Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Lo chef Carmine Farina di ArteGusto Ristorante a Bellizzi (Sa) ci regala la ricetta di un sorprendente e buonissimo risotto all'amatriciana. Gli ingredienti sono gli stessi del celebre piatto laziale, il procedimento è semplice e il risultato vi sorprenderà.
Ingredienti per 4 persone:
- 320 gr di riso Carnaroli (acquerello)
- 200 gr di guanciale di Amatrice
- 1/2 cipolla bianca tritata
- 3 foglioline di basilico fresco
- 400 gr di pomodori pelati
- 40 ml di vino bianco secco
- Un pezzetto di peperoncino fresco
- Pepe q.b.
- Brodo vegetale non salato
- 50 gr di pecorino romano DOP
- Olio evo
Per il cremoso al pecorino:
- 100 ml di latte
- 50 ml di panna fresca
- 75 gr di pecorino romano DOP
- Pepe q.b.
Procedimento:
Iniziamo con mettere sul fuoco un buon brodo vegetale, nel frattempo togliamo la cotenna al guanciale, facciamolo a fette spese per poi tagliamolo a listarelle. Mettiamo a rosolare il guanciale piano piano senza olio, appena diventato croccante togliamone la metà e mettiamola da parte. Nel rimanente guanciale soffritto aggiungiamo i pelati precedentemente schiacciati a mano con il peperoncino e una macinata di pepe abbondante, lasciamo cuocere per una quindicina di minuti a fuoco moderato e aggiustiamo di sale.
Mentre il sugo all'amatriciana cuoce e il brodo vegetale anche, iniziamo a preparare il cremoso al pecorino che dovrà poi raffreddare per prendere consistenza. Mettiamo in un pentolino la panna e il latte e portiamo a bollore. Spegniamo il fuoco, aggiungiamo il pecorino e una macinata di pepe e passiamo tutto al mixer ad immersione.
In un pentolino di acciaio e con bordi alti tostiamo il riso con la cipolla tritata finemente e un filo di olio Evo, appena tostato, sfumiamo con il vino bianco. Dopo che il vino è evaporato mettiamo tutto il sugo all'amatriciana che prima abbiamo preparato, lasciamo andare un po’ e poi iniziamo ad aggiungere il brodo un po’ alla volta, sempre mescolando fino a portarlo a cottura ovviamente al dente ma con la consistenza finale del risotto che deve essere bello morbido e cremoso.
Spegniamo il fuoco e mantechiamo con il pecorino romano grattugiato, un cucchiaio di cremoso al pecorino, aggiustiamo di sale e lasciamolo riposare per 3 minuti.
Andiamo ad impiattare: mettiamo il riso in un piatto da portata aggiungiamo sopra con un cucchiaino il cremoso al pecorino come se fossero dei puntini e poi mettiamo il guanciale che prima abbiamo tolto dalla padella.
Aggiungiamo le foglioline di basilico fritte in precedenza e il risotto all'amatriciana è pronto. Buon appetito.
Arte Gusto
Via Roma n. 257
Bellizzi (Sa)
Tel. 0828 351041
Visita la pagina Fb di Arte Gusto Ristorante
Siamo tra Sant’Anastasìa e Pomigliano D’Arco in una strada un po’ nascosta e di per se anonima. Qui c’è un indirizzo che è diventato nel tempo una piccola grande istituzione: Bistrot Zì Rosa. Un po’ caffetteria, un po’ bottega alla vecchia maniera dove trovare prodotti del territorio di eccellenza (pomodorini del piennolo e le mitiche papaccelle giusto per citarne qualcuno), un po’ risto-bistrot.
La filosofia è quella portata avanti da Lello (il figlio della mitica Zì Rosa) chiamato qualche anno fa dalla mamma a rilevare la vecchia caffetteria. Da quel momento è stata una crescita costante. Questo è un piccolo angolo di buon gusto e buon cibo che può essere vissuto dalla colazione alla cena.
Bistrot Zì Rosa Particolare sala
Già entrando sembra di spostarsi “altrove”, magari in una bottega o bistrot provenzale: l’arredo è curato, sobrio dal tocco vagamente shabby, pochi i posti a sedere. Entrando sulla sinistra un bacone bar con una storica macchina da caffè e tanto ben di Dio. Qui c’è davvero l’imbarazzo della scelta: cornetti morbidi, profumati e di diversi tipi (attenzione ad arrivare tardi che vanno a ruba), ma per noi sono insuperabili le sbriciolate (fatte da loro): alla nocciola, all’albicocca, ai frutti di bosco e poi la caprese, la caprese al limone, crostate, biscottini, pan cake e torte vegane. Insomma ad ognuno il suo. Anche il caffè di Lello è da Champions League.
Bistrot Zi Rosa Particolare interno
Tutto al Bistrot Zì Rosa è curato nei dettagli e tutto parte da una scelta accurata e selezionata di prodotti e fornitori e da una filosofia portata avanti in modo convinto negli anni. Qui si bada alla qualità e non ai grandi numeri.
Qui si può anche pranzare o cenare e la spesa si fa quotidianamente. C’è una lavagna dove ogni giorno sono segnate le proposte del giorno, la cucina è espressa che più espressa non si può. E quando una cosa finisce…beh finisce.
Noi qui veniamo spesso per un aperitivo o a colazione ma ci siamo tornati anche per cena.
Abbiamo cominciato con grissini ai semi di papavero e un prosecco. Da bere due minerali e due calici di Morellino di Scansano DOCG Poggio Nibbiale un bel rosso da uve Cabernet Sauvignon, Canaiolo, Montepulciano, Sangiovese. Di un bel colore rubino, sentori di frutti rossi, buoni tannini e discreta personalità.
Morellino di Scansano Poggio Nibbiale di Buchheim
Arrivano i loro pani. Abbiamo scelto due tris: una parmigiana di patate a cui mancava solo la parola, eccezionale. Non da meno la parmigiana di melanzane e la polpetta fatta come Dio comanda con il suo sughetto che grida “scarpetta!”
Polpetta parmigiana di patate e parmigiana di melanzane
Vai con il primo: scialatielli con vongole e friarielli. Sorprendenti. Una cremosità ed un gusto incredibili. Nota di merito per le vongole (eccezionali) e azzeccata la scelta degli scialatielli freschi come tipo di pasta e cosa era quella cremina di friarielli….
Scialatielli vongole e friarielli
Due secondi: un polpo scottato con crema di fior di latte, pomodori confit e salsa di basilico. Gran piatto, morbido e saportito il polpo, delicata la crema di fior di latte.
Polpo scottato su crema di fior di latte pomodori confit e salsa al basilico
Sublime poi la parmigiana di pesce spada con melanzane e provola. Un piatto che mi ha conquistato. (Ottimo consiglio Lello!)
Parmigiana di pesce spada
Come si può non chiudere in bellezza con i dolci? E allora… sbriciolata ai frutti di bosco, orzo e segale. Buonissima.
Sbriciolata ai frutti di bosco
Sbriciolata alla nocciola (prendo sempre questa quando vengo qui). Fantastica.
Sbriciolata alla nocciola
Poi assaggiamo un altro dessert: torta cioccolato, amarene, frangipane e sale. Spettacolare e intrigante il contrasto del dolce con i granelli di sale in superficie.
