Sono una giornalista con una autentica, sfrenata passione per la buona tavola. Da più di dieci anni vivo a Roma, ma dalla mia amata Sardegna ho portato con me l’amore per il mare, il vento, la genuinità e quei sapori della tradizione che cerco di riproporre sempre nei miei piatti. Onnivora e alla continua ricerca di eccellenza eno-grastronimiche, la mia curiosità mi spinge a cercare luoghi dove assaggiare piatti tradizionali e innovativi in ambienti che ben accompagnino un viaggio attraverso sapori nuovi. Da buon sagittario ho un’inesauribile voglia di viaggiare, che siano borghi italiani, capitali europee , mete esotiche…la valigia è sempre pronta! Perché la vita è un’avventura, che adesso continua con i Templari del Gusto.
È arrivato il periodo dell’anno che ci regala vere e proprie prelibatezze come gli asparagi, fave, piselli. Confesso che non sono una amante della Primavera (tempo troppo incerto) ma adoro queste delizie, salutari e nutrienti, che possiamo portare sulle nostre tavole crude oppure cotte.
Lo avrete sentito mille volte, ma è sempre bene ribadire l’importanza di consumare frutta e ortaggi di stagione e non di serra. Sapori, colori, profumi, ma soprattutto nutrienti, sono migliori perché viene rispettata la naturale maturazione dei prodotti. Questo ci consentono di mangiare in modo sano, nel rispetto dell’ambiente e del portafoglio!
La ricetta che vi propongo unisce due di questi fantastici prodotti della terra, gli asparagi (meglio se selvatici) e le fave, alle quali ho unito il tono agrodolce dei pomodorini confit (che attenua il sapore ferroso degli asparagi) e la croccantezza del guanciale.
Un piatto semplice e particolarmente gustoso, reso ancora più ricco dall’abbinamento con gli gnocchi di patate.
Ovviamente se siete a dieta potete sostituire gli gnocchi con un altro tipo di pasta ed evitare il guanciale, ma se volete togliervi uno sfizio e immergervi in un appetitoso primo piatto (praticamente un piatto unico) ecco la ricetta.
Ingredienti per 2 personePer gli Gnocchi di patate:
- Patate lesse schiacciate 250 gr.
- Farina 00 75 gr.
- Uovo 1
- Sale q.b.Per i Pomodorini confit:
- 10 pomodorini ciliegino
- Aglio q.b.
- Origano q.b.
- Zucchero di canna q.b.
- Olio q.b.
Sale e pepe q.b.
Altri ingredienti:
- Asparagi un mazzetto
- Fave fresche sbucciate 50 gr.
- Guanciale 100 gr.
- Scalogno q.b.
- Olio evo
- Sale q.b.
- Acqua q.b.
Preparazione:
Per prima cosa prepariamo i pomodori confit. Una preparazione semplicissima, che richiede però lunghi tempi di cottura.
Lavate e asciugate i pomodorini, tagliateli a metà e poneteli con il taglio rivolto verso l’alto su una teglia foderata con carta forno. Preparate un trito di aglio, pepe, sale che cospargerete sui pomodorini. Aggiungete una spolverata di zucchero di canna, origano (se preferite potete usare il timo) e un filo d’olio. Cuocete in forno statico preriscaldato a 140° per 2 ore. Questa preparazione, che si conserva in frigo per un paio di giorni, va bene per condire la pasta ma anche per delle gustose bruschette o come accompagnamento per un contorno sfizioso.
Per gli gnocchi, lessate le patate e schiacciatele. Impastatele con la farina, l’uovo e il sale. Lavorate fino ad ottenere un impasto compatto ma non duro (attenzione a non cadere nella tentazione di aggiungere troppa farina!). Fate dei rotolini e tagliateli della dimensione che preferite.
Pulite gli asparagi eliminando la parte finale, quella più coriacea, e tagliateli a losanghe avendo cura di lasciare la parte le punte.
In una padella fate rosolare mezzo scalogno con un cucchiaio d’olio e unite gli asparagi. Aggiungete anche le fave, salate e abbassate la fiamma fino a cottura (se necessita aggiungete poca acqua calda). Aggiungete le punte degli asparagi solo quando i gambi saranno teneri.
