Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Ecco la ricetta di un meraviglioso primo piatto che abbiamo gustato tempo fa da Bocca di Bacco a Cimitile. Sono le pappardelle con crema di caciocavallo, funghi porcini e pesto bio. Prova a farle, te ne innamorerai…
Ingredienti per 4 persone:
400 gr di pappardelle
300 gr di funghi porcini freschi
1 spicchio di aglio
Olio Evo q.b.
1 bicchiere di vino bianco
Sale q.b.
Pepe q.b.
200 gr di caciocavallo
150 ml di panna da cucina
150 ml di latte
Pesto bio q.b.
Procedimento:
Prima operazione da fare è pulire bene i funghi porcini, e tagliarli a fettine sottili. Mettiamo in una padella due cucchiai abbondanti di olio e l’aglio schiacciato. Togliamolo quando avrà finito il suo compito e sarà dorato. A questo punto mettiamo in padella i porcini a fettine e facciamo cuocere girando di tanto in tanto per una decina di minuti. Trascorso questo tempo, irroriamo con il vino bianco, facciamo evaporare il vino e aggiungiamo un pizzico di sale. Continuiamo la cottura ancora per un’altra decina di minuti.
Mentre i nostri porcini cuociono, facciamo la crema di caciocavallo. In un pentolino scaldiamo il latte e la panna da cucina a fuoco molto lento, quando stanno quasi per bollire aggiungiamo il caciocavallo tagliato a cubetti. Piano piano il formaggio comincerà a sciogliersi, a questo punto spegniamo la fiamma e continuiamo a mescolare fino a che la crema non sia bella densa. Mettiamo anche un pizzico di pepe.
A questo punto caliamo la pasta in abbondante acqua salata, quando sarà al dente terminiamo la cottura nella padella con i porcini e mantechiamo con un cucchiaio di acqua di cottura. Impiattiamo le nostre pappardelle ai porcini e completiamo con qualche cucchiaio di crema di caciocavallo e qualche cucchiaio di pesto. Il piatto è pronto. Ti garantiamo che il profumo e il sapore sono meravigliosi …..
Bocca di Bacco
Via Croce n.15
Cimitile (Na)
Tel. 320 888 1306
Visita il sito web di Bocca di Bacco a Cimitile
Ti presentiamo la ricetta di un piatto meraviglioso: gli spaghetti con patate e guanciale di maialino nero dei Nebrodi. Con questo primo piatto, Salvo Terruso, il famoso Pastaio Matto dei social ci fa vivere un viaggio del gusto nella bella Sicilia con gli insegnamenti di suo Nonno Pippinu con la sua Taverna di Monreale, paese a pochi chilometri da Palermo. Prova a farli, sono fantastici...
Ingredienti per 2 persone:
- 200 gr. spaghetti di Grano duro
- 150 gr. Guanciale
- 2 Patate
- 2 Spicchi di Aglio
- 1 Peperoncino
- Sale grosso q.b
- Prezzemolo q.b.
Procedimento:
Pelate 2 patate e date una sbollentata rapida. Lasciate raffreddare, quindi tagliate le patate a dadini grossolani. Tagliate il guanciale a strisce corte e abbastanza spesse;
In una padella senza olio, soffriggete nel suo grasso sciolto il guanciale fino a quando sarà dorato e croccante. Togliete il guanciale dal suo olio e mettetelo su della carta assorbente. Nella padella con l’olio del guanciale aggiungete 2 spicchi d’aglio, il peperoncino e le patate a dadini. Rosolare le patate finché non saranno morbide e croccanti. Quando la pentola con l’acqua bolle, aggiungere sale grosso, quindi calate la pasta.
Cuocete gli spaghetti per 5 minuti, quindi completate la cottura nella padella con le patate ed il guanciale aiutandovi con qualche mestolo di acqua di cottura della pasta. Aggiungere il prezzemolo tritato precedentemente, quindi impiantate. A piacimento e per gli amanti del pecorino, si può aggiungere una bella manciata di pecorino grattugiato, darà al piatto un sapore veramente straordinario. Buon appetito, e come dice il Pastaio Matto: “Mancìa e liccati u piattu”. (Mangia e leccati il piatto).
Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto
Napoli non ha bisogno di presentazioni, la magia e la bellezza di questa città catturano e conquistano anche a tavola. Eravamo in giro per la città e trovandoci in zona Lungomare ci siamo fermati a pranzo da Molo 17. Avevamo voglia di gustare la loro cucina di pesce. Siamo in Via Partenope, prolungamento di Via Caracciolo a poche centinaia di metri da Castel dell’Ovo, quartiere San Ferdinando.
Molo 17 è un ristorantino che ha l’aria di un’osteria di mare, ambiente caratteristico e curato in stile marinaro e ha come vista lo splendido lungomare partenopeo. Abbiamo prenotato con molto anticipo il nostro tavolo da due. Il nostro consiglio è quello di prenotare sempre perché il ristorante è quasi sempre strapieno. Ci accompagnano al nostro tavolo all’esterno.
Molo 17 - Napoli
Come sempre diamo un’occhiata al menù. Molo 17 è molto frequentato e amato per i crudi e le tartare (davvero super), infatti in carta c’è una sezione definita ”cruderia” dove ci sono ostriche (Gillareau, Mòr, ostriche Belon, ostriche francesi) e poi tartufi di mare, scampi di Sicilia, gamberi, gamberi rossi e altro ben di Dio. Poi c’è la sezione dei carpacci (di tonno pinna gialla con olive nere, capperi e pomodorini, di salmone con rucola pepe rosa, agrumi e salsa teriyaki, e ancora carpaccio di scampi di Sicilia con julienne di mango e sorbetto ai frutti di bosco, gamberi rossi e fragole e carpaccio di pescato). In carta anche la sezione delle tartare (tonno, scampi, salmone, gamberi rossi). Insomma c’è davvero da divertirsi.