Dolce amarena cicoccolato frangipane e sale
Accompagniamo il dolce con due amari d’arancia rossa siciliani e chiediamo il conto. Paghiamo poco più di 40 euro a persona per una bella esperienza gastronomica.
Bistrot Zì Rosa a Sant’Anastasia è un piccolo gioiello. Un po’ caffetteria, un po’ bottega, un po’ ristorante e un po’ bistrot. Qui puoi venire in ogni momento della giornata da colazione a cena e trovare sempre proposte interessanti. Lello (il padrone di casa) è gentile, preparato e ospitale. Fantastico il caffè, mitiche le torte, le crostate e le sbriciolate. La cucina vi sorprenderà: poche proposte giornaliere ma tutte curate con una meticolosa e accurata scelta di prodotti e materie prime (tutte stagionali). Bella l’atmosfera (vagamente francese) che si respira. Locale ben frequentato, servizio preciso e professionale. Conto adeguato al contesto. Se sei in zona è un indirizzo da non perdere. Garantiamo noi.
Bistrot Zì Rosa
Via degli Archi Augustei n.15
Sant’Anastasia (Na)
Tel. 339 342 3954
(Chiuso la Domenica)
Visita la pagina Fb di Bistrot Zì Rosa
Siamo nel salernitano a Bellizzi nell’area geografica della Piana del Sele, una delle aree più fertili e fortunate della regione, infatti nella Piana del Sele si produce una grande mozzarella di bufala, uno dei vanti campani.
Siamo venuti qui a Bellizzi perché c’è un indirizzo che non potevamo non provare: Arte e Gusto, il regno dello chef Carmine Farina.
Siamo nella centralissima Via Roma, parcheggiamo in strada a pochi metri dal locale. Abbiamo preventivamente prenotato il nostro tavolo da due.
Entriamo, il locale è arredato in stile moderno, è molto luminoso, dominano il bianco e il nero con qualche incursione di colore e di rosso, le sedie bianche, nere e rosse a rendere più accattivante lo stile. C’è una porzione di cucina a vista (effetto vedo non vedo) e una quarantina di coperti. L’impatto complessivo è decisamente piacevole. Ci accomodiamo.
Come vi raccontavo prima questa è la casa di Carmine Farina, chef preparato, simpatico e capace, un concentrato di passione e amore per la cucina. Carmine dopo gli studi e tanta esperienza in diverse strutture da fine 2013 ha aperto questo locale. Poi nell'Aprile del 2019 Arte e Gusto si è spostato nel nuovo locale affiancando al ristorante anche la pizzeria. Arte e Gusto è tutta la sua vita, qui Carmine esprime la sua passione e la sua creatività in cucina. In fondo quella di un locale tutto suo è stata una promessa silenziosa fatta al caro papà (a cui il locale è dedicato), che credeva ciecamente nelle capacità del figlio in cucina. Ristorante e pizzeria si muovono sinergicamente, impasti, topping e farciture nascono e partono dalla cucina e rendono interessanti anche le pizze (al bancone c’è il bravo Giovanni, il fratello di Carmine). Torneremo a provare anche queste ultime …
Ed eccoci pronti a goderci il pranzo. Il menù è sempre in evoluzione, cambia quasi settimanalmente in base alla reperibilità della materia prima, alla stagionalità dei prodotti e alla creatività dello chef. Si può ordinare “a la carte” o scegliere dei percorsi degustazione, di terra o di mare, della tradizione o creativo. Noi decidiamo di optare per due menù degustazione di mare “creativi”.
Da bere una minerale e un bel bianco del territorio, un Paestum fiano IGT “Donnaluna”dei Viticoltori De Conciliis, di un bel giallo paglierino, con una buona mineralità, dal gusto pieno, con un bel sentore floreale e di frutta a polpa gialla. Un vino che accompagnerà alla grande il nostro pranzo a base di pesce.
Fiano IGT Donnaluna dei Viticoltori De Conciliis
Nell’attesa degli antipasti, ci servono uno stuzzicante entreé: bocconcino di montanara con fonduta di provola, gambero rosa, pepe e limone. Spettacolare, equilibrata, sorprendente l’abbinamento del gambero con la fonduta di provola la nota del pepe e la scorza di limone a donare freschezza. Ci è davvero piaciuta tantissimo..
Montanara con fonduta di provola gambero rosa pepe e limone
Arrivano anche i pani di loro produzione, tre tipi: pane ai cereali, una focaccina e pane bianco. Anche il pane è buonissimo, bel lievitato, fragrante, profumato. Complimenti.
I Pani
Dopo poco ecco gli antipasti, cominciamo con tre assaggi: spiedo di calamaro con una scarola ripassata alla partenopea e maionese alla colatura di alici, totanetti affogati al datterino rosso con patate e cremoso ai porcini e una classica insalatina di mare. Un tripudio ….
Antipasti
L’insalatina di mare, fresca, morbida ha sempre il suo perché…
Insalatina di mare
Paradisiaco questo totanetto con le patate, morbido, voluttuoso, affogato in un sughetto di pomodorini datterini che ci ha “costretto” alla più goduriosa delle scarpette!
Totanetti e patate affogati
Sorprendente lo spiedo di calamaro (buonissimo) perfettamente abbinato alla scarola.
Spiedino di calamaro e scarole
Siamo partiti davvero alla grande, ma il proseguo non è da meno. Baccalà alla caprese, eccellente. Morbido, delicato e al contempo sapido il baccalà con quel sapore “mediterraneo” dato dal pomodorino.
Baccala alla caprese
Delicato e squisito il roll di salmone con zucca mantovana e provola in doppia consistenza (sotto la fonduta di provola e dentro al roll la provola stessa).
Roll di salmone zucca e provola
L’antipasto di mare ci ha sorpreso e convinto. Proposte eccellenti, ben cucinate e presentate. Abbinamenti creativi ma comunque che si muovono nel solco della tradizione e una materia prima eccellente con prodotti legati alla stagionalità. Complimenti davvero.
Poi un fuori programma. Ci viene voglia di assaggiare una mozzarellina di bufala, del resto come detto siamo in una delle zone della Campania vocate alla produzione di mozzarelle di bufala eccellenti. E infatti la troviamo ottima, presentata poi alla grande in un cestino di pane e pomodorini rossi e gialli.
Mozzarelline di bufala
La nostra esperienza gastronomica prosegue con i due primi che abbiamo scelto: un intrigante risotto cacio e pepe con mazzancolle e palline “cacio e pepe” fritte. Sapido, e al contempo stemperato dalla polpa delicata e morbida delle mazzancolle (freschissime). Che buone quelle palline cacio e pepe !
Risotto cacio e pepe con mazzancolle e palline cacio e pepe fritte
L’altro primo è stato a parer nostro un capolavoro: spaghettoni alla carbonara di salmone, uno dei cavalli di battaglia dello chef Carmine Farina. Un piatto che ci ha conquistato. Eccezionale. Delicata la carbonara, voluttuosa e che bontà l’idea del salmone. Un piatto che quasi da solo vale la visita qui. Decisamente da ricordare.
