Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Ti proponiamo un fantastico primo piatto, una rivisitazione di Salvo Terruso, il famoso Pastaio Matto dei social, di un piatto della tradizione: gli spaghetti alle vongole. Ribattezzato da Salvo la “Vongolota ubriaca”, questo primo de il Pastaio Matto è un piatto rivisitato, che nasce negli anni ‘60 nella Taverna di Nonno Pippinu nella splendida Monreale, cittadina poco distante da Palermo. Prova a fare questi cemosi e invitanti spaghetti. Ecco la ricetta….
Ingredienti per 2 persone:
- 200 gr. Spaghetti (pasta di Martino)
- 500 gr. di vongole
- Olio Evo q.b.
- 2 Spicchi di Aglio
- 1 Peperoncino
- Prezzemolo
- Un calice di Vino bianco
Per la crema di Patata:
- 1 Patata
- Prezzemolo q.b.
- Olio Evo
Procedimento:
Se utilizzate le Vongole veraci, fatele spurgare per 12 ore in acqua fredda e sale. Trascorso il tempo necessario, scolatele e ripassatele di nuovo sempre con dell’acqua fredda.
Picchiettate le conchiglie su un piano per accertarvi che non ci sia più sabbia. In una padella aggiungete l’olio extravergine d’oliva, l’aglio, il peperoncino ed il prezzemolo.
Accendete il fuoco a fiamma moderata e quando l’aglio è dorato, unite le vongole, quindi mettete il coperchio. Lasciate aprire le vongole.
Aggiungete il vino, quindi lasciate insaporire e fate evaporare il vino.
A questo punto sgusciate le vongole tenendone da parte qualcuna col guscio. Serviranno per decorare i piatti. Intanto cuocete la patata in un pentolino con dell’acqua.
Cotta la patata, tagliarla a pezzettini. Per ottenere una bella crema, frullate con il minipimer la patata con l’olio evo ed il prezzemolo.
Portate ad ebollizione l’acqua, salate, quindi calate la pasta, facendo una precottura di circa 3 minuti.
Trasferite la pasta nella padella, quindi aggiungete la crema di patate, fate il resto della cottura aiutandovi con mestoli di acqua della pasta, mi raccomando non fate asciugare il tutto.
Nella parte finale, aggiungete le vongole, mantecate creando una cremina super gustosa.
Dopo aver decorato il piatto con le rimanenti vongole e con il trito di prezzemolo fresco e peperoncino, servite il piatto ben caldo!
Buon appetito, e come dice il Pastaio Matto: “Mancìa e liccati u piattu” (Mangia e leccati il piatto).
Visita il profilo instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto
Chi ci segue con affetto sa bene che ci sono degli indirizzi dove andiamo spesso. Se è vero il modo di dire “si torna sempre dove si è stati bene”, c’è un posto dove queste parole calzano davvero a pennello: N’Ata Luna, cucina e caffè. Siamo a Grottaminarda in Irpinia, a pochi km dall’uscita dell’autostrada della Na-Ba in contrada Ruvitiello. Questo locale è nato grazie alla partnership con l’azienda Caffè Vergnano 1882. Il tutto è frutto dell’intuizione del geniale e appassionato Vincenzo Panico (uomo colto, consulente aziendale “gourmet” con la passione per l’Irpinia, l’enogastronomia e per il “buon vivere”) e della famiglia Tocco, Lucia, Antonella e Claudio. Un team vincente e unito.
N’Ata Luna è molto frequentato e conosciuto anche per i suoi mitici aperitivi (anche se è riduttivo chiamarli così), cocktail e calici abbinati a proposte di cucina in versione “finger”.
Già oggi N’Ata Luna è un riferimento, perfetto in ogni momento della giornata: a colazione, a pranzo, per l’aperitivo o a cena.
N'Ataluna. Grottaminarda - Particolare interno
Questo indirizzo per noi rappresenta una certezza per tanti motivi, in primis per la cucina, le proposte del bravissimo e talentuoso chef Andrea Raimo e della sua brigata sono sempre convincenti, perfetta sintesi tra le certezze della tradizione e la forza della creatività. Altra cosa che ci piace di N’Ata Luna è l’atmosfera che si respira in questo locale bellissimo, ampio, luminoso, con un meraviglioso bancone all’ingresso, un arredamento caldo e particolare, domina il legno, i colori chiari, stupendi i tavoli e le sedie e altri dettagli come le credenze, gli scaffali, le lampade a sospensione e le poltrone “chesterfield”. Il tutto regala un’atmosfera sospesa tra il vintage e il moderno. L’effetto “wow” continua grazie alle proposte di cucina. Ma andiamo per gradi. Ci accomodiamo al nostro tavolo e diamo un’occhiata al menù, davvero ben concepito con proposte di carne ma anche di pesce e presenza “importante” di prodotti irpini di eccellenza.
Su consiglio del bravo Nicola prendiamo un bel rosato, l’Irpinia Rosato biologico dell’azienda agricola Boccella Rosa di Montemarano.
Irpinia Rosato bio di Boccella Rosa
Ci servono i loro pani, grissino e tarallucci che definire invitanti è poco …..
I pani
Con il pane degustiamo il meraviglioso olio Ravece di Fontana del Re, un olio Evo pazzesco ottenuto da olive ravece 100 %, in cui c’è tutto il profumo e il sapore dell’Irpinia.
Olio DOP Ravece di Fontana del Re
Arriva un graditissimo entreé: pallina cacio e uova con mostarda, semplicemente deliziosa. E subito mi scende la lacrimuccia, se ripenso al passato e a nonna che faceva le polpette di pane e formaggio….
