padrone di casa, molto presente in sala, pronto a spiegare e illustrare piatti e prodotti. Davvero ottimo il rapporto qualità- prezzo. Torneremo a breve anche per provare la loro pizza. La Vecchia Casa a Forino non può mancare nella nostra guida on line di quelli che secondo noi, sono gli indirizzi da non perdere. Conferma.
Ristorante La Vecchia Casa
Via Roma 81/85
Forino (Av)
Tel. 328 897 6063
Visita il sito web del ristorante La Vecchia Casa
Siamo a Campobasso nel cuore del suo centro storico. La bellezza sorprendente della parte antica del capoluogo molisano rapisce e incuriosisce il visitatore. Questo è un centro storico di chiara origine medievale, è tutto un susseguirsi di stradine, slarghi, palazzi antichi, chiese e tante scale che conducono via via alla sommità del Colle di Sant’Antonio dove, come un guardiano bonario e maestoso, c’è il Castello Monforte che domina dall’alto la città. Proprio qui tra i vicoletti del centro storico di Campobasso (ma non lontano dalle centralissime Via Roma e Via Pietrunto) c’è Monticelli Sapere e Sapori, a parer mio un piccolo, grande gioiello della gastronomia molisana.
Monticelli Sapere e Sapori. Campobasso. Insegna
Siamo in un edificio del ‘400, il locale si compone di più sale e salette su livelli differenti, dominano la pietra e il legno. Alcune di queste sale sono davvero suggestive, la sala denominata “Civerra” (dove c’era il nostro tavolo), evoca la storia di due innamorati dal destino simile a quello dei più famosi Giulietta e Romeo.
Sala Civerra, la storia
La sala nella parte bassa della struttura poi è meravigliosa con tanto di affresco e sculture ricavate nella roccia e nella pietra delle pareti. Insomma la location è davvero particolare e suggestiva.
Monticelli Sapere e Sapori. Sala con affresco
Non meno suggestive e particolari sono le proposte di cucina della bravissima chef Simona De Castro, ma ne parliamo tra poco. In sala oltre al personale, a fare gli onori di casa c’è Stefano De Castro (Il fratello di Simona), appassionato e valente sommelier.
Come al solito diamo uno sguardo al menù. A colpirmi sono soprattutto le proposte che partono tutte dalla tradizione molisana (con una accurata scelta di ingredienti e prodotti del territorio) ma hanno una veste creativa e un respiro “globale” grazie a reinterpretazioni e abbinamenti studiati e intriganti.
Ordiniamo da bere, la scelta non poteva che ricadere su un vino del territorio: il Tintilia del Molise, vino DOC ottenuto dall’omonimo vitigno. Optiamo per Il Tintilia DOC di Catabbo. Adoro questo rosso che rapisce con le sue note di frutta rossa matura, di spezie e di liquirizia. Mi piace la pacata eleganza del suo tannino. Un rosso che ha davvero un bel carattere.
Cominciamo con gli antipasti, ecco il profumato tartufotto di patate di San Biase e tartufo con cuore filante, crema di parmigiano, spugna ai funghi e tartufo e carpaccio di funghi di stagione. Una proposta denominata in carta “il tartufo quel vagabondo”. Come una passeggiata sensoriale nel bosco questo piatto che mi ha colpito per il suo equilibrio e la sua personalità. Il tartufotto crea dipendenza, davvero delizioso ….
Antipasto Il Tartufo quel vagabondo
Non da meno la castagnola di carciofo in crosta, ossia carciofo fondente in crosta croccante, stracciatella, mousse di erborinato e coccolato bianco, crumble salato di nocciola e spugna di mandorle. Che meraviglia l’abbinamento con la mousse di erborinato, sapido, intenso ma al contempo delicato questo piatto sublimato dalla nota croccante della nocciola.
Castagnola di carciofo in crosta
Siamo partiti forte e i primi che abbiamo scelto non fanno altro che confermare l’estro creativo e la “mano” della chef Simona De Castro. Gli spaghetti quadrati all’aglio nero fermentato e olio con crema di spigatelli, acciughe, briciole croccanti, pomodoro secco, bottarga di muggine e stracciatella meritano la standing ovation. Perfetta la cottura della pasta, meraviglioso l’equilibrio tra i vari ingredienti per un piatto che lascia il segno.
Spaghetti all'aglio nero con crema di spigatelli, acciughe, briciole croccanti, pomodori secchi,bottarga di muggine e stracciatella
Così come emozionano e appagano con la loro rassicurante veste i tagliolini laccati alla manteca e tartufo. Tagliolini “laccati” mantecati con il burro, fonduta di caciocavallo e noci caramellate al miele di castagno. Spettacolo allo stato puro, che bontà la fonduta di caciocavallo podolico molisano...
Tagliolini alla manteca e tartufo con fonduta di caciocavallo e noci
Decidiamo di gustare anche un secondo in due e la scelta ricade sui cubi di pancia di maialino con peperoncino dolce cotto a bassa temperatura, patata affumicata, agretto di barbatielole, petali di cipolla marinata all’aceto di lamponi e chips di polenta. Proposta convincente con la “avvolgente” nota del peperoncino dolce che abbraccia un maialino tenero e gustoso. Piacevolissimo il sentore della patata affumicata che si sposa alla perfezione con la cipolla marinata. Questo “ricordo di una pampanella” (come è denominato sul menù) è un signor piatto.
Cubi di pancia di maialino
Chiudiamo in dolcezza con variazioni di cioccolato con cubi di brownies, rocher, gocce di cioccolato bianco e bavarese agli arachidi. Piacevolissima e degna chiusura del nostro pranzo.
Dessert
Accompagniamo il dessert con due bicchierini di amaro Vaca Mora, l’amaro veneto di erbe e fiori dalla proprietà digestive con quel piacevole finale che ricorda la mentuccia.
Amaro Vaca Mora
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 45 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità-prezzo.
Monticelli Sapere e Sapori è tappa obbligata se sei a Campobasso e dintorni. A parer mio è un vero gioiello della gastronomia molisana. Qui tutto colpisce, dalla location che è davvero unica, un edificio del ‘400 e tante salette in pietra che ti riportano al medioevo, all’atmosfera particolare che un posto così regala. Le proposte di cucina poi sono convincenti, piatti della tradizione debitamente rivisitati con abbinamenti creativi e sorprendenti.
La Chef Simona De Castro è talentuosa e Stefano in sala è un perfetto Cicerone capace di consigliare i piatti in carta e gli abbinamenti. Il servizio è veloce e professionale. Vasta e curata la carta dei vini con proposte italiane ed estere. Meravigliosi gli spaghetti quadrati aglio nero fermentato e olio con crema di spigatelli, commoventi i tagliolini laccati al tartufo con la fonduta di caciocavallo, morbido e aromatico il maialino. Interessanti i dessert. Monticelli Sapere e Sapori a Campobasso è una garanzia assoluta ed entra di diritto nella nostra guida on line degli indirizzi da non perdere. Eccellenza.
Monticelli Sapere e Sapori
Via Sant’Antonio Abate n.33
Campobasso
Tel. 0874 418460
Visita il sito web di Monticelli Sapere e Sapori