Poi ci sono una ventina di proposte di antipasti, sette primi più due fuori menù, i secondi, il pescato del giorno, contorni e dessert. In definitiva il menù è vario, ricco, completo, in grado di soddisfare davvero tutti quelli che amano la cucina di mare.
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Aglianico Rosè “Terre Cerase” di Villa Matilde, un rosè ottenuto da aglianico in purezza di un bel colore rosa tenue, delicati sentori di frutti rossi e spezie. Un vino avvolgente, con una spiccata personalità. Ottima scelta per accompagnare il nostro pranzo.
Rosato Terre Cerase di Villa Matilde
Noi prendiamo una parmigiana di melanzane ripiena di ricciola, provola di Agerola con spuma di pomodoro rosso e giallo. Semplicemente divina, meraviglioso l’abbinamento della ricciola con la melanzana, la gustosa provola di Agerola e la profumata spuma di pomodori. Proposta davvero convincente.
Parmigiana di melanzana ripiena di ricciola
bbiamo visto che su altri tavoli andavano forte i gamberi in pasta Kataifi e li prendiamo anche noi. Abbiamo fatto benone, semplicemente deliziosi, con la nota croccante della pasta kataifi e la invitante mayo al basilico.
Gamberi in pasta kataifi
Chiudiamo l’antipasto con il tris di mini bun. Eccellenti davvero a cominciare dai panini, dei bun profumati, fragranti, ma morbisissimi, uno farcito con gamberi, misticanza e salsa tartara, il secondo con tonno pinna gialla, pomodori secchi e patè di olive, l’altro con polpo scottato con provola e friarielli napoletani. Uno più buono dell’altro ma per me quello con polpo e friarielli è stato il top.
Tris di mini bun
Ci godiamo il nostro pranzo e beviamo un calice in attesa dei primi. Anche qui la scelta è stata ardua, infatti ce n’erano tanti che avremmo degustato. Alla fine abbiamo scelto spaghetti cacio e pepe con tartare di gamberi e zest di limone. Sorprendente l’abbinamento della cacio e pepe con la delicata tartare di gamberi, azzeccatissima la scelta della scorzetta di limone a donare freschezza al piatto.
Spaghetti cacio e pepe con tartare di gamberi e zeste di limone
Se questo primo ci è piaciuto con le linguine con pesto di pistacchi e gamberi raggiungiamo la vetta. Morbide, avvolgenti, profumate, con una cottura perfetta e mantecate alla perfezione. Davvero un gran piatto…
Linguine con pesto di pistacchi e gamberi
Saremmo sazi ma decidiamo di gustare anche un secondo in due: polpo grigliato con purea di patate e friarielli napoletani. Sarà che ho un debole per il polpo fatto così ma l’ho trovato meraviglioso, e poi l’abbinamento con la purea dipatate e i firiarielli è super. Complimenti…
Polpo grigliato con purea di patate e friarielli napoletani
Chiudiamo in dolcezza il nostro pranzo con il dessert: cannolo di pasta kataifi con crema e granella di pistacchio. Il dolce che va per la maggiore, uno dei più amati dai clienti di Molo 17 e non ci mettiamo poi molto a scoprirne il motivo. E’ divino…
Cannolo di pasta kataifi con crema e granella di pistacchio
Accompagniamo il dolce con due amari Jefferson e un bel caffè.
Amaro Jefferson
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 65 euro a testa.
Molo 17 si trova a Napoli proprio sul Lungomare, ha l’aria di un’osteria di mare con ambiente accogliente e richiami e oggetti a tema marinaro. Nonostante si trovi su una delle strade più visitate e turistiche di Napoli, offre una cucina di mare di livello, pesce fresco ben cucinato, proposte interessanti, crudi e tartare pazzesche. Il menù è ricco e in grado di soddisfare proprio tutti. Meravigliosi i bun ripieni di pesce, fantastiche le linguine con gamberi e pesto di pistacchi. Oscar per il dolce, il cannolo di pasta kataifi con crema e granella di pistacchio è da standing ovation. Rapporto qualità prezzo in linea con la qualità delle proposte. E’ sempre molto frequentato, quindi è bene prenotare per tempo per avere la certezza di trovare posto. Colpisce la loro capacità di garantire un livello qualitativo alto e costante. Sicuramente Molo 17 è un indirizzo interessante da segnare in agenda se vuoi mangiare ottimi piatti di mare e crudi eccellenti nel cuore di Napoli.
Molo 17
Via Partenope n.12
Napoli
Tel. 081 1886 5240
Visita la pagina Fb di Molo 17 Napoli
Non capita tutti i giorni di cenare in una ex dogana aragonese datata 1467. E’ quello che abbiamo fatto noi da Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda. Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo dal principio. Siamo in Irpinia, terra generosa e fiera, affascinante e per certi versi misteriosa. L’Irpinia ci regala sempre sorprese meravigliose, di sicuro una sorpresa è stata questa braceria, steak house nata nel cuore di Grottamniarda, proprio sul Corso Vittorio Veneto. La prima cosa che colpisce e rapisce è la location, in una parola: stupenda.
Rocco Caggiano Braceria Grottaminarda Insegna sulla parete
Una vera chicca, un edificio storico (appunto una ex dogana del periodo aragonese), recuperata e ristrutturata con amore, passione, gusto e una maniacale attenzione ai dettagli.
Domina la pietra, luci soffuse, pavimento in pietra e in legno (con antiche e bellissime doghe provenienti dalla Toscana), due ambienti, uno al piano terra con la bella brace e cucina a vista in fondo e uno al piano inferiore.
Rocco Caggiano Braceria Grottaminarda Ingresso
Si scendono delle scale (in pietra ovvio!) e si accede ad un angolo del locale se possibile ancora più intimo e affascinate: pochi tavoli, una cantinola e un ambiente dove vengono conservati come in un caveau salumi, ma anche conserve e formaggi pregiati.
