Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Le scarpelle molisane sono buonissime e sono una delle ricette tipiche del periodo natalizio e più in generale delle feste di questa regione meravigliosa. Sono semplicissime da fare. Si possono preparare sia nella versione dolce (con lo zucchero) sia nella versione salata. Noi ti proponiamo la ricetta delle scarpelle dolci della brava Daniela Carissimo della Pasticceria Dolci Tentazioni a Trivento. Sono irresistibili, prova a farle anche tu!
Ingredienti per una trentina di scarpelle (dipende anche dalla grandezza che scegliamo):
- Farina 1 kg
- Acqua 500/600 gr.
- Sale 20 gr.
- Lievito di birra 50 gr. (o anche lievito madre)
Per friggere:
- Olio di semi di arachide q.b.
Procedimento:
Impastiamo la farina, con il sale, il lievito di birra (sciolto in un bicchiere di acqua tiepida) e l’altra acqua in planetaria.
L'impasto
Una volta ottenuto il nostro impasto lasciamolo lievitare coperto da un canovaccio per un paio di ore. Una volta lievitato, lavoriamo l’impasto e formiamo dei pezzi lunghi (o delle palline se preferite).
Le scarpelle prima di essere fritte
Immergiamoli nell’olio caldo. Appena pronti, scoliamoli su carta assorbente per far perdere l’unto in eccesso e passiamoli nello zucchero. Et voila…..il gioco è fatto.
Momento della frittura
Sono buonissimi…Provare per credere.
Le scarpelle Dettaglio
N.B.
Le scarpelle si possono fare anche nella versione salata unendo all’impasto quando formiamo le frittelline cime di cavolfiore, alici o baccalà.
Dolci Tentazioni
C/da Macchierio n.97
Trivento (Cb)
Tel. 0874 871263
Visita la pagina Fb della Pasticceria Dolci Tentazioni Trivento
Il nostro desiderio di raccontarvi storie legate al cibo di qualità e di segnalarvi prodotti e luoghi da non perdere ci porta ad Avella. Qui c’è un indirizzo fantastico per chi ama i dolci: la Pasticceria Pesce.
Avella si trova nel baianese e ha una storia antica e affascinate, era l’antica Abella, uno dei centri di maggior prestigio della Campania Felix. Qui ci sono tante cose da vedere come il bellissimo anfiteatro di età romana ma qui ad Avella vi consigliamo di venire anche per provare un dolce che è ormai diventato una prelibata eccellenza del territorio, la cassata avellana.
La Pasticceria Pesce è un indirizzo storico (è nata nel 1896) e da sempre lavora garantendo qualità e scelta accurata delle materie prime, una lavorazione attenta, assenza di prodotti di sintesi, e tanto amore.
Pasquale Pesce maestro pasticcere che porta avanti con orgoglio la tradizione di famiglia, è un talento puro e ha inventato un dolce che si può dire sia la versione irpina della cassata siciliana con una ricetta “segreta e sapiente”.
Cassata avellana della Pasticceria Pesce - Dettaglio
La cassata avellana è unica: pan di Spagna, pregiata ricotta di pecora e le “mitiche” nocciole avellane (uno dei vanti del territorio). Quindi le nocciole vanno a sostituire quella che nella cassata siciliana è la frutta candita. Non solo, altra caratteristica sta nella parte superiore della cassata che è ricoperta da una cascata di nocciole, che conferiscono una piacevole e meravigliosa nota croccante. L’interno è un trionfo, il suo sapore avvolgente, delicato ma non stucchevole ti conquisterà. Come è capitato a noi.
Noi ogni anno veniamo a gustare la cassata avellana. Ci siamo innamorati di questo dolce che a parer nostro rappresenta uno dei piaceri da concedersi almeno una volta nella vita. Provala e ci darai ragione, crea dipendenza.
Ma qui alla Pasticceria Pesce tutto è notevole, dai meravigliosi panettoni artigianali (pluripremiati) alla sorprendente frolla di Sant’Anna (altra invenzione della casa). Segna in agenda e fai un salto qui, garantiamo noi.