Fase della preparazione
A parte tagliate il guanciale e fatelo rosolare in una padella antiaderente senza aggiungere grassi. Deve “sudare” quindi vi consiglio di tenete la fiamma non troppo vivace. Quando sarà diventato croccante scolatelo dal suo grasso e ponetelo su un piatto con della carta assorbente.
Guanciale rosolato
A questo punto lessate gli gnocchi in abbondante acqua salata (basteranno pochi minuti) e ripassateli in padella con gli asparagi, le fave e il guanciale (tenete da parte una piccola manciata per la guarnizione). Fate saltare e aggiungete, da ultimo, i pomodorini confit.
A questo punto non vi resta che impiattare aggiungendo un filo di olio. Buon appetito!
La Primavera porta sulle nostre tavole uno dei miei ortaggi preferiti: gli asparagi. Una vera e propria miniera di vitamine (in particolare vitamina A e vitamina C), fibre vegetali e acido folico. Ne esistono diverse specie, dagli asparagi comuni a quelli bianchi. Ma volendo fare una distinzione più generica possiamo suddividerli in selvatici (sottili e dal sapore più intenso) e coltivati (più facilmente reperibili in commercio). Hanno però un tratto in comune: sono buonissimi e si prestano a tantissime ricette e preparazioni. Frittate, pasta, insalate, crepes si possono arricchire con questi straordinari ortaggi di stagione che si sposano perfettamente anche con carne e pesce.
Nella ricetta che vi propongo oggi gli asparagi sono i protagonisti di un classico della cucina italiana che difficilmente manca sulla tavola della domenica: le lasagne. Una versione bianca della classica lasagna che ben si presta ad essere realizzata anche con altre verdure e ortaggi (ad esempio i carciofi).
Lasagne agli asparagi - Teglia
Ecco la ricetta per 8 persone
Ingredienti:
- 500 gr di pasta all’uovo (sufficienti per realizzare 5 strati in una teglia da 35x25)
- 1 kg di asparagi
- 3 mozzarelle da 125 gr l'una
- 1 litro di besciamella
- 150 gr di pancetta tesa a dadini (facoltativo)
- 100 gr parmigiano reggiano grattugiato
- burro per la teglia
Procedimento:
Per prima cosa prepariamo gli asparagi. Dopo averli sciacquati per bene, eliminiamo la base (più dura e legnosa) e facciamoli lessare per una decina di minuti in abbondante acqua avendo cura di mantenere fuori le punte affinché non si sfaldino. Dopo averli fatti sgocciolare per bene, tagliamoli a pezzetti.
Passiamo quindi alla preparazione della besciamella. Per un litro di besciamella occorrono un litro di latte, 100 gr di burro, 100 gr di farina, noce moscata e sale a piacere. Il procedimento è quello classico: in un pentolino facciamo intiepidire il latte. A parte facciamo sciogliere il burro a fuoco basso. Quando sarà sciolto aggiungiamo la farina setacciata e mescoliamo con una frusta per formare il "roux". Sempre mescolando aggiungiamo il latte, una generosa grattugiata di noce moscata e un pizzico di sale. Basterà una decina di minuti per ottenere un composto denso e liscio.
Prima di comporre la lasagna, è importante lessare le sfoglie di pasta all’uovo in abbondante acqua bollente salata con di 2-3 cucchiai di olio. Sono sufficienti pochi minuti di cottura (meglio non cuocerne più di due per volta) dopo di che le adagiamo ad asciugare su un canovaccio.
Ora non ci resta che comporre i vari strati della lasagna. Sul fondo della teglia mettiamo qualche fiocco di burro e una generosa dose di besciamella a coprire tutta la base. Adagiamo il primo strato di sfoglie di pasta (accavallandole leggermente) e ricopriamo con la besciamella, gli asparagi, la pancetta, fettine di mozzarella e una spolverata di parmigiano reggiano. Ripetiamo il procedimento fino a che non abbiamo esaurito gli ingredienti e, da ultimo, distribuiamo sulla superficie delle lasagne qualche fiocchetto di burro.
