Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Siamo tornati in Irpinia, a Serino. Proprio qui nel centro del paese in Via Salvatore Pescatore, da pochi mesi, ha inaugurato Fusione Bistrot, la “casa” dello chef Maurizio Landolfi. Possiamo a giusta ragione parlare di “casa” perché Maurizio è originario proprio di Serino e ha deciso, dopo essersi formato e dopo numerose esperienze lavorative anche in ristoranti stellati, di realizzare il suo sogno, aprendo il suo ristorante proprio a Serino. Il nome già dice tutto “Fusione Bistrot”, fusione nel senso di incontro, di legame tra quella che è la cucina tradizionale irpina e la creatività e la tecnica dello chef Maurizio Landolfi, capace così di nobilitare i meravigliosi prodotti del territorio creando un mash-up di sicuro impatto. Il risultato è una cucina sorprendente che seduce ma che non perde mai di vista le "radici".
Fusione Bistrot. Serino - Insegna esterna
Cominciamo dalla location, raffinata ma al contempo intima e raccolta, una sorta di salotto di buon gusto dove potersi rilassare e gustare le proposte in carta: tavoli scuri, comode sedute colorate, un riuscitissimo gioco di luci, inserti in legno, dal bancone all’ingresso si intravede la cucina a vista dove lo chef Landolfi e la sua brigata sono all’opera. L’accoglienza è cordiale. Ci accomodiamo al nostro tavolo prenotato per tempo. Come al solito diamo un’occhiata alle proposte in carta. Il menù segue ovviamente il ritmo delle stagioni. C’è la possibilità di optare per tre menù degustazione (Armonia Irpina di quattro portate, Menù Le Cinque Vette di cinque portate e Menù Fusione a libera interpretazione dello Chef). Noi scegliamo di ordinare “a la carte”. Per il vino restiamo in Irpinia e scegliamo un interessante aglianico. Il Ventisali Irpinia Aglianico DOC di Cantine Buonanno, un rosso dal colore rubino, con sentori di frutti rossi, delicate spezie, con un bel tannino morbido ma presente e una persistenza intrigante. Davvero un’ottima scelta….
Ventisali Irpinia aglianico Doc di Cantine Buonanno
Arrivano i grissini, una pagnottella al lievito madre (eccezionale) da accompagnare con burro salato centrifugato….Che bontà...
Pagnottella fatta con il lievito madre, burro salato centrifugato e grissini
Poi ci viene servito l’entreé dello chef, 3 proposte di finger food davvero interessanti. Il mini bun, panino cotto al vapore al nero di seppia con mousse di baccalà e papaccelle è spaziale, delicato ma saporito grazie alla mousse di baccalà con la sua nota sapida.
Panino al nero di seppia cotto a vapore con mousse di baccalà e papaccelle
Le tartellette con eborinato e polvere di olive sono una lieve e colorata carezza.
Tartellette con erborinato e polvere di olive
Più deciso il sapore della pallina di caciocavallo fritta con mayo al tartufo e tartufo. Un piccolo omaggio ai sapori irpini da gustare in un boccone.
Pallina di caciocavallo fritta con maionese al tratufo e tartufo
Dopo il graditissimo benvenuto dello chef, arrivano gli antipasti che abbiamo ordinato. La pancia di maialino CBT con salsa agrodolce di papaccelle e patate all’olio di oliva è un inno alla tradizione. Il maialino è delicato grazie alla cottura a bassa temperatura che ne esalta il sapore, la salsa alle papaccelle ci sta divinamente così come la morbida crema di patate all’olio Evo irpino.
Pancia di maialino cotta a bassa temperatura con salsa agrodolce di papaccelle e patate all'olio d'oliva
Non da meno il polpo con salsa alla Luciana, servito con capperi fritti, polvere di olive e chips di aglio. Da rimarcare la eccezionale morbidezza del polpo.
Polpo con salsa alla Luciana, capperi fritti, polvere di olive e chips di aglio
Bella da vedere e delicatissima è la nuvola di ricotta irpina cotta a vapore con borragine e brodo di funghi e tartufo.
Nuvola di ricotta cotta a vapore con crema di borragine brodo di funghi e tartufo
Gli antipasti hanno confermato le aspettative che avevamo e non hanno fatto altro che far crescere l’attesa di provare i primi piatti. Anche con questi ultimi si conferma la chiara intenzione dello chef Maurizio Landolfi di creare una “fusione” tra quella che è la tradizione irpina e la sua vena creativa, prova ne sia un piatto “solido” che identifica il territorio irpino. Il tagliolino all’uovo mantecato al burro con salsa di porcini e tartufo nero è pura poesia.
Tagliolini alluovo mantecati al burro con salsa di porcini e tartufo nero
Il raviolo come una lasagna è invece una interessante rivisitazione proposta dallo chef del piatto principe della Domenica. I ravioli sono ripieni di braciola, conditi con il ragù napoletano e resi più delicati dalla spuma di ricotta. Nel complesso una piatto da favola. Chapeau!
Raviolo come una lasagna, ripieno di braciola, ragù napolentano e spuma di ricotta
Anche le pappardelle al rosmarino con ragù bianco di lepre e timo sono espressione della tradizione, bella l’idea di proporre un “ragù bianco”, per valorizzare il gusto della carne e delle erbe aromatiche presenti.
Pappardelle al rosmarino con ragù bianco di lepre e timo
Lo spaghettone alle vongole con purea di prezzemolo e nage di vongole e limone convincono per il loro fantastico equilibrio, il gusto deciso e persistente. Questo è un altro piatto da ricordare….
Spaghettoni alle vongole con purea di prezzemolo e nage di vongole e limone
Il nostro pranzo da Fusione Buistrot procede alla grande, decidiamo di gustare anche tre secondi. Optiamo per un petto d’anatra scottato con gel di mandarino, mandorle e bietola. Ottimo davvero e sorprendente l’abbinamento con il gel di mandarino.
Petto d'anatra scottato con gel di mandarino mandorle e bietola
E poi due filetti di maiale scottati in padella con frutti rossi e indivia brasata. Che meraviglia quella salsina ai frutti rossi che accompagnava alla grande il godurioso filetto di maiale…..
Filetto di maiale scottato in padella con fondo ai frutti rossi e indivia brasata
Chiudiamo in dolcezza con il predessert di Fusione Bistrot, la loro piccola pasticceria: bignè al cioccolato, sempre graditi...
Bignè al cioccolato
Dei colorati e golosi macarons al lampone con mousse di lamponi.........
Macaron al lampone con mousse al lampone
Infine dei tartufini al cioccolato.....
Tartufini al cioccolato
Decidiamo di gustare anche il dolce. Scegliamo tutte e tre le proposte di dessert in carta. Il tronchetto al cioccolato fondente con caramello salato, spugne al latte e lamponi è godurioso.
Tronchetto al cioccolato fondente, caramello salato, spugne di latte e lamponi
Fresco e aromatico il babà al mandarino con spuma al mascarpone e zafferano con la granita al mandarino.
Babà al mandarino con spuma al mascarpone e zafferano e granita al mandarino
Rassicurante richiamo al territorio è il lingotto al latte con la crema di castagne di Serino al liquore Strega, con cremoso al mandarino e meringa.
Lingotto al latte con crema di castagne di Serino allo Strega, cremoso al mandarino e meringa
Accompagniamo il dolce con due giri di limoncello dell’azienda agricola Il Convento, fatto con il limone Ovale di Sorrento. Per il nostro pranzo da Fusione Bistrot a Serino paghiamo 75 euro a persona. Abbiamo trovato assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo, se consideriamo il tipo di locale e la proposta gastronomica offerta.