Pasticceria Pesce
Via Giacomo Leopardi, n.33
Avella (Av)
Tel. 081 1849 5000
Visita il sito web della Pasticceria Pesce
E’ già da qualche anno che quando siamo in Sicilia troviamo sempre il modo e un buon pretesto per arrivare fino a Dattilo. Siamo in provincia di Trapani e giusto ad un pugno di km dal capoluogo c’è Dattilo. Chi ci segue anche sui social lo sa, proprio qui, qualche anno fa abbiamo scoperto una meraviglia assoluta: i cannoli dell’Euro Bar.
Venire qui è una sorta di pellegrinaggio per noi appassionati di food e desiderosi di raccontare e condividere le nostre esperienze di gusto.
In questo luogo lontano dagli itinerari turistici tradizionali e poco avvezzo alle luci dei riflettori, tutto ti aspetteresti di trovare ma non quello che per noi, è uno dei migliori cannoli mai gustati.
Inutile girarci intorno perché a parer nostro la realtà è questa. Michele Mazzara (il patron) ormai ha creato intorno a sé e al cannolo dell’Euro Bar quasi una sorta di venerazione, una fama che ha portato turisti, curiosi, golosi e addetti ai lavori da queste parti e questa fama è assolutamente meritata.
Chi già è stato qui può capirci e non può non darci ragione, ma possiamo solo immaginare lo stupore di chi la prima volta dovesse mettere piede qui.
Si resta a bocca aperta già quando ci si trova di fronte a questa meraviglia, la si guarda e si resta colpiti, a cominciare dalla dimensione generosa dei cannoli capaci di soddisfare anche palati più esigenti.
E poi ci si abbandona ai sensi, si chiudono gli occhi e si gusta la poesia, proprio così, perché i mitici cannoli dell’Euro Bar Dattilo, li riconosceresti anche bendato: involucro friabile, ricotta densa, consistente, profumata, avvolgente e misura extralarge.
La ricotta bella granulosa, con poco zucchero, è rigorosamente di pecora e solo delle valli trapanesi. La cialda è fatta a mano, non unta ed è friabile e gustosa. Insomma pochi fronzoli, tanta sostanza e tanta bontà. Noi lo abbiamo gustato in due versioni: semplice con la sola ricotta e anche quello con ricotta e gocce di cioccolato.
I cannoli dell’Euro Bar Dattilo a parer nostro sono uno dei piaceri che bisogna concedersi almeno una volta nella vita. Questo luogo è un vero Paradiso per chi ama i cannoli. Sarà uno dei primi indirizzi in cui torneremo quando si potrà ricominciare a viaggiare.
Intanto segna questo indirizzo in agenda e continua a seguirci….
Euro Bar Dattilo
Via Garibaldi, 11/13
Dattilo (Tp)
Tel. 0923 861434
Visita la pagina Fb dell’Euro Bar Dattilo
Il baccalà fritto è un delizioso secondo piatto che si prepara in molte regioni ed è uno dei protagonisti di questo periodo dell’anno. E’ molto semplice da preparare, basta solo seguire pochi passaggi. Noi l’abbiamo gustato all’Hosteria Le Gourmet a Sperone e non potevamo non raccontarvi come si prepara. Grazie al caro amico, l’oste Peppino Caramiello, per la ricetta.
Ingredienti:
- Baccalà 500 gr. (per le quantità a persona dipende da quanti pezzi vogliamo ricavarne)
- Farina e semola q.b.
- Olio di semi di arachide (per friggere)
- Un pizzico di sale
Procedimento:
La prima operazione da fare con qualche giorno di anticipo è dissalare il baccalà. Il baccalà va messo in ammollo per 3 giorni avendo cura di cambiare l’acqua ogni 9/10 ore. Trascorsi i giorni necessari il baccalà va sciacquato per bene e sistemato in un recipiente al fresco (anche in figo).
Questa operazione è fondamentale perché come sapete il baccalà (a differenza dello stoccafisso che è essiccato) è conservato sotto sale e per consumarlo e gustarlo occorre fargli perdere gran parte della sua sapidità.
Tagliamo il baccalà in tranci, passiamolo bene nella farina e semola, ripetiamo l’operazione un paio di volte, deve essere ben infarinato.
