Torno nel Sannio beneventano. Puglianello è un piccolo e tranquillo borgo della Valle telesina situato quasi ai confini con la provincia di Caserta. Il suo centro storico raccolto e semplice, si sviluppa intorno all’imponente Castello baronale. Proprio a pochi passi da questo austero e suggestivo maniero, c’è un indirizzo che rappresenta una vera stella polare, un punto di riferimento per gli amanti del buon cibo e del “bien vivre”: il Foro dei Baroni. La storia di questo luogo ha origine una ventina di anni fa grazie all’intuizione dello chef Raffaele D’Addio e di suo fratello Mario. Raffaele è spesso in giro per consulenze ed eventi. Ne è passato di tempo ma il Foro dei Baroni è sempre lì e negli anni si è evoluto grazie al suo team e ai suoi collaboratori, è cresciuto rappresentando un “unicum” nel panorama gastronomico sannita e campano.
Il Foro dei Baroni. Puglianello - Insegna Esterna
Ma comincio dalla location, particolare e raffinata: un antico casale con giardino recuperato con amore e perizia. L’arredo è sobrio e curato, ogni dettaglio, ogni pietra, ogni tavolo, ogni seduta, tutto è studiato per offrire un’atmosfera particolare e bellissima. Il locale si divide in due ambienti, l’arredo è rustico ma essenziale e curato, sobria anche la mise en place. L’Osteria si arricchisce la sera, offrendo oltre alle proposte di cucine anche la pizza, realizzata con un impasto diretto lavorato a regola d’arte dal pizzaiolo Vladymyr. Torneremo di sicuro anche a provare la pizza qui al Foro dei Baroni. Molto gradevole anche lo spazio esterno dove la sera, durante la bella stagione si può cenare.
Il Foro dei Baroni. Puglianello - Dettaglio
Il Foro dei Baroni si identifica come “osteria d’entroterra”, e mai definizione fu più calzante e precisa. Il motivo è semplice: esaltare e celebrare la cucina sannita fatta di sapori semplici come concetto, piatti della tradizione ma debitamente rivisitati e caratterizzati da una meticolosa e costante ricerca delle materie prime. In cucina c’è il talentuoso chef Agostino Vessella con la sua brigata. Ad accoglierci la gentile e professionale Giusy. Arriviamo per tempo dopo aver prenotato, ci accompagnano al nostro tavolo. Il menù è studiato in ogni dettaglio, un piccolo compendio del territorio sannita: piatti scelti, prodotti selezionati e materie prime ed eccellenze del territorio sannita come il meraviglioso prosciutto della non lontana Pietraroja (tanto per citarne uno). Ordiniamo da bere una minerale e due calici di Versacrum Barbera del Sannio DOP di Masseria Vigne Vecchie di Solopaca. Questo rosso è sorprendente, ottenuto da uve Barbera in purezza, si presenta di un bel colore rosso rubino, sentori di frutti rossi e lievi note floreali. Al gusto è pieno, armonioso e con un tannino con prepotente. Davvero un gran vino sannita.
Samnes Sannio Barbera Versacrum della Masseria Vecchie Vigne
Intanto arrivano i loro pani artigianali. Che bontà…..
I pani
Cominciamo con gli antipasti. Prima ho accennato al prosciutto di Pietraroja, meraviglioso quanto difficile da trovare, a meno che tu non vada nel piccolo comune montano di Pietraroja (che è comunque sempre una bella idea). Non potevo non assaggiarlo. Viene presentato con i loro grissini handmade con semi di sesamo e papavero. Una vera poesia, il prosciutto era dolce ma al contempo sapido e si scioglieva letteralmente in bocca. Che meraviglia….
Prosciutto di Pietraroja con grissini ai semi di sesamo e papavero
Poi ecco la Scagnuzzella, una sorta mix tra una bruschetta e una fresellina, tipica del comune di San Lorenzello, presentata con acqua di pomodoro affumicato alla base, due pomodori confit cotti a bassa temperatura, ricotta di mandorle e pomodoro occhio di bue. Proposta fresca e interessante.
La scagnuzzella con acqua di pomodoro, datterini confit, pomodoro cuore di bue e ricotta alle mandorle
Raggiungiamo l’empireo con la loro Parmigiana fatta con melanzana in doppia cottura (prima fritta, poi al forno), alla base una salsa, quasi spuma di pomodoro, fonduta di mozzarella di bufala, tempura e germogli di basilico. E che vuoi dire ad un piatto così. Davvero complimenti. Non sarà elegante ma sono stato quasi costretto alla scarpetta.
La Parmigiana del Foro dei Baroni con melanzana in due cotture
Gli antipasti non hanno fatto altro che alzare l’asticella dell’aspettativa. I primi che abbiamo scelto dalla carta sono i ravioli di faraona con erbe di campo e scaglie di provolone del Monaco. Semplicemente deliziosi, e perfettamente equilibrati con una sorprendente farcitura di faraona che nobilita un piatto da applausi.
Ravioli di faraona con erbe di campo e scaglie di provolone del Monaco
Non da meno la pasta mista mantecata con salsa di pomodoro giallo, pomodorini selvatici e pomodoro verde. Un piatto davvero intrigante, ho apprezzato molto la scelta dello chef Agostino Vessella di optare per la pasta mista che normalmente siamo abituati ad utilizzare per altre ricette. Poi l’idea di preparare un piatto ai pomodori senza il pomodoro rosso è vincente. Il sapore deciso ed estivo rendono questo piatto vincente.
Pasta mista ai pomodori
Prendiamo anche un secondo in due e la mia scelta cade sulla picanha di manzo cotta a bassa temperatura con spaghetti di zucchine alla scapece e gel di salsa ponzu. La picanha è un taglio che adoro, questa è eccellente, morbida, “succosa”, saporita accompagnata egregiamente dalle zucchine alla scapece tagliate a mo’ di spaghetti e bella l’idea dello chef di metterci un tocco di oriente con il gel di salsa ponzu (salsina utilizzata normalmente nella cucina giapponese a base di succo di lime, aceto di riso, salsa di soia e dashi).
Picanha di manzo con spaghetti di zucchine alla scapece e salsa ponzu
Possiamo non chiudere il nostro pranzo al Foro dei Baroni con un bel dessert? Certo che no ! E infatti scelgo la loro versione della ricotta e pera: deliziosa. In pratica un biscotto tipo lingua di gatto cotto al forno a forma di cannolo, ripieno di crema di ricotta e pera.
Ricotta e pera del Foro dei Baroni
Accompagniamo il dessert con due distillati alla mela annurca. Del resto Sant’Agata de’ Goti e Valle di Maddaloni (luoghi dove la mela annurca è coltivata) sono vicine. E chiedo il conto. Costo del nostro pranzo al Foro dei Baroni è stato di 60 euro a persona.
Il Foro dei Baroni a Puglianello è un luogo imperdibile. La location è particolare e bellissima, un antico casale con giardino ristrutturato con cura, amore e attenzione ai dettagli, a pochi passi del Castello dei Baroni di Puglianello nel centro storico.
La creatura dello chef Raffaele D’Addio gode di ottima salute, grazie ad un progetto ben definito che parte dalla valorizzazione e rivisitazione dei piatti del territorio in chiave contemporanea con una scelta e selezione meticolosa e accurata di prodotti e delle materie prime. La brigata di cucina sa il fatto suo, in cucina lo chef Agostino Vessella mostra tutto il suo talento e padroneggia e mixa alla grande tecnica e passione. La sua versione della parmigiana me la ricorderò a lungo, così come quella pasta mista mantecata con salsa di pomodoro giallo, pomodorini selvatici e pomodoro verde. I ravioli farciti di faraona alle erbe e scaglie di provolone del Monaco da soli valgono la visita. Il servizio è preciso e puntuale, fantastica l’accoglienza di Giusy in sala. Corretto il rapporto qualità – prezzo e comunque adeguato al contesto. Tornerò a breve a provare la loro pizza di cui si dice un gran bene. Il Foro dei Baroni non può mancare nella nostra guida sul web di quelli che sono gli indirizzi da non perdere. Eccellenza sannita.
Il Foro dei Baroni
Via Chiesa n.2
Puglianello (Bn)
Tel. 0824 946033
Visita il sito web del Foro dei Baroni
Ogni anno di solito faccio tappa a Vieste. Questo è uno dei miei luoghi del cuore. In generale amo il Gargano, territorio allo stesso tempo aspro e generoso, intriso di storia, tradizioni, leggende, una natura rigogliosa e un mare cristallino. Vieste poi, con il suo centro storico a picco sul mare, conserva un fascino incredibile. E’ bello passeggiare tra vicoli e stradine, tra scalinate e palazzi antichi, piazzette e scorci da cartolina. Proprio nel centro storico viestano nei pressi del Duomo c’è uno dei miei ristoranti preferiti. Più volte ho raccontato dell’Osteria Al Duomo e della cucina dello chef Vincenzo Bua e lo faccio anche stavolta, perché tornarci è stata per me una meravigliosa esperienza gastronomica ed emotiva.