Dispensa con salumi e formaggi
Tutto è studiato dai tavoli in legno antico e di recupero (bellissimi) alle sedie tutte diverse e dall’aria vissuta. A dominare è la pietra, una pietra che avvolge e cattura. Il gioco di luci, la musica in sottofondo, la cura anche dei complementi, dell’arredo e degli oggetti fa il resto. Abbiamo trovato un'atmosfera unica nel suo genere. Un luogo da sogno.
Rocco Caggiano Braceria Grottaminarda tavolo interno
Ci accomodiamo al nostro tavolo da due (prenotato con largo anticipo). E diamo un’occhiata al menù, non ci vuole poi molto a dire il vero. In effetti la carta presenta pochissime proposte ma studiate, solo tre antipasti, due taglieri e poi carne, carne, carne, dalla Scottona italiana, alla Frisona spagnola, dalla Chianina T-Bone, alla costata, dalla Rubia Gallega all’Angus e poi Simmenthal e Wagyu e via discorrendo. Tutte carni selezionate e trattate con cura con una grande attenzione alla provenienza e alla frollatura. Da notare anche i dolci (due proposte), alla brace anche loro, ma te ne parleremo dopo.
Si comincia, ordiniamo due calici di aglianico di Salvatore Molettieri, inconfondibile, generoso, verace, robusto, un rosso dal colore intenso, sentore di frutti rossi e spezie e tannini belli vivaci. Davvero un’ottima scelta. Arrivano i pani e ci servono come benvenuto, pane tostato, olio Evo irpino (di Ravece) e origano. La merenda per eccellenza, quella che adoriamo, pane e olio Evo.
Pane olio e origano
Intanto ordiniamo. Cominciamo con il loro tagliere con guanciale, lonza, salamino e soppressata. Che profumo! I salumi sono eccellenti, mi è piaciuto tantissimo il guanciale, dolce, si scioglieva in bocca, ma anche il salamino aveva il suo perché. Avrei fatto volentieri il bis.
Tagliere
Ad accompagnare il tagliere ci servono anche una sorta di focaccia, un pane “azzimo” senza lievito molto buono, condito con olio sale e origano.
Pane azzimo
Prendiamo anche una deliziosa stracciata di mozzarella con pomodori alla brace anche questi (ovvio!). Morbida, delicata, profumata la stracciata di mozzarella. Ci è piaciuta molto.
Stracciata di mozzarella con pomodori
Chiaramente si viene qui per la carne, noi optiamo per una bistecca di Scottona Italiana di quasi un Kg. La qualità della carne è eccellente, la frollatura importante, si scioglieva e si tagliava come il burro.
Scottona italiana
La carne chiama le patate e noi prendiamo delle commoventi patate cotte sotto la cenere. Qui si apre un mondo fatto di ricordi e tradizioni contadine. Ricordo mia nonna che le cuoceva così, ti garantisco che il sapore è unico.
Patate sotto la cenere
Chiudiamo in dolcezza. Ma prima ci godiamo i dettagli di questo posto spettacolare, il mio sguardo è rapito dalla scala messa sotto il soffitto a mo’ di lampadario e da cui partono le luci e altri addobbi e oggetti che richiamano al mondo agricolo. Che bellezza…..
Rocco Caggiano Braceria Grottaminarda Scaletta con luci
Intanto arriva il dessert. Anche questo originale e con la brace come protagonista, anzi il mitico forno brace Josper, un vero spettacolo.
Prendiamo una pera braciata con crema di ricotta e mattonella di cioccolato fondente del maestro Franco Cataruozzolo. Sorprendente è il termine giusto. Buonissima la pera alla brace, azzeccatissimo l’abbinamento con la crema di ricotta e il cioccolato.
Pera braciata con crema di ricotta e cioccolato fondente
Non da meno la pesca braciata con crema di mascarpone e biscotto brutto ma buono a regalare una bella nota croccante. Servire la frutta così, alla brace e come dessert è davvero geniale.
Pesca braciata con crema al mascarpone e biscotto
Accompagno il dessert con una chicca, il liquore francese Chartreuse Verte, eccezionale. Creato in una antica Abbazia, e ottenuto dall’infusione di oltre 130 diverse tipologie di piante officinali.
Di un bel colore verde, possente, profumato, aromatico ma con un finale quasi dolce e note quasi di miele. Una vera poesia.
Amaro francese
Chiudiamo qui la nostra esperienza da Rocco Caggiano Braceria e paghiamo per la nostra cena poco più di 50 euro a persona.
Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda è un piccolo gioiello. Si trova in un edificio storico, una ex dogana aragonese del 1467. Lo strano destino vuole che in questo luogo anticamente ci fosse già un locale dove la gente si rifocillava e si ristorava. Oggi c’è una braceria fantastica. Il recupero dell’edificio è stato spettacolare, domina la pietra e poi il legno, tutto è curato nei dettagli per regalare ai clienti e ai visitatori emozione vera. Il gioco di luci, l’arredo, i complementi, gli oggetti, tutto regala calore e permette di fare un tuffo nel passato, in un passato rurale, contadino che rivive in modo fantastico. Il resto lo fa la maestria della famiglia Blasi, macellai dal 1913. Una passione quella per la carne che si è materializzata in questo progetto che ha tutte le carte in regola per avere grande successo. Rocco Caggiano ci mette studio, passione, e conoscenza e una grande attenzione alla scelta e alla selezione della materia prima. Questo è un vero Paradiso per chi ama la carne. Unica raccomandazione, visto che ci sono solo una trentina di posti è importante prenotare sempre con largo anticipo. Imperdibile.