Carbonara di salmone
Siamo sazi ma un secondo in due vogliamo provarlo. La scelta cade sulla trilogia di tonno, in pratica il tonno presentato con tre tipi di cotture e preparazioni: tonno scottato accompagnato dal sale di Maldon (spettacolare sale inglese apprezzato dai gourmet di tutto il mondo), una tartare di tonno condita con spuma di provola e un tonno croccante tutto su una leggera salsa alla ‘Nduja. Anche questo piatto è notevole. Per chi come me ama il tonno è stata un’esperienza incredibile, ho trovato sorprendente e azzeccatissimo l’abbinamento con la ‘Nduja. Chapeau.
Trilogia di tonno
Dulcis in fundo. Ci servono un predessert: composta di castagnaccio con il miele caldo.
Predessert
Prendiamo un dessert da dividerci: sfogline ripiene di nutella accompagnate da una crema al panettone con un crumble di biscotto al burro. Che ve lo dico a fare…. Accompagniamo il dolce con caffè e mirto di Sardegna.
Sfogline ripiene di nutella
Accompagniamo il dolce con caffè e mirto di Sardegna. Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 45 euro a persona. Rapporto qualità prezzo corretto e adeguato alla proposta di cucina.
Arte Gusto a Bellizzi è una tappa obbligata per chi ama mangiar bene. La cucina di Carmine Farina si potrebbe così definire: un mix di tecnica e passione. Carmine è uno chef talentuoso ed è capace di proporre una cucina che esalta i prodotti e le materie prime utilizzate (di grande qualità e sempre con un occhio alla stagionalità). In più ha un carattere solare ed è molto simpatico. Si può optare per proposte di pesce o di carne e in ogni caso il risultato è garantito. Nota di merito per il servizio (Chiara in sala è gentile, preparata, encomiabile e molto brava). Il rapporto qualità-prezzo corretto e adeguato comunque al tipo di proposta gastronomica. Esperienza da non perdere. Abbiamo mangiato divinamente. Garantiamo noi…
Arte Gusto
Via Roma n. 257
Bellizzi (Sa)
Tel. 0828 351041
Visita la pagina Fb di ArteGusto ristorante
Siamo tornati a trovare lo chef Pietro Leonetti per provare la sua cucina e le sue proposte, una cucina per cui proviamo un debole, lo ammettiamo. Ma andiamo per ordine.
Siamo a Castel Morrone, un borgo dalle origini antichissime, da queste parti la storia la respiri un po’ dovunque, qui sono transitate genti, eserciti, popoli, lo stesso Garibaldi e la storia la respiri anche al Frantoio Ducale, siamo infatti all’interno del suggestivo Palazzo Ducale che fu costruito intorno al 1600 dal Duca De Mauro, su una struttura preesistente. Da un po’ di anni questo luogo è il regno della famiglia Leonetti che qui vive e proprio qui si trova anche il ristorante.
E’ una fredda serata invernale, arriviamo puntuali intorno alle 21.30, abbiamo preventivamente prenotato il nostro tavolo da due.
All’interno due grandi sale, con arredamento degno della location, uno stile classico ma non “pesante”, c’è una bella e sobria “mise en place” e poi c’è il plus ossia la sala “enoteca” del ristorante (dove ci si può anche accomodare e mangiare), quella con una storica e maestosa macina in pietra che un tempo si usava per la molitura delle olive. L’atmosfera è incredibile e invita alla convivialità.
La maestosa macina antica
Ci accompagnano al nostro tavolo, arriva Pietro che fa gli onori di casa, ci saluta e ci fa portare il menù. Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di “Conclave” Falerno del Massico (2017) delle cantine Papa, un vino maestoso che adoro e che si presenta con un bel colore rosso rubino, con sentore di frutti rossi e spezie, tannini vigorosi. Eccezionale questo falerno che accompagnerà il nostro pranzo.
Il Conclave Falerno del Massico di Papa
Diamo un’occhiata al menù, cominciamo con un assaggio di 5 antipasti (denominato in carta Di tutto un po’).
Dopo poco cominciano le danze: un baccalà in tempura con una insalatina di verdure, una giardiniera fatta da Pietro Leonetti con verdure cotte a vapore. Piatto spettacolare nella sua semplicità. Il baccalà morbido, il fritto non unto e asciutto e che buone quelle verdurine! (Belle anche da vedere).
Baccalà in tempura con giardiniera
Degli stuzzicanti fiori di zucca in pastella ripieni di ricotta di fuscella e salame di maialino grigio toscano su passatina di zucca. Che ve lo dico a fare….
Fiore di zucca in tempura su vellutata di zucca
Una bella “parmigianina” di melanzane che ha sempre il suo perché, meravigliosa, profumata, ben fatta, gustosa ed equilibrata.
Parmigiana di melanzane
Dei bocconcini di coniglio al finocchietto selvatico e coriandolo su broccoletti passati in padella. Che buoni !
Bocconcini di coniglio al finocchietto selvatico
Una profumatissima zuppa di fagioli quarantini, farro, ceci, castagne e porcini con vela di pane. Divina.
Zuppa di fagioli quarantini farro ceci castagne e porcini
Sulla zuppa, e confesso anche con il buon pane locale abbiamo abbinato un grande olio del territorio: l’Oro di Caiazzo del frantoio Marco Mondrone, un fruttato medio, persistente, con evidenti note di erba fresca. Ottima espressione del territorio.
Olio evo di Oro Caiazzo del frantoio Marco Mondrone
L’antipasto è eccellente, una serie di proposte che si muovono nel solco della tradizione, ben presentate, ben eseguite, l’esaltazione della cucina della tradizione contadina realizzata con prodotti di grande qualità. Complimenti davvero.
Passa a salutarci Pietro Leonetti, che si intrattiene qualche minuto con noi, per assicurarsi che tutto vada bene, Pietro è sempre molto presente ed attento alle esigenze di tutti i commensali. Ci racconta la storia di questa struttura e del Palazzo Ducale, affascinante.
E’ tempo di scegliere i primi, la nostra scelta cade su un piatto di fusilloni di pasta fresca con noci e porcini, un ben eseguito, equilibrato. Perfetta cottura della pasta e poi che profumo!
Fusilloni di pasta fresca con porcini e noci
E poi un piatto per me rassicurante: rigatoni con una genovese delicata, profumata, bella tirata e densa. Commovente.
Rigatoni con genovese
Siamo quasi sazi ma un secondo (in due) lo vogliamo provare. Optiamo per il maialino grigio a lenta cottura con friarielli. La carne morbidissima, voluttuosa si scioglie in bocca. Ottimo l’abbinamento i friarielli. Grande piatto anche questo.
Maialino a lenta cottura con friarielli
Non possiamo chiudere in dolcezza. Non vogliamo strafare, Pietro ci serve un po’ di fondente e degli struffoli fatti da lui (ottimi).
Dessert
Accompagniamo il dessert con un bel passito: Dolceluna, il Primitivo di Manduria Dolce Naturale della linea pugliese PietraPura di Rocca delle Macie. Profumato, persistenti con note di frutta matura e miele.
Pietra pura primitivo di Manduria passito Dolceluna
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 80 euro in due, davvero un eccellente rapporto qualità – prezzo.
Non è la prima volta che veniamo al Frantoio Ducale a Castel Morrone. Ogni volta è una grande conferma. Pietro Leonetti per noi è una garanzia assoluta.