Entreé di benvenuto
Si comincia con gli antipasti. Prendiamo un uovo di gallina pochè con spuma di parmigiano, asparagi, vaniglia e limone. Un tripudio di sapori, la delicatezza dell’uovo che sposa la morbida e saporita spuma di parmigiano. Il tocco in più la zest di limone a donare freschezza. Grande proposta che meriterebbe il bis.
Uovo pochè, spuma di parmigiano, asparagi, vaniglia e limone
L’altro antipasto è una proposta di mare: dei meravigliosi gamberi di Mazara marinati al lime, con frutto della passione, mayo di gambero, bufala e basilico. Anche qui tutto si gioca sull’equilibrio di sapori delicati che si sposano alla perfezione.
Gamberi rossi di Mazara marinati al lime
L’incipit è stato davvero importante. L’aspettativa è grande, i primi piatti non deludono le attese, anzi. Ordiniamo un piatto di tagliolini ai “30 rossi” con ragù bianco di totani e patate, succo di prezzemolo, acqua di provola e limone candito. Che vuoi dire davanti ad un piatto così? Poesia. Ho trovato azzeccata anche la scelta della pasta, dei tagliolini ai 30 rossi fatti a regola d’arte. Sorprendente il “ragù” di totani e patate. Un piatto che ci ha regalato emozione.
Tagliolini ai 30 rossi con ragù bianco di totani e patate succo di prezzemolo acqua di provola e limone candito
Ma ci ha emozionato anche l’altro primo, un omaggio al grande chef Paolo Barrale di Andrea Raimo che di Paolo è stato allievo, uno spaghettone con burro al caffè, parmigiano, polvere di capperi, basilico e zest di limone. Piatto semplice come concetto ma delicato, equilibrato, sorprendente.
Omaggio a Paolo Barrale
Le sorprese non finiscono qui, dalla cucina arriva un gradito omaggio dello chef Andrea Raimo. Un assaggio della sua “mitica” genovese. Candele con la genovese di cipolla ramata di Montoro (ovvio!), cacao, parmigiano e basilico. Una delizia assoluta. Cari amanti della genovese, questa non dovete proprio farvela scappare. Da applausi.
Genovese di Andrea Raimo
Saremmo sazi, ma decidiamo di gustare anche un secondo (in due). La scelta ricade sul filetto di maiale con purea di mela annurca, indivia brasata e salsa alle rose. Nota di merito per la carne (ottima), bello e azzeccatissimo l’abbinamento della dolce purea di mela annurca con il sentore amarognolo dell’indivia. Anche questo è un grande piatto. Chapeau.
Filetto di maiale purea di mela, indivia brasata e salsa alle rose
Arriva al tavolo Lucia (eccezionale padrona di casa) che ci propone come dolce il cremoso al cioccolato 70 %, polvere di olio ravece, sale Maldon, gel al frutto della passione e cruble di pane. Desset che apprezziamo molto.
Dessert
Accompagniamo il dolce con un caffè e un amaro Jefferson.
Amaro Jefferson
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo poco meno di 40 euro a persona. Rapporto qualità – prezzo incredibile.
Forse avrai capito perché di tanto in tanto torniamo da N’Ata Luna a Grottaminarda. Questo indirizzo è una garanzia. Il locale è bellissimo, l’atmosfera fantastica, qui puoi fare colazione, goderti un caffè, fare un meraviglioso aperitivo (con proposte di cucina e spesso eventi live e dj set), puoi pranzare o cenare. In cucina c’è lo chef Andrea Raimo, grande talento irpino, la sua cucina è una sintesi pressoché perfetta tra tradizione e cucina del territorio (del resto le radici non si possono certo dimenticare) e creatività. Molti suoi piatti emozionano. E quando un piatto emoziona, vuol dire che parla ai sensi. Qui non si viene semplicemente a mangiare e questo è importante. Nicola in sala è davvero impeccabile e preparato.
Il progetto di Vincenzo Panico e della famiglia Tocco (Lucia, Antonella e Claudio) continua a crescere e ad evolversi. N’Ata Luna è davvero un piccolo gioiello, un salotto del “buon gusto” che non devi assolutamente perderti. Garantiamo noi.
N’ata Luna
Contrada Ruvitiello
Grottaminarda (Av)
Tel. 0825 188 0611
Visita il sito web di N’Ata Luna
Il nostro viaggio alla scoperta degli indirizzi da non perdere ci porta ad Avellino. Siamo in pieno centro storico a due passi dal Corso e da Piazza Libertà, ci siamo fermati per pranzo da Sa’ di cucina & co. Avevamo segnato in agenda questo indirizzo da un po’, perché ci incuriosiva la loro proposta gastronomica. Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo da due. Arriviamo in perfetto orario.
Sa'di cucina & co Insegna Esterna
L’impatto con il locale è gradevole, arredo sobrio, curato, essenziale, belle le sedute e le lampade a sospensione. Nel complesso regala calore e una sensazione di piacevole convivialità, ci sono una quarantina di posti a sedere. Veniamo accolti con grande gentilezza e mentre guardiamo il menù ci viene offerto come benvenuto un calice di Franciacorta Brut DOCG Ferghettina, una bolla pazzesca, elegante, ottenuto in prevalenza da uve Chardonnay e in piccola parte Pinot Nero, piacevole con note agrumate e di pesca. Intanto studiamo le proposte in carta, ci sono cinque antipasti e due taglieri uno che è denominato selezione di eccellenze, un viaggio enogastronomico tra salumi e formaggi di varie regioni d’Italia e poi quello denominato Gusto con salumi e formaggi irpini di eccellenza come il culatello del Prosciuttificio Ciarcia, il capocollo del salumificio Giovanniello, il caciocavallo bagnolese, il pecorino di Volturara Irpino serviti con confetture artigianali, contorni e bruschette. Ci sono poi quattro primi e sei secondi. Un menù che cambia stagionalmente e presenta un legame importante con il territorio Irpino. Davvero interessante…
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Nebbiolo Doc bio delle Langhe dell’Azienda Agricola Erbaluna. Di un bel colore rosso rubino, con sentori floreali, equilibrato e giustamente tannico. Davvero un’ottima scelta, ideale compagno per il nostro pranzo.