Rocco Caggiano Braceria
C.so Vittorio Veneto, n.320
Grottaminarda (Av)
Tel. 351 753 2244
Visita la pagina Fb di Rocco Caggiano Braceria
Ti proponiamo un fantastico piatto di Salvo Terruso, conosciuto su Instagram come il Pastaio Matto. Salvo con le sue fantastiche ricette ci fa viaggiare in Sicilia tra colori, sapori e racconti meravigliosi. Oggi Salvo ci ha preparato gli spaghetti con pomodorini e mazzancolle. Occhio alla ricetta..
Ingredienti per 2 persone:
- 200 gr. Spaghetti di Grano duro Italiano
- Olio Evo q.b.
- 3 Spicchi di Aglio
- 4 Filetti di Acciughe
- Prezzemolo q.b.
- Peperoncino q.b.
- 250 gr. Pomodorini Ciliegino
- 300 gr. di mazzancolle o gamberi
- 1 Patata
- 15 Foglie di Basilico
- 20 gr. di granella di mandorle
Procedimento:
Bollite una patata, fatela raffreddare e tagliatela a pezzetti. Nel bicchiere del minipiper aggiungete la patata, il basilico, l’olio e la granella di pistacchi, quindi formerete una cremina deliziosa.
Lavare e tagliare i pomodorini; in una padella antiaderente fate soffriggere per un paio di minuti nell’olio extravergine di oliva, l’aglio il peperoncino, i filetti di acciughe ed il prezzemolo; aggiungete i pomodorini tagliati, far cuocere per 8/10 minuti a fuoco basso.
Nel frattempo pulire le mazzancolle, eliminare testa e coda e sgusciare completamente; togliere il filo nero (intestino) dall’addome, praticando un taglio con un coltellino e sciacquare sotto l’acqua corrente. La stessa cosa fatela se decidete di usare al posto delle mazzancolle, i gamberi.
Aggiungere le mazzancolle pulite ai pomodorini; sfumate con del vino bianco, salare, quindi cuocete per una decina di minuti a fuoco basso. Portate ad ebollizione l’acqua, salate, quindi calate la pasta, facendo una precottura di circa 5/6minuti. Trasferite la pasta nella padella, aggiungete la Crema di Patate quindi fate il resto della cottura aiutandovi con 1/2 mestoli di acqua della pasta, mi raccomando non fate asciugare il tutto, perché vi deve formare una cremina che farà la differenza del piatto. Impiattate, aggiungendo il resto della cremina ed il condimento della padella. Buon appetito, e come dice il Pastaio Matto: “mancìa e liccati u piattu”. (Mangia e leccati il piatto).
Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto
Quanto ci piacciono i risotti, mantecati alla perfezione, cremosi, profumati. Questo è il risotto alla rapa rossa con salsiccia e gorgonzola dolce DOP che abbiamo gustato al Ristorante Le Terre di Maja a Vasto. Ci è piaciuto talmente tanto che abbiamo chiesto la ricetta alla chef, la brava Roberta Di Genni. Un risotto avvolgente, equilibrato e poi che godimento quel gorgonzola messo sopra che si scioglie un po’ alla volta. Prova a farlo a casa…
Ingredienti per 4 persone:
- 360 gr di riso Carnaroli
- 1 barbabietola rossa fresca (anche cotta va bene)
- 200 grammi di salsiccia bianca
- 2 lt di brodo vegetale
- 200 gr di gorgonzola dolce DOP al cucchiaio
- 50 gr parmigiano
Procedimento:
La prima operazione da fare è lessare e frullare la barbabietola fino a quando non diventi una crema liscia.
Facciamo tostare il nostro riso Carnaroli a secco e poi quando è ben caldo aggiungere il brodo un mestolo alla volta e farlo cuocere per il tempo necessario. Nel frattempo sgranare e friggere la salsiccia, a fine cottura del riso mantechiamo con 4 cucchiai di crema di rapa rossa, gorgonzola e parmigiano.
Impiattiamo adagiando sopra la salsiccia fritta e qualche cucchiaino di gorgonzola (che si scioglierà un po’ alla volta con il calore del riso). Il piatto è pronto!
- Chef Roberta di Genni -
Ristorante Le Terre di Maja
Via Vittorio Veneto, n.90
Vasto (Ch)
Tel. 345 5119066
Visita la pagina Fb del ristorante Le Terre di Maja
Siamo tornati in Irpinia nella città del Tricolle: Ariano Irpino. La nostra tappa è il Ristorante La Pignata in Bellavista, il regno del grande chef Guglielmo Ventre. Ci mancavamo da un po’, è sempre bello tornare a trovare Guglielmo, restiamo sempre affascinati dalla sua umanità, dai suoi modi gentili (quasi di altri tempi) e chiaramente siamo innamorati della sua cucina, una cucina irpina come definizione e concetto. Qui la tradizione trova la sua sublimazione.
Guglielmo Ventre è uno dei grandi nomi della ristorazione irpina. Venire qui per noi è sempre un’immensa gioia. La location della Pignata in Bellavista poi è come la ricordavamo, siamo praticamente in cima ad un colle, da qui il panorama è magnifico. Da un lato c’è la città di Ariano con il suo centro storico e in lontananza lo sguardo va verso il Sannio, che non è poi molto lontano da qui.
Chi ci segue sa che spesso siamo stati qui o anche alla Pignata, l’altra realtà storica della famiglia Ventre dove ci sono Ezio Ventre e la signora Carmela in cucina. Guglielmo invece da un po’ di anni ha sposato questo progetto e guida la Pignata in Bellavista, dove ad una location notevole si accompagna una cucina che parte dalla tradizione irpina ma si evolve. Una cucina realizzata con maestria e grande tecnica e con una materia prima di altissima qualità.
Ma andiamo per gradi. Dopo aver parcheggiato la nostra auto nel comodo parcheggio del locale, ci accomodiamo al nostro tavolo. Il locale ha due sale, di cui una più grande, l’atmosfera è piacevole e invita alla convivialità. Ci accoglie la bravissima e professionale Anna Sebastiano, è stato bellissimo rivedere anche lei.