Osteria al Duomo. Vieste - Ingresso
Un vicoletto con delle scale ci porta all’Osteria Al Duomo. La prima cosa che cattura l’occhio è la struttura del locale, unica nel suo genere: un edificio che risale addirittura al ‘400 recuperato a regola d’arte, con attenzione ai dettagli e a quella che era la sua struttura originaria. Ci sono quattro salette in pietra viva, più una quinta distaccata che si raggiunge attraversando il vicoletto. Noi ci accomodiamo proprio in quest’ultima, deliziosa e intima, anche qui c’è il pavimento con le chianche (originali d’epoca), pietra dovunque e un arredamento sobrio, semplice e adeguato al contesto. Come al solito diamo uno sguardo al menù, l’ho trovato ancora più ricco e studiato. Chiaramente dominano le proposte di pesce, ma anche chi ama la cucina di terra troverà cose interessanti. Da bere ordiniamo una minerale e due calici di Tuffetto, rosato biologico di Tenute Lu Spada, ottenuto da uve Negroamaro in purezza, questo rosato dal colore ammaliante si presenta fresco, piacevolmente fruttato con sentori di frutti rossi, spezie e con una spiccata personalità. Scelta perfetta per la nostra cena.
Tuffetto Rosato Salento IGT biologico Negroamaro di Tenute Lu Spada
Cominciamo con due antipasti, il polpo in doppia conttura su maionese dell’acqua sua stessa. Spesso quando vengo qui assaggio il polpo, semplicemente divino, morbido, umido, gustoso, l’accompagnamento con la mayo è originale, infatti la maionese è fatta esclusivamente con l’acqua di cottura del polpo e senza uova. Davvero un gran piatto.
Polpo in doppia cottura su maionese dell'acqua sua stessa
L’altro antipasto è davvero particolare, ricordo di parmigiana, in pratica delle baby melanzane a barchetta farcite con parmigiana e polpa di gambero rosa.
Ricordo di parmigiana
La nostra cena scorre via che è una meraviglia: l’atmosfera intima e raccolta della sala, la pietra, la luce soffusa, la candela al tavolo rendono l’attesa dei primi decisamente piacevole. Ed eccoli i primi che abbiamo scelto. Troccoli all’essenza di mare. Piatto che ormai è diventato un cult, da sempre presente in carta. Ha cambiato nome negli anni ma la sostanza è sempre la stessa: troccoli (pasta tipica pugliese) con ogni ben di Dio che il mare ci dona, vongole, cozze, totani, moscardini, gamberi e via dicendo. A chiudere il tutto dei piacevolissimi cristalli di pane aromatizzato croccante che regalano un minimo di “crunch”. Una vera bontà …Non a caso questo è uno dei piatti più amati dai clienti e dagli ospiti dell’Osteria Al Duomo.
I buonissimi troccoli essenza di mare
L’altro primo per me è stata una rivelazione, un risotto ai due crostacei con scampi, mazzancolle, crema di burrata affumicata e limone femminiello del Gargano. Una vera poesia.
Risotto ai due crostacei dello chef Vincenzo Bua
Prendiamo anche un secondo in due e la nostra scelta cade su tonno rosso pinne gialle con semi di sesamo e crema pasticcera salata, ketchup di datterino e salsa di peperone rosso. Il tonno è divino, fresco, esaltato da questa crema pasticcera salata e dal ketchup di pomodoro e salsa di peperone a donare un gusto più rustico. Chapeau.
Tonno rosso pinna gialla con semi di sesamo, crema pasticcera salata, ketchup di datterino e salsa di peperone rosso
Saltiamo il dessert. Prendiamo due bicchierini di limoncello artigianale fatto dallo chef Vincenzo Bua. Un signor limoncello, quasi uno sciroppo, servito freddo in bicchierino ghiacciato. Così si fa.
Limocello artigianale ghiacciato dello chef Vincenzo Bua
Chiediamo il conto e paghiamo per la nostra cena poco più di 40 euro a persona.
Sono tornato all'Osteria al Duomo nel cuore della Vieste antica ed è stata una conferma assoluta. Il locale è meraviglioso, una location unica nel suo genere ubicata in un edificio risalente addirittura al ‘400. Dominano la pietra ed il legno. Questo è il regno della famiglia Bua. Lo chef Vincenzo, grande talento, presenta proposte di grande livello, abbinamenti studiati, materie prime di assoluta eccellenza, pescato fresco cucinato a regola d’arte, grande cura nella presentazione dei piatti. Il polpo in doppia cottura su maionese dell’acqua sua stessa è buonissimo, i troccoli essenza di mare da soli valgono il viaggio, così come il risotto ai due crostacei, un piatto che ricorderò a lungo.Complimenti allo chef Vincenzo Bua, coadiuvato in cucina dalla sua brigata e da sua moglie la dolce Isa . Il servizio poi come al solito è stato impeccabile, Pasquale in sala è un perfetto Cicerone, Natalia e Anna instancabili e presenti. Fornita la carta dei vini con etichette interessanti (molte ovviamente pugliesi) e interessante la carta dei distillati. Ho trovato corretto il rapporto qualità prezzo. Magari sembrerò ripetitivo, ma lo dicevano i latini “Repetita iuvant”. Ribadisco il mio giudizio e sottoscrivo ciò che ho sempre scritto. L’Osteria Al Duomo è tappa irrinunciabile. Se sei a Vieste e dintorni non fartela scappare.
Osteria Al Duomo
Via Alessandro III n. 23
Vieste (Fg)
Tel. 0884 708243
Visita la pagina Fb dell’Osteria Al Duomo
Ci sono dei luoghi capaci di trasmettere emozioni, vuoi per la proposta gastronomica, vuoi per la location, vuoi per quella strana alchimia che invita alla convivialità e allo star bene. Rocco Caggiano a Grottaminarda mette insieme tutte e tre queste componenti. Per noi venire da Rocco Caggiano è sempre un’esperienza meravigliosa. Siamo stati forse i primi a raccontarti di questo posto, della meravigliosa carne che puoi gustare qui, dell’amore che Rocco, Iole e tutto il team mettono in questo progetto, della filosofia che c’è dietro. Di tutto ciò andiamo fieri, perché sono tantissimi i nostri lettori e follower che hanno scoperto questo luogo e se ne sono innamorati. Sono convinto che questo sia uno di quegli indirizzi che restano nella memoria, infatti è uno dei miei preferiti in assoluto.
Rocco Caggiano. Grottaminarda - Particolare Esterno
Rocco Caggiano è un vero gioiello, a partire dalla location. Cenare in una ex dogana aragonese del 1467 è qualcosa di magico. Tutto è stato recuperato con amore e competenza. Il suo restauro è stato certosino e incredibile. Domina la pietra, una pietra che rassicura e racconta, e poi il legno a cominciare dalle antiche e stupende doghe del pavimento provenienti dalla Toscana. Il locale si sviluppa in due ambienti, uno superiore con cucina e forno Josper a vista ed uno al piano inferiore a cui si accede attraverso delle scale (ovviamente) in pietra. La sala inferiore è una sala "cantina" e c’è anche una sorta di “caveau”, una dispensa con salumi, formaggi e conserve. C’è anche un piccolo spazio esterno dove durante la bella stagione si può stare all’aperto.
Dispensa con salumi e formaggi
A rendere ancora più magico il tutto, il tocco di Iole (la moglie di Rocco), vera anima di questo luogo, la scelta sapiente e appassionata degli utensili, degli oggetti, le sedie, i tavoli di recupero e la scelta di un’illuminazione calda e discreta regalano davvero sensazioni uniche. Per non parlare della mise en place: meravigliosa......
La fantastica mise en place di Iole
Stare qui da Rocco Caggiano ti dà proprio l’impressione di essere “altrove”, fuori dal tempo, in un luogo dove regna sovrana ...l’emozione.
Rocco Caggiano. Grottaminarda - Insegna Esterna
Chiaramente l’emozione continua anche a tavola. Cominciamo col dire che il locale si trova proprio accanto alla Macelleria di famiglia, quindi la tradizione e l’amore per carne sono radicati nel tempo. Rocco ha portato al progetto un “plus”, la sua sapienza nel saper scegliere la carne e le materie prime, anche le verdure. Tutto parte dalla collaborazione con agricoltori e allevatori selezionati in modo quasi scientifico. L’altra grande dote di Rocco è il saper padroneggiare la sapiente arte della frollatura, perché di arte si tratta. Dietro c’è tanto studio, tanta passione e un aggiornamento continuo. Venire qui significa entrare in un mondo a parte, anche per quello che riguarda la cucina. Tutto infatti (dall’antipasto al dolce) viene braciato e cotto sul fuoco del mitico Josper. Cucina sul fuoco quindi, una sorta di richiamo ancestrale e primordiale.