Quindi inforniamo a 180° C (forno preriscaldato) per almeno 30 minuti. Il consiglio finale è quello di far riposare la lasagna per almeno cinque minuti prima di servirla.
Buon appetito!
Riso integrale su letto di cicoria ripassata in padella, un piatto povero solo in apparenza. Provate a farlo a casa e ci direte....
Ingredienti per 2 persone:
- 140 gr. riso integrale
- 400 gr. cicoria già pulita
- 1 scalogno
- 1 peperoncino
- 40 gr. pecorino romano
- Una noce di burro
- Pepe q.b.
- Olio evo q.b.
Procedimento:
Questo piatto unisce due mie grandi passioni: il riso e la cicoria. Ingredienti che non avevo mai abbinato, ma complice il fatto che non avevo altra verdura disponibile ho provato ed il risultato è stato veramente ottimo!
Per la preparazione iniziate lessando la cicoria (io mi fornisco sempre da campagna amica e sono riuscita a trovare quella di campo, che conserva un gusto leggermente amarognolo). Molto importante, non mettete mai la verdura a cuocere in acqua fredda! Quando dobbiamo lessare le verdure vale sempre la regola che ci hanno insegnato le nostre nonne: se sono cresciute sopra la terra acqua calda, sotto la terra (es. patate) acqua fredda. Basteranno 15 minuti. Scolatela, strizzatela e mettetela in una capiente padella con olio, scalogno e peperoncino. Fate insaporire per bene. Se occorre, aggiungete un po’ di acqua di cottura. A questo punto munitevi di mixer (il minipimer va benissimo) e frullate i ¾ della cicoria. Se occorre, aggiungete un filo d’olio. La restante parte la utilizzerete per la decorazione.
Passiamo al riso: ho utilizzato quello integrale. Molto buono, digeribile e profumato. Lo potete preparare come un normale risotto oppure optare, come ho fatto io, per una cottura light e lessarlo seguendo i tempi di cottura indicati nella confezione. Al riso lessato aggiungete una noce di burro, il pecorino (ma potete utilizzare anche il parmigiano e modificare le quantità a seconda del vostro gusto) e un filo d’olio. Amalgamate bene e passate all’impiattamento.
Aiutandovi con un coppapasta fate un primo strato con la crema di cicoria, adagiate sopra il riso, schiacciate per bene e formate un piccolo cilindro. Guarnite con la cicoria precedentemente messa da parte e, se piace, una generosa spolverata di pepe nero.
Riso integrale su letto di cicoria ripassata
Buon appetito!
Ho scoperto questo ristorante grazie al consiglio di alcuni colleghi amanti del buon cibo e sempre alla ricerca di nuovi posti da visitare. Vi dico subito che questo è uno di quei locali che si possono definire “alla moda” ma anche di grande sostanza. Fuoco è situato nel cuore del quartiere Prati, a due passi da Piazza Cavour, ed è il posto ideale dove trascorrere una serata tra amici o in famiglia. Il menù proposto è infatti di quelli che offrono grande scelta, capace di soddisfare veri e propri carnivori quanto vegetariani. Troverete la cucina romana, ma anche quella europea.
Il clima avvolgente, l’atmosfera calda di questo ristorante dove il personale ha sempre il sorriso (dettaglio per me di grande importanza ma per niente scontato) ha accompagnato la nostra serata. Nonostante il locale fosse pieno (la prenotazione è d’obbligo) non c’era quel frastuono che impedisce di ascoltare i propri pensieri. Altro punto a favore. Abbiamo iniziato dal settore “fritti”, con una tempura di gamberi. Eccellente nella sua croccantezza, esaltata dalla salsa tartara.
Veniamo ai primi. I tonnarelli cacio e pepe, un must della cucina romana, sono stati reinventati con limone e gamberoni. Un accostamento che può sembrare azzardato, ma solo sulla carta perché la nota fresca e acidula del limone conferisce una marcia in più al piatto.