Da bere ordiniamo una minerale e un vino (su consiglio di Anna) davvero interessante: Barbera d'Asti DOCG "Rosso Fuoco" di Vite Colte. Un rosso di un bel colore rubino intenso da uve Barbera in purezza. Uve che arrivano dalle colline dell’astigiano dove la cantina Vite Colte utilizza solo sistemi di coltivazione da agricoltura biologica. Il risultato è notevole, un vino fruttato con note di frutti rossi, di buon corpo e una bella personalità.
Il Barbera d'Asti RossoFuoco di Vite Colte
Arriva il pane e il meraviglioso Olio di Ravece del frantoio Contedoro. Frantoio di Ariano Irpino che produce un olio eccellente da oltre 4 generazioni.
Il mitico olio Ravece di ConteDoro
Non possiamo resistere e ci concediamo un assaggio. Pane e olio Evo, cosa c’è di più buono?
Pane e olio
Intanto diamo uno sguardo al menù, che cambia spesso in base alla stagionalità dei prodotti, delle materie prime e anche degli spunti creativi dello chef. Cominciamo con gli antipasti, ordiniamo uno sformatino di patate e baccalà su vellutata di pomodoro multicolor, fiore di zucca ripieno al baccalà e fonduta di provola affumicata. Lo sformatino è delicatissimo, cotto al forno sprigiona appena lo si taglia un profumo inebriante, viene servito su questa meravigliosa vellutata di pomodorino multicolor (datterino bio). Interessante il fiore di zucca farcito con una deliziosa mousse di baccalà, il tutto arricchito con una bella fonduta di provola affumicata. Complimenti, davvero spettacolare.
Sformatino di baccalà su vellutata di pomodoro
L’incipit è stato fantastico ma non è da meno l’arancino di riso su vellutata di zafferano. L’arancino è condito con funghi porcini e salsiccia (che profumo!). Il piatto viene completato con una salsa di zafferano bio di Ariano Irpino e fonduta di pecorino.
Arancino di riso con salsiccia e porcini su vellutata di zafferano
L'arancino è spettacolare e ho trovato davvero indovinato l'abbinamento con la salsa di zafferano...
Arancino di riso dettaglio ripieno
Poi ordiniamo un piccolo tagliere interessante: pancetta, prosciutto crudo, caciocavallo di media stagionatura, soppressata calabrese al peperone dolce, prosciutto di cinghiale condito con dei carciofini.
Tagliere
La chicca è la coppa di cinghiale (che ci viene servita a parte), detta in gergo anche “soppressata dei poveri”accompagnata con tanto limone, è deliziosa. Bella aromatica, al palato piena e stemperiamo la sua leggera grassezza e pastosità con il nostro meraviglioso vino barbera.
Coppa di cinghiale
L’antipasto ci ha davvero soddisfatto, un trionfo di sapori e prodotti (soprattutto del territorio). Abbiamo ordinato anche due primi. Le linguine con baccalà, mollica di pane bruschettato e peperone crusco. Le linguine sono di pasta fresca e il risultato è meraviglioso. Il baccalà è uno dei piatti che nella zona dell’arianese vanno per la maggiore, c’è un'antica tradizione legata al baccalà che viene di norma servito alla “pertecaregna”con il peperone crusco. Qui invece ce lo troviamo a condire una bella linguina, ma il risultato è come sempre super.
Linguine con baccalà mollica di pane bruschettato e peperone crusco
Se le linguine ci sono piaciute con l’altro primo arriviamo alla vetta. I tagliolini all’ortica con porcini e tartufo sono di un buono incredibile. Suadenti, mantecati al burro con porcini e tartufo a donare loro profumo, sapore in un equilibrio assolutamente perfetto. Un piatto che è un inno all’Autunno ormai alle porte.
I tagliolini all'ortica con porcini e tartufo
Saremmo sazi ma un secondo (in due) vogliamo provarlo e la nostra scelta cade sui bocconcini di maiale su vellutata di porri, aceto balsamico e spaghetti croccanti di patate. La carne è meravigliosa, morbida, saporita. Bello l’accostamento con la vellutata di porri e originali e divertenti da mangiare gli spaghetti croccanti di patate. Davvero un grande secondo piatto.
Bocconcini di maiale su salsa di porri con spaghetti di patate e glassa di aceto balsamico
Ci servono poi due sorbetti, uno al lime e uno alla mela verde. Beh devo dire che ci volevano proprio.
Sorbetto
Ma non finisce qui, passa a salutarci Guglielmo Ventre e ci fa gustare due proposte di dessert (chiaramente fatti da loro). Un babà artigianale con crema al tiramisù di ottima fattura (io sono napoletano e per me il babà è un culto) e una scomposta di millefoglie all’amarena (deliziosa).
Il dessert
Accompagniamo il dessert con due amari (Jefferson) e chiediamo il conto. Paghiamo per la nostra cena poco più di 40 euro a persona. Rapporto qualità prezzo incredibile se consideriamo la qualità della proposta gastronomica. Complimenti.
La Pignata in Bellavista ad Ariano Irpino è un indirizzo imperdibile. Qui tutto lascia il segno a partire dalla location che è spettacolare. Il panorama da qui è meraviglioso. Il resto lo fa la proposta gastronomica dello chef Guglielmo Ventre e della sua brigata di cucina. Una cucina che parte dalla tradizione ma si evolve con spunti originali e intriganti. Il menù segue la stagionalità di prodotti e materie prime tutte di altissima qualità. Il personale è gentile, preciso e professionale. Semplicemente eccezionale poi Anna Sebastiano in sala. Il rapporto qualità - prezzo è incredibile. “Repetita iuvant” recitava un detto latino, ci ripetiamo volentieri. Qui alla Pignata in Bellavista bisogna venire assolutamente. Garantiamo noi Templari del Gusto.