Rocco Caggiano - Ingresso
Ci accomodiamo al nostro tavolo e diamo uno sguardo al menù. La carta di Rocco Caggiano meriterebbe un articolo a parte, perché è un piccolo compendio, qui puoi scoprire le caratteristiche e le particolarità delle carni che andrai a scegliere e degustare. La carta è un inno alla gioia per i meat lovers. Oltre agli antipasti, i mitici taglieri e le proposte denominate cucina sul fuoco, il pezzo forte è la carne. Qui trovi davvero il meglio, dalla Chianina IGP alla Marchigiana Igp, dalla Podolica alla Maremmana, dalla Bruna alla Modicana, e poi anche carni dal mondo come il pregiato Wagyu di Kobe e ancora i filetti (Frisona, Rubia Gallega, Simmenthal, Angus) e via discorrendo... Ci vorrebbe un capitolo a parte solo per illustrarti la carta. Insomma se ami la carne, qui da Rocco Caggiano avrai di che godere. Intanto ci servono un graditissimo entreé: acqua aromatizzata al limone e rosmarino e pane raffermo al Josper con della bietola braciata e una crema di peperoni.
Entreé - Pane raffermo al Josper con bietola braciata e crema di peperoni
Da bere ordiniamo una minerale e un calice di Taurasi “Padre” DOCG dell’azienda La Cantina di Enza, un vino poderoso, il fiore all’occhiello di questa cantina artigianale che ha sede a Montemarano. Il Taurasi della Cantina di Enza ha una spiccata personalità con sentori di frutta rossa, prugna ma anche liquirizia. Un rosso intenso e strutturato con un bel tannino e belle note minerali. Scelta meravigliosa…
Taurasi Padre della Cantina di Enza
Ogni cena qui da Rocco per me comincia con il tagliere. E allora via alle danze! Cominciamo con il mitico tagliere della casa. Anche i salumi qui sono speciali: culatello, capocollo, guanciale, salsiccia e soppressata. Il culatello era paradisiaco, lavorato a regola d’arte, dolce al palato, per non parlare del guanciale. Che profumo e che bontà….
Il meraviglioso tagliere di salumi di Rocco Caggiano
Accompagniamo i salumi con il pane azzimo al Josper (e credimi, ci stanno divinamente insieme…).
Pane Azzimo al Josper
Gustiamo poi un piatto tipico dell’Alta Irpinia (la zona di Lioni, Teora) la Tommacella, in pratica una sorta di polpettina fatta con guanciale, pepe, formaggio, rafano. Davvero particolare e gustosa. Una chicca della tradizione…
Tommacella dell'Alta Irpinia
Poi chiudiamo il trittico di antipasti con l’uovo di Paolo Parisi (vera eccellenza) al Josper con la ciambottella grottese. Per chi non lo sapesse, la ciambottella (A’ Ciambuttell) tipica di Grottaminarda è una ricetta che in ogni famiglia grottese che si rispetti non può mancare, in pratica è un sugo con cui si può condire la pasta o che si può gustare come contorno o per le bruschette fatto con pomodori, peperoni (rossi e verdi), aglio, peperoncino e basilico.
Uovo di Paolo Parisi con ciambottella di Grottaminarda
E’ il momento della carne. Opto per una tagliata di pezzata rossa, allevata in Irpinia, con grasso molto saporito, una carne con 160 giorni di maturazione. Quindi una frollatura importante che dona alla carne qualità incredibili: la carne diventa altamente digeribile, morbida, i grassi esaltano il sapore della carne. Davvero una poesia.
Tagliata di pezzata rossa
Come contorno ecco le mitiche verdure braciate al Josper. I peperoncini verdi….
Peperoncini verdi braciati al Josper
Le melanzane che sono divine cotte così, perché viene fuori proprio il loro sapore naturale e la particolarità del sedano braciato al Josper.
Melanzane braciate al Josper
Chiudiamo in bellezza con un tiramisù alla fragole. Un dolce che crea dipendenza…..meraviglioso.
Tiramisù alle Fragole
Accompagno il dolce con un bicchierino di di Chartreuse Verte, liquore francese che adoro, creato in un’antica Abbazia d’oltralpe, e ottenuto dall’infusione di oltre 130 diverse tipologie di piante officinali.
Liquore francese Chartreuse Verte
Chiediamo il conto e paghiamo intorno ai 65 euro a persona per la nostra esperienza da Rocco Caggiano.
Rischio di ripetermi ma corro volentieri il rischio. Rocco Caggiano si conferma alla grande nella nostra guida sul web tra i migliori indirizzi. Questo è un piccolo gioiello, un meraviglioso scrigno che ti farà vivere emozioni vere, partendo dalla location davvero particolare: una ex dogana aragonese del 1467 dove anticamente i pellegrini e i viandanti si riposavano e rifocillavano. Il locale è unico nel suo genere. Domina la pietra e poi c’è il legno. Ogni utensile, ogni sedia, ogni tavolo, ogni dettaglio è studiato nei particolari. Poi c’è la parte gastronomica che non è da meno. Qui chi ama la carne troverà il suo Paradiso in terra: tagli scelti, lavorati a regola d’arte, la sapiente arte della frollatura che Rocco Caggiano padroneggia in modo sublime e un metodo di cottura “sul fuoco” grazie al Josper che dona ad ogni piatto un plus incredibile. Il servizio è impeccabile e professionale. Buona la carta dei vini e distillati. Piccola raccomandazione: all’interno ci sono poco meno di una quarantina di posti, quindi il mio consiglio è quello di prenotare sempre per tempo. Rocco Caggiano a Grottamninarda è un indirizzo imperdibile. Poesia della carne e magia ancestrale del fuoco.
Rocco Caggiano Braceria
C.so Vittorio Veneto, n.320
Grottaminarda (Av)
Tel. 351 753 2244
Visita la pagina Fb di Rocco Caggiano
Avevo segnato in agenda da un po’ Bistrò 58 a San Giorgio del Sannio, avevo sottolineato questo indirizzo che stuzzicava la mia curiosità perché me ne aveva parlato bene un collega giornalista, invitandomi più volte a provare per poi raccontare al nostro pubblico. Visto che eravamo in zona non ci siamo lasciati scappare l’occasione di provare la loro proposta gastronomica. Bistrò 58 si trova a San Giorgio del Sannio a poche centinaia di metri dall’uscita di San Giorgio del Raccordo A-14 per Benevento. La posizione è quindi comoda, oserei dire strategica, il locale si raggiunge facilmente. Altra nota lieta è la presenza di un ampio parcheggio privato, quindi non avrai mai problemi anche trovare un posto per l’auto. La struttura è interessante, un bistrò raffinato ma senza eccessi, curato, con una bella sala interna, un arredo “contemporaneo” che guarda al moderno e uno spazio esterno dove durante la bella stagione si può cenare piacevolmente all’aperto. A fare da Cicerone c’è Pierangelo, il titolare (insieme alla moglie Maria, la chef di cui poscia scriverò). Pierangelo è gentile, preparato, sorridente. Ci accompagna al nostro tavolo e ci porta la loro carta.
Bistrò 58. San Giorgio del Sannio - Insegna Esterna
La prima cosa che noto è la presenza di pochi piatti (quattro antipasti, tre primi, tre secondi e i dessert), scelta coraggiosa ma intelligente. Segno che qui la cucina è espressa e si basa sui prodotti di stagione sempre freschi. Il menù cambia di tanto in tanto, esce qualche piatto ne entra un altro, il tutto con il passare dei mesi e delle stagioni. In attesa di scegliere arriva il pane, i loro grissini artigianali (ottimi) e delle graditissime frittelle di fiori di zucca, davvero di ottima fattura, il fritto era asciutto, non unto.
Frittelle di fiori di zucca
Da bere Pierangelo ci consiglia un rosato piemontese: Tinetta La Bollina un rosato ottenuto da uve Nebbiolo in purezza, un vino particolarissimo per le sue note fruttate e floreali.
Rosato Tinetta di La Bollina
Cominciamo con gli antipasti, ordiniamo due parmigiane di branzino, zucchine, mozzarella, pesto di pistacchi e salsa di burrata. La parmigiana di zucchine e branzino è stata una rivelazione, gustosa, equilibrata grazie alla nota sapida e marina del branzino che va a nozze con il dolce delle zucchine.
Parmigiana di branzino, zucchine e mozzarella con pesto di pistacchi e salsa di burrata
Poi altri due antipasti, prendiamo l’uovo pochè su nido di pasta Kataifi, salsa di parmigiano e pancetta croccante. Che delizia questo ovetto in camicia nel suo accogliente nido di pasta Kataifi! Delicato, gustoso, morbido.
Uovo pochè, nido Kataifi, salsa al parmigiano e pancetta croccante
La salsa di parmigiano bella sapida e saporita conferisce all’uovo una spinta in più. A completare il tutto la nota croccante della pancetta. Qui abbiamo dovuto cedere alla scarpetta. Non sarà il massimo dell’eleganza ma chissenefrega.
Uovo pochè, nido Kataifi, salsa al parmigiano e pancetta croccante - Dettaglio
Decidiamo di gustare anche un peperone ‘mbuttunato con pane, olive, capperi, mandorle, pomodorini e basilico. Il peperone tagliato a tocchetti a mo’ di “sushi di terra” è delizioso, nobilitato da un generoso ripieno ed esaltato dalla sua voluttuosa cremina.
