Brian, non fatevi ingannare dal nome, nasce a Napoli sotto il segno dei pesci e mostra fin da piccolo spiccate capacità artistiche e senso estetico. E' giornalista, speaker radiofonico di fama nazionale, direttore artistico, autore, presentatore, blogger, gastronomo per passione ed esperto di marketing e comunicazione. E' un grande appassionato di food, profondo conoscitore dei prodotti tipici, ha un debole per i borghi storici ed è uno strenuo difensore delle tradizioni anche a tavola, contro ogni forma di omologazione e "globalizzazione del gusto". I suoi racconti e le sue recensioni, sempre molto dettagliate, sono paragonabili ad un viaggio dove il gusto cede il passo alle emozioni.
Siamo in Molise, regione che ci regala sempre spunti interessanti e sorprese incredibili. Sepino è un borgo dalla storia antichissima e ricco di tradizione che fa parte del circuito dei borghi più belli d’Italia. Siamo a circa 700 metri di altitudine alle pendici del Matese molisano, il borgo è circondato da verde e boschi. Il centro storico è molto interessante grazie alla sua morfologia, deliziosi i suoi vicoletti e alcuni scorci di indubbia suggestione. Qui a Sepino, storia, cultura, natura e bellezze paesaggistiche vanno a braccetto. A pochi passi dalla Piazza centrale del paese (Piazza Nerazio Prisco) c’è Gustus Ristorante dove ci siamo fermati a pranzo.
Gustus Ristorante. Sepino - Insegna esterna
La location è caratteristica e di sicuro effetto. Antico e moderno si coniugano alla perfezione, la pietra viva si sposa con uno stile quasi industriale, belli i tavoli e le sedute, così come il bancone che spicca grazie al suo fondo color oro.
Gustus Ristorante. Sepino - Un suggestivo scorcio del locale
Il menù cambia spesso e segue il ritmo delle stagioni e la disponibilità di materie prime e prodotti. Ci sono sei proposte di antipasti, quattro primi, cinque secondi e i dessert. La carta dei vini è curata e privilegia (come è giusto che sia) interessanti etichette molisane. Mentre decidiamo il da farsi, arrivano i pani, con una bollicina di benvenuto (una carineria sempre gradita).
Gustus Ristorante. Sepino - Bollicina di benvenuto e i pani
Ed ecco l’entreè di benvenuto dello chef, un delizioso bocconcino di maiale con il suo fondo, accompagnato da una quenelle di ricotta molisana e pane carasau a donare croccantezza. Ottimo incipit.
Entreé dello chef
Intanto scegliamo il vino, restiamo in Molise con una bella Tintilia, Lagena Doc di Cantine D’Uva. Di un bel colore rosso quasi rubino, con intense note floreali e speziate, questo vino rosso ottenuto da uve Tintilia in purezza convince per la sua struttura, un rosso poderoso che accompagnerà in modo mirabile in nostro pranzo.
Tintilia del Molise DOC Lagena di Angelo D'uva
Cominciamo con gli antipasti. Optiamo per culatello e caciocavallo Molisano in tempura. Il culatello è meraviglioso, delicato e saporito ma con il caciocavallo in tempura saliamo a livelli siderali. C’è tutto il profumo del Molise in questo caciocavallo. Spettacolare….
Culatello e caciocavallo molisano in tempura
L’altro antipasto è senza dubbio particolare: galatina di pollo con salsa di peperone, pomodorino rosso e giallo e scaglie di pecorino.
Galatina di pollo con salsa di peperone, pomodorino rosso e giallo e scaglie di pecorino
I cavatelli con cavolfiore, fonduta di caciocavallo e pancetta croccante sono delicati e sorprendenti. Ho trovato geniale l’abbinamento del cavolo con la fonduta di caciocavallo così come vincente è la scelta della pancetta che regala al piatto un sapore rustico e la nota croccante.
Cavatelli con cavolfiore, fonduta di caciocavallo e pancetta croccante
Convincenti anche i ravioli di burrata con pomodorino rosso e giallo, ventricina croccante e pesto di pistacchio. Goduriosi i ravioli ripieni di voluttuosa burrata, si sposavano alla perfezione con il pesto di pistacchio stemperato con i pomodorini gialli e rossi. Interessante la nota intensa della ventricina leggermente croccante.
Ravioli di burrata con pomodorino giallo e rosso, ventricina croccante e pesto di pistacchio
Decidiamo di prendere un secondo in due. La nostra scelta cade sul filetto mignon lardellato cotto in cbt con finocchio gratinato e salsa glassata alla Tintilia del Molise. Mai scelta fu più felice, la carne di maiale era tenerissima e gustosa (forse una delle migliori provate nell’ultimo anno), resa ancora più saporita dalla suo “vestito”, lardellata in modo sublime e accompagnata da finocchi gratinati e una salsa alla Tintilia davvero sublime. Chapeau.
Filetto mignon lardellato, cotto in cbt con finocchio grigliato e salsa glassata alla Tintilia del Molise
Chiudiamo in dolcezza con il dessert: tiramisù scomposto e polvere di cacao, ottimo anche questo. Accompagno il dessert con un ottimo amaro alle erbe e chiediamo il conto.
Tiramisù scomposto
Per il nostro pranzo da Gustus Ristorante a Sepino paghiamo poco più di 45 euro a persona.
Gustus Ristorante è stata davvero una fantastica scoperta. Il ristorante è centralissimo, si trova a pochi passi da Piazza Nerazio Prisco, la Piazza principale di Sepino e cuore della vita del borgo. La location è curata e regala una piacevole sensazione di familiarità. Antico e moderno si fondono in modo equilibrato ed armonioso. Da Gustus Ristorante trovi una cucina convincente, una cucina che racconta il territorio molisano, ma lo fa in maniera originale e creativa, con una grande attenzione alla scelta dei prodotti (tutti stagionali) e delle materie prime, tutte di grande qualità. Il caciocavallo molisano in tempura è paradisiaco, tra i primi i cavatelli con cavolfiore, fonduta di caciocavallo e pancetta croccante sono sorprendenti e delicati, i ravioli di burrata con pomodorino rosso e giallo, ventricina croccante e pesto di pistacchio quasi ci costringono al bis. Tra i secondi il filetto mignon lardellato cotto in cbt con finocchio gratinato e salsa glassata alla Tintilia del Molise da solo vale il viaggio. Era da tempo che non gustavamo un filetto così morbido e saporito. Nota di merito per il servizio, preciso, informale, quasi impeccabile. Fornita e curata la carta dei vini con un’attenzione particolare alle etichette molisane. Corretto il rapporto qualità – prezzo.
Gustus Ristorante a Sepino è stata una fantastica scoperta ed entra di diritto nella nostra guida sul web tra quelli che sono gli indirizzi da non perdere. Rivelazione.
Gustus Ristorante
Via Nicola Giacchi n.2
Sepino (Cb)
Tel. 388 153 93 95
Visita il sito web di Gustus Ristorante Sepino
Ti proponiamo la ricetta di un meraviglioso primo piatto che abbiamo gustato da Amaranto Agriturismo a Sant’Agata de’ Goti. Si tratta della calamarata con cime di rapa, guanciale, provolone del monaco e pinoli. Meraviglioso l’abbinamento delle cime di rapa con il provolone del Monaco. A chiudere il piatto la nota croccante del guanciale. Prova a farlo a casa……
Ingredienti per 4 persone:
- Olio extravergine di oliva (olio evo)
- Uno spicchio d’aglio tritato finemente
- Due fette di guanciale
- Mezzo chilo di cime di rapa
- Due filetti di acciughe
- 400 gr di pasta (calamarata)
- Sale
- Acqua di cottura della pasta
- Pinoli tostati q.b.
Procedimento:
In una padella, scalda l'olio extravergine di oliva con i due filetti di alici, appena sciolti dal calore, aggiungi l’aglio tritato finemente e lascia prendere colore. Dorato l’aglio, aggiungi acqua per non farlo bruciare, a seguire aggiungi le cime di rapa precedentemente sbollentate (non più di 2/3 minuti di bollore in base alla loro grandezza) e tagliate a pezzi da 2/3 cm. Lascia andare a fuoco medio per 5 minuti, gira spesso per amalgamare il sapore ed aggiusta di sale. A fine cottura lascia riposare con coperchio, per almeno altri 5 minuti.
In una vaschetta riponi 3 cucchiai di cime di rapa pronte, aggiungi olio extravergine ed un cucchiaio di provolone del monaco grattugiato, amalgama per bene e via in forno a 180 gradi per 10 minuti. Ti serviranno dopo per guarnire la parte centrale del piatto. Riponi la restante parte delle cime in un contenitore, aggiungi un filo d’olio, acqua se necessario e frulla il tutto con un mixer ad immersione.
Il risultato finale deve essere un composto cremoso e non liquido.
Cala la pasta, scola qualche minuto prima del fine cottura e versa in una padella antiaderente, aggiungi il composto precedentemente ricavato, riduci a fuoco vivo l’eventuale consistenza troppo cremosa ed impiatta.