Tonnarelli cacio e pepe con limone e gamberoni
Cremose al punto giunto, anche le fettuccine di kamut con baccalà, pomodorini e olive nere hanno superato a pieni voti la prova degustazione.
Fettuccine di kamut con baccalà pomodorini e olive nere
Fuoco è famoso anche per la sua carne, tutta proveniente dalla storica macelleria Annibale di via di Ripetta (i romani, ma non solo loro, la conoscono bene e sanno che propone solo carni pregiate). Da provare sicuramente la tartare di filetto di manzo danese. Può essere un antipasto ma anche un secondo piatto.
Tartare di filetto di manzo danese
Merita anche la cantina di pregio a disposizione, con vini (anche al calice), birre e cocktails per tutti i gusti. Noi abbiamo scelto un rosso, il Montecorna Valpolicella Ripasso Classico Superiore 2016 Linea Remo Farina.
Per chiudere, dalla carta dei dolci: consiglio vivamente i biscotti della casa accompagnati dalla crema pasticciera (più che sufficienti per 2 persone).
Biscotti della casa con crema pasticciera
Da non perdere il meraviglioso tiramisù.
Tiramisù
In 3 abbiamo speso 106 euro. Un prezzo più che corretto e commisurato alla qualità del menù. In definitiva un posto decisamente da provare! Fidatevi di noi...
Fuoco. bere - dolce - salato
Via Cicerone n.34
Roma
Tel. 06 3236983
Accetta carte di credito: SI
Orario 12.00 – 02.00
Prezzo medio
Questa ricetta è l’ideale per le sere d’inverno. Con le temperature in picchiata è un piacevole comfort food per scaldare la tavola e soddisfare anche i palati più golosi.
La stagione autunnale e invernale offre una delle varietà di cavolo che preferisco, il cavolo nero. Per chi non lo conosce, si presenta con lunghe foglie verde scuro, con una costa coriacea. Una base perfetta per ribollite e zuppe ma anche per contorni o semplici crostini. Con il suo sapore deciso caratterizza anche i piatti più semplici. Inoltre, è ricco di antiossidanti, sali minerale e vitamine.
Oggi vi propongo una ricetta facile da realizzare ma super saporita.
La zuppa di cavolo nero con patate di montagna, ceci e pancetta croccante.
Ingredienti per 2 persone
- 500 gr di cavolo nero
- 3 patate medie
- 200 gr ceci lessati
- 100 gr pancetta tesa
- 1 spicchio d’aglio
- Olio evo qb
- 1 lt brodo vegetale
- 1 pizzico di peperoncino
Preparazione
Lavate il cavolo eliminando la costa. È una parte molto dura che non viene normalmente utilizzata. Sminuzzate le foglie e mettetele a cuocere a fuoco medio/basso in una casseruola dove avrete fatto già fatto insaporire l’olio con uno spicchio d’aglio e un pizzico di peperoncino.
Cavolo nero
Pelate le patate (possibilmente di montagna o comunque a pasta gialla), tagliatele a dadini, aggiungetele al cavolo e continuare a far rosolare il tutto.
Dopo circa 10 minuti aggiungete anche i ceci (se non vi piacciono potete sostituirli con fagioli cannellini) precedentemente lessati e fate insaporire.
Fase della preparazione - patate
Dopo qualche minuto coprite le verdure con il brodo vegetale. Lasciate cuocere per almeno 40 minuti, sempre a fuoco medio/basso. Controllare di tanto in tanto e, se occorre, aggiungete del brodo.
La consistenza del cavolo deve essere morbida, mentre l’amido delle patate aiuterà a dare un tocco di cremosità alla zuppa.
Tagliate a pancetta a listarelle e fatela saltare in una padella antiaderente. Non occorre aggiungere nulla. Sarà pronta quando diventerà croccante.
A questo punto non vi resta che impiattare aggiungendo alla fumante zuppa la pancetta croccante ed un filo d’olio a crudo.
Zuppa di cavolo nero
Un piatto da servire caldo, eventualmente accompagnato con crostini di pane e un buon bicchiere di vino rosso.
Buon appetito!