Intanto mettiamo in una padella abbondante olio di semi di arachide. Quando è alla temperatura giusta, immergiamo il nostro baccalà infarinato, rigiriamolo ogni tanto. Ci vorranno 6/7 minuti per essere cotto.
Una volta pronto, mettiamolo su carta assorbente per fargli perdere l’unto in eccesso e prima di servire aggiungiamo un pizzico di sale.
In questo caso come tradizione campana vuole abbiamo accompagnato il baccalà con le papaccelle sott’aceto. Buon appetito!
Hosteria le Gourmet
Via Ferrovia n.28
Sperone ( Av)
Tel . 338 215 46 56
Visita la pagina Fb dell’Hosteria Le Gourmet
Salvo Terruso, siciliano DOC è un talento innato in cucina, seguendo le orme e la tradizione di famiglia, si diletta in ricette e piatti che sono uno spettacolo, tutti contraddistinti da un particolare: la sicilianità. Protagonisti dei suoi piatti sono i fantastici prodotti di questa regione meravigliosa.
Ideatore del progetto e brand “il Pastaio Matto” sta per dare alla luce il suo locale in quel di Palermo e noi seguiremo e vi racconteremo la sua avventura. Intanto Salvo ci regala una fantastica ricetta: linguine con pomodorini, burrata e granella di pistacchi. Piatto ribattezzato da Salvo “Pumaruoru Siculu”.
Ingredienti per 2 persone:
- Linguine di Grano duro 200 gr
- Olio Evo q.b
- Aglio 2 spicchi
- Peperoncini 2 interi
- 4 Filetti di Acciughe sott’olio
- Pomodorini ciliegini 250 gr.
- Burrata 250 gr.
- Granella di Pistacchi q.b.
Procedimento:
Pulire l’aglio e schiacciarlo in un mortaio.
Tagliare i 2 peperoncini, una parte andrà in padella, mentre una parte servirà per l’impiattamento.
Mettere in una padella un filo di olio abbondante, l’aglio schiacciato, il peperoncino e i filetti di acciughe.
Fare sciogliere le acciughe e dorare l’aglio facendo attenzione di non farlo diventare oro scuro.
Aggiungere i pomodorini tagliati, e tenerli in padella finché non hanno raggiunto la cottura giusta ( ci vorranno circa 5 minuti).
Togliere dalla padella e mettere da parte alcuni pomodorini che serviranno per l’impiattamento.
Intanto nella pentola in ebollizione, aggiungere sale grosso e le Linguine di Grano duro, (è preferibile usare quelle trafilate al bronzo).
Dopo 6 minuti di cottura, completare la cottura in padella con tutto il sughetto precedentemente preparato aiutandosi con l’acqua di cottura della pasta, e facendo sì che si formi una bella cremina.
Quindi impiattare, aggiungere la Burrata, i pomodorini, il peperoncino e una manciata di granella di pistacchi. Che dirvi? Buon Appetito e come dice Salvo con il suo motto ormai diventato un vero must “Mancìa e liccati u piattu”. (Mangia e leccati il piatto).
Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto
Salsicce e friarielli è un binomio perfetto, uno dei piatti tipici partenopei e campani, una storia d’amore che esiste da sempre. Questo è un secondo meraviglioso che piace davvero a tutti. Lo chef Stefano De Matteo del Ristorante il Generale a Caiazzo ci regala la ricetta di questo piatto, servito e presentato in maniera originale e bella da vedere: millefoglie con salsiccia di razza casertana e friarielli. Prova a farla a casa….
Ingredienti per 4 persone:
- 4 salsicce fresche (di razza casertana pari a 800 gr.)
- 600 gr. di friarielli
- 2 spicchi di aglio
- Olio extravergine di oliva
- Peperoncino
- Sale
Procedimento:
Mondate i friarielli, lasciando le cime più tenere. Mettete in una padella aglio, olio e peperoncino, fate soffriggere per qualche minuto e aggiungete i friarielli, salate e cuocete per una decina di minuti.