Peperone 'mbuttunato con pane, olive, capperi, mandorle, pomodorini e basilico
Gli antipasti ci hanno soddisfatto in pieno. Le nostre aspettative crescono in maniera esponenziale in attesa dei primi. Abbiamo scelto un piatto di linguine con acciughe del Cantabrico, pane, limone e nocciole. Un piatto “fresco”, uno dei must di Bistrò 58, non a caso è presente da anni in carta.
Linguine con acciughe del Cantabrico con pane, limone e nocciole
Così come nel menù fa capolino spesso la mezza manica rigata con il ragù di polpo e la spuma di provola. Il ragù di polpo è paradisiaco, delicato, una sorta di “bolognese di mare” stemperata dalla spuma di provola. Davvero un gran piatto. Complimenti.
Mezze maniche rigate con ragù di polpo e spuma di provola
I secondi che abbiamo gustato non sono da meno. Il baccalà confit in crosta di pane, coulis di pomodoro, salsa di datterino giallo e olive nere è oggettivamente super. Fantastico il baccalà, sapido il giusto, si sfogliava in modo sublime e veniva esaltato dalla salsa di datterino con la sua nota finale dolce.
Baccalà confit in crosta di pane, coulis di pomodoro, salsa di datterino giallo e olive nere
L’altro secondo invece è una proposta di carne. Il filetto di maiale lardellato con salsa di arachidi e coleslaw. Intrigante l’abbinamento del maiale fatto in doppia cottura con la salsa di arachidi. Vincente anche la scelta dell’insalata coleslaw (insalata di cavolo, carote con una deliziosa salsina di yogurt magro, senape ed erba cipollina). Il coleslaw è un contorno di origine irlandese che esalta la carne (soprattutto di maiale).
Filetto di maiale lardellato con salsa di arachidi e coleslaw
Chiudiamo la nostra cena in dolcezza con dei dessert davvero intriganti: lingotto al cioccolato con parfait di fondente, ganache di cioccolato bianco e mousse di cioccolato al latte. Un vero trionfo “cioccolatoso” meraviglioso per tutti ma in particolare per i choco-lovers.
Lingotto al cioccolato
Decisamente interessante la crema al mascarpone con le madeleine e lemon curd. Una proposta delicata e fresca.
Crema al mascarpone con le madeleine e lemon card
A chiudere il nostro trittico di dolci una tortina su biscotto di nocciola e cereali con confettura bio alle albicocche e crema alla vaniglia.
Tortina con confettura di albicocche e crema alla vaniglia
Accompagniamo il dessert con un liquorino artigianale all’amarena e chiediamo il conto. Paghiamo per la nostra cena da Bistrot 58 poco più di 55 euro a persona.
Bistrò 58 è stata decisamente una piacevole scoperta e si trova a San Giorgio del Sannio in posizione comoda, (poche centinaia di metri dall’uscita di San Giorgio del Raccordo dell’A-16 per Benevento). La location è gradevole, raffinata ma senza eccessi, l’atmosfera invita alla convivialità. Interessante anche lo spazio esterno dove poter cenare durante la bella stagione. Il menù presenta poche pietanze ma curate e studiate alla perfezione, una carta dunque che segue la stagionalità e la disponibiltà di prodotti e materie prime. Pierangelo è un perfetto padrone di casa, gentile, affabile, preparato sempre pronto a spiegare pietanze e proporre vini in abbinamento. In cucina la chef Maria Serino (Chef Onires) sa il fatto suo: passione, preparazione, un'ottima tecnica di base e il tocco femminile che rende tutto più bello. La sua cucina è un inno alla gioia. L’uovo pochè su nido di pasta Kataifi, salsa di parmigiano e pancetta croccante da solo vale il viaggio, la parmigiana di branzino e zucchine è poesia. Le linguine con acciughe del Cantabrico, pane, limone e nocciole restano nella memoria (non a caso questo piatto è presente da anni in carta). Tra i secondi merita una menzione il filetto di maiale lardellato con salsa di arachidi e coleslaw. Ottimi i dolci sempre fatti dalla chef. Servizio puntuale e preciso. Bistrò 58 entra nella nostra guida sul web di quelli che sono a parer nostri gli indirizzi da non perdere. Rivelazione.
Bistrò 58
Via dei Sanniti, n.58
San Giorgio del Sannio (Bn)
Tel. 329 157 2110
Visita la pagina Fb di Bistò 58
Siamo tornati a distanza di qualche tempo alla Taverna Brudi a Pozzuoli. Questo è il regno di Dino Cola, titolare e chef di questa fantastica osteria di mare dove torno sempre volentieri. Ebbene sì, per me la Taverna Brudi è come quegli amici di vecchia data che ritrovo sempre con piacere e so che non mi deluderanno mai. Ma andiamo per gradi, è una Domenica caldissima, abbiamo deciso di pranzare a base di pesce e per l’occasione siamo tornati dal simpatico e talentuoso Dino nella sua Taverna Brudi. Abbiamo prenotato il giorno prima e siamo stati fortunati a trovare un tavolo. Ti consiglio soprattutto nel weekend di prenotare sempre con qualche giorno di anticipo per avere la certezza di trovare posto. Il locale si raggiunge con grande facilità, si trova infatti in Via Artiaco, vicino all’uscita della tangenziale di Pozzuoli Via Campana e cosa importante, dispone anche di un parcheggio privato antistante alla struttura. All’interno il locale è davvero accogliente, l’ambiente è luminoso, c’è una grande sala, un’altra con una bella vetrata e il tutto regala una sensazione di piacevole familiarità e convivialità. Qua e là sulle pareti ci sono richiami marinareschi, belle le sedute e la mise en place è semplice ma curata. C’è anche un gradevole spazio esterno e da cui si vede in lontananza il mare. Qui la sera si può cenare in un’atmosfera davvero suggestiva.
Taverna Brudi. Pozzuoli - La bella insegna all'ingresso del locale
Ci accoglie Dino Cola con il suo sorriso, passa a salutarci prima di rituffarsi in cucina. Noi siamo in quattro. Diamo uno sguardo di ordinanza alla carta. Ci sono gli antipasti, tra questi spiccano i crudi (il piatto di crudo completo è davvero meraviglioso), e poi le tartare, la tagliatella di gambero e le due proposte di antipasto della Taverna Brudi (gli antipasti freddi e caldi). Poi ci sono ben dodici proposte di primi e dodici secondi (ti consiglio di chiedere sempre se lo chef Dino ha previsto anche qualche piatto fuori menù, che spesso c'è proprio in base alla diponibilità del pescato e delle materie prime). Poi contorni e dessert. Insomma per gli amanti della cucina di mare c’è davvero l’imbarazzo della scelta. In attesa di decidere ecco che arriva un graditissimo aperitivo di benvenuto: un crostino con pesto di polpo e rucola, davvero fresco e stuzzicante.
Crostino con pesto di polpo e rucola
Poi delle frittelline calde calde ad accompagnare un calice di bollicine.
Frittelle calde calde
Noi cominciamo ordinando una minerale e una bottiglia di Vermentino di Sardegna DOC Blu della Cantina Santa Maria La Palma. Un bianco ottenuto da uve Vermentino in purezza prodotto ad Alghero, quindi un vino che racconta in qualche modo il mare, di un bel colore giallo paglierino, una piacevole nota fruttata, asciutto, e con una bella nota quasi salina.
Vermentino di Sardegna DOC della Cantina Santa Maria La Palma
Ordiniamo gli antipasti, cominciamo con i freddi: polpo e patate, seppie con peperoni e olive ed un crostino con salmone in agrodolce. Gradevole il polpo (morbidissimo) che si abbina a meraviglia con i tocchetti di patate, spettacolare la seppia con i peperoni. Il crostino di salmone in agrodolce chiude una tripletta di assoluto rilievo.
Polpo con patate, seppie peperoni e olive e crostino tostato con salmone in agrodolce
Se gli antipasti freddi ci hanno conquistato, i caldi non sono da meno, a partire da una commovente e buonissima parmigiana di tonno. Sarà che ho un debole per le melanzane, ma preparate così e abbinate al tonno sono sublimi. Complimenti Dino! Le cozze gratinate ti portano al mare con il loro sapore intenso, i bocconcini di alici ripieni di crema di porro sono una piccola chicca.
Parmigiana di tonno, bocconcini di alici ripieni su crema di porro e tegamino di cozze gratinate
Non possiamo non gustare anche una tartare di tonno, l’avevo vista servita al tavolo vicino al nostro e ho saputo resistere. Abbiamo fatto bene, la tartare era meravigliosa, il tonno freschissimo, abbinato in modo sublime con mango e arancia a donare freschezza insieme alla misticanza.
Tartare di tonno con misticanza, arance, mango e crostini
Come primi ordiniamo un bel risotto alla Pescatora, mantecato alla perfezione, profumato, equilibrato e generoso.
Risotto alla pescatora
Poi due piatti di bombardoni con cozze, zucchine e gamberetti. Particolare è già la scelta del formato di pasta, i bombardoni sono in pratica dei pennoni grandi che sono perfetti per questo piatto. Questa è una proposta presente da anni in carta e che spesso e volentieri ordino quando vengo qui alla Taverna Brudi. La nota dolce delle zucchine fa l’amore con la sapidità delle vongole e la salinità delle cozze, creando un equilibrio incredibile. Davvero un gran piatto...