Il Nebbiolo di Erba Luna
Si comincia con gli antipasti, optiamo per una proposta denominata “Lo chef consiglia” che comprende diversi assaggi, ecco il tortino di patate con provola e funghi porcini su fonduta di formaggio, un meraviglioso fiocco di culatello del Prosciuttificio Ciarcia e un delizioso mini bun alla curcuma con salsiccia di maialino, broccoli e crema di pecorino.
Antipasto
Non finisce qui, arriva una zuppetta di fagioli, castagne, funghi porcini e cipolla rossa. Piatto tipicamente autunnale e che racconta il territorio irpino come pochi. Davvero buonissima.
Zuppetta di fagioli, castagne, porcini e cipolla rossa
E ancora scarola con pinoli, olive nere e cotechino irpino. Con questo piatto respiriamo la vera tradizione contadina irpina, la scarola va a nozze con le olive nere e i pinoli e il classico cotechino irpino bello grasso e saporito dona morbidezza e quel tocco rustico al piatto.
Scarola ripassata con pinoli olive nere e cotechino irpino
L’altro antipasto è una meraviglia: uovo scomposto su fonduta di blu di pecora con funghi porcini, tartufo nero di bagnoli e chips di patate. Qui la scarpetta è d’obbligo. Peccato che via web non ti possa far arrivare il profumo inebriante di questo piatto.
Uovo scomposto su fonduta di pecora con funghi porcini tarfuto nero e chips di patate
L’antipasto ci ha convinto con proposte very “Irpinia style” con materie prime e prodotti eccellenti e di qualità. Se l’antipasto ci è piaciuto con i primi saliamo ancora di livello. Abbiamo preso degli spaghettoni trafilati al bronzo mantecati con crema di cavolo nero, scaglie di tartufo nero e fonduta di parmigiano. Riuscitissimo l’abbinamento del tartufo nero di Bagnoli Irpino con la crema di cavolo nero, una sorta di pesto che avvolge la pasta e la esalta. A chiudere il tutto la morbida e delicata fonduta di parmigiano. Gran piatto, complimenti.
Spaghettoni con crema di cavolo nero, tartufo di Bagnoli irpino e fonduta di parmigiano
E che dire delle fettucce ai funghi porcini con crema di parmigiano e castagna fritta di Montella? Spaziali. Cottura perfetta della pasta, porcini da urlo, piatto equilibrato con la particolarità della castagna fritta sbriciolata che dona dolcezza al piatto.
Fettucce ai funghi porcini con crema di parmigiano e castagna fritta di Montella
Due primi eccellenti, un mix di sapori e profumi che parlano di Autunno in chiave irpina. Un vero trionfo del territorio. Intanto passa a salutarci Alessandro, uno dei tre titolari di Sa’ di cucina & co, ci racconta del locale che nasce anni fa come vineria e nel tempo si è trasformato in un ristorante, bistrot con proposte di cucina sempre più convincenti e strutturate. Personalmente mi è piaciuta molto la passione che traspariva dalle sue parole mentre parlava di prodotti, materie prime e della sua terra.Non possiamo esimerci dal gustare anche un secondo e prendiamo un filetto di manzo su purea di patate e funghi pioppini. La carne è eccellente, morbida e saporita.
Filetto di manzo su purea di patate e funghi pioppini
Accompagniamo il secondo con delle buonissime patate rustiche.
Patate rustiche
Siamo pieni, nostro malgrado saltiamo il dessert, prendiamo un caffè e un amaro Jefferson servito con ghiaccio, scorzetta di arancia e rosmarino. Godimento allo stato puro…
Jefferson servito con ghiaccio scorzetta di arancia e rosmarino
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 45 euro a persona. Abbiamo trovato assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
Sa’ di cucina & co ad Avellino è stata davvero una fantastica scoperta. Questo ristorante, bistrot è un piccolo gioiello situato in pieno centro storico. Bella l’atmosfera informale che si respira qui, il locale è carino e curato. Inizialmente era una vineria poi negli anni si è evoluta offrendo ai clienti convincenti e strutturate proposte di cucina trasformandosi in un ristorante di tutto rispetto. Qui trovi una cucina che parte dalla meravigliosa tradizione irpina con proposte interessanti e prodotti di eccellenza che raccontano un territorio che ha pochi eguali. I piatti sono un "mash up" di tradizione e creatività, con un menù che cambia almeno 4/5 volte l’anno seguendo la stagionalità e la reperibilità delle materie prime. Davvero eccellente poi la selezione dei vini e delle birre artigianali. Il servizio è preciso, veloce e professionale. Il rapporto qualità – prezzo corretto. Cosa volere di più? Indirizzo consigliatissimo, prova e ci darai ragione. Rivelazione.
Sa’ di cucina & co
Via Chiesa Conservatorio n.22
Avellino
Tel. 349 5288325
Visita il sito web di Sa’ di cucina & co
Ecco la ricetta di un meraviglioso primo piatto che abbiamo gustato tempo fa da Bocca di Bacco a Cimitile. Sono le pappardelle con crema di caciocavallo, funghi porcini e pesto bio. Prova a farle, te ne innamorerai…
Ingredienti per 4 persone:
400 gr di pappardelle
300 gr di funghi porcini freschi
1 spicchio di aglio
Olio Evo q.b.
1 bicchiere di vino bianco
Sale q.b.
Pepe q.b.
200 gr di caciocavallo
150 ml di panna da cucina
150 ml di latte
Pesto bio q.b.