Fusione Bistrot è la “casa” dello chef Maurizio Landolfi. Il locale è moderno, raffinato e curatissimo, un vero salotto dove poter vivere un’esperienza gastronomica di assoluto livello e si trova al centro di Serino. La proposta di cucina rappresenta un mix perfetto tra creatività, tecnica e tradizione irpina. Il menù cambia ad ogni stagione, le materie prime utilizzate e i prodotti sono eccellenti. Una vera “fusione” tra i sapori tradizionali dell’Irpinia e la cucina contemporanea. Il benvenuto dello chef è una raffinata carezza, il panino cotto al vapore al nero di seppia con mousse di baccalà e papaccelle è fantastico, tra gli antipasti, la pancia di maialino CBT con salsa agrodolce di papaccelle e patate all’olio di oliva è un inno alla tradizione, tra i primi i tagliolini all’uovo mantecato al burro con salsa di porcini e tartufo nero sono pura poesia, i ravioli come una lasagna, ripieni di braciola con il ragù napoletano e la spuma di ricotta anche da soli valgono il viaggio. Ottime le carni e buoni i dolci. Interessante e ben studiata la carta dei vini. Nota di merito per il servizio, Matteo Saporito in sala è pressoché perfetto e sempre presente e pronto a consigliare gli ospiti, così come Gerardina Follo. Abbiamo trovato corretto il rapporto qualità- prezzo adeguato al tipo di proposta gastronomica e di servizio. Fusione Bistrot a Serino entra di diritto nella nostra guida sul web tra i ristoranti da non perdere. Complimenti, “ad maiora” ed alla prossima …..
Fusione Bistrot
Via Salvatore Pescatore n.22
Serino (Av)
Tel. 351 023 9272
Visita la pagina Fb di Fusione Bistrot
Oratino è uno dei borghi più caratteristici del Molise, si trova a pochi Km da Campobasso ed accoglie il visitatore dall’alto dei suoi quasi 800 metri sul livello del mare, con il suo centro storico di origine medievale dalla caratteristica forma circolare e con la bellezza dei paesaggi e della natura. Infatti grazie alla sua posizione panoramica, dal belvedere Ugo Calise si può ammirare la Valle del Biferno, e persino i Monti del Matese e la Majella. Oratino è un piccolo gioiello, il suo borgo antico da cui si accede attraverso Porta del Piano (che risale al XIII secolo) è suggestivo con i suoi vicoletti, gli slarghi, i portali antichi, gli edifici, le case in pietra. Tutto è curato, pieno di fiori e piante e testimonia l’amore degli abitanti per il proprio paese. Ad Oratino domina la pietra, il paese infatti è famoso per l'arte della pietra lavorata, gli artigiani oratinesi nei secoli si sono sempre distinti per la loro abilità e bravura. Qui la pietra è un elemento "vivo", la pietra conquista e seduce. Se vieni ad Oratino non puoi non fare una tappa al Ristorante Olmicello.
Ristorante Olmicello. Oratino - Ingresso
Il Ristorante Olmicello è uno dei miei posti del cuore, un indirizzo sicuro dove trovare un’atmosfera unica e una genuina cucina del territorio molisano. Il locale si trova proprio nel centro storico, in un antico edificio datato 1816, dove un tempo c’era un vecchio frantoio (visibile ancora oggi sul terrazzo esterno). Adoro l'atmosfera che si respira in questo luogo, bellissime le sale in pietra con le caratteristiche volte a botte che si alternano a quelle a crociera, mi piace anche la genuina accoglienza del padrone di casa Nicola Iafelice sempre garbato e prodigo di consigli per gli ospiti e chiaramente apprezzo la loro proposta gastronomica. Qui trovi una cucina molisana fatta con amore e competenza: paste fatte a mano, verdure fresche e una carne di grande qualità.
Ristorante Olmicello. Oratino - Particolare sala interna
Da bere prendo due calici di vino rosato Cerasuolo d’Abruzzo, intanto arriva il buon pane di Oratino. Ci viene servito un graditissimo entreè della tradizione contadina: pizza rustica con i cicoli, qui però nell’impasto c’è anche un po’ di farina di mais che la rende più delicata..
Pizza con i cicoli
Cominciamo con il mitico antipasto del territorio del Ristorante Olmicello. Un trionfo di bontà stagionali, salumi e formaggi: prosciutto molisano, fettina di filetto di maiale lardellato, pecorino stagionato, formaggio Primo Sale panato al forno, cavolfiore in pastella, tocchetto di pista rustica, fungo gratinato al forno, tocchetto di pizza di patate, sformatino di verza, patate e pancetta, involtino di melanzane, provola e prosciutto e zucchina. E al centro la tradizione con le buonissime pallotte cacio e uova. Sono in pratica delle palline, delle polpettine fatte con mollica di pane, uova formaggio cotte in un bel sugo al pomodoro. Uno dei piatti tipici della cucina contadina abruzzese e molisana.
Antipasto del Ristorante Olmicello
Ecco che arriva un altro must della tradizione contadina: pizza e minestra, ossia verdure di campo con pizza di mais sbriciolata. Semplicemente deliziosa.
Pizza e minestra
Come sempre l’antipasto del Ristorante Olmicello non delude mai. E’ il momento dei primi. Ecco i mitici crioli con carciofi su fonduta di caciocavallo. Buonissimi, goduriosi, equilibrati grazie ad una pasta di ottima fattura realizzata a mano (come tutte i tipi di pasta al Ristorante Olmicello) e ad ingredienti freschissimi, nota di merito per i carciofi sublimi che si sposano a meraviglia con la cremosità lievemente sapida della fonduta di caciocavallo. Piccola curiosità per chi non lo sapesse: i crioli sono un formato di pasta tipico della cucina molisana, fatti con uova e farina e simili per certi versi agli spaghetti alla chitarra.
Crioli con carciofi su fonduta di caciocavallo
Interessanti anche i triangoli con caciotta rucola e pomodorini. Deliziosi nella loro semplicità. I triangoli sono ripieni con caciotta di vaccino e conditi con un delizioso sughetto di pomodorini e rucola.
Triangoli con caciotta rucola e pomodorini
Nicola Iafelice da perfetto padrone di casa ogni tanto passa al nostro tavolo per sincerarsi che tutto stia andando nel migliore dei modi. Ma al Ristorante Olmicello non può che essere così. Prendiamo anche un secondo in due. Gustiamo un delizioso filetto al pepe rosa. La carne era fantastica, morbida e ben condita...
Filetto al pepe rosa
Come contorno scelgo le mitiche patate sotto la coppa con pepe e lardo. Quando si dice sapori contadini…..
Patate sotto la coppa con lardo e pepe
E poi un classico che ordino sempre quando vengo qui: loro insalata di rucola, pere e noci. Adoro il contrasto che c’è tra la nota lievemente amarognola della rucola, il dolce della pera e il croccante delle noci.
Insalatina con rucola pere e noci
“Dulcis in fundo”, si chiude in dolcezza il nostro pranzo, con un dolce di cui sono innamorato: la millefoglie composta al momento con crema chantilly e amarene della Pasticceria Sorriso di Loretta Fatica, che si trova in Piazza Giordano proprio ad Oratino. Spettacolare…..
Millefoglie con crema chantilly e amarene della Pasticceria Sorriso di Oratino
Non è da meno anche il delizioso tiramisù con gocce di cioccolato.
Tiramisù con gocce di cioccolato
Accompagniamo il dessert con due giri di nespolino (un liquorino davvero interessante) e caffè.
Nespolino
Chiedo il conto e paghiamo per il nostro pranzo poco più di 40 euro a persona. Davvero un ottimo rapporto qualità – prezzo.
Il Ristorante Olmicello è come un vecchio amico che non ti delude mai. Per questo ci torno spesso e volentieri. Il locale si trova nel bellissimo centro storico di Oratino in un palazzo antico datato 1816. L’atmosfera è suggestiva, particolare. Domina la pietra e tutto è curato nei dettagli. Qui trovi una cucina molisana realizzata con amore e con prodotti e ingredienti stagionali. Buoni i salumi e i formaggi, meravigliose le loro paste fatte a mano, i crioli con carciofi su fonduta di caciocavallo sono da applausi. La carne è un altro dei must di questo luogo. Non da meno il baccalà che ho gustato in altre occasioni. Altra nota di merito per i dolci a dir poco fantastici e provenienti dalla Pasticceria Sorriso di Loretta Fatica. Altra tappa da non perdere se vieni ad Oratino. Il resto lo fa la sincera e sobria accoglienza del padrone di casa Nicola Iafelice sempre pronto a guidare gli ospiti nella scelta delle pietanze e negli abbinamenti. Buona la carta dei vini con ottima presenza di etichette regionali. Il servizio è informale e veloce. Corretto il rapporto qualità – prezzo. Il Ristorante Olmicello ad Oratino si conferma nella nostra guida sul web tra i migliori ristoranti in Molise ed è sicuramente un indirizzo da segnare in agenda.