Bombardoni con cozze, zucchine e gamberi
Altro must della Taverna Brudi è la Genovese di tonno, la pasta usata (come tradizione vuole), sono gli ziti spezzati rigorosamente a mano. La genovese di tonno della Taverna Brudi è un inno alla gioia, se ami questo piatto della tradizione partenopea non puoi perderti la versione di mare dello chef Dino Cola in cui la carne lascia spazio al filetto di tonno. Ma ti posso garantire che la bontà e il godimento sono elevati. Chapeau!
Genovese di tonno
Ordiniamo anche due secondi. Gustiamo un bel sautè di vongole veraci, che ci ha quasi costretto alla scarpetta con i crostini. Ma non potevamo esimerci.
Sautè di vongole veraci
E per chiudere giusto una fritturina di calamari che ci sta sempre bene.
Fritturina di calamari
Saltiamo il dessert e facciamo due giri di amari all’arancia rossa di Sicilia. Chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo alla Taverna Brudi poco più di 50 euro a persona. Ho trovato davvero un fantastico rapporto qualità - prezzo.
Taverna Brudi per noi rappresenta una garanzia. Questa osteria di mare non delude mai. Mi piace molto l’atmosfera calda che si respira qui. Questo è un posto dove si sta bene e si vive in pieno la convivialità. Il locale è curato, spazioso, luminoso e accogliente. Il servizio professionale, veloce ma informale. Nota di merito per il personale sempre disponibile e garbato. Il plus chiaramente è la cucina dello chef Dino Cola. Una cucina che celebra l’incontro tra mare e terra, il pescato sempre fresco, incontra i prodotti dell’orto e il risultato sono piatti che restano nella memoria. Da non perdere i crudi e le tartare (quella di tonno è paradisiaca). Non farti scappare gli antipasti freddi e caldi della Taverna Brudi (seppie, peperoni e olive e parmigiana di tonno su tutti). Tra i primi il risotto alla pescatora regala soddisfazione, i bombardoni con cozze, zucchine e gamberi sono una certezza (da anni) così come la genovese di tonno (imperdibile). Cosa non trascurabile e secondaria, ho trovato un fantastico rapporto qualità – prezzo. Taverna Brudi a Pozzuoli si conferma nella nostra guida sul web tra i migliori indirizzi. Fantastica osteria di mare. Indirizzo da segnare in agenda. Garantiamo noi….
Taverna Brudi
Via Alfonso Artiaco, n.65
Pozzuoli (Na)
Tel. 081 526 8254
Visita la pagina Fb di Taverna Brudi
Siamo in una zona d’Irpinia ricca di verde e bellezze paesaggistiche, precisamente a Caposele nell’alta Valle del Sele. Siamo venuti qui per pranzare alla Tenuta Vittoria. E’ stata davvero una meravigliosa scoperta.
Tenuta Vittoria è una vera oasi di pace e relax. Già quando arrivi ti rendi conto di essere in un luogo incantato, l’ingresso della Tenuta è maestoso, un vialetto circondato da alberi ci porta alla struttura, una sorta di casale di campagna finemente ristrutturato e ben inserito nella natura circostante. Tenuta Vittoria dispone di circa dieci ettari, qui davvero puoi staccare la spina vivere il relax a contatto con la natura.
Il maestoso ingresso di Tenuta Vittoria a Caposele
Tenuta Vittoria è anche un’azienda agricola, dispone di quattro camere per gli ospiti che volessero pernottare e trattenersi, e naturalmente ha un piccolo ristorante attrezzato dove poter pranzare o cenare anche alla carta. Il ristorante presenta poco più di 30 coperti all’interno e una sessantina all’esterno.
Tenuta Vittoria Caposele - Particolare della sala interna
L’arredo è sobrio, essenziale ma raffinato. La cucina proposta dal ristorante di Tenuta Vittoria è una cucina semplice come concetto, sono piatti legati al territorio, alla tradizione ma presentati con un’attenzione anche all’estetica. La cosa importante qui, è che la cucina segue il ritmo delle stagioni, i prodotti sono sempre freschi e provenienti dalla struttura o da produttori locali. In cucina la chef, la signora Annalisa dispensa bontà grazie alla sua abilità e profonda conoscenza delle materie prime. L’anima di Tenuta Vittoria sono due ragazzi di Avellino: Valeria e Umberto. Avevano un sogno che si è realizzato in questo angolo di Irpinia: ossia dare vita ad un luogo che celebrasse la natura e il territorio e poi portare in tavola una cucina genuina, sincera, realizzata con i meravigliosi prodotti locali ma con un occhio anche alla contemporaneità. Quindi c'è attenzione anche alla preparazione, all’estetica dei piatti e ai dettagli. Le materie prime e i formaggi provengono da piccoli produttori locali, i salumi sono del Salumificio Ciarcia, le ricotte di loro produzione così come l’olio extravergine. Quindi va sottolineata l’attenzione e la ricerca dei prodotti e il desiderio di far riassaporare agli ospiti, quelli che erano i sapori di un tempo ma il tutto in una chiave contemporanea. Ci accompagnano al nostro tavolo e diamo un’occhiata al menù. Il numero magico è il quattro. Quattro sono infatti le proposte di antipasto, quattro i primi e i secondi. Ci sono poi i dolci e la degustazione di formaggi accompagnati dalle loro composte artigianali. C’è di che divertirsi.
Tenuta Vittoria Caposele - Particolare esterno
Ordiniamo una minerale e una bottiglia di buon aglianico irpino di loro produzione. Ci servono un graditissimo entreè in giardino, un sorprendente (e buonissimo) gelato al parmigiano con cialda sempre al parmigiano. Una proposta fresca e intrigante.
Gelato al parmigiano e cialda al parmigiano
Si comincia con gli antipasti, ecco il meraviglioso Tagliere di Tenuta Vittoria, un trionfo di salumi e formaggi. Nota di merito per il prosciutto (del prosciuttificio Ciarcia) per la pancetta arrotolata, per i crostini con il lardo, che si scioglieva in bocca e per le ricottine di loro produzione.
Tagliere di tenuta Vittoria
A seguire ecco i fiori di zucca ripieni di ricotta e pesto alla menta. Semplicemente deliziosi.
Fiori di zucca ripieni di ricotta e pesto alla menta
L’altra proposta è originale e super buona: una cheesecake ma salata, con i fichi e il prosciutto crudo di Ciarcia. Bellissimo l’abbinamento del dolce dei fichi con il prosciutto e la sua nota sapida.
Cheesecake salata con fichi e crudo di Ciarcia
Il nostro pranzo procede alla grande. Passa spesso anche Valeria a controllare che tutto stia andando bene. E’ il momento dei primi. Prendiamo i tagliolini fatti a mano al profumo di limone. Delicati, profumati, aromatici. In una parola: ottimi.
Tagliolini fatti a mano al profumo di limone
L’altro piatto è davvero interessante. Sono i ravioli fatti a mano ripieni con ricotta con crema di zucchine, basilico e taralli sbriciolati.
Ravioli ripieni di ricotta fatti a mano con crema di zucchine, basilico e taralli sbriciolati
I secondi vedono in carta in prevalenza la presenza della carne (ovviamente). Per questo decidiamo di provare la bistecca di scottona. Gustosa, di ottima fattura la carne che si è mantenuta succosa.
Bistecca di scottona
Accompagniamo la carne con delle belle patatine fritte (ci andava così…).
Patatine fritte
Il maialino agli agrumi e salsa allo yogurt è delicato e aromatico. Bella l'idea della gelatina (a forma di arancia) a richiamare uno degli ingredienti del piatto.
Mailaino agli agrumi e salsa allo yogurt
L’altro secondo che ci incuriosiva era il tuorlo croccante con fonduta di caciocavallo podolico della Valle del Sele. Decidiamo di provarlo e abbiamo fatto bene.
Tuorlo croccante con fonduta di caciocavallo podolico della Valle del Sele
Che pranzo sarebbe senza dolce ? E allora ecco la mousse alla nocciola irpina, delicata….
Mousse artigianale alla nocciola irpina
E i biscotti (tipo cantucci) con il vino passito Mel di Antonio Caggiano, un grande passito irpino, fantastico… con il suo sentore miele, agrumi e albicocca. Eccellenza del territorio ..
Cantucci e passito Mel di Antonio Caggiano
Paghiamo per il nostro pranzo da Tenuta Vittoria a Caposele 45 euro a persona. Corretto il rapporto qualità – prezzo.