Procedimento:
Prima operazione da fare è pulire bene i funghi porcini, e tagliarli a fettine sottili. Mettiamo in una padella due cucchiai abbondanti di olio e l’aglio schiacciato. Togliamolo quando avrà finito il suo compito e sarà dorato. A questo punto mettiamo in padella i porcini a fettine e facciamo cuocere girando di tanto in tanto per una decina di minuti. Trascorso questo tempo, irroriamo con il vino bianco, facciamo evaporare il vino e aggiungiamo un pizzico di sale. Continuiamo la cottura ancora per un’altra decina di minuti.
Mentre i nostri porcini cuociono, facciamo la crema di caciocavallo. In un pentolino scaldiamo il latte e la panna da cucina a fuoco molto lento, quando stanno quasi per bollire aggiungiamo il caciocavallo tagliato a cubetti. Piano piano il formaggio comincerà a sciogliersi, a questo punto spegniamo la fiamma e continuiamo a mescolare fino a che la crema non sia bella densa. Mettiamo anche un pizzico di pepe.
A questo punto caliamo la pasta in abbondante acqua salata, quando sarà al dente terminiamo la cottura nella padella con i porcini e mantechiamo con un cucchiaio di acqua di cottura. Impiattiamo le nostre pappardelle ai porcini e completiamo con qualche cucchiaio di crema di caciocavallo e qualche cucchiaio di pesto. Il piatto è pronto. Ti garantiamo che il profumo e il sapore sono meravigliosi …..
Bocca di Bacco
Via Croce n.15
Cimitile (Na)
Tel. 320 888 1306
Visita il sito web di Bocca di Bacco a Cimitile
Ti presentiamo la ricetta di un piatto meraviglioso: gli spaghetti con patate e guanciale di maialino nero dei Nebrodi. Con questo primo piatto, Salvo Terruso, il famoso Pastaio Matto dei social ci fa vivere un viaggio del gusto nella bella Sicilia con gli insegnamenti di suo Nonno Pippinu con la sua Taverna di Monreale, paese a pochi chilometri da Palermo. Prova a farli, sono fantastici...
Ingredienti per 2 persone:
- 200 gr. spaghetti di Grano duro
- 150 gr. Guanciale
- 2 Patate
- 2 Spicchi di Aglio
- 1 Peperoncino
- Sale grosso q.b
- Prezzemolo q.b.
Procedimento:
Pelate 2 patate e date una sbollentata rapida. Lasciate raffreddare, quindi tagliate le patate a dadini grossolani. Tagliate il guanciale a strisce corte e abbastanza spesse;
In una padella senza olio, soffriggete nel suo grasso sciolto il guanciale fino a quando sarà dorato e croccante. Togliete il guanciale dal suo olio e mettetelo su della carta assorbente. Nella padella con l’olio del guanciale aggiungete 2 spicchi d’aglio, il peperoncino e le patate a dadini. Rosolare le patate finché non saranno morbide e croccanti. Quando la pentola con l’acqua bolle, aggiungere sale grosso, quindi calate la pasta.
Cuocete gli spaghetti per 5 minuti, quindi completate la cottura nella padella con le patate ed il guanciale aiutandovi con qualche mestolo di acqua di cottura della pasta. Aggiungere il prezzemolo tritato precedentemente, quindi impiantate. A piacimento e per gli amanti del pecorino, si può aggiungere una bella manciata di pecorino grattugiato, darà al piatto un sapore veramente straordinario. Buon appetito, e come dice il Pastaio Matto: “Mancìa e liccati u piattu”. (Mangia e leccati il piatto).
Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto
Napoli non ha bisogno di presentazioni, la magia e la bellezza di questa città catturano e conquistano anche a tavola. Eravamo in giro per la città e trovandoci in zona Lungomare ci siamo fermati a pranzo da Molo 17. Avevamo voglia di gustare la loro cucina di pesce. Siamo in Via Partenope, prolungamento di Via Caracciolo a poche centinaia di metri da Castel dell’Ovo, quartiere San Ferdinando.
Molo 17 è un ristorantino che ha l’aria di un’osteria di mare, ambiente caratteristico e curato in stile marinaro e ha come vista lo splendido lungomare partenopeo. Abbiamo prenotato con molto anticipo il nostro tavolo da due. Il nostro consiglio è quello di prenotare sempre perché il ristorante è quasi sempre strapieno. Ci accompagnano al nostro tavolo all’esterno.
Molo 17 - Napoli
Come sempre diamo un’occhiata al menù. Molo 17 è molto frequentato e amato per i crudi e le tartare (davvero super), infatti in carta c’è una sezione definita ”cruderia” dove ci sono ostriche (Gillareau, Mòr, ostriche Belon, ostriche francesi) e poi tartufi di mare, scampi di Sicilia, gamberi, gamberi rossi e altro ben di Dio. Poi c’è la sezione dei carpacci (di tonno pinna gialla con olive nere, capperi e pomodorini, di salmone con rucola pepe rosa, agrumi e salsa teriyaki, e ancora carpaccio di scampi di Sicilia con julienne di mango e sorbetto ai frutti di bosco, gamberi rossi e fragole e carpaccio di pescato). In carta anche la sezione delle tartare (tonno, scampi, salmone, gamberi rossi). Insomma c’è davvero da divertirsi.
Poi ci sono una ventina di proposte di antipasti, sette primi più due fuori menù, i secondi, il pescato del giorno, contorni e dessert. In definitiva il menù è vario, ricco, completo, in grado di soddisfare davvero tutti quelli che amano la cucina di mare.
Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Aglianico Rosè “Terre Cerase” di Villa Matilde, un rosè ottenuto da aglianico in purezza di un bel colore rosa tenue, delicati sentori di frutti rossi e spezie. Un vino avvolgente, con una spiccata personalità. Ottima scelta per accompagnare il nostro pranzo.