Poi una generosa ma non troppo, grattugiata a trama sottile del provolone del monaco, al centro posiziona parte delle cime di rapa passate in forno e completa con guanciale precedentemente reso crusco (croccante) in padella e pinoli tostati.
Buon appetito!
- Executive Chef: Salvatore Iannotta
Amaranto Agriturismo
Contrada San Paolo
Sant’Agata de’Goti (Bn)
Tel. 327 452 4981
Visita il sito web di Amaranto Agriturismo
E’ sempre una buona idea tornare da Bacalajuò ad Acerra. Questa osteria “contemporanea” si trova a pochi passi dal maestoso Castello Baronale. Qui trovi una cucina che esalta il baccalà con proposte convincenti e una materia prima d’eccellenza lavorata a regola d’arte. Ricordavamo ancora con nostalgia la nostra ultima visita qui, siamo ritornati per gustare di nuovo i loro piatti, ovviamente tutti con un comune denominatore: sua maestà il baccalà. Altra cosa che ci faceva piacere era tornare per salutare Luigi Esposito il patron di Bacalajuò, erede di una famiglia che da oltre quattro generazioni importa direttamente e lavora stoccafisso e baccalà. La storia della famiglia Esposito e del baccalà comincia proprio ad Acerra quando nonno Luigi decise di fermarsi perché ebbe modo si testare le caratteristiche uniche dell’acqua della zona con cui riusciva a rigenerare in modo perfetto lo stoccafisso e a dissalare in perfettamente il baccalà. La storia va avanti e continua grazie a Luigi che si proietta nel futuro senza mai dimenticare le radici e la tradizione. Siamo nella parte antica di Acerra, in Piazza Castello. Anni fa qui c’era la Vinoteca Esposito che nel tempo si è trasformata in una moderna osteria che esalta il baccalà in ogni sua declinazione. Ecco Bacalajuò.
Bacalajuò. Acerra - Insegna esterna
Luigi Esposito ci accoglie da par suo, sorridente, appassionato. Ci accomodiamo e mentre decidiamo cosa gustare ci servono il pane (piccolo spoiler, servirà dopo per la scarpetta) e un graditissimo entreé: un plumcake alle verdure davvero ottimo. Soffice e gustoso, mi sembra di sentirne ancora il profumo…
Plumcake alle verdure
Intanto ordiniamo da bere una minerale e una bottiglia di Primula Rosa di Cantine Barone (azienda vitivinicola cilentana con sede a Rutino). Il Primula Rosa è un rosato a cui sono affezionato e che mi ha colpito sin dalla prima volta in cui l’ho provato. Di un bel colore rosa chiaro, con importanti note floreali, sentori di frutta, questo vino è ottenuto da uve aglianico del Cilento in purezza e si presenta morbido ed equilibrato. Sarà un ottimo compagno di viaggio per la nostra cena a base di baccalà…
Rosato Primula Rosa di Cantine Barone
Cominciamo con uno dei must di Bacalajuò, piatto meraviglioso: il carpaccio di baccalà, fatto con olive tonde Nocellara del Belice, pomodoro San Marzano essiccato, alici di Sciacca sfilettate a mano, e ovviamente baccalà. Questo carpaccio è una poesia, una sorta di “sashimi napoletano”, fresco, perfettamente equilibrato con un baccalà lavorato con cura e amore e tagliato con il diametro giusto capace di regalare emozione ad ogni morso. Questo piatto anche da solo vale la visita da Bacalajuò.
Carpaccio di baccalà di Bacalajuò
Con la Papaccella ripiena siamo nella più pura tradizione. Piatto che rassicura e sa di casa. Abbiamo la papaccella (non sottaceto) cotta al forno ripiena di mollica di pane contadino, spezie, baccalà, polvere di olive nere itrane e origano.
Papaccella ripiena
Le linguine alla Don Gaetano sono un inno alla gioia. Piatto di cui siamo innamorati, un riuscitissimo gioco di consistenze, caldo – freddo e un gusto inimitabile. Fatte con olive nere, capperi, olio Evo, pomodori essiccati, sale, pepe, zest di limone, prezzemolo e ovviamente baccalà a listarelle, le linguine alla Don Gaetano è un piatto cult di Bacalajuò.
Linguine alla Don Gaetano di Bacalajuò
Con le linguine in cassuola invece accontentiamo il palato dei puristi della tradizione. Sapore deciso, intenso e godurioso: pomodoro, olive nere, olio Evo, capperi, prezzemolo, tocchetti di baccalà in cassuola. Qui la scarpetta è un imprescindibile dovere morale.....
Le linguine in cassuola
Non poteva mancare il fritto di mussillo di baccalà con le papaccelle. Eccezionale, saporito con un fritto leggero, non unto.
Fritto di mussillo di baccalà con papacelle
Il baccalà in oliocottura con verdutine grigliate è stata una rivelazione. Il baccalà cotto così è quasi una “marmellata”, si scioglie letteralmente in bocca rilasciando un sapore unico ed intenso...
Baccalà in oliocottura con verdurine grigliate
Saltiamo il dessert ma ci concediamo un paio di giri di amari e degustiamo il nocillo Dianara, dal progetto di Mariella Tortora che ha creato una linea di liquori e distillati di eccellenza che esaltano il territorio, i suoi prodotti e la tradizione. Il nocillo Dianara è davvero notevole. Da provare. Paghiamo per la nostra cena da Bacalajuò poco più di 50 euro a persona. Abbiamo trovato coerente e corretto il rapporto qualità – prezzo.
Bacalajuò è una garanzia. Chi ama il baccalà qui troverà di che divertirsi. Piacevole ed informale è l’atmosfera che si respira in questa moderna osteria che guarda al futuro ma con solide radici legate alla tradizione più pura. Bacalajuò si trova a pochi passi dal Castello Baronale di Acerra e rappresenta l’evoluzione della tradizione della famiglia Esposito, che da oltre quattro generazioni ha legato il suo nome alla importazione, lavorazione e commercializzazione di baccalà e stoccafisso. Luigi Esposito è il patron, appassionato, preparato, saprà guidarti alla scoperta delle proposte in carta, dei fuori menù e saprà consigliarti i migliori abbinamenti con il vino. La carta dei vini è ben strutturata e calibrata. Il servizio è veloce ed informale. Il carpaccio di baccalà è poesia, tra i primi non perderti l’iconica Linguina alla Don Gaetano, e se sei un purista le linguine in cassuola ti commuoveranno. Da standing ovation il fritto di mussillo con papaccelle ed il baccalà in oliocottura. Bacalajuò ad Acerra si conferma nella nostra guida sul web tra i migliori indirizzi. Imperdibile e come dice Luigi Esposito, grazie “siempre” ed alla prossima ….
Bacalajuò
Via Nazario Sauro n.6
Acerra (Na)
Tel. 366 7180590
Visita la pagina Fb di Bacalajuò
Siamo nella nostra amata Irpinia, territorio capace sempre di emozionarci e regalarci spunti di riflessione interessanti e paesaggi meravigliosi in ogni periodo dell'anno. Rocca San Felice è uno dei borghi irpini più belli e caratteristici, pieno di fascino e suggestione con le sue strade lastricate, le casette in pietra, i vicoletti, le scale. In alto c'è la Rocca che domina il paese. Rocca San Felice si trova nella Valle d’Ansanto, famosa percè qui c’è la “mefite”, il laghetto sulfureo citato anche da Virgilio e che secondo gli antichi, era la porta degli inferi. Siamo anche nel territorio di produzione di uno dei miei formaggi preferiti: il pecorino Carmasciano.
Questo è davvero un luogo unico dove natura, storia e gastronomia creano un fantastico unicum. Dopo aver attraversato la piazza dove troneggia un bellissimo tiglio secolare (piantato nel 1799 ai tempi della Rivoluzione Napoletana come simbolo di libertà), ci dirigiamo per pranzo al Ristorante Museo La Ripa, il locale si trova inserito nel suggestivo borgo medievale. Ovviamente abbiamo prenotato il nostro tavolo per tempo.
La Ripa Ristorante Museo. Rocca San Felice - Insegna esterna
Se dall'esterno la Ripa Ristorante - Museo è spettacolare, all’interno continua l’effetto “wow”, il locale infatti si sviluppa su due livelli, l’atmosfera è piacevole, intima, familiare, domina la pietra viva, l’arredo è sobrio e adeguato al contesto. La mise en place è semplice ma al contempo curata. All’esterno c’è anche una sorta di terrazzino panoramico dove durante la bella stagione si può pranzare o cenare con vista sulle verdi colline irpine. Noi ci accomodiamo, e come al solito diamo uno sguardo alle proposte in carta: un vero trionfo di prodotti irpini e di piatti della tradizione. Mentre decidiamo il da farsi ci viene servito un graditissimo entreé: mini bun con impasto alla rapa rossa ripieno di mortadella, melanzane e provola con balsamico. Ottimo inizio...