Ristorante Olmicello
Via Regina Margherita n.48
Oratino (Cb)
Tel. 0874 38 285
Visita il sito web del Ristorante Olmicello
Rieccoci a Sant’Agata de’ Goti, uno dei borghi più belli e suggestivi della Campania. Spesso e volentieri veniamo qui perché amiamo l’atmosfera unica che si respira in questo borgo che sembra sospeso nel tempo. Sant'Agata de' Goti si trova in un contesto naturalistico interessante con il monte Taburno che maestoso e fiero dall’alto la guarda e quasi la protegge, ed ha attraversato i secoli conservando il suo centro storico, di una bellezza sfolgorante. Ammirando il borgo antico dal ponte sul fiume Martorano, si resta senza fiato, sembra di trovarsi quasi di fronte ad un presepe con le case che si abbracciano le une alle altre costruite a strapiombo sul costone tufaceo. Spettacolo puro...
Sant Agata de Goti. Il centro storico dal ponte sul Martorano
Dopo una bella passeggiata ci concediamo un bel pranzo all’Agriturismo Buro. Ovviamente abbiamo prenotato con doveroso anticipo il nostro tavolo (conviene sempre prenotare perchè è quasi sempre sold out). Non è la prima volta che veniamo qui, e memori della nostra ultima fantastica esperienza siamo ritornati. L’Agriturismo Buro a parer nostro è uno dei migliori visitati negli ultimi anni. Siamo nella zona di Sant’Agata denominata Pennino, siamo in collina. Da qui si può ammirare il centro storico di San’Agata de’ Goti da una posizione panoramica. A fare gli onori di casa c’è Mario Buro, un vulcano di energia, instancabile, sempre pronto a venire incontro alle esigenze dei clienti e a guidare gli ospiti dell’Agriturismo con spiegazioni e dettagli. Dietro però c’è la storia di una famiglia, la famiglia Buro che porta avanti con passione, amore e tenacia sia l’azienda agricola (da cui provengono tantissimi dei prodotti e delle materie prime usate in cucina), sia l’Agriturismo, diventato nel tempo una stella polare, un riferimento nella zona e questo spiega il suo grandissimo successo. La struttura è come la ricordavamo: grande, luminosa, spaziosa. Ci sono tre ambienti interni, e una veranda che affaccia sul bel giardino. L’arredo è rustico, essenziale ma curato, come semplice e curata è la mise en place. Il giardino dell’Agriturismo Buro è un altro plus della struttura. Curato, ben tenuto, qui ci si può rilassare tra una portata e l’altra e i bambini possono divertirsi e giocare all’aria aperta.
Agriturismo Buro. Sant'Agata de' Goti - Insegna
Durante la settimana l’Agriturismo Buro propone un menù alla carta, cosa molto gradita, quindi si può scegliere liberamente cosa mangiare. La Domenica e nei giorni festivi l’Agriturismo Buro propone invece un menù fisso (scelta comprensibile e per certi versi obbligata, considerata la grande presenza di ospiti). Da bere ci servono un ottimo aglianico di Taurasi e arriva anche il pane. Intanto nell’attesa ecco le loro ‘nfrennule. Chi ci legge sa bene quanto amiamo questi tarallini tipici di Sant’Agata e dintorni, fatti con olio evo, farina, vino bianco e finocchietto selvatico. Attenzione perché le ‘nfrennule creano dipendenza….
Le 'nfrennule dell'Agriturismo Buro
Intanto ordiniamo il mitico antipasto di Buro. Una sinfonia di portate, un inno alla tradizione e alla bontà. Si comincia con un prosciutto sannita, salamino e ricottina con olio Evo. Il prosciutto è piacevolmente sapido, meraviglioso il salamino così come la ricottina morbida e delicata, nobilitata da un giro di buon olio Evo di loro produzione. Chi ben comincia…..
Prosciutto sannita, salame e ricottina con olio Evo
Il formaggio Primo Sale è freschissimo e stuzzicante….
Formaggio Primo Sale
Il tris di caciottine cattura i sensi: caciottina alle noci, al pistacchio ed al peproncino, l’abbiamo gustato in questo rigoroso ordine…
Caciottina al peperoncino, al pistacchio e alle noci
Le bruschette con lardo di colonnata, olio evo e rosmarino sono un inno alla gioia. Il pane bruschettato alla perfezione e quel lardo che si scioglieva in bocca ad ogni morso….Godimento allo stato puro…
Bruschette con lardo di Colonnata, olio Evo e rosmarino
Ma non finisce qui. Ci vengono servite le montanare, profumate, fragranti e appaganti….
Montanarine
Poi una deliziosa e freschissima zucca marinata in agrodolce.
Zucca marinata in agrodolce
Ma le danze non si fermano. Come in un crescendo rossiniano ecco le “pizzelle” di pasta cresciuta con le alici.
Frittelle con le alici
E ancora...Ecco i tortelli fritti ripieni di caciocavallo e mortadella. E che te lo diciamo a fare……
Tortelli fritti ripieni di caciocavallo e mortadella
Le barchette di melanzane ripiene sono invitati e dal sapore rustico, all'interno ci sono pane raffermo, pecorino, polpa di melanzana, parmigiano reggiano DOP 36 mesi, capperi e un po’ di guanciale.
Barchette di melanzane ripiene
L’antipasto da favola dell’Agriturismo Buro si chiude con una meraviglia della tradizione contadina: costine di maiale e patate al forno.
Costine di maiale e patate al forno
In attesa dei primi piatti usciamo a fare un giro in giardino. Nemmeno il tempo di rientrare che arriva per me un rassicurante piatto della tradizione: tagliatelle fatte a mano con i porcini del Taburno. Piatto fatto a regola d’arte, peccato non riuscire a farti sentire attraverso lo schermo il profumo…
Tagliatelle fatte a mano con porcini del Taburno
Per Daniela invece ecco i tortelli di bufala e guanciale con pomodorino. Interessante il contrasto del dolce della mozzarella di bufala e della nota sapida del guanciale presente nel ripieno. Ammettiamo di aver fatto la scarpetta, ma con un sughetto al pomodoro così come potevamo esimerci….
Tortelli ripieni di bufala e guanciale con pomodoro
Mario Buro poi ci fa degustare un piatto tipico di Sant’Agata: le “pacche”, fatte a mano, ossia i maltagliati, in questo caso fatte con ceci, porcini, aglio e olio. Sapore rustico e deciso che non delude le attese.
Maltagliati con ceci, porcini aglio e olio
Prendo anche un secondo, Mario Buro mi consiglia la costata di Marchigiana alla brace. Mai consiglio fu più giusto. La carne era buonissima, tenera, succulenta. I meat-lovers di sicuro capiranno quanto fosse buona anche solo guardando la foto….
Arrosto di Marchigiana
Accompagno la carne con una fresca insalata di campo.
Insalata di campo
E le immancabili patate fritte.
Patatine fritte
Per i dolci scende in campo la mitica Pasqualina, che realizza dessert handmade, torte e crostate. In questo caso ci fa gustare prima i torroncini artigianali con cioccolato fondente e cioccolato bianco…
Torroncini
E poi una fetta di torta di mele e noci con il miele, una vera bontà…..
Torta di mele e noci con il miele
Prendiamo poi due caffè, facciamo un giro di liquorini, agli agrumi ed al finocchietto e chiediamo il conto.
Liquore agli agrumi ed al finocchietto
Per il nostro pranzo all’Agriturismo Buro paghiamo poco più di 40 euro a persona.
L’Agriturismo Buro per noi rappresenta una garanzia assoluta. Sicuramente questo è tra i migliori agriturismi visitati negli anni. Nato da un’azienda agricola, questo Agriturismo racconta la storia della famiglia Buro che con tenacia, passione e grande capacità nel tempo ha creato un punto di riferimento. La location è gradevole e suggestiva e si trova nella zona denominata Pennino, in collina in posizione dominante rispetto al borgo antico di Sant’Agata de’Goti.