Rosato Terre Cerase di Villa Matilde
Noi prendiamo una parmigiana di melanzane ripiena di ricciola, provola di Agerola con spuma di pomodoro rosso e giallo. Semplicemente divina, meraviglioso l’abbinamento della ricciola con la melanzana, la gustosa provola di Agerola e la profumata spuma di pomodori. Proposta davvero convincente.
Parmigiana di melanzana ripiena di ricciola
bbiamo visto che su altri tavoli andavano forte i gamberi in pasta Kataifi e li prendiamo anche noi. Abbiamo fatto benone, semplicemente deliziosi, con la nota croccante della pasta kataifi e la invitante mayo al basilico.
Gamberi in pasta kataifi
Chiudiamo l’antipasto con il tris di mini bun. Eccellenti davvero a cominciare dai panini, dei bun profumati, fragranti, ma morbisissimi, uno farcito con gamberi, misticanza e salsa tartara, il secondo con tonno pinna gialla, pomodori secchi e patè di olive, l’altro con polpo scottato con provola e friarielli napoletani. Uno più buono dell’altro ma per me quello con polpo e friarielli è stato il top.
Tris di mini bun
Ci godiamo il nostro pranzo e beviamo un calice in attesa dei primi. Anche qui la scelta è stata ardua, infatti ce n’erano tanti che avremmo degustato. Alla fine abbiamo scelto spaghetti cacio e pepe con tartare di gamberi e zest di limone. Sorprendente l’abbinamento della cacio e pepe con la delicata tartare di gamberi, azzeccatissima la scelta della scorzetta di limone a donare freschezza al piatto.
Spaghetti cacio e pepe con tartare di gamberi e zeste di limone
Se questo primo ci è piaciuto con le linguine con pesto di pistacchi e gamberi raggiungiamo la vetta. Morbide, avvolgenti, profumate, con una cottura perfetta e mantecate alla perfezione. Davvero un gran piatto…
Linguine con pesto di pistacchi e gamberi
Saremmo sazi ma decidiamo di gustare anche un secondo in due: polpo grigliato con purea di patate e friarielli napoletani. Sarà che ho un debole per il polpo fatto così ma l’ho trovato meraviglioso, e poi l’abbinamento con la purea dipatate e i firiarielli è super. Complimenti…
Polpo grigliato con purea di patate e friarielli napoletani
Chiudiamo in dolcezza il nostro pranzo con il dessert: cannolo di pasta kataifi con crema e granella di pistacchio. Il dolce che va per la maggiore, uno dei più amati dai clienti di Molo 17 e non ci mettiamo poi molto a scoprirne il motivo. E’ divino…
Cannolo di pasta kataifi con crema e granella di pistacchio
Accompagniamo il dolce con due amari Jefferson e un bel caffè.
Amaro Jefferson
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo 65 euro a testa.
Molo 17 si trova a Napoli proprio sul Lungomare, ha l’aria di un’osteria di mare con ambiente accogliente e richiami e oggetti a tema marinaro. Nonostante si trovi su una delle strade più visitate e turistiche di Napoli, offre una cucina di mare di livello, pesce fresco ben cucinato, proposte interessanti, crudi e tartare pazzesche. Il menù è ricco e in grado di soddisfare proprio tutti. Meravigliosi i bun ripieni di pesce, fantastiche le linguine con gamberi e pesto di pistacchi. Oscar per il dolce, il cannolo di pasta kataifi con crema e granella di pistacchio è da standing ovation. Rapporto qualità prezzo in linea con la qualità delle proposte. E’ sempre molto frequentato, quindi è bene prenotare per tempo per avere la certezza di trovare posto. Colpisce la loro capacità di garantire un livello qualitativo alto e costante. Sicuramente Molo 17 è un indirizzo interessante da segnare in agenda se vuoi mangiare ottimi piatti di mare e crudi eccellenti nel cuore di Napoli.
Molo 17
Via Partenope n.12
Napoli
Tel. 081 1886 5240
Visita la pagina Fb di Molo 17 Napoli
Non capita tutti i giorni di cenare in una ex dogana aragonese datata 1467. E’ quello che abbiamo fatto noi da Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda. Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo dal principio. Siamo in Irpinia, terra generosa e fiera, affascinante e per certi versi misteriosa. L’Irpinia ci regala sempre sorprese meravigliose, di sicuro una sorpresa è stata questa braceria, steak house nata nel cuore di Grottamniarda, proprio sul Corso Vittorio Veneto. La prima cosa che colpisce e rapisce è la location, in una parola: stupenda.
Rocco Caggiano Braceria Grottaminarda Insegna sulla parete
Una vera chicca, un edificio storico (appunto una ex dogana del periodo aragonese), recuperata e ristrutturata con amore, passione, gusto e una maniacale attenzione ai dettagli.
Domina la pietra, luci soffuse, pavimento in pietra e in legno (con antiche e bellissime doghe provenienti dalla Toscana), due ambienti, uno al piano terra con la bella brace e cucina a vista in fondo e uno al piano inferiore.
Rocco Caggiano Braceria Grottaminarda Ingresso
Si scendono delle scale (in pietra ovvio!) e si accede ad un angolo del locale se possibile ancora più intimo e affascinate: pochi tavoli, una cantinola e un ambiente dove vengono conservati come in un caveau salumi, ma anche conserve e formaggi pregiati.
Dispensa con salumi e formaggi
Tutto è studiato dai tavoli in legno antico e di recupero (bellissimi) alle sedie tutte diverse e dall’aria vissuta. A dominare è la pietra, una pietra che avvolge e cattura. Il gioco di luci, la musica in sottofondo, la cura anche dei complementi, dell’arredo e degli oggetti fa il resto. Abbiamo trovato un'atmosfera unica nel suo genere. Un luogo da sogno.