La Ripa. Rocca San Felice - Entreé
Per il vino restiamo in Irpinia e optiamo per uno tra i miei preferiti: il Rasott Irpinia Campi Taurasini DOC dell’azienda agricola Boccella di Castelfranci. Un aglianico poderoso e intenso, con sentori di frutta rossa e un lungo e bel finale speziato. Vino perfetto da abbinare ad una cucina generosa come quella irpina, a carni e formaggi stagionati.
Rasott - Irpinia Campi Taurasini DOC dell'azienda Agricola Boccella
Tra gli antipasti, lo sformato di patate di montagna con crema di patate, funghi porcini e mortadella convince e rassicura grazie ad un perfetto equilibrio di sapori e profumi.
Sformato di patate di montagna con crema di patate, funghi porcini e mortadella classica
Il timballino di pancotto e baccalà con peperone crusco accompagnato da una zuppetta di fagioli quarantini, origano e crostini di pane ci regala gioia. Ottimo il timballo con il baccalà (da queste parti cucinato davvero in modo egregio), interessante lanota croccante del peperone crusco, ma il plus di questo piatto è la zuppetta di fagioli quarantini di Volturara irpina. Questi fagioli (presidio Slow food) sono particolari e si chiamano così perché impiegano proprio quaranta giorni per portare a compimento il loro processo di maturazione. Sono piccoli, dalla forma quasi tonda e hanno una buccia quasi impercettibile, oltre ad essere buonissimi. Fatti così a mo’ di zuppa con i crostini e l’origano di montagna sono un piatto da favola.
Timballino di pancotto e baccalà con zuppetta di fagioli quarantini, origano, peperone crusco e crostini di pane
Interessante anche il tortino di melanzane servito con una polpetta di melanzane e un sughetto di pomodorini rossi di collina che mi ha obbligato alla scarpetta. E chissenefrega del bon ton…! Questo piatto è stato un modo incredibile per gustare le ultime melanzane di stagione….
Tortino di melanzane e polpette di melanzane con pomodorini rossi di collina
Come primi degustiamo dei commoventi ravioli di ricotta di Carmasciano con pomodorini datterini gialli e pesto di basilico bio. Fantastici i ravioli di loro produzione ripieni di una ricotta di Carmasciano che è a dir poco spettacolare. Perfetto l’abbinamento con i pomodorini gialli che esaltano il delicato sapore dei ravioli.
Ravioli di ricotta di Carmasciano con pomodorini gialli e pesto di basilico bio
Con gli ziti spezzati con il ragù di salsiccia secca e pecorino di Carmasciano facciamo un viaggio nella più pura tradizione irpina. Il ragù è sublime e il pecorino di Carmasciano dona al piatto una bella nota sapida e un spunto in più.
Ziti spezzati con il ragù di salsiccia secca e scaglie di pecorino Carmasciano
Altro alfiere della tradizione è il ragù di agnello, protagonista di un altro piatto: le tagliatelle all’uovo tirate a mano con il ragù di agnello appunto e l’immancabile pecorino di Carmasciano. Poesia del territorio.
Tagliatelle all'uovo tirate a mano con ragù di agnello e Carmasciano
Le orecchiette con torzella, burrata e alici di ciaciolo del Cilento sono sorprendenti e goduriose. Anche qui la cosa che colpisce è l’equilibrio perfetto tra i vari sapori, la nota forte della torzella, la morbida burrata e il sapido delle alici. Davvero un gran piatto.
Orecchiette con torzella, burrata e alici di cianciolo del Cilento
Gustiamo un solo secondo. La scelta ricade sulla costoletta di agnello con granella di nocciole e verdure di campo (scarola e cicorie). L’agnello era morbido e saporito e l’abbinamento con le verdurine appena ripassate in padella ci stava alla grande.
Costoletta di agnello con granella di nocciole e verdure di campo
Siamo a Rocca San Felice, come si fa ad andar via senza gustare un po’ di Carmasciano? Detto…fatto. Prendiamo due degustazioni di Carmasciano, uno più giovane l’altro semistagionato. A dir poco sublime…
Il pecorino di Carmasciano presidio Slow Food, è un vanto dell’Irpinia, un formaggio dalle caratteristiche uniche e preziose in grado di donare al palato sensazioni senza eguali. Per me il Carmasciano è uno dei migliori formaggi in assoluto, lo adoro.
Degustazione di Pecorino Carmasciano
Chiudiamo in dolcezza con due dessert. Ecco il caldofreddo di pera abate con ricotta di Carmasciano mantecata e pasta frolla sbriciolata.
Caldofreddo di pera abate con ricotta di Carmasciano mantecata e pasta frolla sbriciolata
E il pasticcio di millefoglie con crema chantilly e salsa di amarene sciroppate. Dessert davvero notevole…
Pasticcio di millefoglie con crema chantilly e salsa di amarene sciroppate
Ci concediamo un paio di giri di amari e chiediamo il conto. Paghiamo per il nostro pranzo alla Ripa Ristorante Museo 45 euro a persona.
La Ripa Ristorante - Museo è un piccolo gioiello incastonato in uno scenario da sogno: il borgo medievale di Rocca San Felice. La location è suggestiva e particolare. Qui troverai una cucina saldamente legata al territorio, piatti della tradizione e materie prime di eccellenza. Tutto ovviamente segue il ritmo delle stagioni. Tra gli antipasti il timballino di pancotto e baccalà con zuppetta di fagioli quarantini, origano e crostini di pane regala emozione. I ravioli di ricotta di Carmasciano con pomodorini datterini gialli anche da soli valgono il viaggio, le orecchiette con torzella, burrata e alici di cianciolo sono sorprendenti, gli ziti al ragù di salsiccia secca sono deliziosi. Per chi ama la tradizione più pura il ragù di agnello è imperdibile. A proposito di agnello, le costolette le abbiamo trovate morbide e saporite. Tra i dolci non perderti il pasticcio di millefoglie con crema chantilly e salsa di amarene sciroppate. Il servizio è veloce ed informale. La carta dei vini è curata e ben calibrata. Corretto il rapporto qualità - prezzo. La Ripa Ristorante - Museo a Rocca San Felice si conferma nella nostra guida sul web tra gli indirizzi da non perdere. Da provare e riprovare….
La Ripa Ristorante – Museo
Via Ospedale n.1
Rocca San Felice (Av)
Tel. 0827 215023
Visita il sito web della Ripa Ristorante - Museo
Rieccoci in Irpinia a Grottaminarda. Siamo tornati da N’ata Luna Restaurant. Sono anni che veniamo qui, e nel tempo abbiamo avuto modo di vivere e seguire l'evoluzione e la crescita di questo vero e proprio “tempio del gusto”. Siamo tornati per gustare le proposte dello chef Vincenzo Vazza, talentuoso, appassionato, capace di regalare emozioni con la sua cucina caratterizzata da passione per il territorio, studio, conoscenza e quel pizzico di creatività che la rendono unica. Un mix di tradizione irpina e modernità. Il resto lo fanno il servizio e la location, “good vibes” direbbe qualcuno ed in effetti è così. Da N'Ata Luna si respira un'atmosfera davvero piacevole. Per noi questo posto è una certezza, un riferimento. Questo è un locale “globale”, dove puoi fare colazione, concederti una pausa caffè, incontrare amici, coccolarti con i dolcetti, pranzare, cenare o concederti un fantastico aperi-food con stuzzicanti proposte di cucina e materie prime eccellenti. “Deus ex machina” di N'ata Luna è Vincenzo Panico, persona a modo, nella vita consulente aziendale ma “gourmet” nell’animo e con una smodata passione per il “bon vivre” e la convivialità. Con lui la moglie Antonella Tocco, instancabile, precisa, un vero vulcano di energia.
N'ataluna. Grottaminarda - Particolare interno
Arrivare da N'ata Luna è semplicissimo, siamo in Contrada Ruvitiello a pochissimi Km dal casello di Grottaminarda della A-16. C’è un ampio e comodo parcheggio gratuito (cosa non trascurabile). All’interno il locale è come lo ricordavo, un vero spettacolo: ampio, luminoso, arredato con gusto e cura. Dominano il legno ed i colori chiari. Bellissimi i tavoli, le sedie e gli arredi dallo stile volutamente un po’ industrial e un po’ retrò. Tutto è curato nei dettagli e trasmette una sensazione di familiarità, ci si sente a casa, quasi coccolati e in un ambiente raffinato, elegante ma al contempo rassicurante e accogliente come l’abbraccio di una mamma. Suggestiva poi la sala con l’angolo cantina. Ma andiamo alla proposta gastronomica. In cucina a comandare le operazioni c'è Vincenzo Vazza, talentuoso chef originario di Bonito, con la sua brigata. Ma andiamo alla proposta gastronomica. Diamo un'occhiata alla carta, ci sono 2 menù degustazione (di cui uno della tradizione irpina). Cinque proposte di antipasti, cinque primi (più un fuori menù), cinque secondi e i dessert. La cosa che colpisce è come tutto parta dalla tradizione, e parli di territorio. In questo periodo spicca anche la presenza tra le altre cose del tartufo e dei porcini. Noi ordiniamo a la carte.