Ogni parola o considerazione ulteriore rispetto a quanto scritto anche in passato su questo ristorante risulterebbe quasi pleonastica. Qui trovate una cucina eccellente, che esalta i prodotti del territorio, le proposte sono realizzate con cura, attenzione ai dettagli, con materie prime che non vengono lavorate troppo in modo tale da esaltarne il sapore e le caratteristiche.
Metteteci poi la location suggestiva (pranzare o cenare in un palazzo Ducale e respirare la storia ha sempre un certo fascino), il servizio è professionale e attento (inappuntabile e preparato Giuseppe in sala), la simpatia e la garbata ospitalità di Pietro Leonetti fanno il resto . Aggiungiamo poi un corretto rapporto qualità – prezzo. Cosa volere di più? Consigliatissimo. Qui si va sempre sul sicuro! Alla prossima Pietro.
Ristorante il Frantoio Ducale
Via Altieri n.50
Castel Morrone (Ce)
Tel. 0823 399167
Visita il sito web del ristorante Il Frantoio Ducale
E’ venerdì sera, l’aria è frizzantina con un gruppo di amici e colleghi andiamo a cena a Forino a una decina di Km da Avellino, il posto scelto è La Vecchia Casa, questo indirizzo è una nostra vecchia conoscenza, siamo curiosi a distanza di tempo ti tornare a gustare la loro cucina. Forino è un paese immerso nel verde di boschi cedui e noccioleti, siamo a 400 metri sul livello del mare. Il centro del paese è piccolo e arrivare al ristorante è molto semplice, siamo nella centralissima Via Roma. Parcheggiamo comodamente davanti al locale.
La Vecchia Casa si trova in un palazzo signorile del 1800, si entra in un portone maestoso e lo stabile si sviluppa su più livelli e ha una particolarità che ci colpisce: ci sono tanti piccoli ambienti separati che sono un invito al piacere della tavola senza rischio di chiassose tavolate. L’arredo è semplice e sobrio, l’atmosfera è calda e invita alla convivialità. Ci accomodiamo e ci accolgono con un prosecco di benvenuto (gradito pensiero). Decidiamo di affidarci ai loro consigli e optiamo per un antipasto tipico del territorio per tutti.
Arrivano i loro pani (tra cui il pane cicoli e pepe fatto da loro, buonissimo):
Da bere prendiamo un vino aglianico giovane di un’azienda locale, di pronta beva gradevole ed equilibrato, (alla fine della serata le bottiglie di vino saranno 4). A queste si aggiunga una bottiglia di Rosso Cupo, Irpinia Campi taurasinini della cantina Manimurci di Paternopoli. Un bel rosso dal colore rubino intenso, con profumi di frutta rossa e spezie, di buona personalità.
Rosso cupo Irpinia campi taurasini di Manimurci
Arrivano i taglieri di salumi tipici (prosciutto crudo, guanciale, capocollo, soppressata, salame paesano). Molto buoni i salumi tutti rigorosamente del territorio.
Tagliere di salumi
Ecco i formaggi di pecora a Km zero. Anche questi sopra la media e gustosi. I formaggi e pecorini locali accompagnati da confettura e miele di castagno.
Formaggi
L’antipasto prosegue con il classico e tipico mallone irpino (rape e patate qui arricchite con guanciale a cubetti). In una parola spettacolare.
Il mallone
Il mallone è un piatto che si prepara da Ottobre in poi fino ad arrivare alla Primavera, ne abbiamo provati tanti in Irpinia e nella zona del salernitano durante i nostri “viaggi gastronomici”, questo è uno dei migliori mai gustati … complimenti. Altra chicca: la parmigiana di cipolla ramata di Montoro, sorprendente, dolce, profumata. Grande piatto. Una parmigiana divina.
Parmigiana di cipolla ramata di Montoro
E ancora zuppa di fagioli, castagne, guanciale e alloro che col freddo che c’è ci sta da Dio. Anche questa bene eseguita, equilibrata e gustosa.
Zuppa di fagioli castagne con guanciale e alloro
Pensate sia finita qui? No, affatto … Ecco delle buonissime scarole con olive, capperi e noci.
Scarole con olive capperi e noci
L’antipasto ci ha soddisfatto in pieno. Da notare l’uso di materie prime e prodotti del territorio (spesso a Km zero) ben cucinati e presentati. Visto che siamo in tanti decidiamo con i primi di assaggiare più cose. Anche qui si respira “Irpinia” a pieni polmoni.
Tagliatelle (hand made) con burro, porcini e tartufo irpino, avvolgenti, profumate, mantacate alla perfezione e che profumo quei porcini insieme al tartufo..
Tagliatelle fatte in casa con burro porcini e tartufo
E ancora le cortecce con pomodorini e salsiccia, una proposta in apparenza semplice ma che ha sempre il suo perché. Ottima la salsiccia, un piatto bene cucinato.
Cortecce pomodorini e salsiccia
Qualcuno dei commensali vuole degustare una pasta ripiena e la scelta cade sui ravioli di ricotta (hand made) con burro e pancetta croccante . Anche questi molto buoni.
Ravioli burro e pancetta
E ancora dei commoventi spaghetti quadrati con crema di caciocavallo, tartufo e porcini. Eccezionale la loro cremosità e dal profumo stordente.
Spaghetti quadrati con crema di caciocavallo tartufo e porcini
Non possiamo alla Vecchia Casa non andare anche di genovese, qui infatti (lo ricordavamo bene) la fanno in modo eccellente. Scelta azzeccata! Queste candele spezzate alla genovese (con cipolla di Montoro e pezzi interi di ottima carne) fantastiche.
Candele spezzate alla genovese
La carrellata dei primi ci ha deliziato. Passa intanto a salutarci e a sincerarsi che tutto vada per il meglio Pellegrino Tolino (detto Rino), l’oste, il pizzaiolo e il titolare della Vecchia Casa. Con lui stabiliamo che tipo di carne gustare come secondo. Alla fine la scelta cade su marchigiana e scottona irpina. La carne frollata alla perfezione è davvero uno spettacolo.
Sua maestà la carne
Ci viene servita tagliata su pietra di sale. Eccezionale, morbida (quasi si scioglieva in bocca).
Marchigiana e scottona su pietra di sale
Accompagniamo la carne con delle chips di patate e porcini. Intriganti.
Chips di patate e porcini
Da notare come abbiamo cenato con un grande olio: zahir di Sacomaio, monocultivar di ravece. Un extravergine eccezionale, il fiore all’occhiello del frantoio Sancomaio di Zungoli, ottenuto selezionando le migliori olive della qualità ravece (una cultivar autoctona irpina). Lo Zahir di Sancomaio mi piace per la sua evidente nota di pomodoro verde e quel leggero sentore di amaro che lo rendono un olio strutturato e importante. Vera eccellenza irpina.
Monocultivar ravece Zahir di SanComaio
Siamo sazi e ahimè ci tocca saltare il dolce. Giro d’ordinanza di amari, grappe e caffè e chiediamo il conto. Paghiamo 35 euro a testa per una cena fantastica. Davvero complimenti anche per il fantastico rapporto qualità- prezzo.