Rocco Caggiano Braceria Grottaminarda tavolo interno
Ci accomodiamo al nostro tavolo da due (prenotato con largo anticipo). E diamo un’occhiata al menù, non ci vuole poi molto a dire il vero. In effetti la carta presenta pochissime proposte ma studiate, solo tre antipasti, due taglieri e poi carne, carne, carne, dalla Scottona italiana, alla Frisona spagnola, dalla Chianina T-Bone, alla costata, dalla Rubia Gallega all’Angus e poi Simmenthal e Wagyu e via discorrendo. Tutte carni selezionate e trattate con cura con una grande attenzione alla provenienza e alla frollatura. Da notare anche i dolci (due proposte), alla brace anche loro, ma te ne parleremo dopo.
Si comincia, ordiniamo due calici di aglianico di Salvatore Molettieri, inconfondibile, generoso, verace, robusto, un rosso dal colore intenso, sentore di frutti rossi e spezie e tannini belli vivaci. Davvero un’ottima scelta. Arrivano i pani e ci servono come benvenuto, pane tostato, olio Evo irpino (di Ravece) e origano. La merenda per eccellenza, quella che adoriamo, pane e olio Evo.
Pane olio e origano
Intanto ordiniamo. Cominciamo con il loro tagliere con guanciale, lonza, salamino e soppressata. Che profumo! I salumi sono eccellenti, mi è piaciuto tantissimo il guanciale, dolce, si scioglieva in bocca, ma anche il salamino aveva il suo perché. Avrei fatto volentieri il bis.
Tagliere
Ad accompagnare il tagliere ci servono anche una sorta di focaccia, un pane “azzimo” senza lievito molto buono, condito con olio sale e origano.
Pane azzimo
Prendiamo anche una deliziosa stracciata di mozzarella con pomodori alla brace anche questi (ovvio!). Morbida, delicata, profumata la stracciata di mozzarella. Ci è piaciuta molto.
Stracciata di mozzarella con pomodori
Chiaramente si viene qui per la carne, noi optiamo per una bistecca di Scottona Italiana di quasi un Kg. La qualità della carne è eccellente, la frollatura importante, si scioglieva e si tagliava come il burro.
Scottona italiana
La carne chiama le patate e noi prendiamo delle commoventi patate cotte sotto la cenere. Qui si apre un mondo fatto di ricordi e tradizioni contadine. Ricordo mia nonna che le cuoceva così, ti garantisco che il sapore è unico.
Patate sotto la cenere
Chiudiamo in dolcezza. Ma prima ci godiamo i dettagli di questo posto spettacolare, il mio sguardo è rapito dalla scala messa sotto il soffitto a mo’ di lampadario e da cui partono le luci e altri addobbi e oggetti che richiamano al mondo agricolo. Che bellezza…..
Rocco Caggiano Braceria Grottaminarda Scaletta con luci
Intanto arriva il dessert. Anche questo originale e con la brace come protagonista, anzi il mitico forno brace Josper, un vero spettacolo.
Prendiamo una pera braciata con crema di ricotta e mattonella di cioccolato fondente del maestro Franco Cataruozzolo. Sorprendente è il termine giusto. Buonissima la pera alla brace, azzeccatissimo l’abbinamento con la crema di ricotta e il cioccolato.
Pera braciata con crema di ricotta e cioccolato fondente
Non da meno la pesca braciata con crema di mascarpone e biscotto brutto ma buono a regalare una bella nota croccante. Servire la frutta così, alla brace e come dessert è davvero geniale.
Pesca braciata con crema al mascarpone e biscotto
Accompagno il dessert con una chicca, il liquore francese Chartreuse Verte, eccezionale. Creato in una antica Abbazia, e ottenuto dall’infusione di oltre 130 diverse tipologie di piante officinali.
Di un bel colore verde, possente, profumato, aromatico ma con un finale quasi dolce e note quasi di miele. Una vera poesia.
Amaro francese
Chiudiamo qui la nostra esperienza da Rocco Caggiano Braceria e paghiamo per la nostra cena poco più di 50 euro a persona.
Rocco Caggiano Braceria a Grottaminarda è un piccolo gioiello. Si trova in un edificio storico, una ex dogana aragonese del 1467. Lo strano destino vuole che in questo luogo anticamente ci fosse già un locale dove la gente si rifocillava e si ristorava. Oggi c’è una braceria fantastica. Il recupero dell’edificio è stato spettacolare, domina la pietra e poi il legno, tutto è curato nei dettagli per regalare ai clienti e ai visitatori emozione vera. Il gioco di luci, l’arredo, i complementi, gli oggetti, tutto regala calore e permette di fare un tuffo nel passato, in un passato rurale, contadino che rivive in modo fantastico. Il resto lo fa la maestria della famiglia Blasi, macellai dal 1913. Una passione quella per la carne che si è materializzata in questo progetto che ha tutte le carte in regola per avere grande successo. Rocco Caggiano ci mette studio, passione, e conoscenza e una grande attenzione alla scelta e alla selezione della materia prima. Questo è un vero Paradiso per chi ama la carne. Unica raccomandazione, visto che ci sono solo una trentina di posti è importante prenotare sempre con largo anticipo. Imperdibile.
Rocco Caggiano Braceria
C.so Vittorio Veneto, n.320
Grottaminarda (Av)
Tel. 351 753 2244
Visita la pagina Fb di Rocco Caggiano Braceria
Ti proponiamo un fantastico piatto di Salvo Terruso, conosciuto su Instagram come il Pastaio Matto. Salvo con le sue fantastiche ricette ci fa viaggiare in Sicilia tra colori, sapori e racconti meravigliosi. Oggi Salvo ci ha preparato gli spaghetti con pomodorini e mazzancolle. Occhio alla ricetta..