Intanto ci servono i loro pani: cracker artigianale realizzato dallo chef con semi di sesamo e sale maldon, tarallo napoletano realizzato come da tradizione con sugna, pepe e mandorle, grissini tirati a mano e una pagnotella di pane casereccio cotta nel forno a legna. Che spettacolo.....
I Pani artigianali
Da bere oltre ad una minerale prendiamo due calici di Lacrimarosa Irpinia rosato DOC di Mastroberardino, ottenuto da uve di aglianico in purezza questo rosato è davvero gradevole, di un colore rosa tenue e intense note fruttate. In attesa degli antipasti arriva il loro entreé di benvenuto: cannolino croccante ripieno di ricotta di Carmasciano mantecata al Pulieio irpino (un tipo di mentuccia selvatica diffusa in alcune zone dell'Irpinia caratterizzato da un profumo intenso e un sapore particolare). Tartelletta realizzata dallo chef, scarola riccia, goccia di pecorino e polvere di acciughe, e chiudiamo con il sapore intenso e il contrato di sapore della pallotta di "cacio e ova" (formaggio e uova) con mostarda di pera e germogli colorati.
Entreé dello chef Vincenzo Vazza
Il cannolino è davvero squisito con un morbido e profumato ripieno di ricotta di Carmasciano con la nota aromatica del pulieio irpino.
Cannolo croccante ripieno di ricotta di Carmasciano mantecata con Pulieio
La tartelletta è sorprendente, in pratica un ricordo di pizza chiena della tradizione ma in chiave moderna e creativa.
Tartelletta con scarola riccia goccia di pecorino e polvere di acciughe
La pallotta cacio e ova è un tripudio di sapore in un gioco riuscitissimo di contrasti, la nota pungente del formaggio incontra il dolce della mostrada di pera.
Pallotta cacio e ova con mostarda di pera e germogli colorati
Ecco gli antipasti che abbiamo scelto: fiore di zucca nel suo giardino, ossia fiore di zucca croccante, ripieno di ricotta e menta, pesto di zucchine alla menta, zucchine, ravanelli e pomodorini confit. Proposta fresca e colorata.
Fiore di zucca nel suo Giardino
Il baccalà all'insalata con fagiolini, ciuffetti di scarolina, gel di papaccelle, polvere di olive nere è una poesia.
Baccalà all'insalata con fagiolini e scarola
Meraviglioso lo spaghettone alla chitarra, coulis di pomodori rossi e gialli, pomodorini infornati, stracciatella e clorofilla di basilico. Lo spaghettone mantiene la cottura in modo mirale ed esalta un tripudio di pomodori: coulis di pomodorini gialli e rossi, pomodorini pachino scottati in forno e a chiudere il piatto la stracciata irpina con fogliolina di basilico nano e clorofilla di basilico con il suo profumo inebriante. Davvero un gran piatto.
Spaghettone ai pomodori con stracciatella e clorofilla di basilico
Ecco l'omaggio alla tradizione irpina con i taglierini tirati a mano con burro e pulieio irpino. Normalmente e per tradizione il pulieio lo troviamo nel ragù per aromatizzare in modo mirabile il sugo, qui invece viene proposto dallo chef Vincenzo Vazza in bianco, abbinato al burro artigianale aromatizzato al limone, in modo da esaltarne il sapore aromatico, a chiudere il piatto la polvere di acciughe con la sua nota sapida. Un piatto che è una vera e propria poesia del territorio.
I taglierini con burro, limone, pulieio irpino e polvere di acciughe
Come poesia sono anche i taglierini al tartufo irpino. Primo piatto fuori menù che ho voluto degustare. Li ho trovati semplicemente perfetti. Uno dei tagliolini al tartufo migliori mai mangiati.
Taglierini al tartufo
Decidiamo di degustare anche un secondo in due e la scelta cade sul maialino in porchetta ossia maialino da latte porchettato, mayo di peperone arrosto, morbido di patata irpina al Ravece e aglio orsino. Fantastico il maialino che si scioglieva letteralmente in bocca, azzeccato l’abbinamento con la maionese di peperone arrosto e ovviamente con il morbido di patata. Delizioso....
Maialino in porchetta
Chiudiamo in dolcezza con un dessert da dividere, optiamo per la Namelaka fragole e limone. Squisito…
Namelaka fragole e limone
Accompagniamo il dolce con due bicchierini di Don Fà, sublime un vino rosso fortificato, ottenuto da uve rosse e foglie di amarena da un’ antica ricetta dei Baroni de Beaumont. Fiore all’occhiello dell’ Azienda Agricola Fabio de Beaumont di Castelvetere sul Calore.
Don Fà dell'Azienda Agricola Fabio de Beaumont
Paghiamo per il nostro pranzo 55 euro a persona. Decisamente corretto il rapporto qualità - prezzo.
N’ata Luna si conferma alla grande. Questo è a parer nostro un luogo d’eccellenza. Qui trovi davvero tutto, si può venire in ogni momento della giornata. Bellissima la struttura, arredi stupendi, altrettanto bella l’atmosfera che si respira. N’ata Luna è un locale raffinato ma senza eccessi, qui ti senti davvero a casa. La cucina poi è convincente, lo chef Vincenzo Vazza è un vero talento, legatissimo alla sua terra, ovvio che ci sia una grande attenzione alla scelta dei prodotti e della materia prima. Tutto parte dalla tradizione irpina che viene reinterpretata ed in parte rivisitata. Tra gli antipasti il baccalà ha il suo perché, i taglierini (o tagliolini) tirati a mano sono poetici sia nella versione con burro e Pulieio irpino, sia nella versione al tartufo (tra i migliori mai gustati), tra i secondi il maialino porchettato era morbido e gustoso. La carta dei vini è studiata e curata. Il servizio in sala è pressoché perfetto. Complimenti al Deus ex machina di questo luogo del buon vivere e del gusto: Vincenzo Panico, un visionario, un uomo di ingegno e cultura che ha deciso di creare qualche anno fa un progetto davvero bello, con lui la moglie Antonella Tocco ed un team preparato ed in continua evoluzione. N’ata Luna a Grottaminarda si conferma nella nostra guida sul web tra i migliori indirizzi. Da non perdere. Eccellenza…..
N’ata Luna
Contrada Ruvitiello
Grottaminarda (Av)
Tel. 0825 188 0611
Visita la pagina Fb di N'ata Luna
Siamo tornati a Termoli, gioiello della costa molisana, importante località turistica con spiagge attrezzate, negozi e attività commerciali ed un centro storico suggestivo. Il borgo antico di Termoli infatti si affaccia sul mare ed è dominato dal Castello Svevo, uno dei monumenti più interessanti da ammirare e visitare insieme alla stupenda Cattedrale in stile romanico. In generale è tutto il borgo antico ad essere meraviglioso, per i suoi vicoli caratteristici, per gli scorci e la vista sul mare, per le sue casette colorate che lo rendono un pittoresco borgo marinaro ed anche per quello che pare sia il vicolo più stretto d’Italia: a Rejecelle. Quando torniamo a Termoli, spesso e volentieri ci fermiamo al Ristorante Svevia. Anche stavolta ci siamo stati a cena.
Ristorante Svevia. Termoli - Insegna Esterna
La location del Ristorante Svevia è suggestiva: un antico edificio risalente al 1700, all’interno l’impatto è notevole, bellissimo il soffitto a volte con i mattoncini, antico e moderno convivono in modo armonioso, la sapiente illuminazione fa il resto, belle le sedute, essenziale ma curata la mise en place. Per la nostra cena ci hanno riservato un tavolo all’esterno, sulla bella piazza che guarda alla Cattedrale. Durante la bella stagione infatti Svevia dispone anche di tavoli esterni per poter cenare in un contesto davvero suggestivo, immersi nella storia del borgo antico di Termoli. Diamo un’occhiata alle proposte in carta. Prevalgono i piatti di mare ma c’è anche qualche opzione per chi preferisce menù di terra. Intrigante la “carta del crudo” con selezione di carpacci, tartare, crudi, ostriche e frutti di mare. Poi ci sono gli antipasti, sei proposte di primi, ben otto secondi e i contorni.
La carta dei vini è molto curata, calibrata con oltre 200 etichette provenienti un pò da tutta Italia: bollicine, champagne, rossi, bianchi e rosati. Ci sono anche vini esteri in particolare francesi. In attesa di ordinare ci servono il buon pane termolese e degli intriganti tarallucci ai 5 cereali (davvero buoni).
Pane e tarallucci
Noi cominciamo, ordinando una minerale e (per rimanere in Molise anche con il vino) una bottiglia di Rosè Floralia di Di Majo Norante, fantastica azienda con sede a Campomarino. Di un bel colore rosa molto vivace, questo rosato è ottenuto da uve di 100 % aglianico. Piacevolissime le note fresche, floreali di questo vino che presenta una gradevole acidità e una decisa persistenza. Sarà davvero un ottimo compagno di viaggio per la nostra cena.