Mario Buro è il direttore d’orchestra, generoso, vulcanico, vera anima di questo luogo insieme a Pasqualina e a tutta la famiglia. Qui all'Agriturismo Buro trovi i piatti della tradizione contadina. L’antipasto è abbondante, di qualità e segue la stagionalità di prodotti e materie prime. Le montanarine sono spaziali, così come le costine di maiale e le patate al forno. Tra i primi trovi sempre pasta fresca (maltagliati, tagliatelle, pappardelle, ravioli), conditi con quello che la natura regala: porcini, legumi, pomodori, verdure. In cucina c’è anche la mano della signora Teresa, che ha tramandato ricette e piatti della tradizione. Le tagliatelle fatte a mano con i porcini del Taburno sono una rassicurante certezza. Ottima la carne, altro “must” di Buro, ma in generale quasi tutti i prodotti e le materie prime utilizzate in cucina provengono dall’azienda agricola di famiglia oppure da allevatori e produttori della zona. Per i dolci la maga è lei: Pasqualina, bravissima a sfornare torte e soprattutto crostate. L’Agriturismo Buro a Sant’Agata de’ Goti si conferma nella nostra guida sul web tra i migliori agriturismi in assoluto. Imperdibile. Garantiamo noi.
Agriturismo Buro
Via Pennino n. 15
Sant’Agata de’ Goti (Bn)
Tel. 0823 717006
Visita il sito web dell’Agriturismo Buro
Siamo a Baronissi, a pochi km da Salerno. Avevamo segnato in agenda già da un po’ l’Osteria Re Baccalà- Cucina di mare, ci incuriosiva la loro proposta di cucina e visto che eravamo in zona, ci siamo fermati qui per pranzo. L’osteria si trova in un vicoletto del suggestivo centro storico dei Casali di Baronissi, la zona più antica del paese ed anche quella più caratteristica. Il centro storico di Baronissi è infatti costituito da un gruppo di Casali che salgono verso la parte più alta del paese. In un vicoletto c’è l’Osteria Re Baccalà – Cucina di mare.
L'Osteria Re Baccalà. Baronissi - Insegna Esterna
Occorre ricordare che a poche decine di metri dal locale ci sono comunque dei comodi parcheggi, quindi non è un problema lasciare l’auto e godersi l’esperienza gastronomica. Pochi passi e si arriva all’ingresso di questa che dall’esterno sembra una locanda accogliente, intima e gradevole. Anche entrando la sensazione è la stessa: arredo semplice, prevale il legno, ci sono due sale, più un dehors coperto utilizzabile sia durante la bella stagione sia d’Inverno. Noi ci accomodiamo al nostro tavolo da due. Come sempre diamo uno sguardo alla carta. Il menù segue il ritmo delle stagioni. Ci sono due proposte di finger nell'attesa e cinque antipasti. Poi cinque primi e cinque secondi. Nelle proposte il protagonista è il baccalà ma non è il solo, ci sono prodotti e verdure di stagione, altre proposte di mare, da sottolineare come sia presente quasi sempre il connubio tra il mare e le verdure o i prodotti dell’orto. Una cucina quella di Osteria Re Baccalà semplice come concetto, che privilegia i sapori tradizionali con un giusto tocco di creatività. Insomma ci sono tutte le premesse per un bel pranzo. Ordiniamo due calici di falanghina e una minerale. Nell’attesa arriva l’entreè dello chef: gambero con la sua mayo su zucca arrostita. Davvero un ottimo incipit, abbiamo trovato intrigante l’abbinamento del gambero con la zucca….
Entreè dello chef - Gamberetto con la sua mayo su zucca arrostita
Nell’attesa degli antipasti, ordiniamo delle polpettine del Monaco al baccalà e maionese alla paprika dolce. Meravigliose le polpettine ripiene di baccalà e verdure (zucchine e peperoni)….
Polpettine del Monaco al baccalà con verdurine e mayo alla paprika dolce
E ancora ecco dei bocconi di baccalà fritto in farina di riso con insalatina di rinforzo. Cominciamo col dire che il baccalà è di ottima fattura, i tagli sono scelti e lavorati a regola d’arte. Questo baccalà fritto è una carezza grazie alla farina di riso che dona alla frittura leggerezza e gusto.
Bocconi di baccalà fritto in farina di riso con isalatina di rinforzo
E’ il momento dell’antipasto. Noi optiamo per la proposta denominata l'Oste si diverte, ossia 4 specialità di mare reinterpretate dallo chef. Si comincia con la tradizione più pura insalatina di baccalà e papaccelle. Vale lo stesso discorso fatto prima. Baccalà davvero eccellente.
Baccalà e papaccelle
Poi ecco i moscardini con crema di nocciole e granella. Anche qui il mare incontra la terra, ed il risultato è convincente..
Moscardini con crema di nocciole e granella
Poi Mazzancolle sale e pepe con olio ai peperoni cruschi, che dona un sapore aromatico inconfondibile al piatto.
Mazzancolle sale e pepe con olio ai peperoni cruschi
Chiudiamo l’antipasto con una squisita zuppetta di fagioli, baccalà e porcini. Una piccola coccola da concedersi quando fa freddo.
Zuppetta di fagioli con baccalà e porcini
L’antipasto e le proposte che abbiamo degustato nell’attesa rappresentano un compendio di quella che è la mission di Osteria Re Baccalà: tradizione ed un pizzico di creatività, una cucina semplice con il baccalà ed il pesce in generale abbinato alle verdure e ai prodotti che ogni stagione ci regala. Con i primi raggiungiamo vette altissime. La calamarata al baccalà, pomodorini, capperi, acciughe e olive è un inno alla tradizione, piatto intramontabile, realizzato benissimo. Che cosa era quel sughetto, una meraviglia che ci ha quasi costretto alla scarpetta..........
Calamarata al baccalà con pomodorini capperi, acciughe e olive
E che dire dei Troccoli al baccalà con pesto di cime di rapa e pomodori secchi? Altro piatto che ci ha conquistato per il suo sapore equilibrato e per la sua suadente generosità.
Troccoli al baccalà con pesto di cime di rapa e pomodori secchi
Siamo quasi sazi ma decidiamo di concederci un primo in due, non potevamo non scegliere il baccalà arrosto. Un bel pezzo di baccalà, generoso, ben lavorato gustosissimo.
Baccalà arrosto con scarola ripassata
L’abbinamento con la scarola ripassata ci sta da Dio. Anche qui ci muoviamo nel solco della tradizione.
Scarola ripassata e olive
Saltiamo il dessert. Prendiamo due caffè e due limoncelli della Costiera. E chiediamo il conto. Per il nostro pranzo all’Osteria Re Baccalà – Cucina di mare paghiamo 55 euro a persona. Abbiamo trovato corretto il rapporto qualità – prezzo.
L’Osteria Re Baccalà è stata una piacevole scoperta. Il locale è una sorta di locanda, un’osteria intima ed accogliente che si trova nel cuore del centro storico dei Casali di Baronissi. Qui trovi una cucina semplice come concetto che esalta la tradizione grazie ad abbinamenti studiati e all’uso di prodotti stagionali sempre freschi e di una materia prima di assoluto livello. Naturalmente in carta troneggia il Re Baccalà, ma ci sono anche altre proposte di mare e non, capaci di accontentare un po’ tutti. Le polpettine del Monaco ripiene di baccalà e verdure con maionese alla paprika dolce creano dipendenza. La calamarata al baccalà, pomodorini, capperi, acciughe e olive è spaziale e anche da sola vale la visita. Fidati…..
Anche i troccoli con baccalà, pesto di cime di rapa e pomodori secchi meritano. Il baccalà arrosto è una solida certezza così come una certezza è l’abbinamento con la scarola ripassata con le olive. Un vero matrimonio d’amore. Il servizio è informale. La carta dei vini conta una quarantina di etichette perlopiù campane. Corretto il rapporto qualità prezzo. L’Osteria Re Baccalà – Cucina di Mare a Baronissi entra nella nostra guida sul web tra gli indirizzi da non perdere. Alla prossima….
L’Osteria Re Baccalà - Cucina di Mare
Via G.Nicotera n.3
Baronissi (Sa)
Tel. 331 816 9133
Visita il sito web dell’Osteria Re Baccalà - Cucina di Mare
Siamo tornati a Campobasso, nel suo suggestivo centro storico di chiara impronta medievale, tra palazzi antichi, vicoletti, Chiese e piazzette. Alzando gli occhi puoi scorgere sul Colle di Sant’Antonio il Castello Monforte che domina dall’alto l'intera città. Passeggiare nel centro storico del capoluogo molisano è senza dubbio un'esperienza interessante, e proprio tra i suoi vicoletti, non lontano dalla centrale Via Roma c'è l'indirizzo che abbiamo scelto per il nostro pranzo: Miseria e Nobiltà.