Tenuta Vittoria è stata una bellissima scoperta. Valeria e Umberto sono due giovani ragazzi di Avellino che hanno investito in questa struttura creando una vera eccellenza. Tenuta Vittoria è una vera oasi di pace e relax, la tenuta ha ben 10 ettari di terreno ed è azienda agricola (produce tra le altre cose un ottimo olio Evo), dispone anche di 4 camere per il pernottamento e soprattutto ha anche un piccolo Ristorante che offre una proposta gastronomica di grande livello. Una cucina semplice come concetto: piatti della tradizione, rivisitati e presentati in chiave contemporanea realizzati con prodotti del territorio propri o di piccoli produttori locali. Qui chi cerca la buona cucina irpina non resterà deluso. In cucina c’è Annalisa, la chef dotata di grande talento e profonda conoscitrice di prodotti e materie prime. Il servizio è professionale, corretto il rapporto qualità – prezzo. Tentuta Vittoria a Caposele non può mancare nella guida sul web dei Templari del Gusto dei migliori ristoranti irpini. Alla prossima…
Tenuta Vittoria
Contrada Buoninventre, Snc
Caposele (Av)
Tel. 0827 188 5779
Visita il sito web di Tenuta Vittoria a Caposele
Ci sono luoghi che hanno qualcosa di ancestrale e quasi fiabesco, luoghi capaci di ammantare di emozione la vita che spesso guardiamo scorrere via distrattamente. Uno di questi luoghi per me è Oratino, borgo a pochi Km da Campobasso. Oratino ha una storia antichissima e una posizione dominante sulla valle del Biferno. Qui davvero puoi rilassarti, godendo dell’aria buona, puoi ammirare il panorama che si scorge dal belvedere e passeggiare dimenticando lo stress, tra le stradine acciottolate e i vicoletti in pietra di questo piccolo borgo gioiello, fermandoti a guardare magari un portale, un balcone fiorito, un angolo pittoresco o la bellissima chiesa di Santa Maria Assunta in cielo, anche questa tutta in pietra e la cui origine è antichissima, il primo documento che la menziona è datato 1251. Noi ci fermiamo a pranzo al Ristorante Olmicello. Ormai questo indirizzo per noi è una piacevole abitudine, adoro la location, l’accoglienza di Nicola Iafelice (il titolare) e le proposte di cucina che affondano le radici nella tradizione molisana d’entroterra.
Ristorante Olmicello. Oratino - Ingresso
Ricavato in un antico palazzo datato 1816, dove anticamente c’era un frantoio, regala emozioni quando si arriva. Bellissimo l’ingresso, suggestiva la struttura, le sale in pietra e in alcune ci sono stupende volte a botte che si alternano a volte a crociera. L’atmosfera è davvero piacevole, così come piacevole è l’accoglienza che mi riserva Nicola Iafelice. Ci accompagna al nostro tavolo prenotato in anticipo.
Ristorante Olmicello. Oratino - Dettaglio di una sala interna
C’è il menù alla carta, ma Nicola Iafelice ama raccontare agli ospiti la proposta gastronomica del giorno. Qui trovi una meravigliosa cucina molisana con prodotti di stagione, pasta fatta a mano, verdure fresche e una carne di assoluta qualità. Cominciamo ordinando una minerale e una bottiglia di Ramitello dell’azienda Di Majo Norante. Un rosso ottenuto da uve Montepulciano (80 %) e Aglianico (20%). La cosa che colpisce di questo vino è anzitutto il colore: un bel rosso rubino intenso. Poi presenta sentori di frutta rossa, di spezie e un bel tannino equilibrato. Sarà un ottimo compagno di viaggio per il nostro pranzo.
Il Ramitello di Di Majo Norante
Si parte con l’immancabile antipasto dell’Olmicello, una carrellata di bontà del territorio: prosciutto molisano, capocollo, pallotte cacio e uova (tipico piatto locale della cucina contadina), caciocavallo molisano, primo sale panato al forno, fiori di zucca ripieni, asparagi gratinati avvolti con la pancetta, polpettine di melanzane, dei tocchetti di torta rustica salata, e poi un trionfo di verdure di stagione, peperoncini verdi in padella, peperoni, zucchine e melanzane. L’antipasto è davvero ottimo, un piccolo compendio di prodotti genuini e di stagione del territorio, in particolare meraviglioso il prosciutto, ottimo il caciocavallo, super le pallotte cacio e uova.
Antipasto del Ristorante Olmicello
Passiamo ai primi, prendiamo crioli con carciofi su fonduta di caciocavallo di fossa. I crioli sono una pasta fresca tipica molisana fatta con farina e uova, sono simili agli spaghetti quadrati. L’abbinamento con i carciofi sapientemente saltati e la fonduta di caciocavallo è paradisiaca.
Criòli con carciofi su fonduta di caciocavallo di fossa
L’altro è un primo di stagione, fettuccine con fiori di zucca, zucchine a julienne e speck croccante. La fettuccina avvolge mirabilmente il condimento di verdure, bella la nota croccante e lievemente sapida dello speck.
Fettuccine con fiori di zucca, julienne di zucchine e speck croccante
Di tanto in tanto Nicola passa al nostro tavolo per sincerarsi che tutto stia andando bene. Non può che essere così. E’ il momento dei secondi. Non possiamo non assaggiare un po’ di carne (visto che qui al Ristorante Olmicello la carne è uno dei must). Optiamo per una bella bracetta mista con tanto di assaggio di agnello (tenero e succoso).
Misto alla brace
Poi un paio di salsiccette alla brace, con i semi di finocchietto. Le salsicce non possono mancare quando vengo da Olmicello.
Salsicce alla brace
Come contorno ordiniamo un’altra pietanza che ormai per noi rappresenta una piacevole abitudine quando siamo qui: patate cotte sotto il coppo con pepe e lardo. Questo è il trionfo della cucina contadina…
Patate cotte sotto il coppo
Decidiamo di gustare anche una porzione di baccalà con pomodorini e olive. Il baccalà è parte integrante della tradizione locale, è quello che molti definiscono “pesce di montagna”, perché grazie al suo metodo di conservazione, permetteva il suo consumo anche durante l’Inverno.
Baccalà con pomodorini e olive
Chiudiamo il nostro pranzo in dolcezza con un dolce di cui sono letteralmente innamorato. La millefoglie con crema chantilly e amarene, della Pasticceria Sorriso di Loretta Fatica. Questa pasticceria, che lavora in modo mirabile e con tutti prodotti bio, si trova in Piazza Giordano proprio ad Oratino. Se vieni da queste parti non puoi non farci un salto…
Millefoglie con crema chantilly e amarene della Pasticceria Sorriso di Oratino
Con il dolce sorseggiamo un “Trignolino”, un liquore artigianale molisano a base di prugnolo, cioè il frutto del prugno selvatico.
Trignolino artigianale
Paghiamo per il nostro pranzo al Ristorante Olmicello 40 euro a persona. Davvero fantastico il rapporto qualità - prezzo.
Il Ristorante Olmicello per noi è una garanzia. Situato nel centro storico del suggestivo borgo di Oratino, si trova in un antico edificio datato 1816, laddove anticamente c’era un frantoio. L’atmosfera è bellissima. Qui puoi gustare una meravigliosa cucina molisana d’entroterra caratterizzata da prodotti del territorio sempre freschi e di stagione, ottimi salumi e formaggi e pasta fatta a mano. Non perderti i crioli, così come le fettuccine che avvolgono il condimento in modo mirabile. La carne è un altro dei cavalli di battaglia di questo Ristorante. Un capitolo a parte meritano i dolci (strepitosi), provenienti dalla vicina Pasticceria Sorriso. Se vieni da Olmicello non farti scappare in particolare la millefoglie con crema chantilly e amarene. Nicola Iafelice poi è un perfetto padrone di casa, affabile, gentile, discreto, preparato e sempre disponibile a guidare gli ospiti nella scelta dei piatti pietanze e negli abbinamenti. Ottimo anche il rapporto qualità – prezzo. Il Ristorante Olmicello ad Oratino si conferma nella nostra guida sul web tra quelli che a parer nostro sono i migliori indirizzi molisani. Da provare e riprovare…
Ristorante Olmicello
Via Regina Margherita n.48
Oratino (Cb)
Tel. 0874 38 285
Visita il sito web del Ristorante Olmicello
Rieccoci a distanza di un anno da Pater Familias Ristorante. La precedente esperienza è stata fantastica, così abbiamo deciso di ritornare, per gustare le loro proposte di cucina e rivivere la fantastica atmosfera che si respira qui. Siamo a Paternopoli, paese irpino ricco di tradizioni contadine e vitivinicole. Paternopoli è famoso per il vino ma anche per il broccolo aprilatico presidio Slow Food. Pater Familias Ristorante si trova nel centro storico. La location ti lascerà senza fiato: un meraviglioso palazzo gentilizio che risale al 1836, anticamente era la dimora della famiglia Famiglietti. Dopo un certosino lavoro di recupero e di restauro grazie a Francesco Anziano (il patron), questo luogo ha ripreso il fasto e lo splendore di un tempo.
Pater Familias Ristorante. Paternopoli - Esterno
Proprio nelle antiche cantine del palazzo c’è il ristorante, che regala angoli davvero caratteristici. Intorno è tutto un trionfo di pietra, antichi portali e soffitti con volte a botte e a crociera, insieme ad elementi moderni. Un riuscito mix che conquista gli ospiti. Pranzare o cenare qui, ti trasporterà davvero indietro nel tempo e ti regalerà una piacevole sensazione di serenità.