Floralia Rosè di Di Majo Norante
Ecco i due antipasti che abbiamo scelto. Un piatto denominato Giardino del mare in Estate, in pratica la loro idea di insalata di mare, terra e mare fanno l’amore in un piatto equilibrato e buonissimo, con la patata schiacciata a fare da letto goloso ad un trionfo di pesce freschissimo e verdurine in agrodolce. Una bontà incredibile, davvero un piatto sublime ….
Giradino del mare in Estate
Poi ecco il tentacolo di polpo arrosto con patate, salicornia e crema di sedano rapa fumè. Notevole il polpo ben arrostito ma morbido al suo interno, il connubio con le patate è sublime, particolare la crema di sedano rapa con il suo sentore affumicato.
Polpo arrostito con patate, salicornia e crema di sedano rapa fumè
La nostra cena al Ristorante Svevia procede in maniera sublime, tra un calice e una chiacchiera. Viviamo in pieno l’atmosfera rilassante e raffinata di questa piazza piena di storia e fascino. Poi si sa, d’Estate cenare all’aperto ha sempre il suo perché. E’ il momento dei primi piatti, la nostra scelta cade sulle chitarrine ai frutti di mare con pomodorini infornati. Questo piatto è uno dei “must” del Ristorante Svevia. Queste chitarrine sono eccellenti, gustose, bilanciate, con un perfetto equilibrio tra il “carattere” dei frutti di mare con il loro sapido sapore e la nota dolce dei pomodorini infornati.
Chitarrine ai frutti di mare e pomodorini infornati
Se le chitarrine ai frutti di mare e pomodorini infornati ci sono piaciuti con il risotto cacio e pepe, crudo di tonno e limone raggiungiamo vette siderali. Questo risotto è davvero una poesia dei sensi, perfetta la mantecatura e perfettamente bilanciato il connubio degli ingredienti, cacio e pepe con il crudo di tonno abbinato al risotto è stata una vera sorpresa così come sorprendente è la nota fresca del limone a chiudere il cerchio per un piatto che resta nella memoria. Chapeau….
Risotto cacio e pepe con crudo di tonno e limone
Decidiamo anche di gustare un secondo in due. E ordiniamo la tagliata di tonno spadellato con julienne di verdurine e misticanza con riduzione di Tintilia. Partiamo dalla materia prima, il tonno che è sublime, gustoso, morbido, piacevole la julienne di vedurine e la interessante la riduzione di Tintilia, il vino tipico del Molise, che lega bene il tutto.
Tagliata di tonno spadellato julienne di verdurine con misticanza e riduzione di Tintilia
Poi ordiniamo due freschissimi sorbetti al limone, un caffè e chiediamo il conto. Paghiamo per la nostra cena al Ristorante Svevia 60 euro a persona. Ho trovato il rapporto qualità prezzo decisamente corretto se consideriamo la location, il servizio impeccabile e la qualità della proposta gastronomica.
Il Ristorante Svevia nel centro storico di Termoli è una certezza assoluta. Il locale è curato, raffinato e bellissimo, si trova infatti in un edificio del 700 a pochi passi dalla Cattedrale. Le sale all’interno sono intime ed accoglienti. Durante la bella stagione poi, c’è la possibilità di cenare all’aperto con vista sulla Cattedrale e sulla bella piazza. Da Svevia trovi una cucina di assoluto livello con piatti della tradizione molisana e non, proposte studiate alla perfezione, preparate con ingredienti e prodotti stagionali di grande qualità. Il pescato è sempre fresco. Da non perdere le loro tartare e i loro crudi, tra gli antipasti il "Giardino del mare in Estate" è la loro versione dell’insalata di mare ed è assolutamente divina, tra i primi le chitarrine ai frutti di mare e pomodorini infornati sono uno dei loro piatti “cult” e creano dipendenza. Il risotto cacio e pepe con crudo di tonno e limone mi ha fatto innamorare. Meravigliosa e generosa la loro tagliata di tonno. Complimenti davvero allo chef Massimo Talia. La carta dei vini è curata e fornitissima. Nota di merito per il servizio, davvero impeccabile e senza sbavature, il maitre Silvio Chiappa è professionale e preciso, il personale gentile e garbato. Ho trovato corretto il rapporto qualità – prezzo e comunque adeguato al contesto ed al tipo di proposta offerta. Il Ristorante Svevia si conferma alla grande nella nostra “guida sul web” degli indirizzi non perdere. Garanzia.
Ristorante Svevia
Via Giudicato Vecchio, n.24
Termoli (Cb)
Tel. 0875 550284
Visita il sito web del Ristorante Svevia
Sant’Agata de’ Goti è senza dubbio alcuno uno dei borghi più belli e suggestivi della Campania, scrigno di tesori e bellezze paesaggistiche, architettoniche, storiche. Qui la natura è stata davvero generosa ed è uno spettacolo meraviglioso ammirare il suo centro storico che si erge su una sorta di terrazza tufacea con alle spalle il fiero e bonario Monte Taburno che sembra quasi ammirare dall’alto cotanta bellezza. Questo borgo per me è uno dei luoghi del cuore, chi mi legge, sa bene che spesso e volentieri torno qui per immergermi nella bellezza e nei prodotti fantastici di questo angolo di Sannio che si trova proprio al confine con il casertano.
Sant'Agata de Goti - Il centro storico dal Ponte sul Martorano
E’ bello fare un salto a Sant’Agata de’ Goti in ogni periodo dell’anno, anche in pieno Agosto, come è capitato a noi. Siamo tornati qui a Ferragosto e ci siamo fermati a pranzo all’Agriturismo Amaranto. Adoro questo indirizzo e ci torno appena posso. Adoro la passione che Angela Ascierto e Salvatore mettono nel loro lavoro, adoro la loro cucina realizzata con una scelta sapiente dei prodotti e materie prime, tutte stagionali e provenienti in gran parte dall’Agriturismo stesso, una cucina contadina nell’accezione più alta e bella del termine: le verdure, le conserve, i salumi, i formaggi, le paste fatte in casa e l’ottima carne.
Amaranto Agriturismo è un bel villino in stile Liberty, ristrutturato a regola d’arte immerso in una gradevole campagna. Siamo a pochi Km dal centro storico di Sant’Agata de’ Goti che si può ammirare anche da qui.
Amaranto Agriturismo. Sant'Agata de Goti - Insegna Esterna
Angela insieme alla sua famiglia, porta avanti con passione e cura questo progetto. Sono riusciti a ridare vita a quella che era l’antica casa e proprietà dei nonni, creando qualcosa di magico e ancestrale. Qui ci sono “good vibes”, c’è energia positiva e l’ambiente fa da cornice ad una cucina che non delude mai le attese. L’agriturismo presenta ben 3 ambienti all’interno, con due sale. L’arredo è semplice ma curato, qua e là alle pareti ci sono oggetti della vita contadina che fu. Da Amaranto ci si può anche fermare a dormire, ci sono infatti al piano superiore delle camere per gli ospiti e un totale di 14 posti letto. Amaranto Agriturismo è il luogo ideale per trascorrere una notte o qualche giorno di tranquillità nella pace della campagna a pochi km dal borgo antico di Sant’Agata de' Goti, gustando un’ottima cucina contadina locale.
Trattandosi di un giorno festivo c’è un menù fisso molto interessante che vede come protagoniste verdure e materie prime di stagione. Prima dell’antipasto ci servono il buon pane locale ed un aglianico davvero ottimo. Ecco l’antipasto Amaranto che prevede una serie di piatti e proposte con salumi, formaggi e verdure di stagione in gran parte provenienti dallo stesso agriturismo. Ecco un piatto con un meraviglioso prosciutto crudo stagionato 18 mesi in cantina, una scaglia di parmigiano 36 mesi, una profumata e fragrante montanara classica, un intrigante primo sale nobilitato da una mostarda di lime e zenzero. Nota di merito per il prosciutto davvero notevole e per la montanara dal sapore rustico e sincero.
Antipasto Amaranto
Continuiamo con un piatto davvero interessante: insalata della mietitura, era in pratica la colazione che a metà mattina facevano i contadini un tempo quando andavano a mietere il grano. Un' insalatina fresca, estiva e colorata con pomodori bio, origano di montagna, cipolla bianca bio, sedano e olio Evo Amaranto. Questa insalata ci è piaciuta davvero tanto. Più tardi lo chef Salvatore mi racconterà che il piatto originale completo prevedeva anche un uovo fritto. Mi ha promesso che me lo farà assaggiare nella sua versione originale. Torneremo a breve per provare….
Insalata della mietitura
Sorprendente e aromatica la verza marinata con il suo gusto deciso (grazie anche alla presenza della cipolla).
Verza marinata
I sott’oli della casa sono paradisiaci (consiglio vivamente di comprarli se li trovate in vendita da Amaranto). Qui c’è la tradizione ed il vero sapore contadino, verdure bio, coltivate da loro, essiccate e poi messe sott’olio e aceto. Che bontà….
Sott'oli della casa
Con i peperoni beneventani fritti con patate e salsicce raggiungiamo vette altissime. Qui avrei fatto volentieri il bis.