Ingredienti per 2 persone:
- 200 gr. Spaghetti di Grano duro Italiano
- Olio Evo q.b.
- 3 Spicchi di Aglio
- 4 Filetti di Acciughe
- Prezzemolo q.b.
- Peperoncino q.b.
- 250 gr. Pomodorini Ciliegino
- 300 gr. di mazzancolle o gamberi
- 1 Patata
- 15 Foglie di Basilico
- 20 gr. di granella di mandorle
Procedimento:
Bollite una patata, fatela raffreddare e tagliatela a pezzetti. Nel bicchiere del minipiper aggiungete la patata, il basilico, l’olio e la granella di pistacchi, quindi formerete una cremina deliziosa.
Lavare e tagliare i pomodorini; in una padella antiaderente fate soffriggere per un paio di minuti nell’olio extravergine di oliva, l’aglio il peperoncino, i filetti di acciughe ed il prezzemolo; aggiungete i pomodorini tagliati, far cuocere per 8/10 minuti a fuoco basso.
Nel frattempo pulire le mazzancolle, eliminare testa e coda e sgusciare completamente; togliere il filo nero (intestino) dall’addome, praticando un taglio con un coltellino e sciacquare sotto l’acqua corrente. La stessa cosa fatela se decidete di usare al posto delle mazzancolle, i gamberi.
Aggiungere le mazzancolle pulite ai pomodorini; sfumate con del vino bianco, salare, quindi cuocete per una decina di minuti a fuoco basso. Portate ad ebollizione l’acqua, salate, quindi calate la pasta, facendo una precottura di circa 5/6minuti. Trasferite la pasta nella padella, aggiungete la Crema di Patate quindi fate il resto della cottura aiutandovi con 1/2 mestoli di acqua della pasta, mi raccomando non fate asciugare il tutto, perché vi deve formare una cremina che farà la differenza del piatto. Impiattate, aggiungendo il resto della cremina ed il condimento della padella. Buon appetito, e come dice il Pastaio Matto: “mancìa e liccati u piattu”. (Mangia e leccati il piatto).
Visita il profilo Instagram di Salvo Terruso – Il Pastaio Matto
Quanto ci piacciono i risotti, mantecati alla perfezione, cremosi, profumati. Questo è il risotto alla rapa rossa con salsiccia e gorgonzola dolce DOP che abbiamo gustato al Ristorante Le Terre di Maja a Vasto. Ci è piaciuto talmente tanto che abbiamo chiesto la ricetta alla chef, la brava Roberta Di Genni. Un risotto avvolgente, equilibrato e poi che godimento quel gorgonzola messo sopra che si scioglie un po’ alla volta. Prova a farlo a casa…
Ingredienti per 4 persone:
- 360 gr di riso Carnaroli
- 1 barbabietola rossa fresca (anche cotta va bene)
- 200 grammi di salsiccia bianca
- 2 lt di brodo vegetale
- 200 gr di gorgonzola dolce DOP al cucchiaio
- 50 gr parmigiano
Procedimento:
La prima operazione da fare è lessare e frullare la barbabietola fino a quando non diventi una crema liscia.
Facciamo tostare il nostro riso Carnaroli a secco e poi quando è ben caldo aggiungere il brodo un mestolo alla volta e farlo cuocere per il tempo necessario. Nel frattempo sgranare e friggere la salsiccia, a fine cottura del riso mantechiamo con 4 cucchiai di crema di rapa rossa, gorgonzola e parmigiano.
Impiattiamo adagiando sopra la salsiccia fritta e qualche cucchiaino di gorgonzola (che si scioglierà un po’ alla volta con il calore del riso). Il piatto è pronto!
- Chef Roberta di Genni -
Ristorante Le Terre di Maja
Via Vittorio Veneto, n.90
Vasto (Ch)
Tel. 345 5119066
Visita la pagina Fb del ristorante Le Terre di Maja
Siamo tornati in Irpinia nella città del Tricolle: Ariano Irpino. La nostra tappa è il Ristorante La Pignata in Bellavista, il regno del grande chef Guglielmo Ventre. Ci mancavamo da un po’, è sempre bello tornare a trovare Guglielmo, restiamo sempre affascinati dalla sua umanità, dai suoi modi gentili (quasi di altri tempi) e chiaramente siamo innamorati della sua cucina, una cucina irpina come definizione e concetto. Qui la tradizione trova la sua sublimazione.
Guglielmo Ventre è uno dei grandi nomi della ristorazione irpina. Venire qui per noi è sempre un’immensa gioia. La location della Pignata in Bellavista poi è come la ricordavamo, siamo praticamente in cima ad un colle, da qui il panorama è magnifico. Da un lato c’è la città di Ariano con il suo centro storico e in lontananza lo sguardo va verso il Sannio, che non è poi molto lontano da qui.
Chi ci segue sa che spesso siamo stati qui o anche alla Pignata, l’altra realtà storica della famiglia Ventre dove ci sono Ezio Ventre e la signora Carmela in cucina. Guglielmo invece da un po’ di anni ha sposato questo progetto e guida la Pignata in Bellavista, dove ad una location notevole si accompagna una cucina che parte dalla tradizione irpina ma si evolve. Una cucina realizzata con maestria e grande tecnica e con una materia prima di altissima qualità.
Ma andiamo per gradi. Dopo aver parcheggiato la nostra auto nel comodo parcheggio del locale, ci accomodiamo al nostro tavolo. Il locale ha due sale, di cui una più grande, l’atmosfera è piacevole e invita alla convivialità. Ci accoglie la bravissima e professionale Anna Sebastiano, è stato bellissimo rivedere anche lei.