La Pignata in Bellavista
Contrada Sterda n.19
Ariano Irpino (Av)
Tel. 0825 872433
Visita la pagina Fb della Pignata in Bellavista
Siamo a Vasto, perla abruzzese situata nella zona meridionale della costa vicino al confine con il Molise. Vasto è sorprendente, un luogo ricco di storia, chiamata anticamente Histonium. Un luogo con due anime, una legata alla collina, l’altra chiaramente legata al mare, un po’ come le due zone della città, la parte alta con il bellissimo centro storico che lascia il visitatore a bocca aperta. La parte vecchia di Vasto domina dall’alto e si affaccia sulla costa e poi c’è Marina di Vasto rinomata località turistica. Questa doppia anima della città si manifesta anche in cucina, una cucina dove terra e mare vanno a braccetto. Basti pensare che due tra le pietanze tipiche vastesi sono il brodetto di pesce e la ventricina (un salume meraviglioso ottenuto dalle parti nobili del maiale). Dopo un bel giro nel centro storico ci siamo fermati per cena in un locale che avevamo in agenda da un po’, il Ristorante Le Terre di Maja.
Ristorante Le Terre di Maja - Insegna Esterna
Siamo in Via Vittorio Veneto a pochi passi da Piazza Gabriele Rossetti e dal centro storico. Il locale è gradevole, all’interno ci cono due ambienti comunicanti con una quarantina di coperti, dato il periodo e la possibilità di cenare ancora fuori, ci sono anche diversi tavoli esterni. L’atmosfera è rilassante, l’arredo semplice, essenziale, lo stile un po’ industrial bene si sposa con l’architettura e con i soffitti a volta con i tipici mattoncini chiari del luogo. Ci accomodiamo al nostro tavolo. Da bere ordiniamo una minerale e seguiamo il consiglio del bravissimo e preparato Denis (il padrone di casa insieme alla moglie Roberta la chef). Prendiamo due calici di Sauvignon Riserva 2010 di Kante, un super bianco friulano che fa ben un anno di affinamento in barrique di rovere francesi e poi affinamento in acciaio. Imbottigliato senza essere filtrato. Un grande vino con sentori fruttati, una evidente nota minerale e una spiccata personalità. Ottima scelta.
Intanto arrivano i pani e ci viene servito l’olio, e che olio ! L’extravergine Colle Sacro di Fattoria Cretarola ottenuto da olive della varietà peranzana. Un olio possente che nasce nel cuore dell’Abruzzo, un olio quasi balsamico con note di carciofo, note erbacee e quasi una punta finale di piccantezza al palato. Sublime.
Olio Evo Colle Sacro Fattoria Cretarola
Non abbiamo resistito e abbiamo degustato l’olio con il buon pane locale. Pane e buon olio, cosa c’è di più buono?
Pane e olio
Intanto diamo un’occhiata al menù, ci sono poche ma studiate proposte sia di carne che di pesce. Ci sono cinque antipasti, quattro primi, quattro secondi e quattro dessert. Un menù che segue la stagionalità dei prodotti e la disponibilità del pescato. Cominciamo con gli antipasti. Ecco le polpette di ceci con coriandolo e salsa tzatziki, golose, leggere, una interessante alternativa alla carne. Ci stava da Dio l’abbinamento con la profumata salsa tzatziki.
Polpette di ceci coriandolo e salsa tzatziki
L’altro antipasto è il calamaro con patate, timo, zucchine marinate e vinaigrette al pomodoro. Semplicemente delizioso il calamaro, gustoso, morbido, con la sinuosa crema di patata all’interno che lo rendeva ancora più delicato, adagiato sulle zucchine marinate. Davvero una proposta interessante.
Calamaro ripieno di patate e timo con zucchine marinate e vinaigrette
La nostra cena procede serenamente tra una chiacchiera e un sorso di Sauvignon. Intanto arrivano i primi, ecco gli spaghetti quadrati con gamberi rosa, acciughe del Cantabrico, pomodoro secco e mollica tostata alle erbe. Personalmente adoro l’uso del pomodoro secco nei primi piatti. Qui il delicato gambero si sposava alla perfezione con la sapida acciuga del cantabrico. Il pomodoro esalta ancora di più questo abbinamento donando al piatto un bell’equilibrio. Interessante la nota croccante della mollica tostata.
Spaghetti con gamberi rosa acciughe del Cantabrico pomodoro secco e mollica tostata alle erbe
Se gli spaghetti ci sono piaciuti con l’altro primo raggiungiamo la vetta. Il risotto alla rapa rossa, salsiccia e gorgonzola dolce della chef Roberta Di Ginni lo ricorderò a lungo. Perfetta la mantecatura del riso, un bel carnaroli, piacevole la nota “di terra” della rapa rossa che tra le altre cose dona una nota cromatica al piatto incredibile. La salsiccia fritta era deliziosa e poi cosa era quel gorgonzola dolce che si scioglieva sopra. Da applausi.
Risotto alla rapa rossa con salsiccia e gorgonzola dolce DOP
Vogliamo assaggiare anche un secondo. Ne prendiamo uno in due e la scelta cade sul branzino con pistacchio di Bronte, capperi, flan di zucchine e crema di melanzana. Eccellente il pesce, intrigante la presenza del pistacchio, deliziosa la crema di melanzana, delicato il flan di zucchine. Ci ha convinto questo piatto.
Branzino pistacchio di Bronte capperi flan di zucchine e crema di melanzana
Chiudiamo in dolcezza con un must del Ristorante le Terre di Maja, la loro cheesecake in questo caso alle more. Che buona! Fresca, delicata, crea davvero dipendenza.
Cheesecake alle more
Accompagniamo il dessert con un ratafià, del resto siamo o non siamo in Abruzzo? Questo è un fantastico liquore che si fa con amarene e vino Montepulciano d’Abruzzo secondo la tradizione.