Galeotta fu la fotografia di un bel piatto di ricci. Se dovessi descrivere com’è nata la mia curiosità verso questo ristorante direi proprio così. Grazie ad una foto pubblicata sui social, la mia agenda di “approdi sicuri” si è arricchita con questo ristorante che per genuinità, ricercatezza, location e gentilezza spicca decisamente tra quelli presenti sul litorale laziale.
Pino al mare (che oltre ad essere ristorante è anche un albergo che affaccia direttamente sullaspiaggia di Santa Severa) è gestito con perizia e passione da Simone Vincenzi e dalla sua famiglia dal 1955.
La spiaggia del Ristorante - Albergo Pino al Mare
Un ristorante elegante e spazioso, con ampie vetrate per godersi la vista del mare dalla sala interna nei mesi invernali, ma appena il clima lo consente vengono allestiti anche gli spazi esteri. Il patio (in un angolo le decorazioni strizzano l’occhio a Gaudì) e la “zattera” che con la bella stagione viene sistemata direttamente sulla spiaggia del ristorante (dove c’è il lido per i clienti di Pino al Mare). Senza dimenticare il giardino interno dove poter mangiare immersi nel verde.
La sensazione che proverete è quella di sentirvi in vacanza anche durante un semplice pranzo!
Pronti per il pranzo
In cucina gli chef Yousef Nasef e Angelo Trenga trasformano materie prime d’eccellenza – tutti prodotti locali e pescato del mare laziale – in piatti tanto buoni quanto belli.
Veniamo al menù. A parte i grandi classici che in un ristorante di pesce non devono mancare mai (come i crudi, gli spaghetti alle vongole o la frittura di pesce), la carta proposta segue le stagioni e l’estro dello chef.
Polpo Grigliato con Patate
E cosi, superata l’indecisione iniziale tra gli antipasti, ci siamo fatti tentare dal polpo grigliato con patate e da un altro grande classico della stagione primaverile, i carciofi crudi con gamberi e scaglie di parmigiano.
Carciofi con gamberi e scaglie di parmigiano
Ovviamente li ho assaggiati entrambi ma non saprei dire quale fosse il più buono!
Optiamo per un primo che ci suggerisce Simone. Gnocchi di patate ripieni di pesce azzurro conditi con zucchine e gamberi. Una piatto semplicemente strepitoso, dove gli ingredienti sono ben equilibrati tra loro.
Gnocchi di patate ripieni di pesce azzurro serviti con zucchine e gamberi
Dal cesto del pescato scegliamo anche una bellissima gallinella di mare proposta in guazzetto con olive, pomodorini e patate.
Gallinella di mare in guazzetto con olive, pomodori e patate
Decidiamo di toglierci anche un ultimo sfizio e prendiamo le patate fritte (un must).
Patate fritte
Dalla carta dei vini, completa e ben strutturata, abbiamo scelto un eccellente Berlucchi rosè.
Venendo al conto, in due, con questo menù abbiamo speso 180 euro. Non è economico, certo, ma i prezzi sono rapportati alla qualità delle materie prime offerte, alle porzioni e soprattutto alla grande perizia dello chef.
Se decidete di andare a Santa Severa d’obbligo la tappa al Castello – sito di interesse storico archeologico – che è stato recentemente riaperto al pubblico.
Ristorante Pino al Mare
Via Cneo Domizio n.32
Santa Severa – Santa Marinella (Rm)
Orario: aperto a pranzo e cena – Prezzo medio/alto
Accetta carte di credito SI
Tel. 0766 570027 – 0766 571998
Visita il sito del Ristorante Hotel Pino al Mare
Rientrare a casa tardi, avere poco tempo per cucinare, non possono essere mai delle buone scuse per portare in tavola una cena sciatta o precotta. Oggi vi propongo una ricetta semplice, gustosa e anche di grande effetto, da realizzare con pochi ingredienti e in pochissimo tempo. Millefoglie di spinaci, pancetta e uovo in camicia.
Intanto da dove nasce l’idea. Da buona sarda ho sempre in casa una scorta di pane carasau. È leggero e anche chi ha sempre un occhio sulla bilancia lo può magiare liberamente! Si conserva bene e a lungo ed è veramente versatile.