Pater Familias Ristorante - Particolare ambiente interno
Ma ad essere ancora più interessante è la proposta di cucina. C’è la possibilità di optare per un menù degustazione di quattro portate su proposta dello chef. Noi invece decidiamo di ordinare alla carta. Ci sono cinque proposte di antipasti, cinque di primi, sei secondi e poi i dessert. La carta dei vini è ricca e presenta in prevalenza cantine e aziende irpine e qualche proposta dal vicino Sannio. Noi da bere ordiniamo una minerale e un rosso: l’aglianico del Taburno DOCG millenovecentodieci di Ocone Vini. Un rosso ottenuto da uve aglianico in purezza, di un colore rosso rubino intenso, con note di frutti rossi, uno spiccato tannino, grande equilibrio e personalità. Ottima scelta.
Aglianico del Taburno DOCG Millenovecento dieci di Ocone Vini
In attesa degli antipasti, ci servono un graditissimo entreé, una montanara calda calda, profumata e invitante…
Montantara
Ordiniamo la crocchetta di patate e tartufo nero di Bagnoli su fonduta di caciocavallo e pane prezzemolato, stuzzicante, aromatica. Anche in questa proposta è presente il territorio grazie al tartufo nero di Banoli e alla fonduta caciocavallo. Ottima.
Crocchetta di patate e tartufo nero di Bagnoli su fonduta di caciocavallo e pane prezzemolato
Continuiamo con un delicato e morbido tortino di patate ed ortaggi e fonduta di caciocavallo.
Tortino di patate ed ortaggi e fonduta di caciocavallo
Come primo optiamo per una pasta ripiena, i ravioli in crema di carmasciano e noci. Giusta consistenza, ripieno super e che che bontà quella cremina di carmasciano e noci… Squisiti.
Ravioli in crema di carmasciano e noci
Il nostro pranzo fila via che è una bellezza, nobilitato anche dalla suggestiva location che regala piacevoli sensazioni. Ecco i secondi. Abbiamo scelto il capocollo di maiale cotto a bassa temperatura su schiacciata di patate e verdurine saltate. Menzione particolare per il capocollo, la cottura perfetta lo hanno reso morbido e delicato. Perfetto l’abbinamento con la schiacciata di patate.
Capocollo di maiale cotto a bassa temperatura su schiacciata di patate e verdurine saltate
L’altro secondo è la tagliata podolica al rosmarino e verdurine ripassate. Davvero ottima la carne.
Tagliata podolica al rosmarino e verdurine ripassate
Non possiamo non chiudere in dolcezza ed ecco una bella frolla alla mela annurca caramellata, un dessert ben studiato, in particolare la annurca caramellata era deliziosa. Ci hanno gentilmente offerto caffè e liquore al finocchietto.
Frolla alla mela annurca caramellata
Paghiamo per il nostro pranzo da Pater Familias Ristorante 85 euro in due. Ottimo il rapporto qualità prezzo, soprattutto se consideriamo la splendida location, la qualità delle materie prime e dei prodotto e il livello delle proposte di cucina. Complimenti.
Pater Familias Ristorante è un’assoluta certezza. Il ristorante si trova all’interno di un meraviglioso palazzo gentilizio del 1836 riportato al suo antico splendore grazie ad un accurato e certosino restauro. In quelle che erano le cantine del palazzo ci sono le sale, suggestive con pareti di pietra e soffitti con volte a botte e a crociera. Francesco Anziano il titolare, è un perfetto padrone di casa. Le proposte di cucina raccontano l’Irpinia grazie all’uso di prodotti ed eccellenze del territorio. Si parte sempre dalla tradizione in parte rivisitata ma senza eccessi. Ottimo mix di tradizione e creatività. Il servizio è puntuale e professionale. A dir poco fantastico il rapporto qualità – prezzo. Pater Familias Ristorante a Paternopoli si conferma nella nostra guida sul web di quelli che sono a parer nostro, i migliori indirizzi in Irpinia. Da non perdere…
Pater Familias Ristorante
Corso Vittorio Emanuele
Paternopoli (Av)
Tel. 349 672 0077
Visita il sito web di Pater Familias Ristorante
Siamo a Pomigliano d’Arco che ormai da tempo presenta davvero una proposta gastronomica importante e variegata capace di accontentare i gusti un po’ di tutti. Tra gli indirizzi da non perdere a Pomigliano c’è sicuramente Benvenuti a Bordo. Più volte ci siamo stati, rapiti dalla loro cucina di mare. Adesso che Benvenuti a Bordo ha aperto la nuova bellissima sede, non potevamo mancare e dovevamo tornare per gustare le loro proposte. Partiamo dalla location, davvero bella. Il locale si trova in Via Mazzini, entrando sembra di essere “altrove”, c'è un bel giardino curato con tanto di aceri giapponesi, fiori qua e là. Ci sono due sale interne, una superiore molto luminosa, l’altra più riservata al piano seminterrato con il dettaglio del marmo bianco alle pareti e al pavimento in un angolo. L’arredo è essenziale, sobrio ma raffinato così come la mise en place. All’esterno c’è un gradevole dehors e anche dei tavoli all’aperto nella zona che potremmo definire “zen” con tanto di fontana. Nel complesso l'impatto è notevole, una piccola oasi di pace e buon gusto dove potersi rilassare gustando delle ottime proposte di mare.
Benvenuti a Bordo. Pomigliano D'Arco - Esterno
Noi siamo il tre e abbiamo prenotato il nostro tavolo con un pò di anticipo. Soprattutto nel weekend ti consigliamo di prenotare per avere la certezza di trovare posto, perché davvero c’è gran numero di presenze e ospiti. Ci accompagnano al nostro tavolo nella sala inferiore più tranquilla e riservata. Come sempre diamo un attento sguardo al menù. Ci sono i crudi e poi una quindicina di proposte di antipasti. I primi di mare sono una decina (ma in genere c’è sempre anche un fuori menù), otto i secondi poi i contorni e i dolci.La carta dei vini è ben studiata con diverse etichette regionali, nazionali ma anche estere (Francia su tutti).
Da Benvenuti a Bordo c’è una proposta capace davvero di accontentare davvero tutti quelli che amano la cucina di mare. Noi ordiniamo subito una minerale e un bianco d’oltralpe: il Sauvignon Lanc L’Escale di Roussely, un vino proveniente dalla Valle della Loira, delicato, fruttato, con una bella nota minerale. Sarà lui ad accompagnare il nostro pranzo.
L'Escale Sauvignon Blanc della Loira di Roussely
Cominciamo con gli antipasti. Ordiniamo due insalatine di mare, deliziose, freschissime, ben condite. Il polpo in particolare era morbido e gustoso.
Insalata di mare
Poi due sautè di vongole veraci con crostini. Che profumo, adoro……
Sautè di vongole varaci
E dei Bun di mare con stracotto di salmone, cipolla di Tropea caramellata e arachidi. L’abbinamento è inusuale ma perfetto. In particolare la cipolla caramellata con la sua nota dolciastra lega benissimo il tutto. Davvero una proposta interessante.
Bun di mare con stracotto di salmone, cipolla di Tropea caramellata e arachidi
E’ il momento dei primi. Qui ci diamo alla pazza gioia…. Ordiniamo un classico: spaghettoni alle vongole veraci. A dir poco eccezionali, le vongole erano fantastiche, la cottura degli spaghettoni era perfetta e poi risultavano ben conditi, umidi, giustamente sapidi e goduriosi. Se sei come me amante di questo piatto, dei venire a gustare gli spaghetti alle vongole di Benvenuti a Bordo, meritano davvero.
Gli spaghettoni con vongole veraci
Poi un risotto alla pescatora a cui mancava solo la parola. Sublime. Delicato, opulento, profumato, generoso, mantecato alla perfezione.
Risotto alla pescatora
Il terzo primo è uno dei piatti che in questo periodo da Benvenuti a Bordo vanno di più: maccheroncelli con la bolognese di tonno e carciofi croccanti. Si, hai letto bene, la bolognese è fatta con il macinato di tonno, davvero fantastico. E ho trovato riuscitissimo l’abbinamento con i carciofi e la loro nota croccante. Davvero un gran piatto. Complimenti allo chef Andrea Vespro (Red chef). Non fatico a capire perché questo primo sia uno dei più richiesti nell'ultimo periodo…
Maccheroncelli con bolognese di tonno e carciofi croccanti
Prendiamo anche due secondi e la nostra scelta ricade sulla tagliata di tonno scottato con peperoncini verdi, patate e scaglie di grana. Meraviglioso il tonno, sorprendente e voluttuoso il connubio dei peperoncini verdi con il tonno. Un secondo piatto che riprenderei volentieri.