Ratafià alle amarene
Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena 44 euro a persona. Direi assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
Il Ristorante Le Terre di Maja a Vasto è stata una bella scoperta. Cercavamo un ristorante diverso dal solito, cercavamo di evitare posti turistici o che proponessero una cucina locale “basica”e “vintage”. Qui abbiamo trovato quello che cercavamo: ambiente rilassante e informale, personale gentilissimo e garbato, bellissima accoglienza e soprattutto delle proposte di cucina convincenti. Il menù non è vasto ma è ben studiato, ci sono piatti di carne e pesce in modo da poter accontentare tutti ma anche per rispettare la tradizione vastese che come detto in precedenza ha un’anima di terra e una di mare. La chef Roberta di Ginni ha talento e soprattutto fa il suo lavoro con grande passione, suo marito Denis (torinese di nascita vastese d’adozione) in sala è impeccabile, sempre pronto a consigliare e seguire i clienti. Tra le cose che metto nel cassetto dei ricordi soprattutto il calamaro ripieno (buonissimo), il risotto alla rapa rossa, salsiccia e gorgonzola dolce DOP (meraviglioso) e la strepitosa cheesecake. Il Ristorante Le Terre di Maja entra di diritto nella nostra guida on line agli indirizzi che a parer nostro sono da non perdere. Se sei da queste parti provalo, garantiamo noi.
Ristorante Le Terre di Maja
Via Vittorio Veneto n. 90
Vasto (Ch)
Tel. 345 511 9066
Visita la pagina Fb del Ristorante Le Terre di Maja
Il nostro viaggio alla scoperta degli indirizzi da non perdere ci porta a San Gennaro Vesuviano. Siamo al confine con l’agro nolano, in una zona che di recente ha mostrato grande fermento e interessanti novità nel settore food. Noi ci siamo fermati a pranzo da Bistrò Rei, la creatura dello chef Gennaro Pagano.
Bistrò Rei San Gennaro Vesuviano Insegna esterna
Siamo in Via Nuova Saviano, un’arteria stradale importante che collega i paesi dell’area vesuviana con Saviano e Nola. Qui c’è un piccolo gioiello dove abbiamo vissuto una bellissima esperienza gastronomica.
Ma riavvolgiamo il nastro e cominciamo dal principio. Abbiamo prenotato il nostro tavolo da due giusto qualche ora prima di arrivare, e per fortuna abbiamo trovato posto. Parcheggiamo in strada a pochi passi dal locale. Bistrò Rei ha un arredo sobrio, dominano il grigio e i colori scuri, ci sono due ambienti, curati e direi minimal. Ci saranno una quarantina di coperti. Ci accompagnano al nostro tavolo. Diamo come sempre uno sguardo attento al menù. La prima cosa che mi colpisce è la presenza di proposte sia di carne che di pesce (alcune anche fuori menù). Ci sono gli antipasti, le stuzzicanti sfiziosità, dalla bruschetta pomodorini gialli, lardo e polvere di caffè arabica a quella con fonduta di grana e parmigiana, dai crostoni, alla schiacciata di patate sia con cacio, pepe e nocciola sia con cremoso al pistacchio e mortadella, e poi le frittatine e altre chicche (ritornerò di sicuro per gustare alcune di queste meraviglie).
Noi ordiniamo alla carta ma prima prendiamo da bere una minerale e una bottiglia di Gelso Rosa, un vino rosato di Tenuta i Gelsi ottenuto da uve di aglianico del Vulture. Il vino ha un colore bellissimo, presenta sentori di frutti rossi, una piacevolissima nota minerale. Davvero una scelta interessante. Sarà lui il nostro compagno di viaggio per il pranzo.
Rosè Gelso Rosa
Al tavolo arriva lo chef Gennaro Pagano mentre la brigata di cucina è già in azione. Ci racconta l’origine del suo progetto, un bistrò dove proporre una cucina per certi versi unica dove tradizione e creatività vanno a braccetto. Un luogo dove quando ti siedi devi abbandonarti ai sensi e lasciarti trasportare dalle sensazioni: olfatto, vista, gusto. Per questo Bistrò Rei, prende spunto dall’espressione attribuita ad Eraclito, uno dei maggiori filosofi presocratici. Il suo Panta rei (πάντα ῥεῖ) significa letteralmente “tutto scorre”.
Il concetto del tempo, che qui da Bistrò Rei sembra scorrere più lento.
Devo fare i complimenti a Gennaro Pagano, si percepisce la sua passione, l’amore per il suo lavoro. E complimenti soprattutto per il suo coraggio, infatti Bistrò Rei ha visto la luce nel 2019, poi il 2020 l’annus horribilis della pandemia che avrebbe abbattuto chiunque ma non lui, pronto a ripartire più forte e ottimista che mai. Gennaro Pagano ci illustra il menù con dovizia di particolari e ci spiega anche le proposte (di pesce) fuori carta. Noi partiamo dagli antipasti e siamo curiosi di provare la sua cucina.
Arrivano il pane vesuviano e i grissini fatti da loro (squisiti). Poi un entrée dello chef, una polpettina di melanzane con un Ketchup di pomodorino del piennolo e poi questa pipetta che va estratta e schiacciata sulla polpettina.
Entrée di benvenuto
Dentro c’è uno yogurt acido che si sposa alla grande con la deliziosa polpettina e il Ketchup di piennolo che ha comunque una nota dolciastra. Davvero un grande incipit.
Polpettina di melanzane con ketchup di pomodorino del piennolo e yogurt acido
Si comincia con gli antipasti. Ci servono un carpaccio di manzo affumicato, valeriana, dressing di liquirizia, dressing di blu curaçao, crumble di frutto della passione e mandorla tostata. Qui davvero parte il “wow”. Meraviglioso il carpaccio con la sua nota affumicata, bello il contrasto con il frutto della passione e il dressing soprattutto di liquirizia. Fantastica proposta.