La Vecchia Casa a Forino è un indirizzo sicuro. Qui puoi gustare un'ottima cucina irpina realizzata con prodotti del territorio di grande qualità. Anche le quantità soddisferanno i più esigenti ( e affamati). La Vecchia Casa è anche pizzeria e al forno c’è Pellegrino Tolino detto Rino, che è anche il titolare. Dobbiamo fare a lui i complimenti perché qui alla Vecchia Casa si sta davvero bene e si mangia alla grande. Fantastico poi il rapporto qualità prezzo. Da provare senza riserve. Garantiamo noi Templari del Gusto.
Ristorante La Vecchia Casa
Via Roma 81/85
Forino (Av)
Tel. 328 897 6063
328 897 6063
Visita la pagina Fb della Vecchia Casa
Siamo ad Avella, centro di origine antichissima come testimonia l’Anfiteatro, il reperto più significativo del periodo romano dell’antica “Abella”, le cui origini si perdono nel tempo, prima fu città osca, poi etrusca e infine sannita. Avella è famosa anche per la coltivazione della nocciola (la buonissima avellana). Proprio qui ad Avella siamo venuti a cena al Moera. Siamo tornati a distanza di qualche anno desiderosi di gustare la proposta di cucina del bravissimo chef Francesco Fusco.
Per arrivare al Moera, costeggiamo l’Anfiteatro, seguiamo le indicazioni, attraversiamo una stradina circondata da verdi campagne e noccioleti e arriviamo.
Oltre ad essere ristorante il Moera è anche un’azienda agricola, qui si coltivano e producono verdure, ortaggi di stagione, prodotti utilizzati da Francesco Fusco per i suoi piatti. Ingredienti a Km zero (a volte a cm zero passatemi il termine) che esaltano le ricette e le preparazioni con un sapiente uso delle erbe spontanee. Poi c'è una eccellenza su tutte: il buonissimo pesto di aglio orsino, l’aglio selvatico che cresce spontaneo e incontaminato. Il pesto (prodotto da loro) è fatto con le foglie di questa pianta, olio Evo, olio di semi di girasole e sale. Lo incontreremo anche stasera, tranquilli. Ma andiamo con ordine.
Il ristorante si presenta come una gradevole ed elegante villa di campagna. Entriamo, ci accoglie Diana (moglie di Francesco Fusco), ci accompagna al nostro tavolo. L’accoglienza è cordiale e discreta, il locale all’interno è molto luminoso, c’è un bel cotto a terra, gli ambienti sono caldi, l’arredo è minimal, moderno ma senza eccessi, c’è una bella “mis en place” con tovaglie di lino grezzo color avorio. Notiamo un bel camino in sala (è uno spettacolo quando è acceso).
Arriva Diana che ci elenca le varie proposte. Decidiamo di farci guidare da lei per quello che riguarda il menù. Da bere prendiamo una minerale e una bottiglia di Irpinia Campi Taurasini DOC dei Vignaioli De Santis di Montemiletto. Un vino sorprendente, di un bel colore rosso rubini, sentori di frutti rossi ma anche di erbe. Fresco ma giustamente tannico. Fantastico davvero, ottima scelta.
Irpinia Campi Taurasini Doc di De Santis
Cominciamo con gli antipasti: ci servono una minestra maritata eccezionale fatta con verza, cicoria, borraggine, scarola e la minestra nera in brodo di pollo e poi viene messo il cotechino irpini sbriciolato. Una poesia rustica dei sensi.
Minestra maritata
La seconda proposta è un altro piatto della tradizione contadina: una profumata zuppetta di fagioli zolfini (naturalmente di loro produzione). Ottima.
Zuppetta di fagioli
Poi Francesco Fusco vuole farci gustare sua maestà la braciola: una bracioletta commovente, suadente, morbida (si tagliava con la forchetta), con quel sughetto "bello tirato" che mi ha costretto alla più avida e peccaminosa delle scarpette. Che meraviglia.
Sua maestà la braciola
E che dire poi dell’uovo di gallina livornese (allevata da loro in azienda) con tartufo nero? Anche questo abbinamento indovinatissimo.
Uovo di gallina livornese e tartufo nero
Gli antipasti sono un piccolo compendio di cucina contadina eseguita a regola d’arte con prodotti di eccellenza, maestria e conoscenza. Di tanto in tanto la brava Diana (perfetta padrona di casa) passa al nostro tavolo per sincerarsi che tutto sia di nostro gradimento. Il menù degustazione prevede due assaggi di primi. Degli spaghetti con pomodori corbarini, pomdorini gialli del piennolo, aglio orsino (eccolo!) e cacioricotta di capra. Era da tempo che non mangiavo degli spaghetti così buoni. E che cos’era quel sughetto di pomodoro giustamente aromatico e profumato grazie alla presenza dell’aglio orsino. Anche qui è scattata la più laida delle scarpette ma non potevo esimermi, sarebbe stato un delitto lasciare cotanto ben di Dio.
Spaghetti con corbarini pomodorini gialli del piennolo aglio orsino e cacioricotta di capra
Se gli spaghetti ci sono piaciuti l’altro primo non è da meno. Qui il territorio avellano “parla”, “racconta”: tofarelle (conchiglie) di pasta secca con pesto di nocciole avellane (pesto artigianale fatto da loro) e tartufo nero. In una parola, eccezionale. Piatto gustoso, equilibrato.
Conchiglie con pesto di nocciole e tartufo nero
Passa al nostro tavolo a salutarci lo chef Francesco Fusco, ci fermiamo un po’ a parlare con lui del lavoro dell’azienda Agricola, dei suoi piatti delle sue passioni. E’ sempre piacevole parlare con lui, un concentrato di umiltà e bravura. A parer mio è davvero un grande. Ecco il secondo: coppa di maialino con crema di patate agli agrumi, papaccelle e miele di fico. Ottima la carne di maiale, sorprendente l’abbinamento con la crema di patata aromatizzata agli agrumi, con la dolcezza del miele di fico e immancabili e buonissime le papaccelle, (maiale e papaccelle, un must).
Coppa di maialino crema di patate agli agrumi papaccelle e miele di fico
Siamo sazi ma non possiamo saltare il dolce, sarebbe un peccato. Diana ci fa assaggiare un po’ di migliaccio (fatto da lei), spettacolare e leggero.
Il migliaccio di Diana
E ordino una millefoglie composta al momento con crema pasticcera e amarene sciroppate (fatte da loro), commovente. Un dolce che vi conquisterà.
Millefoglie
Accompagniamo il dessert con un liquorino interessante: il Gran liquore Partenio fatto dai Padri Benedettini dell’Abazia di Montevergine. Un liquore fatto con erbe del Partenio (da qui il nome) in particolare con un erba che cresce su questo monto denominata “Romito”. Un liquore aromatico, profumato con una gradevole nota dolce che regala quasi un sentore di miele.
Gran liquore Partenio dei Padri benedettini di Montevergine
Chiediamo il conto, paghiamo per la nostra cena 95 euro in due. Rapporto qualità - prezzo corretto. C’è anche la possibilità di optare per un menù degustazione che prevede 3 antipasti, primo, secondo e dolce a 35 euro a persona, oppure a 40 euro a persona con due primi (vini esclusi in entrambi i menù).