Tagliata di tonno scottato con peperoncini verdi, patate e scaglie di grana
Siamo sazi, nostro malgrado saltiamo il dessert. Facciamo un giro di amari (Jefferson) e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo da Benvenuti a bordo 50 euro a persona. Assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
Benvenuti a Bordo a Pomigliano D’Arco è una garanzia. Location è nuova ma non cambia la fantastica proposta di cucina che abbiamo sempre trovato qui. Piatti ben studiati e concepiti, con materie prime di assoluta qualità e un pescato freschissimo. Ottima l’insalata di mare, i bun di mare con stracotto di salmone, cipolla di Tropea caramellata e arachidi conquistano. Gli spaghettoni alle vongole veraci sono una rassicurante garanzia, il risotto alla pescatora merita la standing ovation, i maccheroncelli con la bolognese di tonno e i carciofi croccanti è il piatto che resta nella memoria. Tra i secondi, ottime le fritture, ma il tonno scottato con peperoncini verdi, patate e scaglie di grana merita una menzione particolare. Complimenti allo chef Andrea Vespro, conosciuto come Red Chef per via dei suoi capelli rossi, ma estendo i complimenti a tutta la brigata di cucina. Il servizio è perfetto, informale, discreto ma veloce. Il personale è sempre pronto a venire incontro alle esigenze dei clienti. Fornita e completa la carta dei vini e delle bollicine. Corretto il rapporto qualità – prezzo. Benvenuti a Bordo si conferma alla grande nella nostra guida sul web di quelli che a parer nostro sono i migliori indirizzi. Certezza.
Benvenuti a Bordo
Via Giuseppe Mazzini, n.37
Pomigliano D’Arco (Na)
Tel. 081 1936 6184
Visita la pagina Fb di Benvenuti a Bordo a Pomigliano
Siamo tornati nel territorio del baianese precisamente a Sperone all’Hosteria Le Gourmet, la casa del nostro amico oste Peppino Caramiello, il “cacciatore di bontà”, come ama definirsi sui suoi profili social. Peppino ogni settimana va alla ricerca (e documenta il tutto) delle eccellenze del territorio direttamente dai produttori. Molte delle verdure usate in cucina dal bravissimo chef Marco del Giudice e da Michele Malinconico provengono dall’orto di Peppino. Tutto questo per dire che qui, la ristorazione significa passione, competenza e ricerca. Per questo torniamo spesso all’Hosteria Le Gourmet, perché ci piace questo luogo che profuma di casa e di tradizione, e perché adoriamo le proposte di cucina dello chef Marco del Giudice. Anche la location ha il suo perché, un palazzo antico di inizi 900, tre sale (di cui una per la degustazione), due bei camini, c’è anche un gradevole spazio esterno arredato e illuminato con gusto dove poter pranzare o cenare durante la bella stagione.
Arriviamo in perfetto orario, ci accompagnano al nostro tavolo. Piccola raccomandazione che mi sento di fare: una volta seduto qui, dimentica orologi, telefonini, impegni e assapora il tempo, che va via lento come sorseggiare adagio un bel calice di vino.
Peppino ci illustra il menù, che viene presentato al tavolo e anche settimanalmente sui suoi canali social: ci sono due proposte di antipasti: degustazione di formaggi e l’antipasto di quattro portate, poi quattro primi, quattro secondi e tre dessert (formula vincente non si cambia). Questa è un'altra caratteristica dell’hosteria Le Gourmet: le proposte variano spesso questo perché lo chef lavora i prodotti e le materie prime di stagione e quelle scelte e selezionate insieme a Peppino.
Da bere prendiamo una minerale e un fantastico rosso un Falerno del Massico Doc, il Tacito di Nugnes, un vino ottenuto da un blend di 80% di Aglianico e 20% di PIedirosso. Un rosso possente, pieno di personalità che denota sentori di frutti rossi, vaniglia, spezie e un tannico equilibrato.
Falerno del Massico DOC Tacito di Nugnes
Prima dell’antipasto arriva l’aperitivo di benvenuto di Le Gourmet abbinato ad un calice di prosecco. Ecco il delicato e morbido pan brioche con mantecato di tonno.
Pan Brioche con mantecato di tonno
Il sedano al lampone con maionese al Wasabi, è bello da vedere e buonissimo.
Sedano al lampone con maionese al Wasabi
E involtino di pasta Brick con funghi e polvere di funghi.
Involtino di pasta Brick con funghi e polvere di funghi
Peppino poi ci fa degustare due formaggi, un pecorino amabilmente affinato in grotte di tufo e un caciocavallo stagionato del Gargano. Il pecorino sprigionava tutta la sua nota minerale e il suo sapore deciso, il caciocavallo del Gargano conquistava con la sua sapidità spinta e il suo gusto avvolgente.
Degustazione di formaggi
Ordiniamo due antipasti dell’Hosteria. L’antipasto è composto da quattro portate (due di carne e due di pesce), un vero e proprio viaggio, una degustazione che ti farà vivere una piacevole quanto inaspettata esperienza…Cominciamo con un filetto di sgombro con scapece di zucchine e salsa alle alici. Fantastico l’abbinamento dello sgombro con le zucchine fatte alla scapece come tradizione napoletana vuole, la salsa di alici lega bene il tutto con il suo gusto deciso.
Sgombro con scapece di zucchine e salsa di alici
La seppia all’amatriciana è davvero una proposta originale. Meravigliosa la seppia che si sposa a meraviglia con il guanciale e la salsa all’amatriciana. Avrei fatto volentieri il bis. Gran piatto davvero.
La seppia all'amatriciana
Stuzzicante e gustoso il miniburger di salsiccia di Bra con rosso d’uovo marinato e maionese di senape. Eccezionale il burger così come l’abbinamento al tuorlo marinato e alla mayo alla senape che lega benissimo e regala una bella spinta al piatto.
Mini burger di salsiccia di Bra con maionese di senape e uovo marinato
A chiudere l’antipasto una sorprendente minipiadina con pollo, salsa caesar e misticanza.
Piadina con pollo salsa caesar e misticanza
E’ il momento dei primi. Optiamo per i paccheri con crema di pomodori gialli e rossi, caciocavallo, limone e polvere di basilico. Un primo piatto stupendo nella sua semplicità.
Paccheri con pomodori gialli e rossi, caciocavallo, limone polvere di basilico
Ci viene servito anche un assaggio di risotto con aglio novello, ‘nduja e branzino marinato. Il riso è mantecato alla perfezione, risulta bello cremoso e saporito. Il branzino marinato è il plus che regala personalità al piatto. Chapeau.
Risotto con aglio novello, 'nduja e branzino marinato
Il nostro pranzo procede alla grande. Decidiamo di gustare anche due secondi. L’agnellone con salsa bernese e asparagi è una vera poesia. L’agnello è gustoso e si sposa a meraviglia con gli asparagi e con la salsa bernese, questa salsa meravigliosa di origine francese (che deriva il suo nome dalla regione del Bèarn) esalta la carne avvolgendola con la sua delicatezza.
L'agnellone con salsa bernese e asparagi
L’altro secondo che gustiamo è il pollo alla griglia con insalata di fagiolini e salsa di soia. Buonissimo il pollo, grigliato alla perfezione interessante l’abbinamento all’insalata di fagiolini con il tocco “orientale” della salsa di soia.
Pollo alla griglia con insalata di fagiolini e salsa di soia
Non possiamo finire il nostro pranzo senza un dolcetto. Scegliamo il rollè di pistacchio e lampone. Accompagniamo il dolce con un “nespolino” artigianale (che somiglia come sapore all’amaretto) e un caffè.
Rollè di pistacchio e lampone
Per il nostro pranzo all’Hosteria Le Gourmet paghiamo poco meno di 40 euro a persona. Ho trovato davvero fantastico il rapporto qualità – prezzo se consideriamo la qualità e il livello della proposta gastronomica e del servizio.
L’Hosteria Le Gourmet a Sperone è una certezza. Per me rappresenta una piacevole abitudine, la sensazione è quella che provi quando rivedi un vecchio amico a distanza di tempo, sicuro del fatto che lo riabbraccerai sempre con piacere. Da molti anni veniamo qui, perché ci sentiamo a casa e adoriamo la proposta di cucina dello talentuoso chef Marco del Giudice coadiuvato in cucina da Michele Malinconico, una proposta sempre diversa e originale ma legata sempre al territorio. L’Oste Peppino Caramiello ti accoglie sempre con il suo sorriso bonario ed è sempre pronto a spiegarti pietanze e prodotti, negli anni si è specializzato nella ricerca di prodotti di qualità andando alla ricerca di materie prime da piccole aziende e produttori, dando vita al suo personaggio di“cacciatore di bontà”. In cucina lo chef Marco del Giudice come detto, è una certezza e ha raggiunto livelli altissimi. Nei suoi piatti c’è una grande tecnica di base, passione e ricerca. Bravissima anche Felicia De Gennaro in sala, sempre gentile e affabile. Ho trovato assolutamente corretto il rapporto qualità - prezzo.
L’Hosteria Le Gourmet è un vero gioiello e si conferma nella nostra guida sul web tra quelli che sono a parer nostro, gli indirizzi da non perdere. Vieni a trovare Peppino Caramiello non te ne pentirai. Garantiamo noi Templari del Gusto.
Hosteria Le Gourmet
Via Ferrovia n.28
Sperone ( Av)
Tel . 338 215 46 56
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