In un’altra padella mettete dell’olio e fate rosolare le salsicce da ogni parte, ultimate la cottura insieme ai friarielli. Tagliate le salsicce a fettine e con l’aiuto di un coppapasta alternate strati di salsicce e friarielli. Infine per deliziare il tutto condite con un filo di olio extravergine possibilmente di varietà “caiazzana”. Buon appetito.
Ristorante Il Generale
Largo Plebiscito Veneto n.2
Caiazzo (Ce)
Tel. 0823 862606
Visita il sito web del ristorante Il Generale
Siamo a Monte Sant’Angelo, uno dei gioielli del Gargano. Dal borgo, situato su uno sperone di roccia in bella posizione panoramica ad oltre 800 metri sul livello del mare, si ammira ad ovest il Tavoliere e a sud il mare e Manfredonia. Monte Sant’Angelo è un centro dalla storia antichissima con un centro storico caratteristico, il Rione Junno caratterizzato dalle sue casette bianche tutte uguali, Il castello Normanno – Svevo e soprattutto il bellissimo Santuario di San Michele Arcangelo (patrimonio UNESCO), uno dei luoghi più importanti della Cristianità, meta di pellegrinaggi e visitato da centinaia di migliaia di fedeli ogni anno.
Proprio qui, nel suo paese, In questo meraviglioso borgo del Gargano, in bilico tra tradizione, storia, anima popolare e modernità, nel cuore del centro storico in Piazza de’ Galganis, c’è il regno di Gegè Mangano, chef geniale, vulcanico, creativo e di una simpatia prorompente.
Li Jalantuùmene
Qui c’è Li Jalantuùmene che è un mondo a parte, quasi una filosofia di vita, è molto di più di un ristorante, è una vera esperienza sensoriale e storica, qui puoi sostare e restare a dormire a Casa Li Jalanuùmene e goderti un soggiorno unico in ambienti che profumano di storia e nel contempo eleganti e raffinati.
Poi pranzare o cenare da Gegè Mangano è qualcosa che resta nella memoria e ti regala sempre emozioni uniche. L’ultima creatura di Gegè è Tirami Sud, un progetto e un portale che ti dà la possibilità di ordinare e avere a casa tua eccellenze del territorio e i prodotti selezionati da Gegè, come le mitiche Ostie ripiene di Monte Sant’Angelo, dolce tipico del luogo.
Le Ostie ripiene di Gege Mangano
Ti proponiamo la ricetta dello Chef Gegè Mangano e qualche curiosità su questo dolce dalle origini antiche.
Ingredienti per 10 ostie:
- 300 gr di mandorle abbrustolite in forno
- 250 gr di miele millefiori
- 50 gr zucchero
- Pizzico di cannella in polvere
- Qualche chiodo di garofano
- Scorza di limone femminello grattugiata
- Scorza di arancia grattugiata
Procedimento:
In un tegame metto le mandorle abbrustolite, mescolo qualche attimo con un cucchiaio di legno. Subito aggiungo il miele e lo zucchero. Mescolo spesso in modo che possano sciogliersi e amalgamarsi con le mandorle. Proseguo la cottura a fiamma dolce per circa 40 minuti. Continuo a mescolare spesso per non fare attaccare il composto. Terminata la cottura, tolgo dal fuoco e aggiungo la polvere di cannella, i chiodi di garofano, la scorza di limone e di arancia grattugiata. Continuo a mescolare e amalgamare bene il composto. Intanto stendo le ostie che ho preparato precedentemente con il cucchiaio di legno incomincio e posizionare il composto sulle ostie e le ricopro con un altra ostia (come se fossero dei sandwich). Per fare in modo che si attacchino posiziono in superficie una tavoletta di legno con dei pesi. Si lasciano riposare per circa un'ora in modo che possano attaccarsi l'una all'altra. Dopo un'ora saranno pronte per essere gustate.
Preparazione delle ostie:
Per fare le ostie occorrono semplicemente acqua, farina e un filo di olio Evo, si lavora il tutto e si crea una pastella. Indispensabile un utensile “il ferro a tenaglia” che si mette a scaldare sul fuoco. Poi quando è caldo, con un cucchiaio si posiziona un po’ di quella pastella e così si crea l’ostia. Bisogna stare attenti a non farle bruciare e quindi girare rapidamente da una parte all'altra.