Il Moera ad Avella è a parer mio un piccolo gioiello. Qui si porta avanti una filosofia ben precisa, la cucina è il completamento di un percorso che nasce dalla terra. Da qualche anno con la nascita dell’Azienda agricola il cerchio si è chiuso. Il Moera si trova in un luogo fortunato tra noccioleti, oliveti (qui producono anche un ottimo olio), vigneti, e alberi da frutto. In cucina oltre ai prodotti coltivati in Azienda si usano erbe spontanee e i prodotti del sottobosco, uno su tutti: l’aglio orsino, sorprendente e protagonista di molte ricette e piatti proposti da Francesco Fusco. Fantastici i loro pesti (quello di aglio orsino, il pesto di nocciola e tartufo, di noci e curcuma, di pomodoro secco e aglio orsino). Buonissima la confettura di albicocche che producono. Da ricordare come i prodotti dell’Azienda si possono anche acquistare qui.
Tutto ciò che si coltiva qui viene usato per preparare piatti e menù (che proprio per questo cambia anche più volte stagionalmente). Francesco Fusco è un vero talento, bravissimo a valorizzare alla grande i prodotti del territorio e dell’Azienda Agricola.
La cucina è l’esaltazione della tradizione contadina, una cucina solo in apparenza semplice che nasconde sapienza, conoscenza e passione. Il servizio è veloce e professionale. Buono il rapporto qualità-prezzo. Conferma assoluta. Da provare e riprovare, garantiamo noi.
Il Moera
Via delle Centurie
Avella (Av)
Tel. 081 825 2924
Visita la pagina Fb de il Moera
Siamo a Salerno, città bellissima resa in questo periodo ancora più attraente la sera dalle “Luci d’Artista” capaci di attirare centinaia di migliaia di visitatori e turisti ogni anno.
Dopo una passeggiata sullo splendido lungomare e per le vie del centro, decidiamo di concederci una pausa per cena e ci rechiamo in un posticino che anni fa avevamo già provato: Il Tagliere. Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due, siamo stati fortunati a trovarne uno ancora libero.
Arriviamo puntuali. Siamo in via Fiera Vecchia, quasi all’angolo di Via Arce nei pressi del famoso luogo chiamato Ponti del diavolo, ossia un tratto dell’acquedotto medievale di Salerno, che ha un passato importante, ricco di storie e leggende. Pensate che questo fu costruito dai Longobardi tra l’VIII e il IX secolo e poi restaurato dai Normanni nell’XI secolo e serviva per portare acqua ai monasteri di San Benedetto e Pianta Nova.
Dopo questo breve richiamo storico torniamo al nostro racconto. Entriamo, ci accolgono con grande ospitalità e gentilezza e ci accompagnano al nostro tavolo.
Il Tagliere Salerno Ingresso
Il locale ha una quarantina di posti a sedere, è molto intimo e accogliente, domina il legno, mi piace molto anche l’illuminazione calda perfetta per questo luogo un po’ bistrot e un po’ osteria. All’ingresso nella prima sala (dove siamo noi con il nostro tavolo) c’è un maestoso banco con salumi e formaggi in bella vista, nella seconda sala ci sono luci soffuse e si respira un’atmosfera particolare. E’ un ambiente che sembra trasferirci in un ristorantino o una locanda toscana o umbra. Davvero molto bello. Siamo molto curiosi di degustare qualcosa. Prendiamo da bere una minerale e due calici di un ottimo Morellino di Scansano Moris Farms, un bel rosso ottenuto da uve Sangiovese (90%), Merlot e Sirah (10%), di un bel colore rosso brillante, intenso, profumato, di buona personalità ideale per accompagnare la nostra cena.
Morellino di Scansano Moris Farms
E’ arrivato il momento di ordinare. Intanto arrivano i loro pani e dei tarallucci stuzzicanti.
Pani e tarallucci
Visto che i prodotti sono tutti d’eccellenza e il ristorante si chiama il Tagliere non possiamo esimerci dall’ordinare un bel tagliere per due persone. Ci servono una mortadella al tartufo (commovente), capocollo e pancetta di maialino nero, finocchiona toscana (suadente) e una buona soppressata. Poi i formaggi: il pecorino di Moliterno (che adoro), un ottimo formaggio con il pistacchio e uno misto fatto con latte di mucca e pecora proveniente dal comune di Colliano. Con i formaggi ci servono tre confetture, al peperoncino, ai fichi senapati e miele aromatizzato al tartufo.
Tagliere di salumi e formaggi
I salumi sono davvero di ottima fattura cosi come ottimi sono i formaggi. Ho apprezzato molto il pecorino di Moliterno (io per questo formaggio ho un debole). Tagliere davvero top. La serata trascorre in modo piacevole. Dopo una breve pausa arriva il tortino di patate, porcini, su fonduta di formaggio e speck, delicatissimo e dal sapore molto equilibrato. Bello il contrasto tra il dolce della patata e la nota sapida dello speck. Davvero notevole.
Tortino di patate con speck porcini e provola su fonduta di parmigiano Reggiano
Decidiamo di prendere anche un Uovo assoluto di Paolo Parisi fatto ad Occhio di Bue con parmigiano reggiano e tartufo nero pregiato. In una sola parola: spettacolare. Poi le uova di Paolo Parisi delle sue galline livornesi allevate a terra sono un’eccellenza. Abbiamo fatto davvero un’ottima scelta.
Uovo di Paolo Parisi occhio di bue con parigiano reggiano e tartufo nero pregiato
Vogliamo gustare anche una polenta. Visto che fuori il clima è rigido ci sta da Dio ecco per noi una bella polenta con ragù tipico di salsiccia.
Se potessi trasferirvi con il profumo di questo ragù meraviglioso.... Poi per me la morte della polenta è il ragù, quindi anche qui abbiamo scelto bene. La polenta è ottima.
Polenta al ragù tipico di salsiccia
Saremmo quasi sazi, anziché provare la carne voglio gustare uno dei due primi che propongono in carta. Opto per una cacio e pepe. Uno magari dice: "ma come non sei a Roma e prendi una cacio e pepe"? Si, proprio per questo, io per alcuni piatti della tradizione sono esigente, volevo provare la loro versione.
Spaghetti cacio e pepe
Ho trovato questi spaghetti cacio e pepe meravigliosi: una cremosità avvolgente, un profumo stordente, una giusta e voluttuosa sapidità e la giusta dose di pepe, non ultima la cottura perfetta della pasta. Cacio e pepe da Oscar. Complimenti.
Siamo sazi, decidiamo di desistere e ci ripromettiamo di ritornare per assaggiare un altro dei piatti forti della casa: la carne.
Chiudo con un bell’amaro e chiedo il conto. Paghiamo in due 70 euro. Un prezzo giusto, corretto soprattutto se commisurato alla notevole qualità dei prodotti che ci sono stati serviti.
Il Tagliere a Salerno è un indirizzo che consigliamo senza alcun dubbio, per l’uso di prodotti d’eccellenza (salumi e formaggi su tutti), per la fornitissima carta dei vini, per l’ambiente caldo (soprattutto nelle fredde sere d’Inverno è bellissimo stare qui), per l’atmosfera che ci rimanda un po’ alle locande e alle osterie toscane ed umbre, per il sapiente utilizzo delle materie prime e per l’ottima cucina. Personale veloce e professionale. Conto assolutamente corretto.