Miseria e Nobiltà. Campobasso - Ingresso
Il Ristorante si trova in un antico palazzo costruito alla fine del 700. Si sviluppa su tre livelli, ogni piano si può raggiungere sia con le scale che con un comodo ascensore interno ed ogni livello è caratterizzato da pavimenti molto caratteristici con un colore diverso per ogni piano, i particolari e i dettagli sono curati, bellissimi i lampadari. La mise en place è raffinata ma al contempo sobria. L'atmosfera è decisamente gradevole e invita alla piacevole e intima convivialità. Come sempre diamo uno sguardo alla carta.
E' un trionfo di prodotti stagionali, con piatti ben studiati e concepiti ed alcuni capisaldi della tradizione gastronomica molisana (pallotte cacio e uova e pizza e minestra su tutte). Le paste sono fatte tutte a mano. Tra i secondi trionfano le carni: agnello, pollo, coniglio, baccalà, ma ci sono tra le varie proposte anche tra gli antipasti e i primi, opzioni per i vegetariani. Da bere ordiniamo una minerale e una bottiglia di Tintilia di Di Majo Norante, un vino di un bel colore rosso intenso, ottenuto da uve di Tintilia (vitigno autoctono del Molise). Un rosso dai sentori speziati e fruttati, con tannini delicati e una persistenza piacevole.
Tintilia di Di Majo Norante
Cominciamo con gli antipasti e con la tradizione. Le pallotte cacio e uova con salsiccia secca e friggitelli. Le pallotte cacio e uova di Miseria e Nobiltà sono eccezionali, goduriose, sapide il giusto, interessante l’abbinamento con la salsiccia secca, un connubio che sa di tradizione contadina.
Pallotte cacio e uova con pomodoro, friggitelli e salsiccia secca
Altro must della tradizione molisana che ritroviamo da Miseria e Nobiltà è la pizza e minestra. Un piatto quasi mistico, dove le verdure di campo si incontrano con pezzetti di pizza di granturco. Ed è subito poesia del territorio….
La Pizza e Minestra di Miseria e Nobiltà
Abbiamo trovato divino il baccalà scottato con polenta arrosto, spigatelli e olive. Una proposta davvero meravigliosa con un sorprendente binomio della polenta con il baccalà che risulta vincente. Che bontà......
Baccalà scottato con polenta arrosto, spigatelli e olive
Tra i primi gli gnocchi tricolori con cime di rapa e taralli sorprendono, una vera esplosione di colore e gusto, con il tarallo sbriciolato che regala la nota croccante al piatto.
Gnocchi tricolori con cime di rapa e tarallo sbriciolato
I tagliolini con calamari marinati alla salvia e zucca sono delicati e gustosi. Abbiamo apprezzato in particolare la consistenza ruvida dei tagliolini fatti rigorosamente a mano e l’abbinamento dei calamari con il sentore dolciastro della zucca. In questo caso la chef Maria Assunta ha utilizzato la zucca mantovana che si contraddistingue per la sua inconfondibile dolcezza e per il fatto di avere una polpa soda. Ottimo piatto.
Tagliolini con calamari marinati alla salvia e zucca
Altro piatto convincente sono i cavatelli con scarola, alici, manteca e mollica saporita. I cavatelli fatti a mano sono divini, la scarola si sposa a meraviglia con le alici, la mollica regala croccantezza al piatto e un sapore quasi rustico, a legare il tutto la manteca, tipico formaggio a pasta filata, ripieno di burro, tipico dall’alto Molise.
Cavatelli con scarola, alici, manteca e moliica saporita
Raggiungiamo l’apogeo del gusto con i crioli di Tintilia con verza, guanciale, castagne e caciocavallo. Qui la tintilia è nell’impasto dei crioli, qiesto spiega anche il loro colore. In un certo senso questa è una rivisitazione di un piatto povero molisano molto caro soprattutto alle persone più adulte, ossia lo scattone, piatto conosciuto anche con il nome di “tassa” (voce dialettale che indicava la tazza). Lo scattone è in pratica la pasta fresca, con acqua di cottura della pasta stessa, vino rosso e pepe. Che ancora oggi si fa in molti paesi e borghi molisani. Qui i Crioli alla Tintilia vengono esaltati dalla verza, dal guanciale dalle castagne e dall’immancabile e buonissimo caciocavallo. Questo è un piatto davvero interessante che racconta il territorio ma lo fa in modo originale.
Crioli di tintilia con verza, guanciale, castagne e caciocavallo
Il nostro pranzo da Miseria e Nobiltà prosegue alla grande. E’ il momento dei secondi. Qui optiamo un sorprendente e buonissimo pollo cotto al mattone con erbette, limone e bietoline. Cominciamo dicendo che questo è un signor pollo (selezionato e scelto in modo mirabile). Questa particolare cottura conferisce alla carne un sapore incredibile. Azzeccatissimo (e non era scontato) l'abbinamento con le bietoline.
Pollo al mattone con erbette, limone e bietoline
Il baccalà arracanato con finocchi è fatto a regola d’arte e non delude le attese.
Baccalà arracanato con finocchi
Sorprendente poi è la zuppetta di fave con polpettine di manzo, cicoria, uvetta e pinoli.
Zuppetta di fave con polpette di manzo, cicoria, uvetta e pinoli
Dulcis in fundo, è proprio il caso di dirlo ecco due dessert: cialda croccante con crema pasticcera e amarena. Davvero notevole pur nella sua semplicità come concetto di dolce.....
Cialda croccante con crema pasticcera e amarena
E sbrisolona con mousse al cioccolato e ricotta....
Sbrisolona con mousse di cioccolato e ricotta
Accompagniamo il dolce con due bicchierini di Ratafia, liquore artigianale Molisano di Passarè Antico Molise. Adoriamo questo liquorino che vede insieme il succo di amarene mature ed il vino rosso DOP molisano. Il risultato è meraviglioso, dolce e delicatamente fruttato...
Ratafia di Passarè Antico Molise
Chiediamo il conto e paghiamo per il nostro pranzo da Miseria e Nobiltà a Campobasso poco meno di 50 euro a persona. Abbiamo trovato assolutamente corretto il rapporto qualità – prezzo.
Miseria e Nobiltà si trova nel cuore del centro storico di Campobasso in un antico palazzo di fine ‘700. La location è particolare, raffinata, elegante e curata. Qui trovi una cucina di assoluto livello, piatti della tradizione ben presentati e rivisitati il giusto. Abbiamo trovato il giusto mix di tradizione e modernità. Da sottolineare l’uso di prodotti di stagione e materie prime di eccellenza. La chef Maria Assunta ha grande talento. Tra gli antipasti le pallotte cacio e uova sono un inno alla tradizione, il baccalà con polenta arrosto, spigatelli e olive resta nella memoria. Tra i primi fantastici i cavatelli con scarola, alici, manteca e mollica saporita. I crioli di Tintilia con verza, guanciale, castagne e caciocavallo anche da soli valgono la visita. Ottimi i secondi, abbiamo trovato in particolare meraviglioso il pollo cotto al mattone con erbette, limone e bietoline e intrigante la zuppetta di fave con polpette di manzo, cicoria, uvetta e pinoli. Interessanti i dessert, di loro creazione e produzione. Il servizio è veloce, informale, mai invadente e discreto. Corretto il rapporto qualità – prezzo. Il Ristorante Miseria e Nobiltà a Campobasso entra di diritto nella nostra guida sul web tra quelli che sono a parer nostro i migliori ristoranti molisani. Da provare e riprovare ….
Miseria e Nobiltà
Via Sant’Antonio Abate n.16
Campobasso
Tel. 0874 94268
Visita la pagina Fb del Ristorante Miseria e Nobiltà
Campobasso ci regala sempre spunti interessanti. Nel capoluogo molisano ci sono diversi indirizzi degni di nota e locali da non perdere, l’offerta è variegata e capace di venire incontro ai gusti di tutti ma quando abbiamo voglia di “coccole della tradizione” torniamo spesso e volentieri alla Grotta da Concetta. Sarà per l’atmosfera familiare, calda che si respira qui, sarà per la cucina, sincera e generosa, (quella della tradizione per intenderci), una cucina senza orpelli ed effetti speciali ma con tanta sostanza. Sarà per la location che ci trasmette sempre un senso di spiccata convivialità, sta di fatto che la Grotta da Concetta ormai rappresenta un’istituzione per noi.