Ho pensato di realizzare la sfoglia con questo meraviglioso prodotto della mia terra, semplicemente aggiungendo un filo d’olio extra vergine d’oliva e una micro spolverata di sale rosa. Poi un velocissimo passaggio in forno (basteranno 3 minuti sotto il grill) per trasformarlo in quello che molti conoscono come “guttiau”.
Fatto questo, passiamo agli spinaci. Avevo quelli freschi – rigorosamente km zero da Campagna Amica – ma in emergenza vanno bene anche i surgelati. È sufficiente saltarli in padella (senza sbollentarli prima) con pochissimo olio e cipolla bianca (per 500 gr di spinaci ne basterà metà di una di piccole dimensioni perché non deve avere un sapore preponderante).
Poi la pancetta. Ho optato per una di Norcia (oltre a prendere un prodotto di grande qualità comprare i prodotti che vengono dalle aree colpite dal terremoto può essere, nel nostro piccolo, un modo per dare una mano d’aiuto all’economia locale). Tagliatela a listarelle e ponetela sul fuoco medio/alto con una padellina antiaderente. In pochi minuti sarà pronta e croccante. Vi consiglio di evitate di cuocerla troppo a lungo perché diventa salata. Ovviamente per i vegetariani la pancetta può essere eliminata e magari sostituita, per conservare la nota “croccante”, da pinoli leggermente tostati.
A questo punto dovete solo preparare l’uovo in camicia (chiamate anche uova affogate). Un modo sfizioso per gustare le uova perché il tuorlo rimane semi liquido. Adoro l’effetto “inzuppo”! Realizzarlo è veramente semplice. Riempite una pentola piccola (circa 15 cm. di diametro) per tre quarti d’acqua. Aggiungete anche un cucchiaio di aceto di vino bianco. Quanto bolle fate un vortice nell’acqua e al centro fate scivolare l’uovo precedentemente sgusciato (io lo preparo prima in una ciotolina). Basteranno 2/3 minuti di cottura. Trascorso questo tempo scolate con l’aiuto della schiumarola e adagiate le uova su carta da cucina per asciugate l’acqua in eccesso.
Ora tutti gli ingredienti sono pronti. Occorre solo “costruire” la millefoglie alternando spinaci, guttiau e pancetta. Da ultimo, l’uovo con una generosa spolverata di pepe nero macinato fresco e un filo di olio extravergine d’oliva.
E buon appetito!
La Fregula (Fregola) è una tipica pasta sarda secca di semola arricchita dallo zafferano. Qui vi proponiamo una ricetta molto interessante con gli asparagi e la bottarga. Una vera festa di sapori Sardi...
Per quanti di voi non hanno mai sentito parlare della fregula (o fregola) è doverosa una presentazione. È una tipica pasta sarda secca di semola arricchita dallo zafferano.
La Fregula sarda
Confesso che non ho mai provato a prepararla poiché trovo molto più comodo comprarla già pronta (prima o poi credo mi cimenterò) anche se la procedura è semplice, molto simile a quella del cous cous. Richiede quella manualità che si affina con l’esperienza. Oltre agli ingredienti (semola, zafferano e acqua) occorrono due strumenti: la “scivedda” (tipico recipiente in terracotta) e un setaccio dove poter mettere ad asciugare la fregula.
Il procedimento è semplice: mettete nella scivedda (o comunque un contenitore con una base ampia) poco per volta semola e acqua nella quale è stato stemperato lo zafferano. A questo punto entra in gioco la manualità. Perché per creare le tipiche “sfere” della fregula occorre mischiare con movimenti circolari la semola con l’acqua creando dei piccoli granelli. Non appena si sono formati i primi, si aggiunge un’altra spolverata di semola e acqua. Una volta pronti poneteli su un setaccio per togliere l’eccesso di semola. Infine vanno tostati in forno.
Bottarga
Passiamo agli ingredienti necessari per preparare questa festa di sapori sardi.
Ricetta per due persone:
- 160 gr di fregula
- Un bel mazzetto di asparagi
- Mezza baffa di bottarga di medie dimensioni (circa 40 gr)
- 1 scalogno
- Circa un litro di brodo vegetale
- Peperoncino
- 1 spicchio d’aglio
- Olio Evo q.b.
Procedimento:
Pulire gli asparagi privandoli della parte legnosa (basterà esercitare una piccola pressione sul gambo per individuare il punto giusto). A questo punto è importante separare le punte dal resto del gambo perché sono molto delicate e richiedono pochissima cottura rispetto ai gambi.
Fare rosolare in una padella antiaderente con olio evo, uno spicchio d’aglio e peperoncino (qui la quantità è questione di gusto personale), aggiungere i gambi e proseguite la cottura con poca acqua (in alternativa potete prima sbollentarli e poi ripassarli in padella). A metà cottura aggiungere le punte degli asparagi.
A parte, fare rosolare lo scalogno in poco olio evo, aggiungere la fregula e farla tostare (Il metodo di cottura è molto simile a quello del riso). Aggiungere quindi il brodo vegetale un mestolo per volta .
A metà cottura (secondo i tempi indicati nella confezione) aggiungere i gambi e le punte degli asparagi. Terminata la cottura passare alla composizione del piatto aggiungendo una generosa dose di bottarga. Ho scelto di tagliarla a fette, ma potete utilizzare anche quella grattugiata.
Lasciare riposare per qualche minuto così da far fondere meglio i sapori e … buon appetito!
Ecco la ricetta delle Seadas o Sebadas, dolci tipici della tradizione sarda e tipica in particolare del nuorese. Un omaggio ad una regione meravigliosa come la Sardegna
Quella che vi propongo è una ricetta alla quale sono particolarmente affezionata.
Perché mi riporta alla mente tanti ricordi e affetti. Mi rivedo bambina accanto a mia madre, nuorese doc, chemi spiegava come si preparano le seadas. Rivedo quei gesti, quella sapienza delle mani, quell’esperienza che contribuivano a rendere unico e speciale questo dolce tipico della Sardegna.
Una sorta di “raviolone” fritto farcito di formaggio da accompagnare rigorosamente con miele di corbezzolo, dalla tipica nota amarognola, e di castagno, dal gusto intenso.
Va detto che c’è chi non disdegna una generosa spolverata di zucchero per creare il contrasto dolce con il sapido del formaggio.
Per fare le seadad, o sebadas, la ricetta è semplice ma c'è qualche accorgimento da seguire.
Premetto che si possono realizzare sia con il formaggio “crudo” (basterà grattugiarlo) sia con il formaggio cotto e quindi lavorato.
Questa che vi propongo è la ricetta con il formaggio cotto, esattamente come la faceva mia madre.
Ingredienti
Per la “pasta violada”:
- 500 gr semola di grano duro
- 3 cucchiai di strutto
- un pizzico di sale
- un bicchiere di acqua tiepida (qb).
Ripieno:
- 400 gr di formaggio fresco, meglio se di pecora (primo sale)
- 20 gr di semola rimacinata di grano duro
- La scorza di un limone
- 100 gr di acqua
Per friggere:
- olio evo
Per condire:
- Miele di castagno o corbezzolo (qb)
Preparazione:
Preparate la pasta mischiando semola e strutto, aggiungete acqua q.b., fino ad ottenere una pasta liscia e morbida che farete riposare per almeno mezz’ora.
Passiamo ora al formaggio. Come detto, questa è la ricetta con il formaggio cotto.
Tagliatelo a dadini e ponetelo in una ciotola, coperto da un canovaccio, per qualche giorno. Con tre o quattro giorni di stagionatura diventerà più acido e fonderà meglio.
Per capire quando è pronto, basta prendere un dadino di formaggio e passalo sulla fiamma. Se fila, è fatta.
In un tegame capiente ponete il formaggio con la scorza di un limone (o di un 'arancia se preferite), acqua e un pizzico di sale, fatelo sciogliere a fiamma dolce. Se l’impasto risulta acquoso aggiungete la semola.
A questo punto, rovesciatelo su una base inumidita (una teglia da forno andrà benissimo) e create con l’aiuto di un coppapasta le formine che saranno il cuore delle vostre seadas.