N.B. Se vi manca il tempo e l’attrezzo adatto, potete anche comprare delle ostie già pronte.
Ostie Ripiene
La Curiosità: le ostie ripiene (ostie ckjene) sono una specialità tipica di Monte Sant Angelo, nel cuore del parco nazionale del Gargano.
La leggenda narra che un giorno nelle cucine del Monastero della Santissima Trinità (convento delle Clarisse), alcune suore stessero preparando alcuni dolci con il miele. A un certo punto una mandorla cadde nel miele e una di queste suore per riprendere la mandorla usò due ostie. Chiaramente la mandorla rimase attaccata tra le due ostie grazie al miele.
Nel frattempo entrò un parroco e guardando quella scena disse alla suora che era un peccato di gola. La suora rispose al parroco che si sbagliava, non era un peccato di gola bensì erano le OSTIE RIPIENE.
Li Jalantuùmene
Piazza De’ Galganis n.5
71037 Monte sant’Angelo (Fg)
Tel. 0884 565484
Visita il sito web del ristorante e B&B Li Jalantuùmene
Siamo a San Marco dei Cavoti, nel Fortore beneventano. Venire a San Marco significa immergersi in un’atmosfera unica, questo delizioso borgo infatti ha origini antichissime. In particolare il nucleo antico e il nome attuale si devono ai Provenzali che fra il 1353 e il 1355 si stabilirono sul territorio. I coloni provenzali venivano dalla cittadina di Gap e chiamarono il borgo San Marco in onore del loro santo patrono, la denominazione di Cavoti deriva da Gavots, che indicava la provenienza appunto dalla cittadina provenzale di Gap. Da non perdere il borgo antico, sapientemente tenuto e ricostruito in pietra, il borgo Vicidomini, il Palazzo Marchesale, le tre porte di accesso: Porta di Rose, Porta Palazzo e Porta Grande, la Torre Provenzale nel punto più alto del borgo, Palazzo Ielardi, la Chiesa del Carmine risalente al 1600. Non può mancare una capatina al Museo degli orologi da torre unico in Italia.
San Marco dei Cavoti Panorama dal Belvedere
San Marco dei Cavoti è conosciuto nel mondo come “il paese del torrone e del croccantino”. Un altro motivo per venire a San Marco dei Cavoti è quello di passare da Innocenzo Borrillo.
Indirizzo storico e mecca per gli appassionati di dolci bontà. Proprio il cav. Innocenzo Borrillo inventò quello che negli anni è diventato un must, il torrone Baci: un croccantino squisito di mandorle e nocciole ricoperto di goloso e pregiato cioccolato fondente extrafine. La storia cominciò nel 1891, quel piccolo laboratorio di bontà è ancora qui a san Marco e nel tempo si è diventata la Premiata Fabbrica di torroni Innocenzo Borrillo conosciuta in Italia e anche all’Estero.
La mitica cassatina di Innocenzo Borrillo
Se passate da queste parti non potete non assaggiare la mitica cassatina: pan di Spagna, all’interno finissima ricotta di latte vaccino lavorata abilmente con gocce di cioccolato e sopra una pasta di mandorle delicata.
Sua Maestà la cassatina
La cassatina è come una carezza, morbida, avvolgente, delicata. Ad ogni morso ti trascina in un vortice di bontà. Personalmente me ne sono innamorato e ogni anno venire qui è diventata quasi un’abitudine.
Le cassatine di Innocenzo Borrillo
Poi l’atmosfera che si respira entrando in questo piccolo negozio è unica. Attendere il proprio turno e di essere servito al banco nella buvette è pura magia. Indirizzo da non perdere. Appena ne avrete modo, fate tappa qui e mi direte…..