La Grotta da Concetta. Campobasso - Insegna esterna
Ci siamo tornati a pranzo. Siamo nel cuore di Campobasso, a due passi dal centro storico in Via Larino e non lontano dalla suggestiva Porta Mancina che risale al 400. Il locale è davvero particolare, domina la pietra, i soffitti sono in legno. Ci sono tre sale, ognuna con un suo stile e fascino caratteristico e poi c’è un ambiente esterno dove si può pranzare o cenare durante la bella stagione. Anche l’illuminazione è calda e contribuisce a rendere magico il luogo.
La Grotta da Concetta. Campobasso - Dettaglio di una delle sale interne
Non aspettarti mise en place particolari o raffinate, qui protagonista è il cibo. Anche il menù è volutamente minimal: c’è un foglio con elencate tutte le proposte (dagli antipasti al dolce) con i relativi prezzi. Bisogna dire che la carta cambia quasi giornalmente, qualche piatto entra, qualche piatto esce, e varia naturalmente con lo scorrere delle stagioni. Diamo un’occhiata al menù, ci sono tante proposte interessanti, dalla immancabile (e buonissima) pizza e minestra, alle verdure di campo ripassate, dalla parmigiana di cipolle, alle tipiche pallotte cacio e uova. Tra i primi ci sono gli immancabili spaghetti con aglio, olio, peperoncino e cavolfiore, oppure le mezze linguine con carciofi e alici, si va dalla minestra di verza, farro e lenticchie, agli spaghetti con baccalà, cipolle e olive. Tra i secondi spicca la carne (ottima davvero), la bistecca, l’agnello arrosto, il coniglio in porchetta. C’è anche il fegato di maiale con l’alloro. Insomma un menù vario e con numerosi piatti della tradizione.
La Grotta da Concetta. Campobasso - Caratteristico angolo interno
Insomma alla Grotta da Concetta trovi una cucina molisana sincera ma ben eseguita, con materie prime di grande qualità e prodotti freschissimi. La carne poi è ottima carne e il rapporto qualità – prezzo è fantastico. Ma riavvolgiamo il nastro e partiamo dal principio. Ci accomodiamo al nostro tavolo e ordiniamo due antipasti da gustare in attesa dei primi. Da bere optiamo per una generosa Tintilia della casa, un rosso corposo che accompagnerà il nostro pranzo. Si comincia con due bruschette, una classica con i pomodorini, l’altra a dir poco spettacolare con burro, alici e spinaci. Quello del burro con le alici è un matrimonio d’amore ma la nota sorprendente è la presenza degli spinaci che donano una spinta in più. Davvero una bruschetta ottima.
Bruschetta al pomodoro e bruschetta con burro, alici e spinaci
Poi l’altra proposta è un piatto di carciofi, patate e spinaci. Anche questo piatto è buonissimo, che sapore quei carciofi…
Carciofi, patate e spinaci
Tra gli antipasti la pizza e minestra è uno dei piatti “cult” qui da Concetta. Questo è un piatto tipico della cucina contadina molisana: minestra di verdure di campo e tocchetti di pizza di granturco. Alla Grotta da Concetta la pizza e minestra è una vera istituzione. Per noi è quasi un dovere ordinarla quando veniamo qui. Adoriamo questo matrimonio di sapori: la verdura che accompagna mirabilmente la pizza di granturco spezzettata e leggermente bagnata. Piccolo consiglio, noi prima di gustarla, ci passiamo sopra giusto un giro di olio Evo molisano a crudo. Emozione.
La pizza e minestra di Concetta
Ma il piatto per cui torniamo sempre alla Grotta da Concetta sono senza dubbio gli spaghetti con aglio, olio, peperoncino, cavolfiore e peperone crusco. Per noi è una sorta di confort food. La cottura degli spaghetti è perfetta, sono conditi alla perfezione. In pratica è una versione dell’aglio, olio e peperoncino, rafforzata dal cavolfiore, stufato e poi leggermente ripassato in padella, e arricchita dal peperone crusco che dona al piatto il “crunch” aromatico. Questo piatto è poesia nella sua semplicità.
Spaghetti aglio, olio, peperoncino, cavolfiore e peperone crusco
Ottimi anche gli spaghetti con baccalà, cipolle e olive. Anche qui, abbiamo trovato una cottura perfetta ed un equilibrio incredibile: sapido e dolce vanno a braccetto grazie al baccalà con il suo gusto deciso che bilanciava in modo fantastico la nota dolce della cipolla. Chapeau.
Spaghetti con baccalà, cipolle e olive
Come secondi optiamo per una generosa bistecca di vitello con insalata di campo. La carne è davvero ottima.
Bistecca di vitello e insalata di campo
Come ottimo, morbido, saporito era l’hamburger di maiale casertano con friggitelli e patate.
Hamburger di maiale casertano con friggitelli e patate
Che pranzo sarebbe senza un dolcetto. Gustiamo la torta di mele, uvetta e cannella. Spaziale!
Torta di mele con uvetta e cannella
Accompagniamo il dessert con l’immancabile Genziana. Ci concediamo due giri di amaro alle radici di Genziana di Scuppoz. Ottimo amaro di genziana ottenuto da vino bianco e un blend di ben 3 radici diverse. Va sottolineato come la lavorazione e la produzione della Genziana delle Pecore di Scuppoz sia totalmente artigianale.
Genziana delle Pecore di Scuppoz
Chiediamo il conto e paghiamo poco più di 32 euro a persona. Davvero un rapporto qualità – prezzo fantastico.
La Grotta da Concetta a Campobasso è una garanzia. Il locale è carino, caldo, intimo, sembra quasi di entrare in una osteria-trattoria d’altri tempi. L’ambiente è familiare, per certi versi spartano. Non ti aspettare effetti speciali ma una cucina sincera, generosa e ben eseguita con prodotti freschissimi e materie prime di qualità che seguono il ritmo delle stagioni. Qui trovi i piatti tipici della tradizione molisana ben eseguiti e porzioni generose. Gli antipasti sono fantastici, tra questi la lode va alla pizza e minestra, da non perdere. Tra i primi, gli spaghetti con aglio, olio, peperoncino e cavolfiore sono sublimi, e a parer nostro anche da soli valgono il viaggio. La carne è eccellente, la bistecca di vitello è saporita, morbida e succosa, ottimo anche l’hamburger di maiale casertano. Tra i dolci nota di merito per la torta di mele con uvetta e cannella. Il servizio è informale e veloce. La cosa sorprendente poi è il rapporto qualità – prezzo, a dir poco fantastico. Oggi riuscire a pranzare dall’antipasto al dolce e spendere sui 30 euro è ormai una rarità. Davvero complimenti. Piccola raccomandazione, il locale è sempre pieno sia a pranzo che a cena, quindi il consiglio è quello di prenotare sempre con un po’ di anticipo per avere la certezza di trovare posto. Bisogna organizzarsi anche perché i giorni di chiusura sono il Sabato e la Domenica. La Grotta da Concetta a Campobasso è una osteria - trattoria fantastica, unica nel suo genere e per questo molto amata e frequentata. Provare per credere. Alla prossima.
La Grotta da Concetta
Via Larino n.7
Campobasso
Tel. 0874 311378
Domenica 24 Novembre La Pasticceria Pesce ad Avella celebra la mitica Cassata Avellana. Questo dolce è sicuramente uno dei fiori all'occhiello al pari dei lievitati, del Maestro Pasticcere Pasquale Pesce. Pasquale da anni è degno erede della tradizione di famiglia e porta avanti un progetto caratterizzato da amore, conoscenza, talento e passione per la propria terra. La Pasticceria Pesce nasce nel lontano 1896, Pasquale Pesce realizza i suoi dolci e le sue creazioni partendo dalla grande qualità e dalla scelta attenta e certosina delle materie prime. A questo si aggiunga una lavorazione accurata, l'assenza di prodotti di sintesi, e tanto amore per il proprio lavoro.