Peperoni beneventani fritti con patate e salsiccia
L’antipasto di Amaranto Agriturismo ti permette di fare un percorso tra prodotti e materie prime genuine, espressione della cucina contadina locale. Il menù fisso di Ferragosto prevede anche due primi. La calamarata con zucchine in tre consistenze, guanciale crusco e caciocavallo di Agnone mi ha conquistato. Piatto perfetto, giusto l'equilibrio, con la dolcezza delle zucchine (super le chips di zucchine fritte) che si sposavano a meraviglia con la nota sapida del caciocavallo di Agnone, a chiudere il tutto la croccantezza del guanciale crusco. Complimenti caro Salvatore, davvero un fantastico primo, tra le altre cose anche ben presentato. Chapeau....
Calamarata con zucchine in tre consistenze, guanciale crusco e caciocavallo di Agnone
Non da meno le profumate e gustose sfoglie di lasagnette stese rigorosamente a mano (si vede e si sente..) con funghi porcini del Taburno, provola e salsiccia. Anche qui per poco non ci è scappato il bis….
Sfoglia di lasagnette stese a mano con funghi porcini del Taburno, provola e salsiccia
Immancabile poi la tradizionale brace di Ferragosto. Un tris di carni deliziosamente grigliate: agnello, entrecote di scottona e costina. Da sottolineare come qui da Amaranto Agriturismo la carne sia sempre eccellente. Della brace di ferragosto mi sono rimaste nella memoria l’entrecote di scottona, saporita e profumata e la costina, prima marinata e poi arrostita, delicata, morbida, in una parola: divina…. Accompagniamo la carne con una bella e fresca insalata di campo.
Tris alla brace
Chiudiamo in dolcezza con dadini di anguria e gelato artigianale (nel mio caso alla nocciola). Ottimo binomio, freschezza e dolcezza insieme.
Anguria e gelato artigianale
Faccio due giri di limoncello di loro produzione (ottimo). E chiudiamo così il nostro pranzo. Il costo del menù di Ferragosto da Amaranto Agriturismo è stato di 40 euro a persona. 20 euro invece il costo per il menù bambini. Soldi decisamente ben spesi.
Amaranto Agriturismo è stata una meravigliosa conferma. La location è suggestiva: un villino in stile liberty immerso nella campagna con un bel cortiletto e patio esterno in legno dove durante la stagione calda si può pranzare o cenare all’aperto. La cucina di Amaranto è notevole, i piatti sono ben studiati e convincenti. Da Amaranto trovi una cucina della tradizione contadina ben eseguita e realizzata con prodotti selezionati e materie prime provenienti quasi del tutto dall’agriturismo stesso come le conserve, l’olio Evo, le passate di pomodoro. Il prosciutto di cantina è paradisiaco, tra gli antipasti non perderti i loro sott’oli e i peperoni beneventani fritti con patate e salsiccia, goduriosi e saporiti. La calamarata con zucchine in tre consistenze, guanciale crusco e caciocavallo di Agnone è il piatto che mi porto nel cuore. Ottima la carne alla brace. Giusto il rapporto qualità- prezzo. Complimenti ad Angela Ascierto, anima e motore di questo luogo e a Salvatore, chef talentuoso e grande conoscitore di prodotti e materie prime. Il servizio è veloce ed informale. Piccola curiosità legata al nome di questa struttura. Qualcuno potrebbe pensare che Amaranto si riferisca al colore, ma non è così, amaranto è anche una pianta spontanea che cresce nelle campagne santagatesi e che si fa notare per le sue sfumature. Amaranto Agriturismo a Sant’Agata de’ Goti si conferma nella nostra guida sul web, tra quelli che sono a parer nostro gli agriturismi da non perdere in Campania. Garanzia assoluta.
Amaranto Agriturismo
Contrada San Paolo
Sant’Agata de’Goti (Bn)
Tel. 327 452 4981
Visita il sito web di Amaranto Agriturismo
Il Gargano rapisce il visitatore ed il turista con i suoi colori, i suoi profumi, un mare che ha pochi eguali e una natura rigogliosa e generosa. Noi amiamo questa terra che ci regala sempre emozioni nuove e spunti interessanti ogni volta che ci torniamo. Siamo a Vieste, luogo a cui siamo particolarmente legati. Vieste è magia pura, con il suo centro storico a picco sul mare che sembra una cartolina, i vicoletti, i palazzi antichi e certi scorci che restano nella memoria. Qui a Vieste spesso e volentieri ci fermiamo all'Osteria Al Duomo. Ci siamo tornati a distanza di un anno. Il locale è caratteristico e curato e si trova (come si comprende dal nome) nei pressi del maestoso e bellissimo Duomo Viestano. C'è un vicoletto con delle scale che ci porta al locale. All'interno è stupendo, siamo in un edificio che risale addirittura al '400. Domina la pietra, una pietra che emoziona e rassicura. Ci sono 4 sale in pietra viva recuperate a regola d'arte, più una quinta sala che si raggiunge attraversando il vicoletto, anche questa molto particolare e curata. Da rimarcare la presenza del legno e un pavimento con le tipiche chianche pugliesi. Tutto davvero molto bello così come l'arredo assolutamente adeguato al contesto.
Osteria Al Duomo. Vieste - Insegna esterna
Siamo tornati per gustare la cucina dello chef Vincenzo Bua, a parer nostro una vera garanzia. Abbiamo prenotato per tempo il nostro tavolo. Ci accolgono Federica, Natalia, Anna e Pasquale, gentili e sorridenti come sempre. Quello dell'Osteria Al Duomo è un team giovane e affiatato, una famiglia con la passione per l'accoglienza e la buona cucina. Diamo un'occhiata al menù, e notiamo la presenza di eccellenti prodotti del territorio, in prevalenza ci sono proposte di pesce ma anche chi ama la carne e la cucina di terra troverà cose interessanti. Da bere ordiniamo una minerale e per restare a Vieste, due calici di Cinthya delle Cantine Merinum, interessante realtà nata ai piedi della Maestosa Foresta Umbra. Il Cinthya è un ottimo rosato ottenuto da uve Nero di Troia in purezza. Un vino di un bel colore rosa intenso, delicato, floreale e avvolgente come un carezza. Nel menù ho apprezzato molto anche la presenza della carta degli oli con prevalenza delle aziende vistane e del territorio. Ordiniamo due antipasti, cominciamo con tentacolo di polpo in doppia cottura con la sua acqua montata al barbecue e rosti di patate. Assolutamente divino. Godurioso il polpo al tempo stesso croccante ma dal cuore morbido, accompagnato dalla “sua” maionese fatta solo con la sua acqua e senza uova. A dir poco perfetto l'abbinamento con il rosti di patate. Avremmo fatto volentieri il bis.
Polpo in doppia cottura con la sua acqua montata al barbecue e rosti di patate
Invitanti e gustose le mazzancolle in pasta kataifi, panna acida, glassa allo zafferano e granella di pistacchio. Attenzione perchè creano dipendenza con la loro polpa soda ed il perfetto equilibrio di sapori, esaltate dalla nota croccante della pasta kataifi che le avvolge delicatamente.
Le mazzancolle in pasta kataifi, panna acida, glassa allo zafferano e granella di pistacchio
Come primi ecco un classico: i troccoli essenza di mare, ai frutti dimare e cristalli di pane croccante. Un piatto da sempre presente in carta perchè amatissimo dagli ospiti dell'Osteria Al Duomo ed è semplice comprenderne il motivo: sono super buoni. Gustosi, giustamente sapidi, perfettamente equilibrati, appaganti grazie anche alla nota croccante dei cristalli di pane, decisamente da provare.
Troccoli essenza di mare con frutti di mare e cristalli di pane croccante
L’altro primo che gustiamo è il risotto ai due crostacei fatto con riso carnaroli, scampi, mazzancolle, crema di burrata affumicata e limone Femminiello del Gargano. Una vera poesia...
Il risotto ai due crostacei con crema di burrata e limone
Gustiamo anche un secondo in due e la nostra scelta cade sul Salmone Ora King, lingotto di salmone croccante con air bag di maiale, panna acida, zafferano e rucola selvatica. Un vero tripudio di sapori. Divino il salmone avvolto dalla croccantezza della microchips di cotenna si maiale, il tutto stemperato dalla panna acida. Gran piatto.
Lingotto di salmone Ora King con air bag di maiale, panna acida, zafferano e rucola
Saltiamo il dolce ma chiudiamo la nostra cena con due bicchierini di limoncello artigianale fatto dallo chef Vincenzo Bua. Bello denso, aromatico, quasi uno sciroppo servito rigorosamente freddo in bicchierino ghiacciato. Così si fa, complimenti.
Limocello artigianale ghiacciato dello chef Vincenzo Bua
Paghiamo per la nostra cena all'Osteria al Duomo 45 euro a persona.