Lasciate raffreddare.
Per la dimensione consiglio un diametro di circa 6/7 cm, ma in realtà potete farli anche molto più grandi o più piccoli, in versione, finger food.
Prendete l’impasto e stendetelo finemente. Tagliate dei dischi e ponete al centro il formaggio. Ricoprite e chiudete avendo cura di eliminare l’aria premendo bene i bordi.
Taglia con l’aiuto della rotella.
In una capiente padella friggete le vostre seadas in abbondante olio evo e condite a piacere. Miele o zucchero.
Nel caso non voleste cuocere il formaggio, basterà grattuggiato e metterne una generosa cucchiaiata al centro del dischetto di pasta.
Buon appetito!
Se dovessi descrivere con una sola parola questo ristorante, sicuramente direi “genuino”. Genuino perché i piatti che propone sono autentica espressione di un territorio, la Tuscia, che dal punto di vista enogastronomico ha veramente tanto da dire. Genuino perché la sua cucina, seppur non tutta a chilometro zero, offre quanto di buono arriva dai Monti Cimini, come ad esempio funghi porcini e castagne, secondo le stagioni.
A pochi passi dalla maestosa Abbazia Cistercense di San Martino al Cimino, La Pergoletta è uno di quegli indirizzi che i buongustai devono assolutamente provare.
Il locale è articolato in più sale, interne ed esterne. La location è molto accogliente, tavoli e sedie in legno conferiscono quel tocco che adoro in un ristorante che ha il pregio di farmi sentire a casa. È infatti uno di quei posti dove l’atmosfera familiare, oltre alla cucina, rendono piacevole una cenetta a due ma anche una bella tavolata tra amici.
D’inverno vi consiglio la sala con la griglia a vista. Potrete apprezzare la maestria dei cuochi alle prese con la carne alla brace (ottimi l'agnello e la selvaggina).
Da diversi anni questo ristorante per me rappresenta una tappa d’obbligo nel viterbese e anche in quest'ultima occasione mi ha decisamente soddisfatto. La loro cucina, solo apparentemente semplice, non è affatto scontata e propone piatti molto sfiziosi ad iniziare dagli antipasti.
Per il nostro pranzo abbiamo scelto una insalata di funghi porcini. Nota positiva, ci è stato immediatamente spiegato che i porcini erano piemontesi (data la stagione non potevano essere locali). Erano accompagnati da rucola e scaglie di parmigiano. Altra nota positiva, le porzioni: il piatto poteva facilmente bastare per due persone.
Insalata di funghi porcini
Come secondo antipasto, abbiamo assaggiato i crostini con cicoria e Taleggio. Se potete disporre di cicoria selvatica, quella amarognola, vi consiglio di provare questo abbinamento perché è semplicemente strepitoso.
Tagliolini al tartufo estivo
E un piatto di lombrichelli al ragù di Chianina.
Lombrichelli al ragù di Chianina
Per chi non li conosce, i lombrichelli sono una pasta molto semplice, fatta con acqua e farina, dalla consistenza spessa e callosa che ben si abbina a condimenti importanti, come appunto un ragù di squisita Chianina.
Per accompagnare il tutto, abbiamo scelto il vino rosso della casa ma c’è anche una buona carta dei vini.
Per finire, l’agrumello: un insolito e goloso digestivo, rigorosamente fatto in casa, che racchiude i sapori di tutti gli agrumi, dal limone all'arancia, dal pompelmo al mandarino.
Non abbiamo preso dolci, ma la scelta non manca.
In due abbiamo speso 58.50 euro. Decisamente un ottimo rapporto qualità prezzo che non è scontato trovare. Per me questo indirizzo rappresenta una certezza se siete da queste parti. Consigliato.
La Pergoletta
Via Andrea Doria, n.38
San Martino al Cimino (Vt)
Tel. 0761 378666
Accetta carte di credito: SI
Orario 12.00 – 15.00 /19.00 – 23.00 (mercoledì chiuso)
Prezzo Medio
Visita il sito web della Pergoletta