Innocenzo Borrillo Interno Un fascino senza tempo
Innocenzo Borrillo
Via Roma, 64
San Marco dei Cavoti (Bn)
Tel. 0824 984060
Visita il sito web di Innocenzo Borrillo
Le tagliatelle al forno sono un piatto della tradizione casalinga di molti italiani. Il tipico piatto della Domenica, personalmente mi ricorda la cucina di mamma o di nonna quando ci si riuniva tutti a pranzo e bastava portare in tavola la teglia di tagliatelle e tutti sorridevano davanti a tanta bontà. Chiaramente non esiste una ricetta assoluta ma in ogni casa esistono diverse varianti e versioni. In questa noi abbiamo usato solo sugo con passata di pomodoro e carne macinata, piselli e mozzarella. C’è però chi ama rendere il piatto più ricco aggiungendo anche besciamella, funghi o uova sode a pezzi. In questo modo le tagliatelle al forno, così condite diventano un vero e proprio pasticcio di tagliatelle. Qualunque sia la versione, il risultato è comunque garantito.
Ingredienti per 4 persone:
- 280 gr di tagliatelle all’uovo
- 800 gr di passata di pomodoro in alternativa
- 300 gr di carne macinata (2/3 di maiale e 1/3 di bovino)
- 270 gr. di mozzarella
- 150 gr. di piselli surgelati
- Sedano (un gambo)
- Una carota
- Mezza cipolla
- Olio Evo q.b.
- Vino Bianco (mezzo bicchiere)
- Sale q.b.
- Parmigiano grattugiato (q.b.)
Procedimento:
La prima cosa da fare è preparare il ragù di macinato. In una padella facciamo soffriggere in un filo di olio Evo, sedano, carota e cipolla ben tritati. Aggiungiamo la carne macinata, giriamo spesso e facciamola cuocere, sfumiamo poi con il mezzo bicchiere di vino bianco. Quando il vino sarà evaporato aggiungiamo la passata di pomodoro, aggiungiamo un pizzico di sale e facciamo cuocere il ragù per una mezz’oretta. A metà cottura (dicimo dopo 15 minuti) aggiungiamo i piselli surgelati (che impiegheranno poco a cuocere). Di tanto in tanto giriamo e controlliamo che il ragù non si asciughi troppo.
Intanto cuociamo le tagliatelle in abbondante acqua salata. Una volta cotte, condiamo le tagliatelle con il nostro ragù, aggiungiamo la mozzarella (che avremo fatto sgocciolare per bene) tagliata a cubetti e abbondante parmigiano. Mescoliamo e mantechiamo bene.
Sistemiamo il tutto in una teglia da forno, su un velo di sugo. Sulla superficie aggiungiamo un mestolo di ragù, qualche cubetto di mozzarella e altro parmigiano. Inforniamo a 180° (in modalità ventilata) per 20 minuti.
Una volta pronte attendere qualche minuto prima di servirle. Semplici e buonissime!
Siamo in Valle Telesina di ritorno da Benevento sulla SS 372 Telesina. Facciamo una deviazione e una sosta a San Salvatore Telesino per pranzare alla Locanda della Pacchiana. Era da parecchio che avevamo questo indirizzo segnato in agenda. Cominciamo col dire che la location è molto bella e curata, c’è un ampio parcheggio e un bellissimo e spazio esterno. Attraversiamo un suggestivo viale in pietra nel giardino e accediamo alla struttura.
Locanda della Pacchiana Viale che conduce all'ingresso
Ad attenderci all’ingresso c’è l’immagine della “Pacchiana”, la donna della tradizione contadina in abiti tipici, un una bella riproduzione in rilievo alla parete esterna. Ci accomodiamo e ci accompagnano al nostro tavolo prenotato per tempo. All’interno mi colpisce un indovinato mix di stile rustico e raffinato, con pietra a vista, travi di legno al soffitto, inserti di tufo alle pareti e un’illuminazione calda e avvolgente. Sarà stato anche il tempo uggioso e la pioggerellina esterna ma c’era davvero una bellissima atmosfera che invita alla convivialità.
Locanda della Pacchiana San Salvatore Telesino
Da notare come la Locanda della Pacchiana sia molto grande con quasi 200 coperti distribuiti in tre ambienti e tre sale (la sera qui fanno anche una buona pizza).
Altro plus il giardino esterno curato e rilassante. Insomma davvero una bella e sorprendente location (soprattutto per chi viene qui la prima volta). Ma veniamo alla proposta gastronomica.