La Cassata Avellana è uno dei vanti della Pasticceria Pesce, chi la conosce e chi l'ha provata sa bene di cosa parlo. Inventata giusto 10 anni fa da Pasquale Pesce, rappresenta una perfetta sintesi tra la Sicilia e il territorio avellano. Viene realizzata con una meravigliosa ricotta di pecora e le “fantastiche” nocciole avellane (uno dei vanti del territorio). Nella Cassata Avellana le nocciole sostituiscono la frutta candita presente nella sua parente siciliana. In superficie è ricoperta da una cascata di nocciole, che regalano una piacevole e goduriosa nota croccante. L’interno è una sinfonia, il suo sapore ti abbraccia e ti avvolge, un sapore morbido, delicato ma mai stucchevole. Te ne innamorerai come è capitato a me.
La Cassata Avellana della Pasticceria Pesce - Dettaglio
La Cassata Avellana è senza dubbio uno dei dolci “imperdibili”, e rappresenta secondo me uno dei piaceri da concedersi almeno una volta nella vita. Assolutamente da provare. E allora quale migliore occasione del suo decimo compleanno per gustarla?Durante questo evento ci sarà modo anche di celebrare Pasquale Pesce per i premi ottenuti di recente al “Campionato del mondo del Panettone e a “Panettone senza confini”.
Non perdere l'appuntamento Domenica 24 Novembre dalle ore 17.30 nella sede storica della Pasticceria Pesce in Via Giacomo Leopardi, n.33 ad Avella.
Ma la Pasticceria Pesce eccelle anche per i suoi lievitati, a partire dai panettoni, pluripremiati e di cui ti parleremo a breve, ma intanto facciamo gli auguri alla Pasticceria Pesce, a Pasquale e ovviamente alla mitica Cassata Avellana!
Pasticceria Pesce
Via Giacomo Leopardi, n.33
Avella (Av)
Tel. 081 1849 5000
Visita il sito web della Pasticceria Pesce
Siamo in Molise, regione che ci regala sempre spunti interessanti e sorprese incredibili. Sepino è un borgo dalla storia antichissima e ricco di tradizione che fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia. Siamo a circa 700 metri di altitudine alle pendici del Matese molisano, il borgo è circondato da verde e boschi. Il centro storico è molto interessante grazie alla sua morfologia, deliziosi i suoi vicoletti e alcuni scorci di indubbia suggestione. Qui a Sepino, storia, cultura, natura e bellezze paesaggistiche vanno a braccetto. A pochi passi dalla Piazza centrale del paese (Piazza Nerazio Prisco) c’è Gustus Ristorante dove ci siamo fermati a pranzo.
Gustus Ristorante. Sepino - Insegna esterna
La location è caratteristica e di sicuro effetto. Antico e moderno si coniugano alla perfezione, la pietra viva si sposa con uno stile quasi industriale, belli i tavoli e le sedute, così come il bancone che spicca grazie al suo fondo color oro.
Gustus Ristorante. Sepino - Un suggestivo scorcio del locale
Il menù cambia spesso e segue il ritmo delle stagioni e la disponibilità di materie prime e prodotti. Ci sono sei proposte di antipasti, quattro primi, cinque secondi e i dessert. La carta dei vini è curata e privilegia (come è giusto che sia) interessanti etichette molisane. Mentre decidiamo il da farsi, arrivano i pani, con una bollicina di benvenuto (una carineria sempre gradita).
Gustus Ristorante. Sepino - Bollicina di benvenuto e i pani
Ed ecco l’entreè di benvenuto dello chef, un delizioso bocconcino di maiale con il suo fondo, accompagnato da una quenelle di ricotta molisana e pane carasau a donare croccantezza. Ottimo incipit.
Entreé dello chef
Intanto scegliamo il vino, restiamo in Molise con una bella Tintilia, Lagena Doc di Cantine D’Uva. Di un bel colore rosso quasi rubino, con intense note floreali e speziate, questo vino rosso ottenuto da uve Tintilia in purezza convince per la sua struttura, un rosso poderoso che accompagnerà in modo mirabile in nostro pranzo.
Tintilia del Molise DOC Lagena di Angelo D'uva
Cominciamo con gli antipasti. Optiamo per culatello e caciocavallo Molisano in tempura. Il culatello è meraviglioso, delicato e saporito ma con il caciocavallo in tempura saliamo a livelli siderali. C’è tutto il profumo del Molise in questo caciocavallo. Spettacolare….
Culatello e caciocavallo molisano in tempura
L’altro antipasto è senza dubbio particolare: galatina di pollo con salsa di peperone, pomodorino rosso e giallo e scaglie di pecorino.
Galatina di pollo con salsa di peperone, pomodorino rosso e giallo e scaglie di pecorino
I cavatelli con cavolfiore, fonduta di caciocavallo e pancetta croccante sono delicati e sorprendenti. Ho trovato geniale l’abbinamento del cavolo con la fonduta di caciocavallo così come vincente è la scelta della pancetta che regala al piatto un sapore rustico e la nota croccante.
Cavatelli con cavolfiore, fonduta di caciocavallo e pancetta croccante
Convincenti anche i ravioli di burrata con pomodorino rosso e giallo, ventricina croccante e pesto di pistacchio. Goduriosi i ravioli ripieni di voluttuosa burrata, si sposavano alla perfezione con il pesto di pistacchio stemperato con i pomodorini gialli e rossi. Interessante la nota intensa della ventricina leggermente croccante.
Ravioli di burrata con pomodorino giallo e rosso, ventricina croccante e pesto di pistacchio
Decidiamo di prendere un secondo in due. La nostra scelta cade sul filetto mignon lardellato cotto in cbt con finocchio gratinato e salsa glassata alla Tintilia del Molise. Mai scelta fu più felice, la carne di maiale era tenerissima e gustosa (forse una delle migliori provate nell’ultimo anno), resa ancora più saporita dalla suo “vestito”, lardellata in modo sublime e accompagnata da finocchi gratinati e una salsa alla Tintilia davvero sublime. Chapeau.
Filetto mignon lardellato, cotto in cbt con finocchio grigliato e salsa glassata alla Tintilia del Molise
Chiudiamo in dolcezza con il dessert: tiramisù scomposto e polvere di cacao, ottimo anche questo. Accompagno il dessert con un ottimo amaro alle erbe e chiediamo il conto.
Tiramisù scomposto
Per il nostro pranzo da Gustus Ristorante a Sepino paghiamo poco più di 45 euro a persona.
Gustus Ristorante è stata davvero una fantastica scoperta. Il ristorante è centralissimo, si trova a pochi passi da Piazza Nerazio Prisco, la Piazza principale di Sepino e cuore della vita del borgo. La location è curata e regala una piacevole sensazione di familiarità. Antico e moderno si fondono in modo equilibrato ed armonioso. Da Gustus Ristorante trovi una cucina convincente, una cucina che racconta il territorio molisano, ma lo fa in maniera originale e creativa, con una grande attenzione alla scelta dei prodotti (tutti stagionali) e delle materie prime, tutte di grande qualità. Il caciocavallo molisano in tempura è paradisiaco, tra i primi i cavatelli con cavolfiore, fonduta di caciocavallo e pancetta croccante sono sorprendenti e delicati, i ravioli di burrata con pomodorino rosso e giallo, ventricina croccante e pesto di pistacchio quasi ci costringono al bis. Tra i secondi il filetto mignon lardellato cotto in cbt con finocchio gratinato e salsa glassata alla Tintilia del Molise da solo vale il viaggio. Era da tempo che non gustavamo un filetto così morbido e saporito. Nota di merito per il servizio, preciso, informale, quasi impeccabile. Fornita e curata la carta dei vini con un’attenzione particolare alle etichette molisane. Corretto il rapporto qualità – prezzo.
Gustus Ristorante a Sepino è stata una fantastica scoperta ed entra di diritto nella nostra guida sul web tra quelli che sono gli indirizzi da non perdere. Rivelazione.
Gustus Ristorante
Via Nicola Giacchi n.2
Sepino (Cb)
Tel. 388 153 93 95
Visita il sito web di Gustus Ristorante Sepino
Ti proponiamo la ricetta di un meraviglioso primo piatto che abbiamo gustato da Amaranto Agriturismo a Sant’Agata de’ Goti. Si tratta della calamarata con cime di rapa, guanciale, provolone del monaco e pinoli. Meraviglioso l’abbinamento delle cime di rapa con il provolone del Monaco. A chiudere il piatto la nota croccante del guanciale. Prova a farlo a casa……
Ingredienti per 4 persone:
- Olio extravergine di oliva (olio evo)
- Uno spicchio d’aglio tritato finemente
- Due fette di guanciale
- Mezzo chilo di cime di rapa
- Due filetti di acciughe
- 400 gr di pasta (calamarata)
- Sale
- Acqua di cottura della pasta
- Pinoli tostati q.b.