L'Osteria al Duomo nel cuore della Vieste antica è stata una meravigliosa conferma. Il locale è suggestivo, una location particolare unica situata in un edificio risalente addirittura al ‘400. Dominano la pietra ed il legno. Questo è il regno della famiglia Bua. Lo chef Vincenzo padroneggia la tecnica e condisce il tutto con una maniacale passione, la sua è una cucina dove tradizione e innovazione vanno a braccetto e si fondono in modo sublime. La materia prima è eccellente il pescato sempre fresco. Da non perdere i loro crudi, e tra gli antipasti di pesce cotti, il polpo in doppia cottura con la sua acqua montata al barbecue e rosti di patata, assolutamente divino. Le mazzancolle in pasta kataifi, panna acida, glassa allo zafferano e granella di pistacchio creano dipendenza. Tra i primi i troccoli essenza di mare sono un must, imperdibile. Il risotto ai due crostcei la piacevole scoperta. Lo chef Vincenzo Bua è accompagnato in cucina dalla sua brigata e coadiuvato da sua moglie Isa. Il sevizio in sala è professionale, veloce, impeccabile. Federica, Natalia e Anna sono il valore aggiunto. Pasquale in sala è un perfetto Cicerone capace di guidare gli ospiti nella scelta dei piatti e negli abbinamenti. Ben fornita la carta dei vini con etichette interessanti (molte ovviamente pugliesi), interessante la carta dei distillati e nota di merito per la presenza sul menù della carta degli oli. Ho trovato corretto il rapporto qualità prezzo. L’Osteria Al Duomo a Vieste è una tappa obbligata e si conferma nella nostra guida sul web tra i ristoranti da non perdere.
Osteria Al Duomo
Via Alessandro III n. 23
Vieste (Fg)
Tel. 0884 708243
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Siamo tornati ad Oratino. Campobasso dista solo una manciata di Km. Questo piccolo e caratteristico borgo molisano conserva un fascino unico, grazie alla sua struttura tipicamente medievale, grazie alla pietra che domina e fa innamorare. Nella parte più antica del paese si accede attraverso una porta (Porta del Piano che risale al XIII secolo). Ad Oratino trovi arte, cultura e aria buona, puoi infatti ammirare dal Belvedere Ugo Calise un panorama incantevole. Lascia a casa lo stress e concediti una bella passeggiata tra i vicoli in pietra e le stradine acciottolate di questo borgo gioiello, il mio consiglio è di prestare attenzione ai dettagli: fermati ad ammirare magari un portale, un balcone fiorito, uno scorcio caratteristico o la meravigliosa chiesa di Santa Maria Assunta in cielo, anche questa tutta in pietra e la cui origine è davvero antica, infatti il primo documento che la menziona è datato 1251.
Ristorante Olmicello. Oratino - Ingresso
Quando siamo qui, ci fermiamo spesso al Ristorante Olmicello. Venire da Olmicello per me rappresenta una piacevole abitudine, adoro infatti le loro proposte di cucina che sono legate alla tradizione molisana d'entroterra, i prodotti sono sempre freschi, le materie prime seguono il corso delle stagioni, la pasta è tirata sempre a mano, la carne è di qualità, così come il baccalà che è strepitoso. A rendere perfetto il tutto poi c'è la location davvero suggestiva: un antico palazzo risalente al 1816 tutto in pietra, qui un tempo c'era un frantoio (visibile ancora oggi). Si accede al Ristorante Olmicello attraversando un portone d'epoca e un meraviglioso androne in pietra, all'interno le sale con bellissime volte a botte che si alternano a volte a crociera. C'è anche un terrazzo dove poter cenare all'aperto durante la bella stagione. A fare gli onori di casa c'è Nicola Iafelice, garbato e sempre prodigo di consigli su pietanze e abbinamenti per gli ospiti.
Ristorante Olmicello. Oratino - Particolare di una sala interna
Ovviamente c'è il menù alla carta ma Nicola Iafelice ama illustrare la proposta gastronomica del giorno. Noi cominciamo ordinando una minerale e una bottiglia di Ramitello dell’azienda Di Majo Norante. Questo vino è ottenuto da uve Montepulciano (80 %) e Aglianico (20%). Di un bel rosso rubino, con sentori si spezie, di frutti rossi, e un bel tannino equilibrato, questo vino è spettacolare e sarà un perfetto compagno di viaggio per il nostro pranzo al Ristorante Olmicello.
Diamo il via alle danze, ecco un bell'antipasto. Su un tagliere ci vengono serviti peperoni in agrodolce, dei tocchetti di rustico, pizza di patate con i carciofi, frittatina, sformatino di zucchine, del cavolfiore panato e fritto, palline di patate e formaggio, e ancora un fantastico formaggio primosale panato e passato in forno, un celestiale caciocavallo, un prosciutto locale di ottima fattura e un gustoso capocollo.
Antipasto
Nicola Iafelice poi ci vizia con dei fiori di zucca fritti....davvero ottimi.
Fiori di zucca fritti
Non prendiamo altro come antipasto anche se la tentazione è forte (pizza e minestra, pallotte cacio e uova tanto per ricordare due bontà del territorio). Attendiamo i primi. Una delle peculiarità del Ristorante Olmicello è che la pasta è sempre fatta a mano e questo rappresenta senza dubbio un “plus”....Ecco i meravigliosi crioli con carciofi su fonduta di caciocavallo. Per chi non lo sapesse, i crioli sono una pasta fresca tipica del Molise, viene fatta con farina e uova, e ricordano un po' gli spaghetti quadrati. Noi prendiamo spesso questo piatto perché adoriamo l'abbinamento dei carciofi con la fonduta di caciocavallo, l'insieme è a dir poco esaltante.
Crioli con carciofi su fonduta di caciocavallo
Altro piatto che spesso gustiamo al Ristorante Olmicello sono le fettuccine con porcini e guanciale. Ormai un classico: profumate, goduriose, appaganti.
Le fettuccine con porcini e guanciale
Poi ecco un primo piatto di stagione: fettuccine con julienne di zucchine, fiori di zucca e speck. Anche queste erano fantastiche, piatto equilibrato con la il dolce delle zucchine che si sposava a meraviglia con la nota sapida dello speck.
Fettuccine con julienne di zucchine, fiori di zucca e speck
Di tanto in tanto Nicola Iafelice da perfetto padrone di casa, passa al nostro tavolo per sincerarsi che tutto stia andando bene. E non può che essere così. E’ il momento dei secondi. Gustiamo un bel filetto al pepe rosa. La carne morbida e succosa era davvero squisita...
Filetto al pepe rosa
Poi ci dedichiamo al baccalà che è parte della tradizione gastronomica locale (definito da molti il pesce di montagna). Qui al Ristorante Olmicello il baccalà lo preparano in modo eccellente. Noi gustiamo il baccalà con pomodorini e olive. Buonissimo....
Baccala con pomodorini e olive
Ha il suo perché anche il baccalà fritto, morbido, profumato, con una pastella meravigliosa e con un fritto asciutto e non unto.
Baccalà in pastella fritto
Come contorno la loro insalata di rucola, pere e noci. Stuzzicante e rinfrescante...
Insalata di rucola, pere e noci
E delle ottime chips di patate fritte, gustose e croccanti.
Chips di patate fritte
Che pranzo sarebbe senza un dolce? Prendiamo una mitica millefoglie con crema chantilly e amarene, della Pasticceria Sorriso di Loretta Fatica. Questa pasticceria per noi è un indirizzo imperdibile. Alla Pasticceria Sorriso usano solo prodotti freschissimi e bio e adottano un metodo di lavorazione totalmente artigianale. Il risultato è fantastico. Se passi ad Oratino o sei in zona non puoi non farci un salto. Si trova nella centralissima Piazza Giordano.
Millefoglie con crema chantilly e amarene
Paghiamo per il nostro pranzo al Ristorante Olmicello poco più di 40 euro a persona. Davvero fantastico il rapporto qualità - prezzo.