Complimenti davvero. Ci rivedremo presto. Da non perdere, garantiamo noi Templari del Gusto.
Il Tagliere
Via Fiera Vecchia n. 42
Salerno
tel. 089 971 1123
Visita la pagina Facebook del Tagliere Salerno
I calcioni molisani (cauciuni, calciuni), sono dei dolcetti tradizionali di questa meravigliosa regione, sono ripieni di pasta di ceci aromatizzata. Sono tipici delle feste. Si fanno in molte famiglie e come sempre ne esistono diverse varianti, l’originale prevedeva il ripieno di pasta di ceci, zucchero e mosto cotto.
Quella che vi proponiamo è la ricetta (nella versione moderna) della brava Daniela Carissimo, grande talento nell’arte pasticcera. Nel borgo di Trivento nella sua pasticceria Dolci Tentazioni sforna infinite bontà e in questo periodo trovate anche i calcioni. Ecco la ricetta per farli a casa..
Ingredienti (per una cinquantina di calcioni)
Impasto frolla:
- 10 uova intere
- 2 bicchieri piccoli di zucchero (0,2 cl)
- 2 bicchieri piccoli di olio di oliva (0,2 cl)
- Mezza bustina di lievito per dolci
- Farina 00 800 gr./1kg
Per il ripieno:
- Ceci lessati un kg
- cacao 150 gr. (ma la dose dipende anche dai gusti)
- Buccia di limone grattugiata (un limone)
- Buccia di arancia grattugiata (un’arancia)
- Liquore a piacere (qui è stato usato il Borsci San Marzano)
N.B. Altra Variante di ripieno è con pasta di ceci + mosto cotto o con ripieno di crema pasticcera
Procedimento:
La prima cosa da fare è formare sulla spianatoia la classica fontana di farina, facciamo un foro all’interno e mettiamo lo zucchero, l’olio, il lievito e le uova e lavoriamo con pazienza fino ad ottenere un impasto elastico e omogeneo. Una volta pronto il nostro panetto di impasto, lasciamolo riposare e dedichiamoci al ripieno.
Lessiamo i ceci, passiamoli con un frullatore e otteniamo una pasta, aggiungiamo il cacao, la buccia di limone e di arancia grattugiate e un po' di liquore, lavoriamo bene questo impasto.
Intanto stendiamo in modo sottile la nostra sfoglia, (se usiamo la macchinetta per fare la pasta portiamola fino alla misura 4 di spessore), tagliamo la sfoglia con un coppapasta tondo o ovale e con un cucchiaio o con un sac à poche sistemiamo al centro il ripieno di pasta di ceci. Richiudiamo i calcioni. Friggiamoli in abbondante olio di semi di girasole. Una volta pronti passiamoli su un foglio di carta assorbente e cospargiamoli di zucchero a velo. Et voilà i nostri calcioni sono pronti !
Dolci Tentazioni
C/da Macchierio n.97
Trivento (Cb)
Tel. 0874 871263
Visita la pagina Fb della Pasticceria Dolci Tentazioni di Trivento
Siamo nel centro storico di Bolzano a pochi passi dalla suggestiva Piazza delle Erbe e da Via dei Portici. E’ sempre piacevole passeggiare qui e godersi l’atmosfera suggestiva di questa zona amatissima da bolzanini e da turisti. In Via Goethe sotto i portici (tipici del dentro antico) c’è un locale polivalente dove oltre che gustare cucina tipica tirolese si respira davvero la storia: Wirtshaus Vögele.
Il locale è in un antico palazzo ed è strutturato su più livelli. Al piano terra c’è il bancone e il bar e poi la taverna con arredi in legno antico, sedie e panche e tutto questo crea la giusta e calda atmosfera, un’altra sala stretta e lunga. Le sale al piano superiore (spesso usate per eventi particolari e ricevimenti) sono raffinate e curate.
Anticamente questo luogo si chiamava Roter Adler (Aquila Rossa) era un'osteria e le prime notizie storiche pare risalgano al 1277. Qui nei secoli sono passati intellettuali, artisti, poeti, e filosofi come Goethe che qui amava fermarsi . Questo per dire che qui la storia la respiri davvero.
Vögele è gestito mirabilmente dalla famiglia Alber dal 1993 e negli anni si è confermato come un punto di riferimento in città. Soprattutto nei weekend qui ci si incontra anche al bar o sotto i portici, si beve un calice o un drink, si sta insieme e ci si diverte in un’atmosfera da non perdere. Ma il must è chiaramente la proposta gastronomica: cucina tirolese e altoatesina tradizionale davvero ben eseguita.
Noi siamo stati al Vögele a cena (dopo aver prenotato con dovuto anticipo il nostro tavolo), ci hanno fatto accomodare al piano terra nella “taverna”. Qui si respira l’atmosfera tipicamente tirolese (di impronta germanica), antichi tavoli scuri in legno, sedie e panche antiche, il tipico profumo del legno”datato” e un’illuminazione adatta a questo luogo che ci ricorda come l’Austria sia davvero ad un tiro di schioppo.
Il menù è davvero vasto, ci sono le “golosità della cucina tirolese” come i formaggi, i salumi locali e ancora le "Erdäpfel Plattlen mit Vinschger Sauerkraut" ossia le frittelle di patate con i crauti della Val Venosta, i canederli o l’ottimo gulasch di manzo. E ancora i piatti del giorno: le insalate, le minestre, i primi , i secondi. Ci sono anche le specialità della casa, protagonista l’ottima carne: il manzo, il cervo, il pollo, la cotoletta alla milanese, ci sono anche proposte di pesce: orata, salmone e via discorrendo.
Altra particolarità del menù, alcune proposte della cucina tradizionale che cambiano di giorno in giorno. Insomma c’è solo l’imbarazzo della scelta. Buona e curata anche la carta dei vini con giusti ricarichi.
Arrivano i loro pani (con l’immancabile schuttelbrot, schiacciata di pane di segale), e da bere ordiniamo due calici di St.Magdalener Classico di Kandlerhof, vino rosso fruttato, profumato, di buon corpo, sarà un ottimo compagno di viaggio per la nostra cena.
Noi ordiniamo come antipasto un tagliere di affumicati altoatesini misti, formaggio di malga e mousse di formaggio grigio con frittelle di patate. Il tutto accompagnato agli immancabili (e buoni cetriolini) e dalla salsa di rafano. Fantastico soprattutto il salame di cervo e lo speck, profumato, morbido, avvolgente …
Affumicati altoatesini misti e formaggio di malga
Come primo andiamo su un classico: variazione di canederli tirolesi con insalata di cappuccio e speck croccante. I canederli sono con spinaci e crema di rapa bianca, rapa rossa su salsa di rafano e formaggio. Molto buoni …
Canederli
L’atmosfera è godibile, c’è tanta gente e tanta allegria. Optiamo anche per un bel secondo: noce di agnello arrostita con purè di patate dolce e funghi cardoncelli. Meraviglioso questo secondo, eccellente l’agnello e fantastico l’abbinamento con i cardoncelli (non l’avrei detto) e la morbidezza del purè dolce.