Procedimento:
In una padella, scalda l'olio extravergine di oliva con i due filetti di alici, appena sciolti dal calore, aggiungi l’aglio tritato finemente e lascia prendere colore. Dorato l’aglio, aggiungi acqua per non farlo bruciare, a seguire aggiungi le cime di rapa precedentemente sbollentate (non più di 2/3 minuti di bollore in base alla loro grandezza) e tagliate a pezzi da 2/3 cm. Lascia andare a fuoco medio per 5 minuti, gira spesso per amalgamare il sapore ed aggiusta di sale. A fine cottura lascia riposare con coperchio, per almeno altri 5 minuti.
In una vaschetta riponi 3 cucchiai di cime di rapa pronte, aggiungi olio extravergine ed un cucchiaio di provolone del monaco grattugiato, amalgama per bene e via in forno a 180 gradi per 10 minuti. Ti serviranno dopo per guarnire la parte centrale del piatto. Riponi la restante parte delle cime in un contenitore, aggiungi un filo d’olio, acqua se necessario e frulla il tutto con un mixer ad immersione.
Il risultato finale deve essere un composto cremoso e non liquido.
Cala la pasta, scola qualche minuto prima del fine cottura e versa in una padella antiaderente, aggiungi il composto precedentemente ricavato, riduci a fuoco vivo l’eventuale consistenza troppo cremosa ed impiatta.
Poi una generosa ma non troppo, grattugiata a trama sottile del provolone del monaco, al centro posiziona parte delle cime di rapa passate in forno e completa con guanciale precedentemente reso crusco (croccante) in padella e pinoli tostati.
Buon appetito!
- Executive Chef: Salvatore Iannotta
Amaranto Agriturismo
Contrada San Paolo
Sant’Agata de’Goti (Bn)
Tel. 327 452 4981
Visita il sito web di Amaranto Agriturismo
E’ sempre una buona idea tornare da Bacalajuò ad Acerra. Questa osteria “contemporanea” si trova a pochi passi dal maestoso Castello Baronale. Qui trovi una cucina che esalta il baccalà con proposte convincenti e una materia prima d’eccellenza lavorata a regola d’arte. Ricordavamo ancora con nostalgia la nostra ultima visita qui, siamo ritornati per gustare di nuovo i loro piatti, ovviamente tutti con un comune denominatore: sua maestà il baccalà. Altra cosa che ci faceva piacere era tornare per salutare Luigi Esposito il patron di Bacalajuò, erede di una famiglia che da oltre quattro generazioni importa direttamente e lavora stoccafisso e baccalà. La storia della famiglia Esposito e del baccalà comincia proprio ad Acerra quando nonno Luigi decise di fermarsi perché ebbe modo si testare le caratteristiche uniche dell’acqua della zona con cui riusciva a rigenerare in modo perfetto lo stoccafisso e a dissalare in perfettamente il baccalà. La storia va avanti e continua grazie a Luigi che si proietta nel futuro senza mai dimenticare le radici e la tradizione. Siamo nella parte antica di Acerra, in Piazza Castello. Anni fa qui c’era la Vinoteca Esposito che nel tempo si è trasformata in una moderna osteria che esalta il baccalà in ogni sua declinazione. Ecco Bacalajuò.
Bacalajuò. Acerra - Insegna esterna
Luigi Esposito ci accoglie da par suo, sorridente, appassionato. Ci accomodiamo e mentre decidiamo cosa gustare ci servono il pane (piccolo spoiler, servirà dopo per la scarpetta) e un graditissimo entreé: un plumcake alle verdure davvero ottimo. Soffice e gustoso, mi sembra di sentirne ancora il profumo…
Plumcake alle verdure
Intanto ordiniamo da bere una minerale e una bottiglia di Primula Rosa di Cantine Barone (azienda vitivinicola cilentana con sede a Rutino). Il Primula Rosa è un rosato a cui sono affezionato e che mi ha colpito sin dalla prima volta in cui l’ho provato. Di un bel colore rosa chiaro, con importanti note floreali, sentori di frutta, questo vino è ottenuto da uve aglianico del Cilento in purezza e si presenta morbido ed equilibrato. Sarà un ottimo compagno di viaggio per la nostra cena a base di baccalà…
Rosato Primula Rosa di Cantine Barone
Cominciamo con uno dei must di Bacalajuò, piatto meraviglioso: il carpaccio di baccalà, fatto con olive tonde Nocellara del Belice, pomodoro San Marzano essiccato, alici di Sciacca sfilettate a mano, e ovviamente baccalà. Questo carpaccio è una poesia, una sorta di “sashimi napoletano”, fresco, perfettamente equilibrato con un baccalà lavorato con cura e amore e tagliato con il diametro giusto capace di regalare emozione ad ogni morso. Questo piatto anche da solo vale la visita da Bacalajuò.
Carpaccio di baccalà di Bacalajuò
Con la Papaccella ripiena siamo nella più pura tradizione. Piatto che rassicura e sa di casa. Abbiamo la papaccella (non sottaceto) cotta al forno ripiena di mollica di pane contadino, spezie, baccalà, polvere di olive nere itrane e origano.
Papaccella ripiena
Le linguine alla Don Gaetano sono un inno alla gioia. Piatto di cui siamo innamorati, un riuscitissimo gioco di consistenze, caldo – freddo e un gusto inimitabile. Fatte con olive nere, capperi, olio Evo, pomodori essiccati, sale, pepe, zest di limone, prezzemolo e ovviamente baccalà a listarelle, le linguine alla Don Gaetano è un piatto cult di Bacalajuò.
Linguine alla Don Gaetano di Bacalajuò
Con le linguine in cassuola invece accontentiamo il palato dei puristi della tradizione. Sapore deciso, intenso e godurioso: pomodoro, olive nere, olio Evo, capperi, prezzemolo, tocchetti di baccalà in cassuola. Qui la scarpetta è un imprescindibile dovere morale.....
Le linguine in cassuola
Non poteva mancare il fritto di mussillo di baccalà con le papaccelle. Eccezionale, saporito con un fritto leggero, non unto.
Fritto di mussillo di baccalà con papacelle
Il baccalà in oliocottura con verdutine grigliate è stata una rivelazione. Il baccalà cotto così è quasi una “marmellata”, si scioglie letteralmente in bocca rilasciando un sapore unico ed intenso...
Baccalà in oliocottura con verdurine grigliate
Saltiamo il dessert ma ci concediamo un paio di giri di amari e degustiamo il nocillo Dianara, dal progetto di Mariella Tortora che ha creato una linea di liquori e distillati di eccellenza che esaltano il territorio, i suoi prodotti e la tradizione. Il nocillo Dianara è davvero notevole. Da provare. Paghiamo per la nostra cena da Bacalajuò poco più di 50 euro a persona. Abbiamo trovato coerente e corretto il rapporto qualità – prezzo.
Bacalajuò è una garanzia. Chi ama il baccalà qui troverà di che divertirsi. Piacevole ed informale è l’atmosfera che si respira in questa moderna osteria che guarda al futuro ma con solide radici legate alla tradizione più pura. Bacalajuò si trova a pochi passi dal Castello Baronale di Acerra e rappresenta l’evoluzione della tradizione della famiglia Esposito, che da oltre quattro generazioni ha legato il suo nome alla importazione, lavorazione e commercializzazione di baccalà e stoccafisso. Luigi Esposito è il patron, appassionato, preparato, saprà guidarti alla scoperta delle proposte in carta, dei fuori menù e saprà consigliarti i migliori abbinamenti con il vino. La carta dei vini è ben strutturata e calibrata. Il servizio è veloce ed informale. Il carpaccio di baccalà è poesia, tra i primi non perderti l’iconica Linguina alla Don Gaetano, e se sei un purista le linguine in cassuola ti commuoveranno. Da standing ovation il fritto di mussillo con papaccelle ed il baccalà in oliocottura. Bacalajuò ad Acerra si conferma nella nostra guida sul web tra i migliori indirizzi. Imperdibile e come dice Luigi Esposito, grazie “siempre” ed alla prossima ….
Bacalajuò
Via Nazario Sauro n.6
Acerra (Na)
Tel. 366 7180590
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