“Repetita iuvant” recitava un’antica locuzione latina, anche noi ci ripetiamo volentieri. Al Ristorante Olmicello torniamo spesso e volentieri perché per noi rappresenta una garanzia. Il locale si trova nel centro storico del caratteristico borgo di Oratino, in un antico palazzo che risale al 1816, dove un tempo c’era un frantoio (visibile ancora oggi). L’atmosfera è davvero suggestiva e invita alla convivialità. Qui al Ristorante Olmicello trovi una meravigliosa cucina molisana d’entroterra realizzata con prodotti di qualità e materie prime freschissime, tutte legate alla stagionalità. Ottimi i salumi ed i formaggi, tra gli antipasti non perderti la mitica “pizza e minestra” e le "pallotte cacio e uova". Altro punto di forza del locale sono i primi piatti, fantastiche le paste fatte a mano, i crioli con carciofi su fonduta di caciocavallo sono da applausi, le fettuccine con porcini e guanciale uno dei piatti da ricordare. La carne è un altro dei must di questo luogo. Vogliamo poi parlare del baccalà? Spettacolare e cucinato a regola d’arte. Altra cosa da non perdere sono i dolci, provenienti dalla Pasticceria Sorriso di Oratino capitanata da Loretta Fatica. Non puoi farti scappare la deliziosa millefoglie composta al momento con una paradisica crema Chantilly (una delle migliori mai gustate) e le amarene. Il resto lo fa la sincera, garbata accoglienza ed ospitalità di Nicola Iafelice, il padrone di casa sempre pronto a consigliare gli ospiti nella scelta delle pietanze e negli abbinamenti. Interessante e curata la carta dei vini con un occhio di riguardo per le cantine molisane. Professionale e veloce il servizio (complimenti anche a Gennaro in sala). Altro particolare da sottolineare è che abbiamo trovato un fantastico rapporto qualità – prezzo. Il Ristorante Olmicello ad Oratino si conferma nella nostra guida sul web tra i migliori ristoranti molisani. Da segnare in agenda “senza se e senza ma”. Garantiamo noi…
Ristorante Olmicello
Via Regina Margherita n.48
Oratino (Cb)
Tel. 0874 38 285
Visita il sito web del ristorante Olmicello
Siamo ritornati all’Hosteria Le Gourmet a Sperone. Siamo nel territorio del baianese, di fatto in provincia di Avellino ma proprio al confine con il nolano. Questa è una zona che mi ha sempre affascinato, per la sua storia antica, da sempre crocevia di popoli, concentrato di cultura e tradizioni gastronomiche che un po’ come la sua posizione, abbracciano un po’ l’Irpinia e un po’ il napoletano. L’Hosteria Le Gourmet è uno dei miei indirizzi preferiti, perché qui mi sento a casa e adoro le loro proposte di cucina, un mix riuscitissimo di tradizione e creatività. Peppino Caramiello (oste e cacciatore di bontà, come ama definirsi sui suoi profili social) è senza eguali, perfetto padrone di casa, in questo progetto ci ha messo impegno e passione da anni. Peppino va sempre alla ricerca di particolarità, materie prime e prodotti sapientemente scelti e selezionati per offrire agli ospiti un’esperienza da ricordare. All’Hosteria Le Gourmet si respira un’atmosfera familiare, puoi rilassarti dimenticando l’orologio e gustare le proposte di cucina del talentuoso chef Marco del Giudice (davvero bravo), coadiuvato da Michele Malinconico. Lo chef Marco del Giudice lo conosco da anni e da sempre seguo il suo percorso che lo ha portato oggi a presentare piatti che sono a dir poco esaltanti, concentrato di tecnica, preparazione e amore. In sala Peppino si avvale della presenza preziosa di Felicia De Gennaro sempre gentile, affabile e preparata.
Hosteria Le Gourmet. Sperone - Insegna esterna
Anche la location dell’Hosteria Le Gourmet ha il suo perché ed è particolare, siamo infatti in un palazzo antico di inizi 900, ci sono tre sale (di cui una per la degustazione), addirittura due bei camini (uno per sala), c’è anche un piccolo spazio esterno che durante la bella stagione viene arredato e illuminato con gusto e dove si può pranzare o cenare. Arriviamo in perfetto orario, ci accoglie Peppino Caramiello e ci accompagna al nostro tavolo.
Come sempre diamo uno sguardo al menù che viene presentato al tavolo ma anche ogni settimana sui canali social dell’Osteria. C’è l’antipasto Le Gourmet di quattro portate, poi quattro primi, quattro secondi e tre dessert (formula vincente non si cambia). Il menù cambia spesso (a volte anche settimanalmente quando subentra un piatto al posto di un altro), questo perché si segue rigorosamente la stagionalità dei prodotti, lo chef Marco del Giudice lavora i prodotti di stagione e le materie prime scelte e selezionate insieme a Peppino Caramiello. Prima dell’antipasto c’è l’aperitivo di benvenuto in Hosteria e che benvenuto! Si comincia con polpettine di caciocavallo e bollicina. Le polpettine sono stuzzicanti e goduriose…
Polpettine di caciocavallo e bollicine
Poi un interessante pan brioche con mantecato di baccalà (delicatissimo) e polvere di alghe…
Pan brioche con mantecato di baccalà e polvere di alghe
E tartelletta con pollo mantecato. Anche questa interessante….
Tartelletta con pollo
Da bere Peppino ci serve un bel Rosso Piceno DOC “bio” della cantina Velenosi, un rosso biologico ottenuto da un blendi di uve, montepulciano per il 70% e sangiovese per il 30%. Questo vino è gradevole, profumato, equilibrato, morbido, con intensi sentori di frutti rossi. Abbiamo ordinato due antipasti dell’Hosteria. Sono quattro portate (due di mare e due di terra). Ecco la seppia all’amatriciana, davvero qualcosa di eccezionale, la seppia alla julienne, accompagnata con il guangiale bello croccante e un concentrato di sugo all’amatriciana. Questa è una proposta creativa ed intrigante (avrei fatto volentieri il bis).
Seppia all'amatriciana
Non da meno il crocchè ripieno di alici, patate e provola con burro al limone e spinaci. Mai avrei immaginato di trovare le alici dentro un crocchè. Il risultato è eccezionale… .
Crocchè ripieno di alici con patate e provola, burro al limone e spinaci
Si continua con il mini cannolo di pasta brick con tartare di vitello, perlage di tartufo e uovo marinato.
Cannolo di pasta brick ripieno di tartare di vitello con perlage di tartufo e tuorlo d'uovo marinato
E chiudiamo l’antipasto con sua maestà il carciofo ripieno con pane croccante e cacio.
Carciofo ripieno con pane croccante e cacio
L’antipasto dell’Hosteria è strepitoso, un tripudio di sapori e profumi con proposte creative ed anche belle da vedere. Ci godiamo il nostro pranzo sorseggiando un calice mentre aspettiamo i primi. Abbiamo preso un piatto di mezzi paccheri con pomodorino del piennolo e scorfano. I mezzi paccheri sono paradisiaci, perfetta la cottura della pasta, equilibrati e gustosi..
Mezzi paccheri con pomodorino del piennolo e scorfano
Con il risotto con piselli novelli, stracciatella di bufala e gamberi rossi siamo a livelli siderali. Un risotto che è poesia, mantecato alla perfezione, delicato, meraviglioso l’abbinamento di terra e mare con i piselli novelli e la stracciatella di bufala che facevano l’amore con il crudo di gamberi rossi. Chepeau…
Risotto con piselli novelli, stracciatella di bufala e gamberi rossi
Ordiniamo anche un secondo in due e la scelta cade sulla faraona suprema con maionese al tartufo e asparagi. La faraona era meravigliosa, esaltata dalla mayo con il suo leggero e inconfondibile sentore di tartufo, accompagnata egregiamente dagli asparagi. Grande secondo piatto. Complimenti….
Faraona suprema con asparagi e maionese al tartufo
Chiudiamo il nostro pranzo con un dessert: la tartelletta con pistacchio e amarene, accompagniamo il dolce con un liquorino alle amarene.
Tartelletta pistacchio e amarena
Paghiamo per il nostro pranzo 80 euro in due. Rapporto qualità - prezzo davvero ottimo.
L’Hosteria le Gourmet è sempre una garanzia. Ritorno sempre volentieri da Peppino Caramiello e ogni volta è sempre un’emozione, a cominciare dalla location: un edificio dei primi del 900, le sale sono tre. Quella più piccola nasce come sala per la degustazione e qui l’oste Peppino ha il suo “caveau” e conserva salumi, formaggi, vini e distillati. Le altre due sale comunicanti sono gradevoli, ogni sala ha un camino. L’arredo è sobrio ed essenziale ma raffinato, bella e semplice la mise en place, particolari i pavimenti originali in graniglia, imponenti e meravigliose le travi in legno al soffitto che è altissimo. In definitiva qui si respira un’atmosfera di convivialità e calore. Chiaramente il plus sono le proposte di cucina dello Chef Marco del Giudice, un concentrato di talento, preparazione e passione. La sua cucina conquista grazie a piatti che esaltano i prodotti e le materie prime e che sono un mix di tradizione e originalità. Fantastico l’antipasto dell’Hosteria, divina la seppia all’amatriciana, rassicurante e godurioso il carciofo ripieno, la crocchè di alici, patate e provole conquista. Tra i primi il risotto con piselli novelli, stracciatella di bufala e gamberi rossi anche da solo vale la visita. Ottimi i mezzi paccheri con pomodorini del piennolo e scorfano. Ho trovato notevole anche la faraona con mayo al tartufo e asparagi. La carta dei vini è studiata e ben calibrata. Il servizio con la presenza in sala di Felicia de Gennaro è professionale e veloce. Ottimo il rapporto qualità – prezzo. Ma la garanzia è Peppino, l’oste cacciatore di bontà che non delude mai le nostre attese. L’Hosteria le Gourmet a Sperone si conferma alla grande nella nostra guida sul web tra i migliori indirizzi in Campania. Imperdibile.
Hosteria Le Gourmet
Via Ferrovia n.28
Sperone (Av)
Tel . 338 215 46 56
Visita la pagina Fb dell'Hosteria Le Gourmet