Noce di agnello arrostita con purè di patate dolce e funghi cardoncelli
Si è fatto tardi, saltiamo il dolce ma ci concediamo due bicchierini di amaro Klosterbitter (amaro Pino Mugo) dell’ Abbazia di Novacella. Strepitoso. L’amaro è ottenuto dai germogli e dalle pigne del Pino Mugo, una pianta officinale che cresce in alta quota nota per le sue proprietà balsamiche.
Amaro di Pino Mugo
Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena 63 euro in due. Buono il rapporto qualità prezzo.
Vögele è un indirizzo che non può mancare sulla vostra agenda: gradevole l’ambiente, bello il contesto. Qui si può gustare la cucina tirolese tipica (nota di merito per i canederli e per la carne), ricette della tradizione ben eseguite con un'ottima materia prima. Le stuben di Vögele sono perfette per un caffè, un calice, un drink, un pranzo o una bella cena o serata con gli amici. Efficiente e professionale il servizio, personale svelto e (cosa non secondaria) sorridente. Corretto il rapporto qualità prezzo.
Il resto lo fa la location storica che da sola vale la visita. Vögele è molto frequentato, consigliamo quindi sempre di prenotare in anticipo il tavolo.
Vögele
Via Johann Wolfgang von Goethe n.3
Bolzano
Chiuso la Domenica
Tel. 0471 973938
Visita il sito web di Vögele
Siamo nell’affascinante centro storico di Bolzano, città resa ancora più magica in questo periodo dall’atmosfera natalizia e dai famosi mercatini. Per cena abbiamo prenotato al Ristorante Zur Kaiserkron.
Arriviamo all’orario stabilito. Il ristorante Zur Kaiserkron si trova in Piazza della Mostra, praticamente all’interno di Palazzo Pock, al pian terreno di questo edificio nobiliare bellissimo e imponente fatto costruire nel 1759 in stile prevalentemente rococò da Franz Anton Pock, facoltoso mercante.
Ristorante Zur Kaiserkron
Veniamo accolti con garbo e gentilezza, ci accomodiamo al nostro tavolo da due. L’ambiente è raffinato, elegante e sobrio dall’aspetto volutamente un po’ retrò, del resto siamo all’interno di un palazzo pieno di suggestione e di storia, ci sono comunque spunti anche contemporanei. Nel complesso ti lascia una piacevolissima sensazione. Il personale è gentile, solerte e preparato. Diamo il nostro consueto sguardo al menù, la proposta per la cena è differente da quella per il pranzo. Il lunch menù è più “snello” ma ugualmente interessante la sera c’è più scelta: cinque proposte di antipasti, quattro primi, quattro secondi più la possibilità di scegliere una selezione di formaggi. Sono quattro/cinque anche i dessert.
Intanto arrivano i loro pani: focaccia classica, lo schuttelbrot (ovvero una sorta di schiacciatina di pane di segale, pane tipico altoatesino), poi altro pane di segale e una pagnottella classica, accompagnati da un buonissimo patè di olive nere fatto da loro.
Ci servono per cominciare due ottimi sablè.
Sablè
Noi ordiniamo a la carte, ma prima, da bere prendiamo una minerale e due calici di vino. Qui al ristorante Zur Kaiserkron ti danno la possibilità di scegliere vini al calice da menù. Tra l’altro la carta dei vini è ben studiata e non banale. Noi optiamo per un St. Magdalener Classico “Vigna Premstallerhof” della Tenuta Hans Rottensteiner, un rosso elegante ottenuto da uve Schiava (95%) e Lagrein (5 %), dal bel colore rosso rubino intenso, sentori di frutta rossa e morbidi tannini.
St Magdalener Vigna Premstallerhof di Hans Rottensteiner
Per l’altro calice la nostra scelta ricade su un Lagrein Grieser Riserva Prestige 2017 di Kellerei Bozen, ottenuto da uve Lagrein, uno dei vitigni di punta del Trentino. Un rosso di grande struttura, intenso, con fantastici tannini. Una certezza.
Lagrein Grieser Riserva Prestige 2017 di Kellerei Bozen
Ordiniamo una selezione di salumi con cetriolini, giardiniera e l’immancabile salsa di rafano (molto usata da queste parti). Fantastici i salumi e nota di merito per lo speck, davvero eccezionale.
Salumi
Due i primi che abbiamo scelto: uno spaghetto grezzo “Cav Cocco” con cime di rapa, limone e uova di trota. Perfetta la cottura degli spaghetti, equilibrati nel gusto. Un primo che mi ha convinto.
Spaghetti con cime di rapa limone e uova di trota
Ma il top lo raggiungiamo con il risotto con fondente di finocchio, speck d’anatra e polvere di caffè. Un azzardo questo abbinamento? Nemmeno per sogno! La parola giusta è sorprendente. Suadente e delicato il fondente di finocchio, bella la nota sapida dello speck. Un risotto eseguito alla perfezione, commovente per quanto era buono. A questo piatto mancava solo la parola. Da ricordare.
Risotto con fondente di finocchio speck d'anatra e caffè
La nostra cena prosegue alla grande, siamo rapiti dall’atmosfera sobria e raffinata di questo posto davvero magico. Decidiamo di gustare un secondo in due e la nostra scelta ricade su un “must” di questo posto: il galletto alla diavola con broccolo fiolaro (una varietà di broccolo inserita nell’elenco dei prodotti tipici del vicino Veneto). Eccellente il galletto, lo abbiamo apprezzato molto: gustoso, morbido, bello umido e condito, perfetto l’abbinamento con il broccolo fiolaro.
Galletto
Il galletto era accompagnato con patate al tartufo. Molto buone anche queste.
Patate
Saltiamo il dolce e chiediamo il conto. Paghiamo per la nostra cena 93 euro in due. Conto sicuramente adeguato al contesto e al tipo di proposta di cucina che trovate da Zur Kaiserkron.
Questo indirizzo rappresenta una certezza. La garanzia è la presenza in cucina del talentuoso e bravissimo chef (di origini sarde) Claudio Melis, compagno di Monica Wieser, la sorella di Robert il patron del Ristorante Zur Kaiserkron, entrambi hanno aiutato Robert nella gestione del ristorante e tutti e tre hanno dato vita ad un importante e ambizioso progetto: Esemdemì, con il chiaro intento di connotare e rinnovare (pur restando fedeli alle tradizioni locali) il panorama gastronomico altoatesino.
La cucina del ristorante Zur Kaiserkron è eccellente: poche ma studiate proposte, abbinamenti spesso sorprendenti ma convincenti, una materia prima straordinaria e una scelta accurata dei prodotti. Una cucina che ha un respiro internazionale e moderno pur partendo comunque dalla tradizione locale. Interessante e studiata la carta dei vini (proposti in calice, alla mescita). Come detto a pranzo il lunch menù è più “leggero” e snello soprattutto nel numero di proposte, si differenzia dal menù della cena decisamente più strutturato e completo. Servizio professionale e veloce, personale gentile e preparato. Conto adeguato al contesto. Sicuramente questo un indirizzo da segnare in agenda. Parola dei Templari del Gusto.
Ristorante Zur Kaiserkron
Piazza della Mostra n.2
Bolzano
Tel. 0471980214
Visita il sito di Zur Kaiserkron