Il menù è semplice e studiato con piatti e pietanze del Sannio. Ci sono sei proposte di antipasti (molte tipiche del territorio), tre insalate, 5 proposte di primi più un fuori menù e poi i secondi con una nota di merito per la carne (che pare qui sia davvero notevole). Insomma c’è di che divertirsi.
Da bere ordiniamo tre calici di aglianico della Cantina Aia dei Colombi di Guardia Sanframondi (per restare nel territorio), un bel rosso giustamente tannico con sentori di spezie e frutti rossi. Cominciamo ordinando due antipasti, mozzarelline di latte di bufala (di produzione locale) e un bel prosciutto sannita bello sapido e gustoso.
Mozzarelline di bufala e prosciutto sannita
E un interessante tortino di baccalà con patate e porro, servito su crema di pomodorini datterini gialli e riccioli di porro fritti. Delicato e ho trovato riuscito l’abbinamento con il pomodorino giallo e la sua nota dolciastra.
Tortino di baccalà
Fuori la pioggia non cessa la sua danza, ed è piacevole vedere l’acqua bagnare il giardino con le piante curate e di un bel verde intenso. Intanto abbiamo ordinato tre primi. Due dalla carta e il primo piatto fuori menù (segnato su una lavagnetta all’ingresso).
Ecco le cortecce del Buttero, ossia cortecce di pasta fresca su fondo bruno con pomodori secchi, straccetti di scamone di manzo e scaglie di caciocavallo stagionato del Matese. Davvero un gran piatto con un equilibrio perfetto (e che buoni gli straccetti di manzo).
Cortecce del Buttero
Poi un piatto storico della Locanda, presente da tempo in carta: i perciati alla beneventana. In pratica si tratta di maccheroncelli di pasta fresca con un ragù bello tirato di pomodoro al peperoncino e salsiccia stagionata a tocchetti. Semplicemente fantastico! A completare il piatto e donargli la giusta sapidità il pecorino romano grattugiato grossolanamente.
Perciati alla beneventana
Il terzo primo è il fuori menù del giorno: mezzelune ripiene di ricotta e melanzane con pomodorini freschi e stracciata di mozzarella. Strepitose davvero. E il sughetto ci ha costretto (ahimè) ad una avida e goduriosa scarpetta, e si sa… quando il sacro dovere chiama non ci si può rifiutare (tra l’altro il pane locale era davvero ottimo).
Mezzaluna di pasta fresca ripiena di ricotta e melanzana con pomodorini e stracciata di bufala
Siamo sazi ma vogliamo prendere anche un secondo, la scelta cade sul Beef-Hamburger, hamburger (250 gr) con primo taglio di vitello di stalle locali servito con patate rustiche tagliate al momento e fritte e pomodoro a fette. Ho trovato la carne eccezionale, succosa e saporita.
Hamburger con patate rustiche e pomodoro di stagione a fette
Purtroppo non abbiamo molto tempo perché dobbiamo rientrare verso Napoli e dobbiamo quindi andar via, non prendiamo altro ma mi riprometto di tornare per gustare altri tagli di carne e altre proposte.
Prendiamo un caffè, due liquorini di mela annurca e chiediamo il conto. Paghiamo 69 euro in 3 per tre calici di vino, due minerali, due antipasti, tre primi e un secondo. Davvero vantaggioso il rapporto qualità-prezzo.
La Locanda della Pacchiana è un indirizzo storico della zona (fino a qualche anno fa era a Telese). Fama e successo meritati perché qui si mangia bene e tipico. La location è incantevole, una sorta di casale con tre sale e un grande giardino curatissimo (dove durante la bella stagione è piacevole pranzare o cenare). La location si presta quindi anche a cerimonie ed eventi. La cucina non delude, in prevalenza puoi trovare piatti e prodotti del territorio. Buona la materia prima, eccellenti i primi (i perciati alla beneventana per non parlare delle mezzelune da soli giustificano la tappa qui). Di grande qualità la carne (ma ritorneremo per approfondire la cosa). Ottimo il rapporto qualità-prezzo. Davvero una bella scoperta, da non perdere.
Locanda della Pacchiana
Via Amorosi n.43
San Salvatore Telesino (Bn)
Tel. 0824 976093
Visita il sito web della Locanda della Pacchiana