Da bere ordiniamo una minerale e un vino (su consiglio di Anna) davvero interessante: Barbera d'Asti DOCG "Rosso Fuoco" di Vite Colte. Un rosso di un bel colore rubino intenso da uve Barbera in purezza. Uve che arrivano dalle colline dell’astigiano dove la cantina Vite Colte utilizza solo sistemi di coltivazione da agricoltura biologica. Il risultato è notevole, un vino fruttato con note di frutti rossi, di buon corpo e una bella personalità.
Il Barbera d'Asti RossoFuoco di Vite Colte
Arriva il pane e il meraviglioso Olio di Ravece del frantoio Contedoro. Frantoio di Ariano Irpino che produce un olio eccellente da oltre 4 generazioni.
Il mitico olio Ravece di ConteDoro
Non possiamo resistere e ci concediamo un assaggio. Pane e olio Evo, cosa c’è di più buono?
Pane e olio
Intanto diamo uno sguardo al menù, che cambia spesso in base alla stagionalità dei prodotti, delle materie prime e anche degli spunti creativi dello chef. Cominciamo con gli antipasti, ordiniamo uno sformatino di patate e baccalà su vellutata di pomodoro multicolor, fiore di zucca ripieno al baccalà e fonduta di provola affumicata. Lo sformatino è delicatissimo, cotto al forno sprigiona appena lo si taglia un profumo inebriante, viene servito su questa meravigliosa vellutata di pomodorino multicolor (datterino bio). Interessante il fiore di zucca farcito con una deliziosa mousse di baccalà, il tutto arricchito con una bella fonduta di provola affumicata. Complimenti, davvero spettacolare.
Sformatino di baccalà su vellutata di pomodoro
L’incipit è stato fantastico ma non è da meno l’arancino di riso su vellutata di zafferano. L’arancino è condito con funghi porcini e salsiccia (che profumo!). Il piatto viene completato con una salsa di zafferano bio di Ariano Irpino e fonduta di pecorino.
Arancino di riso con salsiccia e porcini su vellutata di zafferano
L'arancino è spettacolare e ho trovato davvero indovinato l'abbinamento con la salsa di zafferano...
Arancino di riso dettaglio ripieno
Poi ordiniamo un piccolo tagliere interessante: pancetta, prosciutto crudo, caciocavallo di media stagionatura, soppressata calabrese al peperone dolce, prosciutto di cinghiale condito con dei carciofini.
Tagliere
La chicca è la coppa di cinghiale (che ci viene servita a parte), detta in gergo anche “soppressata dei poveri”accompagnata con tanto limone, è deliziosa. Bella aromatica, al palato piena e stemperiamo la sua leggera grassezza e pastosità con il nostro meraviglioso vino barbera.
Coppa di cinghiale
L’antipasto ci ha davvero soddisfatto, un trionfo di sapori e prodotti (soprattutto del territorio). Abbiamo ordinato anche due primi. Le linguine con baccalà, mollica di pane bruschettato e peperone crusco. Le linguine sono di pasta fresca e il risultato è meraviglioso. Il baccalà è uno dei piatti che nella zona dell’arianese vanno per la maggiore, c’è un'antica tradizione legata al baccalà che viene di norma servito alla “pertecaregna”con il peperone crusco. Qui invece ce lo troviamo a condire una bella linguina, ma il risultato è come sempre super.
Linguine con baccalà mollica di pane bruschettato e peperone crusco
Se le linguine ci sono piaciute con l’altro primo arriviamo alla vetta. I tagliolini all’ortica con porcini e tartufo sono di un buono incredibile. Suadenti, mantecati al burro con porcini e tartufo a donare loro profumo, sapore in un equilibrio assolutamente perfetto. Un piatto che è un inno all’Autunno ormai alle porte.
I tagliolini all'ortica con porcini e tartufo
Saremmo sazi ma un secondo (in due) vogliamo provarlo e la nostra scelta cade sui bocconcini di maiale su vellutata di porri, aceto balsamico e spaghetti croccanti di patate. La carne è meravigliosa, morbida, saporita. Bello l’accostamento con la vellutata di porri e originali e divertenti da mangiare gli spaghetti croccanti di patate. Davvero un grande secondo piatto.
Bocconcini di maiale su salsa di porri con spaghetti di patate e glassa di aceto balsamico
Ci servono poi due sorbetti, uno al lime e uno alla mela verde. Beh devo dire che ci volevano proprio.
Sorbetto
Ma non finisce qui, passa a salutarci Guglielmo Ventre e ci fa gustare due proposte di dessert (chiaramente fatti da loro). Un babà artigianale con crema al tiramisù di ottima fattura (io sono napoletano e per me il babà è un culto) e una scomposta di millefoglie all’amarena (deliziosa).
Il dessert
Accompagniamo il dessert con due amari (Jefferson) e chiediamo il conto. Paghiamo per la nostra cena poco più di 40 euro a persona. Rapporto qualità prezzo incredibile se consideriamo la qualità della proposta gastronomica. Complimenti.
La Pignata in Bellavista ad Ariano Irpino è un indirizzo imperdibile. Qui tutto lascia il segno a partire dalla location che è spettacolare. Il panorama da qui è meraviglioso. Il resto lo fa la proposta gastronomica dello chef Guglielmo Ventre e della sua brigata di cucina. Una cucina che parte dalla tradizione ma si evolve con spunti originali e intriganti. Il menù segue la stagionalità di prodotti e materie prime tutte di altissima qualità. Il personale è gentile, preciso e professionale. Semplicemente eccezionale poi Anna Sebastiano in sala. Il rapporto qualità - prezzo è incredibile. “Repetita iuvant” recitava un detto latino, ci ripetiamo volentieri. Qui alla Pignata in Bellavista bisogna venire assolutamente. Garantiamo noi Templari del Gusto.
La Pignata in Bellavista
Contrada Sterda n.19
Ariano Irpino (Av)
Tel. 0825 872433
Visita la pagina Fb della Pignata in Bellavista