Carpaccio di manzo
In un sontuoso crescendo rossiniano ecco la loro versione della parmigiana di melanzane, in questo caso viene prima cotta a vapore e poi fritta con una panatura di cereali e quinoa, poi classico pomodoro e gel di bufala. Una versione della parmigiana originale, creativa. Un meraviglioso gioco di contrasti in un equilibrio perfetto. Tutto partendo dalla tradizione: la parmigiana. Complimenti davvero.
Parmigiana di Bistrò Rei
E ancora ecco le polpettine cacio e pepe, cacao, cialdina di gyoza, aria di sichuan e fogliolina di portulaca. Che meraviglia queste polpettine. Qui mi è piaciuto il tocco di oriente che arricchisce di profumi e aromi un piatto che ti consiglio di provare.
Polpettine cacio e pepe
La quarta proposta è una genialata di Gennaro Pagano: "come un tiramisù". A vederlo sembra il famoso dolce ma non è chiaramente un dessert. E’ una schiacciata di patate con un cremoso di genovese mista fatta con manzo e coniglio, cipolla e all’interno un’idea pazzesca, c’è il “brioschi”, si hai capito bene, le famose pastigliette che frizzano e che agevolano la digestione. E ancora mascarpone salato e cacao. Il risultato è sorprendente, un gioco di consistenze, di profumi, di sapori contrastanti ma che magicamente vanno a braccetto.
Il tiramisù salato
Il nostro pranzo procede alla grande. Come primi scegliamo dei paccheri con crema di carciofi, guanciale, mascarpone e mandorla. Delicatissimi…
Paccheri con crema di carciofi guanciale mascarpone e mandorle
E una intrigante pasta e patate con fonduta di provolone, lime e caffè. Ho trovato questi tubettini divini. Cremosi, avvolgenti, profumati con la nota del lime e la polvere di caffè che viene tostata al momento sul piatto con un bruciatore da cucina. Proposta interessantissima...
Pasta e patate con fonduta di provolone lime e caffè
Siamo sazi ma un secondo in due vogliamo provarlo. Optiamo per i bocconcini di maialino, scarola ripassata, confettura di limoni e alici salate. Ottima la carne, morbidissima e originale la presenza delle alici salate e della confettura a creare un contrasto dolce - salato che crea dipendenza.
Bocconcini di maialino
Nostro malgrado saltiamo il dolce. Ci offrono due amari alle erbe e chiediamo il conto. Per questo nostro percorso e questa bella esperienza paghiamo 55 euro a persona. Costo assolutamente corretto se consideriamo la qualità di prodotti e proposte.
Bistrò Rei è stata una meravigliosa scoperta. Entrando ti si schiuderà un mondo fatto di sapori, odori, creatività. Venire qui significa prendersi del tempo e “viaggiare” con i sensi con proposte mai banali.
Qui trovi una cucina sorprendente ed entusiasmante, piatti di carne e di pesce che partono dalla tradizione ma poi si trasformano con una personalità e originalità uniche. Lo chef Gennaro Pagano è a parer nostro un vero fuoriclasse. Ci piace molto poi il fatto che sia sempre presente in sala pronto a spiegare ai clienti e agli ospiti tutto ma proprio tutto su piatti e prodotti. Fantastica la brigata di cucina. Il personale è solerte e gentile. Anche il rapporto qualità prezzo è ottimo se consideriamo la qualità, il livello e il tipo di proposta gastronomica. Torneremo presto a provare anche piatti di mare ma intanto non posso che consigliare questo piccolo gioiello. Mai come questa volta vale l’aggettivo IMPERDIBILE.
Bistrò Rei
Via Nuova Saviano n. 19
San Gennaro Vesuviano (Na)
Tel. 334 933 5002
Visita la pagina Fb di Bistrò Rei
A paista cà sasizza (la pasta con la salsiccia) palermitana, è un primo piatto molto ricco di sapori, nasce negli anni ‘60 dalle idee culinarie sicule dell’oste Giuseppe Quattrocchi (conosciuto meglio come Nonno Pippinu) nella sua Taverna di Monreale, cittadina a pochi chilometri da Palermo. Questo primo piatto succulento, oggi è stato rivisitato dal nipote Salvo Terruso (conosciuto meglio su Instagram come il Pastaio Matto) cresciuto nella Taverna di Nonno Pippinu. Qui pomodorini, la mitica salsiccia palermitana e il peperoncino rendono il piatto super. Ecco la ricetta per farla a casa.
Ingredienti per due persone:
- 200 gr. Tortiglioni (pasta Di Martino)
- Olio Evo q.b.
- 1 Cipolla rossa
- 200 gr. Pomodorini Ciliegino o Datterini
- 250 gr. Salsiccia di Maiale con finocchietto
- 125 ml. Vino rosso frizzantino
- Peperoncino q.b.
- 80 gr. Pecorino Siciliano
- 150 gr. Provola dolce
- Basilico q.b.
Procedimento:
Lavare i pomodorini e tagliarli in 2 parti. In una padella aggiungere l’olio extra vergine d’oliva, riscaldare per un minuto, quindi aggiungere la cipolla tagliata precedentemente a pezzettini, e fate rosolare.
Aggiungere i pomodorini e delle foglie di basilico e farli saltare per circa 6 minuti. Privare del budello la salsiccia, quindi sbriciolatela nella padella con i pomodorini e la cipolla, e fate cuocere. Quando la salsiccia sarà abbastanza cotta, aggiungete un pizzico di sale ed il peperoncino, quindi sfumate con il vino rosso, lasciate evaporare a fiamma vivace. Scolate la pasta molto al dente e aggiungete nella padella con dentro il gustosissimo sughetto.
Mantecate aiutandovi con un mestolo di acqua di cottura, quindi aggiungete dapprima il pecorino grattugiato e dopo la provola tagliata a pezzettini. Amalgamate il tutto per qualche minuto a fuoco vivace. Servire il piatto caldo, e buon appetito!
Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto